In Emilia-Romagna c’è una terra che accontenta proprio tutti: qui si può organizzare un weekend incredibile tra motori e sapori

Era una di quelle sere di maggio in cui stavamo sorseggiando un aperitivo – post saggio di teatro del mio figlioccio – quando, tra una risata e un morso a una bruschetta, i nostri amici di sempre hanno lanciato l’idea: “Perché non venite con noi alla Sagra del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro? È un’esperienza che dovete assolutamente vivere almeno una volta!” Loro, esperti e affezionati frequentatori della sagra, ci hanno raccontato delle edizioni passate con occhi che brillavano come un bicchiere appena riempito. “Ci sono degustazioni, tappe enogastronomiche, ma anche cultura e motori! E poi facciamo sempre tappa al Museo Ferrari di Maranello, e a quello di Enzo Ferrari a Modena. È un weekend in Emilia-Romagna che mette insieme tutto quello che amiamo: vino, cibo e belle scoperte.” E a quel punto, tra un “perché no?” e un rapido controllo al calendario, la decisione era presa: organizziamo! Un weekend tra le colline modenesi, con il pretesto del vino (e che pretesto!), ma con in realtà la voglia di staccare, divertirci e vivere qualcosa di nuovo insieme.
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Maranello e la Motor Valley dell’Emilia-Romagna
La giornata è iniziata con un’immersione nel mondo dei motori: il Museo Ferrari di Maranello. Appena varcata la soglia, ci si ritrova in un universo che parla di velocità, eleganza e passione. Le linee sinuose delle auto esposte sembrano raccontare una storia di innovazione e bellezza senza tempo. È impossibile non rimanere affascinati dalle Ferrari più iconiche, dai modelli storici fino ai bolidi più moderni. Abbiamo esplorato l’area dedicata alla Formula 1, con le monoposto che hanno scritto la storia di questo sport, e la “pista virtuale” un po’ cara per i miei gusti, ma di certo interessante.
Nel pomeriggio ci siamo spostati a Modena per visitare il Museo Enzo Ferrari, un luogo che va oltre l’esposizione di automobili. Qui, l’anima del fondatore prende vita in ogni angolo, ma soprattutto nel video che racconta la sua storia. Non è stato solo un viaggio tra splendide vetture, ma un’esperienza emotiva. Quel filmato dedicato al grande Enzo Ferrari ci ha lasciati senza parole. Un uomo visionario, capace di trasformare una piccola officina in un mito riconosciuto in tutto il mondo. Oggi ci siamo fatti un “viaggio” nel mondo della velocità, ma non è stato solo questo: è stato un omaggio a un sogno, a un genio, e alla bellezza che il Made in Italy sa creare.
Modena, ai piedi della Ghirlandina
Prima di immergerci nei brindisi di Castelvetro, abbiamo deciso di concederci un’altra tappa, Modena, una di quelle città che si vivono camminando piano. Il centro storico è un gioiellino: le strade acciottolate, le facciate color pastello, i portici eleganti. Il Duomo di Modena, patrimonio UNESCO, domina la piazza con la sua maestosa torre Ghirlandina, e l’atmosfera è quella di un luogo che ha saputo mantenere intatta la sua anima.Ci siamo concessi un caffè nella bellissima Piazza Grande, osservando la vita che scorre lenta e curata, e ci siamo persi tra le viuzze piene di bei negozi. E domani sarà il turno del Lambrusco e delle tradizioni di Castelvetro! Ma per ora, ci godiamo una serata rilassante, pensando a tutte le meraviglie che abbiamo visto.
Un brindisi a Castelvetro
Arrivare a Castelvetro di Modena in un tiepido weekend di settembre è come entrare in un quadro. Le colline che abbracciano il borgo sembrano sfumature di verde e oro, punteggiate da vigneti e cipressi. La Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa, l’evento che ogni anno richiama visitatori da tutta Italia, era il motivo del mio viaggio. E così, tra strade immerse nel verde e paesaggi da cartolina, arriviamo nel cuore della festa
Castelvetro, con le sue case dai toni caldi e la storica Piazza della Dama, era magica. Gli stand gastronomici erano ovunque: ogni angolo offriva assaggi di salumi, Parmigiano Reggiano, tigelle e calici di Lambrusco Grasparossa, protagonista assoluto della giornata. Con entusiasmo e un po’ di incoscienza, prendiamo tutti un carnet di degustazione da 10 calici a testa. Io lo sapevo già: dieci per me sono un Everest, perché il vino mi dà subito alla testa… ma ogni sorso era così buono che sembrava un piccolo viaggio divino nel gusto.
Dal Grasparossa più secco a quello dal sentore fruttato, ogni tappa era una scoperta. Infilato al collo il nostro portabicchiere ufficiale da degustazione, abbiamo cominciato l’avventura tra le 15 casette del percorso, gestite da produttori del territorio che non offrivano solo vino, ma passione vera, storie di vigna e di famiglia. Il Lambrusco Grasparossa, mi raccontarono i produttori locali, è il simbolo di questa terra. Con il suo colore rubino e la spuma vivace, rappresenta l’essenza emiliana: semplice, sincera e festosa
E tra un calice e l’altro, ovviamente, non potevano mancare i sapori solidi: tigelle, gnocco fritto, salumi e formaggi che facevano da perfetti compagni ai nostri brindisi. Io cercavo di restare sobria – o almeno presentabile – ma nonostante la mia fragilità da “bevitore della domenica”, mi sono divertita tantissimo. C’era un’aria spensierata, di quelle che solo le feste di paese sanno regalare, con il borgo illuminato al calare del sole e quella magia che solo certe sere riescono a creare.
La musica folk riempiva l’aria, mentre gli abitanti del borgo, vestiti in abiti rinascimentali, sfilavano per le vie in un corteo storico.
Ma non è finita qui,perché la domenica ci attendeva con gli ultimi assaggi, un altro giro tra le vie di Castelvetro, e la promessa, tra un arrivederci e un “alla prossima”, che questo weekend lo rifaremo. Magari in un altro angolo d’Italia, o magari di nuovo qui in Emilia-Romagna, con la stessa compagnia che rende tutto più bello.