Valencia in quattro giorni
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1° giorno
Si è pensato di trascorrere i giorni a cavallo dell’Epifania a Valencia (dalle previsioni meteo giorni quasi primaverili). Volo Ryanair da Orio al Serio per Valencia (andata e ritorno, compresi i balzelli per la priorità e la prenotazione del posto, costo € 219,00 in due). Si parte quasi in orario e arrivo puntuale alle 11:00. Avendo i bagagli a bordo non perdiamo tempo e appena di fronte l’uscita dell’aerostazione troviamo la fermata del bus n° 150 che al costo di € 1,45 a testa ci porta in poco meno di un’ora in centro città. Scendiamo alla fermata nei pressi del Mercato centrale. A piedi, in dieci minuti raggiungiamo il nostro hotel, Casual Valencia del Cine, che si trova in una via pedonale parallela alla Piazza dell’Ayuntamento (in pieno centro città). La camera non è ancora disponibile e, quindi, lasciamo i bagagli e ci avviamo alla scoperta di Valencia. Prima di ogni cosa ci rechiamo dal Ristorante Navarro, ad appena 50 metri dall’hotel, per sapere se è disponibile per il giorno dopo a pranzo (l’avevamo visto su tripadvisor e ci aveva entusiasmato). Ci dicono che all’interno è tutto prenotato ed è possibile solo all’esterno. Convinti della scelta accettiamo (vogliamo festeggiare al meglio il compleanno di mia moglie). Ora il primo obiettivo è il Mercato centrale (peraltro vicino all’hotel). Esternamente è molto bello, decorato con maioliche colorate. L’interno, molto grande e in stile liberty, è un insieme ordinato di esercizi alimentari di tutti i tipi, uno spettacolo. Si trova di tutto. Particolari sono i banchi del pesce con varietà diverse dalle nostre. Al centro troviamo un bellissimo presepe che fortunatamente non hanno ancora smontato. Usciamo dal mercato e visitiamo la zona circostante dove si trovano la Loggia della seta e la Chiesa di San Giovanni che vediamo solo dall’esterno. Torniamo in hotel e facciamo il check-in per la camera (tutto il personale parla italiano). L’hotel è un po’ particolare perché tutti gli ambienti sono a tema di film e cartoni famosi. A noi capita la camera con i personaggi di “Cattivissimo me”, divertente. Facciamo quattro conti con i tempi e capiamo che possiamo ancora visitare qualcosa perché dalle 17:30 in poi la città sarà occupata dalla “Cabalgada de los reyes (cavalcata dei re)”, una festa tipica spagnola che prevede una sfilata di carri a tema per bambini da dove vengono lanciate una infinità di caramelle verso la popolazione. Andiamo così verso il centro, in Plaza de la Reina e ci rechiamo alla Horchateria di Santa Catalina, un famoso locale di Valencia. È un locale retrò con bellissimi rivestimenti di maioliche colorate. Ordiniamo l’horchata, tipica bevanda locale estratta da un tubero chiamato “chufa” dal gusto particolare. L’accompagniamo con dolcetti a forma di sfilatino, anch’essi tipici (è un locale che bisogna visitare). Usciti dal locale andiamo verso la cattedrale che si trova a pochi metri. Entriamo e ci dicono che per visitarla con l’audioguida ci vuole circa un’ora. Decidiamo di fare la visita ora prendendo due biglietti e un’audioguida (€ 13,50 in due). La visita prevede la visita della cattedrale, del museo e della Cappella del Santo Gral (si dice sia quello usato da Gesù nell’ultima cena). L’interno è molto bello e avere l’audioguida è importante per conoscerla. In effetti in meno di un’ora riusciamo a visitarla. Uscendo ci rechiamo nella piazza opposta all’ingresso, Plaza del la Virgin da dove è possibile ammirare la maestosità della cattedrale. C’è la porta degli Apostoli le cui statue originali sono conservate all’interno, nel museo. Dall’abside un ponte sospeso coperto la collega con il Palazzo Vescovile mentre un altro ponte la collega con la Basilica della madre di Dio. Da lontano si può notare meglio la Torre del Miguelete, la torre campanaria della Cattedrale di forma ottagonale. Bella la piazza con al centro la Fontana del Turia (il fiume che bagna Valencia) la cui figura distesa al centro rappresenta proprio il fiume Turia mentre le otto figure femminili rappresentano i canali affluenti del fiume Turia. A questo punto, vista l’ora, ci dirigiamo verso Plaza dell’Ayuntamiento per assistere alla sfilata. Lungo tutto il tratto la popolazione si è già posizionata per prendere i posti migliori (sono collocate file di sedie di plastica il cui posto può essere noleggiato a costi modesti). Noi proseguiamo e ci piazziamo al centro della Plaza dell’Ayuntamiento, sopra il bordo della fontana, da dove si gode di una buona visuale. Da questo punto si può vedere anche il maxi schermo e il Palazzo del Municipio dove dalla terrazza alcuni giovani artisti cantano brani spagnoli per bambini in attesa dell’arrivo dei carri. È uno spettacolo. La sfilata parte dal Plaza de la Mar alle 17:00 circa e l’arrivo in piazza del primo carro, dove si conclude, è previsto alle 19:00, e così è. È una sfilata continua con carri a vari temi. Sflilano anche personaggi in maschera e saltimbanchi. Dopo una interminabile sfilata, finalmente arrivano gli ultimi tre carri dove ognuno porta i tre magi Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. Con il loro arrivo si chiude la festa. Ora dobbiamo raggiungere il ristorante Bocadella Tapas (che avevamo prenotato già dall’Italia) ma è un problema perché le strade sono chiuse e i mezzi pubblici non passano. Decidiamo di andare a piedi anche se la distanza non è poca (poco più di 2 km). Arriviamo un pò stanchi. È un locale piccolo gestito da una famiglia italiana specializzato in tapas (si mangiano solo tapas). Ci accoglie la padrona di casa e un giovane e simpatico cameriere italiano che ci mette subito a nostro agio. Dopo avere chiacchierato e scherzato un po’, su consiglio del ragazzo, ordiniamo una sangria, pezzetti di pollo in pastella e una porzione di butifarra (la tipica salsiccia locale) che basta e avanza per due (il ragazzo non immaginava che la finissimo tutta). Tutto molto buono. Conosciamo anche il titolare che ci spiega come ha fatto la sangria che abbiamo bevuto (buonissima). Soddisfatti (anche il costo di 22€ in due) salutiamo e il titolare è così gentile che ci accompagna alla fermata dell’autobus. È un locale carino, piccolo, e non fatevi ingannare dalle apparenze. Con il bus raggiungiamo i pressi di Plaza dell’Ayuntamiento e da lì l’hotel, soddisfatti della giornata trascorsa.
2° giorno
Facciamo colazione al piano terra, abbastanza ricca e variegata dove l’unico neo è il cappuccino non all’altezza dei nostri italiani, ma va bene lo stesso. Il programma del giorno prevede la visita della città vecchia (ciudad vella). Iniziamo dalla Stazione del Nord, che si trova a 100 metri dall’hotel, in stile liberty, interni in ferro e legno con applicazione di maioliche colorate. Accanto la stazione c’è Plaza de Toros con l’arena per le corride. Diamo solo un’occhiata all’esterno e poi ci dirigiamo verso il centro. Da Plaza de la Virgin ci incamminiamo verso una delle porte rimaste delle vecchie fortificazioni, sono le Torres de Quart, imponenti e massicce. Da uno dei due lati sono ancora presenti tratti delle vecchie mura. Torniamo indietro lungo Calle de caballeros, attraversiamo nuovamente Plaza de la Virgin e andiamo a vedere l’altra porta della città, Torres de Serranos. Anche questa si presenta imponente ma si riesce meglio ad apprezzarla perché ha davanti una ampia piazza al di là della strada. Al ritorno vediamo dall’esterno il Palazzo dell’Almudin (sede di un museo cittadino) e il Palazzo della Generalitat, bellissimo palazzo in stile tardo-gotico che ospita gli uffici delle istituzioni governative valenciane. Data l’ora torniamo in hotel per cambiarci e puntualissimi, alle 13,45, andiamo al Ristorante Navarro, prenotato il giorno prima. Ci fanno accomodare al tavolo fuori dove già sono presenti altri clienti negli altri tavoli. Fortunatamente la giornata è splendida con un sole che riscalda. Ci serve una delle padrone di casa, che parla italiano. Per stuzzicare l’appetito ci portano delle salsine (quella all’aglio super), olive e fette di pane. Poi come antipasti prendiamo una porzione di gamberi all’aglio e olio e peperoni e una porzione di calamaro alla piastra e verdure in pastella che dividiamo in due. Dopo arriva il piatto forte della casa: la paella valenciana, quella originale alla carne di pollo e coniglio, fantastica. Accompagniamo il tutto con una bottiglia di vino bianco “Naia 2017”. Manca solo il dolce e la signora è così gentile che ci invita ad aspettare qualche minuto perché all’interno si sta liberando un tavolo in modo da poter spegnere le candeline per il compleanno di mia moglie al coperto. Saliamo nella sala al piano primo e ordiniamo una torta di mele fatta da loro secondo una ricetta della nonna olandese (buonissima). Ad un certo punto abbassano le luci e portano la torta con le candeline accese, davvero carini. Pranzo davvero speciale che ha mantenuto le aspettative (al costo di 100€ in due). Questo locale merita tutto quanto si dice e si scrive di buono nelle recensioni. Tappa obbligata per mangiare come si deve a Valencia. Sazi e soddisfatti torniamo in hotel dove, con stupore e simpatia troviamo sul tavolo della camera una fetta di torta con candelina, gentile omaggio dell’hotel per il compleanno. Dopo un breve relax torniamo in centro a visitare il Barrio del Carmen, il quartiere più storico della città. Arriviamo fino a Plaza del Carmen dove c’è il Centro di Cultura Contemporanea. Si dice che in passato questo era il cuore pulsante della città, noi abbiamo notato molta meno gente che altrove. Serata splendida con temperatura gradevole che chiudiamo al Saint Martin’s Urban Iris, un pub sulla Carrer de l’Abadia de Sant Martí, la via che collega Plaza de la Reina a Plaza dell’Ayuntamiento. L’atmosfera è invitante ed è tipica da pub ma non confusionaria. Io prendo una birra irlandese Murphys, mia moglie una bevanda molto gustosa e dissetante, la “ladron de manzanas” fatta con alcool al 4,5% e 7 tipi di mele, buonissima. Ci rilassiamo bevendo e guardando gli schermi TV (trasmettono una partita del Barcellona). Torniamo in hotel e, prima di andare a letto, mangiamo la torta offerta dalla direzione.
3° giorno
È il giorno da dedicare alla Città delle arti e delle scienze, pensata e progettata dal famoso archietto valenciano Santiago Calatrava. Dopo la colazione in hotel si va alla fermata del bus 35 che ci porta a destinazione. Dalla fermata percorriamo circa cento metri per arrivare alla biglietteria. Nel parco gli edifici da visitare all’interno sono l’Oceanografico, il Museo delle Scienze e l’Hemisferic. Considerato che non basterebbe tutto il giorno per una visita completa optiamo per il biglietto combinato Acquario+Museo al costo di 69,40€. Si può fare il biglietto completo e decidere di visitare l’intero complesso in due giorni con l’avvertenza che ciò che è stato visitato il giorno prima non può essere rivisitato il giorno dopo. Cominciamo dall’acquario che si dice essere il più grande d’Europa. Nella planimetria che ci hanno dato sono segnati gli orari degli spettacoli al delfinario. Considerato che vogliamo impegnare la prima parte della giornata optiamo per lo spettacolo delle 11,20 anziché quello delle 16,00. L’acquario è diviso in sezioni a tema geografico (per oceani e mari diversi) che è meglio visitare secondo un percorso ordinato altrimenti si rischia di saltarne qualcuna. Entriamo, ritiriamo le audioguide e cominciamo il tour. Descrivere tutte le varietà di pesci e animali marini presenti sarebbe lungo ma c’è di tutto, compresi squali, beluga, leoni marini e tanto altro. Puntuali andiamo al delfinario per lo spettacolo. Divertenti le evoluzioni a ritmo di musica dei delfini ben diretti dagli istruttori. Finito lo spettacolo continuiamo la visita. Usciamo dall’acquario alle 14,30 per andare a visitare il Museo della Scienza “Principe Felipe” passando prima davanti l’Agorà, l’unico degli edifici ancora in fase di completamento. Il museo è una struttura enorme di forma avveniristica, somigliante ad uno scheletro di animale preistorico, circondata da un enorme bacino d’acqua. Al piano terra ci sono i servizi ed è accessibile liberamente. Le esposizioni cominciano dal primo piano e fino al terzo e si accede con il biglietto. Al terzo piano il museo diventa interattivo dove è possibile cimentarsi con test scientifici e pratici interessanti e divertenti. Infatti si dice che questo è l’unico museo al mondo dove è obbligatorio toccare. Finito col museo non ci resta che visitare dall’esterno gli altri padiglioni. L’Hemisferic, un planetario a forma di calotta dove si proiettano filmati a cui è possibile assistere pagando un biglietto. Ma l’edificio più spettacolare è il Palazzo delle arti Reina Sofia dalle forme particolari dove vengono rappresentate opere liriche e teatrali. Per tornare verso l’uscita percorriamo dall’interno l’Umbracle, una serra coperta da archi e vetri piena di varietà di palme e di altre varietà mediterranee per tutta la sua lunghezza (ben 320 metri), l’accesso è libero. Si sono fatte le 17,00 e la fermata del bus è proprio lì vicino e perciò prendiamo il primo disponibile per tornare al centro. Prima andiamo in hotel e chiediamo alla ragazza della reception se può prenotarci un locale da noi selezionato per la cena a base di paella de marisco (di mare). Purtroppo è chiuso per ferie e così lei ci consiglia un altro locale al porto “La Pepica” e un altro nei pressi della cattedrale, “Arroceria La Valenciana”. Per il primo bisogna telefonare alle 20,00 e vedere se c’è posto, per il secondo non serve prenotare. Vista l’ora usciamo di nuovo e ne approfittiamo per visitare la “Lonja del la seda” (mercato della seta) dichiarato patrimonio dell’Unesco. Il biglietto d’ingresso è 2€. In passato era il luogo dove venivano fatte le contrattazioni per il commercio della seta. È un edificio che dall’esterno ha l’aspetto di un castello con le merlature e le torri. L’edificio è composto da quattro parti e quella più rappresentativa è la sala delle colonne con al centro alte colonne e soffitto di volte a crociera. Di ritorno verso l’hotel di passaggio diamo un’occhiata al ristorante Arroceria La Valenciana e rimaniamo un po’ perplessi. Torniamo in hotel sperando di trovare buone notizie ma la ragazza ci dice che anche La Pepica è chiuso per ferie. Rassegnati decidiamo di provare l’Arroceria La Valenciana (affamati visto che abbiamo saltato il pranzo) e così ci dirigiamo verso la destinazione ignari che… mai rassegnazione si è rivelata perfetta. Entrati chiediamo un tavolo e il cameriere ci indica l’unico disponibile (fortunati). Ci servono un antipasto della casa e poi facciamo l’ordinazione. Chiediamo la paella de marisco e il cameriere ci dice che bisogna attendere almeno 40 minuti (se andate in qualche locale e vi portano la paella in breve tempo diffidate, i tempi di cottura sono tra 40 e 60 minuti). Per ingannare il tempo prendiamo un antipasto di crocchette di baccalà (fantastici) e un piatto di cozze (buonissime), il tutto accompagnato da una caraffa di un litro di sangria fatta artigianalmente come si deve. Arriva la paella e Rodrigo, il cameriere con cui abbiamo già fatto amicizia, ci spiega che bisogna mangiarla nella padella partendo dal bordo e verso il centro (la padella è sempre per due persone). Abbiamo mangiato la paella in altre zone della Spagna ma questa è assolutamente strepitosa, cotta e condita al punto giusto. Più stiamo nel locale è più ci rendiamo conto che l’impressione negativa avuta qualche ora prima era completamente sbagliata. Alla fine, come dessert, prendiamo una crema valenciana, che si differenzia da quella catalana perché non ha il caramello sopra (e devo ammettere che è più buona). Ci mettiamo a chiacchierare con Rodrigo che gentilmente ci fa conoscere lo chef e visitare la cucina dove preparano la paella. Con l’occasione lo chef ci spiega come la prepara e quale riso utilizza. Davvero simpatici. Chiediamo il conto (70€ in due compresa la meritata mancia). Salutiamo soddisfatti e dopo un breve giro in centro rientriamo in hotel.
4° giorno
Facciamo l’ultima colazione in hotel, lasciamo i bagagli e decidiamo di andare a vedere la spiaggia e il porto. Prendiamo nei pressi dell’hotel il bus 19 e, in venti minuti arriviamo a destinazione. Davanti ci troviamo una spiaggia estesa (per arrivare alla battigia bisogna camminare almeno 100 metri). La spiaggia è un tappeto e vediamo operatori alle prese con la pulizia (pensate siamo a gennaio e la curano come se fosse estate). La giornata è splendida e il colore del mare è perfettamente azzurro. Andiamo in direzione del porto e ci fermiamo a visitare l’area che è stata attrezzata nel 2007 per le regata dell’America’s Cup. L’edificio più rappresentativo è il “Veles e Vents”, costruito come sede dell’organizzazione. È struttura moderna composta da quattro piastre sovrapposte. Per tornare verso la città decidiamo di prendere la metro. Scendiamo, però, alla fermata prossima allo stadio Mestalla (quello del Valencia Calcio) perché è mia abitudine visitare, anche dall’esterno, gli stadi di importanti club calcistici. Certo non è il Bernabeu di Madrid ma ha un suo fascino (comunque è in fase di ultimazione il nuovo Mestalla che lo sostituirà). A piedi andiamo verso la città vecchia, attraversiamo il Pont de la Mar, il più vecchio ponte di Valencia che un tempo passava sopra il fiume Turia. La comunità di Valencia, circa 60 anni fa, per eliminare il problema delle inondazioni del fiume decise di deviarne il corso verso l’esterno della città. Sul luogo del vecchio letto fu costruita una fascia di giardini attrezzati. Oggi i ponti che una volta attraversavano il fiume attraversano i giardini. Decidiamo, strada facendo, di chiudere come abbiamo aperto e cioè andiamo di nuovo all’Horchateria di Santa Catalina. Prendiamo oltre che l’horchata una cioccolata (buonissima) con i churros. Torniamo in hotel, ci riposiamo una mezzoretta e poi ritiriamo i bagagli. Col bus 150 andiamo in aeroporto. La partenza è prevista per le 18,50 ma, visto che l’aereo è pieno, partiamo in anticipo. Arrivo a Orio al Serio alle 20,30. Ci vengono a prendere dal parcheggio con la navetta e ritirata l’auto torniamo a casa.
Brevi considerazioni
Valencia era stata una scelta di ripiego visto che nel periodo dell’Epifania per le altre destinazioni pensate (Edimburgo, Bruxelles, Amsterdam, Dublino, Porto) le previsioni meteo davano freddo e pioggia sicuri. Alla fine della, purtroppo, breve vacanza devo dire grazie alle previsioni meteo. Abbiamo scoperto una città splendida, accogliente, pulita, efficiente, ricca di tesori e gastronomicamente perfetta. Non avrei mai immaginato che Valencia potesse essere tutto questo. E se da di se tutto questo in inverno figuriamoci in estate grazie anche a quella splendida e chilometrica spiaggia che si perde a vista d’occhio. Grazie Valencia e spero di poter ritornare un giorno (magari d’estate).