Tra terra e mare

Nella Barbagia di Ollolai un viaggio in salita tra le bianche rocce dei monti di Oliena a cercare i tesori naturalistici fino a scendere verso il mare del Golfo di Orosei per godere dei suoi colori intensi e dei sapori dell’isola..
Scritto da: ale777
tra terra e mare
Da sarda orgogliosa e innamoratissima della mia isola trovo difficile scegliere una zona specifica e selezionare solo alcuni luoghi da inserire nel mio itinerario. La Sardegna, nonostante ci sia ancora chi è convinto che sia solo bel mare e spiagge, offre una varietà immensa di scenari e paesaggi. I colori forti di un’isola multiforme riempiono lo sguardo di chi si trova in questa parte di mondo. Le chiare rocce del monte Corrasi di Oliena , nella Barbagia di Ollolai, si impongono allo sguardo del viaggiatore che arrivando percepisce la forza della natura e che inoltrandosi in quel territorio tra le strade sterrate, ne scoprirà i suoi segreti: sorgenti,grotte, canyon e una vegetazione fitta e profumata,ma anche le tradizioni pastorali più antiche. Quel viaggiatore sarà poi sorpreso nello scoprire, a pochi Km dietro la montagna verso est, il Golfo di Orosei, uno dei mari più incantevoli e di un turchese intenso,ricchezza di un’isola unica e paradiso del Mediterraneo.

GIORNO 1

Decido di partire da Birori, paesino in provincia di Nuoro, che si trova esattamente a metà strada tra Sassari, la città in cui vivo e Arborea, la città dell’amica che mi accompagnerà in questa avventura, qualora vincessimo, e che ha dato un importante contributo alla realizzazione dell’itinerario. Come prima tappa del nostro viaggio abbiamo scelto l’area del supramonte di Oliena, in provincia di Nuoro. Da Birori, percorriamo la SS 129 per circa 60 Km fino ad arrivare ad Oliena. A pochi Km dal paese la nostra prima sosta: la sorgente di Su Gologone. Le fonti carsiche di Su Gologone sono le più grandi e famose della Sardegna. Nella parete rocciosa, da una profonda fenditura naturale, sgorga l’acqua oligominerale cristallina e fresca, con una portata di 300 litri al secondo che forma un vero torrente che attraversa un bosco di eucalipti e sfocia direttamente nel fiume Cedrino. La gola è spesso meta di speleologi che scendono ogni volta più in profondità. La discesa più famosa è quella del francese Olivier Isler, che ha raggiunto la profondità di 108 m senza però raggiungere il fondo. Lasciata la sorgente ci dirigiamo verso la Valle di Lanaittu, ai piedi del monte Tiscali, distante una decina di Km, che è probabilmente l’antico letto del fiume Flumineddu, che ora scorre più a est. Arrivati al punto informazioni si lascia la macchina e si prosegue a piedi. Ci troviamo immersi tra esemplari tipici della macchia mediterranea: il leccio ed il cisto, il lentischio ed il corbezzolo insieme al rosmarino che sprigionano nell’aria un profumo intenso e selvatico. Se saremo fortunate potremmo incontrare qualche esemplare di cinghiale, mufloni, lepri, conigli, donnole e martore, pernici e rapaci quali l’aquila, che costiuiscono la fauna selvatica tipica della zona. Si aprono su questa vallata numerose grotte, si possono visitare quelle di Sa Oche (grotta della voce) chiamata così perché in caso di forti e abbondanti piogge, dal suo interno, sgorga un impetuoso fiume sotterraneo preceduto da un rombo assordante, (la voce) come se volesse avvisare gli abitanti della valle dell’imminente inondazione. Sopra di essa troviamo la grotta Su Bentu (grotta del vento). Le due grotte sono collegate tra loro da un sifone di oltre 100 metri, interamente sommerso. In entrambe le grotte sono presenti diversi laghetti e ampie sale lunghe chilometri che raggiungono i 100 metri d’altezza dove è possibile ammirare stalattiti, stalagmiti e molteplici concrezioni, che ne fanno un luogo di eccezionale bellezza. E’ presente nella valle anche un’altra famosa e importante grotta che però è stata chiusa ai visitatori: la grotta Corbeddu (prende il nome dal bandito Giovanni Salis Corbeddu che, nella metà del secolo scorso, durante i 19 anni della sua latitanza, fece della grotta il suo rifugio segreto) che deve la sua fama al ritrovamento, al suo interno, di tracce di frequentazione umana risalenti al 10.000 a.C. e ai resti di un cervo preistorico vissuto circa 30.000 anni fa. Nella valle si trova anche il villaggio nuragico di “Sedda Sos Carros”. Un importante insediamento nuragico, all’interno del quale, è stata scoperta una fonte sacra di forma circolare unica nel suo genere in tutto il bacino del Mediterraneo. Per pranzo possiamo optare per il caratteristico pranzo con i pastori a base di salumi, formaggi, ricotta, arrosto di salsicce e porcetto, vino cannonau e mirto, presso uno dei tanti ovili presenti nella valle. Oppure ci si può spostare al rinomato e suggestivo Ristorante dell’Hotel Su Gologone dove potremmo gustare il tipico menù barbaricino, a base di carne (carne arrosto cotta alla brace, porcetto arrosto, capretto alle erbe) e ottimi primi piatti della tradizione locale quali ravioli di formaggio e erbe aromatiche (Culurgiones), gnocchetti sardi (macarrones de punzu) e ottimi dolci come le sevadas al miele. Da gustare l’ottimo il Nepente di Oliena, Cannonau D.O.C., elogiato anche da D’Annunzio. Lasciamo Su Gologone e ci dirigiamo verso Dorgali, comune che dista circa 17 KM. Qui alloggiamo presso uno dei BB a conduzione familiare della zona dove, la mattina dopo, oltre alla classica colazione ci verranno probabilmente fatti gustare dolci tipici quali Savoiardi, Amaretti (dolci di mandorle) ma anche Bianchini, fatti di zucchero e albume d’uovo molto friabili e gustosi, e il “ Moddizzosu” un pane tipico fatto con patate. Dopo esserci sistemati potremmo visitare l’acquario di Cala Gonone che si trova immerso in un parco di splendida macchia mediterranea. Si tratta di una struttura nuova e moderna, progettata dall’americano Peter Chermayeff che ha realizzato anche gli acquari di Baltimora, Boston, Chattanooga, Genova, Lisbona, Osaka. L’acquario dispone di 25 vasche espositive, dove sono accolti gli esemplari più significativi della flora e fauna marina mediterranea, La vasca principale è una delle più grandi d’Italia, circa 450 metri cubi. Prima di cenare in uno dei caratteristici agriturismi ci concediamo una passeggiata in spiaggia come anticipo della giornata successiva che dedicheremo interamente alla costa.

GIORNO 2

Dopo aver passato un intera giornata immersi nell’entroterra non possiamo non dedicare questa giornata al mare e alla costa. Noleggiando un gommone con conducente , partendo da Cala Gonone, potremmo ammirare le numerose calette del golfo di Orosei accessibili solo via mare o con diverse ore di cammino lungo sentieri spesso impervi e di difficile accesso a chi non è un esperto di trekking. Tra le altre si possono visitare:

Cala Luna, Cala Sisine, Cala Biriola, le piscine di Venere, Cala dei Gabbiani e Cala Mariolu.

Il nome di quest’ultima deriva alla foca monaca, chiamata dai pescatori “mariolu” (ladra) in quanto rubava i pesci dalle reti. La spiaggia è formata da minuscoli sassolini lisci di marmo bianco ed è sovrastata da una scogliera calcarea ricoperta dalla macchia mediterranea. Il colore dell’acqua è di un azzurro difficile da descrivere e i riflessi del sole creano dei bellissimi giochi di luce. Alcune rocce calcaree affioranti dal mare, la trasparenza dell’acqua e il fondale roccioso rende questa cala un paradiso per le immersioni. Sulle alte rocce sovrastanti nidificano varie specie di uccelli marini, tra questi una gran quantità di gabbiani, il falco pellegrino, le aquile reali e del Bonelli, il falco della regina e qualche esemplare di avvoltoio grifone. Il sole batte solo la mattina e nel primo pomeriggio, mentre durante il resto della giornata la spiaggia è in ombra proprio a causa delle roccie che sovrastano l’insenatura.

Rientriamo a Dorgali percorrendo la suggestiva strada panoramica.

GIORNO 3

Partiamo da Dorgali in direzione Baunei percorrendo la SS 125 per circa 50 Km. A monte del paese, attraverso una ripida salita in macchina tra i tornanti che si arrampicano sul costone, si trova l’altopiano del Golgo, conosciuto sopratutto per la presenza della profonda voragine di “Su Sterru” e per la chiesa di San Pietro risalente al campestre del XV. Il Monumento naturale Su Sterru (Il Golgo), più noto come Voragine del Golgo, in sardo Su Sterru o S’Isterru, è la più profonda voragine d’europa sprofonda verticalmente per 270 metri nel sottosuolo. Il Golgo è un vero e proprio paradiso naturale ed archeologico le tombe dei Giganti, pozzi sacri, le caratteristiche e antiche pozze d’acqua denominate “as piscinas” e i nuraghi. Dal Golgo imboccando la strada sterrata per 15 Km metteremo alla prova la Fiat 16 per arrivare a Cala Sisine. Dovremmo comunque lasciare la macchina e proseguire a piedi per circa un’ora prima di raggiungere la cala. Cala Sisine si apre tra le spettacolari falesie della Serra Ovra alte oltre 500 metri e a picco sul mare. È fiancheggiata da due costoni rocciosi e sulle pareti della gola troviamo la foresta con i suoi secolari alberi di carrubo e leccio. Il fondale è costituito da sabbia bianca di grossi chicchi calcarei e sassi arrotondati dal mare. Le sue acque sono di un verde-turchese brillante per via dei giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. Dalla spiaggia si può accedere alla Grotta di Su Meraculu, la grotta del Miracolo. Il nome tradotto significa Grotta del Miracolo. Ed effettivamente quello che si mostra gli occhi del visitatore è un vero e proprio miracolo della natura. La stanza centrale della grotta è grande circa 100 metri, tra grosse colonne, stalattiti e stalagmiti. All’interno si trova anche una sorgente d’acqua dolce. Sulla spiaggia si trova un punto di ristoro, il ristorante Coile, in tipico stile sardo, riprendendo l’estetica degli ovili sardi propone un connubbio fantastico tra la cucina di mare e di montagna. Nel tardo pomeriggio si rientra e si può decidere di alloggiare presso il rifugio che si trova nel Golgo dove si potra anche gustare un’ottima cena a base di Ladeddos (gnocchi di patate), arrosto di capra di Baunei, porcetto, e vitella il tutto annaffiato con dell’ottimo cannonau locale.

GIORNO 4

E’ il nostro ultimo giorno. Prepariamo i bagagli e ci dirigiamo verso Birori. Sulla strada del rientro ci potrò fermare a Urzulei per vedere l’Area Faunistica di “Sa Portiscra” che permette di visitare gli antichi ovili e ammirare le varie specie di flora e fauna presenti nel territorio.

Il nostro viaggio è arrivato al termine..spero di aver suscitato la vostra curiosità e di potervi raccontare e testimoniare davvero questi 4 giorni immersi nei colori, nei profumi e nei sapori di questa terra unica.

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Su Gologone

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sentiero trekking

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Cala Goloritzè

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piscine di Venere

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montagne Oliena

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grotta sa Oche

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fiume Cedrino

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arco Goloritzè

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pane tipico sa coccone grussa



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