Gran Loop dell’Ovest

GRAN LOOP dell’OVEST VIAGGIO ATTRAVERSO I PARCHI DELL’OVEST Il nostro viaggio in USA dal 14 Agosto al 1 Settembre 2003. Sto scrivendo questo diario di viaggio sperando di essere utile a chiunque voglia intraprendere la nostra stessa avventura, la particolarità del nostro viaggio sta nel fatto che c’erano anche tre bambini di tra i 10 e...
Scritto da: Roberto 4
gran loop dell'ovest
Partenza il: 14/08/2003
Ritorno il: 01/09/2003
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
GRAN LOOP dell’OVEST VIAGGIO ATTRAVERSO I PARCHI DELL’OVEST Il nostro viaggio in USA dal 14 Agosto al 1 Settembre 2003.

Sto scrivendo questo diario di viaggio sperando di essere utile a chiunque voglia intraprendere la nostra stessa avventura, la particolarità del nostro viaggio sta nel fatto che c’erano anche tre bambini di tra i 10 e gli 11 anni e la loro presenza ha sicuramente condizionato molte delle nostre scelte.

14 Agosto 2003 Italia – Los Angeles Dopo mesi di itinerari, modifiche e dopo aver consultato un’infinità di siti dedicati ai viaggi, finalmente riusciamo a partire per il tanto atteso Viaggio negli USA.

I partecipanti al viaggio sono nove divisi in tre famiglie Roberto, Sandra, Stefano(11 Anni)ed Elisa(10 Anni); Claudio,Antonella e Giada(10 Anni);Paolo e Daniela.

Il volo scelto e’ della Swiss Air e raggiungerà Los Angeles via Zurigo.

Mentre la mia famiglia e quella di Claudio sono piemontesi Paolo e Daniela sono di Roma , quindi ci siamo dati appuntamento a Zurigo , noi partendo da Malpensa e loro da Fiumicino.

Dopo un ottimo volo partito e giunto in orario a Los Angeles siamo in America. Finalmente!!!! Diciamo che i primo impatto non e’ dei migliori… Una enorme coda scomposta per il controllo dei passaporti ci porta via quasi due ore e mezza e ci fa saltare in parte i piani della giornata. Tutto solamente per verificare l’esatta compilazione del modulo I-94 W… All’uscita dell’aeroporto prendiamo con facilità la navetta dell’Alamo che ci porta al loro deposito .

Le formalità sono minime ed avendo già prenotato dall’Italia la tariffa Gold non abbiamo brutte sorprese e possiamo andare subito ritirare le nostre vetture.

Bellissime! La prima e’ una Dodge Gran Caravan , un minivan da sette comodissimi posti con un bagagliaio enorme e con 2064 miglia,praticamente nuova. La seconda e’ una Impala , una full size non così nuova ma sempre una splendida e comodissima vettura.

Ah! Non aspettatevi che qualcuno vi spieghi come si guida o come si usa l’auto dentro non c’e’ nulla , né istruzioni o altro, tuttavia bastano poche miglia per innamorarvi del cambio automatico… Cominciamo la nostra avventura alla ricerca del nostro Hotel , sbagliamo subito strada e perdiamo quasi un’ora in inutili giri lungo le strade di Los Angeles, comunque importanti per familiarizzare con il cambio automatico.

Arriviamo all’Hotel stanchi tra fuso orario e attesa all’aeroporto e dopo aver mangiato un boccone al Mc Donald’s di fronte andiamo a nanna.

L’Hotel è l’Holiday Inn Airport, discrete le zone comuni ma scadenti le camere un po’ vecchiotte, probabilmente il peggior Hotel del Tour.

CONSIGLIO: Per la presenza di bambini ed essendo in tre famiglie abbiamo deciso di prenotare gli hotel direttamente dall’Italia.

Una scelta di questo tipo ha sicuramente i suoi pro e i suoi contro.

PRO: Avere gli hotel gia’ prenotati permette di viaggiare con grande tranquillità e di arrivare sul posto anche in tarda serata ,cosa di non poco conto , visto che in US si cena molto presto e dopo una certa ora trovare da dormire soprattutto nei parchi non è cosa facile.

Permette inoltre di non dividere il gruppo e di avere hotel di qualità media abbastanza alta , evitando spiacevoli sorprese.

CONTRO: Innanzitutto il prezzo, prenotare dall’Italia vi costerà almeno il 20-30% in più e sul posto e’ possibile ottenere qualche ulteriore riduzione.

Garantisce inoltre una grande libertà negli spostamenti e di poter variare nel corso del viaggio le destinazioni .

15 Agosto 2003 Los Angeles – Sequoia Park Il jet-lag si fa sentire…Alle tre siamo quasi tutti svegli e a fatica riusciamo a dormicchiare ancora un paio d’ore per poi trovarci a fare colazione da McD.

La mezza giornata persa in aeroporto ci obbliga a modificare i nostri piani e decidiamo di spostare parte della visita a Los Angeles alla fine del Tour.

Partiamo con destinazione Hollywood Blv, questa volta non sbagliamo nulla , la lezione di ieri ci è servita moltissimo.

Arriviamo senza problemi sul Sunset Blv e poco dopo al Chinese Theatre, passeggiamo tranquillamente tra le orme dei più famosi attori, sono le otto di mattina, la giornata è splendida e ci siamo solo noi!! Il posto è molto bello, merita una sosta e tante foto… non così si può dire per la Walk of Fame che a noi sembra una stupidaggine.

Visitiamo invece il Kodak Theatre ,carino ,così come il centro commerciale a fianco con strutture degne di un film e con due enormi elefanti che accolgono i visitatori, un’americanata, ma simpatica .

Sempre sulla stessa strada riusciamo fotografare la famosa scritta di Hollywood evitando la prevista sosta al Griffith Park . Ottimo.

Decidiamo quindi di proseguire verso la nostra prossima tappa il Sequoia Park.

Il tragitto si snoda tra agrumeti, vigne e tratti incredibilmente desertici . Arriviamo a Three Rivers intorno a mezzogiorno ed andiamo a pranzo in un ristorante messicano lungo la strada, non male, ed entriamo finalmente nel parco . Il Sequoia Park si divide in due parti , in quella meridionale troviamo la Giant Forest e il Museo mentre nella parte settentrionale si trova il Grant Grove Village. Noi per la nostra visita ci limitiamo alla parte meridionale , la più famosa e la più visitata anche perché siamo all’inizio della nostra avventura e non vogliamo strafare.

Dopo un’ora di tornanti, l’ideale dopo un pranzo messicano, giungiamo alla Giant Forest. Impressionante! E dopo cinque minuti di viaggio siamo al cospetto del Gen. Sherman, l’essere vivente più grande del mondo, come cita il depliant, ma è grande davvero ! I bambini si divertono un mondo nella foresta scalando una vecchia sequoia sradicata e inseguendo i primi scoiattoli che abbiamo incontrato nel nostro lungo viaggio.

Ci dirigiamo quindi verso il Museo del Parco e facciamo visita alla Sentinel un’altra famosissima sequoia meta di molti turisti.

Verso le sei ci dirigiamo verso l’uscita quando da un cespuglio spunta… un orsetto!! Bellissimo ! ci avviciniamo senza problemi e chiaramente lo sommergiamo di foto fino a quando giunge un gruppetto di ragazzini americani che, gridando, lo fanno allontanare.

Un incontro incredibile perchè inaspettato e molto raro in questa stagione di grande afflusso turistico al Parco.

Arriviamo stanchi ma felici all’Holiday Inn Express, hotel bello, spazioso e nuovissimo e visto che non avevamo ancora digerito del tutto il pranzo messicano compriamo un po’ di frutta nelle bancarelle lungo la strada e ceniamo con quella.

CONSIGLIO: I prezzi d’ingresso ai parchi americani variano dai 10 ai 20 $ a vettura Conviene sicuramente l’acquisto nel primo parco da voi visitato del National Parks Pass che vi permetterà di entrare in tutti i parchi nazionali spendendo solo 50$.

La Carta è personale e spesso vi sarà richiesto il passaporto per verificare l’identità. Oltre a questo vi verrà richiesto il biglietto d’ingresso solo per visitare la 17 mile-drive ( 9$),il Golden Gate (5$), la Monument Valley (6$ a persona) e comunque in tutti i monumenti delle riserve indiane.

16 Agosto 2003 Sequoia Park – San Francisco Trovarci alle 6.30 per la colazione non è ancora un problema.

Mangiamo abbondantemente in compagnia di alcuni colibrì nel giardino dell’hotel, quindi ci mettiamo in marcia verso Monterey Imbocchiamo la Hwy 99 e dopo Fresno ci immettiamo lungo la Hwy 152 in direzione Ovest. Il viaggio scorre tranquillo tra paesaggi sempre diversi fino all’arrivo sulla costa. Usciamo a Monterey e ci dirigiamo subito verso Pacific Grove e quindi al Fisherman’s Wharf. Monterey è una tipica cittadina turistica e il centro della vita gravita intorno al molo e al villaggio dei pescatori.

E’ ora di pranzo e ne approfittiamo per assaggiare la specialità del posto , una zuppa a base di polpa di granchio servita dentro a una pagnotta.

La zuppa e’ buonissima !! Poco più in là tutti rimangono incantati per la vista della numerosa colonia di leoni marini che intrattiene i turisti sempre numerosi.

Dopo una tappa obbligata nei negozi di souvenirs lungo il molo ci dirigiamo in auto verso la 17 mile-drive. Attenzione! E’indicata malissimo , consiglio di tornare sulla Hwy 1 e seguire per Peeble Beach.

Pagato l’ingresso (9$) cominciamo il giro lungo i vari punti di osservazione. Diciamo che la strada ci ha un po’ deluso, complice anche il tempo nuvoloso e le alghe lungo il litorale che non rendevano particolarmente attraente la costa. I più felici sono stati i bambini che sono impazziti con gli innumerevoli scoiattoli che qui erano particolarmente socievoli e che oltretutto sono completamente diversi da quelli del Sequoia , sono grandi,grigi e vivono in tane nella sabbia.

Dopo aver attraversato il Peeble Beach Golf Club ,dove era in svolgimento un sontuoso rinfresco all’aperto , visitiamo il Lone Cipress e ci avviamo verso Carmel . Anche questo è un posto molto esclusivo , in un rapido passaggio contiamo almeno cinque Ferrari ! Lasciamo Carmel e decidiamo di dirigersi versi San Francisco attraverso la Hwy 1 .Scelta azzeccata. La marcia è più lenta ma i panorami sono stupendi. Nelle varie località attraversate abbiamo trovato parecchi turisti lungo le spiagge ma solo i surfisti ben coperti dalla muta osavano sfidare le onde dell’Oceano. Intorno alle 19.00 giungiamo senza problemi all’Holiday Inn Civic Center. Sbrigate le formalità e visto che i bambini erano piuttosto stanchi decidiamo di cenare nell’hotel e poi di corsa a nanna.

CONSIGLIO: Fare benzina. Innanzitutto i distributori sono tutti Self-Service e offrono oltre al carburante servizi igienici e un negozietto dove acquistare acqua, ghiaccio ed altri generi di prima necessità.

Dirigetevi verso il gestore e lasciate la cauzione(abbondante) per il vostro pieno indicando la vostra pompa , riempite il serbatoio con la benzina più economica, và benissimo ! Quindi tornate dal gestore per prendere il resto dei vostri soldi. Semplice no?? 17 Agosto 2003 San Francisco Ci diamo appuntamento per le 8.30 per la colazione in Hotel. Scelta azzeccata vista la qualità del breakfast, uova strapazzate , bacon e uno splendido buffet che prendiamo d’assalto. Il conto è salato anche se i bambini erano gratis, diciamo che le comodità si pagano… Notiamo con piacere che gli ultimi effetti del jet-lag sono scomparsi a tutti con questa bella dormita.

Prendiamo l’auto poiché il nostro programma prevede per la mattinata la visita della città seguendo la 49 mile-drive. Con la cartina del percorso scaricata da Internet cominciamo la visita. Cosa non sempre facile viste le scarse indicazioni che compaiono agli incroci. La strada e’ segnalata da cartelli con un gabbiano stilizzato e hanno il compito di condurre il turista attraverso la città per un percorso lungo appunto 49 miglia.

Giungiamo al porto e dopo una prima occhiata alla zona piu’ turistica della città proseguiamo verso il Golden Gate come sempre avvolto dalla sua caratteristica nebbia. Lo attraversiamo lentamente in direzione Nord. Oltre il ponte ci fermiamo per godere la vista di San Francisco e siamo subito sopraffatti da un freddo innaturale per il mese di agosto…La visita è comunque splendida e il ponte che spunta dalla foschia ha un aspetto innaturale…Dopo le foto di rito proseguiamo verso Sausalito, borgo di pescatori salito alla ribalta nel periodo della contestazione studentesca e che tutto sommato non ci ha particolarmente colpiti. Rientriamo in città sempre attraverso il Golden Gate (5$) e appena ci abbassiamo dalla fantozziana nuvola che lo avvolge anche il clima ritorna gradevolissimo, proseguiamo il nostro tragitto attraverso il Golden Gate Park per poi attraversare la famosa Lombard St.

E’ un’americanata però è simpatica da attraversare in macchina con i suoi tornanti artificiali e le casette in stile che le fanno da cornice.

Fatta a piedi forse perde un po’ del suo fascino… Proseguiamo in direzione di Telegraph Hill per godere di uno dei più bei panorami della città, è meta di tantissimi turisti e raggiungere la vetta ci costa più di una mezz’oretta di coda, però ne valeva la pena…La vista è splendida. A questo punto decidiamo di riportare le auto all’hotel e di proseguire la visita a piedi. Ci dirigiamo verso Powell St. Station e lungo la strada incontriamo un numero impressionante di barboni, purtroppo anche questa è America e anche una città bella come San Francisco deve fare i conti con parecchi emarginati.

Alla stazione dei Cable-Car acquistiamo il biglietto che ci permetterà di viaggiare su tutti i mezzi pubblici per l’intera giornata(6$), la singola corsa costa invece 2$.

Ci mettiamo pazientemente in coda sotto un piacevole sole e osserviamo divertiti le manovre degli addetti al Cable-Car che invertono la marcia del tram solo con la forza delle braccia. Saliamo sul tram , ovviamente agganciati dall’esterno…Ed effettuiamo il tragitto con un simpaticissimo frenatore che ci tiene compagnia per tutto il viaggio con gags e battute. Arriviamo al Fisherman’s Wharf e qui incontriamo una marea di gente che affolla l’intera zona e il Pier59. Ovviamente andiamo a trovare i leoni marini per la gioia dei bambini. Niente a che vedere con quelli di Monterey , questi sono enormi e tra tutti spicca un esemplare di dimensioni esagerate, probabilmente il capo branco ! Rinunciamo vista l’affluenza a una gita in barca verso Alcatraz e ci accontentiamo di fotografarla dal molo. Attraversiamo Chinatown e North Hill , il quartiere italiano ricco di localini simpatici e con il nostro tricolore sempre in evidenza ovunque. Purtroppo è domenica e i negozi a Chinatown sono per lo più chiusi perciò decidiamo di dedicare il resto della giornata allo shopping nella zona del porto visto che nel resto del viaggio non saranno molte le occasioni.

Ci lasciamo tentare da un salto in una delle pasticcerie di Ghirardelli e dai tanti simpatici locali della zona . Nel frattempo la nuvoletta che domina San Francisco si abbassa e il clima diventa in un attimo particolarmente “freddino”no… direi proprio gelido e comincia a soffiare un venticello fastidioso. Che strano clima siamo al 17 Agosto e ci saranno non più di 15-17 gradi.

Velocemente ci infiliamo felpe e k-way e decidiamo di riprendere il Cable- Car per la corsa di ritorno e dopo una breve coda risaliamo in senso opposto con un’arietta che ci sferza per tutto il tragitto. Scesi dal tram entriamo in un tipico locale americano che ci sembrava particolarmente carino anche per scaldarci e mangiare qualcosa di caldo (incredibile!!). Dopocena ci dirigiamo verso l’hotel a poche centinaia di metri dal ristorante, stanchi ma molto felici. San Francisco è davvero una splendida città che ha saputo stupirci anche con il suo clima! CONSIGLIO: Parcheggiare nelle grandi città è spesso un problema . I parcheggi liberi come li conosciamo noi sono rarissimi in America e sfidare la Polizia parcheggiando in divieto non mi sembra il caso, quindi dove è possibile la cosa migliore è sfruttare i parcheggi di qualche Centro Commerciale o semplicemente andare in un parcheggio a pagamento.

A Los Angeles i prezzi sono più abbordabili mentre a San Francisco si aggirano intorno ai 20 $, quindi trovare un hotel che garantisce anche il parcheggio gratuito è un bel risparmio.

18 Agosto 2003 San Francisco – Yosemite Park Seconda mattinata a San Francisco e seconda ottima colazione in Hotel.

Ci affrettiamo acaricare i bagagli ci aspetta una tappa tosta che ci porterà da San Francisco a Mammoth Lakes attraverso il Yosemite Park.

Usciamo dalla città attraverso il Bay Bridge e con molta attenzione per non perderci nel traffico caotico del lunedì mattina.

Senza problemi ci avviamo verso Est in direzione Modesto e dopo aver superato Merced abbandoniamo l’Hwy per dirigersi verso il Parco.

Il primo impatto con il parco e’ davvero notevole… ,foreste a perdita d’occhio e alberi di dimensioni notevoli.

Intanto si e’ fatta l’ora del pranzo e decidiamo di fermarci lungo la strada per fare un pic-nic in un’area attrezzata. Un posto splendido, ricco di vegetazione e scoiattolini un po’ ovunque , che si affaccia su un laghetto dove alcune famigliole americane ne approfittano per un bagno nelle gelide acque, noi abbandoniamo l’idea, non vogliamo rischiare di compromettere il viaggio con qualche problema di salute dei bambini. Dopo il pranzo e dopo un riposino all’ombra degli alberi secolari proseguiamo lungo la Yosemite Valley verso il Villane.

Lungo il percorso ci fermiamo presso la Bridavell Fall , molto belle con l’effetto della caduta dell’acqua nebulizzata da un’ altezza non indifferente.

Altra sosta obbligata di fronte a El Capitan e qui le foto si sprecano! Dopo qualche minuto giungiamo al Village per rifocillarci e per comprare qualche ricordino… da qui in poi la visita a Yosemite prende le tinte del giallo!! Eravamo nel parcheggio del Villane e aspettavamo che ci raggiungesse Paolo con la seconda auto, cominciavamo preoccuparci e dopo qualche minuto lo vediamo arrivare scortato da un Ranger del parco, cos’era successo…? Praticamente era stato accusato , ingiustamente; dal proprietario dell’auto parcheggiata a fianco di averla danneggiata.

Fino a questo momento avevamo sempre trovato persone gentilissime in ogni luogo da noi toccato, diciamo che l’eccezione l’abbiamo trovata noi… Una persona veramente odiosa che non ha voluto sentir ragioni e malgrado i tentativi di riconciliazione dei rangers ha perseverato nelle sue accuse.

Quindi i poliziotti si sono visti costretti loro malgrado ad arrestare Paolo, come nei migliori film americani…Con manette ed auto dello sceriffo, incredibile!! Da qui viene trasferito nella Jail del parco per gli accertamenti di rito: impronte digitali, foto segnaletiche ecc ecc.

Dopo un paio d’ore il carcerato viene rilasciato su cauzione di ben 101$ ! Ma con l’obbligo di presentarsi il mattino seguente per il processo.

Riprendiamo ancora un po’ shoccati il nostro viaggio, la strada per Mammoth Lakes e’ ancora lunga e il Tioga Pass e’ ancora lontano.

Ci inerpichiamo sempre più in alto tra boschi di rara bellezza e costeggiamo il Tioga Lake un gioiellino che merita sicuramente una sosta.

Passata Lee Vining e il Mono Lake giungiamo al Sierra Nevada Rodeway Inn , il nostro Hotel a Mammoth Lakes ma il “ contrattempo” ci ha creato ritardo sulla tabella di marcia , quindi per cena ci accontentiamo di un boccone presso il Mc Donalds del posto e poi a nanna. Il nostro Hotel in stile montano e’ veramente molto bello e la Lobby e’ fantastica ma il pensiero per la mattina successiva non ci fa apprezzare appieno le bellezze del posto… CONSIGLIO: E’ capitato a noi ma non e’ poi così difficile avere problemi con la giustizia in US. Oltre a qualche multa guidando l’auto si puo’ incappare in inconvenienti come i nostri che possono se non rovinare ma comunque rallentare il viaggio.

Vi consiglio di avere al seguito i numeri del consolato di San Francisco o di Los Angeles e dell’ambasciata italiana in Washington che si possono facilmente scaricare da Internet per avere un aiuto o almeno un consiglio su come comportarsi , ricordiamoci che siamo pur sempre in un paese straniero … 19 Agosto 2003 Yosemite Park – Las Vegas Poiché gli hotel del viaggio sono già tutti prenotati, decidiamo di non sconvolgere più di tanto la nostra tabella di marcia e ancora una volta la scelta di affittare due auto si è rivelata azzeccata… Io ,Paolo e la moglie Daniela partiamo all’alba ancora verso lo Yosemite Park, mentre il resto del gruppo continuerà il viaggio… appuntamento questa sera a Las Vegas ! Ritorniamo sui nostri passi e riattraversiamo il Tioga Pass , questa volta all’alba allo spettacolo delle foreste si aggiungono gli animali che incontriamo nelle vaste praterie del Parco, avvistiamo almeno due branchi di cervi e tanti altri animali che si avvicinano al fiume per abbeverarsi.

Dopo colazione andiamo al tribunale, la nostra udienza e’ stata spostata alle 11 per problemi con il traduttore. Nell’attesa proviamo chiamare il nostro Consolato ma senza successo e decidiamo di rientrare nel tribunale per assistere agli altri dibattimenti… L’aula , molto bella, tutta il legno chiaro ed immersa nel verde assomiglia a quelle viste in decine di telefilm americani, con tanto di guardie e avvocati di accusa e difesa ecc…E’ incredibile come sia facile finire davanti a un giudice in US, dal campeggio in zona vietata alla lite tra vicini, tutto passa dal giudice… Comunque , per farla breve, arriva il nostro turno e il giudice , gentilissimo, pur capendo l’inconsistenza dell’accusa , ci consiglia di patteggiare la pena per poter proseguire al più presto il viaggio e non essere costretti almeno ad un’altra udienza. Vengono stabiliti 200$ a copertura del danno , che devo ancora capire, visto che l’auto era perfetta e l’eventuale eccedenza verrà restituita in un secondo tempo… Felicissimi e sollevati cominciamo la nostra rincorsa verso Las Vegas, sono le 13.00 e mancano circa 800 km ! Facciamo il terzo passaggio sull’”invalicabile “ Tioga Pass e l’umore è alle stelle! Ci fermiamo a Lee Vining per il pranzo e in una tipica “baracca” lungo la strada mangiamo probabilmente il miglior hamburger di tutto il viaggio.

Il paesaggio cambia in continuazione e dalle verdi foreste di Yosemite passiamo alle brulle praterie del Nevada con centri abitati sempre piu’ scarsi. Arriviamo a Big Pine e dopo aver fatto benzina ci avviamo verso la Death Valley ma purtroppo la strada è chiusa per lavori e decidiamo di proseguire lungo la Statale 168, una strada veramente spettacolare per il gran numero di cunette e dossi che si incontrano. Entriamo in Nevada e ci inseriamo sulla Hwy 95 in direzione Sud verso Las Vegas!! Le nuvole si fanno sempre piu’ minacciose nel cielo e vedere in lontananza lampi e tuoni nel deserto sono uno spettacolo sicuramente inconsueto.

Arriviamo alla giunzione con la Statale 373 ma ormai sono le 18.00 e si arriverebbe alla Death Valley dopo il tramonto… Ci avviciniamo a Las Vegas e i lampi si fanno piu’ insistenti, giungiamo in città quando ormai il temporale è terminato.

Più che di un temporale si puo’ parlare di un vero nubifragio che ha bloccato gran parte della città bassa e anche noi veniamo deviati lungo una via laterale e siamo costretti ad abbandonare l’Hwy e ad dirigersi verso Nord.

Las Vegas è molto più grande di quello che uno possa immaginare e viaggiare lungo gli enormi vialoni senza corrente elettrica e con pozzanghere profonde anche 40- 50 cm non è piacevole…Inoltre la nostra cartina di Lonely Planet è’ piuttosto approssimativa e la deviazione ci ha fatto perdere i nostri punti di riferimento.Intuiamo la direzione corretta per raggiungere la Strip ma le strade chiuse e allagate ci allontanano dalla meta… finalmente riusciamo a trovare un varco e intravediamo in lontananza la Stratosphere Tower che ci farà da faro fino al nostro hotel, il Circus-Circus. Arriviamo stremati , ma il primo passaggio lungo la Strip ci riempie il cuore! L’hotel è enorme e anche se di martedì è pieno all’inverosimile e dopo alcuni tentativi a vuoto riusciamo a ritrovare gli altri… ma vi garantisco che non è stato facile. Loro chiaramente hanno fatto per tempo la deviazione verso la Death Valley e hanno visitato con tranquillità Zabriskie Point e sono arrivati verso il tramonto in prossimità di Dante’s View dove si sono gustati la splendida vista sulla valle sottostante, inoltre il caldo non era soffocante visto il temporale che incombeva su Las Vegas. Peccato , sarà per la prossima volta … per ora ci accontentiamo delle riprese che ha fatto Claudio ! Ormai è tardi per il buffet e ripieghiamo su un’ottima pizza di dimensioni sovrumane in un ristorante dell’hotel, quest’ultimo merita un discorso a parte… è sicuramente economico, le camere sono modeste anche se spaziose e visto il costo ( 30$ ) non ci si può aspettare troppo. Personalmente lo consiglierei alle famiglie vista l’infinita possibilità di far divertire i bambini. L’Adventuredrome è splendido e permette di provare le montagne russe al coperto più grandi del mondo oltre ai “tronchi” come a Gardaland ma è abbastanza costoso, dimenticatevi i 13.99$ della pubblicità nel sito. I bambini si sono esaltati per la zona posta al secondo piano dove si esibiscono i trapezisti e dove con pochi dollari si possono divertire con le attrazioni più strane. Quindi il giudizio sull’hotel e’ positivo ma se siete senza figli opterei per uno di categoria superiore evitando con cura i fine settimana… CONSIGLIO: Avere guide, cartine e mappe particolareggiate e aggiornate e’ una cosa molto importante per viaggiare in sicurezza e per non perdere tempo prezioso.

Noi ci siamo affidati alle guide Lonely Planet e Routard. La prima molto ricca di indicazioni e cartine , la seconda con molti suggerimenti oltre che sul viaggio anche su ristoranti e hotels lungo il percorso. Per le mappe del parchi fate un salto su : http://www.Lib.Utexas.Edu/maps/national_parks.Html Inoltre le cartine degli stati attraversati possono essere acquistate senza problema lungo la strada nei distributori .

20 Agosto 2003 Las Vegas Finalmente Las Vegas !! Ci diamo appuntamento alle 9.00 per la colazione a buffet all’interno dell’hotel, senza infamia e senza lode, inoltre i bambini pagano come gli adulti ! A Las Vegas si gioca 24 ore su 24 e l’occhio mi cade su una roulette vicino all’uscita del buffet, nell’attesa degli altri amici provo a fare qualche colpetto seguendo un mio “sistemino” portato dall’Italia. Non male , n 20 minuti ho guadagnato 55$ non molto ma la giornata promette bene… Andiamo a prendere le auto e via verso la Strip! Decidiamo di scendere al Luxor in posizione strategica per cominciare la nostra visita. L’ hotel è sontuoso e merita una sosta accurata. Una monorotaia unisce 3 alberghi dello stesso gruppo, il Luxor, il Mandalay Bay e l’Excalibur . Noi ne’approfittiamo visto che è molto saggio dosare le forze dei bambini… Seguendo il passaggio pedonale ci dirigiamo verso il Bellagio , con una via ricca di negozi dei piu’ famosi stilisti , tutto in una cornice dove abbondano marmi e cristalli. Notevole la ricostruzione del villaggio che si affaccia sul lago di Como, rappresentato da un’enorme piscina dove la sera vengono eseguiti i famosi giochi d’acqua.

E’ ora la volta del Caesar‘s Palace, in puro stile romano, forse il massimo del kitch anche qui a Las Vegas. Rimaniamo increduli alla vista della sala delle scommesse con un pannello enorme su cui puntare su qualsiasi avvenimento sportivo e comodissime poltrone con display a cristalli liquidi per seguire l’evento e, fate conto che le poltrone sono almeno un centinaio ! E’ l’ora di pranzo e decidiamo di fermarci qui, la zona ristoro è molto ricca e spazia dal fast food , al messicano, all’italiano, al cinese, alla pasticceria fornitissima , tutto a portata di mano e di notevole qualità, per le bibite vige il free refill come un po’ ovunque qui in US, praticamente comperate il bicchiere vuoto e lo riempite tutte le volte che volete e questo è sicuramente uno dei motivi dell’enorme numero di obesi che abbiamo incontrato un po’ ovunque… Ristorati riprendiamo l’auto e ci fermiamo al Bally’s dalla parte opposta della Strip. Dall’hotel si passa direttamente al Paris-Paris , secondo noi il più bell’hotel di Las Vegas. Ai piedi della Tour Eiffel hanno fatto una ricostruzione splendida di alcune vie di Parigi e per un attimo ci sentiamo tutti a Montmartre al crepuscolo… si perché l’effetto luci è impressionante , il soffitto è un cielo azzurro e per tutto il giorno sembra di essere all’imbrunire, inoltre un mimo simpaticissimo rallegra i passanti…Tutto bello , veramente bello! E’ ora la volta del Venetian, hanno ricostruito in modo impeccabile il Palazzo Ducale, il ponte di Rialto, il campanile di Giotto, inoltre con 12.5 $ potete fare un giro sulle gondole originali funzionanti però con un motorino elettrico, accompagnati da pseudo – gondolieri che intonano le più famose melodie italiane. Che americanata! Però alla gente piace e per salire sulla gondola c’e’ una gran fila! Usciamo soddisfatti, però il Paris – Paris… I bambini cominciano a stancarsi e perciò finiamo il nostro mini- tour al TresaureIsland e al Mirage nella speranza di vedere gli spettacoli ma l’eruzione del vulcano è solo alla sera e lo scontro dei galeoni è in ristrutturazione e riaprirà in ottobre. Rientriamo stanchi ma soddisfatti in hotel per riprendere un po’ di fiato e mentre i bambini vanno a farsi una doccia e si preparano per la cena ne approfitto per un altro “giretto” alla roulette. Gioco un’oretta e guadagno 60$ , il sistemino funziona! Ci ritroviamo per la cena a buffet, quantità industriale e qualità media ma per poco più di 10$…

Sono le 21.00 e decidiamo di fare un passaggio notturno lungo la Strip prima del crollo dei bambini…L’effetto rispetto al mattino è completamente differente e le luci danno alla strada un “effetto Luna-Park “unico. Anche il Circus-Circus con un aspetto diurno piuttosto dimesso la sera si trasforma con un tripudio di luci di grande effetto. Assistiamo all’eruzione del vulcano al Mirage e ai giochi d’acqua al Bellagio mentre dalla parte opposta troneggiano il Flamingo e l’MGM. Allarme Rosso ! I bambini sono cotti … Stefano sta già dormendo egli altri lo stanno per seguire quindi rotta obbligata verso “casa”. I piccoli restano a dormire con le rispettive mamme e con Claudio che non è un giocatore, mentre io, Paolo e Daniela riprendiamo l’auto designazione Downtown e il Golden Nugget considerato dalla Routard : il miglior casinò della città.

Arriviamo a Freemont St. E l’effetto è impagabile… questa è Las Vegas !! La Strip è impressionante però forse manca la coralità dello spettacolo delle luci che qui a Downtown è fantastico.

Dopo alcuni minuti si spengono tutte le insegne e parte lo spettacolo di luci e suoni ottenuto da milioni di lampadine che ricoprono completamente la via che raccontano dei vari personaggi che hanno fatto la fortuna di Las Vegas .

Al termine si alza spontaneo un applauso da parte di tutto il pubblico presente! Ci spiace un po’ per gli assenti, la visita a Freemont St. Era prevista per la sera precedente , se non fosse stato per il nubifragio … Ora il Golden Nugget ci aspetta … lontano dagli eccessi della Strip il “Golden” è un esempio di lusso e sobrietà molto raro da queste parti. Foto d’obbligo alla più grande pepita del mondo e poi via verso i tavoli da gioco.

Paolo , grande appassionato di Black Jack, si trova come un pisello nel suo baccello! Dopo una difficile partenza riesco a risollevarmi e chiudo la mia avventura a Las Vegas con un attivo totale di 260$, Paolo invece parte benissimo ma poi, rimasto solo con il croupier è sfortunato e ci rimette 100$.

Sono circa le 3 quando usciamo dal casinò e dopo un’ultima passeggiata sulla Freemont St. Rientriamo all’hotel stanchi e soddisfatti.

CONSIGLIO: Non pretendete di girare a piedi per Las Vegas le distanze sono enormi ed inoltre evitate i mezzi pubblici. Utilizzare l’auto per tutti gli spostamenti e scegliete l’hotel più strategico per la vostra visita. I parcheggi sono gratuiti e con il Valet Parking non perderete neppure tempo per trovarlo (costo 1$ di mancia). Un ottimo ed economico souvenir di Las Vegas sono le carte da gioco usate dei principali casinò ( vedi guida Routard) le troverete un po’ ovunque , i prezzi variano ma sono sempre molto convenienti.

Quando vi sedete per giocare in qualsiasi casinò tutte le consumazioni sono gratuite, tuttavia è buona norma dare alla cameriera il classico dollaro di mancia. Durante la serata questo accadrà spesso perché la cameriera ha interesse a fare più ordinazioni per ricevere più mance e il casinò a farvi bere per farvi perdere la lucidità , quindi se non reggete l’alcool limitatevi alla Coca-Cola o al massimo a una Corona… 21 Agosto 2003 Las Vegas – Bryce Canyon Partenza intorno alle 8.30 in direzione Nord , attraversando la parte della città che nel primo giorno era stata colpita dal nubifragio, la nostra prima meta e’ lo Zion Canyon. La strada in alcuni tratti si fa monotona e apprezziamo sempre più l’utilizzo del cruise-control che permette di bloccare la velocità dell’auto.

Arriviamo al parco in tarda mattinata e come si conviene ci rechiamo subito al visitors center e qui otteniamo tutte le informazioni che ci interessano. Purtroppo la visita al parco può essere fatta solo con lo Shuttle e dura circa 3 ore, tempo che noi non abbiamo. Decidiamo quindi di proseguire lungo la Zion – mount Carmel Hwy e, attraverso la East Entrance di collegarci alla Hwy 89.

La strada è comunque molto panoramica e ci permette di apprezzare le formazioni rocciose e gli archi che la costeggiano.

Pranziamo lungo la strada in un Jack–in- the- hole per la gioia dei bambini e nel pomeriggio arriviamo al Best Western Rubys Inn alle porte del Bryce Canyon.

La visita del Bryce Canyon era una delle più attese e non ci delude… Il Bryce Canyon è un anfiteatro naturale dove la natura con l’aiuto di acqua e vento ha scolpito incredibili pinnacoli. L’effetto è incredibile e può essere gustato da una serie di View Point lungo un percorso chiaramente indicato sulla mappa del parco. Cominciamo con Sunrise Point e Sunset Point dove si inizia ad intravedere l’anfiteatro naturale per poi giungere a Inspiration Point e Bryce Point dove la vista delle formazioni rocciose e’ piu’ spettacolare e le foto si sprecano… I bambini trovano subito il loro divertimento preferito, gli scoiattoli e dopo aver atteso il tramonto, di grande effetto, ritorniamo verso l’hotel e lungo la strada facciamo conoscenza con una simpatica famigliola di cervi.

Rientriamo in tempo per la cena, il Rubys Inn è un complesso molto simpatico e accattivante e oltre all’hotel comprende un grande ristorante e alcuni negozietti di souvenirs tutti in stile montano. Dopo una breve coda ci sediamo al tavolo del ristorante e da qui iniziamo la lunga serie di bisteccone che ci accompagnerà per il resto del viaggio. Dopo una bella T-Bone e un gran Pitcher di birra andiamo a letto felici e rifocillati… CONSIGLIO: Le velocità lungo le strade americane non sono molto elevate 75 mph (120 Km) sulle strade statali e 65mph sulle altre strade. Il consiglio è di non superare i limiti consentiti ,i poliziotti sono inflessibili, ricordatevi però che se fate troppo i pignoli verrete superati anche dai trucks ! Diciamo che anche negli US vige la regola del buon senso 5/10 mph in più sul limite di velocità non vi faranno rischiare nulla e vi permetteranno di ottimizzare la vostra tabella di marcia.

22 Agosto 2003 Bryce Canyon – Salt Lake City Solo per me sveglia all’alba, visto che ieri il tramonto non mi aveva pienamente soddisfatto, mi sono deciso per una levataccia per fare qualche bella foto.

L’anfiteatro del Bryce Canyon è disposto ad Est , quindi la migliore luce si ha all’alba. Arrivo sul posto che il sole è appena sorto e rifaccio velocemente i view point più caratteristici, approfittando di una luce splendida. Ne valeva davvero la pena i pinnacoli risplendono in modo superbo alla luce dell’alba… Rientro all’hotel in tempo per la colazione , buona ma costosa. Le comodità si pagano d’altronde non ci sono altri locali nella zona… Il nostro obbiettivo di oggi è raggiungere Salt Lake City. Il tragitto è monotono e solo in prossimità della città cominciamo a scorgere le imponenti montagne.

Entriamo in città che piove e decidiamo di rimanere in camera un’oretta in attesa degli eventi. L’hotel è bello , è il solito Holiday Inn ma con tutte le comodità compresa una piscina coperta con idromassaggio.

Già pensavamo all’eventualità di un bagnetto quando, com’era venuta, la pioggia se ne va e lascia spazio ad un bel sole! Sono le 16.30 e c’e’ il tempo per un giro della città e per un po’ di shopping. La Cattedrale dei Mormoni troneggia al centro della città , noi come turisti e come non credenti non possiamo entrare in chiesa ma e’ piacevole vedere uscire dalla Cattedrale una serie continua di coppie di sposi, saranno almeno una decina ,tutti belli, tutti biondi e tutti giovanissimi ! Entriamo nel giardino del Tempio e qui incontriamo una ragazza italiana, di Vercelli che ci introduce al mondo mormone. Visitiamo il museo della famiglia dove vengono esaltati i valori alla base della dottrina mormone con filmati ed esempi di vita comune , tutto molto particolare , molto… americano, di fronte al museo si erge il monumento al gabbiano simbolo dello Utah e i giardini fioriti che fanno da corona al tutto. Bellissimo! ma forse un po’ troppo pulito e perfetto… Per la cena seguiamo le indicazioni della guida Routard e ci dirigiamo verso la Trolley Square una piazza circondata da locali di ogni tipo e caratterizzata da un vecchio tram (trolley) posto sopra un palo.

Stasera cucina italiana! Il ristorante si chiama Tucci’s , l’atmosfera è tipicamente italiana e l’aitante cameriere fa colpo subito sul nostro pubblico femminile. Rischiamo un trittico di pasta: cannelloni, ravioli, e farfalle ai funghi, tutto sommato non male e, soprattutto i bambini gradiscono un buon piatto di pasta dopo tanta carne.

CONSIGLIO: Telefoni. Per viaggiare in tranquillità e sicurezza è importante avere sempre un contatto tra i partecipanti . Inoltre avendo noi noleggiato due auto, poter dialogare diventa fondamentale non solo in caso di emergenza.

I telefoni cellulari in US sono tutti Tri-Band quindi se avete dei Dual-Band potete lasciarli tranquillamente a casa. Noi siamo partiti con due Tri-Band pensando di aver risolto tutti i nostri problemi ma purtroppo non è stato così. Le zone coperte dal servizio sono rarissime al di fuori dei centri abitati di una certa importanza . Questo perché le società che gestiscono il servizio sono innumerevoli e si crea un problema di roaming. Alla luce della nostra esperienza consiglierei di partire con telefoni Tri-Band ma di acquistare le schede telefoniche americane, anche del valore di pochi dollari, per ottenere un miglior servizio e una copertura maggiore.

Per le chiamate a casa non usate mai il telefono cellulare ! Utilizzate sempre il telefono fisso , inoltre usate le loro schede prepagate che sono molto piu’ convenienti di quelle acquistate dall’Italia . Con 10$ potete tranquillamente parlare per tutto il viaggio.

23 Agosto 2003 Salt Lake City – Jackson Hole Colazione al buffet dell’hotel, non male , ma San Francisco era un’altra cosa…

Avendo un po’ di tempo a disposizione decidiamo di fare una visita al Salt Lake.

Praticamente abbiamo perso più di un’ora alla ricerca del lago che nella stagione estiva è in secca e si riduce lungo le rive ad una enorme pozza melmosa. Riprendiamo la nostra marcia e purtroppo succede l’imprevisto, sono costretto a fermarmi ad un’area di servizio perdendo il contatto da Claudio sull’altra auto. Chiaramente il telefonino non ha campo e solo fortunosamente ci ricongiungiamo qualche miglio dopo per riprendere il viaggio verso Jackson Hole. Giungiamo a destinazione nel pomeriggio. Jackson Hole è la prima tipica cittadina western che incontriamo , molto elegante e la vita svolge tutta lungo la via principale. Intorno alle 17.00 la via viene chiusa al traffico e viene presentato uno spettacolino di cow-boys e pistoleros molto gradito da tutti i turisti presenti sul posto. L’atmosfera e’ molto piacevole e lo spettacolo ha attirato l’attenzione di tutti i presenti . Alla fine dobbiamo pagare pegno e comperiamo ai bambini i cappelli da cow-boys che da tempo ci chiedevano.

Cerchiamo il nostro hotel il Best Western at Jackson Hole, peccato che i BW siano due e noi abbiamo subito trovato quello sbagliato. Risolto il problema giungiamo al Teton Village e all’hotel. Il Teton Village e’ un piccolo villaggio sorto a ridosso degli impianti di risalita che servono questo versante della montagna. Il posto è piuttosto elegante ma i servizi sono limitati . Ci rechiamo per cena nell’unico bel ristorante della zona il Mangy Moose. Il locale e’ molto particolare e permette di trascorrere una simpatica serata … Proviamo le bistecche di bisonte in un ambiente tipicamente american-montano con musica country e un’infinità di strani oggetti appesi alle pareti, tra cui anche un piccolo aereo. Dopo una salutare passeggiata ci avviamo verso l’hotel domani ci aspetta il parco di Yellowstone!! CONSIGLIO: Fare shopping in US potrebbe essere conveniente visto il cambio euro-dollaro che ultimamente sta volgendo a nostro favore. Purtroppo i prezzi dei classici souvenirs erano e restano spesso esagerati. Alcuni prodotti comunque possono essere convenienti a partire dai Levi’s o le classiche Timberland. A San Francisco abbiamo trovato abbordabili i prezzi dei prodotti elettronici ma non abbastanza da giustificare follie.

Ricordate inoltre che i prezzi indicati sia nei negozi che nei supermercati sono al netto delle tasse che variano di Stato in Stato e che possono essere paragonate alla nostra IVA.

24 Agosto 2003 Jackson Hole – Yellowstone Lasciamo il Teton Village e di buonora cominciamo la visita del Teton Park.

La vegetazione è lussureggiante e in prossimità del Teton Lake i panorami diventano splendidi. Dopo un’oretta circa di viaggio tra foreste e montagne arriviamo alle porte dell’ingresso Sud dello Yellowstone Park.

L’effetto è imponente e dopo le vaste praterie si aprono ai nostri occhi le foreste che hanno reso famoso il parco. La nostra intenzione è di percorrere il Gran Loop Road di circa 237 km . Subito dopo una sosta allo Yellowstone Store per il pranzo il nostro obbiettivo ora è l’Old Faithful.

La zona non comprende solamente il “vecchio fedele” ma molti altri geyser e sorgenti sulfuree che rendono la zona veramente unica, molto belli il Gran Geyser e il Castel Geyser che si possono raggiungere facilmente seguendo le passerelle che delimitano la zona. Superiamo la Geyser Hill e ci troviamo al cospetto dell’ Old Faithful . Il pubblico è quello delle grandi occasioni… le tribune vengono prese d’assalto dai turisti e quando il Geyser comincia ad eruttare saremo almeno 3-400 persone ad attendere l’evento. Il famoso getto di vapore non delude nessuno…Almeno 20 metri di potenza allo stato puro! Pienamente soddisfatti dell’evento proseguiamo il nostro Loop e cominciano a farsi sempre più frequenti gli avvistamenti degli animali che sono la vera anima del parco. Riprendiamo in successione un coyote, una famiglia di cervi e una enorme femmina di alce. Proseguendo incontriamo il Midway Geyser Basin, da qui visitiamo la Grand Prismatic Spring. L’acqua bollente che esce dalla sorgente si riversa nel fiume sottostante creando uno scenario da inferno dantesco, l’effetto viene accentuato dall’odore acre dello zolfo. Da non perdere! Deludenti invece i geyser del Lower Basin. Ci avviamo verso l’uscita Ovest del parco e con il fresco della sera sempre più animali si spostano verso il fiume per bere. Finalmente riusciamo a”beccare” il primo bisonte con uno splendido primo piano… davvero imponente! Al tramonto usciamo dal parco e ci dirigiamo verso lo Stage Coach Inn di West Yellowstone, il nostro hotel di oggi.

Il paese è nato dal nulla e vive esclusivamente per la vicinanza con il parco. Tutto si svolge sull’unica via principale come spesso succede in gran parte dei paesi americani incontrati. Decidiamo di cenare in pizzeria e la scelta soddisfa un po’ tutti , bambini compresi, ottima la pizza e a prezzi onesti.

CONSIGLIO: La colazione. Nella maggior parte degli hotel incontrati la colazione non era compresa nel prezzo. Quindi , se la posizione dell’hotel lo permetteva, abbiamo sempre cercato di evitare di fermarci . I costi di una colazione nell’hotel possono variare dagli 8 ai 12 $ e solo gli Holiday Inn offrono la gratuità ai bambini.

Quindi il breakfast diventa una voce da non sottovalutare nel budget del vostro viaggio.

25 Agosto 2003 West Yellowstone – Cody Colazione da McD e alle 8.30 rientriamo nel parco e le zone colpite dal disastroso incendio del 1988 si fanno sempre più frequenti. Deve essere stata una tragedia per gli uomini e gli animali, attraversiamo chilometri e chilometri di foresta devastata dal fuoco che faticosamente sta tornando alla vita dopo ben 15 anni! La prossima sosta e’ alle Gibbon Falls , da non perdere , non tanto per la portata delle acque, quanto per lo scenario che le accompagna. I bambini invece trovano i soliti scoiattolini che questa volta sono di dimensioni ridotte e molto timidi. Abbandoniamo a malincuore le cascate , prossima tappa Mammoth Hot Springs , i tanto decantati terrazzamenti che francamente ci deludono. Facciamo sosta per il pranzo e per qualche ricordino. Nella Stazione dei Ranger veniamo a sapere che a causa di un incendio la strada che porta all’uscita Est è chiusa al traffico. Cambio di programma e per raggiungere la città di Cody siamo costretti ad uscire attraverso la Northeast Entrance .

I fitti boschi lasciano spazio a vaste praterie, ideali per i bisonti… e questi non si fanno attendere , avvistiamo almeno due branchi che pascolano tranquillamente lungo il fiume, che spettacolo! Usciamo dal parco e lo scenario di foreste fittissime ci accompagna fino a Cody , la nostra prossima tappa.

Arriviamo in città in tempo per fare un giro turistico ma soprattutto per visitare il Buffalo Bill Historical Center. Trattiamo sul prezzo d’ingresso visto che sono già le 16.00, dai 12$ iniziali spuntiamo 6 $ per gli adulti e i bambini gratis , non male!Il museo è bellissimo e lo consiglio vivamente a tutti, c’è una raccolta infinita di armi d’epoca, arredi indiani originali ed interi rifacimenti di interni, tutti fatti con notevole dispendio di mezzi ed effetti scenografici bellissimi che rendono la visita piacevole anche per i bambini. Al secondo piano non poteva mancare un’intera sezione dedicata a Buffalo Bill con tutti i suoi costumi originali e le scenografie dei suoi spettacoli. Una visita indispensabile per meglio comprendere gli usi e i costumi degli indiani e dei pionieri.

L’hotel di oggi è un Holiday Inn di ottima qualità e per cena scegliamo un ristorante italiano nel centro della città che ci ispirava fiducia.

Il proprietario è un italiano di origini pugliesi, molto simpatico , che dopo aver aperto un locale a Tampa in Florida, stanco del clima infernale si è trasferito quassù per respirare un po’ di aria pura e per dormire la notte.

La pasta anche questa volta è ottima e chiudiamo la cena con un ottimo espresso, quasi “originale”.

CONSIGLIO: La Pranzo. Per quanto riguarda il pranzo, la presenza dei bambini ci ha condizionato non poco…Tra adulti l’ideale penso che sia una ricca colazione e una cena importante con un piccolo spuntino per l’ora di pranzo.

Con i bambini la sosta a mezzogiorno diventa obbligata e quindi ci siamo orientati sugli innumerevoli fast – food che si incontrano lungo le Hwy o sui banchetti di cibo pronto che vi fanno compagnia nelle visite cittadine.

26 Agosto 2003 Cody – Rock Springs Colazione in hotel compresa nel prezzo (ogni tanto non guasta).

Oggi tappa di trasferimento lungo le montagne rocciose per raggiungere Rock Springs. Il percorso non è particolarmente impegnativo e non sono previste soste d’interesse turistico. Lungo la strada incontriamo un numero incredibile di case mobili che a noi però tanto assomigliano a“baracche”. In US la casa non è tenuta in grande considerazione e lo spirito nomade di questo popolo si nota appunto nel disinteresse verso le costruzioni “stabili” . Non è raro trovare costruzioni fatiscenti con a fianco fuoristrada del valore di decine di migliaia di dollari o incrociare dei camper enormi con tanto di auto al traino. Arriviamo a Rock Springs con buon anticipo anche perché le strade secondarie spesso garantiscono una media oraria simile alle Hwy.

Il nostro hotel è il Comfort Inn, di buona qualità e con ottimi servizi. Abbiamo tutto il tempo di fare un bagno in piscina e un po’ di shopping in città.

Decidiamo di comperare panini e frutta in un supermercato e di cenare con questi in albergo. Restiamo a chiacchierare con alcuni lavoratori ospiti dell’hotel e dopo un po’ di TV tutti a nanna domani la tappa è molto più tosta! CONSIGLIO: La cena . Questo è sicuramente il pasto più importante della giornata e ci permette di conoscere meglio anche lo stile di vita degli americani.

Innanzitutto qui si mangia molto presto e se vi attardate troppo rischiate di non trovare più un locale aperto. La cucina americana non è sicuramente molto varia e pur cambiando ben 7 stati non abbiamo trovato radicali differenze nei menù. La carne è sicuramente il piatto forte e vi viene presentata in un’infinità di varianti. Noi non siamo molto abituati alla ricchezza di condimenti che vengono usati qui, perciò dopo alcuni tentativi ci siamo orientati verso la classica bistecca alla griglia ( ottima ) con verdure miste . La New York Steak è la classica bistecca mentre la T-Bone è la bistecca con l’osso molto simile alla nostra fiorentina. Per i bambini sono sempre presenti dei Kids menù molto convenienti e gadgets vari per farli divertire. I ristoranti italiani sono numerosissimi in ogni angolo degli States anche se in alcuni casi di italiano hanno solo il nome(spesso sbagliato) . Dopo una serie infinita di hamburger e bisteccone fa comunque piacere un buon trancio di pizza o una pasta. La pizza è ovunque discreta e la pasta presentata in porzioni esagerate non vi deluderà.

Per quanto riguarda i prezzi diciamo che mangiare pasta o carne non modifica di molto il conto, un buon piatto di pasta può costare intorno ai 12-15 $ mentre per la megabistecca si potranno spendere al massimo 18-22 $ tutto questo servito con i relativi contorni e spesso con un ricco buffet di verdure.

27 Agosto 2003 Rock Springs – Moab Facciamo colazione alle 6.30 , la saletta è già piena di gente, qui troviamo davvero pochi turisti. La prossima tappa è il Dinosaur Quarry . Il museo è gratuito con il Pass ed è stato costruito in prossimità di un giacimento di ossa di dinosauri. Il luogo lascia poco allo spettacolo ed è prevalentemente un sito scientifico. I bambini hanno gradito molto la visita e praticamente conoscevano i nomi di quasi tutti i dinosauri incontrati. Incredibile! Proseguiamo verso Sud e dopo aver superato il Douglas Pass ci inseriamo sulla Hwy 50 che seguiamo fino a Cisco per poi deviare in direzione di Moab.

Questa Scenic Drive non è assolutamente da perdere , è stata una delle più belle sorprese del viaggio! La strada corre lungo il Colorado River dove è possibile seguire i gommoni che fanno rafting. Nel frattempo lo scenario cambia radicalmente e il rosso delle rocce diventa abbagliante. Non si contano le soste per ammirare il paesaggio! Piccoli canyons si alternano a rocce che ci annunciano quello che ci aspetterà.

Arrivati a Moab ci dirigiamo subito verso l’Arches Park.

Dopo un salto al Visitors Center cominciamo subito la visita degli archi più famosi. La scenografia in cui ci muoviamo è sicuramente fuori dal comune e il rosso della sabbia ci riempie gli occhi. Anche il tempo ci da una mano, la giornata è splendida ma non calda , l’ideale per muoverci tra queste rocce.

Andiamo subito alla Balanced Rock e da qui vistiamo il Garden of Eden con il Double Arch . Proseguiamo alla volta del Delicate Arch, simbolo dello Utah.

Ci fermiamo al Campground e da qui ci avviamo verso il Pine Tree Arch da cui si gode una vista stupenda della valle…Proseguiamo l’escursione ed ora è la volta del Landscape Arch l’arco più famoso e fotografato del parco, imperdibile! Sulla via del ritorno incontriamo un serpente che sta ingoiando il suo pasto, visione inquietante ed affascinante allo stesso tempo…Al tramonto usciamo dal parco convinti di aver visitato qualcosa di veramente unico.

Troviamo subito il nostro hotel, il Moab Inn, niente male…E poiché si è fatto tardi andiamo subito a cena. Seguiamo i consigli della Routard che però questa volta ci tradisce, mangiamo alla Brewery di Moab, spendendo parecchio e mangiando maluccio , si salva solo l’ottima birra! CONSIGLIO: La tip e’ la nostra mancia che qui in US è d’obbligo un po’ ovunque.

Non dimenticatevi di lasciare una mancia dell’ordine del 10-15 % del vostro conto se c’e’ servizio al tavolo. Inoltre se siete più di 8 persone sedute al tavolo questa vi sarà inserita automaticamente sul conto , quindi controllate sempre … 28 Agosto 2003 Moab – Page Altra giornata fondamentale del Tour e, dopo la colazione, ritorniamo verso Nord, direzione Canyonlands. Il nostro obbiettivo è Island in th Sky , entriamo nel parco e ci spingiamo fino al Grand View Point Overlook il più bel punto di osservazione del parco da cui si ha l’impressione di essere sospesi nel vuoto.

Le immagini sono quelle tipiche dei cartoni di Will Coyote con terrazze che si affacciano nel nulla ed enormi massi sospesi. Torniamo sui nostri passi visitiamo il Buck Canyon Overlook dove il canyon ci appare come un’enorme fenditura del terreno in tutta la sua maestosità. Da non perdere! Riprendiamo la nostra corsa lungo la 191 South fino a Bluff per poi dirigersi a Mexican Hut, da qui capiamo che la Monument Valley è vicina, una sosta obbligata anche per fotografare la strada nel punto in cui è stata immortalata in “Forrest Gump”e poi via… verso l’ingresso del parco.

Giungiamo al Visitors Center ,qui siamo in territorio Navajo e il nostro Pass non è valido, paghiamo l’ingresso di 6$ a testa e con una cartina molto approssimativa cominciamo la visita dei vari view points.

L’inizio non è esaltante, i primi panorami sono piuttosto deludenti e non aggiungono nulla quello che avevamo già visto…Però le Three Sisters invitano ad una sosta più approfondita, le formazioni rocciose si fanno più accattivanti fino al John Ford’s Point dove i Butts che ci appaiono rendono il panorama veramente unico! Qui veramente le foto si sprecano e veniamo pienamente coinvolti dal clima che si respira in questo incredibile posto… Proseguiamo con il Totem Pole per poi giungere all’Artist Point dove la vista sulla vallata sottostante toglie il fiato! Sembra di vedere il lontananza la diligenza di “Ombre rosse” inseguita dagli indiani… Indimenticabile! Pienamente soddisfatti usciamo dalla valle con le auto rosse di terra e facciamo un’inutile sosta presso una serie di negozietti all’ingresso del parco, prezzi incredibili e oggetti dozzinali, probabilmente prodotti in Cina… Arriviamo a Page in serata , troviamo subito il nostro Best Western e andiamo subito a cena , ridiamo fiducia alla guida Routard e mangiamo allo Strombolli ( con due elle) , locale italiano gestito da messicani dove mangiamo una splendida pizza e degli spaghetti ai funghi notevoli. Usciamo soddisfatti e ci congratuliamo con il cuoco… CONSIGLIO: Le camere degli alberghi americani si assomigliano un po’ tutte.

In una camera doppia potrete trovare due comodi letti matrimoniali,TV Color, servizi con doccia, attrezzatura per prepararvi caffè o the caldi, ecc.

In genere sono molto spaziose e garantiscono uno standard di buona qualità.

Quindi le differenze di prezzo sono date più che altro dai servizi offerti .

Diciamo che gli Hotel più curati che abbiamo incontrato sono stati i Best Western, gli Holiday Inn sono buoni, in particolare gli Holiday Inn Express garantiscono tutti la colazione gratis alla mattina . Un po’ più spartani i Confort Inn orientati verso una clientela di lavoratori piuttosto che di turisti. Inoltre quasi tutti sono dotati di piscina interna o esterna, di distributore del ghiaccio,lavanderia a gettone ecc.

29 Agosto 2003 Page – Gran Canyon Dopo la colazione , compresa nel prezzo ci avviamo per visitare le grotte di Antelope Canyon. Arriviamo sul posto ma dobbiamo rinunciare per il gran caldo e per il costo ! ( 34$ a testa in jeep e 18$ a piedi) . Oggi è una delle poche giornate veramente calde che abbiamo incontrato in US . Ci dirigiamo verso il lago , visitiamo la diga sul fiume Colorado che dà origine al Powell Lake. Il lago è di un blu intenso e le acque del Colorado oltre la diga si colorano di un verde smeraldo. Facciamo un salto alla Marina ma , proprio perché si tratta di un lago artificiale, non ci coinvolge più di tanto, diciamo che viene apprezzato soprattutto dalle centinaia di persone che qui posseggono una barca… Decidiamo di ripartire, ci aspetta il Gran Canyon ! Arriviamo in zona alle 15.00 ed iniziamo la visita dalla parte Est del South Rim.

Al Desert View Point abbiamo il primo contatto con il Gran Canyon.

La vista è mozzafiato ma è in parte limitata dal confine Est del Canyon.

Un po’ meglio dalla cima della torre di osservazione che ci regala altri paesaggi di grande impatto visivo. Ci fermiamo al Lipan Point e al Moran Point dove la visione si fa sempre più maestosa. Al Grandview Point l’effetto è attutito da una vetrata che si frappone al dirupo. A questo punto per proseguire e visitare l’ultima parte del South Rim è necessario parcheggiare l’auto e proseguire con lo Shuttle verso lo Yavapai Point e l’ Hopi Point dove decidiamo di attendere il tramonto, in compagnia di almeno altre 300 persone che hanno avuto la stessa idea! Qui il Gran Canyon si presenta in tutta la sua maestosità e offre il meglio di se…Il tramonto in tutta onestà ci ha un po’ deluso anche per la foschia presente in zona che non ha permesso la visione limpida della valle. Arriviamo molto tardi al Canyon Village e prima di andare all’hotel decidiamo di andare a cena. Per l’ultima serata nel West scegliamo un tipico locale western con tanto di balle di paglia , selle e Cow-Boys “originali”. Musica country e luci soffuse rendono ancora più particolare l’atmosfera… Mangiamo l’ultima tenerissima T-Bone con dell’ottima birra anche se il conto è particolarmente salato. Rientriamo al nostro hotel , l’Holiday Inn Express stanchi ma felici per un’altra splendida giornata.

CONSIGLIO: Il materiale fotografico e le cassette per la videocamera hanno costi molto simili ai nostri se li acquistate presso i numerosissimi centri commerciali.

Ovviamente nei luoghi più turistici i prezzi decollano quindi attenzione a farvi una buona scorta…Per il viaggio in aereo portate le pellicole nel bagaglio a mano altrimenti rischiate di vedere rovinato tutto il vostro “lavoro” 30 Agosto 2003 Gran Canyon – Los Angeles Facciamo colazione nel nostro hotel, veramente bello e curato, oggi ci aspetta la tappa di rientro a Los Angeles quasi 800 km.

Lungo la Hwy 40 all’altezza di Falgstaff imbocchiamo la mitica Route 66. La strada non presenta caratteristiche particolari a parte qualche negozio di souvenirs a Falgstaff ma soprattutto a Huckberry. Forse ci saremmo aspettati qualcosina di più … Proseguiamo da Bartow lungo la Hwy 15 per poi immetterci nella Hwy 10. Siamo stati velocissimi e intorno alle 16.00 siamo già sulle spiagge di Santa Monica e Malibou.

L’idea che ci eravamo fatti di Los Angeles il primo giorno era probabilmente sbagliata. Le spiagge sono molto belle e offrono forse il meglio della città.

Il lungomare come lo intendiamo noi unisce Santa Monica a Venice Beach.

Ne percorriamo una parte, in compagnia di un’infinità di ragazzi intenti alle più strane attività e sports mentre solo in pochi prendevano il sole e facevano il bagno lungo la bellissima spiaggia. Raggiungiamo il Pier di Santa Monica dove troneggia uno splendido Luna-Park e qui tra giocolieri e saltimbanchi aspettiamo l’ultimo tramonto in terra americana… che tristezza! Il rientro all’hotel non è dei più semplici e riuscire a imboccare la Hwy 10 nel traffico caotico di Los Angeles non è facile ma con l’esperienza maturata in 4600 miglia di strade americane… Arriviamo all’Holiday Inn Airport stanchissimi e ceniamo nell’hotel, ormai sono quasi le 22.00.

31 Agosto 2003 Los Angeles – Italia Ultimo giorno negli USA ! Intorno alle 8.30 facciamo il check-out e decidiamo di visitare Beverly Hills e Bel Air. Ancora una volta ci dobbiamo ricredere Los Angeles in alcune zone è veramente unica. Il verde perfettamente curato di Beverly Hills con decine di persone che fanno jogging e le esclusive ville di Bel Air fanno ormai parte del nostro immaginario avendole viste decine di volte in TV. Non c’è tempo di andare a cercare le ville dei vips ma un giro lungo i perfetti vialetti della collina ne vale davvero la pena. Abbiamo ancora un’oretta e la spendiamo a Rodeo Drive tra gli esclusivi negozi degli stilisti italiani che qui hanno le posizioni di maggior prestigio… Puntuali alle 11.00 siamo alla Alamo per riconsegnare le nostre fedeli auto e con lo Shuttle raggiungiamo l’aeroporto.

Sbrigate le formalità doganali,niente rispetto a quelle d’ingresso,pranziamo in uno degli innumerevoli ristorantini e spendiamo gli ultimi dollari nei negozi del Terminal. L’imbarco è alle 14.15 e il nostro aereo puntualissimo si solleva in volo alle 14.55 Bye Bye America!!!



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