Un giorno a Pompei

Partita da Firenze con un'amica la mattina presto: alle 14 dero a Pompei, ho speso solo per l'ingresso, circa € 10.abbiamo viaggiato in auto, un'unica tappa. Nessuna difficoltà: quando si arriva a Pompei bisogna fare attenzione alla segnaletica, è praticamente inesistente, e ci si può travare in aperta campagna senza renderesene conto. Per...
Scritto da: traveling lady
un giorno a pompei
Viaggiatori: da solo
Partita da Firenze con un’amica la mattina presto: alle 14 dero a Pompei, ho speso solo per l’ingresso, circa € 10.Abbiamo viaggiato in auto, un’unica tappa. Nessuna difficoltà: quando si arriva a Pompei bisogna fare attenzione alla segnaletica, è praticamente inesistente, e ci si può travare in aperta campagna senza renderesene conto. Per visitare Pompei un pomeriggio è insufficente, ma non mancano le emozioni el sorprese di questa città, distrutta dai fumi della lava.

Non acquistare le guide sul luogo, sono inadeguate e non spiegate bene, meglio andare su qualche sito internet e scaricare un po’ di notizie interessanti, e comunque preparsi prima può aiutare a capire il luogo e la sua intereassante ed affascinante storia.

Non perdere il tramonto a Pompei, li in quei luoghi pieni di mistero e misticismo, fermarsi qualche attimo e lasciare la propria mente tornare indietro con il tempo.

Ci sono meraviglie qui in Italia che meritano tutta la ns attenzione e stupore ecco perchè per me l’Italia è il più bel paese che ho mai visitato, e quanto ancora non conosco e vorrei vedere.

— Una giornata splendida, quasi estiva, nonostante fosse la fine di Ottobre, un cielo terso, e l’entrata agli scavi sarebbero stati il preludio di un pomeriggio ricco di emozioni.

Tornare a Pompei dopo quasi 30 anni è stato emozionante, ripercorrere quelle antiche strade di pietra mi ha regalato momenti indelebili, vissuti sola con me stessa ,e l’ingannevole silenzio di questa dissepolta città mi ha permesso di dimenticare, anche solo per un attimo fuggente, tutti quei problemi frustranti che purtroppo fanno parte del quotidiano della maggior parte di noi, esseri umani.

Accompagnata dalle mie nozioni storiche, carica di entusiasmo e di tanta curiosità, ho iniziato il mio percorso in quel mondo inghiottito dai fumi di lava del dormiente, ma subdolo Vesuvio, che sovrasta la città di Pompei, come un falco che sorvola la sua aree di caccia, e subito ho percepito quel senso di doveroso rispetto e timore verso il grande vulcano addormentato.

Sono stata subito catturata da quell’ affascinante mondo di rovine, meta di milioni di visitatori e studiosi che ancora cercano di carpirne tutti i segreti più nascosti e, nonostante fossi una turista solitaria, mi sentivo già parte di quella strana foresta di strade e vicoli.

Fin da piccola ho subito il fascino di Pompei, e mi sono sempre interessata alla storia della città di lava e più mi addentravo in quel misterioso mondo e più sentivo che ero parte di esso: riaffioravano i ricordi del lontano Egitto, le emozioni e le sensazioni che ora si mescolavano tra loro, come una potente pozione magica, momenti di grande felicità e commozione per l’incredibile bellezza di tali rovine.

Un piccolo e breve accenno di storia di Pompei aiuterà meglio a capire i meccanismi di una vita assai frenetica per quelle lontane e perdute epoche, ma non ho la presunzione né di essere una studiosa, né purtroppo un’archeologa, alle prese con le sue preziose scoperte , ma una semplice turista, molto interessata .

Si è sempre creduto che la distruzione di Pompei con l’eruzione del 79 a.C. Fosse stata la più tragica, e non vi è alcun dubbio che sia stato così, ma da una ricerca più accurata un’altra eruzione, risalente all’età del bronzo ( 3700 a.C. ), aveva già distrutto la città e da allora ne sono susseguite altre 70, l’ultima nel 1944.

Le numerose eruzioni hanno modificato il Vesuvio nei secoli, che ha triplicato i suoi crateri e si può dire che di Pompei per molto tempo non si è saputo più niente, fino a non sapere dove fosse addirittura ubicata geograficamente.

Infatti sarà solo dopo la metà del ‘700 che arriveranno i primi grandi risultati , ma gli archeologi del ‘700 erano soprattutto interessati a recuperare suppellettili che avrebbero poi ornato i grandi palazzi reali, e quindi gli scavi vennero abbandonati presto al loro triste destino e declino.

Con il passare del tempo fortunatamente l’interesse storico verso gli scavi crebbe, curando più la salvaguardia degli aspetti architettonici ed urbanistici, che forse sono la caratteristica più importante e più affascinante di Pompei; ancora oggi studiosi cercano affannosamente tracce di quell’ evoluta storia, anche se poi tale attività risulta essere assai modesta per la conservazione e la tutela di un patrimonio che non solo appartiene a noi italiani, ma al mondo intero.

— Non posso fare a meno di denunciare la cattiva amministrazione dei governi locali, che hanno per moltissimi anni abbandonato questo impero di rovine e pur potendo attuare in tempo dei piani di recupero, hanno lasciato che questa città morisse non per un’eruzione lavica, ma per mano dell’uomo. Questo triste pensiero mi ha riportato indietro di molti anni a quando mi trovavo di fronte alla Sfinge, al pianoro di Giza: ricordo ancora il mio essere pervaso da un grande senso di impotenza per il decadimento di queste magnifiche opere costruite con la mano di Dio, ma riaffiorava nella mia memoria anche quella lacrima di commozione, che sarebbe stata velocemente ricoperta dalla sabbia del deserto, e che aveva lasciato una traccia indelebile nel mio cuore.

Si può fare ancora tanto per questo nostro meraviglioso paese, così ricco di storia e di cultura tanto da detenere , il 75% di tutto l’intero patrimonio mondiale, se solo chi è al potere fosse meno incurante di tenere la poltrona, e fosse più sinceramente interessato a curare tutti questi tesori.

Ma questo è un altro argomento, argomento che purtroppo non mi compete, rimango inorridita e sfiduciata, e comunque sono una semplice turista che non ha alcun potere, se non quello di regalare un’emozione al lettore.

Questa meravigliosa città rappresentava in maniera eccezionale la civiltà romana e queste rimembranze di un passato così lontano rappresentano il fascino di oggi : a quei tempi Pompei era una città molto laboriosa ed attiva, scandita da un complicato, quanto geniale ritmo orario, le calende,le none e le idi:tutta la sua vita ruotava intorno al commercio, dato il grande numero di botteghe, taverne ed osterie.

Fioriva lo scambio delle merci, grazie all’intenso traffico marittimo, e questo favoriva il crescere di un ambiente sempre più cosmopolita, con una grande mescolanza di religioni.

E questo potrebbe essere uno dei motivi per i quali i ricchi patrizi dell’eterna Roma avevano scelto Pompei come meta preferita per le loro vacanze, immersi nel verde, in lussuose ville lontano dal fragore e dalla complicata nonché corrotta Roma e circondati da tutti i grandi piaceri della vita di allora.

Ed è proprio in epoca romana, che Pompei ha visto crescere la sua fama e la sua potenza.

Uno degli aspetti fondamentali era “la famiglia”, con radicati e profondi sentimenti religiosi:il padre rappresentava la massima autorità, possedeva beni ed esseri umani, tanto da poter vendere un figlio o decretarne la morte.

La donna, madre, era molto al di sotto di quell’importante posizione assolutamente maschile, ma arrivò nel tempo ad essere onorata e considerata la matrona della casa.

Molti erano i culti seguiti dai pompeiani, tra cui anche il mito di Ercole, che adottarono come protettore della città e molti erano i dei venerati, come Bacco e Venere.

I morti venivano commemorati con il classico rito della sepoltura, e sarà solo in epoca I morti venivano commemorati con il classico rito della sepoltura, e sarà solo in epoca romana che le necropoli diventeranno dei veri e propri mausolei, situati solo nelle strade che portavano fuori dalla città: io ne ho visitata solo una, molto larga ed estremamente bella.

I Pompeiani erano dei grandi viveur, amanti del gioco, dello sport, del buon cibo, del tempo libero e dell’eros e nonostante le difficoltà del loro tempo, le malattie, sapevano come divertirsi, amavano la competizione, la cultura e non si facevano mancare niente.

Gli piaceva dedicarsi al gioco d’azzardo e nelle taverne, un po’ nascosti dal brusio e dalla gente comune, vere bische clandestine animavano la vita di quei luoghi oscuri: pranzavano anche 3 volte al giorno, soprattutto nel periodo estivo si dilettavano a fare pic nic pomeridiani che si consumavano anche all’interno delle ville stesse, serviti da schiavi e bevendo gli eccellenti vini che provenivano dal Vesuvio, grande risorsa economica della città.

Non rinunciando ai piaceri della vita, dopo una giornata di duro lavoro si recavano alle terme, praticavano esercizi ginnici, e non poteva mancare il teatro, in Pompei ce n’erano 3, incluso l’anfiteatro, prestigiose testimonianze architettoniche.

Terme Anfiteatro Questi teatri erano i padroni indiscussi del tempo libero dei pompeiani e grandi scrittori, come Plinio Il Vecchio, morto nel disastro, o come Seneca, o altri grandissimi letterati hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della nostra madre lingua, e qui vi hanno rappresentato le loro tragedie, o hanno ammaliato il pubblico con le loro poesie.

Ammirando il piccolo ed il grande teatro non ho potuto non immaginare quelle piacevoli, calde serate estive in cui si poteva udire la musica di una dolce lira , o le dolci parole di una poesia che potevano trafiggerti il cuore fino ad arrivare nel profondo dell’anima o le leggiadre vesti delle attrici che sembravano muoversi a ritmo di musica, ma in realtà solo mosse, da un leggero alito di vento.

Un brivido, una forte emozione hanno preso il sopravvento, mi sono sentita quasi perduta in questo vortice di sensazioni emozioni che non sono riuscita e forse non ho voluto neanche controllare: il momento era perfetto, è bastato socchiudere per un attimo gli occhi ed immaginare di essere trasportata nel passato per poter vivere questi momenti così intensamente…Ma il tempo era contro di me, ancora tanto da vedere, e così pochi attimi per gustare questa mia visita. Ed il mio dolce peregrinare per le strade di Pompei continuava.

L’anfiteatro, rispetto ai suoi fratelli minori, è ancora in ottime condizioni e riflette la bellezza artistica di questi monumenti: arena dei gladiatori e dei grandi felini,dallo sguardo glaciale ed affamati di carne viva, un miscuglio potente di orrore,coraggio e forse intraprendenza. Una lotta che, come accadeva a Roma, in caso di vittoria, faceva loro riacquistare la libertà, e la libertà era a quei tempi uno dono preziosissimo, che spesso ci si guadagnava a costo della vita.

E l’eros…Altro piacere indiscutibile per i pompeiani: visitando la grande Villa dei Misteri, oltre le mura della città, si può capire quanto le pratiche d’amore avessero importanza, soprattutto dai numerosi affreschi che testimoniano la vitale, spregiudicata loro vita amorosa e sessuale.

Fine 2a parte – Grazie se mi avete seguito fino a qui.A domani per il seguito…Ed ancora per un po’ di mistero.



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