Tour del Belgio tra Fiandre e Ardenne
Indice dei contenuti
Primo giorno
13 AGOSTO 2018 – Da casa a Gand
Sveglia antelucana e partenza per Malpensa. Lasciamo l’auto al nostro fedele parcheggio Planet Parking di Lonate Pozzolo (in anni di conoscenza mai un problema) e in un attimo siamo al Terminal 1. Nonostante imbarco e sistemazione in cabina velocissimi, il volo Ryanair parte con leggero ritardo a motivo del traffico aereo in aeroporto. Comunque sia alle 10.30 siamo a Bruxelles-Zaventem. Ritiriamo l’auto prenotata presso Avis sempre con il sito della Ryan e ci dirigiamo verso Gand, luogo della prima tappa. Per prima cosa andiamo al b&b Atlas, trovato su Booking.com, a scaricare il bagaglio. Ci accoglie una simpatica ragazza che ci mostra la stanza e ci aiuta a parcheggiare l’auto nel garage privato, ricavato dalle vecchie scuderie della casa – e quindi un po’ stretto. Nel primo pomeriggio ci dedichiamo all’esplorazione del centro di Gand, che si trova a dieci minuti di camminata dall’alloggio. Prima tappa è il castello Grevenstein, che ospitava a suo tempo i Conti delle Fiandre. Maniero in pietra grigia, circondato da fossato, molto scenografico visto da fuori. Ci inoltriamo poi nella via principale della città, circondati da edifici con facciate a gradoni e campanili svettanti. Ci infiliamo nelle chiese di san Nicola e nella cattedrale (Sint-Baafkatedraal) che custodisce innumerevoli opere d’arte, tra le quali l’”Adorazione dell’agnello mistico” dei fratelli Van Eyck. Chiese magnifiche, costruite in parte in pietra e mattoni, con vetrate luminose e molto colorate. Usciti dalla cattedrale andiamo alla adiacente piazza Vrijdagmarkt, ampia e spaziosa, circondata dallle solite case con facciate a radoni che ci accompagneranno per tutto il viaggio. Piccola deviazione a fotografare la Dalle Gief, poderoso cannone da assedio e infine ci concediamo ancora una passeggiata lungo le sponde dei canali del Grasburg, da dove si ha la migliore visione dei mille campanili e torri del centro di Gand.Una veloce rinfrescata in alloggio e siamo pronti per la cena. Purtroppo piove, quindi molti locali hanno dovuto sgomberare i dehors, con il risultato che molti locali hanno esaurito i posti al coperto. Troviamo ospitalità a “La Cave”, davanti alla chiesa di San Nicola, dove assaggiamo dell’ottimo spezzatino al sugo di vino. Passeggiata digestiva tra i vicoletti del Patershol – localini tipici e di tendenza – e infine siamo in alloggio, per un sonno ristoratore. Domani ci attendono i campi di Fiandra!
Secondo giorno
14 AGOSTO 2018 – Bruges e Ypres
Piacevole colazione in compagnia di una coppia di olandesi. Togliamo l’auto dalla scuderia e partiamo per Bruges, dove lasciamo la quattroruote al parcheggio della stazione. Da qui con il biglietto del park saliamo gratis sull’autobus che ci porta in centro. Descrivere con precisione Bruges è semplicemente superfluo: tripudio di case con facciate a gradoni, campanili e torri merlate, pareti affrescate e decorate, chiese che strabuzzano di vetrate colorate e opere d’arte. Gironzoliamo per i vicoli e le piazze e ci concediamo anche il tour dei canali in barca. Sarà anche una attività da turisti coatti, ma consente di vedere le strade e i palazzi di Bruges da un diverso punto di vista. Da non perdere sono le piazze del Markt e del Burg, vicine eppure diverse (la prima stracolma di turisti, la seconda molto più riservata) e l’ampio spazio alberato del Begijnhof (antico beghinaggio), dove smaltire la sbornia di folla assiepata lungo le strade della cittadina. Da Bruges decidiamo di vedere le spiagge del Mare del Nord: direzione Ostenda e poi la costa verso Nieuwport. Ci affacciamo sul mare in corrispondenza di una anonima cittadina di palazzoni stile Liguria: passeggiata lungomare, spiaggia battuta dal vento, mare mosso e grigio. Sinceramente, i bagni in questo mare li lasciamo ai locali. Ultima tappa di oggi è Tyne Cot, il cimitero di guerra inglese in prossimità di Ypres (Prima Guerra Mondiale). Ci arriviamo seguendo minuscole indicazioni stradali di colore marrone. Undicimila lapidi bianche nell’erba, affacciate su una croce che sormonta un vecchio bunker tedesco. Erba tagliata alla perfezione, centro visitatori dove una voce ripete all’infinito nome, cognome ed età dei caduti inglesi qui sepolti. Buona parte delle lapidi appartengono a soldati ignoti. Un luogo straziante, irreale, alienante. Tutto attorno prati e mucche che pascolano placide. Cent’anni fa qui era ben diverso, purtroppo. Ecco, forse il maggiore successo dell’Europa è stato quello di assicurare almeno settanta anni di pace al continente. Scusate se è poco, detto e pensato qui, tra queste lapidi. Rientro a Gand, risciacquo e cena a base di cozze al naturale, in una taverna-birreria su Korte Munt, la strada principale del centro. Domani si entra in Vallonia!
Terzo giorno
15 Agosto 2018 – Tournay, abbazia di Aulne e Bois du Cazier (Marcinelle)
Saldiamo i conti con il simpatico gestore del B&B e dirigiamo verso sud, direzione Vallonia. Prima tappa del viaggio è Tournay, storica cittadina a pochi chilometri dal confine francese. Il centro della città è occupata dalla Grand Place, una magnifica piazza triangolare dove si affacciano chiese e palazzi decoratissimi e sulla quale fanno capolino l’immancabile Beffroi e le guglie della vicina cattedrale in stile romanico-gotico. Quest’ultima è sopravvissuta a due guerre mondiali e ha rischiato di crollare nel 1999 sotto la furia dell’uragano Lothar. Parte dei campanili è ancora circondata dai ponteggi, ma si può comunque apprezzare la maestosità della costruzione. Due passi verso il fiume ci fanno scoprire altri scorci particolari di questa cittadina un po’ secondaria. Risaliamo infine in auto e dirigiamo verso Charleroi, per visitare ciò che resta dell’abbazia di Aulne.I resti di questa immensa costruzione si trovano in un avvallamento sulle rive del fiume Sambre, in un luogo decisamente bucolico, terra di camminatori, pescatori ed escursionisti. Le rovine dell’abbazia sono molto interessanti: si sono sovrapposte più fasi di costruzione, e il risultato odierno è un percorso suggestivo. Si aggiunga il fatto che c’è una leggera pioviggine – che non scoraggia né noi né le centinaia di camminatori nei dintorni – e si ottiene un quadro struggente di abbandono romantico. Ci spostiamo di pochi chilometri e arriviamo al museo del Bois du Cazier. Il nome potrebbe non significare molto, e allora lo sostituiamo con quello del paese che ospita il museo: Marcinelle. Qui, il mattino del 8 agosto 1956, nella miniera di carbone del Bois du Cazier morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, a seguito di un incendio provocato da una banale scintilla elettrica. Sul sito della miniera adesso c’è un museo molto interessante e toccante. Un padiglione è dedicato alla sciagura del 1956, mentre altri padiglioni illustrano la storia della tecnologia sviluppatasi nella Vallonia durante il 1800. Interessantissimo il video introduttivo, che fornisce un’ottima panoramica sulla realtà industriale passata, presente e futura della regione. Il museo ci è piaciuto molto, sia per la parte storica che per quella “evocativa”, data dalla presenza di immagini, filmati e attrezzature dell’epoca. Significativo il motto del museo: “Il passato presente per il futuro”, a legare tre epoche diverse della storia. Ultima tappa è il B&B Windsor, prenotato per le due notti seguenti, a Waulsort, minuscolo paesino sulle rive della Mosa. La nostra stanza è all’ultimo piano di una splendida villetta affacciata su un prato, con tanto di torre e abbaino. Per la cena dobbiamo spostarci al paese vicino – Hastiere – dove troviamo posto al ristorante “La Revanche”. Ottima cena a base di antipasti locali e polpette di carne, e poi siamo pronti per la notte. Domani ci inoltreremo nelle Ardenne.
Quarto giorno
16 agosto 2018 – Dinant, Bouillon e Bastogne
Notte corroborante e colazione ancora di più, allietata da marmellate fatte in casa dal gestore del B&B. Prima tappa è Dinant, piccola cittadina affacciata sulla Mosa. Attraversiamo il ponte sulla Mosa (ornato da riproduzioni di sassofoni enormi, in onore di Adolphe Sax, inventore dello strumento e nativo di qui). Visitiamo la bella chiesa con campanile a cipolla e poi prendiamo la funivia per salire alla cittadella, che domina il fiume. Visita molto interessante: in un corridoio si ricorda il massacro di civili e militari avvenuto nell’agosto del 1914 ad opera delle truppe tedesche. In altri locali sono ricostruiti gli ambienti tipici della guarnigione del 1800, con tanto di manichini e arredi. Proseguendo la visita si incontra la ricostruzione di una trincea della prima guerra mondiale, con un passaggio su un pavimento inclinato che certo vi … destabilizzerà. Da Dinant attraversiamo in diagonale le Ardenne, regione collinare ricoperta da immensi boschi di abeti, fino a Bouillon, Cittadina adagiata lungo il fiume Semois, è dominata da un castello medievale la cui visita si rivela interessantissima. Cunicoli, gallerie, torri, passaggi nascosti, sotterranei: tutto ciò che si può desiderare da un castello! In più assistiamo ad uno spettacolo di falconeria, in cui aquile, falchi e avvoltoi volano a pochi centimetri di distanza dalla testa del gentile pubblico: valeva la pena fermarsi per un’oretta in più!. Scesi dal castello ci rifocilliamo con un waffel al cioccolato e poi ripartiamo alla volta di Bastogne, nella cui piazza principale campeggia un carro armato americano Sherman, in ricordo della eroica difesa della città da parte dell’esercito americano, nell’inverno del 1944, durante la offensiva tedesca delle Ardenne. A poca distanza dal centro c’è il memoriale americano, preceduto da una colossale riproduzione del “bacio della vittoria” tra un marinaio e una infermiera, a guerra finita. Il memoriale è un grande edificio a cinque punte, che riporta i nomi degli stati americani coinvolti nella battaglia. La cripta è affrescata da Leger, e mostra i simboli delle principali religioni dei caduti: cattolici, protestanti ed ebrei. Da Bastogne rientriamo al nostro fresco alloggio. Doccia e via ad Hastiere, per la cena. “La Revanche” è chiusa e allora andiamo a sederci al “Val Meuse”. Menù a base di pesce di fiume e siamo di nuovo a letto. Domani trasferimento verso Bruxelles, ma prima ci attende Waterloo.
Quinto giorno
17 agosto 2018 – Lovanio, Waterloo e Bruxelles
Salutiamo il B&B Windsor e ci mettiamo sulla strada di Lovanio, dove arriviamo poco prima di mezzogiorno. Parcheggiamo e ci dirigiamo a tutto vapore verso il centro storico. Di fronte al municipio si può solo rimanere sbalorditi, a rimirare le facciate interamente ricoperte di statue e sculture in pietra chiara. Facciamo ancora due passi verso la biblioteca universitaria, attraverso il mercato settimanale. Rispetto a Bruges qui ci sono sicuramente meno turisti, la città è viva e percorsa da attività “normali”. La biblioteca universitaria è sormontata da una splendida torre di aspetto scandinavo, affacciata su una piazza pedonale battuta dal sole.Niente di spettacolare, ma atmosfera frizzante e simpatica. Dietrofront e dirigiamo per Waterloo. Dopo una discreta coda in autostrada all’ingresso di Bruxelles, entriamo finalmente nel villaggio di Waterloo e lo dobbiamo attraversare tutto in direzione sud per arrivare al famoso campo di battaglia (qualche indicazione stradale in più non sarebbe giunta sgradita). La prima cosa che colpisce del luogo è la collinetta artificiale sormontata da un leone in bronzo (La Butte du Lion). Ai suoi piedi c’è il famoso Panorama, un edificio circolare che ospita una veduta panoramica del campo di battaglia. Ma la parte sorprendente della visita non si intuisce da fuori: occorre infatti scendere sotto il piano di campagna per entrare nel museo “Memorial 1815”. L’ingresso può sembrare caro (17 euro per gli adulti e 14 per i ragazzi) ma la visita vale davvero la spesa. Diorami, manichini in divisa a grandezza naturale, ampie spiegazioni fornite dalle indispensabili audioguide e per finire uno spettacolare filmato in 4D che proietta al centro della battaglia. Per noi è stata una esperienza incredibile, davvero sensazionale. Usciti dal Memorial si entra nel Panorama, e anche qui ci si immerge di nuovo nella battaglia. Immagini ferme, ma spari e grida che sintetizzano – anche solo in modo sbiadito – quale deve essere stato il massacro qui attorno, duecento anni fa. E poi, per finire, la salita alla Butte du Lion. Rampa di scalini assai ripida, sconsigliata a chi soffre di vertigini. La vista dalla cima è fenomenale, si spazia su campi e boschetti ma, dopo aver visto il Memorial e il Panorama, si intuiscono ancora le manovre degli eserciti in battaglia, le schiere in marcia, le cariche della cavalleria e le vampate dei cannoni. Lasciata Waterloo ci inoltriamo in Bruxelles, a cercare il nostro albergo, l’Aqua Hotel. Grazie al navigatore lo troviamo assai agevolmente, presso la Porte de Namour. Check-in, parcheggio dell’auto in garage convenzionato, e possiamo fare merenda con due waffel. Ci facciamo belli perché siamo invitati a cena dall’amica Daniela, che abita a 800 metri da qui. Per arrivare da lei attraversiamo il quartiere africano di Matonge: colori, odori e rumori particolari, arrivati dall’Africa e mescolati con l’aplomb belga. Particolare, intrigante, diverso dall’idea preconfezionata che si ha di Bruxelles. Cena in lieta compagnia e si ritorna in albergo. Buona notte!
Sesto giorno
18 agosto 2018 – Bruxelles
Oggi l’auto resta in garage. Andiamo subito alla fermata del metro di Porte de Namour a comperare il biglietto giornaliero (7 euro e 50 cent) e partiamo immediatamente per il parco dell’Expo. Usciamo dalla metro ed eccolo lì, il simbolo di Bruxelles: l’Atomium!! Nove sfere luccicanti collegate da scale e rampe, a simboleggiare l’atomo di ferro. Costruito per l’Expo del 1958, doveva essere demolito ma invece è rimasto lì, a fare da sfondo a migliaia di selfie. Coda chilometrica per la biglietteria (qui arrivano decine di autobus di viaggi organizzati); facciamo due passi nella zona e poi rientriamo in centro per andare a visitare Casa Hortha, la casa in stile liberty dell’illustre architetto. Dalla fermata Hortha c’è quasi un chilometro da camminare, perdiamo la strada un paio di volte ma sempre gli abitanti del posto ci forniscono le indicazioni per tornare sulla retta via. Purtroppo, quando arriviamo alla nostra meta ci aspetta una brutta sorpresa: la casa è aperta solo il pomeriggio. Un po’ scornati dirigiamo verso la zona del Parlamento Europeo, edificato alle spalle del palazzo Reale. La sede del Parlamento Europeo è un palazzo in vetro e acciaio, enorme e tuttavia non troppo incombente, affiancato a una sala ad anfiteatro che ospita particolare sedute. La zona è piacevole e tranquilla, ne approfittiamo per rilassarci un po’. Alle 14 siamo di nuovo alla Porte de Namour, per incontrarci con Daniela che ci accompagnerà nel centro storico di Bruxelles. Prima tappa la chiesa di san Giacomo, sulla Place Royale. Begli interni in cui contrastano le mura bianche e il pavimento scuro. Da qui ci spostiamo al Palazzo Reale, aperto alle visite. Breve coda e ci entriamo anche noi. Sale di rappresentanza, sale da ballo, sala del trono. Il palazzo non è particolarmente antico, ma lo si sente ancora vivo e vissuto. La visita finisce con una immensa sala decorata con milioni di elitre di un coleottero asiatico, che danno un colore verde brillante vivo e singolare. Dalla Place Royale ci dirigiamo verso la Grande Place, il cui selciato in questi due giorni è ricoperto da uno splendido tappeto di fiori, evento che si verifica ogni due anni intorno a Ferragosto. Tra lo splendore dei palazzi e dei fiori non si hanno abbastanza occhi per guardare. Tutto è bello e strabiliante, ogni edificio meriterebbe uno sguardo approfondito, ogni angolo del selciato riserva geometrie colorate particolari. Giriamo un po’ attorno alla piazza e poi andiamo a vedere la statuetta del Manneken Pis, il bimbetto che fa pipì, simbolo anch’esso di Bruxelles. Nel momento in cui ci arriviamo è in corso una sarabanda di canti e balli da parte di un gruppo musicale in costume che ha adornato dei suoi colori anche il bimbetto. Momento di frivolezza che ci accompagna verso la chiesa dei Sablons, splendido esempio di gotico. Particolare è la storia della statua di una Madonna miracolosa, rubata a Gand da due coniugi con una barca, su mandato della Madonna stessa… Due passi e siamo in albergo. Doccia, relax, e via di nuovo , attraverso Matonge, per raggiungere l’amica Daniela. Ultima notte in Belgio, domani si torna in Italia.
Settimo giorno
19 agosto 2018 – Anversa e rientro a casa
Salutiamo anche Aqua Hotel e recuperiamo l’auto con qualche difficoltà perché è domenica mattina e l’accesso principale del parcheggio è chiuso, mentre l’ingresso secondario non è segnalato. Finalmente dirigiamo alla volta di Anversa. Parcheggio coperto in centro e siamo nella cattedrale, adibita a succursale del Museo KMSKA, chiuso per restauro. L’ingresso è a pagamento, ma si può ammirare l’interno dell’edificio rimanendo in fondo alla navata di ingresso, in silenzio e senza disturbare. Girato l’angolo c’è il Grote Markt, la piazza del mercato sormontata da un grandioso Stadthuis in restauro e – purtroppo – occupata da un enorme palco per concerti. In più ci sono due grandi chioschi per la distribuzione gratuita del brunch. Insomma, la piazza sarà anche bella ma se ne vede ben poca, occupata com’è da mille oggetti che la riempiono a dismisura. Poco lontano entriamo nella chiesa di San Carlo Borromeo, costruita dai Gesuiti. Splendidi i colossali confessionali in legno a forma di angeli di grandezza naturale. Da qui dirigiamo verso la Schelda, il grande fiume navigabile che ha fatto la fortuna del porto di Anversa. Ne percorriamo le rive, fino al castello di Het Steen (bello da fuori, ma la fedele Lonely Planet ci sconsiglia del tutto di entrarci), infine ritorniamo nel centro città e attraverso un arteria molto commerciale arriviamo alla Stazione Centrale. Costruita nel 1905 in forme neogotiche, è considerata una delle stazioni più belle del mondo. Gli interni in marmi colorati e pietre lucide sono un susseguirsi di archi e colonne, indirizzati verso la cupola centrale che sovrasta l’atrio. Veramente bella, un esempio di architettura funzionale e piacevole a vedersi. Ormai è davvero tempo di tornare a casa. Riprendiamo l’auto, lasciamo Daniela all’Atomium e siamo in aeroporto. Riconsegna del mezzo, check-in del bagaglio, imbarco in perfetto orario, decollo, volo, atterraggio a Malpensa, navetta per parking, autostrada e Caselle. Anche questa vacanza è terminata. Arrivederci, Belgio!!
Considerazioni e consigli
Alberghi e B&B prenotati su Booking.com con discreto anticipo. I gestori dei B&B sono sempre stati disponibili e prodighi di consigli. Personale dell’Hotel di Bruxelles cortese ed efficiente. Come sempre mescolando inglese, francese e italiano ci siamo fatti capire da tutti senza particolari problemi.
Carte di credito. Accettate ovunque e per qualsiasi importo (tranne per B&B Atlas di Gand, come era già specificato sul sito di Booking.com)
Auto e Parcheggi. La tangenziale di Bruxelle è rinomata per le code, dicono i Belgi, e in effetti ne abbiamo fatto esperienza arrivando da Lovanio. Le autostrade sono gratuite e il traffico non è mai eccessivo. Ottime le strade statali. Indicazioni più che adeguate, anche se a volte i siti turistici sono indicati con cartelli marroncini scritti in caratteri un po’ piccoli.
Cibo. Piatti unici di carne o pesce e insalatone ci hanno consentito delle cene più che ristoratrici. Noi eravamo in tre e non abbiamo mai speso più di 60-70 euro in tutto, mance comprese. Nelle città i prezzi sono più alti rispetto ai paesi piccoli. Le abbondanti colazioni mattutine ci davano la carica per saltare il pranzo e concederci una ottima merenda a base di waffel nella prima metà del pomeriggio. Birre locali ottime, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Visite varie. Come sempre, non abbiamo visitato tutti i monumenti, castelli, musei e attrazioni che abbiamo incrociato, altrimenti non sarebbe bastato un mese per il viaggio. Per quel che abbiamo visto, possiamo consigliare:
– Il centro storico di Gand
– Bruges (compreso il giro sui canali: attività molto “da turisti”, ma si vedono scorci davvero particolari, e poi è un ottimo modo per riposarsi un po’)
– Il beghinaggio di Bruges
– I cimiteri di guerra attorno a Ypres
– Il museo del Bois du Cazier
– La cittadella di Dinant
– Il castello di Bouillon
– Il “Memorial 1815” di Waterloo
– La Grand Place di Bruxelles
– La Stazione Centrale di Anversa