Un muffin di nome Copenaghen

"L'avevamo immaginata, ma è riuscita a stupirci comunque. L'avevamo tanto attesa e non ci ha deluso..."
Scritto da: Seri.
un muffin di nome copenaghen
Partenza il: 27/04/2010
Ritorno il: 01/05/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Una sospirata partenza. Il blocco degli aeroporti causato dal vulcano islandese rischiava di far saltare un viaggio prenotato con lungo anticipo, ma per fortuna il 27 aprile 2010 alle 11.20 il nostro aereo decolla in direzione Copenhagen, dove Alberto ed io arriviamo dopo due ore, in perfetta puntualità. Percorriamo un dedalo di corridoi, seguendo le indicazioni “Baggage reclaim” per arrivare al recupero bagagli; da qui proseguiamo verso l’uscita “nothing to declare”. E’ un aeroporto enorme, ma non abbiate paura di perdervi: vi basta sapere che a destra c’è la Starbuck’s, a sinistra il cambio e di fronte la biglietteria di autobus e treni. Cambiati i soldi (1 euro = 7,33 corone circa), prendiamo due biglietti per la stazione centrale dei treni, la Kobenhavn H: se li prendete alla biglietteria automatica schiacciate “CITY”. In un quarto d’ora circa arriviamo a destinazione e da qui proseguiamo verso il nostro hotel, l’Absalon Hotel. La maggior parte degli hotels si trova in questa via, la Istegade, una parallela della più importante Vesterbrogade. La sistemazione è ottima: 2640 kr (360 euro) per quattro notti in camera doppia con colazione internazionale inclusa, buona la posizione e gentile il personale. Dopo esserci rinfrescati, decidiamo di visitare la zona nord della capitale, la parte più periferica. A piedi percorriamo le sponde di un canale che cambia nome a ogni ponte (Skt Jorgens So, Peblinge So, Sortedams So) e dove la gente corre in bici o a piedi. Vedrete che sarete sommersi da maratoneti e velocipedi e nel caso abbiate voglia di imitarli, è possibile prendere gratuitamente delle biciclette, sparse in alcune postazioni segnalate sulle cartine, inserendo una moneta da 20 kr come se fosse un carrello della spesa! Facciamo un salto all’Assisten cemetery, curiosi di vedere le tombe di H.C. Andersen e del filosofo Kierkegaard e poi proseguiamo verso il Faelledparken: un parco pieno di vita dove la gente si allena a calcio o nella corsa, passeggia o legge un libro. Addentrandoci nell’ atmosfera danese, baciati dal sole. Il secondo giorno visitiamo i quartieri più vicini, ossia Rådhuspladsen e Tivoli, Stroget e Slotsholmen. Rådhuspladsen è la piazza del municipio, il Rådhuset, una struttura enorme, visitabile dalle 10 alle 16, ricca di particolari dorati e statue. Passiamo di fronte alla Ny Carlsberg Glyptotek, una collezione d’arte voluta dal partono della birra e entriamo nel museo nazionale. L’entrata è gratuita ed è aperto dalle 10.00 alle 17.00, tranne il lunedì, giorno di chiusura. Terminata la visita, prendiamo la Ny Vetergade che ci porta dritti nel cuore di Christiansborg slot. A bocca aperta ci guardiamo attorno, circondati dalla maestosa Christianborg Kirke, l’omonimo museo, il Museo delle Scuderie e delle Carrozze Reali, il Museo Ebraico Danese. E’ proprio lo stupendo giardino “nascosto” di quest’ultimo museo che ci invita ad addentrarci. Il sole del mattino illumina questo posto a dir poco incantato, ci ritroviamo soli, in mezzo al verde, quasi in un paradiso terrestre: anche le anatre stanno dormendo. Continuiamo a camminare, cercando di capire cosa ci sia oltre..ed oltre c’è il Diamante Nero. Nessuna miniera, tranquilli: questo è il soprannome dato alla Biblioteca Reale (la Det Kongelige Bibliotek) dovuto alle pareti in cristallo e granito. Una struttura incantevole, dove è possibile sedersi e godersi il panorama. Più avanti troviamo la Borsen, l’edificio dell’ex Borsa attualmente Camera di Commercio e dalla parte opposta del canale la Holmens Kirke. Rinfocillati a dovere, camminiamo lungo la Stroget, la via dei negozi, dove però non si trovano le grandi firme italiane, bensì marche più economiche come Zara, H&M che lasciano ogni tanto spazio al sacro. Infatti tra i vari negozi di abbigliamento scorgiamo le bellissime chiese Helligåndskirken e Nikolaj Kirke. Ci dirigiamo verso il NYtorv dove si trova la fontana più antica della città e il Rundetårn, la Torre Rotonda ossia un osservatorio del 1600 (entrata adulti 20kr). Scendiamo passando per il quartiere latino (nulla di che sinceramente) e torniamo in albergo per una doccia. Torneremo in questo quartiere la sera, per andare a mangiare al Riz Raz, conosciuto ristorante a buffet vegetariano dalla formula “All you can eat” (prezzo fisso 89kr), ma dove volendo si può mangiare anche della carne. Copenhagen fuori e dentro: aspetti a confronto. Il terzo giorno programmiamo una gita fuori porta a Odense, città natale dell’autore H.C Andersen. Il costo del biglietto del treno è di 366,00 kr a testa andata e ritorno (50 euro). Visitiamo la casa-museo dello scrittore, l’entrata costa 60 kr, non è particolarmente grande ma comunque piacevole. Ci rimane il tempo per fare una passeggiata per le vie principali della terza città più grande della Danimarca. Si respira un clima molto gioioso, alimentato dal sole e dalla musica che risuona nella piazza centrale. Nel pomeriggio torniamo nella capitale per fare un giro nel quartiere di Christianshavn. Ci fermiamo innanzitutto al panificio-pasticceria migliore di Copenhagen “Lagkagehuset”, per una pausa golosa con un delizioso muffin alle mele (caldamente consigliato!). In seguito ci addentriamo nella misteriosa Christiania… Si tratta di una comunità creata negli anni ’70 circa, dove giovani e meno giovani fanno uso libero di droghe e le vendono tranquillamente, come se si fosse al mercato. Racchiusi da delle mura, colorate dagli stessi frequentatori più assidui, qui sono riusciti a creare il loro micro mondo: ci sono i bagni, chi cucina hot dog e salsicce per gli affamati chimici (è risaputo che dopo una canna la fame è tanta..) e chi vende gadget e bibite. Camminiamo sbalorditi dall’illegalità che sotto i nostri occhi è diventata legale, titubanti per i cartelli che ti avvisano “NO PHOTO”, avviliti nel vedere come la gente riesca a buttarsi via. Allo stesso tempo, fare un giro merita perché ha dell’incredibile e chissà cosa penserete una volta usciti: interdetti? schifati? impietositi? perplessi? A voi il giudizio. Usciamo e andiamo a riposarci sulle panchine che costeggiano il canale Stadsgraven dove ci rilassiamo, ammirando il paesaggio. Torniamo indietro, rimanendo per cena comunque nello stesso quartiere. Abbiamo trovato davvero un locale carino, giovanile, con le luci soffuse, in pieno stile hygge danese quindi! (Luna’s diner, Sankt Annae gade 5, 90/100 kr a testa.) E ci gustiamo per ultimo il piatto migliore.. Venerdì è il quarto e ultimo giorno pieno per goderci Copenhagen, visto che sabato avremo a disposizione solo mezza giornata. La pioggia ci dà il buongiorno, ma al calduccio del treno S-tog (la loro metropolitana) raggiungiamo il quartiere del Norreport e del Nyhavn (il porto nuovo). Si tratta dei quartieri più popolati dai turisti, non solo per la loro bellezza e per le schiere di case tipicamente scandinave dai mille colori, ma perché in questa zona ci sono le attrazioni più conosciute. Passeggiamo lungo il Kastellet, una fortezza a forma di stella, ancora ad oggi sede militare che ci porta fino alla Sirenetta. Purtroppo nel periodo in cui siamo andati noi, la statua si trovava a Shanghai per l’expo…una buona scusa per tornare in Danimarca una volta che sarà rientrata a fine 2010! La pioggia ha smesso e il vento piano piano ci sospinge fino all’entrata principale del Kastellet, lasciandoci il tempo di immortalare la bellissima fontana Gefion e di ammirare il verde che ci circonda. Usciamo da Kastellet e raggiungiamo l’Amalienborg, ossia la residenza reale, che cinge i lati di una piazza ottagonale, gremita di turisti e si affaccia sul canale, dove sull’altra sponda la moderna Opera House ti scruta. Aspettiamo mezzogiorno per vedere il suggestivo cambio della guardia: rispetto a Buckingham Palace, qui l’Amalienborg fa le cose in pompa magna. Le guardie che si scambiano sono una decina circa e una volta finita la cerimonia, proseguono marciando per le vie della città fino all’alloggio. A quest’ora ha aperto i battenti anche la Marmorkirken, un’incantevole chiesa, posta proprio di fronte alla residenza reale, dove un’entrata anche veloce (è gratis) è d’obbligo. Pranziamo con il loro piatto tipico lo smorrebrod, ossia pane di segale con sopra qualsiasi cosa: dal salmone al roastbeef, dalle verdure alla salsa tartara e patate. Devo ammettere che il pane di segale è pesantino e il loro piatto tipico si è trasformato in un piatto unico valido anche per la cena! Alla ricerca di qualcosa di tranquillo e inusuale, optiamo per il giardino botanico, che dista dieci minuti a piedi dall’Amalienborg, in Gothersgade. L’entrata è gratuita ed è aperto dalle 8.30 alle 16.00. Ci mancano ancora tutte le viuzze più colorate e allegre del Nyhavn, nelle quali decidiamo di perderci , guidati dall’istinto e dalle voci. Ripresa la retta via e tornati nel cuore del quartiere del porto nuovo, ci regaliamo una gita in battello tra i canali, da fare assolutamente e magari l’ultimo giorno, come se fosse il riassunto delle cose più importanti già viste ma anche una diversa prospettiva dalla quale guardare la città. Il biglietto costa 60.00 kr, il viaggio dura poco più di un’ora e ogni venti minuti parte un battello. A partire dalle 10.40, ogni ora e venti la visita guidata è anche in italiano. Per altre visite guidate in italiano consultate il sito www.sightseeing.dk o scrivete (in italiano) a linda@linda.dk o chiamate il numero (0045) 40818833. Dopo esserci fatti coccolare dalle onde, rientriamo in albergo e dopo una doccia, decidiamo di finire la serata alla grande, andando al Tivoli! Il Tivoli è un parco divertimenti nel centro di Copenhagen, ma più che parco divertimenti, io lo battezzerei come un vero e proprio paese dei balocchi. Illuminato a regola d’arte, è meta dei danesi in primis, dei turisti dopo. Il biglietto per adulti (e per adulti intendono dai 12 anni in su) è di 95.00 kr, per i bambini 55.00 kr. Fate attenzione però che il venerdì sera, dopo le 20.00 il prezzo lievita da 95 a 225, perché vengono organizzati dei concerti e degli spettacoli d’acqua. Arrivederci Copenhagen! E’ il giorno della partenza e prima di lasciare la camera alle 11.00, facciamo un’ultima passeggiata scegliendo come meta il Frederiksberg Have, il parco più romantico di Copenhagen. L’aereo parte alle 14.25 e man mano che decolla, ci godiamo la vista dall’alto di una magica e curiosa città. Copenhagen è ben altro di quello che le fotografie ti possono far presagire, ti offre verde e modernità, ti circonda spesso di gente bizzarra ma non ti fa mancare nulla, ha un’atmosfera che non si può descrivere, la si può solo vivere. Immaginatevi Copenhagen come uno dei suoi muffins: buono, che si assapora lentamente, a tratti speziato di cannella, ma dolce alla fine. E ritornerete a casa con la voglia di assaggiare ancora la capitale.


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