Weekend ad Atene
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21 Giugno 2019 venerdì
Il volo serale parte con un’ora di ritardo e, causa il fuso orario, atterriamo ad Atene che è l’una. Solerti ci dirigiamo fuori dalla stazione e troviamo quasi subito, a destra, la fermata del bus X95, che porta in centro, capolinea piazza Sindagma. Il pullman giunge quasi subito e fortunatamente riusciamo a salire fra i primi. Faccio in tempo ad ottenere i biglietti a bordo, mentre lo stesso non accadrà per le persone che faranno la stessa richiesta una volta salito il controllore; vanno acquistati a terra. L’autista abbastanza infastidito sibila fra i denti che non da resto, quindi se voglio i biglietti gli devo procurare 12,00 euro contati. Riusciamo a raggranellare la cifra, mentre si sta formando una considerevole coda, e parecchia gente rimarrà a terra: qualche persona ha preso posto in piedi al centro del corridoio prima che il controllore, obliterati i biglietti, sancisca la partenza. Chi c’è, c’è e gli altri aspetteranno il prossimo bus: ragioni di sicurezza. Il viaggio dura circa tre quarti d’ora, in una città ancora viva anche se il traffico è decisamente ridotto, e dopo una decina di fermate si arresta nella piazza principale di Atene. La notte è calda e piazza Omonia dista circa un chilometro e mezzo: decidiamo di andare a piedi, percorrendo il largo e illuminatissimo viale Stadiou. La cosa che più mi sorprende è la presenza costante, in mezzo alle siepi o negli androni dei negozi, di una moltitudine di diseredati che dormono all’addiaccio su giacigli di fortuna; uno di essi parla amorevolmente con una coppia di micini che ha adottato, ed ai quali ha preparato un giaciglio che sicuramente è più confortevole del suo. La strada è ancora parecchio trafficata di gente che passeggia tranquillamente senza problemi; noto che spostandoci dal centro la città diventa più sporca, ostaggio dei graffitari. Ad un certo punto fermo una coppia di ragazze, chiedo dell’hotel ed una di esse mi dà indicazioni:
– prendi l’altro lato della strada e vai diritto, dopo via 28 Ottobre trovi la stazione della Metro e sei arrivato. Meno di cinquecento metri.
– grazie mille !
– you are welcome !
Giunti in piazza non trovo l’hotel, o meglio, lo supero. Qui una serie di traverse laterali buie e sporche non da una buona impressione della zona, ed i senzatetto appaiono ancora più malandati. Per non rischiare giri a vuoto (sono ormai le tre) chiedo lumi a due prostitute che sostano alla fermata di un autobus ed una di esse, che sta sorbendo un caffè shakerato, si presta ad accompagnarci:
– è lì dietro, e sono stufa di stare seduta, due passi non mi faranno male!
Facciamo giusto 50 metri e siamo sotto l’insegna.
– da dove venite?
– Italia
– Oh, io sono stata a Bologna, bella l’Italia!
– Grazie tante, e buona notte (e che il Ciel t’aiuti).
22 Giugno sabato
Alle otto e mezza circa siamo pronti per uscire. Abbiamo avuto al terzo piano una spaziosa e linda camera tripla con un comodo letto matrimoniale, bagno essenziale ma pulitissimo anch’esso, dotazione di frigorifero e bollitore con set di caffè e thè. La presenza dell’ascensore non guasta di sicuro. Albergo datato, ma 50,00 euro a notte li vale tutti. La zona, nonostante sia presso che in centro, non si presenta molto bene, ma non si avverte alcuna sensazione di pericolo (personalissima opinione). All’uscita dall’hotel siamo in un vicolo pedonale ad un passo dalla Metro, punteggiato da molteplici locali ed elegantissime pasticcerie. Facciamo colazione con un buon caffè e pasticcini; purtroppo il cappuccino è una faccenda strettamente italiana, e all’estero diventa un problema berne uno con grazia: l’aggettivo “tiepido” o “worm” che sia non trova riscontro, e la povera Rita si ritrova fra le mani un meteorite ustionante che riuscirà a sorbire dopo un quarto d’ora! Prezzi onestissimi, comunque.
La temperatura è calda ma ancora sopportabile, e ci dirigiamo verso piazza Sindagma a piedi, facendo a ritroso il percorso di questa notte. Noto immediatamente che attraversata la strada si entra in un’ altra zona, decisamente più linda e, se vogliamo, signorile, con uno sproposito di negozi di qualità. Raggiunta la piazza guardo l’orologio, che segna le dieci meno otto minuti, e quindi ci prepariamo ad assistere al cambio della guardia, obsoleto fin che vuoi ma sempre caratteristico di una tradizione che ancora regge. I due militi sono naturalmente immobili e marmorei come statue, mentre un sottufficiale in mimetica percorre diametralmente in continuazione da destra a sinistra l’area antistante l’altare, con lo stile e lo sguardo feroce del mastino. Sono le dieci meno qualche minuto e, tolto un fazzoletto di tasca, asciuga il sudore che imperla la fronte delle due statue, mentre un’orda di koreani vocianti invade l’area antistante apprestandosi a produrre ogni sorta di foto ricordo. Una coppia ha l’impudenza di avvicinarsi ad uno dei soldati per un selfie, ma l’aitante guardiano con due balzi si para loro davanti e li fulmina con un “don’ t cross the border line” che echeggia in tutta la piazza, quindi si pone a baluardo insormontabile, a gambe divaricate e braccia sui fianchi, petto in fuori e basco azzurro calato sulle ventitre in attesa del cambio che sta sopraggiungendo. Un personaggio. Altri urlacci per fare sgomberare il corridoio di accesso, e quindi assistiamo allo spettacolo del cambio della guardia, con la sua mimica unica al mondo ed il tonfo al suolo dei pesanti zoccoli chiodati che sprigionano scintille all’impatto con il granito. Terminato lo show aggiriamo la piazza e nella via parallela posteriore passiamo davanti al Palazzo del Parlamento ed i Giardini Nazionali. Oltrepassato il teatro, in fondo alla via, ci dirigiamo, costeggiando il tempio di Zeus Olimpo, presso l’ufficio di Key Tours a prelevare i biglietti per la visita all’Acropoli di domani (20,00 €), prenotata su internet per evitare la probabilissima coda alla biglietteria. Con il senno del poi, dico che l’euro del costo della commissione è stato certamente ben speso. Comincia a far caldo, e raggiungiamo i vicoletti della Plaka, il caratteristico quartiere sotto l’Acropoli pieno di negozi e locali, dove girovaghiamo per circa un’oretta. All’ora di pranzo prendiamo una salita che ci conduce alla base del muraglione di contenimento dell’Acropoli, dove ci fermiamo a pranzo alla taverna “Sphaia”. Il locale, come del resto tutti i suoi simili in questa zona, è turistico, colmo di comitive, ed il pasto si rivela senza infamia e senza lode. Un assortimento di antipasti ed una bella birra rinfrescante a 26,10 euro per due persone. Buono e onesto, nulla di più.
Il caldo ora è opprimente, e passiamo in camera le prime ore del pomeriggio, per dirigerci alle 16,00 al Museo Archeologico Nazionale, che dista dieci minuti a piedi percorrendo via 28 ottobre, adiacente l’hotel. Per 10,00 euro di ottiene una visita di incomparabile bellezza, che raggiunge i toni più elevati nelle statue bronzee del fantino-fanciullo, di Poseidone (o Zeus) e l’Efebo di Anticitera. Semplicemente eccezionale la sala delle opere inestimabili, dove, fra l’altro, potete sentire la fragranza dei profumi di duemila anni fa. Due ore semplicemente volate via in un soffio, una tappa obbligata. La sera ceniamo, su consiglio dello staff dell’hotel, al dirimpettaio “the old Omonia”, dove gustiamo i piatti tipici della gastronomia greca (Moussaka, bruschette con Tzatziki, olive e feta, con una bottiglia di “Retsina”. Porzioni abbondantissime, e 28,00 euro il conto.
Dopo cena prendiamo la vicina metro (1,40 €) e raggiungiamo piazza Sindagma, dove girovaghiamo per circa mezz’ora lungo la via principale (Ermou), quindi rientriamo.
23 Giugno domenica
Facciamo colazione alla mega-pasticceria che fa angolo (Venetis) quindi con la metro raggiungiamo l’Acropoli (terza fermata): usciti in superficie troviamo la biglietteria del parco archeologico dopo circa cinquanta metri. Passiamo direttamente alle barriere, mentre agli sportelli si sta già formando una cospicua coda; sono le otto e mezzo e forse dovevamo muoverci prima. La strada si inerpica, e transitiamo davanti al teatro di Dionisio per trovarci al tempio di Atena Nike che segna il punto di accesso alla spianata. Usciti dalle colonne il Partenone si staglia maestoso di fronte di noi, prospettiva rovinata però da impalcature e dalla presenza di gru a torre necessarie alle cure del caso. Poco male, raggiungiamo la parte posteriore e ci piazziamo sul belvedere, dove possiamo scattare le nostre foto e godere del bel panorama sottostante e le colline di Filopappo, alle nostre spalle, e il Licabetto di fronte. La visita è ancora piacevole, ma di minuto in minuto una fiumana di gente invade tutti gli spazi. Facciamo il giro del tempio lungo il parapetto e visitiamo l’Eretteo, dalla parte opposta, poi decidiamo di scendere: la densità di persone per metro quadro raggiunge livelli da incubo. Con non qualche difficoltà raggiungiamo l’uscita, e prendiamo la direzione dell’agorà (tralasciamo la visita al museo), lungo una discesa in ombra. Alcuni gatti ed una enorme tartaruga si rilassano sotto le fronde. Quasi alla fine del percorso ci imbattiamo in una taverna, piazzata strategicamente, e facciamo una sosta per berci un rinfrescante caffè shakerato. La taverna si chiama Cafè Neion.
A questo punto sbuchiamo nel caratteristico quartiere di Mosnastiraki.e ci fermiamo ad una bancarella dove un quadretto dipinto a mano nel quale troneggia il Partenone ha catturato la nostra attenzione. Le chiare origini asiatiche della signora ci fanno soffermare qualche minuto a decantare le bellezze del suo Vietnam che abbiamo visitato due anni or sono. Proseguiamo costeggiando una lunga serie di locali e, superato il ponte della ferrovia, raggiungiamo l’ingresso dell’Agorà (8,00 euro). Il sito è molto bello, anche se scarno, ma ciò che resta merita un plauso: il tempio di Efesto (molto ben conservato) in cima alla collina e la chiesa dei SS Apostoli (di epoca Bizantina) quasi completamente restaurata. Molto interessante il museo collocato nella ricostruita Stoà meridionale, che funge anche da deposito di una moltitudine di reperti non esposti al pubblico. Terminata la visita gironzoliamo per il quartiere, ritrovandoci per caso in una piazza dove si tiene il domenicale mercato delle pulci. Tanta mercanzia, anche di buon pregio, soprattutto roba vecchia, dai mobili ai ricami, agli oggetti ornamentali. Acquistiamo per ricordo una vecchia federa finemente ricamata con la prospettiva di trasformarla in un cuscino per il nostro divano. Si è fatta l’ora di pranzo, e facciamo spesa in una panetteria consumando il frugale pasto sotto le fronde degli alberi di piazza Sindagma, poi, scendendo lungo la verticale di via Ermou, ci fermiamo ad un tavolino sul marciapiedi, in ombra, a rinfrescarci con una buona birra, prima di rientrare in hotel causa il caldo. Trascorse un paio d’ore, percorrendo la strada di fronte all’hotel (via Athinas) in meno di dieci minuti siamo di nuovo a Monastiraki per visitare le rovine della biblioteca di Adriano, dall’esterno della cancellata che la cinge su due lati (non ha assolutamente senso acquistare il ben che modico biglietto) e arriviamo in fondo alla via, dove i locali assumono chiaramente i connotati di “per residenti” piuttosto che “per turisti”. Visitiamo un altro mercatino, ben più ridotto e scarno di quello visto in mattinata, e quindi ci prepariamo per la cena. Siamo stanchi, e torniamo al “Old Omonia” per assaggiare un tris di salse (formaggio, melanzane e cetrioli) ed il souvlaki, lo spiedino di carne. Porzioni esagerate per finire in bellezza. Costo 32,00 euro con una birra extra.
24 Giugno lunedì
Il volo è alle 9,40 quindi decidiamo la partenza per le 7,30: due ore con la metro, senza il traffico, saranno sicuramente sufficienti per giungere all’aeroporto nei tempi previsti. Lasciamo l’hotel alle 7,00 dopo aver pagato un euro e cinquanta a titolo di tassa di soggiorno, e facciamo colazione prima di scendere nella metro per acquistare i biglietti per l’aeroporto, che costano 10.00 euro a persona. Le indicazioni alla biglietteria automatica sono molto chiare e per giunta pure in italiano, quindi se vuoi fare il furbo lo fai a tuo rischio e pericolo (70,00 euro la multa). Dopo due fermate si cambia alla stazione di Sindagma e si prende la linea per l’aeroporto, che è chiaramente segnalata. La cosa che uno non si aspetta è che le corse non sono continue, ma con cadenza di mezz’ora una dall’altra; si arriva al capolinea a quattro fermate dall’aeroporto, e lì si aspetta l’arrivo delle carrozze dirette, che sono appositamente identificate dal logo di un aereo sulle porte. Noi abbiamo aspettato venti minuti buoni, e abbiamo dovuto correre per giungere in orario al check-in.
Praticamente funziona così: alla stazione Sindagma puoi aspettare il convoglio diretto (ipotesi migliore), oppure salire sul primo che passa e raggiungere il capolinea, che è la quart’ultima fermata. Una volta giunti qui, il macchinista spegne le luci, scarica tutti e va al deposito. Dopo il tempo che è segnalato sull’apposito indicatore luminoso giunge il treno diretto, carica e percorre le ultime tre fermate in superficie, a cielo aperto, fino al terminal dell’aeroporto. Qui facciamo una bella gita su una serie interminabile di tappeti rotolanti e finalmente giungiamo al terminal per fare il check-in all’ultimo minuto.
Conclusioni:
Per noi è stato un ripasso, dopo più di trent’anni, e quindi due giorni pieni sono sufficienti a vedere i simboli di una città che conserva sempre un suo fascino (la storia), anche se architettonicamente ed urbanisticamente c’è di meglio. La città si visita tranquillamente in lungo ed in largo usufruendo di una efficientissima e modernissima metropolitana (tre linee), pure economica. Con lo stesso biglietto si possono utilizzare anche i mezzi di superficie. La corsa singola ha validità novanta minuti (1,40 €) e c’ è pure la tariffa giornaliera, conveniente se si utilizzano più di cinque corse. Mi sembra che esista anche una tariffa per tre giorni. La corsa centro – aeroporto costa 10,00 euro con la metro, e 6,00 con il bus. Ristoranti turistici, taverne e bar praticano prezzi onesti; non posso esprimermi sui locali qualitativamente eccelsi. Sebbene alcuni residenti ci abbiano allertato sulla presenza di borseggiatori, nella zona centrale di Atene non si percepisce pericolo anche nelle ore notturne.
A livello sociale invece emergono non poche perplessità: la cura imposta dai potenti del mondo è stata devastante. Al di là dei prezzi delle attrazioni turistiche e dei servizi, che sono raddoppiati, il vero problema si evidenzia nelle fasce più basse della popolazione. La zona del Parlamento è presidiata costantemente dai reparti antisommossa, dato che le manifestazioni confluiscono tutte in piazza Sindagma. Ogni 500 metri circa è parcheggiato un pullman con le protezioni anti guerriglia urbana nel quale stazionano gli agenti con il loro equipaggiamento. Evidentemente è gente con le mani pesanti, perché, nonostante la presenza di una moltitudine di disperati, non siamo mai stati oggetto e non abbiamo mai constatato tentativi di approccio o contatti da parte di questi diseredati. Un connazionale considerava che questa situazione non si differenzia di molto da ciò che si tocca con mano a Milano o a Roma, ma episodi di estremo degrado purtroppo ne abbiamo contati parecchi.