Tre fanciulle alla scoperta del Guatemala e del Belize

Porta via le foto e lascia solo impronte
Scritto da: Mara Speedy
tre fanciulle alla scoperta del guatemala e del belize
Partenza il: 04/11/2011
Ritorno il: 21/11/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
“Dove andiamo la prossima volta?”, “A me piacerebbe il Guatemala”, “Anche a me”… così nacque questo viaggio, mentre in mezzo alle Ande ci gustavamo il Perù e già la mente si dirigeva verso la prossima meta.

Come al solito il primo passo è stato acquistare le guide Lonely Planet e Rough Guide e leggere il più possibile sul sito dei TpC e sui siti ufficiali www.visitguatemala.com e www.travelbelize.org, senza tralasciare www.viaggiaresicuri.it, che a dire il vero ci ha un po’ terrorizzate, dato che parlava di nubifragi, forte delinquenza ed eventi sismici… una volta sul posto, invece ci siamo rese conto che tutto rientra nella norma se si è appena superata la stagione delle piogge e ci si trova in una zona povera con 18 vulcani, di cui al momento 4 attivi.

Secondo passo la ricerca del volo, ci affidiamo ancora una volta a Pindorama, Viaggi Consapevoli di Milano (www.pindorama.it) che per 995 euro (più 30 euro per assicurazione medico-bagaglio Mondial) ci trova un volo senza passaggio dagli USA, operato da Iberia e Copa Airlines con due scali all’andata (Madrid e San José de Costarica) e due al ritorno (Panama e Madrid), con andata da Milano-Linate e ritorno da Milano-Malpensa.

04.11.2011

Partiamo alle ore 8.00 e arriviamo a Madrid in tutta tranquillità. A Madrid però iniziano i primi guai, l’aereo parte con un po’ di ritardo per una “pequeña avería” e dovevamo restare “solo” 11 ore e mezzo su quello stesso velivolo! Causa il ritardo perdiamo poi la coincidenza a San José, ma Iberia ha già organizzato per noi il passaggio per Guatemala City con un’altra compagnia, così arriviamo con solo un’ora di ritardo. Documentandoci avevamo letto un po’ ovunque che Guatemala City era da evitare causa l’alta delinquenza, quindi considerando anche che siamo tre fanciulle, decidiamo per un trasferimento immediato ad Antigua. Con 10 USD a testa, con tanto di ricevuta, siamo già sulla strada per l’antica capitale, speriamo vivamente che abbiano rifatto i freni del taxi, perché la strada è in buone condizioni, ma in forte pendenza e senza guard rail. Dopo circa 40 minuti veniamo lasciate davanti alla Posada San Pedro I, che avevamo prenotato dall’Italia (720 QTZ per le notti del 04/01 e del 07/11, tenete presente che 10 QTZ = 1 euro circa, www.posadasanpedro.net). In complesso la camera tripla è carina, con bagno, anche se non proprio pulitissima. Anche il primo impatto con Antigua non è dei migliori, siamo stanche, l’agitazione per la coincidenza mancata ci ha spossate, la città, ormai alle 22, ci sembra brutta e grigia e doveva essere uno dei posti più belli da vedere! Inoltre avevamo prenotato la gita al Volcán Pacaya, ma all’hotel ci dicono che ci deve essere stato un qui pro quo… il problema delle prenotazioni “saltate”, causato dal mancato pagamento in anticipo, mai per altro richiesto, purtroppo ci accompagnerà per tutto il viaggio. Paghiamo quindi 72 USD per il trasferimento a Panajachel e la gita al vulcano e andiamo a letto un po’ sconsolate, dopo aver rivisto l’organizzazione dei primi giorni di tour.

05.11.2011

Con un po’ di sole cambia tutto! La mattinata è fresca, siamo a 1582 m slm, ma appena uscite dalla posada notiamo la splendida vista su uno dei vulcani che circondano Antigua, il Volcán de Agua (gli altri sono l’Acatenango e il Volcán de Fuego), la città ora ci appare piena di vita, le case, i chicken bus e gli abiti tradizionali dei passanti sono un tripudio di colore. La posada si trova sulla stessa strada della chiesa di San Pedro, da cui prende il nome, che visitiamo velocemente. Proseguiamo a sinistra verso il Parque Central, dove sulla sinistra abbiamo il Palazzo dei Capitani Generali con i suoi 27 archi, a destra l’Ayuntamiento e alle spalle la Cattedrale di San José (da non perder la suggestiva illuminazione notturna). Prendiamo a sinistra dell’Ayuntamiento la pedonale 5 Av. Norte, piena di locali, ristoranti e negozi turistici che ci porta alla chiesa della Merced, solo dopo aver visto però Santa Catalina, un convento di cui rimangono solo le statue, a grandezza naturale, rappresentanti la via crucis; infatti la città venne sconvolta da diversi terremoti , di cui due nel 1773, che ne hanno segnato l’architettura. Arriviamo alla chiesa della Merced, non potete sbagliarvi è quella con il grande rosario appeso sulla facciata! La facciata è decorata con pannocchie in gesso, proprio perchè il mais è sacro per i maya. Visitiamo l’interno, ma ciò che ci interessa di più è la più grande fontana dell’America latina, a cui si accede pagando in dollari circa il doppio della cifra espressa in quetzal. Torniamo quindi nella piazza centrale e nella banca sotto i portici davanti alla cattedrale cambiamo i dollari in quetzal. Ma rimandiamo la visita della fontana, in quanto per il disguido del giorno prima dobbiamo trovare in fretta un trasferimento per Lanquín, base per la visita di Semuc Champey. Scegliamo il servizio dell’agenzia Casa Amarilla, in 1 calle Poniente, per 12 USD (yellowhouseantigua@hotmail.com). Da qui, proseguiamo fino alle rovine de La Compañia de Jesús. Partiamo intorno alle 14, ci vengono a prendere con un mini bus (qui li chiamano anche shuttle) che ci lascia a Panajachel proprio davanti all’Hotel Utz Jay (395 QTZ, www.hotelutzjay.com), dove avevamo prenotato… ma anche in questo caso il mancato pagamento, mai richiesto, fa saltare la nostra prenotazione. Ci consigliano l’Hostal Posada K’amol B’ey, la tripla bella, pulita, con bagno, una terrazza con vista sul lago, wi-fi e nelle vicinanze sia del centro che dell’imbarcadero Santiago da dove partono i tour del lago (www.hotelposadakamolbey.com, solo 275 QTZ a notte), che raggiungiamo per pochi QTZ in tre con tre valigie a bordo di un tuk-tuk, sorta di Ape Piaggio riadattato. Cosa non farebbero per non scontentare il Cliente! Ceniamo da Guajimbos, tre chuletas con bibite e contorno per 209 QTZ. Dopo cena, sempre a Panajachel, percorriamo la Calle Santander e conosciamo Sonia di San Sebastiàn Tours II (abbrevierò con SST, www.sansebastiantoursgt.com) che è stata una bomba nell’organizzazione dei nostri spostamenti… sarà la nostra amica, quasi balia, per tutto il tempo, ricordandoci sempre il giorno prima di qualsiasi spostamento, orario e luogo, avvisandoci tempestivamente di eventuali ritardi e chiedendoci il giorno stesso, se tutto stava andando bene. Decisamente da consigliare anche perché i prezzi erano competitivi.

06.11.2011

Lo shuttle per Chichicastenango (90 QTZ/12 USD acquistato in hotel) ci viene a prendere direttamente all’hotel intorno alle 9.00. Mettete in conto il ritardo cronico di queste terre! Passiamo i controlli, dove ci chiedono se trasportiamo frutta, dato che alcuni tipi potrebbero essere contaminati dalla mosca bianca del mediterraneo. Un’oretta dopo siamo a Chichicastenango, il mercato più grande del Sudamerica (solo giovedì e domenica). Le bancarelle offrono di tutto, dai ricami, alle coperte, a piccole sculture, a oggettistica varia in stoffa e pelle, tutto ovviamente in tutti i colori dell’arcobaleno… compro persino un piccolo albero di Natale addobbato con piccole bambole porta-fortuna! Tra le bancarelle turistiche, ci sembra strano vedere i macellai all’aria aperta, senza congelatori, con le galline imprigionate da reti, che ancora si muovono! Mangiamo dei sandwiches per 245 QTZ a Los Cofrades, vicino alla nucleo centrale. La piazza, dove si estende il mercato, è circoscritta dalle due chiese di El Calvario e soprattutto di Santo Tomás, la cui visita è imperdibile se si vuole vedere come la tradizione precolombiana si accosti a quella cristiana: le candele, i petali, i veli e gli aquiloni adornano la chiesa. Attenzione che l’entrata se non siete alti prelati è quella laterale! Compriamo il famoso pane alla banana, che è una sorta di muffin. A metà pomeriggio rientriamo a Panajachel, un giretto fra le bancarelle del centro, rifornimento d’acqua e dopo una bella doccia ceniamo al Bamboo con gamberi pessimi e cheviche (pesce crudo in salsa di cipolle e pomodoro) per 410 QTZ.

07.11.2011

Tramite l’hotel acquistiamo il giro del lago Atitlán per 90 QTZ a testa con mezzo pubblico. In attesa della partenza facciamo colazione chapín (puré di fagioli, banane fritte, pane, uova e prosciutto) su una bella terrazza in riva al lago. La lancha parte in direzione San Pedro la Laguna, che raggiungiamo dopo una passeggiata panoramica che parte dal molo dell’Hotel Jaibalito. La guida ci fa notare come le ville sul lago siano in parte sommerse, perché negli ultimi tempi il lago si è alzato molto per le piogge. A San Pedro la Laguna ci accoglie una nuvola di tuk tuk coloratissimi, che si offrono di portare il turista in cima alla cittadina. Noi decidiamo invece di percorrerla a piedi e facciamo benissimo! Infatti sulla strada incontriamo una signora che prepara al momento i migliori succhi della nostra vita… serviti in elegante sacchetto di plastica dotato di cannuccia! Non c’è molto da vedere in questa piccola cittadina, se non la Chiesa cattolica, adornata ancora una volta di veli e aquiloni, veramente originale! Ci sorprende la presenza dei bidoni per la raccolta differenziata e le pareti che riportano scritte dedicate a Dio… Sonrie, Dios te ama! Seguendo la guida, scendiamo prendendo un’altra strada dapprima stretta e poco rassicurante, che poi ci rendiamo conto essere il centro vitale della cittadina, con locali, centri spa e piccole pensioncine… chi l’avrebbe mai detto! Arrivate al molo sentiamo l’aroma del caffè che arriva da un baretto poco distante… da buona italiana non posso farmelo sfuggire, Vi assicuro che è stato uno dei più buoni caffè mai bevuti! Ne compriamo subito un pacchetto da portare a casa… ma il risultato non sarà lo stesso. Ripartiamo per Santiago Atitlán, cittadina famosa per il Maximón, la statua di una sorta di santo tra religione maya e cristianesimo, che qui viene venerato. Fatevi accompagnare per pochi quetzal da uno dei ragazzini che si offrono all’imbarcadero… sinceramente senza di lui non ce l’avremmo mai fatta, dato che la statua viene spostata di anno in anno nella casa designata dal Consiglio. Alla statua, a parte qualche QTZ per le foto, si possono offrire in dono liquori e sigarette. La nostra piccola guida ci accompagna poi alla chiesa coloniale, addobbata come le precedenti, davanti alla quale vediamo un gruppo di ragazze mennonite, una comunità che vive in Guatemala molto simile agli amish americani.

Riprendiamo la nostra lancha verso Panajachel, la guida ad un tratto fa tornare indietro la barca, ha visto un pesce morto e sottraendolo all’acqua, lo alza dicendo: “la cena!”. Non ci abitueremo mai alla semplicità di questa gente, quindi lasciamo che la vista sui tre vulcani Atitlán, San Pedro e Tolimán ci impressioni, anche se non riesco a condividere quello che disse Aldous Huxley, descrivendolo come il Lago di Como con l’aggiunta di vulcani.

Rientrate a Panajachel pranziamo non lontano dall’hotel da Xocomil e per prepararci tre hamburger (117 QTZ), il cameriere va al negozio attiguo a comprare il pane! Recuperiamo le nostre valigie e attendiamo lo shuttle per il trasferimento ad Antigua, trasferimento che abbiamo comprato in hotel a 10 USD.

Nel tardo pomeriggio siamo nuovamente ad Antigua, lasciamo i nostri bagagli alla posada San Pedro, facciamo una bella doccia ristoratrice e siamo sotto i portici della piazza principale per una cena da Chimmo’s (250 QTZ per maiale alla brace con zuppa inclusa).

08.11.2011

Un’altra bella giornata! Ideale per affrontare la scalata del Volcán Pacaya (trasferimento, guida e tassa parco naturale per 20 USD a testa). Arrivati ai piedi del vulcano ci sono diversi gauchos con il proprio cavallo che si offrono come “taxi” per chi non riesce ad affrontare la salita. In verità sono piuttosto insistenti e continuano a starci addosso. La salita potrebbe essere impegnativa per chi non è proprio in forma, ma ne vale assolutamente la pena… vedere la lava ancora calda dopo un anno dall’eruzione, il vapore che crea una sorta di nebbia intorno al cratere, che si trova là dove la montagna è letteralmente spaccata in due. La guida ci fa entrare in una sorta di grotta-sauna, da dove usciamo quasi subito, se non altro perché è completamente al buio. Qualche foto spettacolare con alle spalle un altro vulcano che erutta e siamo subito pronte per gustarci un marsh-mallow che la guida ha fatto caramellare grazie al calore della lava! Bis d’obbligo! Dato che siamo un gruppo in salute e piuttosto omogeneo, la guida ci propone di non scendere da dove siamo saliti, ma di salire un altro po’ e scendere dall’altro lato… scelta indovinata… sull’altro versante infatti il paesaggio è lunare, il nero della lava contrasta con il verde del bosco che sta rinascendo… la salita è piuttosto ripida e sdrucciolevole, ma alla fine ci ritroviamo su un altopiano con vista a 360 °C sul vulcano, sul lago Amatitlán e sulla Laguna de Calderas. Scendiamo e ci fermiamo ad un punto di ristoro nel mezzo della foresta… prendiamo un’arancia, solo per il fatto che la servono pelata in una maniera curiosa, creando un filo con la buccia. Unica nota veramente triste di questa giornata è vedere, continuando la discesa, dei bambini che cercano, non si sa bene cosa, in una sorta di discarica a cielo aperto.

Tornati ad Antigua trasferiamo i bagagli all’hostal Plaza Mayor, a 2 minuti dalla piazza centrale, che ha stanze più grandi, pulite e comode, ma ha una terribile scaletta a chiocciola da affrontare con i bagagli (intorno a 40 USD la tripla). “Pranziamo” a suon di torta alla carota e alla banana e liquados (frullati di frutta con o senza latte) alla Casaca per 93 QTZ. Questo piccolo locale, dove torneremo più volte, sotto i portici proprio davanti alla cattedrale, gode di una terrazza panoramica sulla piazza centrale.

Ci siamo riposate un pochino, ma il disguido del primo giorno ci costringe ad un tour de force per poter vedere tutto in giornata, infatti paghiamo 5 QTZ per l’entrata alle Ruinas del Convento Mercedario, dove vediamo finalmente la famosa fontana più grande del Sudamerica. Prendiamo quindi 1 Calle Oriente, giriamo a sinistra in 3 Av. Norte e troviamo poco distanti l’una dall’altra le rovine dell’eremo di El Carmen, di cui non è difficile intravedere la originaria bellezza, e di Las Capuchinas, il convento più grande della città. Proseguiamo su 3 Calle Oriente verso Casa Santo Domingo, un convento coloniale riadattato a hotel di lusso, visitabile. Tornando in direzione della cattedrale, incrociamo Casa Popenoe, all’interno della quale è stata ricreata la vita domestica durante il periodo coloniale. Proseguendo su 1 Av. Sur ci imbattiamo nell’imponente, solo per metà restaurata, San Francisco, una delle chiese più antiche di Antigua. Torniamo verso la piazza centrale e in 5 Av. Sur acquistiamo una tessera telefonica Claro, le cui ricariche si troveranno un po’ dappertutto, tranne nella zona di Lanquín, dove prende solo Tigo. Siamo al limite delle forze, ma contente di aver visto tutto quello che ci eravamo prefissate; torniamo in hotel e dopo una bella doccia decidiamo che questa sera vogliamo trattarci proprio bene, quindi ceniamo al Fonda de la Calle Real, con un’ottima grigliata mista a 407 QTZ.

09.11.2011

Anche oggi è una bella giornata, che però passeremo su un mini-bus, infatti il trasferimento da Antigua a Lanquín con partenza 8.15 dura circa 6 ore, di cui gli ultimi 11 km, dopo il bivio di Cobán, su strada dissestata. Il nostro autista porta con sé un fucile, ma ormai ci siamo “quasi” abituate alle guardie e persino ai bambini che imbracciano il proprio fucile. Attraversare Guatemala City porta via molto tempo, il traffico è caotico e continuiamo ad incrociare camion della Chiquita, della Dole e della Del Monte. Sui fili della luce seguitiamo a vedere aquiloni bruciati e dopo una tappa all’autogrill Villa del Sol, dove troviamo bagni puliti, un self service e un fast food, incrociamo una centrale Enel, ma come? Siamo in Guatemala! Arriviamo finalmente a El Retiro (600 QTZ per una tripla con bagno, carina e pulita, per due notti prenotato da SST), una sorta di ostello sul Río Cahabón. Davanti alla nostra stanza, dondolano delle amache che non possiamo che provare subito! Il posto è suggestivo, il fiume scorre accanto alla grande capanna che ospita i tavolacci su cui mangeremo alla sera a buffet (30 QTZ). Acquistiamo per 165 QTZ direttamente all’ostello la gita per il giorno seguente a Semuc Champey. Tutti sono molto gentili, ma purtroppo la gestione è affidata ad una maleducata statunitense che non si rende conto che in un paese come il Guatemala, forse è più facile conoscere lo spagnolo che l’inglese: nonostante le lamentele, pur sapendo lo spagnolo, non si è sforzata minimamente di tradurre per delle ragazze catalane e per le mie amiche svizzere, che parlano tre lingue, ma non l’inglese.

10.11.2011

Veniamo svegliate dallo scrosciare della pioggia… proprio oggi che dobbiamo visitare le piscine di Semuc Champey. La gita inizia comunque alle 8, con lo shuttle che viene a prenderci direttamente all’ostello, con cui percorriamo i 10 km che separano Lanquín da Semuc Champey. Il programma della giornata prevede la visita di grotte, che esploriamo in costume, perché in alcuni tratti si deve nuotare, con le infradito, che ci vengono legate saldamente ai piedi, tenendo ben stretta in una mano la corda che ci indica la strada e nell’altra una candela che ci fa strada nel buio. Ci tuffiamo un po’ alla cieca all’interno di alcune pozze e poi rifacciamo a ritroso lo stesso percorso dell’andata. Attenzione alle rocce scivolose e ai buchi, io sono caduta e mi sono fatta veramente male! Una volta fuori dalla grotta veniamo dotati di grosse camere d’aria per percorrere il Río Cahabón sfruttando la corrente (tubing), ci divertiamo insieme ai nostri nuovi compagni di viaggio, due israeliani e le tre ragazze catalane della sera precedente, anche perché finalmente è uscito il sole! Qualcuno si butta con una liana direttamente nel fiume e qualcun altro dal ponte che ci separa dall’entrata al Parco di Semuc Champey (50 QTZ, inclusi nel costo della gita). Seguiamo le indicazioni verso il mirador, ma la strada è molto ripida e piena di fango per la pioggia della notte, la scala è a tratti scivolosa… ma lo sforzo vale sicuramente la pena, perché la vista che si gode dalla terrazza panoramica è emozionante. Infatti, davanti a noi, in fondo ad una sorta di canyon, si vedono delle pozze turchesi che formano delle cascatelle. L’effetto ottico è che il fiume marrone diventi ad un tratto turchese per poi tornare melmoso, mentre in realtà il fiume passa sotto ad un ponte calcareo, dove affiorano delle sorgenti. Meraviglioso! Una visita imperdibile! Anche la discesa diventa impegnativa con il fango… ma abbiamo voglia di fare il bagno in quell’acqua limpida, andando di pozza in pozza, sfruttando le cascatelle come scivoli, rubando il posto ad una moltitudine di pesciolini. Intorno alle 16 siamo di ritorno all’ostello, beviamo qualcosa al bar in tutta tranquillità, finché non ci accorgiamo di essere in compagnia… sul muro c’è uno scorpione! Consiglio: controllate sempre le scarpe prima di infilarle! Alla sera purtroppo ceniamo con buffet italiano, cosa che abitualmente all’estero evito come la peste. Per di più la ragazza americana mi fa una battuta sarcastica sul fatto che finalmente dovevamo essere contente questa sera… non riesco a trattenermi e in perfetto inglese britannico, le rispondo che dall’odore non è certo cucina italiana, ma l’idea che si sono fatti negli USA della cucina italiana… che da noi i broccoli nelle lasagne non si sono mai visti! Questa è stata l’unica persona sgradevole che abbiamo incontrato in questo paese di gente semplice, ma sempre educata e solare. Ceniamo con le ragazze catalane che ci prendono in giro per le facce che facciamo provando cibi che non sono male, ma non sanno assolutamente del nome italiano che portano… eppure avevamo mangiato così bene la sera prima! Andiamo a nanna presto, il giorno seguente ci aspetta un trasferimento molto difficoltoso.

11.11.2011

Alle ore 8.00 è fissata la partenza per Río Dulce, salutiamo le amiche catalane che stanno partendo per Antigua e per 9 ore circa viaggeremo su strada sterrata su un mini bus prenotato per 90 USD con SST. Siamo solo in cinque, una coppia e noi, l’unico bagno che troveremo per strada sarà un bel cespuglio… ma in fondo siamo Turiste per Caso, no? Il nostro autista saluta tutti con il claxon e qua e là ci spiega delle piante coltivate in queste zone, ci porta in una miniera per consegnare patate e uova , ci racconta aneddoti, come quello del minibus turistico caduto nel fiume vicino a Cahaboncito, del quale non è sopravvissuto nessuno… forse non era il caso di raccontarcelo proprio mentre ci stavamo passando anche noi! Il fiume Cahabón ci accompagnerà per gran parte del viaggio e lo attraverseremo più volte, una delle quali su una miniatura del ponte di San Francisco, dal quale vediamo anche alcune persone fare rafting. Per la strada il paesaggio continua a cambiare, scorgiamo piccoli stralci di vita quotidiana, forse questa è la zona meno turistica che abbiamo visto durante il nostro soggiorno in questa terra. Tra un paesino e l’altro vediamo campi di mais, di palme da olio e allevamenti di mucche magre con delle strane gobbe. Ci fermiamo al mercato di El Estar, sul lago di Izabal, siamo affamate e compriamo 4 banane per soli 2 QTZ! Arriviamo sfinite a Río Dulce dopo 6 ore invece che le 4/5 annunciate, le sospensioni del minibus sullo sterrato ci hanno messo a dura prova. Il bus ci lascia proprio davanti al Sun Dog Café, gestito da uno svizzero, un locale non proprio invitante, ma che prepara panini e i frullati molto buoni (190 QTZ). Davanti a noi troviamo il fiume Río Dulce che da un lato va verso Lívingston ed il mare, dopo essersi allargato a formare El Golfete e dall’altro lato verso il Lago di Itzabal, dove il punto di inizio è segnato dal Castillo de San Felipe. Ad un certo punto si siede vicino a noi Peter, preoccupato gestore dell’hotel Xalaja (info@xalaja.com, 225 QTZ segnalatoci da Casa Amarilla), che pensava ci fossimo perse, in realtà eravamo d’accordo che avremmo chiamato una volta arrivate al molo (muelle municipal) , non aveva però calcolato che non avremmo (per fortuna!) mangiato all’hotel. Gli hotel di Río Dulce si raggiungono con le lanchas, non esistono strade a cui siano collegati. La nostra stanza è su una palafitta circondata da piante acquatiche, con davanti un porticciolo con piccoli yacht e la porta non ha neanche la chiave! C’è però la possibilità di mettere un lucchetto. Ci rinfreschiamo, facciamo un giretto tra le passerelle sull’acqua che qui sostituiscono le strade, poi ci fermiamo al bar ristorante per una birretta Gallo fresca e ci godiamo un bel tramonto, rovinato solo da un grandissimo ponte in cemento che attraversa il fiume. Peter intanto ci propone una crociera sul fiume per 800 QTZ per il giorno seguente. Per 174 QTZ ceniamo con pollo “al sangue” con salsa di ananas e cocco, reclamiamo e ci viene fatto lo sconto, ma ormai la cucina è chiusa e il cagotto in agguato!

12.11.2011

Ci svegliamo presto per poter fare la crociera in tranquillità e tornare in tempo utile per prendere il bus verso Flores nel pomeriggio. La giornata è freschina, ma siamo fiduciose e ci mettiamo il costume. In un’ora il nostro lanchero ci porta a Lívingston (circa 30 km), passiamo un’oretta e mezza visitando questa cittadina piuttosto decadente, famosa per essere abitata sia da maya che da garífuna, i neri dei Caraibi. Dal molo prendiamo Calle Principal e ci fermiamo per colazione da Bahia Azul (140 QTZ per colazioni chapin e due pancakes annegati nel cioccolato). Francamente la cittadina non ci entusiasma e per di più l’intestino inizia a dare i primi problemi. Percorriamo la strada del ritorno, con a bordo altre tre persone, che si lamentano per le continue pause previste dal nostro tour, per questi “intrusi” ci verrà fatto lo sconto di 100 QTZ. Passiamo in una sorta di largo canyon dalle pareti bianche alte circa 100 m, ricoperte da flora tropicale, qua e là vediamo appollaiati pellicani, parrocchetti ed aironi. Facciamo tappa alle terme di acqua calda, avremmo voluto fare il bagno qui, ma fa troppo freddo e così ci limitiamo a bagnarci i piedi… ed è veramente bollente! Una delizia! Proseguiamo verso una zona dove la superficie è completamente ricoperta da fiori che assomigliano a ninfee, con degli strani uccelletti che zampettano di foglia in foglia, fino alla terra ferma dove si trovano alcuni esemplari di mangrovia. Dei bambini si avvicinano in canoa per venderci ninnoli di ogni tipo. Lasciamo gli intrusi a Río Dulce e proseguiamo verso il Castillo de San Felipe de Lara (1595, 20 QTZ l’entrata), in stile medievaleggiante. E’ un labirinto di stanzette, corridoi e scalette che portano sulle torrette da cui si gode un bel panorama. Tutt’intorno un parco dove gli abitanti del luogo organizzano pic-nic. Rientriamo all’hotel, una rinfrescata e ci facciamo portare in lancha a Río Dulce per prendere un bus della ottima Linea Dorada (la fermata è davanti allo Speednet, sul lato opposto a Litegua), che però arriva con circa due ore di ritardo (trasferimento prenotato con SST a 105 USD). Sulla strada, dopo circa un’ora e mezza passiamo un nuovo controllo per la frutta ed arriviamo a Flores in circa 5 ore, dopo aver attraversato il ponte che unisce questo isolotto nel Lago de Petén Itzá alla terra ferma. É già buio e con un tuk-tuk arriviamo all’Hotel Casa Amelia che avevamo prenotato sfruttando il wi-fi dell’hotel precedente (www.hotelcasamelia.com 450 QTZ o 62 USD con tasse, attenzione che aggiungono 10+12% di tasse, ma non lo dicono alla prenotazione). Appena arrivate scopriamo che non c’è la nostra camera, ancora una volta il mancato pagamento non richiesto, fa saltare la prenotazione. Ci arrabbiamo perché abbiamo sotto il naso la loro mail. Alla fine concordiamo per una stanza doppia da dividere in tre, i letti in Guatemala li abbiamo sempre trovati molto grandi, tipo una piazza e mezza. Poco dopo, arrivano due signore a cui faranno lo stesso scherzetto! Comunque rimane il più bel hotel della vacanza, pulito, moderno, con bagno, internet, l’unico con colazione, comoda se si pensa alle levatacce che dovremo fare nei due giorni seguenti. Cena da Albahaca, in Calle 30 de Junio (piatto vegetariano, hamburger e medaglioni al pepe verde buonissimi per 250 QTZ). Facciamo un salto alla festa organizzata nella piazza della cittadina, la banda suona, la gente balla e nell’aria gli aromi dei cibi tipici di questa zona, ma dobbiamo andare a nanna presto, domani ci aspetta la perla del nostro viaggio, prenotato tramite l’hotel.

13.11.2011

Il minibus ci passa a prendere per prime, ma passa ancora un’ora prima di aver prelevato tutti gli altri passeggeri dai rispettivi hotel. Percorriamo i 68 km che ci dividono da Tikal e, dopo aver atteso al Jungle Lodge e pagato l’entrata di 150 QTZ (non accettati USD e carte), veniamo affidate alla nostra guida spagnola (se no in inglese), che si chiama Juanito, un vecchietto spiritosissimo; Juanito ci mostra dapprima un plastico per darci l’idea dell’estensione di questo sito, che per mancanza di fondi è ancora per lo più sepolto dalla jungla, il cui albero tipico qui è la ceiba. Vediamo subito i primi animali, un coccodrillo, tapiri, coati dal naso bianco, nonché un tucano e diverse scimmie ragno ed urlatrici… che dall’alto ci tendono agguati con pipì e “misteriosi” missili marroni. Visitiamo dapprima il complesso Q, con la sua grande scalinata che percorriamo e i piccoli altari ai suoi piedi. Al lato la riproduzione della stele 31, di cui l’originale è conservato nel museo vicino all’entrata. Proseguiamo verso il Quarto Tempio, risalendo i numerosi gradini si ha una vista a 360 °C sulla jungla, siamo infatti sulla più alta piramide del sito, a 64,6 m, in lontananza si vede persino spuntare uno dei tempi che visiteremo in seguito. Percorriamo prima la strada rialzata Tozzer e poi altri sentieri sterrati in mezzo alla jungla, mentre la nostra guida ci racconta di questi luoghi e della loro sacralità. Arriviamo al Mundo Perdido non possiamo non salire anche su questa piramide (32 m), dove alla base vediamo un grande formicaio e veniamo avvertiti di fare attenzione perché qui le formiche le chiamano strappa-pantaloni, se solo dovessero trovare la via di accesso! Visitiamo la Plaza dei Sette Templi (non tutti restaurati), quindi il Quinto Tempio, veramente imponente, ma su cui non si può salire e poi proseguiamo verso l’Acropoli Centrale, forse l’antica zona amministrativa di Tikal. Juanito ci fa percorrere un breve tratto ad occhi chiusi e quando li apriamo ci ritroviamo davanti una meraviglia: la Plaza Central delimitata dal Primo Tempio, o Tempio del Giaguaro (simbolo di Tikal, alto 44 m), dall’Acropoli Nord e dal Secondo Tempio, o Tempio delle Maschere, su cui si può salire e da cui si fanno splendide foto dell’intera piazza. Al centro notiamo del fumo, c’è infatti in corso un rito maya, dato che per i credenti questo è ancora un luogo di grande spiritualità. Il sito è dotato di almeno tre punti ristoro con utilissimi bagni. Dopo quasi 5 ore di splendida camminata, intorno alle 14, torniamo al Jungle Lodge, dove abbiamo comprato le galletas tipicas Guatemaltecas della Panadería América, biscotti veramente buoni a base di miele d’api (miel de abejas), con ad esempio la granola (tipo muesli) e da dove ripartiremo verso Flores. Tornate a Flores, ci rilassiamo un po’ sulla splendida terrazza all’ultimo piano del nostro hotel, da dove vediamo i ragazzi del luogo fare il bagno nel lago. Usciamo e cerchiamo un’agenzia dove prenotare il rientro dal Belize, Sonia di SST ci aveva consigliato di farlo direttamente a Flores, dato che in Belize sarebbe stato più caro. Scegliamo quindi l’agenzia San Juan. Ceneremo poi sulle sue rive da Bar and Grill Raices, con due ottimi lomitos con contorno e un riso lesso con patate, purtroppo per una di noi il cagotto continua (104 QTZ).

14.11.2011

Ci alziamo prestissimo, infatti alle ore 6.15 abbiamo il bus della Linea Dorada per Belize City, da dove prenderemo un traghetto per Ambergris Caye dove passeremo qualche giorno in completo relax… o quasi! La fermata è davanti al Gran Hotel de la Isla di Flores (trasferimento prenotato da SST per 105 USD), ci fa sorridere il cartello scritto a mano e un po’ nascosto che indica che ci troviamo al posto giusto. É un pulmino da circa 30 posti e la strada sarà in parte sterrata. Paghiamo per uscire dal Guatemala 20 QTZ / 3 USD. Arrivate a Belize City, ci facciamo lasciare proprio davanti al molo della Express Water Taxi, dove affidiamo le valigie ad una sorta di check-in ed acquistiamo poi tre biglietti andata e ritorno a 148,50 DBZ (= circa 58 euro, www.belizewatertaxi.com per orari), da questo molo c’è anche una partenza giornaliera per Chetumal, in Messico. Le stesse partenze sono organizzare anche dalla compagnia Water Jets Express. Attracchiamo dopo un’oretta e già sento nell’aria le note di Madonna… Tropical the island breeze, All of nature wild and free, This is where I long to be, La isla bonita… e io che non sapevo neanche che San Pedro si trovasse in Belize, immaginarsi su Ambergris Caye! Dall’hotel di Flores avevamo prenotato l’Hotel Tio Pil’s (www.tiopilshotel.com, 54,50 USD la tripla a notte direttamente sulla spiaggia, con bagno, A/C, wifi, acqua in bottiglia inclusa e personale gentilissimo). Posiamo le valigie e andiamo a pranzo sulla spiaggia in un bel locale, l’Estel’s Dine By The Sea, dove paghiamo 59 BZD per sandwiches, hamburger e smoothies (qui i frullati di frutta li chiamano così). Una bella passeggiata sulla spiaggia, prenotazione presso Aqua Scuba Center delle mie tre immersioni, tra cui il Blue Hole (225 USD, inclusi 40 USD di tassa di entrata al parco e il noleggio dell’attrezzatura), doccia e siamo a cena da Mojito, dove non siamo molto contente delle nostre grigliate di gamberi e maiale, ma proviamo la birra Belikin (96 BZD). Non c’è molto da fare sul’isola alla sera, i locali sono tanti ma vuoti, per fortuna che i negozi di souvenirs tengono aperto fino a tardi, così occupiamo il tempo, ma qui a parte le salse piccanti di Mary Sharp, non c’è molto di tipico.

15.11.2011

Ci alziamo in tutta tranquillità, proprio sotto l’hotel c’è il Treasure Chest, dove faremo colazione con pancakes, pane alla cannella e frutta. Passeremo la giornata a prendere il sole, con l’unica preoccupazione di dover prenotare l’escursione, per due giorni dopo, alla riserva dove vivono e vengono protetti i lamantini (manatees), una specie di tricheco che sembra abbia fatto nascere la leggenda delle sirene… ci chiediamo ancora come però! Ceniamo da Treasure Chest e proviamo lo snapper ripieno di gamberetti, non sappiamo ancora di che pesce si tratti, ma era veramente buono!

16.11.2011

Le mie amiche sono ancora a letto, quando mi alzo per recarmi all’Aqua Scuba Center, uno dei due centri che organizzano immersioni al Blue Hole. Mi offrono la colazione, mentre è ancora buio e pian piano arrivano i miei compagni di avventura. Partiamo intorno alle 6.00 e la prima immersione sarà circa 4 ore dopo al Blue Hole (un buco in mezzo all’oceano dove arriviamo ad una profondità di circa 40 m, non è un granché anche perché è buio, però ci sono squali di barriera in vista… paura!), la seconda al Lighthouse Reef (circa 23 m, fauna tipica dei caraibi e un giardino di gorgonie spettacolari) e la terza al Turneffe Atoll (circa 18 m con qualche pesce pappagallo ed angelo). Pranziamo però prima della terza immersione sull’Half-Moon Caye, che è una riserva protetta per fregate e boobies… che strani quei colli rossi che si gonfiano all’inverosimile! Qui leggerò una di quelle frasi che rimangono scolpite nella mente… quelle frasi che dovrebbero essere il motore di ogni turista… “take only photographs, leave only footprints”. Ho sentito parlare molto bene sia per immersioni che per lo snorkeling anche della Hol Chan Marine Reserve, ma tenete presente che erano americani che non avevano mai visto il Mar rosso. Nel mentre le mie amiche sono rimaste a San Pedro, speranzose di passare una bella giornata in spiaggia, ma una delle due inizia ad avere problemi con l’intestino… è la condanna della nostra vacanza! Rientro dalle immersioni che è già buio, torno in camera, una doccia, ci si scambia i racconti delle rispettive giornate e siamo nuovamente a cena da Treasure Chest e mangiamo ancora snapper!

17.11.2011

Per fortuna siamo tutte in forma quest’oggi e possiamo goderci la giornata che ha organizzato per noi Searious Adventures (91 USD a testa con pranzo e attrezzatura inclusa, organizzano anche gite a Lamanai e Altun Ha, i siti archeologici più famosi del Belize). Partiamo alle 8.30, vediamo diversi lamantini della riserva, ma tutto limitato ad un pezzo di naso, o porzioni di dorso… vediamo anche un cucciolo! Ci spostiamo sul Goff’s Caye, un’isola di sabbia bianchissima, dove faremo snorkeling e dove pranzeremo sedute sulla spiaggia davanti ad un mare cristallino. Riprendiamo la barchetta che ci porta a fare snorkeling tra razze e squali… per fortuna che sono “vegetariani”! Ultima tappa a Caye Caulker, così vediamo anche quest’isola considerata più selvaggia e adatta ai backpackers, che a noi è sembrata più animata di San Pedro, ma praticamente senza spiagge. Indovinate dove andiamo a cena? Treasure Chest e ancora una volta non sbagliamo. Peccato che in serata ci giochiamo l’unica che era rimasta sana… che per distrazione da un calcio ad un sasso e quasi si spacca un dito! Insomma il mio passaggio a Fatima di quest’anno non è servito a molto!

18.11.2011

Purtroppo avevamo scoperto a Flores che esiste un unico mezzo al giorno per rientrare dal Belize in Guatemala, per di più non diretto a Guatemala City, ma a Flores; a Flores si è poi obbligati ad aspettare mezza giornata per il trasferimento per Guatemala City, questo ci fa perdere un giorno intero di mare, ad averlo saputo si poteva pensare di visitare Antigua l’ultimo giorno. Per questo motivo puntuali alle ore 7.00 siamo in partenza dal molo di San Pedro dirette a Belize City. Arrivate a Belize City, dobbiamo camminare per un breve tratto per raggiungere la fermata del bus che è davanti all’altro molo. Il mini bus dovrebbe partire alle ore 9.30, ma parte dopo un’ora… ormai siamo abituate ai loro tempi! Alle ore 13 passiamo la dogana (30 BZD per uscire + 7,50 BZD per contributo protezione aree naturali), dove ci chiedono se trasportiamo frutta e a differenza dell’andata non ci fanno scaricare le valigie dal minibus e dove paghiamo 20 QTZ per rientrare in Guatemala. Avremmo potuto far colazione sia al molo di San Pedro che a quelli di Belize City, ma abbiamo preso solo un caffè al volo, quindi non esitiamo a comprare direttamente dal finestrino del minibus dell’ananas già pulito in un sacchettino, dolce più che mai! Lasciamo la valigia all’agenzia San Juan dove avevamo acquistato questi ultimi trasferimenti e torniamo da Bar and Grill Raices, per degli ottimi lomitos e per perdere un po’ di tempo in attesa del bus che ci porterà a Guatemala City durante la notte in circa 8 ore (sedili abbastanza comodi per poter dormire).

19.11.2011

A Guatemala City ci aspetta uno shuttle per Antigua, dato che non ci andava di passare la giornata nella capitale; torniamo alla Posada San Pedro, è mattino presto, ma speriamo che ci diano la camera lo stesso. Per fortuna sì! Ci diamo una sistemata e torniamo alla Casaca per la nostra torta di banana con frullato! Oggi possiamo passeggiare in tranquillità per le vie di Antigua, entriamo in ogni negozio e ci rendiamo conto che all’interno si estendono in pergolati, chiostri pieni di colore, che non avevamo notato i primi giorni. Prendiamo gli ultimi souvenirs, ascoltiamo musica tipica suonata per strada e ci dilettiamo in foto che riempiono il cuore: famiglie che pranzano sull’erba, donne che vendono il frutto del proprio ricamo, bambini che giocano con l’acqua delle fontane, piccoli lustrascarpe al lavoro. Per la nostra ultima cena torniamo a Fonda de la Calle Real, dove ancora una volta non ci delude la grigliata mista.

20.11.2011

Con un taxi prenotato in hotel il giorno prima raggiungiamo l’aeroporto. È domenica e non c’è traffico, così arriviamo con largo anticipo all’aeroporto, dove facciamo colazione. La partenza è fissata per le 10.50 e dopo poco più di due ore siamo a Panama City. Dall’alto vediamo lo stretto da dove passano le navi, ma vediamo anche moltissimi grattacieli… che diversità rispetto al Guatemala. Dobbiamo aspettare qualche ora in attesa del nostro volo delle 19.25 per Madrid, ormai conosciamo i negozi a memoria, ma abbiamo la fortuna di assistere ad uno spettacolo in costume proprio nei corridoi dell’aeroporto. Finalmente prendiamo il nostro volo e dormicchiando arriviamo il pomeriggio seguente a Milano Malpensa

21.11.2011

Sento ancora le voci, da lontano Madonna ci sussurra… I prayed that the days would last, They went so fast… E’ vero, peccato che sia già finito!

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Chichicastenango

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Antigua, vestito tradizionale

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Volcán Pacaya, cottura marshmallows nella lava

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Volcán Pacaya

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Panajachel, porto

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Chichicastenango, fili elettrici

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Santiago Atitlán, Maximón

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Verso San Pedro la Laguna

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Antigua, 3 Av. Sur

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Chichicastenango, pollo vivo

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Avvistamento lamantini

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Ambergris Caye, San Pedro

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Half-Moon Caye, fregate

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Half-Moon Caye, motto dell'isola

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Ambergris Caye, San Pedro

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Tikal, Plaza Central

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Livingston, colazione chapìn

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Semuc Champey

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Antigua, Fuente de Pescados

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Razze e squali



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