Un tour tra Alsazia e Belgio

Boschi, abbazie, birre e art nouveax (con tappe in Alsazia, Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo)
Scritto da: fedesan
un tour tra alsazia e belgio
Partenza il: 31/05/2015
Ritorno il: 12/06/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il Belgio è bello e divertente. L’anno scorso siamo andati in aereo a Bruxelles e poi in treno a Gand e Bruges. Ci è piaciuto così tanto che quest’anno abbiamo deciso di tornare con la nostra macchina per poter girare anche nelle zone rurali e completare la visita di Bruxelles e delle sue case art nouveaux.

ALSAZIA COLORATA

Sabato 31 maggio Partenza da Milano verso le 9 del mattino destinazione Colmar in Alsazia (circa 600 km di autostrada). L’idea era di viaggiare mezza giornata, rilassandoci poi con la visita a Colmar, invece il viaggio è stato più lento del previsto: abbiamo trovato una coda di h.1,30 al traforo del San Gottardo e le autostrade in Svizzera non sono molto scorrevoli, sono trafficate, con molte file e rallentamenti. Per utilizzare le autostrade bisogna acquistare la vignetta, € 45 all’autogrill in frontiera. Verso le 17,00 siamo finalmente arrivati a Colmar. Abbiamo fatto in tempo a fare un giro in battello (€ 6 a testa – molto consigliato) e girare un po’ a piedi. Colmar, tra fiori e case dai colori pastello, è veramente carina ed è così colorata che ci stavano girando la pubblicità di una famosa macchina fotografica. E’ stato divertente: con palloncini colorati e ragazze in costume, l’Alsazia ci ha riservato un ottimo benvenuto. Colmar è una meta turistica molto conosciuta quindi non mi dilungo in descrizioni che potrete trovare su tutte le guide, confermo però che vale la pena visitarla e passo alle informazioni pratiche. Pranzo al sacco da casa (per fortuna, a ora di pranzo eravamo in fila in autostrada!), cena in uno dei tanti ristoranti turistici del centro di Colmar € 30 per un piatto unico a testa e due birre (non riporto il nome perché non ci è sembrato un granché), pernottamento € 50 Hotel Roi Soleil (prenotazione fatta con booking pochi giorni prima di partire come tutte le altre, meno una che segnalerò) ottimo rapporto qualità prezzo, comoda posizione vicino all’autostrada e alla riproduzione della Statua della libertà (lo scultore, Bartholdi, era di Colmar). Per fare colazione abbiamo preso per € 2 una bevanda calda che abbiamo consumato in macchina con i nostri biscotti.

Domenica 31 maggio – Da Colmar a Strasburgo (circa 80 km di strada normale alla scoperta dell’Alsazia – c’è il sole e fa abbastanza caldo). Tappa più faticosa del previsto. Nonostante i paesi siano piccoli e le distanze limitate ci vuole il suo tempo. Abbiamo iniziato da Kayserberg che ci è piaciuta molto, forse perché non troppo piena di turisti o perché eravamo noi ad essere più riposati. Siamo saliti sulla torre e abbiamo passeggiato ammirando le tipiche case a graticcio colorate. Anche se era da poco passato mezzogiorno ci siamo fermati a mangiare da Flame and Co. sulla via principale. Consigliatissimo: con € 15 a testa abbiamo mangiato delle ottime tarte flambée, (più leggere di quelle proposte altrove) accompagnate da un bicchiere di buon vino alsaziano. La tarte flambée è un piatto tipico alsaziano, è una specie di pizza con formaggio e panna che le donne cuocevano nel forno insieme al pane. All’ingresso del paese c’è un parcheggio comodo con € 2 abbiamo lasciato la macchina tutto il tempo necessario. Poi abbiamo proseguito per Riquewihr, molto carino anche se pieno di turisti. Simpatici negozietti di souvenir, in particolare quello del museo di Hansi, noto disegnatore alsaziano, dove abbiamo comprato scatole di biscotti e altri souvenir tra i più carini di tutto il viaggio. Abbiamo proseguito per il Chateau de Haute Koenisgsbourg e Obernai. Tutto molto bello: vigneti, campi di fragole, cicogne sui tetti e in volo e case a graticcio colorate. Per noi l’Alsazia è stata una tappa di passaggio ma sicuramente merita più tempo (p.es. non abbiamo visitato neanche una cantina del famoso vino alsaziano). Arriviamo a Strasburgo stanchi e con un po’ di spesa per la cena, infatti abbiamo prenotato 2 notti al Montepo Apparthotel che dispone di piccole camere con cucinino attrezzato di tutto l’indispensabile per € 42 a notte, € 84 in tutto per 2 persone 2 notti. Il Montepo si presenta come un ostello tra caseggiati popolari e la ferrovia. Il primo approccio lascia un po’ preoccupati, invece è comodissimo, pulito e tranquillo. Noi siamo stati bene ma bisogna essere consapevoli di cosa si è scelto, in particolare la camera si presenta con un letto singolo, il secondo letto si tira fuori da sotto il primo. Molto comodo per chi arriva in treno o in aereo perché è vicino alla stazione. Per l’auto c’è stato qualche problema di parcheggio. In zona, credo in tutta la zona di Strasburgo che circonda il centro, il parcheggio per strada è a pagamento, non costa tanto ma non si può rimanere più di 4 ore (la notte è gratis). Non avendo voglia di cercare altre soluzioni, il giorno dopo siamo tornati all’Hotel a metà giornata per rinnovare il biglietto di sosta al parchimetro. Non è stato male perché è molto vicino al centro e ci siamo anche riposati un po’.

STRASBURGO CUORE D’EUROPA

Lunedì 1 giugno. Strasburgo, era una delle mete principali del viaggio ed è bellissima (pioggia e schiarite, temperatura tra 15 e 20 gradi).

Abbiamo iniziato prendendo l’audio-guida in italiano all’Ufficio del Turismo € 5.50 a testa per 3 ore. Così, nonostante un po’ di pioggia, abbiamo fatto un bellissimo giro con i nostri tempi. Abbiamo anche fatto in tempo a pranzare a L’Epicerie (rue du vieux seigle) con delle specie di mega bruschette veramente molto buone con contorno di insalata, birra e dolce per € 30 (è un piccolo locale frequentato da studenti). Dopo un breve riposo all’Hotel abbiamo fatto in tempo a vedere il Museo alsaziano (€ 6.50 a testa) prima che chiudesse e dopo, visto che c’è luce fino a tardi, a fare un giro sul fiume Ill con Batorama (€ 12,50 a testa). Entrambe le cose sono assolutamente da fare. Abbiamo cenato al “Bois vert” sul fiume con € 40 (Federico una grande choucroutte e io una soup, accompagnate da ottima birra), un po’ più caro dei nostri standard ma in una posizione molto bella sotto un grande albero in riva al fiume.

Strasburgo da sola vale il viaggio, inutile ripetere quanto si trova su tutte le guide ma vi segnalo come imperdibile una passeggiata sul Barrage Vauban la sera (noi ci siamo tornati anche il mattino dopo visto che era vicino) e il negozio “ Un Noel en alsace” che ha il suo fascino anche a giugno.

LE VERDI ARDENNE

Martedì 2 giugno – da Strasburgo a Dohan (circa 330 km all’inizio in autostrada e poi su strada normale).

Ultimo saluto a Strasburgo e piccola spesa per pranzo al sacco. La prima parte di questa tappa è di km 230 di autostrada. Prendiamo l’autostrada che passa da Metz e paghiamo € 13 di pedaggio (invece in Alsazia le autostrade sono gratuite). Usciti a Longwy entriamo in Belgio e ci fermiamo all’abbazia di Orval per la prima birra trappista! Fortunatamente c’è il sole. L’Abbazia antica è in rovina (come tutte) ed i ruderi sono molto affascinati, poca gente e molta atmosfera. Bella visita con depliant illustrativo in italiano e cartelli esplicativi. Grazie anche a video e installazioni di diverso tipo, cominciamo a conoscere la storia delle abbazie e capire come si producono queste birre. Come vedrete in seguito è necessario fare molta attenzione agli orari e ai giorni di chiusura. Sosta molto soddisfacente fuori dall’Abbazia a “L’Ange gardien” buona birra (ovviamente) che si può anche acquistare, ambiente accogliente e negozio di souvenir. Non date per scontato che sia sempre così, le abbazie sono luoghi di clausura e fuori non è detto che ci sia un bello spazio ristoro ad esse collegato come ad Orval. Delle antiche abbazie non sono rimasti che ruderi infatti nessuna ha resistito alle drammatiche vicende storiche che hanno a più riprese devastato l’Europa. Gli imponenti edifici originali sono stati distrutti o da Napoleone o durante le guerre di religione o durante le due guerre mondiali. Ricostruite dopo il 1945, hanno riscoperto le antiche ricette per la birra, migliorandole, e fondando su questo commercio l’economia delle nuove abbazie che sono tornate ad essere comunità autosufficienti grazie a queste produzioni.

Arriviamo a Dohan, sul fiume Semois dove abbiamo prenotato 2 notti a Les Lumerettes (pernottamento per 2 prima colazione a € 55 a notte per un totale di € 110). L’edificio è un po’ vecchiotto ma certamente di charme, in un paesino tranquillissimo. Il tempo si annuvola, decidiamo di andare a vedere da un punto panoramico le tombeau de Geant, curiosa penisola sul fiume Semois

Ci accorgiamo che la stagione turistica all’inizio di giugno non è ancora iniziata, cosa che viene confermata la sera a Bouillon dove abbiamo programmato di cenare. Nonostante sia un centro turistico abbastanza conosciuto è ancora quasi tutto chiuso. Finiamo per cenare in una specie di rosticceria dal campione delle patatine fritte, praticamente l’unico locale aperto. Simpatico ma niente di che e non particolarmente economico (€ 35 per due piatti completi e due birre). Facciamo una passeggiata sul lungo fiume (sempre la Semois) e arriviamo fino all’Abbazia di Cordemois che non ci sembra interessante e non produce birra.

Mercoledì 3 giugno – Castello di Bouillon e Valle della Semois (tempo grigio con qualche schiarita, fa freddino)

La colazione a Les Lumerettes è ottima, tanto che prenotiamo anche per la cena, mettendoci d’accordo per un menu ridotto a un costo di € 20 a testa. A parte le scale un po’ ripide, questa si è rivelata la sistemazione migliore di tutto il viaggio: charme, stanza più che adeguata, ottima cucina, trattamento familiare in un casa piena di libri (con due simpatici gatti) e prezzi contenuti.

La mattina visitiamo il Castello di Bouillon e assistiamo a uno spettacolo di falconeria (ticket castello 7.50 cad) che ci è piaciuto molto. E’ il castello di Goffredo da Buglione che rinunciò a tutto e vendette il castello per condurre la prima crociata. La sanguinosa storia delle crociate è impressionante ma il ricordo che ci accompagna lasciando Bouillon è quello del simpaticissimo gufetto Spartacus.

Pranzo al sacco mentre ci dirigiamo a Rochehaut, posto decantato dalla nostra guida come punto panoramico da non perdere. Sarà per il brutto tempo ma non ci sembra particolarmente entusiasmante. Ce ne andiamo dopo una breve sosta e seguiamo il corso della Semois che scorre tra mille giravolte lungo una vallata verde e boscosa. Però anche in questo caso il cielo grigio rende tutto meno attraente. Quasi per caso arriviamo alle belle rovine del castello d’Herbeumont (che la nostra guida non cita neanche) antico crocevia ben presidiato. Poi torniamo in albergo dove ci riposiamo e ci rinfranchiamo con una cena squisita.

PAESINI DI CAMPAGNA

Giovedì 4 giugno partenza da Dohan per Chimay (circa 90 km su strada normale – il tempo migliora)

Invogliati dalla guida ci prendiamo la giornata per attraversare la bella campagna de La Botte du Hainaut. A Marienbourg compriamo ottimi sandwich nella piazza principale da “La Gourmandine” (circa € 9 per tutto, compreso un cestino di fragole) passiamo per Aublain, Fagnolle, Bousson e Lampret (il più carino, vediamo anche una cicogna in volo). Cercando un posto dove mangiare i nostri panini troviamo un’area per pic-nic prima di Nismes. Incuriositi da alcuni escursionisti che si avviano decisi per il sentiero che parte dall’area picnic scopriamo a 10minuti di facile cammino “Fondry des chiens” un parco con particolari formazioni rocciose. Molto carino (ovviamente la nostra giuda che ci ha fatto girare tutta la mattina per paesini appena graziosi non menziona affatto questo posto). Ci fermiamo a bere una birra al birrificio des Fagnes, si vede dalla strada ed è una piacevole sosta. Finalmente arriviamo all’Abbazia di Scourmont dove si produce la famosa birra Chimay. Ci fermiamo all’ingresso dove c’è un bel negozio e con una audio guida visitiamo il parco e diamo un’occhiata all’abbazia che è moderna. Poi torniamo al caffè ristorante ufficiale per una buona birra e qualche souvenir. Raggiungiamo poi il nostro B&B “La Ferme de la Galoperie” a Aublain (€ 60 con prima colazione). In questa zona rurale è stato difficile trovare una sistemazione, ci siamo riusciti attraverso il sito di Gites rural e un fitto scambio di mail. Non male, la camera ha l’accesso esterno e il bagno con le porte a saloon. Cena a Chimay, sulla piazza principale a La chimasiette (€ 47). E’ tardi ma è ancora chiaro, il tempo è bello e c’è un’allegra compagnia di giovani a un tavolo non lontano dal nostro. Rilassati assistiamo a una buffa scena: un ragazzo mascherato da cavallo attraversa la piazza con un suo amico a cavalcioni. Tutti ridono, sarà stata una scommessa?

BRUXELLES

Venerdì 5 giugno – Da Aublan a Bruxelles (sole e caldo)

Abbiamo pernottato abbastanza vicini alla nostra meta (km 120) per poter dedicare la giornata alla visita dei dintorni di Bruxelles. Prima tappa l’Atomium (€ 11 a testa). Abbiamo parcheggiato all’ombra a pagamento su un viale di accesso all’Atomium, vicino al bel parco di Heysel dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco al ritorno dalla visita. Installazioni moderne all’interno, bella vista. Giornata calda, per fortuna che ci siamo stati la mattina. Il pomeriggio visita a De Lamblek ad Alsemberg (aperto dalle 11 alle 17). Impariamo tutto sulle birre Gueze e Lambik. E’ un centro moderno, in un capannone, nato per far conoscere le particolari birre di questa zona, forse le più famose sono le Kriek, quelle alla ciliegia (tipo la Mort subite, un nome un programma!). Ero un po’ diffidente invece sono buone, dissestanti e di vecchia tradizione, anche se diverse dalle solite birre. Peccato che è tutto illustrato in fiammingo (neanche in francese), all’inizio la cosa mi ha seccato un po’, poi però sono stati gentili e queste birre sono state una scoperta. Il posto non è facile da trovare ma ha un ampio parcheggio (sotto il sole). Risaliamo in macchina e accaldati e preoccupati per la birra nel bagagliaio decidiamo di non visitare altro e recarci subito a Bruxelles dove abbiamo prenotato al Four points Sheraton, (vicino all’avenue Louise) venerdì, sabato e domenica per l’incredibile somma complessiva di € 177,84 (solo pernottamento). Con il navigatore non è troppo difficile arrivare ma il traffico cittadino dopo tanta campagna è un po’ scioccante. Parcheggiamo l’auto davanti all’hotel (parcheggio gratuito per 15 minuti) e scarichiamo il bagaglio. Poi dopo aver girato un po’ stanchi ed accaldati decidiamo per il parcheggio privato coperto dell’Hotel a € 15 a notte. Durante la giornata ha fatto caldissimo (circa 30 gradi) ma la sera un temporale ha riportato la temperatura a livelli accettabili.

Cena vicino all’albergo al Pub Michael Collins, non c’entra niente con il Belgio ma ceniamo con buoni hamburger e ottima birra per un totale di € 33. E poi abbiamo un debole per i patrioti irlandesi! La stanza all’hotel è grande e bella, equipaggiata di tutto compreso frigo, asse da stiro, accappatoio e bollitore con te e caffè free. Optiamo per un soggiorno green (non ci facciamo cambiare gli asciugamani se non serve) e abbiamo un buono da 5 euro a notte che alla fine devolveremo ad una associazione. Una buona politica aziendale che abbiamo apprezzato.

Sabato 6 giugno Alle 10,00 ci attende il tour Art nouveau (in inglese e francese), prenotato sul sito dell’associazione ARAU dall’Italia circa 10 giorni prima di partire. E’ l’unico tour organizzato e si effettua solo il sabato mattina. Bruxelles ha conosciuto un periodo di grande crescita e benessere economico tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900. La nuova borghesia, protagonista di questo sviluppo, ha costruito le sue case in quelli che allora erano i sobborghi della città, piccoli paesi di campagna presto inglobati nel tessuto urbano e completamente trasformati dal punto di vista urbanistico. Se vi interessa l’Art noveau (meglio conosciuta da noi come liberty) visitare questi quartieri di Bruxelles è una cosa da non perdere. Gli edifici da vedere però non sono vicini e un giro con il pullman e con la guida è indispensabile. L’Art nouveau non piaceva ai conservatori ed è stata di moda per un breve periodo, quindi non sono molti gli edifici veramente Art nouveau, quasi tutti sono case private e si possono ammirare solo dall’esterno. Con le visite guidate di ARAU se ne visitano di solito 2 anche all’interno. Gli itinerari variano di settimana in settimana. Un consiglio, comprate la cartina con il percorso dalla guida prima di iniziare il tour, sarà estremamente utile per cogliere il meglio anche delle case che si vedranno solo dai finestrini! Se non potete fare il tour con ARAU, potete visitare da soli almeno il Museo Horta, il Museo del Fumetto e il Museo degli strumenti musicali, tutti situati in splendidi edifici liberty. Ogni due anni c’è la settimana Art nouveau durante la quale è possibile visitare l’interno di alcuni edifici privati. La prossima sarà ad ottobre 2015.

Per raggiungere piazza Sainte Gudule dove parte il pullman ARAU, verso le 9,00 siamo già alla fermata del tram. Chiediamo informazioni per fare i biglietti e un simpatico signore ci aiuta tantissimo, addirittura accompagnandoci alla fermata del metro dove possiamo comprare per 14 euro una tessera con 10 viaggi utilizzabile da più persone. Capiamo che i biglietti hanno un costo leggermente diverso a seconda di quanti viaggi si comprano. La tessera (da noi comprata nel mezzanino del metro alla fermata Louise) è il modo migliore perchè si può facilmente ricaricare, anche per una sola corsa, alla macchinette presenti in tutte le fermate importanti. Alla fine del tour pranziamo da Arcadì in rue d’Arenberg (buoni piatti e splendide torte!). Poi visitiamo il Museo degli strumenti musicali che è veramente interessante. Si visita con le cuffie che si attivano quando ci si avvicina ai diversi strumenti musicali, veramente da non perdere. Il museo il sabato pomeriggio chiude un’ora prima, alle 17,00, così abbiamo un po’ di tempo e decidiamo di andare a vedere alcune case liberty nel quartiere Louise vicino all’albergo. E’ stata una giornata piacevole e piena di sole, verso le 20,00 c’è ancora tanta luce e passando per una piazza vediamo tanta gente che balla ritmi sudamericani in un improvvisata “discoteca” all’aperto organizzata da giovani africani. Le coppie sono miste e l’atmosfera rilassata: una bella immagine di una città giovane e multirazziale. Per cena pensavamo di tornare al Pub Michael Collins ma è pienissimo perché c’è una partita di calcio trasmessa sui maxi-schermi del locale. Quindi vaghiamo un po’ per il quartiere cercando un ristorante consigliato dalla guida che è risultato chiuso da tempo e alla fine ci fermiamo da “Le journal” locale non turistico dove abbiamo mangiato due buoni piatti abbondanti e bevuto buona birra per solo € 21. I brussellois sono molto gentili, spesso vedendoci alle prese con la cartina persone di ogni età ed estrazione sociale si sono fermate per aiutarci.

Domenica 7 giugno – Visitiamo il Museo Magritte (€ 8 cad + € 4 per l’audioguida) veramente molto interessante, con un percorso ben guidato che ci fa apprezzare questo famoso artista belga. Pranziamo da Arcadì e poi visitiamo il Musée Horta € 20 che è la casa di Victor Horta da lui stesso costruita, bellissima! Poi muniti di cartina facciamo un giro per vedere altre case Art nouvea nel quartiere Louise. Ci riposiamo un po’ in albergo e poi ci dirigiamo verso la Grand Place per cenare (Al Grill Grand Place, un potage e una grande entrecote accompagnata da una Leffe € 29,50) e salutare Brussels. Purtroppo Chocopolis, dove volevamo acquistare il famoso cioccolato belga, alle 21 è già chiuso!

IL MARE DEL NORD

Lunedì 8 giugno – Partenza da Bruxelles per Beveren passando per De Haan (circa km 170 prima in autostrada senza pedaggio e poi su strade normali). C’è molto vento ed è freddo ma è sereno.

De Haan è graziosa, anche se riusciamo a vedere solo una casa con il tetto di paglia. C’è la bassa marea, la spiaggia è lunga e ampia. Dopo una passeggiata, ci spostiamo con l’auto per cercare i punti panoramici. Belle le dune e la vista sul mare che però è verde e poco invitante. Rose selvatiche fiorite e profumatissime all’inizio delle dune. C’è anche un trenino turistico che unisce queste località di villeggiatura della costa belga (piuttosto corta). Qui sono fiamminghi e parlano al massimo inglese, i prezzi sono alti e l’impressione è che se non sei tedesco od olandese … puoi anche non fare le vacanze qui! A De Haan decidiamo per lo street food e prendiamo hot dog e patatine fritte da un chiosco vicino alla stazione (€ 10). Consumiamo il nostro pasto sull’unica panchina riparata dal vento e poi prendiamo qualcosa di caldo in un bar. Abbiamo tempo, quindi decidiamo di visitare Damme antico porto fluviale vicino a Bruges che non è lontano. Damme è molto carina, facciamo belle foto ai canali che qui s’intersecano in continuazione e saliamo sulla torre, nonostante il vento, per ammirare il bel panorama.

Poi ci dirigiamo verso l’Abbazia di Westvleren, per la birra più buona del Belgio. Visitiamo rapidamente l’Abbazia (nuova come tutte) e poi ci fermiamo “In de Vrede” bel locale di fronte all’abbazia aperto da sabato a mercoledì dalle 10 alle 20.

Non c’è la possibilità di acquistare bottiglie di questa birra da portar via (bisogna prenotare prima), ne assaggiamo comunque due tipi diversi seduti nel giardino (al riparo dal vento) insieme ad un piatto di formaggio di abbazia con pane e burro. Una sosta molto piacevole. Poi ci dirigiamo perso il B&B che abbiamo prenotato (con fatica perché qui è tutto più caro) a Beveren “D’Yzerpasserelle”(€ 60 solo pernottamento). Perso in mezzo alla campagna con mulini sullo sfondo, il posto è bello e tranquillo. La giovane padrona di casa è gentile e pare contenta di avere ospiti, stiamo un po’ in compagnia sua e della sua piccola bimba sorridente. Avendo letto che è isolato ci siamo procurati qualcosa da mangiare per strada quindi stanchi della lunga giornata ci ritiriamo in stanza e ci godiamo dalla finestra quello che resta del lungo crepuscolo estivo mentre il vento soffia ancora forte e freddo.

TORNANDO VERSO SUD

Martedì 9 giugno – Da Bevern a Gerpinnes passando per Tournai

Lasciamo il vento delle Fiandre occidentali e ci dirigiamo verso Tournai. Parcheggiamo in una strada del centro vicino alla piazza centrale e visitiamo la bellissima cattedrale patrimonio dell’Unesco, in ristrutturazione a causa di una tromba d’aria anomala del 1999. Il tesoro è molto interessante (€ 4 cad). Mangiamo sulla piazza da “Le Beffroi” per € 37 (in due). Nel pomeriggio le cose vanno per il verso storto. Volevamo visitare l’abbazia di Aulne ma è chiusa quindi vediamo l’abbazia da fuori (notevole) e ci accontentiamo di una birra nell’unico bar aperto. Mi accorgo che la guida lo diceva e mi arrabbio molto con me stessa. Ci fermiamo per visitare Thuin, all’ufficio del turismo sono molto gentili ma la cittadina ci sembra trafficata e non molto attraente: i cosiddetti giardini pensili sono piuttosto lontani lungo un sentiero tutto salite e discese. Siamo stanchi e rinunciamo pensando di fare una deviazione per raggiungere l’abbazia di Villers che secondo la guida doveva essere aperta. Invece anche quella è chiusa il martedì. Niente abbazia (diamo una sbirciatina dall’esterno ed è comunque notevole) e niente birra perché i locali sono tutti chiusi. A questo punto siamo stanchi e facciamo un po’ di spesa per la cena e arriviamo verso le 20 (avvisando prima telefonicamente) a Gerpinnes dove abbiamo prenotato la Chambre d’hotes de la Querelle (€ 65 con prima colazione). La padrona di casa molto gentile ci offre un tè e poi ci ritiriamo in camera.

Mercoledì 10 giugno – Da Gerpinnes a Thionville (Km 210 circa + la deviazione- prima strada normale, poi autostrada)

E’ una tappa abbastanza lunga di avvicinamento a Lussemburgo, ultima meta del viaggio, molto magnificata dalla guida. Non ci facciamo mancare però una visita a Dinant. Mentre cerchiamo la strada per salire con l’auto alla fortezza (scelta che si rivelerà azzeccatissima) passiamo davanti a un supermercato dove facciamo un po’ di spesa per il pranzo al sacco e compriamo tra l’altro alcune birre che non si trovano in Italia a prezzi convenienti. Parcheggiamo in alto, davanti alla fortezza che offre una visita molto interessante. La storia di Dinant è tragica, nella fortezza un percorso lo ricorda anche con una serie di tavole a fumetti. Se qualcuno ha dei dubbi sul valore dell’Europa, con questa visita potrà capire quante terribili guerre hanno devastato le nostre nazioni fino a che non si è deciso di provare a costruire un’Europa unita. Riflettiamo ma non ci abbattiamo troppo e con la teleferica (€ 8 cad, visita guidata e teleferica) scendiamo in paese. Bella vista, visita alla cattedrale e passeggiata sul ponte. D’obbligo una sosta al locale Leffe per una birra (buona ma non trappista). Dinant è tra l’altro il paese dell’inventore del Sax e ce lo ricordano in più punti con ironia del tutto belga: dai grandi sax colorati sul ponte, alle vignette per strada per finire con la statua del sig. Sax a grandezza naturale seduto su una panchina … una foto vicino a lui è d’obbligo!

Decidiamo per una deviazione fino a dove si produce la birra La Chouffe (quella con il nanetto). Percorriamo nuovamente la verdi Ardenne e arriviamo sul posto consci che la fabbrica è ormai chiusa data l’ora. Puntavamo al locale di fronte che dai racconti di altri TPC sembrava invitante. Invece abbiamo l’ennesima prova che la prima metà di giugno non è ancora stagione turistica: il locale è chiuso. Per fortuna il negozio è ancora aperto, giusto il tempo di acquistare un po’ birra! Prendiamo l’autostrada verso Thionville, unica sistemazione conveniente che abbiamo trovato abbastanza vicino alla città di Lussemburgo ma decidiamo di fermarci per cenare ancora in Belgio. Usciamo dall’autostrada ed entriamo nella cittadina di Aarlon, dirigendoci verso il centro. Non sono ancora le 20 ma qui è un buon orario per cenare. Non ci sono molti locali ma ne troviamo comunque uno di nostro gusto “Le belvedere”. Porzioni più che abbondanti con le immancabili patatine fritte, accompagnate dalla birra di Orval (€ 25 in due). Nel locale sono molto simpatici, e senza essere invadenti, ci chiedono da dove veniamo (Aarlon non è una meta turistica). Quando rispondiamo dall’Italia, la domanda sorge spontanea : “Ma vi siete persi? ”. Scopriamo che la signora che serve al tavolo ama molto l’Italia, sua figlia si trasferirebbe da noi si ci fosse lavoro. Noi in risposta lodiamo le verdi Ardenne ma la signora ci guarda un po’ sconsolata e ribatte “O si molto verdi … qui piove sempre!”, anche se noi in realtà in questo viaggio abbiamo trovato quasi sempre bel tempo. Ultimo pezzo di autostrada per arrivare all’hotel “Premiere classe” a Thionville prima cittadina francese subito dopo Lussemburgo. E’ un hotel sull’autostrada, molto essenziale ma ben organizzato e dai costi contenuti (€ 50 in totale per la camera matrimoniale). Praticamente si entra nel parcheggio e si sale in hotel. Per una tappa di passaggio è molto comodo.

LUSSEMBURGO

Giovedì 11 giugno – Da Lussemburgo a Colmar (km 300)

La città di Lussemburgo è magnificata sulla guida ma sinceramente non ci è sembrata all’altezza. Lasciamo la macchina al parcheggio scoperto Glacis ma siamo un po’ preoccupati per tutta la birra sotto il sole. Una navetta gratuita ci avvicina un po’ al centro (che comunque non dista molto). All’ufficio del turismo ci danno una cartina che ci porta a fare un giro tra i palazzi della città, non entusiasmanti, fra vetrine lussuose e bar. Cerchiamo però la famosa corniche, dichiarata patrimonio dell’umanità da UNESCO, che si rileva non così spettacolare. Si è fatta l’una, abbiamo fame e fa caldo, quindi riusciamo ad apprezzare meno del dovuto i bei resti del castello che effettivamente doveva fare di Lussemburgo una rocca inespugnabile. Rimangono però solo le fondamenta e la conformazione del posto perché il forte è stato demolito nel 1800 per garantire la neutralità del Lussemburgo (che per altro non è stata poi rispettata). Scendiamo con l’ascensore alla città bassa dove mangiamo piuttosto male. Decidiamo quindi di ripartire un po’ prima del previsto e puntare verso Colmar. Anche da un’esperienza non troppo positiva si posso trarre delle indicazioni: sarebbe stato meglio mangiare panini nella città alta (erano invitanti), puntare subito alla corniche (che per altro è poco più di una passeggiata panoramica sul resto dei bastioni), informarsi bene sul castello che è interessante ma va più che altro “immaginato”. E poi ricordarsi che può far molto caldo anche qui, in questo caso meglio programmare la visita evitando di essere affamati e sotto il sole nelle ore più calde (come abbiamo fatto noi!). Ripartiamo verso Colmar dove abbiamo prenotato all’hotel dell’andata Le Roi soleil. Questa volta percorriamo l’autostrada passando per Nancy e non paghiamo nessun pedaggio. Arrivati in hotel ci facciamo dare una camera al primo piano con vista lago, ancora più gradevole di quella dell’andata e poi decidiamo di tornare a mangiare a Kaiserberg (a km 7) da “Flame and co”. Buonissima cena, con chiacchiere con la coppia francese del tavolo vicino e finalmente a nanna!

A CASA

Venerdì 12 giugno – Da Colmar a Milano (km 600)

Un’ultima indicazione su Colmar: ci siamo procurati degli ottimi panini per il viaggio di ritorno da Poullaillon, una panetteria/paninoteca abbastanza vicina al centro. Ci fermiamo a mangiare in un’area di servizio in Svizzera, dove dividiamo il tavolo da pic-nic con una simpatica coppia di siciliani emigrati da 30 anni che si sentivano però molto svizzeri (e con ragione). Stavano andando a vedere un concerto del “Il volo” a Lucerna ma avevano un’idea molto negativa dell’Italia, invivibile perché piena di immigrati …. le immagini “a sensazione” dei media hanno un effetto fortissimo anche qui. Un effetto che va al di là della logica e colpisce anche chi ha vissuto in passato esperienze analoghe. Finalmente piove e la temperatura si abbassa un po’. Solite code e aree di servizio scarse, care (si paga 1 euro anche per andare alla toilette – ci sono i tornelli!), pochi i posti all’aperto … unica cosa positiva troviamo un peluche tale e quale al gufetto Spartacus del castello di Bouillon, l’avevamo cercato ovunque per portare un regalino a casa. Quindi ci rappacifichiamo anche con la Svizzera e dopo l’ultima coda, causata dal controllo meticoloso che ogni auto avesse la vignetta ben in vista, rientriamo in Italia.



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