Tre giorni nelle valli occitane cuneesi

Per sfuggire alla canicola di ferragosto abbiamo deciso di andare a rinfrescarci qualche giorno nelle bellissime valli del cuneese.
Scritto da: Lurens55
tre giorni nelle valli occitane cuneesi
Partenza il: 13/08/2021
Ritorno il: 16/08/2021
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Tre giorni nelle valli occitane cuneesi

13/08/21 – 16/08/21

Partecipanti: io e Franca

Prologo:

La regione Piemonte per incentivare il turismo che sta vivendo una drammatica crisi a causa del covid ha stipulato un accordo con vari hotel e B&B che prevede, per soggiorni di 3 notti, il pagamento di una notte da parte del cliente, una pagata dalla regione e la terza offerta dalla struttura alberghiera. Molto conveniente!

All’imboccatura dalla Val Maira, nel comune di Villar San Costanzo il B&B Casa Bart ha aderito a questa promozione e quindi prenotiamo e paghiamo.

Venerdì 13/08/21

Nel primissimo pomeriggio partiamo da Torino e verso le 16:30 siamo a destinazione.

Lasciamo l’auto nel parcheggio privato e accediamo alla struttura; un casale di campagna molto ben ristrutturato con un bel giardino con alberi ombrosi e tantissimi fiori. L’aspetto è curatissimo e l’accoglienza dei proprietari è gentilissima.

Ci sistemiamo nella camera spaziosa e fresca (anche senza aria condizionata) e sistemati i nostri bagagli partiamo a piedi verso la Riserva Naturale Dei Ciciu Del Villar che dista giusto un km.

Il biglietto di ingresso costa 3 euro e prevede 2 percorsi di visita: uno più breve e meno faticoso e uno più lungo e impegnativo. Dato il gran caldo e l’età non più verde che si fa sentire optiamo per il percorso breve che comunque passa attraverso un gran numero di “ciciu” (colonne di erosione a forma di fungo) anche detti “ciciu ‘d pera” (ciciu di pietra).

Il percorso breve non richiede doti atletiche particolari, è un sentiero con vari saliscendi in alcuni tratti un pochino ripidi. Un buon paio di scarpe da ginnastica è sufficiente. Non servono scarponcini da trekking.

Alla Riserva dei ciciu noleggiano anche e-bike.

Per maggiori informazioni:

https://www.ciciudelvillar.areeprotettealpimarittime.it/

Per cena andiamo alla Locanda Ca Bianca a Roccabruna, un paese a pochi km di distanza, dove assaggiamo le “ravioles” un piatto tipico della cucina occitana. Buonissimo.

Sabato 14/08/21

Dopo una gradevole colazione all’ombra di una gigantesco e ombroso gelso partiamo con l’auto per raggiungere il comune di Elva in punta alla Val Maira alla quota di circa 1700 metri di altitudine.

Elva è un comune piccolissimo. La popolazione è di circa 90 residenti.

La strada che sale è impervia, stretta (in alcuni tratti molto stretta) e anche un po’ sconnessa. Comunque ci arriviamo senza problemi. Basta guidare con attenzione.

Il comune di Elva in passato ha avuto un curioso business: quello dei raccoglitori di capelli (pelassiers), durata più di un secolo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

I pelassiers partivano da Elva all’inizio dell’autunno e percorrevano la Lombardia, il Veneto e il Friuli in cerca di donne e ragazze disposte a farsi tagliare la chioma in cambio di qualche tipo di compenso. Ritornati ad Elva, nei laboratori familiari i capelli venivano pettinati e suddivisi a seconda di colorazione, lunghezza e finezza. A lavorazione terminata, le file di trecce venivano spedite ai grossisti, che ne ricavavano le pregiate parrucche vendute ai Lord e alle dame aristocratiche d’Europa. La storia di questa curiosa attività è raccontata nel Museo dei Pels (ingresso 3 €).

L’altra attrazione turistica di Elva è la Chiesa di Santa Maria Assunta al cui interno si trovano gli affreschi di Hans Clemer (1480-1512), pittore fiammingo, noto anche come maestro d’Elva.

Da Elva raggiungiamo poi il Fremo Cuncunà, uno spettacolare sperone di roccia sospeso su uno strapiombo di qualche centinaio di metri (tipo quello dei cartoni animati di Willy il Coyote).

Ci godiamo un bellissimo sole con aria fresca e nel pomeriggio rientriamo al B&B.

Domenica 15/08/21

Oggi ci spostiamo in Val Grana, la valle parallela adiacente sul lato sud alla Val Maira.

In questa valle nella frazione di San Pietro del Comune di Monterosso Grana è stato allestito da una ventina d’anni un ecomuseo all’aperto realizzato con dei pupazzi (in dialetto “babaciu”) a grandezza naturale inseriti in scenografie che raccontano la vita contadina di queste vallate negli anni passati.

Per farsi raccontare a voce la storia di queste valli basta prendere alla biglietteria un “bastone” dotato di altoparlante che si attiva nelle varie sezioni del museo.

Ci sono vecchi negozi, attività ormai sparite, ricostruzioni della vita quotidiana.

Una visita che vale la pena.

Per una veloce anteprima si può vedere questo video su youtube

https://www.youtube.com/watch?v=9x3ThM8ZPuY.

In zona abbiamo poi visitato la piccola frazione di Sancto Lucio de Coumboscuro dove ogni anno si rinnova la tradizione occitana del Roumiage (“pellegrinaggio”).

Proseguendo nella valle su strade tortuose, ripide e strette arriviamo al santuario di Castelmagno, comune famoso nel mondo per il formaggio “castelmagno” unico nel suo genere.

Assaporiamo la frescura della meravigliosa giornata di sole ai circa 1800 metri di quota e verso metà pomeriggio prendiamo la via del ritorno.

Lunedì 16/06/21

Ultimo giorno. Salutiamo Augusta e Luca, i due gentilissimi proprietari della struttura e ci mettiamo in viaggio. Andiamo a visitare l’antica Chiesa di San Costanzo al Monte che purtroppo è chiusa.

Riprendiamo la strada e ci dirigiamo in Val Varaita, valle adiacente a nord della Val Maira.

Prima sosta a Sampeyre (versione occitana di San Pietro). Un paese turistico, piuttosto affollato con brutti condomini che si affacciano sulla strada statale che porta in Francia attraverso il Colle dell’Agnello.

Proseguiamo fino a Pontechianale dove c’è un grosso lago artificiale creato da una diga per la produzione di energia elettrica. Aria fresca, sole magnifico. Per cui ci sistemiamo qualche ora sulla spiaggia.

A metà pomeriggio un po’ a malincuore prendiamo la via di casa.

E’ stato un piacevole soggiorno. Le valli occitane del cuneese meritano una visita.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche