Tra tesori gastronomici e tesori d’arte

Uno slow tour in Piemonte
scottifranca, 09 Set 2011
tra tesori gastronomici e tesori d'arte
In questa Italia che è una vera miniera di tesori nascosti, vi suggerisco un itinerario goloso tra Monferrato, Langhe e Roero. Non certo una novità per gli intenditori, ma una piacevole scoperta per chi non è ancora così esperto di viaggi. Tra una golosità e l’altra, non mancheranno scoperte d’arte e cultura Proprio al centro della regione Langhe, Roero e Monferrato sembrano terre benedette dai doni del cielo e della terra. Passeggiando in collina si comprendono bene: un microclima dolce, un terreno fertile e ricco di minerali, una grande passione di chi lavora per produrre frutti eccellenti. E i raccolti di uva, di nocciole, di verdure, l’allevamento di animali teneri e saporiti realizzano vini, formaggi, salumi memorabili, che si trasformano in proposte gastronomiche superbe.

Il paesaggio più tipico, immortalato da Pavese, è quello delle colline coltivate a vite, intervallate da frutteti e da boschi, dove si producono alcuni tra i migliori vini, esportati in tutto il mondo per la loro qualità. E, tra le colline, una grande varietà di paesaggi urbani: dalle cittadine di pianura, ai villaggi posti in alto, dagli insediamenti rurali sparsi nella campagna, ai castelli medievali, dalle chiese romaniche, alle fattorie isolate, alle piazze panoramiche che si aprono un po’ ovunque. Tra castelli e casali, campanili pittoreschi, palazzi di mattoni rossi e affreschi popolari si trovano trattorie di campagna e chef stellati.

Il Monferrato si distende prevalentemente tra le province di Alessandria e Asti. Una tappa da non perdere nel nostro itinerario goloso é il ristorante “Donatella” a Oviglio, in provincia di Alessandria, una sosta da stella Michelin. Nei locali della vecchia canonica, ai piedi dell’antico campanile, travi al soffitto per un locale dall’accoglienza calda e luminosa. Tra le specialità della casa il “tonno di coniglio” servito con insalata di frutta secca, robiola di Roccaverano e ovetto di quaglia, i “rabaton” o malfatti alla ricotta ed erbe, tipici del Monferrato, stinco di vitello in casseruola, cassatina di frutta secca e sorbetto di lamponi. In cucina il giovane chef Mauro Bellotti, che nel 2008 ha conquistato la sua prima stella Michelin. www.ristorantedonatella.it

Le Langhe sono ormai note a livello mondiale: tartufi e vini sono i gioielli di questa terra e poi carni tenerissime, formaggi dal sapore di paglia e fieno, salumi crudi e cotti, acciughe e verdure, salsine e risotti. Una caratteristica della cucina piemontese sono gli antipasti, l’impiego notevole del burro, il consumo di verdure crude, l’uso del sanato, vitello del Piemonte di pochi mesi nutrito con solo latte e l’uso molto esteso dei tartufi. E per finire trofei di pasticceria impastata con le nocciole, con il cioccolato, con lo zabaglione, con le creme. Insomma un paradiso per occhi e palato. Oltre ai sapori, si possono scoprire storia e segreti della gastronomia.

Wi.Mu è un gioiello appena aperto nel 2010, il primo museo interattivo del vino: lo scenario architettonico è il castello dei marchesi Falletti, che nell’Ottocento lo elessero a residenza di campagna. Tra gli abituali ospiti, lo scrittore e patriota Silvio Pellico, tra i grandi protagonisti del Risorgimento italiano, che qui fu bibliotecario e di cui è conservata intatta la camera-studio. Nelle sale del Castello un percorso firmato dall’architetto François Confino per celebrare il vino in tutte le sue rappresentazioni. www.wimubarolo.it Dalla terrazza, al tramonto, vista spettacolare sulle colline e i castelli delle Langhe. Dentro, un percorso intrigante che dalla terrazza scende giù, con giochi di luce e pannelli, attraversando il racconto del vino, dai primi scopritori nell’area mesopotamica alle popolazioni mediterranee, al periodo delle Crociate, alla scoperta del Nuovo Continente, ai grandi vini di oggi. Tra tutti il Barolo, vino D.O.C.G., Re dei vini e vino dei Re, divenuto nell’Ottocento vino ufficiale della Corte dei Savoia e oggi fra i più prestigiosi ambasciatori internazionali del made in Italy, prodotto in undici comuni della zona di Barolo, in provincia di Cuneo. Deve avere un invecchiamento obbligatorio di 3 anni, dei quali due in botti di rovere, con gradazione alcoolica minima di 13°. Tra tutte, sono eccellenti le bottiglie di grande Barolo prodotte dalle aziende Ceretto di San Cassiano di Alba, che dominano le Langhe, non solo con filari ordinatissimi, ma anche con architetture aeree e audaci: “L’acino” é una grande bolla ovale appoggiata su una piattaforma di rovere, sospesa tra le vigne ed inserita armoniosamente nell’ambiente circostante, dove “degustare il vino degustando il panorama”. www.ceretto.it

Tra una golosità e l’altra, non mancheranno scoperte d’arte e cultura. Saluzzo, distesa su una collina che si affaccia sulla valle Po e ha come sfondo il Monviso, è una delle più affascinanti città del Piemonte, capitale per quattro secoli di un marchesato indipendente, che ha conservato, stretta nel circuito delle antiche mura, le caratteristiche architettoniche ed urbanistiche di diverse epoche. La cucina saluzzese è quanto mai variegata: prodotti freschi e genuini, piatti semplici della tradizione, una ricca serie di antipasti, celebrati da una sagra che si svolge nella frazione Via dei Romani, tra la fine di luglio e i primi di agosto, gustosi primi piatti ed eccellenti carni, fiore all’occhiello della zootecnia di queste parti. In tutti i menù è presente un’ottima scelta di blasonati formaggi delle vicine valli, come il Castelmagno D.o.p, il “toumin dal Mel”, il Nostrale, la Toma d’Elva www.saluzzoturistica.it Una tappa davvero originale sarà qui il Baladin Café, dove Teo Musso propone birre artigianali di grande qualità: sette tipologie differenti, tutte rifermentate in bottiglia, dai profumi intensi e speziati, come zenzero, banana e marzapane, frutta secca e prugne, cacao e caffè. (baladincafe@gmail.com) Un vero tesoro artistico è anche il Castello della Manta, proprietà del Fai. Struttura fortificata con torri quadrate agli angoli, chiusa da mura turrite, grazie all’intervento di Valerano di Saluzzo, signore colto e raffinato, nel XV secolo il Castello della Manta si trasforma in una corte rinascimentale e si veste di splendidi affreschi, considerati fra i più importanti documenti pittorici del tardo-gotico piemontese. Fra questi spiccano nella “Sala Baronale” le nove figure di “Eroi” e altrettante “Eroine” e la pittura a fresco che raffigura la “Fontana della giovinezza”. (faimanta@fondoambiente.it – www.fondoambiente.it)

Info: Consigli di viaggio Consorzio Turistico Langhe Roero Monferrato, info@turismodoc.it, www.tartufoevino.it, www.alexala.it, www.langheroerobooking.it



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