Siria una nazione affascinante
Conoscenza della guida che ci avrebbe accompagnato : Ammar Sabato 21 aprile Giornata dedicata la visita di Damasco, antica città ed oggi capitale della Siria Museo Archeologico Nazionale Il museo vanta una delle più importanti collezioni archeologiche del Medio Oriente. In un percorso articolato su molte stanze tematicamente ben organizzate si ripercorre tutta la storia dell’evoluzione umana nel Medio Oriente.
Si possono ammirare i reperti e le statue della più antica città siriana finora conosciuta (Mari) risalente al 3000 a. C., la prima forma di scrittura conosciuta (cuneiforme) risalente agli Ittiti, il vasellame, i gioielli, i mosaici, le statue di molte civiltà locali oltre a quanto creato dalle culture greca, romana, araba, ottomana fino a giungere all’attuale.
Fondazione At Takiyah as Sulaymaniyah Costruita come fondazione destinata ad accogliere i pellegrini, successivamente è divenuta sede della scuola coranica, oggi racchiude il Museo dell’artigianato dove vi lavorano artigiani che producono lavori in cuoio, tessuti, coltelli, suppellettili in rame, gioielli in oro ed argento ed infine la più antica vetreria di Damasco che produce il caratteristico vetro. Parte dell’area oggi ospita il Museo dell’Esercito Casa di Anania Abbiamo visitato la casa in cui abitava il discepolo di Gesù che fece recuperare la vista a San Paolo imponendogli le mani e quindi lo battezzò.
Luogo visitato anche dal Santo Padre nella visita Siriana.
Suq La visita al Suq (termine arabo che indica il mercato) coperto, ci ha mostrato la bellezza è l’organizzazione dei mercati siriani, realizzati in vie strette, completamente coperti per proteggere le persone dal caldo e dalla pioggia. Vie che in entrambi i lati affacciano negozi con tutte le mercanzie caratteristiche di un mercato (alimentari, tessuti, biancheria, suppellettili, ferramenta, gioielli, dolci …) e, come tutti i mercati, sono il cuore pulsante della vita cittadina.
Moschea degli Ommayaddi Detta degli Ommayaddi in quanto e stata la casta regnante che l’ha edificata. E’ la più importante moschea del Medio Oriente, costruita nel 700 su un tempio di Giove preesistente.
L’ingresso è consentito agli uomini ed alle donne rigorosamente scalzi, e le ultime solo indossando un mantello (chador).
Dal suo cortile interno si possono ammirare gli imponenti colonnati che delimitano la parte coperta ed i grandiosi mosaici bizantini che ricoprono intere pareti della moschea.
All’interno della Moschea, si trova una chiesa dedicata a San Giovanni Battista (profeta venerato anche dai mussulmani, che analogamente a Gesù, precedettero Maometto).
La Moschea divenuta famosa, a noi occidentali, per la visita e la sosta del Santo Padre.
Palazzo Azem Signorile dimora del 1750, divenuta ora sede del Museo e delle arti tradizionali.
La residenza ottomana, è divisa in una parte pubblica (salamlik) e in una privata (haramlik), inaccessibile agli ospiti e protetta da ben tre porte.
La parte pubblica si articola intorno ad un ampio cortile lastricato, con portici e fontane. Le sale interne hanno magnifici soffitti lignei intarsiati. Divisa in vari ambienti, viene ricostruita la vita tradizionale siriana.
Una parte del palazzo è dedicata alle arti e mestieri, con sale monotematiche contenenti le diversi arti tra cui, la lavorazione del legno, del rame, del vetro, dei tessuti, del cuoio, delle armi e la pelletteria. Domenica 22 aprile Partenza per Malula, tipico borgo posto sull’arida montagna siriana, caratterizzato da case colorate di azzurro, giallo, bianco e viola, qui abbiamo visitato: San Sergio Monastero presieduto da monaci cattolici di rito greco.
All’interno racchiude una piccola chiesa bizantina ove sono conservate le più antiche icone del Medio Oriente ed il più antico e completo altare del mondo entrambi dalle stupende finiture.
Convento di Santa Tecla Attraverso un ripido e stretto canyon si giunge al Convento di Santa Tecla, di rito greco ortodosso. Abbiamo avuto la possibilità di assistere una funzione officiata in questo rito.
Si è visitata la tomba della santa scavata all’interno di una grotta. Dalla grotta posta sopra il convento si ha una vista sulla valle siriana caratterizzata, in quel punto, da coltivazioni di viti e fichi.
Lasciata Malula, si prosegue verso Nord in un verde paesaggio coltivato dove nulla sembra par presagire lo sterminato deserto che incontreremo nei prossimi giorni. Si oltrepassa la piana di Quadesch, luogo dello storico scontro tra gli eserciti ittita ed egizio (2000 a. C.), percorrendo un’agile strada si devia a sinistra ed inerpicandosi sulle colline si giunge ad una imponente costruzione di origine europea il: Crak dei Cavalieri Fortezza edificata dai crociati nel 1100, può essere considerata un modello di perfezione in materia di fortificazione medioevale. Costruita su una collina che domina le altre colline e le sottostanti vallate con i relativi luoghi di transito, precede due imponenti strutture di difesa. Poteva ospitare fino a 2500 soldati e relativi cavalli, aveva un’autonomia in caso d’assedio di 3 anni.
Scendendo dalla collina e riprendendo la strada che avevamo abbandonati si prosegue per Hamah, dove giunti si vedono le Norie Immense ruote di legno, un sistema idraulico medievale per il pescaggio dell’acqua dal fiume Oronte.
Oggi esistono 16 ruote funzionanti, al più alta costruita nel 1361 ha un diametro di 21 metri.
La serata stata dedicata alla visita di una fiera caratterizzata da “bancarelle” con ogni prodotto locale.
Lunedì 23 aprile Lasciata Hamah, si prosegue verso nord e si giunge ad Apamea Città sorta in epoca ellenista, poi evolutasi in epoca romana, situata al margine del deserto, era un punto d’incontro per le carovane dei mercanti che transitavano da Nord a Sud, da Est a Ovest e viceversa, nonché importante base militare per il controllo della zona.
Superate le mure esterne, si presenta un colonnato largo 22 metri e lungo 1850 metri (il maggiore del mondo), completamente lastricato per permettere il passaggio dei carri. E’ stato parzialmente ricostruito negli anni ’90 dagli archeologi belgi.
La città prevedeva numerosi negozi posti al lato del colonnato, oggi si possono visitare i resti delle terme, della cattedrale bizantina e di altri edifici.
In tutta l’aera in molti punti vi sono dei mosaici di epoca romana. Particolarmente interessanti sono delle colonne, localizzate in un edificio ed uniche in Medio Oriente, con incisioni alla base raffiguranti palme. Ripreso il tour, a poca distanza ci fermiamo ad Ebla, Scoperta nel 1964 dall’archeologo italiano Paolo Matthiae, definita come l’ultima importante scoperta archeologa del millennio. Oggi la città edificata nel 2500 a. C., distrutta più volte e ricostruita nei secoli, presenta solo pochi ma importanti edifici riportati alla luce da recenti scavi tutt’ora in corso. Si può vedere parte della grande cinta muraria, alta 20 metri, parzialmente ripulita dalla terra e dall’erba che la ricopre e s’intuisce che sotto le colline presenti nell’area si nascondano delle bellezze storiche che solo il paziente lavoro degli esperti ci potrà permettere di ammirarle in futuro.
Si prosegue sempre verso nord e si giunge ad Aleppo (seconda città della Siria, con 4 milioni di abitanti), sostiamo per visitare la Cittadella Fortificazione araba che sorge sopra una collina (tell in arabo) alta 50 metri, di forma pressoché circolare e circondata da un ampio fossato. Eretta nel 900. L’interno della cittadella racchiudeva numerosi edifici civili e religiosi, oggi danneggiati dai terremoti. Si possono comunque visitare il bagno turco (hamman), i resti del palazzo reale, la moschea, e la famosa sala del trono (completamente restaurata e riportata alla forma originale)
Martedì 24 aprile Alla mattina, lasciato Aleppo, ci dirigiamo sulle montagne, dove vediamo antiche ed integre città deserte, completamente abbandonate in tempi remoti a causa di epidemie. Poco distante sostiamo ad Qalah Siman Sulla cima di una rupe si trovano le imponenti vestigia del complesso eretto sul luogo dove visse San Simeone.
Il complesso realizzato 1500 anni fa, costituito da quattro chiese a pianta basilicale a tre navate, di grandezza quasi identica che dipartono da un comune ambiente ottagonale, al cui centro stanno le vestigia della colonna su cui visse il Santo.
Dalla terrazza si gode una splendida vista sulla sottostante vallata.
Il complesso, nel corso dei secoli, pur parzialmente danneggiato da terremoti e combattimenti, oggi presenta la straordinaria bellezza della costruzione, la monumentalità dell’impianto e la finezza delle decorazioni scolpite nella pietra dal caldo colore rosato.
Collegato da una Via Sacra, lunga 200 metri, vi è il battistero, edificio quadrangolare all’esterno che presenta all’interno un corpo ottagonale circondato da un deambulatorio.
Poco sotto al battistero vi sono le vestigia delle due originali porte di entrata del complesso religioso.
Ritornati in città effettuiamo un giro per visitare, la grande moschea degli Ommayadi, edificata nel 700, la scuola coranica, il mercato attuale (suq), le botteghe artigiane, l’antico mercato (agorà), ed una moschea moderna, contenente il più grande lampadario esistente, infine un antico bagno turco tutt’ora funzionante.
Mercoledì 25 aprile Lasciamo Aleppo ed accostandoci al fiume Eufrate ci dirigiamo verso Dier Azzor. Durante il percorso effettuiamo una deviazione per visitare Russafa La città appare da lontano, in pieno deserto, come un miraggio, con le sue alte mura in pietra calcarea rosata contenente alabastro (che colora tutte le mura). La città di antichissime origini, compare negli annali assiri e nella Bibbia (Secondo libro dei Re).
Luogo del martirio di San Sergio, nel 305, assunse il nome di Sergiopolis. Caratterizzata nel corso dei secoli da numerosi domini (romani, bizantini, arabi e successivi) oggi presenta l’imponente cinta muraria (rettangolo di 500 per 300 metri) in buono stato.
All’interno si vedono i resti della grande città., della Basilica di San Sergio, del palazzo del Califfo, le grandi cisterne dell’acqua, le abitazioni.
Proseguendo nel deserto, dopo pochi chilometri troviamo; Halabiyah Fortezza costruita nel 200 dagli abitanti la città di Palmira per controllare un guado nel fiume Eufrate. Le imponenti mura sono di origine romana.
Verso sera giungiamo a Dier Azzor dove trascorriamo la notte in riva all’Eufrate, la mattina ripartiamo verso nuove mete.
Giovedì 26 aprile Proseguendo lungo il corso dell’Eufrate giungiamo a Dura Europos Località visibile da lontano per l’imponenza mole delle sue fortificazioni. Colonia macedone fondata nel 300 a. C., nei secoli divenne importante punto di riferimento nel commercio tra la Mesopotamia e Palmira. In epoca romana divenne fortezza di difesa del confine dell’impero.
Dal punto di vista religioso Dura Europolis ha rappresentato un punto importante fin dall’epoca greco-romana. Oggi girando tra le rovine, si giunge fino al castello del Re, punto panoramico a strapiombo sull’Eufrate dove si ha un’incantevole vista sulla sottostante fertile striscia di pianura mesopotamica.
Mari In questa località, sviluppatasi tra il 3000 ed il 2500 a. C., scoperta dagli archeologi francesi, furono rinvenute statue sumeriche, simbolo di una tra le più antiche strutture urbane del mondo, Tra gli edifici riportati alla luce vi è il palazzo reale, un edificio composto di oltre 300 stanze.
Altri edifici confermano la grandezza e l’importanza della città.
Alla visita del sito archeologico, pranziamo in una tenda beduina.
Si lascia la verde fascia che caratterizza l’Eufrate e ci si addentra verso Ovest, nel deserto siriano, deserto roccioso caratterizzato dalla presenza costante dalle tende del popolo beduino che da secoli hanno scelto questa arida regione come domicilio.
Durante i 200 km si vedono numerose tende di questi abitanti, conferma che il popolo è ben radicato nel territorio. Si arriva a Palmira in tempo per salire al castello arabo del 1500 per ammirare lo splendido e suggestivo tramonto sull’oasi sottostante dove si è sviluppata la città.
Venerdì 27 aprile Visita a Palmira Città che per secoli ha rappresentato l’unico punto di sosta e di rifornimento delle carovane c he attraversavano il deserto siriano dirette in Turchia o nel Golfo Persico, oppure che dal Mediterraneo andavano verso la Cina e viceversa. Nel Tempo la città, proprio facendo leva sull’importanza logistica, ha saputo sfruttare ampiamente l’anima del commercio, sviluppando una bellezza ed un’arte raffinatissima (visibile sia nel locale museo che nelle rovine).
La caduta della città avviene nel 272 d. C. In epoca romana dopo un sanguinoso sterminio della guarnigione residente in città e la successiva e cruenta risposta dell’imperatore Aureliano.
I resti della gloriosa città appaiono come uno splendido fiore nel deserto, imponente il santuario del dio Baal (primo edificio di Palmira). Certamente non di secondaria importanza è la via colonnata lunga 1100 metri e larga 11 (non lastricata per facilitare il passaggio dei cammelli). Stupende sono le terme di Diocleziano, superbo è il teatro tutt’ora funzionante, in buono stato è il mercato (agorà) dove su un muro è visibile una pietra con inciso il tariffario di tutte le merci, delle persone che transitavano, che vendevano o acquistavano sia nel mercato che nella città (è l’unico tariffario al mondo scritto in due lingue latino e palmierino). In fondo al colonnato vi sono i resti del palazzo della regina Zenobia, sulla montagna alle spalle del palazzo vi sono tombe ricavate in grotte ed altre tombe (di epoca araba) costruite come torri e dislocate nella vallata.
Ripartiti nel deserto, verso est dopo 250 km si giungiamo a Damasco, dove ci fermiamo a visitare la Chiesa di San Polo Edificata nel luogo dove San Paolo riuscì a sfuggire alla cattura lasciandosi calare dalle alte mura di Damasco all’interno di una cesta.
La chiesa racchiude il più antico altare cristiano esistente al mondo.
Momento particolarmente toccante è stata la partecipazione alla prova generale in preparazione alla S. Messa officiata dal Santo Padre nella visita dei primi di maggio, il nostro parroco è stato invitato a concelebrare la S. Messa (trasmessa peraltro in mondovisione).
Sabato 28 aprile Partenza da Damasco verso Est, verso il Libano, dopo 2 ore fermi in dogana per le procedure previste, si entra nella valle della Bekaa. Subito si nota un paesaggio completamente differente, compare il verde dell’erba, si vede la neve sulle montagne ed anche le piante manifestano una crescita spontanea.
In Libano, paese martoriato da una lunga guerra civile durata oltre un decennio, oggi è in piena fase di ricostruzione, appare leggermente più ordinato della Siria, forse per la storica e costante presenza dei francesi nella nazione.
Scendendo nella verde e fertile valle della Bekaa, si giunge a: Anjar Grande città fortificata costruita dagli ommayaidi nel 700. Caratteristica della città erano i 700 negozi presenti, oggi si possono vedere i resti del palazzo dello sceicco e delle terme, si vedono in più punti i bei mosaici romani che pavimentavano gli edifici.
Particolare curioso dell’edificazione della città sono le costruzioni antisismiche realizzate dai costruttori.
Proseguendo verso nord ovest si giunge nella città di Baalbeck , città posta a 1150 metri d’altezza, distante 35 km da Beirut, qui visitiamo i: Tempi di Baalbeck Il complesso monumentale dedicato al dio Giove, al dio Bacco ed alla dea Venere, è stato costruito in epoca romana, nei primi secoli d. C.
Imponenti le dimensioni delle strutture, per la cui realizzazione sono state utilizzate ben 200 colonne di granito rosso proveniente dalla cava di Assuan in Egitto e trasportate via nave e terra fino in Libano da 100 mila schiavi, la maggior parte cristiani.
Le colonne del tempio di Giove hanno un’altezza di 30 metri con un diametro alla base di 2,2 metri.
Molto ben conservate sono le decorazioni presenti sui capitelli e sulla volta di copertura delle colonne.
Domenica 29 aprile Partiamo verso il sud del paese, dove il paesaggio è completamente diverso da quanto visto precedentemente, caratterizzato da roccia basaltica nera, si vedono piantagioni di uva e campi coltivati, si procede fino a giungere a Bosra Città menzionata in documenti egizi e citata nella Bibbia, capitale settentrionale nel regno nabateo, della provincia romana d’Arabia, in seguito, importante centro del cristianesimo primitivo e prima città mussulmana della Siria, crocevia di grandi vie carovaniere e tappa fondamentale sulla strada per la Mecca. La località svolse per secoli un ruolo politico, economico e culturale di primo piano in tutta la regione, le sue rovine testimoniano l’antico splendore.
La visita inizia dalla grande cisterna, che serviva ad abbeverare uomini ed animali che venivano e partivano per il deserto, percorrendo le vie si vede la particolarità delle costruzioni realizzate con pietra nera di basalto, girando tra le abitazioni vediamo i resti della Cattedrale dei SS. Sergio, Bacco e Leone, le abitazioni dei romani, i negozi, le terme, il colonnato e la funzionante moschea al-Umari (con l’unico minareto quadrato del mondo islamico). Proseguendo si arriva ad un’imponente fortezza araba, entriamo e percorriamo i cunicoli delle mura difensive, improvvisamente appare in tutto il suo splendore il teatro romano risalente al 100 d. C., con un diametro ai oltre 100 metri, un palco largo 45 metri, può contenere 15.000 spettatori, il teatro è in ottime condizioni e tutt’ora funzionante ed è uno dei più straordinari monumenti del Medio Oriente.
Si riparte alla volta di Shahba L’antica Filippopoli dove gli abitanti hanno costruito le loro abitazioni tra le rovine nabatee e romane, occupando talvolta antiche dimore, templi e basiliche bizantine. Girando per la città, le pietre, i capitelli e le colonne che affiorano dal suolo o sono stati integrati nelle abitazioni, testimoniano il fiorente passato di questa località.
Poco distante vi è Qanawat Città romana i cui monumenti sono tra i più riccamente decorati della regione. Si visitano le vestigia di un tempio del 100, dedicato ad Helios, resti di pavimentazione, di colonne ed altri edifici sono visibili tra le locali abitazioni.
Vicino al tempio, si trovano i più bei mosaici romani del Medio Oriente, per custodire in loco questi capolavori, è stato realizzato un museo sul luogo del ritrovamento.
Al rientro sostiamo per visitare la Moschea sciita Grande e moderna moschea che sorge alla periferia di Damasco. Si presenta con 2 minareti con decori bianchi ed azzurri, l’imponente cupola è rivestita con 300 kg d’oro.
L’ingresso alla moschea è liberamente consentito agli uomini, mentre le donne devono indossare un abito nero che le avvolge completamente lasciando libero solamente il viso.
All’entrata nel cortile la moschea si presenta di forma quadrata, interamente rivestita di piastrelle variopinte riportanti brani del corano. La mosche presenta 2 ingressi, uno riservato agli uomini e l’altro alle donne, l’interno mantiene la divisione tra uomini e donne, riccamente decorata con versetti del corano ed il plafone è interamente ricoperto di argento lavorato.
Cena La cena in un locale caratteristico ubicato nel centro storico di Damasco, è stata rallegrata da un’orchestra e da danze tipiche locali.
Lunedì 30 aprile Partenza da Damasco, la guida Ammar ci ha ringraziato per l’educazione e la puntualità e la gentilezza dimostrata nella visita siriana, si è detto veramente sorpreso dell’interesse che il gruppo ha dimostrato per le bellezze della Siria.
Appena giunti all’aeroporto di Roma, siamo andati a gustarci un buon caffè espresso.