Tour della Giordania: emozioni e seduzioni “Mitiche”

Percorsi unici e luoghi che sconvolsero anche il cuore di Lawrence d’Arabia: Amman, Petra, i Castelli nel deserto, Wadi Rum, Jerash... fino al Mar Morto. Per continuare a sognare, anche al rientro, le stelle cadenti della Riserva Biosfera di Dana
Scritto da: supervalentina
tour della giordania: emozioni e seduzioni mitiche
Partenza il: 10/08/2012
Ritorno il: 18/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Se invece del mare e della “tranquillità” amate l’on the road, tra deserto e storia e avete pensato di andare in Giordania, sappiate che la meta è tanto romantica quanto avventurosa. La nostra vacanza è stata scelta appunto per visitare un Paese del Medio Oriente pronto ad offrirci bellezze naturali spettacolari, ma anche luoghi di incontri tra il mistico e lo storico. Basti pensare ai luoghi che il tenente inglese T. E. Lawrence, ai primi del Novecento, visitò per ragioni professionali e militari, durante la Prima Guerra Mondiale e ne rimase stregato. Proprio lui, l’appunto mitico Lawrence d’Arabia, che dopo quell’esperienza e prima di una stupida, prematura morte per un incidente di motocicletta, scrisse “I Sette Pilastri della Saggezza”, opera che riassume, se vogliamo, anche i motivi del fascino di quei posti che tanto lo ammaliarono.

Prima di partire consiglio a tutte le ragazze/donne di evitare di mettere in valigia pantaloncini troppo corti o magliette succinte, meglio un abbigliamento più “casto” anche se fa caldo; in Giordania nessuno vi dirà niente ma l’abbigliamento è importante per evitare guai, commenti, e fischi mentre magari tranquillamente state passeggiando.

1 giorno

Da Fiumicino (aeroporto di Roma), arriviamo ad Amman la nostra base per i primi 3 giorni.

Ritiriamo la macchina che avevamo prenotato dall’Italia, e dall’aeroporto ci avviamo verso il nostro hotel in centro città. è sera quindi sistemati i bagagli ci mettiamo a dormire per essere pronti alle grandi “scoperte”che faremo il giorno successivo!

2 giorno

Sveglia all’alba, e partenza per i Castelli nel Deserto, la prima meta della nostra vacanza alla ricerca di attraversare in lungo e in largo località davvero affascinanti. i Castelli si trovano in successione nei pressi dell’attuale confine con l’Iraq. I principali sono tre in ordine di vicinanza rispetto ad Amman: il Castello di Haraneh, il Castello di Amra e il Castello del Walid. Premetto che il paese garantisce un’ampia varietà di spunti di carattere storico: potrebbe traboccare di turisti ma è penalizzato dalla cattiva reputazione del Medio Oriente in merito alla sicurezza. Tuttavia, la Giordania in generale è tranquilla e risulta uno dei Paesi più accoglienti e ospitali del mondo, le persone sono sempre pronte ad aiutare i turisti. Qui la gente vi inviterà a casa propria pur non volendo vendervi qualche tappeto. Purtroppo però, la nostra idea iniziale si esaurisce subito perchè ci accorgiamo che in Giordania i navigatori satellitari non funzionano, almeno il nostro e non troviamo nessun negozio che li vende.

Scoraggiati ci dedichiamo quindi alla scoperta di Amman, alla ricerca di una cartina in carta “vecchio stile” per prepararci ad una soluzione per i prossimi giorni. Amman, la capitale non è la città più interessante del mondo, considerato il grande e caotico ingorgo che la caratterizza, ma in Giordania tutte le strade conducono qui e la capitale vanta 5000 anni di storia alle spalle, è disseminata di rovine romane, compresa la cittadella e il foro ma non sono valorizzati, e se non cercate bene, a volte rimangono nascoste ai vostri occhi. Il centro è ai piedi delle colline ed è il posto dove trovare alberghi economici, banche e luoghi interessanti da visitare. Questa è anche la zona dei pub, se avete in mente di farvi una buona bevuta. Cercate di evitare, se potete, il cibo occidentale, che costa più di quel che vale o una ancora più costosa cucina cosmopolita o araba. Provate verso Nord-Ovest, fuori da Shmeisani. Per i locali alla moda, provate Jebel Amman, a Ovest del centro. Le ambasciate, i ristoranti e gli alberghi di lusso si trovano sulla collina principale, Jebel Amman. Andando in giro per la città, abbiamo potuto ammirare il teatro romano restaurato, a Est del centro, è la testimonianza più evidente dell’antica Filadelfia romana: costruito nel II secolo d.C., può ospitare fino a 6000 persone ed è stato ricavato nel fianco di una collina in precedenza usata come necropoli. A est si erge l’Odeon, costruito nello stesso periodo, che veniva usato principalmente per spettacoli musicali. La fonte principale della città, o ninfeo, si trova a Ovest. A Nord di queste rovine, su un’altra collina, si trova la cittadella romana, vi consiglio di salire fino in cima per godere della vista di tutta Amman. Oggi la maggior parte degli edifici è ridotta a rudere, ma potete ancora ammirare esempi di architettura romana, bizantina e musulmana; il sito ospita anche il Museo Archeologico Nazionale. Terminiamo la giornata con una fuggitiva cena a base di kebab, affamati perchè il periodo è quello del Ramadan e quindi fino all’ora di cena, nessuno ci vendeva qualcosa da mangiare.

3 giorno

Dopo aver passato la serata a tracciare il percorso nella nostra nuova cartina il mattino dopo ci svegliamo prontissimi per affrontare finalmente il nostro primo percorso in auto, direzione Jerash, antica perla dell’Imperatore romano Pompeo e soprattutto la meta più semplice da raggiungere da Amman (circa 50km di distanza, la strada, simile ad una tangenziale e praticamente tutta dritta e ben segnalata). State molto attenti perchè strade e autostrade non sono dotate di protezioni e guard rail, capita quindi di frequente che animali, bambini o donne vi attraversano la strada “buttandosi” in mezzo, mantenete quindi una velocità moderata perchè è molto pericoloso, e perchè gli abitanti della Giordania in generale, sono pessimi e pericolosi guidatori, privi di regole.

Raggiungiamo quindi Jerash, l’antica città romana di Gerasa. La zona è stata probabilmente abitata fin dai tempi del Neolitico e in un certo momento della sua storia ha fatto parte della Decapoli dell’imperatore Pompeo, una lega commerciale composta da dieci città del Medio Oriente. Gerasa raggiunse l’apice del suo splendore all’inizio del III secolo, ma conobbe un periodo di declino dopo una serie di invasioni cristiane e musulmane, seguite dal violento terremoto del 747. All’interno delle mura cittadine si può ammirare il Tempio di Zeus e il foro, che ha un’insolita forma ovale. Dietro il tempio c’è il Teatro sud, costruito nel I secolo, che aveva una capienza di 5000 spettatori e, continuando in direzione nord, il cardo o strada colonnata, lungo 600 m. Il più grande edificio del luogo è il Tempio di Artemide, situato proprio al centro. A Jerash troverete ristoranti o bancarelle per un più economico spuntino lungo la strada. Venendo da Roma abbiamo notato la grande somiglianza con i Fori Imperiali, e per chi li ha presenti, può farsi un’idea di come sarà la sua visita a Jerash. Un giorno di visita è sufficiente.

4 giorno

Castelli nel deserto oggi non ci scappate! La mia fantasia in merito era a mille e con un po’ di fatica ad uscire dal traffico di Amman piano piano, intorno a noi il nulla, il deserto vero, come nei film, arido, strada lunga diretta senza… niente! A tal proposito fate il pieno di benzina prima di allontanarvi da Amman!

Poi finalmente in mezzo a dune e sole vedo comparire il primo castello, una sensazione meravigliosa! Questi castelli sono splendidi esempi dell’arte e dell’architettura islamica dell’antichità, testimoniando un’epoca affascinante della ricca storia del paese. Erano delle “stazioni” per le carovane, centri agricoli e commerciali, punti di ristoro e avamposti utili ai lontani regnanti per stringere legami con i beduini locali. Ma all’interno scoprirete i loro raffinati mosaici, affreschi, incisioni e stucchi, ispirati alle migliori tradizioni persiane e greco-romane, illustrano innumerevoli storie di vita dell’VIII secolo. Molti di questi complessi, tutti a Est e a Sud di Amman, sono oggi salvaguardati e possono essere visitati uno dopo l’altro perchè in successione li trovate ai bordi della strada e perchè la visita interna è veramente breve, non dovete spaventarvi dal termine “castelli” perchè poi in realtà le stanze interne sono vuote e sono piccole e poche, (non sono i castelli che solitamente fanno parte del nostro immaginario). Qasr al-Hallabat comprende diversi edifici e strutture, tra cui un qasr (castello), una moschea, ampio serbatoio e otto cisterne. Ma anche un’area destinata all’agricoltura, dalla forma irregolare, punteggiato da abitazioni di semplice fattura e con un elaborato sistema di canali artificiali. Il castello, costruito con blocchi di basalto nero e calcare, ha una pianta quadrata di 44 metri per lato e presenta torri agli angoli e un’unica entrata al centro del muro orientale. Il quadrante nord-occidentale della parte interna è occupato da una struttura che si ritiene fosse destinata ai lavori domestici, inclusa la spremitura dell’uva. Scavi e lavori effettuati all’interno del qasr hanno portato alla luce un totale di 146 iscrizioni greche, due in nabataeo e una in safaitico, tutte incise su pietre di basalto scolpite con precisione. Qasr al-Azraq si trova invece a circa 13 chilometri a Nord dello svincolo di Azraq, sull’autostrada che conduce in Iraq, troverete l’ampia fortezza nera di Qasr al-Azraq. Il castello è giunto fino a noi nel suo aspetto attuale, che risale agli inizi del XIII secolo d.C. Realizzato con pietre di basalto nero, trasse vantaggio dalla posizione strategica e dalle risorse idriche di Azraq. Si stima che la prima fortezza sia stata costruita dai romani verso il 300 d.C., durante il regno di Diocleziano. La struttura fu utilizzata anche dai Bizantini e dagli Omayyadi. L’ultima fase della costruzione di Qasr al-Azraq risale al 1237 d.C., quando fu sottoposto a interventi di restauro e fortificazione a opera degli Ayyubidi. Nel XVI secolo, i turchi ottomani vi stabilirono una guarnigione e Lawrence d’Arabia utilizzò la fortezza come quartier generale durante l’inverno del 1917, durante la Grande Rivolta Araba contro l’Impero Ottomano. La camera che Lawrence utilizzava durante la permanenza a Qasr al-Azraq si trova sopra l’area dell’ingresso. Il guardiano del castello possiede una collezione di fotografie di Lawrence; suo padre era infatti uno degli ufficiali arabi al servizio del leggendario inglese… Questi sono quelli che mi hanno colpita di più, e una piccola curiosità, percorrendo la strada dei castelli proverete l’intimidatoria emozione di passare tra basi militari, dove partiranno aerei da guerra, carri armati in funzione ecc. Mi raccomando non fate fotografie, è pericoloso! A parte questo, il mio giudizio è che i castelli nel deserto sono una di quelle cose che non dovete assolutamente perdere.

5 giorno

Oggi sveglia all’alba e si saluta Amman, direzione prima tappa… una specie di panettiere, che per due affamati in mezzo al Ramadam, è stato come avere un’allucinazione…qui abbiamo fatto scorta di biscotti strepitosi, pane (simile alle nostre piadine) e una specie di grissini al sesamo… A pancia piena, finalmente, raggiungiamo la nostra vera tappa il Monte Nebo; si tratta di un altopiano alto 820 mt. dal quale Mosè vide la Terra Promessa, cosa tecnicamente impossibile perché poi in realtà la vista vera è quella di una catena montuosa, è comunque affascinante perchè potete ammirare le tende scure dei beduini sparse tra le montagne del deserto e l’unica strada percorribile in mezzo al nulla. Posto sicuramente suggestivo per l’aspetto religioso ma data anche la chiusura per restauri del monastero francescano che ospita un famoso mosaico la meta ci lascia un po’ perplessi, ma non si poteva comunque non passare di qui la nostra curiosità era troppa! Ripartiamo per Madaba attraverso la strada di cui parlavo prima. La cittadina raggiunse il suo massimo in epoca bizantina ed infatti è famosa per i suoi mosaici. Il più celebre è senza dubbio quello della chiesa di San Giorgio chiamato Carta della Palestina che per essere una carta geografica del VI secolo è incredibilmente preciso (a parte la scala) e ricco di particolari. Dopo un paio d’ore passate per le vie cittadine , è ora di rimettersi in marcia per Kerak e lo facciamo attraverso un magnifico canyon, se immaginate quelli del film avete esattamente davanti agli occhi quello che abbiamo attraversato noi, in auto in mezzo a dune, sabbia, colori inimmaginabili. A Kerak finalmente si può mangiare anche a pranzo, miracolo! Ordiniamo quindi riso, kebab, accompagnati da domande di un locale che parla benissimo italiano. Visitiamo poi la Fortezza, un castello costruito dai Crociati in un punto strategico sulla via tra Siria e Egitto. Le sale con ampie cupole a volta e i lunghi corridoi sono abbastanza suggestivi, la vista è magnifica, diretta sulla via dei Re, le stalle sono la cosa che mi è piaciuta di più perchè enormi e ben conservate. Grazie alla sua posizione a est del Giordano, Kerak aveva il controllo dei pastori beduini e delle rotte commerciali che da Damasco finivano in Egitto e alla Mecca. Qui prima della visita è affascinante leggere la storia del mitico vassallo Saladino per godere al meglio quello che andrete a vedere.

Terminata la visita, saliamo in auto, e ci addentriamo sulla via dei Re direzione Riserva di Dana. Vi consiglio di non fare il nostro errore, non mettetevi mai in auto per le strade della Giordania, questa soprattutto, alla sera, dovete considerare che siete in mezzo al deserto, le distanze tra un paese e l’altro sono estese, non ci sono benzinai, nè luci, nè”bar”…siete in mezzo al deserto voi con la vostra auto e non passa quasi nessuno…motivo per cui quando finalmente dopo un paio d’ore di viaggio in mezzo al nulla spunta il nostro minuscolo albergo nella (non sono come abbiamo fatto a trovarla credo un miracolo) Riserva di Dana vi giuro mi sono messa a piangere. Occupiamo la stanza, carinissima, apriamo la finestra che dà sul terrazzo, e qui vedo lo spettacolo più bello della mia vita. In mezzo al cielo più scuro che potete immaginare, in mezzo al deserto, stelle cadenti enormi e il cielo che sembra il disegno preciso di un planetario, tanto potete distinguere costellazioni e stelle. Non dimenticherò mai questo panorama, che il giorno dopo appena sveglia si trasforma in un bagliore di colori rosso, arancio e blu i colori tipici del canyon desertico. Uno spettacolo!

6 giorno

Dopo una colazione che mi stavo sognando da giorni, cerchiamo di capire come avventurarci nella riserva. Dana è l’unica riserva in Giordania, che comprende le quattro diverse aree bio geografiche del paese (Mediterraneo, irano-turanian, saharo-araba e sudanese), è un crogiolo di specie provenienti da Europa, Africa e Asia. Per questo motivo lo scopo è quello di addentrarsi tra i mille sentieri e fare escursioni, ovviamente seguiti da una guida locale, per ammirare i panorami, animali e vegetazione variegata.

Ci abbiamo provato, abbiamo camminato per circa un’ora ma il caldo era davvero insopportabile e purtroppo le strade sono tutte salite e discese continue, perciò sconsolati abbiamo optato poi per la visita nella città abbandonata di Dana, che non vi consiglio perchè, anche se caratteristica, è tenuta veramente male ed è in rovina. Partiamo quindi nuovamente e sempre attraversando panorami da film finalmente vediamo il panorama quasi extraterrestre del Mar Morto. Extraterrestre perchè in mezzo al deserto rosso fuoco, ammirerete il blu dell’acqua di questa enorme conca, delineata da un contorno nettissimo e luccicante bianco, che è il sale. Non aspettatevi spiagge, ombrelloni, turismo, a parte una piccola zona delineata di hotel, non c’è assolutamente nulla tranne alcune aperture pubbliche in cui addentrarsi, a pagamento, per raggiungere il mare, vi consiglio quella di pubblica gestita dal comune di Amman che è la più economica, fondamentalmente perchè una volta entrati in acqua uscire dopo 5/10 minuti…il caldo tocca oltre i 40 gradi, l’acqua è calda e salatissima quindi facilmente vi sentirete abbastanza male. Provate, perchè è carina la sensazione del “galleggiamento” ma non aspettatevi di rinfrescarvi :-). I famosi fanghi si fanno solo negli hotel lusso che trovate ma che io non ho provato. Piuttosto avrete una serie di fotografie memorabili perchè il panorama è davvero inimmaginabile. In ogni caso dopo un paio d’ore abbiamo lasciato il mare salato per raggiungere Petra. E con Petra si raggiunge la civiltà, un hotel carinissimo con piscina, cibo buono a tutte le ore, solo all’interno dell’hotel, perchè poi i negozi sono chiusi tutto il giorno fino alla sera. Il paese comunque non offre nulla d’interessante ma per la serata abbiamo in programma un momento che vi consiglio assolutamente: “Petra by night” ovvero a piedi percorrerete il famoso Siq tutto illuminato solo da candele nella notte fino al raggiungimento del Tesoro di Petra, che non avendolo mai visto vi lascerà a bocca aperta siccome non è uno di quei “monumenti che siamo abituati a vedere”! Arrivati qui abbiamo assistito ad uno spettacolo in inglese e al suono di alcuni strumenti tipici (nulla di che) e poi a dormire perchè domani la sveglia è alle 5 calcolando il caldo per visitare Petra dobbiamo sfruttare le ore presto del mattino.

7/8 giorno

Petra, un sogno, una leggenda, una realtà! Non troverete nessun altro luogo in Giordania, o forse in tutto il Medio Oriente, così avvincente. Un tempo capitale dei Nabatei, gli arabi che dominarono l’area transgiordana prima dell’arrivo dei romani, Petra è una stupefacente città scavata nella roccia, non posso nemmeno descriverla nel modo giusto perchè non è una cosa immaginabile.

Dimenticata per un migliaio di anni e riscoperta solo nel 1812, io l’avevo vista solo nel film “Indiana Jones e l’ultima crociata”. Dalla sua riscoperta e fino agli anni ’80 del XX secolo è stata la residenza di numerose famiglie beduine. Da subito abbiamo capito che un giorno non sarebbe bastato per vederla tutta. Per cogliere lo spirito del posto dovrete trascorrervi almeno un paio di giorni, il che vuol dire pagare più di una volta i 20 dinari che costituiscono la tariffa d’ingresso al sito, almeno che non fate il biglietto per due-tre giorni e risparmiate qualcosina. Situata in un profondo canyon accessibile solo attraverso uno stretto e tortuoso crepaccio (siq), Petra è in pietra arenaria, una roccia policroma che assume un intenso color ruggine con striature grigie, gialle e di tutte le sfumature intermedie. Il monumento più famoso di questo sito è il Khazneh, o Tesoro, la cui facciata, interamente scolpita, è la prima cosa che abbiamo visto ieri sera. Anche il monastero è altrettanto imponente e, se vi arrampicate fino in cima, resterete sbalorditi dalla visione. adulti e bambini cercheranno di portarvi a bordo di asinelli o cammelli, ma non lo fate, questi animali vengono maltrattati! C’è poi un anfiteatro con una capienza di 8000 posti e il Tempio dei leoni alati, ancora in fase di scavo. Potrei descrivere migliaia di cose affascinanti di Petra ma non sarebbero abbastanza, dovete vederla! La zona intorno a Petra è in fase di rapido sviluppo; la stessa Petra e il vicino villaggio di Wadi Musa brulicano di alberghi e se ne prevedono di nuovi. Noi abbiamo passato qui due giorni, visitando il sito al mattino fino al primo pomeriggio e rilassandoci le ore restanti in piscina e passeggiando nei dintorni.

9 giorno

Salutata Petra il nostro viaggio continua verso l’ultima tappa on the road pre fissata il deserto del Wadi Rum.

Aspettavo questo momento praticamente da tutta la vacanza perchè già mi vedevo a bordo di un fuoristrada Toyota guidato da un beduino tutto vestito di bianco, che stile rally mi portava in mezzo alle dune. E così è stato! Arrivati parcheggiamo la nostra auto, e prenotiamo la visita appunto come sopra descritta. Fare la visita con la guida vi aiuterà a trovare subito i punti di maggior interesse in mezzo a questo immenso deserto. Il rosso di questo wadi è stupendo, accecante, vi riempie gli occhi. Il nostro percorso tra le dune, essendo solo di poche ore (sta sera ripartiremo per l’italia) ci ha portati a vedere i posti caratteristi di lawrence d’arabia abbiamo raggiunto il Ponte di pietra di Burdah, il più alto del Wadi Rum, passando per i Sette Pilastri della Saggezza e altri interessanti siti. ll paesaggio cambia ad ogni minuto: dalle dune, alle rocce, alle gole… I colori della sabbia sempre diversi a seconda delle ombre. I beduini che abitano il Wadi Rum conducono ancora uno stile di vita seminomade. Sono molto ospitali e accolgono i turisti in maniera amichevole, spesso invitandoli a sedersi e a bere insieme un caffè o condividere un pasto. Questo posto non dovete perdervelo assolutamente! Terminata questa fantastica gita abbiamo lasciato il Toyota per la nostra auto che ci ha riportati in aeroporto per tornare tristi tristi a Roma… La Giordania, non è la vacanza più comoda che potete immaginare ma è davvero un posto che con pochi soldi e una decina di giorni vi permette di vedere realtà davvero diverse dalla nostra e davvero suggestive.

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toyota nel wadi rum

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tra le perline Petra



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