Tre amiche cinquantenni a zonzo nel sud ovest della Francia
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La ns prima tappa è a 200 Km a nord di Bordeaux: la cittadina di Marans nella regione Poitou-Charantes. All’arrivo abbiamo avuto la prima piacevole sorpresa: avevamo prenotato tramite internet al “Clos de Beauregard” e ci siamo ritrovate in una vecchia fattoria ristrutturata i cui proprietari producono e servono ai clienti marmellate, composte di frutta, torte e liquori tutto rigorosamente bio (camera doppia Euro 66,00 con colazione). La costruzione in pietra, la profusione di fiori, le camere mansardate con travi a vista unitamente alle crêpes alla crema di mandorle le ricorderemo per un po’. Alla sera abbiamo raggiunto La Rochelle, porto sull’Atlantico e punto di collegamento con L’Ile de Ré. La cittadina è una delle capitali al mondo della vela, con il grande porto Les Minimes che può accogliere 4000 velieri che è considerato il primo porto sportivo europeo sull’Atlantico. Il Vecchio Porto è il cuore della città. E’ un susseguirsi di caffetterie e ristoranti dove si possono degustare crostacei ed ostriche mentre si osservano i numerosi artisti di strada che allietano i visitatori. Caratteristiche sono le quattro torri monumentali:
– la torre di San Nicola è alta 42 m, è leggermente inclinata ed è una fortezza edificata nel XIV secolo. Al suo interno si può visitare la Sala dei Governatori in puro stile gotico con una vista spettacolare sull’oceano e la città.
-di fronte si innalza un’altra torre del XIV sec. conosciuta come La Catena che collegata alla precedente delimita il porto. Qui è allestita una mostra permanente dedicata alla relazione della città con il Canada. Moltissimi sono stati gli emigranti che partirono da La Rochelle per recarsi in Canada e nelle colonie francesi d’oltremare.
-la Torre della Lanterna del XV sec. è stata utilizzata durante i secoli come faro e punto di riferimento per le imbarcazioni che si avvicinavano alla città. Caratteristico è il pinnacolo ottagonale che corona l’edificio.
– la Porta del Grande Orologio è un’altra imponente torre medioevale che collega il Vecchio Porto alla zona detta Casco Vecchio.
Dall’altro lato del porto si possono visitare il vecchio quartiere del Gabut con le case multicolori dei pescatori e la Ville-en-bois con le caratteristiche case in legno. Qui si trova l’acquario che attrae ogni anno migliaia di visitatori. Nel quartiere Casco Vecchio la Rue du Palais è zona commerciale della città. Nelle vicinanze si possono visitare la Cattedrale di San Luigi, la Piazza del Mercato, uno dei luoghi più animati di La Rochelle con le case tipiche decorate da legno ed ardesia ed il Municipio la cui spettacolare facciata fu costruita ai tempi di Enrico IV e Maria De Medici in puro stile italiano. L’Ile de Ré è lunga 32 km, larga 5 km ed è collegata a La Rochelle da un ponte di 16 km (costo transito Euro 16,50). E’ totalmente pianeggiante e si può visitare facilmente anche in bicicletta poiché dispone di 100 km di piste ciclabili che permettono di raggiungere le belle spiagge. La capitale dell’isola Saint Martin, protetta da una fortificazione disegnata da Vauban è stata dichiarata patrimonio dell’umanità. All’estremo sud dell’isola si può ammirare il Faro delle Balene che con i suoi 57 m è uno dei più alti d’Europa. Vale veramente la pena di visitarlo, lo spettacolo dalla cima è impagabile. Con i paesini dalle case bianche che non superano i due piani, le distese delle saline, i vigneti ed i boschi l’Ile de Ré resta veramente nel cuore. Il nostro viaggio prosegue verso il Marais Poitevin, più precisamente verso la cittadina di Coulon. Nessun amante della natura dovrebbe perdersi il Marais Poitevin, un’estesa zona intensamente verde solcata da centinaia di canali che viene anche chiamata la Venezia Verde. Il modo migliore per visitare quest’area è la barca. Si possono effettuare gite sia per conto proprio che con le guide come abbiamo fatto noi. Per due ore abbiamo navigato tra salici piangenti, betulle, frassini osservando anatre, aironi e molte altre specie di uccelli. Anche per i ciclisti questo è un vero paradiso, ci sono chilometri di piste ciclabili. La zona è anche ben attrezzata per i camper. A Coulon raccomandiamo il Ristorante “Quai Sud”. Segnalato dalla Guida Michelin è stata una piacevole sorpresa non solo per la bontà del cibo ma anche per il rapporto qualità/ prezzo. Lasciamo il Marais Poitevin e ci dirigiamo a sud verso il Périgord Verde facendo tappa ad Aulnay. Dopo aver oltrepassato campi di girasoli in fiore raggiungiamo la Chiesa di Saint Pierre, una delle più belle della regione dichiarata patrimonio dell’umanità. Nell’XI e XII sec. la regione Poitou_Charente fu meta di migliaia di pellegrini poiché era a metà cammino tra il nord Europa e Santiago di Compostela. Saint Pierre è una delle chiese più importanti sul Cammino di Santiago. Circondata dai cipressi di un vecchio cimitero è considerata un vero capolavoro del Romanico. Lascia stupefatti non solo per le facciate differenti ma per la moltitudine di statue e capitelli uno diverso dall’altro. Dicono che qui si possa tenere una lezione di iconografia ripassando tutti i temi favoriti dagli artisti medioevali del Poitou. A circa 130 km raggiungiamo Brantôme. E’ soprannominata la Venezia del Périgord Verde, sorge sulle rive della Dronne ed è attraversata da cinque ponti. Le facciate bianche dell’Abbazia che, secondo la tradizione fu fondata all’epoca di Carlo Magno, si trovano ai piedi di una falesia sotto la quale si aprono grandi caverneche furono abitate dai monaci. E’ possibile visitarle effettuando il percorso trogloditico. Qui si può vedere la “fontana della Roccia”, dedicata a San Sicario che è ancora oggi venerata per i suoi effetti sulla fertilità ed i poteri contro le malattie infantili. Da non perdere è la grotta del Giudizio Universale. Abbiamo dormito a “Les Aromes”, una vecchia villa ristrutturata in centro paese. Atmosfera retrô nelle accoglienti camere arredate con gusto tipicamente francese. La struttura fa parte del circuito Chambres d’Hotes e dispone anche di piscina (Euro 64,00 camera doppia con colazione).
In giro col trenino
Il giorno successivo, dopo una breve visita al paesino di Bourdeilles con i suoi due castelli, arriviamo a Périgueux, capitale del Périgord Bianco. La Cattedrale di St Front è stata classificata patrimonio mondiale dell’Unesco, è di stile bizantino e con le sue cupole e la pianta a croce greca ricorda la basilica di San Marco a Venezia. Dopo aver percorso a piedi il quartiere Saint Front, classificato come patrimonio da salvaguardare con le vecchie botteghe di artigiani e commercianti, le case medievali ed aver acquistato frutta e prelibatezze locali in Place du Coderc con il suo variopinto mercato dove si trova in vendita ogni tipo di fois gras d’oca, abbiamo visitato la città con il trenino per turisti. Questo servizio, secondo noi, è un ottimo mezzo per visitare le grandi città disponendo di non molto tempo. Permette di raggiungere i punti più interessanti senza problemi (costo biglietto Euro 7,00 cad.). Se si è amanti del paté e del fois gras di oca consigliamo di acquistarli qui sia per il prezzo favorevole che per la quantità di tipi disponibili. Tra le prelibatezze locali vi sono fichi e altri frutti ripieni di fois gras. Rouffignac si trova a circa 40 km da Périgueux in una zona che deve la sua popolarità alle numerose grotte che si possono visitare. Noi abbiamo scelto di visitare la grotta dei 100 mammouth, una delle cose più belle viste durante la nostra vacanza. La visita dura circa un’ora con un trenino elettrico che trasporta i visitatori attraverso gallerie lunghe più di 8 Km all’interno della montagna. Consigliamo di coprirsi bene poiché la temperatura all’interno è di circa 13°C. Per prima cosa si possono vedere le tracce degli artigli degli orsi delle caverne (delle dimensioni di circa tre volte quelle degli orsi bruni) e le tane che scavarono per il letargo, quindi appaiono le prime incisioni di mammouth e cavalli sino a raggiungere la parte più bassa della caverna dove è possibile scendere dal trenino e si è praticamente circondati da migliaia di disegni. E’ stata un’emozione indescrivibile. All’uscita, dopo aver atteso un po’ per acclimatarci (siamo passate dai 13° ai più di 30°C ), siamo partite per Sarlat. Sarlat la Canéda è la capitale del Périgord Nero. Raccomandiamo di visitarla anche alla sera perché con l’illuminazione notturna le strette vie medievali ed i palazzi gotici o rinascimentali sono semplicemente splendidi. Numerosi sono i ristoranti, tutti molto affollati. Abbiamo cenato al “les Jardins d’harmonie”, locale molto bello ed accogliente che però sconsigliamo nonostante sia raccomandato dalla Guida Michelin. I piatti sono sì presentati magnificamente, però la quantità di cibo è minima e sinceramente ci siamo sentite prese in giro quando ci hanno portato i menù degustazione che avevamo scelto. Non ci aspettavamo proprio che nella patria del fois gras ci servissero delle porzioni simili ad un’ostia. Fortunatamente abbiamo dormito bene all’”Hotel Abbys” che raccomandiamo. La struttura ricorda i motel americani e si trova alla periferia della città. Le camere sono spartane ma pulite, hanno l’aria condizionata ed il prezzo è ottimo (camera doppia Euro 45,00.)
Lunedì 22 Agosto
Al mattino raggiungiamo, a circa 11 km, i Giardini di Marqueyssac. I giardini sono stati creati su uno sperone roccioso che domina la vallata della Dordogna. Più di sei km di viali formano un vero labirinto di bossi lavorati a mano o lasciati crescere in modo spontaneo. Vi sono tre passeggiate che permettono di raggiungere il belvedere dove vi è una passerella che sovrasta un vuoto di 130 m. Da qui si gode uno splendido panorama sui villaggi e castelli circostanti: La Roque-Gageac, Castelnaud, Fayrac, Beynac e la Dordogne con le canoe multicolori dei villeggianti. La Roque-Gageac sorge ai piedi della roccia su cui si trovano i giardini. Il villaggio è considerato fra i “plus beaux villages de France”, sorge tra la falesia ed il fiume e, grazie al suo clima particolarmente mite ha una vegetazione di tipo mediterraneo con ulivi, limoni, banani e ben 20 varietà di palme. Nelle stradine del paese le case dei contadini e degli artigiani sorgono vicino a dimore signorili. Durante la Guerra dei Cento Anni le sue fortificazioni furono più volte poste sotto assedio ma non furono mai espugnate. A la Roque-Gageac abbiamo fatto una gita in “gabare”. E’ un’imbarcazione dal fondo piatto che permette di scoprire paesaggi indimenticabili lungo la Dordogne (1 ora di navigazione con guida anche in italiano ad Euro 7,00 cad.). Dopo aver fatto un breve giro a Beynac – Cazenac con il castello dove fu girato il film su Giovanna D’Arco di Besson, siamo partite alla volta di Rocamadour, nella regione del Lot. Sapevamo che Rocamadour è il secondo luogo più visitato di Francia dopo Mont Saint Michel in Normandia pertanto la nostra prima preoccupazione è stata quella di prenotare l’hotel. Dopo vari tentativi inconcludenti perchè tutto era esaurito abbiamo trovato disponibilità all’”Hotel du Centre” di Gramat a pochi chilometri. La scelta è stata ottima perchè tutto l’hotel è stato recentemente ristrutturato, le camere sono grandi, pulitissime e dispongono di ogni confort (Camera matrimoniale Euro 82,00). Lasciati i bagagli in albergo ci siamo dirette verso Rocamadour e ciò che abbiamo scorto da l’Hospitalet, il punto di vista panoramico lungo la strada ci ha lasciate senza parole! Il paese sorge su un promontorio calcareo che sovrasta di 150 m il fiume Alzou. Abbiamo costeggiato la montagna con la strada che porta da L’Hospitalet al fiume dove vi è un grande parcheggio ed attraverso la Porte du Figuier siamo entrate a piedi (è tutta zona esclusivamente pedonale) nella via principale del villaggio piena di negozi di souvenir e ristoranti. Se decidete di fermarvi per cena come abbiamo fatto noi vi consigliamo di portarvi una pila perchè di notte la strada ed il posteggio sono totalmente al buio. 223 scalini collegano questa parte del paese con la cittadella religiosa. Per i più pigri è però disponibile anche un ascensore.
la leggenda della spada
La mattina seguente da L’Hospitalet abbiamo raggiunto la parte alta di Rocamadour dove sorge il castello e vi è un grande parcheggio gratuito. Qui con l’ascensore (Euro 4,00 cad.) siamo entrate nel santuario. Il Sagrato delle chiese detto anche piazza Sant’Amadour è un piccolo spazio attorno al quale sorgono sette santuari. Tramite una scalinata si raggiunge la cappella dei Miracoli dove, tra le pareti annerite dal fumo delle candele, sull’altare vi è la statua in legno della Vergine miracolosa, chiamata anche la Vergine nera risalente al XII sec. Appesa alla volta della cappella vi è un’antichissima campana che suonava per annunciare i miracoli. Uscendo dalla cappella sopra al portale c’è una spada di ferro conficcata nella roccia. La leggenda dice sia la famosa Durlindana, la spada di Rolando che accerchiato dai Saraceni e non potendola distruggere invocò l’Arcangelo San Michele e la lanciò. Con un colpo solo la spada si piantò nella roccia di Rocamadour, lontano dagli infedeli. A 13 km da Rocamadour abbiamo visitato l’Orrido di Padirac. Scoperto nel 1889 è considerato una delle più grandi curiosità geologiche di Francia. A prima vista, l’apertura di 32 m di diametro ricorda i cenote messicani. Dopo una discesa vertiginosa a piedi o in ascensore a 103 m di profondità ci si imbarca per percorrere delle gallerie sul fiume sotterraneo. Si percorrono 500 m in barca e 400 m a piedi. Con le barche dal fondo piatto, sulle acque sorprendentemente limpide si vedono formazioni calcaree gigantesche, ci sentivamo come Dante sull’Acheronte! Al termine del percorso si ammira una stalattite gigantesca. La visita guidata dura circa 1h e 30 min, consigliamo di portare indumenti pesanti e se possibile impermeabili. Questa è una gita da non perdere (costo entrata Euro 9,40). Saint Cirq Lapopie è uno dei luoghi più famosi della valle del Lot. Il paese sorge su una scarpata rocciosa e nel passato ha avuto periodi di grande prosperità. E’ suggestivo soprattutto alla sera grazie alla luce dorata che riflette sulle antiche case a graticcio con i tetti di tegole scure. Attualmente vivono qui molti artisti che hanno aperto laboratori di ceramica, incisione, atelliers di pittura. Dalla terrazza a destra della Chiesa si gode una bellissima vista sulla valle del Lot.
Da Saint Cirq abbiamo preso l’autostrada in direzione nord verso Brive ed abbiamo visitato Collonges la Rouge, villaggio incantevole che ci era stato altamente consigliato da Giuly, una nostra amica amante della Francia che purtroppo non ci ha seguite in questa nostra avventura. Il paese è tutto color ocra, le case sono piene di fiori di tutti i tipi ed i negozi di artigianato locale uno più bello dell’altro. Uno tra i più caratteristici è quello dei fiori secchi: due stanze dai cui soffitti pendono migliaia di mazzi di fiori di ogni colore posti a seccare. E’ un luogo unico. Dopo esserci rifocillate con una crêpe ed una tazza di sidro ripartiamo destinazione Saint Emilion. Abbiamo visitato questa bella cittadina con l’aiuto del trenino (Euro 6,00 Train de Grands Vignobles) che ci ha mostrato non solo i monumenti principali ma ci ha permesso di fare un interessante giro tra i vigneti e le cantine dove si producono alcuni tra i vini più pregiati del mondo. Volevamo visitare l’estuario della Gironda, il più grande d’Europa, lungo 75 km formato dalla confluenza della Dordogna e la Garonna ed abbiamo scelto come base la cittadina di Libourne. Abbiamo dormito all’”Hotel La Tour du Vieux Port” (Camera 3 letti Euro 75,00) in posizione centrale molto pulito ed accogliente. E’ stato una bella scoperta anche il ristorante “Le Faim Gourmet”: cucina strepitosa, prezzo adeguato e proprietario simpaticissimo che ricorda Gérard Dépardieu.
Giovedì 25 Agosto
Al mattino abbiamo raggiunto Blaye, sulla riva destra della Gironda. La cittadina fortificata è sorta per proteggere la città di Bordeaux dall’attacco di nemici. Nel XVII sec. Luigi XIV domandò di migliorare le fortificazioni esistenti e l’architetto Vauban non si limitò solo a questo ma costruì altri due forti: Fort Pâté e Fort Médoc dove vennero posizionati i cannoni che con i loro tiri incrociati permettevano di coprire i 3 km di larghezza della Gironda. La cittadella di Vauban è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. All’Ufficio di Turismo abbiamo acquistato i biglietti (Euro 12,50) per una passeggiata in barca tra le isole dell’estuario. Interessante è stato anche percorrere la Corniche Fleurie, strada che si snoda tra piccoli paesi sull’estuario. Avevamo deciso di trascorrere gli ultimi giorni della nostra vacanza sull’Oceano, ci siamo dirette perciò ad Arcachon che con il suo bacino è veramente unica. La nostra prima meta è stato la striscia di terra di Cap Ferret. Qui abbiamo passeggiato tra la pineta e la spiaggia, abbiamo visitato il Faro e ci siamo fermate a degustare ostriche e gamberi in uno dei molti ristorantini all’aperto. Abbiamo dormito due notti a Taussat all’Hotel Océana (camera doppia Euro 67,00) ed abbiamo potuto perciò visitare il bacino con tranquillità sino alla Dune du Pilat, la più alta duna di sabbia d’Europa. Il paesaggio dalla cima della duna è incredibile, la vista spazia dal blu dell’Oceano da un lato al verde della foresta dall’altro. A Bordeaux abbiamo dormito all’”Hotel Kyriad – Bordeaux Nord – Lac”, avevamo prenotato con internet in anticipo ed abbiamo potuto usufruire della tariffa speciale di Euro 45,00 a camera. Avevamo già utilizzato gli hotels di questa catena alberghiera ed ancora una volta dobbiamo confermare che sono veramente validi sia per la qualità che per il prezzo. Non immaginavamo che Bordeaux fosse così bella, è stata una splendida sorpresa. Anche qui ci siamo affidate al trenino turistico (Euro 7,00 durata 45 min) per vedere i monumenti principali. Il lungo fiume ci è piaciuto particolarmente per i suoi giardini ed attrazioni varie.
Lunedì 29 Agosto rientro a Milano
Sono stati dodici giorni molto piacevoli, abbiamo visto luoghi molto differenti tra loro e scoperto una zona di Francia che per noi italiani è fuori dai comuni circuiti turistici. Abbiamo percorso 1872 km in tutto spendendo 120 Euro di gasolio. Dodici giorni di vacanza ci sono costati 1200 Euro/cad. tutto incluso.