Vacanza estiva in Umbria

Tra città, borghi, natura e buon cibo
Scritto da: 19Simone80
vacanza estiva in umbria
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Questa estate, causa anche il post Covid, abbiamo deciso di ri-scoprire il nostro Paese scegliendo l’Umbria come destinazione delle nostre vacanze. Faremo base a Perugia e gireremo ogni giorno per visitare questa splendida Regione situata nel centro della nostra penisola.

Scriverò un articolo per ogni itinerario fatto, in modo da far apprezzare i posti visitati e anche per non rendere un unico articolo dispersivo.

Il fatto di rimanere a fare le vacanze in Italia permette di visitare zone che non abbiamo mai visitato ed inoltre incentiva oltre al turismo interno, anche le economie locali che durante il lockdown hanno subito molti disagi.

Il nostro viaggio inizia dalla stazione di Milano Centrale con Frecciarossa diretto a Firenze, dove prenderemo poi il treno Regionale Veloce per Perugia. L’intero percorso non ha subito ritardi, siamo arrivati nel capoluogo umbro poco dopo le 16.

Raggiungiamo con il taxi La Casa di Aghi, un bellissimo e ampio appartamento situato a Strozzacapponi, paese facente parte del Comune di Perugia, a una decina di chilometri dalla città. Zona molto tranquilla e servita dai bus locali, inoltre è disponibile gratuitamente il parcheggio. Ottima ospitalità e cortesia, appartamento pulito e tenuto in buone condizioni, si hanno anche a disposizione prodotti da bagno, prodotti per la pulizia e anche l’occorrente per la colazione.

Dato che l’auto sarà disponibile solo da lunedì, domenica decidiamo di visitare Perugia utilizzando i bus.

Perugia

Perugia nella sua storia, fu centro etrusco e importante città medievale, è ricca di testimonianze storiche, monumenti ed è un polo culturale internazionale, l’Università degli Studi di Perugia (1308) risulta essere tra gli atenei più antichi d’Italia e del mondo.

Il centro storico di Perugia è costruito su un sistema di colline, formato da una sorta di acropoli e 5 antichi borghi medievali (Porta Sole, Porta Sant’Angelo, Porta S. Susanna, Porta Eburnea e Porta S. Pietro), il punto più alto della città – Porta Sole – è situato a circa 500 slm.

Perugia è circondata dal verde e ben collegata con il suo hinterland attraverso bus e minimetro, il costo del biglietto è di €1.50 e dura 70 minuti.

Nei pressi dell’Università per Stranieri di Perugia, fondata nel 1921 e situata nello storico Palazzo Gallenga Stuart (XVIII sec.) dal 1927, si trova l’imponente e massiccia Porta Augusta (III sec.) dalla quale si accede al centro storico cittadino.

Percorrendo le caratteristiche vie storiche perugine, si giunge a Piazza Danti dove si trova l’incompiuta facciata della Cattedrale di San Lorenzo (XV sec.), anche il lato posto su Piazza IV Novembre è rimasto incompiuto.

L’interno della Cattedrale è strutturata con un sistema di navate di altezza uniforme e volte riccamente affrescate.
Custodisce opere di un certo rilievo come la Madonna delle Grazie o il reliquiario del Santo Anello, quest’ultimo tra i più importanti capolavori orafi di epoca Rinascimentale.

Piazza IV Novembre è dominata dalla Fontana Maggiore (XIII sec.), composta da due vasche marmoree concentriche decorate con bassorilievi, si tratta di uno dei massimi esempi scultorei medievali italiani. Fu realizzata per celebrare l’arrivo dell’acqua nell’acropoli cittadina attraverso il nuovo acquedotto.

Sulla piazza si espone il gotico Palazzo dei Priori (XIII sec.), oggi sede del Municipio e della Galleria Nazionale dell’Umbria. Al suo interno si trovano ambienti di notevole interesse come ad esempio la Sala dei Notari o la Sala del Collegio del Cambio, che vanta affreschi del “Perugino” aiutato dell’allievo Raffaello.

Tra le “perle” che Perugia può vantare vi è l’affresco “Trinità e Santi” di Raffaello Sanzio.
L’opera di Raffaello fu completata dopo la sua morte da Pietro Vannucci, detto “Perugino“. L’affresco lo si può ammirare presso la Cappella di San Severo (XV sec.), risulta essere l’unica opera rimasta a Perugia fatta dal Sanzio.

Purtroppo nel corso dei secoli, l’opera nella parte superiore è stata danneggiata dall’umidità e nel corso degli anni ’70 è stato effetuato un cattivo restauro, per fortuna ha riguardato solo una “piccola parte”. La si denota guardando il Santo in bianco nella parte inferiore destra, dove il viso, parte della tunica e il libro tenuto in mano dal Santo hanno uno stile non proprio eccelso e sopraffino.

Nel 2020 ricorre il 500° anniversario dalla morte di Raffaello, un motivo in più per visitare questa straordinaria opera artistica.

Tra i luoghi più interessanti e particolari in città vi sono i sotterranei della Rocca Paolina (XVI sec.), costruita inglobando case, chiese e strade di un intero quartiere. Oggi  questi affascinanti e ampi sotterranei vengono utilizzati come centro espositivo.

Perugia è tutta da scoprire, ci sono innumerevoli luoghi da visitare, nell’articolo ho solo indicato quelli sicuramente da non perdere e anche qualche curiosità, ma ogni rione ha le sue bellezze.

A Perugia tutto ruota intorno al mondo del cioccolato. Ha infatti sede qui la Perugina e ogni anno si svolge la manifestazione Eurochocolate.

Nel centro storico di Perugia si trova lo shop ufficiale di Perugina, al suo interno raccoglie tutti i prodotti della nota azienda dolciaria locale. L’azienda invece si trova a circa 10 Km dalla città. Impossibile trovarsi a Perugia e non acquistare qualche prodotto “cioccolatoso”!

Tra i locali dove poter mangiare piatti tradizionali consiglio la catena Testone, qui si possono mangiare ottime Torte al Testo con diversi ripieni. La Torta al Testo, conosciuta anche come crescia, è una sorta di pane schiacciato ed imbottito con diverse farce.

Un altro locale dove poter gustare piatti tradizionali segnalo Osteria Pappabona. Locale molto carino, ordinato la Pinsa Crudo. La Pinsa è una focaccia tradizionale umbra e romana, veramente ottima e circa una decina di Pinse tra cui scegliere.

Dopo aver pianificato gli itinerari per la vacanza e aver visitato Perugia, la nostra prima meta è Gubbio, per poi dirigerci verso Città di Castello nel pomeriggio e fare ritorno a Perugia.

Gubbio

Gubbio mantiene inalterato il suo fascino medievale, è impossibile non rimanerne affascinati appena ci si arriva, sarà probabilmente anche per questo che è stata scelta per la serie Tv Don Matteo con Terence Hill.

A proposito Don Matteo, non lontano dall’ufficio informazioni turistiche di Gubbio, si trova infatti la Chiesa di San Giovanni (XIII sec.) con la sua facciata gotica in pietra calcarea e fiancheggiata dalla torre campanaria romanica, è stata scelta come parrocchia di Don Matteo per le prime 9 stagioni della serie Tv.

Gubbio è tra le città più antiche d’Italia, ne sono testimonianza le 7 Tavole Eugubine (III-I sec. a.C.), ora esposte presso il Museo Civico, che rappresentano il documento più importante dell’Italia di epoca preromana.

La città è legata anche ad uno degli episodi alla vita di San Francesco, rifugiatosi qui dopo essersi allontanato da Assisi. L’e L’episodio avvenuto a Gubbio è l’incontro del Santo con il lupo, avvenuto nei probabilmente nei dintorni della Chiesa di Santa Maria della Vittoria.

Nella ampia Piazza 40 Martiri sorge la monumentale Chiesa di San Francesco (1255) la cui facciata è rimasta incompiuta con portale gotico. La chiesa è stata edificata nel sito in cui sorgeva la dimora della Famiglia Spadalonga, che offrirono la loro ospitalità a Francesco. L’interno suddiviso in 3 navate con volte a croce, raccoglie tra le opere, 17 riquadri raffiguranti le “Storie della vita della Vergine”, eseguiti nei primi anni del XV secolo.

Nella cinta muraria della quale è stata in parte inglobata, si trova la Chiesa di San Domenico (XIII sec.), la più grande della città e dalla particolarità della facciata rimasta incompiuta. Il suo interno a croce latina a navata unica si trovano interessanti opere d’arte ed affreschi.

Camminando tra le ripide strade di Gubbio, dove si trovano negozi e ristoranti, si raggiunge Piazza Grande (1321) dove vi si affacciano Palazzo dei Consoli e Palazzo del Podestà. L’ampia piazza pensile costruita nel centro della città, luogo in cui confluiscono tutti i quartieri della città, è uno spazio molto scenografico che si proietta verso la campagna circostante.

Palazzo dei Consoli (1332-1348), antica sede del potere legislativo, dal 1909 è sede del Museo Civico che raccoglie collezioni sulla storia e la cultura locale, dalla preistoria al XX secolo. Di fronte ad esso si trova l’incompiuto Palazzo del Podestà (1349) in origine sede del capo del potere esecutivo, è l’attuale Municipio.

Proseguendo lungo la strada e prendendo la pendente Via F. Da Montefeltro, si raggiunge Palazzo Ducale (XV sec.) situato di fronte al Duomo di Gubbio. Ospita al suo interno il MAD (Museo d’Arte Palazzo Ducale) che comprende le antiche sale, i sotterranei con reperti e la Pinacoteca che raccoglie opere dal 1400 al 1700 di artisti umbri.

Il Duomo di Gubbio (XIII-XIV sec.), dedicato ai Santi Mariano e Giacomo, presenta interno gotico a navata unica dove si trovano opere di artisti eugubini e forensi del ‘500. Molto bella la barocca cappella del Santissimo Sacramento (XVI sec.) che si apre nel mezzo della parete destra.

Non molto lontano dalla Cattedrale, si trova una attrazione piuttosto curiosa, la Botte dei Canonici. Si tratta di una botte lignea dalle dimensioni extralarge, probabilmente la più grande d’Europa, costituita interamente da anelli in legno, senza l’ausilio di ferro o doghe metalliche. Fu costruita dai monaci locali intorno al 1500 ed è stata utilizzata per conservare il “sacro nettare” fino al 1928, conteneva 387 barili per un totale di oltre 20.000 litri di vino.

Città di Castello

Dopo aver visitato la bellissima Gubbio, ci dirigiamo verso Città di Castello che dista circa 45 minuti in auto.

Il centro storico di Città di Castello è protetto dall’antica e possente cinta muraria, si raggiunge Piazza Matteotti dove si trova Palazzo del Podestà (XIV sec.) dalla particolare facciata neoclassica che presenta un tetto con torre nel quale sono presenti un doppio orologio (uno per le ore e l’altro per i minuti) e sopra di essi un quadrante con la Rosa dei Venti.

Nella piazza si affaccia anche il bel Palazzo della Cassa di Risparmio di Città di Castello (1912), banca fondata nel 1855.

Nei pressi della Cattedrale si trova il Campanile Cilindrico (XI sec.), presenta una circonferenza di circa 7 metri ed altezza di circa 43 metri, è tra i campanili rotondi più alti d’Europa. E’ visitabile al suo interno, dalla cima si può godere di una particolare veduta aerea della città.

La Cattedrale (XV – XVI sec.), dedicata ai Santi Florido e Amanzio, presenta una facciata rimasta incompiuta.
Sotto la Cattedrale è possibile visitare la cripta (XI sec.) che conserva le reliquie dei Santi Patroni.

La cripta conserva anche una particolare statua, la Madonna Nera di Città di Castello, le cui particolarità stanno nel fatto che la Madonna indossa una tiara e tiene in braccio una piccola donna, a differenza delle tradizionali Madonne con bambino.

Nella piazza antistante la Cattedrale si trova la Torre Civica (XIV sec.), uno dei simboli della città, che nel corso dei secoli fu adibita anche come carcere.

Città di Castello non è enorme ma ha molte cose da visitare, qui ho indicato quelle secondo me più interessanti, non vi resta quindi che partire per l’Umbria e visitare questi luoghi.

Un posto dove gustare dei piatti tradizionali è da La Cresciamia a Gubbio.

La Crescia di Gubbio è una specie di pane azimo che nell’antichità si cuoceva sopra una lastra di pietra incandescente detto “panaro”. In seguito la lastra ha assunto una forma rotonda e in epoca più recente, il panaro in pietra è stato sostituito da un disco in lamiera spessa.

La crescia è ideale servita con affettati, carni o verdure.

Il locale è molto caratteristico e dal carattere antico, offre crescia servita in diverse farciture e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, ma è possibile ordinare anche altre pietanze dal menù.

Dopo aver visto la bellissima Gubbio e Città di Castello, il nostro secondo itinerario questa volta prevede anche un piccolo sconfinamento in Toscana, visiteremo infatti Cortona e il Lago Trasimeno, rientrando in Umbria.

Cortona, piccola escursione in Toscana

La visita di Cortona non era nei nostri programmi, ma avendola ammirata dal treno nel nostro viaggio verso Perugia, ci è piaciuta molto vedendola arroccata al suo colle, una bellezza che ha colpito anche Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti), che ha deciso di vivervi con la sua famiglia.

Cortona è un borgo della provincia di Arezzo, situato a circa 1 ora e 15 minuti da Perugia, adagiato sopra una collina a circa 500 metri slm.

Cortona è un borgo pittoresco e caratterizzato dalla tipica architettura medievale, con vicoli stretti acciottolati, botteghe artigiane e trattorie tipiche. È stata un importante centro etrusco che si distingue ancora oggi dai 2 Km di mura (V sec. a.C.).

Il centro storico di Cortona si sviluppa attorno a Piazza della Repubblica sulla quale si affaccia il Palazzo Comunale (XII sec.) con la caratteristica torre con orologio. Al suo interno da ammirare la Sala del Consiglio con pitture e decorazioni ottocentesche. Poco distante i trova il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona), che raccoglie reperti archeologici e opere di periodi e tipologie diverse.

Situato ai margini del centro storico, sorge il Duomo di Cortona e il Museo Diocesano.
La Co-Cattedrale di Santa Maria Assunta (XI-XV sec.), dalla facciata romanica con interno in stile rinascimentale e ricco di opere importanti.

In posizione elevata, nel cuore del centro storico si trova la Chiesa di San Francesco (XIII sec.), che al suo interno si trovano importanti opere artistiche.

La cappella sinistra dell’altare conserva alcuni oggetti legati a San Francesco, come la tonaca, l’evangelario manoscritto e il suo cuscino.

Dirigendosi nel percorso tra le vie cittadine verso la Basilica di Santa Margherita, ci si imbatte nella Chiesa di San Cristoforo (XII sec.), una delle chiese più antiche di Cortona e l’annessa Cappella della Natività di Maria (XVI sec.).

Da qui percorrendo una strada piuttosto ripida immersa nel verde, si raggiunge la Basilica di Santa Margherita (XIX sec.), dedicata alla patrona cittadina. All’interno si trova il marmoreo monumento funebre di Santa Margherita, le cui spoglie però si trovano all’interno dell’urna in argento situata sopra l’altare maggiore.

Proseguendo lungo la strada in salita, si raggiunge la Fortezza del Grifalco (XVI sec.), costruita  nel punto più alto della città, per volontà del primo granduca di Toscana. Aperta al pubblico e utilizzata per mostre ed eventi culturali, dalla sommità della torre si può ammirare il panorama su Cortona e la Val di Chiana.

Dopo aver visitato Cortona, ci siamo diretti verso il Lago Trasimeno, a pochi minuti in auto dal borgo, dove visiteremo Castiglione del Lago, l’Isola Maggiore e Passignano sul Trasimeno. Nella pagina successiva scoprirete questi splendidi posti.

Lago Trasimeno, il più esteso del centro Italia

Il Lago Trasimeno, paradiso per molte specie di fauna, è il lago più esteso dell’Italia Centrale (4° tra i laghi italiani), presenta 3 isole, di cui solo una abitata e ha un territorio circostante collinare.

La zona del Trasimeno offre è importante per la produzione di molti prodotti enogastronomici, tra questi ottimo vino locale, olio e lo zafferano di Città della Pieve.

Diversi Comuni si affacciano direttamente sulle sponde del bacino d’acqua dolce, tra questi visiteremo Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno.

Castiglione del Lago

Castiglione del Lago si erge su un piccolo promontorio di roccia caratterizzato dalle mura medievali e dominato dal castello. Il borgo presenta interessanti e piacevoli strade commerciali che mantengono il fascino di un tempo, dove si affacciano negozi e ristoranti.

L’edificio più importante della città è Palazzo della Corgna (XVI sec.), nato come residenza e svago della famiglia Della Corgna, oggi sede del Municipio e del Museo del Palazzo. Il palazzo è collegato da un passaggio coperto alla Rocca del Leone (XII sec.), fortificazione militare a pianta pentagonale con torrione triangolare alto circa 40 metri.

Isola Maggiore

Da Castiglione del Lago è possibile prendere l’imbarcazione per raggiungere in circa 30 minuti l’Isola Maggiore, la seconda per grandezza del lago, presenta un territorio fitto di vegetazione. Nell’isola è presente l’antico villaggio dei pescatori, formato da un’unica strada lastricata e nel quale vivono tutt’ora solo pochissime persone.

Da visitare la Chiesa di San Salvatore (XII sec.), la Chiesa di San Michele Arcangelo (XIV sec.), mentre purtroppo Villa Isabella dei Marchesi Guglielmi è in stato di abbandono da moltissimi anni e per questo non accessibile.

Si narra che un gruppo di Frati minori, che si insediarono sull’isola già dal XIII secolo, ospitarono San Francesco durante un’intera quaresima.

Passignano sul Trasimeno

Passignano sul Trasimeno è un’altra località che si affaccia sulle sponde del lago, antico borgo di pescatori incastonato tra le acque del Trasimeno e le colline circostanti.

Il borgo è molto carino, presenta case tradizionali in pietra e strade che si diramano nel centro storico e raggiungono la Rocca (XVI sec.) dove si gode un magnifico panorama.

Se decidete di visitare la zona del Lago Trasimeno non ne rimarrete delusi, se volete anche pranzare/cenare con cucina tipica locale abbiamo scoperto un ottimo posto, nella pagina successiva troverai le informazioni.

Un posto che mi permetto di consigliare dove mangiare prodotti tradizionali umbri è Macelleria Buongusto a Passignano sul Trasimeno.

Il locale è composto da Osteria e Macelleria che sorgono una accanto all’altra.
Si possono gustare prodotti freschi ed ottimi, carne tagliata al momento, così come i salumi. Consigliato il tagliere con prodotti umbri con crostini, affettati e formaggio, tutto veramente ottime e ad un prezzo più che onesto.

Il fatto di avere la macelleria dedicata e facente parte dell’osteria ha il vantaggio di avere pezzature di carne come desidera il cliente, oltre ad essere decisamente fresca perché tagliata al momento.

Tra una Cascata e un’antica città romana

Partiamo di buon ora dal nostro alloggio a Perugia per raggiungere la Cascata delle Marmore, situata all’interno del Parco fluviale del fiume Nera, una zona a protezione speciale a pochi chilometri da Terni.

Si tratta di una cascata a flusso controllato in quanto le sue acque vengono utilizzate per la produzione di energia elettrica. E’ formata dal rilascio di una piccola parte delle acque del fiume Velino che defluisce dal Lago di Piediluco e dopo 3 salti da una altezza di circa 165 metri (portata massima rilasciata circa 15.000 litri al secondo), si immette nel sottostante fiume Nera.

L’ambiente della Cascata delle Marmore è formato da roccia travertina e un sistema di grotte ipogee, all’interno del parco fluviale si trova una straordinaria ricchezza di biodiversità, vi si trovano infatti oltre 400 specie vegetali e specie di uccelli rari.

La maestosità, bellezza e potenza della cascata la si ammira già nel percorso interno superando il controllo di accesso, dal punto panoramico in P.le Byron.

L’area della Cascata delle Marmore è suddivisa in 6 sentieri di varie difficoltà, Daniele Garrasi (Amministrazione Cascata delle Marmore e Parco Archeologico di Carsulae) ci consiglia alcuni itinerari molto interessanti e a dir poco spettacolari.
Percorriamo inizialmente il sentiero 2 “Anello della ninfa”, sentiero circolare lungo circa 300 metri, che immerso nella vegetazione, porta nel cuore della cascata vicino al secondo salto.

Successivamente percorriamo il sentiero 3 “L’incontro delle acque”, lungo circa 150 metri, anch’esso per lo più immerso nel verde, dove dal terrazzo panoramico si vede confluire i due fiumi.

Ci spostiamo con la navetta al Belvedere Superiore, dove prima di dirigerci verso la terrazza per ammirare il primo salto della cascata, ci addentriamo nel sentiero 5 “La rupe e l’uomo” lungo circa 1 chilometro. Si sviluppa all’interno di un bel parco dove, oltre ad avere diversi panorami sulla valle, si possono trovare numerose testimonianze di archeologia industriale della vecchia centrale idroelettrica Spoleto.

Dopo aver visto la spettacolarità della sommità della cascata, percorriamo il sentiero 1 “Antico Passaggio”, circa 900 metri di scalinate, che si districa all’interno di una vera e propria foresta. Situato a circa metà del percorso, si trova il “Balcone degli Innamorati“, raggiungibile percorrendo un tunnel lungo circa 50 metri. Si tratta di una piccola terrazza scavata all’interno della roccia calcarea, che offre uno spettacolo mozzafiato con la vista della parte iniziale della cascata.

La visita al Balcone degli Innamorati è consentito solo su prenotazione e con visita guidata,  inoltre vista la vicinanza alla cascata si consiglia l’uso dell’impermeabile.

Leggenda sulla Cascata delle Marmore
Un giorno la ninfa Nera si innamorò del bel pastore Velino.
Giunone, gelosa di questo amore e perché la ninfa aveva trasgredito le regole che non consentivano l’amore con gli esseri umani, la trasformò in un fiume.
Velino, per non perdere la sua amata, si gettò dalla rupe di Marmore credendo che Nera stesse annegando in quelle acque prima inesistenti.

Giove per evitargli morte certa, durante il volo lo trasformò in acqua.

Questo salto destinato a ripetersi per l’eternità si replica ora nella Cascata delle Marmore.

In questo periodo il numero dei visitatori è aumentato con sforzi immensi da parte di tutto il personale altamente formato e a disposizione, si cercaa quindi di far capire alle persone di rispettare queste persone e tutte le regole presenti nel parco.

Il viaggio prosegue alla pagina successiva con il Parco Archeologico di Carsulae.

Parco Archeologico di Carsulae

A qualche chilometro di distanza dalla Cascata delle Marmore, si trovano le rovine dell’antica città romana di Carsulae.

Carsulae era un centro tra i più fiorenti dell’Impero Romano, la sua area disponeva di coltivazioni, vigne, uliveti e acqua sorgiva, inoltre vi passava il ramo occidentale dell’antica Via Flaminia.
Si trattava di una città romana vivace ed accogliente, ricca di attività e traffici commerciali molto sviluppati creati dalla presenza della Via Flaminia. Il declino della città romana ebbe inizio con l’apertura del secondo tratto della Via Flaminia, la successiva rovina fu causata da invasioni barbariche e una forte scossa sismica avvenuta nel VI secolo.

La Via Flaminia fu costruita per volere del Console Romano Caio Flaminio, con lo scopo di collegare Roma all’Italia Settentrionale fino a Rimini (da Rimini a Milano prende il nome di Via Emilia). Il tratto umbro giunge nell’attuale Narni, da dove poi si divide in un percorso più antico (Via Flaminia vetus), in direzione nord-ovest verso l’attuale Foligno passando da San Gemini, Carsulae e attraverso Bevagna. L’altro tratto (Via Flaminia nova), giunge nell’attuale Terni attraverso Spoleto e Foligno per poi ricongungersi alla Flaminia vetus nei pressi dell’attuale San Giovanni Profiamma.

Durante i lunghi periodi di scavi, sono stati portati alla luce diversi reperti archeologici e alcune strutture cittadine di Carsulae, tra questi l’Arco di San Damiano che permetteva l’ingresso in città da nord attraverso la Via Flaminia e divideva la zona urbana dalla necropoli dove si trovano il mausoleo e la tomba a toree, tombe monumentali dei nobili cittadini.

Rinvenuti anche resti di importanti edifici come il Foro, piazza monumentale costituita da due lunghi lati porticati, 2 templi gemelli e un tempio. All’interno dell’area archeologica di Carsulae si trovano anche i resti ben conservati del teatro romano, un’opera ben inserita nell’interno del paesaggio circostante, dove venivano rappresentate opere come tragedie e commedie, è tutt’ora utilizzato per spettacoli ed eventi.

Il teatro forma un complesso unico con i resti dell’anfiteatro, la cui particolarità era di avere il primo anello interrato e ospitava i giochi dei gladiatori, ora è possibile ammirarne l’ampio spazio.

Di particolare bellezza ed interesse anche la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (XI-XII sec.), unica testimonianza della vita in città in epoca cristiana, riutilizzando la struttura di une edificio di epoca romana.

L’area archeologica di Carsulae dispone di pannelli descrittivi con immagini, ricostruzioni virtuali e mappe di riferimento, è inoltre possibile utilizzare l’app ufficiale scaricabile sui propri Smartphone (Android – iOS) , che ha lo scopo di valorizzare le testimonianze storiche attraverso le nuove tecnologie in modo stimolante ed attrattivo.

L’app permette anche di avere accesso a contenuti molto particolari come animazioni video, rappresentazioni immersive a 360° e 3D in modo che il visitatore si immerga completamente nella Carsulae del tempo.

Tornando al Centro visita, vi è possibile visitare un piccolo museo disposto su 2 livelli dove si trovano i reperti rinvenuti durante gli scavi, tra cui parte di pavimentazione a mosaico delle terme, statue, lucerne ed altri interessanti reperti.
Tra i più degli di nota ed interessanti, vi sono l’opera monoblocco in pietra di un Leone funerario e la testa in marmo raffigurante l’Imperatore Claudio.

Il sito archeologico di Carsulae è a dir poco spettacolare, il buono stato di conservazione degli edifici rinvenuti, il poter percorrere un tratto dell’antica Via Flaminia e l’uso dell’app catapultano in uno straordinario viaggio nel tempo, portandoci all’antico splendore di questa straordinaria città romana e la vita quotidiana dei cittadini.

Dopo essere stati immersi nella natura e nella storia, continuiamo ad esplorare i borghi umbri, spostandoci ad Orvieto e Città della Pieve.

Orvieto

Orvieto dista poco più di 1 ora da Perugia, la sua bellezza la si denota già dalla strada mentre ci si avvicina e la si vede adagiata sopra una rupe di tufo.

Il primo punto d’interesse che visitiamo è il famoso Pozzo di San Patrizio (XVI sec.), una vera e propria opera di ingegneria idraulica costruita nel tufo.

Il pozzo deve probabilmente il nome ad una caverna in Irlanda denominata “Purgatorio di San Patrizio”, utilizzato come luogo di espiazione dei peccati. Il pozzo ha una profondità di oltre 60 metri e fu realizzato per garantire acqua tutto l’anno soprattutto in caso di calamità o guerra.

E’ possibile scendere all’interno del pozzo, caratterizzato da 72 finestre, percorrendo le 2 scale elicoidali indipendenti (248 scalini ognuna), progettate in maniera tale da correre sovrapposte senza mai intersecarsi, collegate tra loro solo da un piccolo ponte alla canna del pozzo. Questo ingegnoso sistema fu creato per fare in modo che le persone con i muli che si recavano nel fondo del pozzo ad attingere l’acqua, non intralciassero il cammino con chi invece stava risalendo in superficie. Ancora oggi il pozzo è alimentato da una sorgente naturale, il livello dell’acqua al suo interno è sempre costante. Nel centro storico di Orvieto si trova anche il Pozzo della Cava (profondo 36 metri), che fa parte di un complesso dove sono stati rinvenuti reperti etruschi e medioevali.

Percorrendo le le strade del centro storico si giunge al famoso Duomo di Orvieto, che insieme al Pozzo di San Patrizio, è uno dei simboli della città. L’accesso al Domo è previo pagamento del ticket, che permette oltre alla visita all’interno della Cattedrale, anche di poter accedere a 2 musei, il Museo Emilio Greco (subito dopo la biglietteria) e il Museo dell’Opera del Duomo.

Situato al piano terra di Palazzo Soliano, antica residenza pontificia di fine XIII secolo, si trova il Museo Emilio Greco che raccoglie alcune opere bronzee donate dallo scultore siciliano Emilio Greco, autore tra l’altro dei 3 portali del Duomo di Orvieto. Poco distante, situato all’interno del complesso dei Palazzi Papali, si trova il Museo dell’Opera del Duomo che ospita sculture, pitture e oggetti di varie epoche a partire dal ‘200.

Il Duomo di Orvieto (fine XIII-XVI sec.) tra le più maestose realizzazioni di architettura gotica italiana. E’ costituito da fasce in pietra bianca e nera e una ricca facciata che presenta il rosone, mosaici e quattro pilastri con bassorilievi. L’interno è ricco di di sculture ed affreschi, ma il pezzo forte è la Cappella di San Brizio, che custodisce lo splendido ciclo di affreschi con tema inerenti il Giudizio Universale.

Ci spostiamo in Piazza della Repubblica, dove si affacciano il Palazzo Comunale e la Chiesa di Sant’ Andrea e Bartolomeo.

La romanica Chiesa di Sant’ Andrea e Bartolomeo (VI-XI sec.) con il caratteristico campanile dodecagonale in tufo, è tra le chiese più antiche della città. Era la chiesa più importante prima che sorgesse il Duomo, nasconde nei suoi sotterranei tracce dell’antica città etrusca e della basilica paleocristiana.
L’ elegante Palazzo Comunale (XII-XIII sec. circa) rimasto incompiuto, è caratterizzato da una serie di arcate a sostegno di un ampio terrazzo. Al suo interno si trovano importanti e meravigliose sale affrescate.

Non molto distante si trova il maestoso Palazzo del Capitano del Popolo (XIII sec.), ora divenuto centro congressi. All’epoca fu realizzato come dimora del Capitano del Popolo, tra le figure più importanti della vita cittadina.

Giunge l’ora di pranzo, decidiamo di fermarci alla Trattoria Antica Cantina, buona cucina tradizionale e oste molto cortese. Il locale dispone di sala interna e posti esterni. Mangiamo degli ottimi Umbricelli alla Norcina, preparati con salsiccia umbra e tartufo. Un po’ lunga l’attesa ma ne vale la pena.

Lasciamo Orvieto per dirigerci a Città della Pieve, distante circa 45 minuti.

Città della Pieve

Impossibile non rimanere incantati da Città della Pieve adagiata sopra un colle a circa 500 metri slm, dove domina la vicina Val di Chiana.

Si tratta di un borgo “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, riconoscimento rilasciato per il valore e la fruibilità di interesse storico-culturale.

Città della Pieve è un borgo medievale caratterizzato da edifici color terracotta e un turbinio di viette che si sviluppano all’interno delle mura cittadine. Il borgo umbro è molto conosciuto per la produzione di zafferano che viene coltivato fin dal XIII secolo.

Il fulcro di Città della Pieve è rappresentato dal Duomo dei Santi Gervasio e Protasio (XIII-XVIII sec.), sorge nel punto dell’antica pieve. Il suo interno è ad unica navata a croce latina con cappelle laterali, presenta opere ed affreschi di autori importanti tra questi anche il Perugino.
Accanto al Dumo si trova la Torre Civica (XII sec.), costituita nella parte inferiore in travertino e nella parte superiore (di epoca successiva) in mattoni, è il monumento più antico presente in città. Di fronte al Duomo e la Torre Civica vi è il Palazzo dei Priori, sede del Municipio fino al 1875.

Poco distante si trova il barocco Palazzo Fargna (XVIII sec.), dimora della cantante lirica Marietta Piccolomini nonché musa di Giuseppe Verdi e sposa dell’ultimo discendente della famiglia che abitò saltuariamente il palazzo. Il palazzo è attualmente la sede del Municipio di Città della Pieve.

Non lontano dalla sede del Municipio si trova la Chiesa del Santissimo Nome di Gesù (XVIII sec.), molto graziosa all’interno. Poco più avanti vi è la Rocca Perugina (XIV sec.), fortificazione a 5 torri in origine circondata da un fossato, è tra i monumenti più significativi della città.

Proseguendo lungo la via si raggiunge la romanica ex Chiesa di San Francesco ora Santuario della Madonna di Fatima (XIII sec.), la cui facciata è l’unica parte originaria rimasta dopo la distruzione del 1766. L’interno elegante e luminoso, conserva importanti opere artistiche, ma il fulcro è senza dubbio la statua che riproduce la Madonna di Fatima.
I fedeli possono salire fino ai piedi della statua, accedendo da alcuni scalini presenti sul fianco dell’altare.

Città della Pieve è un borgo molto bello e caratteristico che consigliamo sicuramente di visitare.

Prosegue la nostra vacanza alla scoperta della Regione Umbria, l’itinerario previsto è per Norcia, dove abbiamo già prenotato il pranzo, per poi proseguire nel pomeriggio verso Spoleto e Spello, la città in fiore.

Bosco Italia

Partiamo il mattino presto, il percorso per raggiungere Norcia prevede una piccola “chicca”, la piana di Castelluccio di Norcia.

Attraversiamo in auto Castelluccio di Norcia, il borgo sorge in cima ad una collina ad una altezza di circa 1.400 metri, è uno dei centri più elevati dell’appennino. La zona di Castelluccio è nota per la sua varietà di lenticchie IGP ed è anche una importante meta del turismo naturalistico.

Purtroppo l’area riporta ancora i segni ben visibili dei danni dei terremoti del 2016, il borgo è stato praticamente raso al suolo e la popolazione vive tutt’ora nei moduli abitativi.

Superato Castelluccio, si scende verso la piana, situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, l’area presenta un paesaggio pittoresco, colline sinuose con ampie distese di prati, che seppur non nel periodo delle note fioriture colorate (tra maggio e giugno), rimane tra i paesaggi più belli mai visti finora.

I Monti Sibillini sono una catena montuosa che si erge nel cuore dell’Italia tra Marche e Umbria. Nel 1993 è stato istituito il Parco Nazionale Monti Sibillini (70.000 ettari circa) con lo scopo di salvaguardare l’ambiente e promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile.

Nella piana che circonda Castelluccio si trova un’attrazione molto particolare, il “Bosco Italia“.
Nel 1961, in occasione del primo centenario dell’Unità d’Italia, vennero posizionate sulle pendici della montagna delle conifere disposte in modo che disegnassero il profilo dell’Italia. La particolarità del Bosco Italia che ancora oggi domina la piana, attira migliaia di turisti.

Norcia

Ci dirigiamo poi verso Norcia, che si trova a meno di 30 Km. Un tratto della strada si inerpica sopra una collina dove dall’alto si vede la valle sottostante, notiamo nel mezzo della vallata uno squarcio come se fosse una faglia, si ha una strana sensazione e la memoria riporta alle immagine viste nei vari Telegiornali nei giorni del sisma.

Norcia è collocata nel punto di raccordo della Valnerina e i Monti Sibillini, il suo cittadino più illustre è San Benedetto, patrono d’Europa e fondatore dell’ordine dei Frati Benedettini.

Da Norcia deriva il nome di norcineria, ossia l’arte di macellare e trattare la carne suina, che si sviluppò nel medioevo con l’allevamento del maiale la cui carne lavorata, divenne un importante mezzo di sostentamento e di scambio.
Ancora oggi i salumi e i prosciutti di Norcia rappresentano un’eccellenza italiana.

Tra i prodotti locali più noti e dal nome curioso, ci sono le “Palle del Nonno” e i “Cojoni di mulo”.

Le “Palle del Nonno“, è un salume insaccato realizzato con un impasto di carni suine lardellato e ben condito, dalla forma irregolare a nido d’ape dovuta al budello utilizzato per insaccarlo e ad una rete che lo avvolge.

I “Cojoni di mulo“, il nome in realtà trae in inganno. Si tratta un salume insaccato utilizzando del budello di suino ripieno di carne magra di maiale macinata fine, con un lungo pezzo di lardo posto al centro. Deve il suo nome goliardico oltre che alla caratteristica forma, al fatto che viene stagionato in coppie a cavallo di un supporto.

Un’altra leccornia è il pregiato e rinomato tartufo nero, una delle principali risorse del territorio che si trova nei boschi.

La città è circondata da una cinta muraria con diverse porte che portano nel centro storico del borgo. Anche qui purtroppo i danni del terremoto sono piuttosto evidenti e la zona rossa (area inaccessibile), delimita buona parte della città.

In Piazza San Benedetto, cuore della vita cittadina, si vede la facciata gotica della Basilica di San Benedetto (XII sec.) unica parte rimasta in piedi dopo il terribile sisma del 30 ottobre 2016. Anche il vicino Palazzo Comunale (XIII sec.) per quanto abbia subito ingenti danni e reso inagibile, mentre della Cattedrale di Santa Maria Argentea (XVI-XVIII sec.) rimane solo uno dei fianchi rinforzati.

Molti negozi e i ristoranti di Norcia sono stati decimati dal sisma, molte attività commerciali sono state allestite all’interno di moduli prefabbricati poco fuori le mura. Pranziamo proprio in uno dei ristoranti che prima del sisma sorgeva proprio in Piazza San Benedetto, ora è situato in un modulo prefabbricato in Via Lombrici. Il Ristorante Beccofino è a conduzione familiare, la proprietaria è una giovane donna molto tenace che ha deciso di proseguire il suo lavoro con passione nel territorio che sente suo, nonostante le avversità.

Il locale è molto carino situato a pochi passi da una delle antiche porte cittadine. Cucina molto buona e bella presentazione, personale e cura del cliente ottima, buona scelta di primi e secondi piatti. Decisamente consigliato!

Visitare queste aree, acquistare i prodotti locali e mangiare nei locali, sigifica aiutare la popolazione che si trova ancora oggi, a 4 anni di distanza dal sisma che ha segnato profondamente questi territori, con non poche difficoltà vista la burocrazia, la ricostruzione estremamente lenta e uno Stato che si è dimenticato di queste persone.

Spoleto

Dopo pranzo decidiamo di raggiungere Spoleto, ubicata a poco più di 40 Km da Norcia, le antiche mura (V-IV sec.) proteggono il caratteristico centro cittadino che si inerpica fino alla rocca sulla cima del colle Sant’Elia.

Attraversiamo Porta San Gregorio, uno degli accessi principali per il centro storico, dove a pochi passi si trova la Basilica di San Gregorio Maggiore (XI sec.), chiesa in stile romanico a tre navate. L’interno è diffusamente affrescato con opere in gran parte del XV secolo, vi si trova anche una cripta divisa anch’essa in tre navate, che ospita il sarcofago con le spoglie di Santa Abbondanza.

Facciamo visita alla Rocca Albornoziana (1359), il cui nome lo si deve al potente Cardinale Albornoz. Fino alla metà del 1700 la rocca ospitò governatori pontifici ed importanti personaggi dell’epoca.

Dalla Rocca si può ammirare il Ponte delle Torri lungo 230 metri, acquedotto romano-longobardo alto circa 80 metri, che lo rende il ponte in muratura più alto d’Europa. Il ponte aveva un doppio scopo, unire la rocca al fortilizio dei Mulini e anche a confluire in città le acque delle sorgenti.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta (XII sec.) dalla facciata romanica, è il principale luogo di culto cattolico di Spoleto. Presenta un interno barocco a croce latina a tre navate, con opere artistiche di autori di rilievo come il Bernini e il Pinturicchio.
Ma il fiore all’occhiello si trova nella Cappella delle Reliquie che custodisce una preziosa lettera autografa di San Francesco d’Assisi inviata a Frate Leone. Il prezioso manoscritto è rappresentato da una piccola pergamena in pelle di capra, sulla quelle è presente un testo in diciannove righe.

Il centro cittadino di Spoleto è molto gradevole, caratterizzato per lo più da scalinate e strade in pendenza. Spoleto è avveniristica e ha sviluppato un sistema di mobilità sostenibile con una sorta “Metropolitana pedonale“.

Un percorso sotterraneo di scale mobili o pedane, che ricorda molto quelli aeroportuali che permettono di raggiungere diversi luoghi della città con il minimo sforzo.

Spoleto è la cittadina che ha sostituito Gubbio nella serie Tv “Don Matteo” con Terence Hill, infatti dalla 10^ stagione le scene vengono girate nel centro storico e la Chiesa di Sant’Eufemia.

Spello

Sulla strada di ritorno a Perugia, facciamo tappa a Spello.

Il borgo di Spello, allungato su uno sperone del Monte Subasio, si presenta con i suoi vicoli acciottolati e le belle chiese affrescate.

Ogni anno a Spello si svolge la manifestazione “Infiorate di Spello” in occasione della festività del Corpus Domini, dove gli infioratori realizzano vere e proprie opere d’arte floreali per le vie del centro storico.

Si accede al centro storico attraverso Porta Consolare (I sec. a.C.), dalla quale entrava il ramo secondario della Via Flaminia.

Giungiamo alla Chiesa di Santa Maria Maggiore (XII-XIII sec.), uno dei luoghi più importanti ed interessanti di Spello.
Al suo interno si trova la Cappella Baglioni (XVI sec.), una vera chicca, è interamente decorata con un ciclo di affreschi del Pinturicchio.

Proseguendo lungo la strada principale si arriva al Palazzo Comunale (XIII sec.) sede del Museo dell’Infiorata e dal 1972 del Municipio.

Prosegue la visita del borgo con la bellissima Chiesa dei Cappuccini San Severino (VI sec.).
Situata in uno dei punti più alti e belli del borgo, è caratterizzata da una facciata porticata, una navata unica e pianta a croce greca. Internamente custodisce bellezze artistiche e opere d’arte.

Giunge la sera e decidiamo di rimanere a Spello per cena, ci fermiamo al locale “Vini E Sapori Umbri” vicino alla piazza del Municipio. Un locale ideale per pranzo o cena, dove poter gustare dell’ottima pasta fresca fatta in casa o piatti di carne cucinata alla perfezione. Posto pulito e rispettoso del disciplinare anti Covid, personale molto cordiale, i titolari sono molto simpatici. Nella parte della gelateria si può gustare dell’ottimo gelato artigianale ai fiori di Spello.

Dopo una giornata intensa ed interessante, con diversi chilometri sulle gambe, rientriamo a Perugia ricchi di emozioni e soddisfazioni.

Siamo giunti alla fine del nostro girovagare per l’Umbria, tra città e borghi noti e meno conosciuti, una meta che non potevamo certamente saltare è Assisi, città natale di San Francesco e Santa Chiara.

Assisi

Assisi, costruita con la tipica “pietra rosata” del Subasio, è iscritta dal 2000 nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

La città si trova sopra la cima di un colle ed è sviluppata in lunghezza, è conosciuta a livello mondiale per essere il centro universale del messaggio francescano di pace e fratellanza.

Il luogo simbolo di Assisi è senza dubbio le Basiliche di San Francesco (1228-1253), il complesso è formato da due chiese sovrapposte e indipendenti (Basilica Inferiore e Basilica Superiore) oltre ad una cripta.
La cripta (1818), conserva la tomba con le spoglie di San Francesco e nelle nicchie all’angolo le spoglie di 4 compagni del Santo.
Entrambe le Basiliche presentano importanti opere artistiche di alcuni illustri autori, tra questi Cimabue e Giotto.

Ci tornano purtroppo in mente le immagini del 26 Settembre 1997, quando un forte terremoto fece crollare parte delle volte della Basilica Superiore e persero la vita 4 persone.
La Basilica Superiore subì ingenti danni, gli affreschi medievali furono ridotti in migliaia di frammenti, vennero avviati i lavori di restauro terminati in tempi molto brevi.

Ogni giorno circa 20.000 pellegrini si recano alla Basilica di San Francesco d’Assisi.

NOTA: All’interno delle Basiliche di San Francesco è severamente vietato filmare e fotografare

Degna di nota anche la Basilica di Santa Chiara (1257), “sorella” e amica di San Francesco.
L’architettura è ispirata alla Basilica Superiore di San Francesco, realizzata in sile gotico con facciata a strisce alternate in pietra bianca e rosa del Subasio. All’interno della chiesa si trova il prezioso Crocifisso di San Damiano (XII sec.), che secondo la tradizione, parlò a San Francesco.
Nella cripta realizzata nel 1850, sono raccolte all’interno di una “statua sarcofago” le spoglie di Santa Chiara. Dalla piazza della Basilica si può godere di un panorama suggestivo sulla vallata.

Non molto distante dalla Basilica di Santa Chiara, si trova la Cattedrale di San Rufino (1029) che presenta una splendida facciata romanica ricca di elementi.
L’interno ha subito diversi rifacimenti durante il Rinascimento, dell’epoca originaria è rimasta solamente la fonte battesimale nella quale furono battezzati San Francesco, Santa Chiara e Federico II di Svevia.

Anche girando per le strade di Assisi si avverte una sensazione di pace e accoglienza, data forse dalla particolarità di questo luogo sacro.

Corciano

Dopo aver visitato Assisi, decidiamo di andare a Corciano, non molto lontano da Perugia e dal Lago Trasimeno.

Corciano è un tipico esempio di castello medievale, costruito sulla cima di un colle dalla cui sommità si gode di un bel panorama della zona circostante.
Si accede al centro storico del borgo attraverso due prote, Porta Santa Maria e Porta San Francesco, che aprono la possente cinta muraria.

La cittadina umbra è caratterizzata da vicoli lungo le pendenze collinari e belle case in pietra.
Passeggiando nel piccolo borgo ci imbattiamo nel Palazzo del Capitano del Popolo (XV sec.), antica residenza dell’Ufficiale che Perugia inviava nei territori sottomessi.

A fianco si trova il bel Palazzo dei Priori e della Mercanzia (XV sec.), i quattro archi (di cui 2 murati) indicano il loggiato dove anticamente si teneva il mercato, al piano superiore si trova il salone dove venivano svolte le riunioni pubbliche.

L’elemento più importante presente a Corciano, si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta (XIII sec.).
Al suo interno si possono ammirare opere di altissimo pregio e grande valore, tra queste la pala dell’Assunzione di Maria (1513) realizzata dal Perugino.

Giunge ora di pranzo e ci fermiamo al ristorante “Il Convento“, location molto bella ed elegante situata in quelle che erano le cantine di un complesso conventuale del XIII secolo. Menù tipico umbro, qui ho preso gli Umbricelli alla Francescana, una cacio e pepe con aggiunta di lardo, decisamente buono.

Fuori dalla corte del complesso conventuale, si trova la ex Chiesa di San Francesco (1223), presenta una facciata a strisce alternate di pietra bianca e rosa. All’interno si trovano pregevoli affreschi realizzati tra il XIII e il XIV secolo.
Oggi è uno spazio espositivo e ospita un museo con opere pittoriche e scultoree.

In lontananza si scorge la Chiesa del Serraglio (XVI sec.), all’interno è presente un interessante affresco della Vergine con il Bambino attorniata da angeli nell’atto di potare dei fiori.

Dal 2003 Corciano è riconosciuta tra i Borghi più belli d’Italia.

L’unica cosa di buono che ho trovato in questo lungo periodo caratterizzato dal Covid, è stato quello di poter riscoprire luoghi del nostro Paese.
Spesso come viaggiatori ci spingiamo in mete lontane, quando invece abbiamo posti meravigliosi da visitare magari a pochi chilometri da casa.

L’Umbria ci ha colpito molto per la bellezza dei borghi, i paesaggi, i prodotti locali e l’ospitalità delle persone.
Purtroppo non siamo riusciti a vedere tutto quello che avevamo programmato, sicuramente sarà un’ottima scusa per poterci tornare.

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