La Pasqua ad Ascoli Piceno è all’insegna di una curiosa tradizione a base di… uova sode!

Manuela Titta, 23 Mar 2024
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Ascoli Piceno è la città che vanta una bellezza urbanistica e architettonica che lascia sbalorditi: dalla magnifica Piazza del Popolo, ai ponti romani, alla magnificenza delle sue chiese, in un susseguirsi di scorci e meraviglie da percorrere tra le ruette, le piccole strade del centro storico. Ma Ascoli è anche la città delle eccellenze gastronomiche perchè l’Oliva Ascolana del Piceno DOP ha conquistato l’Italia intera e non solo. Questo straordinario finger food è quanto di più semplice, ma allo stesso tempo sofisticato, esempio di cibo da strada che ci possa essere: in ogni angolo, la città offre ai suoi visitatori, ma anche agli stessi ascolani, un cartoccio di olive calde, fragranti e profumatissime. Ascoli città della Quintana, straordinaria rievocazione storica estiva, che da decenni vede il centro storico tuffarsi nel medioevo: i turisti incantati dal corteo e dalla giostra rimangono affascinati dalla raffinatezza dei costumi, dalle performance degli sbandieratori e dal fascino dei cavalieri in gara.

Amore per la città e per il suo territorio

ascoli piceno

Ma è tempo di Pasqua e Ascoli Piceno freme per un appuntamento imperdibile: il Campionato mondiale di “Scuccetta”. Il Lunedì dell’Angelo, Piazza Arringo, la piazza del duomo di Ascoli intitolato a Sant’Emidio, si riempie di gente in attesa del rito laico: a ridosso del suo storico negozio, troviamo Nazzareno Migliori, artefice di questa iniziativa, nell’intento di allestire i tavoli per la gara. Il colpo d’occhio non lascia spazio a dubbi, protagonista assoluto della mattinata è l’uovo sodo: c’è uno schieramento impressionante di uova, pronte per la gara!

Migliori è conosciuto da tutti come Zé lu pollare, è uno dei commercianti storici della città: con la sua attività ha fortemente caratterizzato la gastronomia ascolana che, in lui, ha visto concretizzarsi la valorizzazione dei prodotti locali. Zé nasce in una famiglia che si occupa di commercio alimentare e fin da piccolissimo si ritrova nel mercato cittadino, cuore del centro storico, a vendere le uova. Negli anni ‘50 apre la polleria in centro ed è l’inizio di una storia dove la gastronomia si intreccia con la storia della città, perché lui riesce a cavalcare i cambiamenti nel corso dei decenni.

Zé è un meraviglioso interprete, un artigiano che ha plasmato il cibo, facendone un simbolo delle tradizioni ed è solo a lui che dobbiamo questo particolare campionato, che rievoca le usanze del passato. Nelle campagne, le festività erano occasione di convivialità e pasti più ricchi: soprattutto dopo il periodo di quaresima, la Pasqua diventava il momento per festeggiare con i prodotti più preziosi, come la carne, e le preparazioni più elaborate: basti pensare alla pizza con il formaggio o ai piconi che sono ricchi di pecorino.

È proprio in questo contesto che le uova di gallina diventano protagoniste assolute, per gioco, ma anche per arricchire la propria tavola. All’epoca non c’erano le uova di cioccolata, si avevano solo quelle di gallina: la sfida consisteva nel prendere un uovo sodo nel pugno della mano e sbatterlo contro quello dell’avversario: chi vinceva aveva diritto all’altro uovo.

Nel ricordo di un’antica economia contadina, quando vincere un uovo significava avere un pasto in più

uova sode

Zé spiega che questo è un gioco molto antico: mentre fervono i preparativi, lui, da bravo padrone di casa, racconta come sia stato gratificante riproporre questa usanza. Da più di trent’anni la Scuccetta è l’appuntamento del Lunedì di Pasqua, per la gioia di grandi e bambini: ascolani e turisti si avvicinano per questa gara, con una buona dose di competizione e allegria. La Scuccetta implica strategia, molti ascolani si concedono un po’ di allenamento durante l’anno e tutti in città conoscono qualche segreto: ’’scocciare” fra loro due uova sode non è cosa banale.

L’attenta scelta dell’uovo potrebbe essere la prima mossa vincente: se si ha la sensazione di trovare un uovo con un guscio più resistente, potremmo partire avvantaggiati. Poi si passa all’impugnatura: l’uovo è tenuto nella mano, che diventa una sorta di corazza, quasi come un’armatura che difende un cavaliere medievale.

Alla gara si accede liberamente, basta avvicinarsi e chiedere di partecipare: le persone si mettono in fila e aspettano di poter competere in questa avvincente gara. Si sprigiona una autentica ondata di buonumore, tra il tifo delle persone, la sorpresa e la gioia dei vincitori che mano mano vanno avanti nella competizione, tenendo tra le mani l’uovo che potrebbe battere tutti!



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