Siria e Giordania I love you!

Un viaggio intenso, tra natura e storia
Scritto da: patrizia
siria e giordania i love you!
Partenza il: 24/06/2010
Ritorno il: 05/07/2010
Viaggiatori: due
Spesa: 2000 €
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Siria e Giordania 2010

24-06 Italia 25-06 Damascus 26-06 Damascus- Palmira 27-06 Palmira-Aleppo 28-06 Aleppo 29-06 A Aleppo-Ebla-Apamea- Noria Ama- Krak des Chevalieres-Damasco 30-06 Damascus 01-07 Damascus-Bosra-Jerash-Amman 02-07 Amman-Madaba-Mt.Nebo,dead Sea-Petra 03-07 Petra-Wadi Rum 04-07 Wadi Rum-Amman 05-07 Amman-Italia

Introduzione: per questo viaggio ci siamo appoggiati ad un’agenzia di Damasco, l’organizzazione è stata ottima.

Costi: per il tour 1140 € a persona, per il volo: 464 € per persona

Questi gli alberghi in BB: Antique Khan Hotel 4* a damasco, Palmyra Heliopolis hotel a Palmira, Aleppo Tourath house a Aleppo, Gardens Hotel Amman a Amman, Petra Inn Hotel Petra a Petra, Hellawi camp Wadi Rum al Wadi Rum. Tutti molto puliti e decorosi.

Avendo più tempo, questo viaggio si può fare in modo xompletamente autonomo, le città sono tutte ben collegate con un buon servizio di bus. I taxi sono ovunque e non sono cari. La gente è sempre disponibile a aiutare, senza mai essere invadente.

Il volo lo abbiamo ordinato via internet con Turkuch da Milano via Istambul. In tutto il nostro viaggio è durato 11 gg. Veramente troppo poco, c’è talmente tanto da vedere…

Racconto:

Syria e Giordania I ♥ you!

24 Giugno 2010

Sono un pochino confusa! Sono accadute tante cose ultimamente!!! Posso cominciare da luglio 2009 a Samarkanda, scatto tante foto, una donna mi viene vicino e mi chiede se ho voglia di scattare una foto alla sua figlia o nipotina? La bimba è veramente piccolina, stento a credere che capisca, ma sembra in effetti mettersi in posa per lo scatto. Il suo sorriso gioioso e sereno mi ha accompagnato per tanto tempo. Quando, una volta rientrata in Italia, apprendiamo la notizia tanto attesa, diventeremo presto nonni. Inutile dire che siamo felici. Il ricordo di quella bimba lo prendo come un buon augurio!

Poi, l’attesa, l’apprensione,la nascita, tutte le preoccupazioni che ne conseguono, tanti mesi di trepidazione… Poi la situazione si stabilizza, possiamo rilassarci un pochino, siamo ormai a maggio inoltrato, decidiamo di organizzare un breve viaggio. C’è poco tempo, per motivi di lavoro abbiamo solo pochi giorni e solo a giugno. Giusto il tempo di cercare su internet degli operatori, sceglierne uno, comperare il biglietto aereo e ci siamo, quasi… Pochi giorni prima della partenza faccio la mammografia, c’è qualcosa di sospetto, Abbiamo trovato delle calcificazioni sospette, mi dice la dottoressa, e alla mia domanda: cosa vuol dire, lei mi risponde: vorremmo saperlo anche noi… Mi sento strana…ma mi dicono che posso partire lo stesso, VOGLIO essere ottimista a tutti i costi e si parte aspettando l’esito delle analisi!

Milano Malpensa, Quest’anno cambiamo parcheggio, il Parking Ferno è molto conveniente, prenotiamo via internet. Abbiamo passato i controlli, la lettera d’invito dell’agenzia per ottenere il visto all’arrivo in Siria ha funzionato, bene! Sono le 16.00 e inizia la partita. Quest’anno ci sono anche i mondiali, Emirates ne offre la visione, ci sono tanti schermi giganti un po’ ovunque, dove siamo noi, un capannello di passeggeri stanno seguendo con interesse, sono quasi tutti arabi, le donne velatissime sono sedute per terra sono molto attente, non capisco niente di calcio, per me lo spettacolo sono gli spettatori. Il nostro volo partirà alle 17.45. La nostra nipotina oggi ha una visita di controllo, aspettiamo notizie, benedetti i telefonini! Uscita B5 e siamo già a bordo. Il volo è molto tranquillo, Turkich offre un ottimo servizio a bordo. L’aeroporto di Istambul ci accoglie in tutto il suo splendore, è magnifico, modernissimo esageratamente grande, molto trafficato. La Turchia, in dieci anni, da quando l’avevamo visitata, ha fatto dei passi da gigante. Facciamo un giro, il tempo scorre veloce e siamo già sull’altro volo per Damasco. Troviamo ad aspettarci il corrispondente dell’agenzia Syrian Holidays, con il documento originale per ottenere il visto, tutto a posto, sono le 2.30 ora locale, c’è stato un piccolo ritardo sull’orario di partenza. La vettura che abbiamo a disposizione è molto comoda e moderna, l’albergo è bello, è stato ricavato da un’antica abitazione, qui li chiamano “boutique hotel”, è arredato con mobili antichi di discreta fattura. Siamo molto stanchi, ma io non voglio pensare quindi mi addormento tranquilla, dormiamo tranquilli. Dopo la colazione prima esplorazione di Damasco, oggi è venerdì, è quasi tutto chiuso, la città si gira in tutta tranquillità, certo non si può visitare in Gran Bazar, ma dedicare una giornata solo alla città e al riposo non è male. A prima vista i siriani sembrano molto socievoli e allegri, non infastidiscono, sono molto disponibili a dare un aiuto quando non riusciamo più a trovare la strada per l’hotel, ogni tanto qualcuno saluta e quando si accorgono che siamo italiani “HAI HAI” ci dicono, infatti la nazionale italiana è stata eliminata…. Anche qui, come in tutti i paesi arabi, la donna ha un ruolo importante all’interno della famiglia. Ci sono anche moltissimi iracheni fuggiti dal loro paese, uno di questi si avvicina, vorrebbe parlare ma lui non sa l’inglese e noi non sappiamo l’arabo. Quanti km. A piedi abbiamo percorso oggi? Difficile dirlo ma penso che siano molti! E’ venerdì, ma è anche bassa stagione, è difficile trovare un ristorante aperto, a furia di girare ci siamo anche persi, abbiamo presto un taxi, Damasco è una città enorme, anche i tassisti non la conoscono capilarmente, quindi telefona al nostro hotel per farsi spiegare la via, ma a un certo punto si ferma, scende dall’auto e si va a prendere un panino e una bibita, tranquillamente, poi torna e riparte… Ma ci ha fatto venire un’idea per la cena: ci prendiamo anche noi un magnifico panino al kebab: buonissimo!

26 giugno

Partenza per Palmira. Abbiamo l’appuntamento con l’autista in una piazza… E siamo anche riusciti a trovarla! Prima tappa: Manula, qui c’è un bellissimo convento dedicato a S.Sergio e uno dedicato a S.Tecla, la prima martire cristiana. I conventi sono raggiungibili sia in auto che a piedi attraverso uno stretto passaggio, scavato tra le gole alte dal fiume, inutile dire che li raggiungiamo a piedi. La visita dei due conventi è assolutamente da consigliare. Le decorazioni e gli affreschi sono di notevole fattura. Mi ha fatto molto piacere vedere delle famiglie di mussulmani fare visita a questi luoghi. Qui si parla l’aramaico, la lingua parlata da Gesù. Proseguimento per Palmira. Piccola delusione, siamo arrivati, almeno io, molto stanchi, alle 13.00 del pomeriggio, la luce è molto dura, il sole picchia forte, il caldo è da star male… Non riesco a emozionarmi, vedo delle cose bellissime intorno a me, vedo la storia ma resto comunque un pochino distaccata, sono furiosa con me stessa, eppure l’autista ci aveva avvertito, consigliandoci di fare la visita in serata, ma era troppa la curiosità, che sbaglio! Se avessimo aspettato qualche ora, verso sera… Con le ombre lunghe… Non vedrò mai questo sito con la luce giusta. La maestosità di questo luogo meritava tutte le attenzioni, tutti i riguardi. La città nuova non è un gran che, ma è sempre interessante dedicarci un piccolo momento. In serata saliamo alla Cittadella medioevale, sovrasta tutta la pianura, la vista di quassù è struggente, non c’è molta gente, in tutto forse una quindicina, tante donne velate con i loro bimbi, qualche famiglia, pochissimi turisti, aspettiamo tutti insieme il tramonto… Appena il sole è scomparso dietro l’orizzonte, il Muezzin ha iniziato la preghiera, dall’alto delle mura, la luce vivida, le luci accese e il canto hanno fatto di questo momento un momento magico. Per la cena abbiamo assaggiato il famoso “Hummus” una sorta di pappetta di ceci macinati e olio, si mangia con il pane tradizionale: buono!

27 giugno domenica

Siamo partiti abbastanza presto. Oggi visiteremo le Tombe, la struttura è imponente, ma gli affreschi sono rovinati e le statue decapitate… Proseguimento per RASSAVA, l’antica Sergiopolis, questo sito è ststo una piacevole scoperta e una gradita sorpresa. La città dedicata a S. Sergio, ha conservato i suoi resti quasi intatti, le sue imponenti mura sulle quali si può camminare, i resti della cittadella e della Cattedrale, alcuni suggestivi scorci, fanno di questo sito un piacevole luogo di storia. La città era molto grande, al tempo, dal 500 a.c al 500 d,c. Era una fiorente e ricca città, poi il declino e il conseguente abbandono… Ci aspettano ancora 150 km per raggiungere Aleppo, si attraversa un lungo tratto di deserto, il 65% del territorio della Syria è desertico, quindi la popolazione è concentrata nel rimanente 40% di territorio. Attraversando questi luoghi si scorgono dei paesi all’apparenza abbandonati, quando chiediamo all’autista dove sono gli abitanti, ci risponde che sono andati effettivamente via, la vita è troppo dura nel deserto, i giovani non vogliono più fare una troppi sacrifici e troppe rinunce, questo spiega il motivo di tanti paesi antichi abbandonati, quando il lavoro non dà più abbastanza, quando la fatica è veramente troppa, le persone si spostano e cercano un modo migliore di vivere: mi sembra normale, tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Continuando l’avvicinamento a Aleppo, l’autista ci tiene a farci vedere la diga, realizzata dal padre dell’odierno Presidente, con le acque dell’Eufrate. E’ un’opera da vedere, disseta circa 4 milioni di persone, irriga i campi che qui sono molti, e produce energia elettrica: non voglio fare commenti, ma è un’opera importantissima per l’economia della regione, veramente risolutiva. Ne avremmo bisogno anche noi!!! Piccola sosta a Arraqqua per un piccolo spuntino, un ragazzo vestito con la nostra bandiera ci accoglie piacevolmente, contento di parlare con degli italiano, i Siriani e i Giordani amano moltissimo l’Italia… Il nostro autista è distrutto, ha un attacco di sciatica, cammina male, ha la sofferenza disegnata in volto, ci chiede se siamo così comprensiva da fare la visita al monastero di S. Simeone stasera, così domani saremo tutto il giorno a Aleppo e non ci servirà l’automobile. Naturalmente accettiamo. Il monastero è un’opera imponente, grandissimo, un tantino mal spiegato dai cartelli, bisogna prestare attenzione perchè l’entrata alla zona è stata ricavata a circa metà strada, quindi una parte di esso rimane alle spalle si nota solo quando si torna indietro. Della colonna del Santo rimane veramente poco, ma l’atmosfera c’è tutta. E’ bellissimo trovarsi qui. Ed eccoci a Aleppo, la Milano della Syria, è una città dinamica viva e giovane. Le strade sono piene di gente fino a notte inoltrata, i bar sono molto frequentati, ovunque si trovano banche d’affari, negozi di lusso, ci siamo seduti in un locale situato ai piedi della Cittadella, brulicante di gente, donne velate che fumano il Narghilè con estrema disinvoltura. La cena purtroppo da noi è stata poco apprezzata, una sorta di spezzatino yogurt fagioli e ceci, il tutto annegato nell’olio. Prima di ritirarci percorriamo la centralissima via dello “shopping”, gli articoli più stravaganti sono le camice da notte dalle trasparenze imbarazzanti esposte nelle vetrine con naturale disinvoltura. Di giorno le donne sono velatissime… Ma di notte… Anche stasera ritrovare la strada per l’hotel è stata un’impresa.

28 giugno lunedì

Dopo una fugace colazione inizia il nostro giro in assoluta autonomia. L’autista ci ha dato delle indicazioni chiare, pensavamo di aver capito tutto, ma la città è un labirinto di stradine, vicoli e carrugi. Passiamo per caso davanti alla Moschea The Great Mosque, ma è chiusa, apre alle 13.00. Cerchiamo questo famoso museo, ci siamo persi di nuovo… Chiediamo, chiediamo e chiediamo ancora… Infine vedo tre ragazze sveglie… Finalmente abbiamo l’indicazione. Facciamo la nostra visita, è abbastanza interessante, due custodi vogliono farci da guida, non riusciamo a scaricarli e alla fine vogliono anche la mancia… Ora ci dirigiamo verso la cittadella, dall’esterno è molto imponente, all’interno è un labirinto, vale la pena di arrivare al punto più alto, di qui si ha una vista superlativa su tutta Aleppo! Fa veramente molto caldo. Torniamo in centro e cerchiamo la famosa moschea. Non c’è verso di ritrovarla. Dopo circa un paio d’ore eccola, di nuovo per caso ci passiamo davanti, è aperta finalmente. Moltissimo fedeli all’interno, pochi turisti. Ho dovuto indossare l’abito lungo con cappuccio. E’ molto interessante vedere i fedeli nelle loro preghiere, la devozione che hanno. La concentrazione… Oggi abbiamo camminato almeno dalle 9.00 alle 15.00 ininterrottamente: sono sfinita! Mi è piaciuto molto però questo girovagare, ho potuto osservare la vera Aleppo. Le descrizioni dei monumenti si trovano in qualunque libro, ma perdersi tra la folla, fino a non farsi più notare… Questo, per me è il senso del viaggio. Alcune ore di meritato riposo e poi di nuovo per le vie della città, il nostro girovagare ora ci ha portato in un bellissimo ristorantino: Kebab e birra per un tot. Di 18€. Il ritorno all’hotel è stato facile, domani mattina andiamo via e ora abbiamo imparato la strada…

29 giugno martedì

Sveglia presto, ci aspetta molta strada oggi, da Aleppo a Damasco, circa 450 km. E lungo il tragitto abbiamo due visite molto interessanti: Ebla e Apamea, le ruote di Noria e il Krak des Chevalieres. Ho letto moltissimo su Ebla, non vedo l’ora di esserci, sono anche curiosa perchè la campagne di scavi è gestita da italiani… Eccoci… Che delusione totale!!!!!!!!! stanno scavando dal 1964, ma è veramente poco ciò che hanno trovato, ho l’impressione che si facciano rendere il lavoro, questa città è talmente antica, è seppellita sotto molto metri di terra, tutto è in totale rovina, ci lavorano almeno 100 operai più un’equipe sostenuta di studiosi, un’impresa titanica che svuota le nostre tasche. Ci sono rimasta veramente male. Tutta l’area è un enorme collina artificiale, sono stati fatti degli scavi, ma non sono ancora arrivati al livello originale. Da quello che fin’ora è emerso non è possibile capire cosa sia, si presume che sia il palazzo reale, ma sono supposizioni… Non finiranno mai!!! Ora andiamo a Apamea, questa città, molto antica, mi è piaciuta moltissimo, anche se non è molto ciò che rimane di essa, la sensazione che si trova a camminare qui è di attraversare una città appena distrutta. L’atmosfera è intatta. Superbe le sue colonne, alcune a torciglione, imponenti e con i capitelli finemente lavorati. E’ stato come fare un tuffo nella storia. Breve sosta a Noria, suggestive le ruote. Eccoci, siamo al Krak des Chevalieres! Un sito da visitare assolutamente la sua grandezza lascia senza fiato, uno spettacolo vedere il rincorresi delle volte, la cappella, poi trasformata in moschea, un bell’esempio di arte gotica. Si potrebbe passare un’intera giornata qui senza poter visitare tutto: una meraviglia. Appena fuori mi squilla il cellulare, Una chiamata da Sanremo, non avrei voluto ricevere quella telefonata. Il medico mi vuole vedere al più presto, fissiamo per l’otto luglio alle 12.00 o forse alle 11.00 sono un pochino agitata… Ma ho deciso che devo combattere e lo farò uscirò a tasta alta da questa storia. Rientra a Damasco, posate le valigie e eccoci nel Suk, è sempre una gioia per gli occhi e per lo spirito… Tutti questi colori, odori e rumori. Abbiamo acquistato una tovaglia in… Damascato per la nostra sala. Per la cena due panini con il kebab e tanta frutta. Il tutto consumato in camera.

30 giugno mercoledì

Stamattina il programma prevedeva la visita del museo di Damasco e della città. Mentre facevamo colazione, un’ottima colazione a base di fave e ceci, ci è venuta l’idea di rinunciare alla visita del museo per dedicarci completamente alla città, di vivere la città. Così ci siamo fatto portare sulle alture per regalarci una veduta panoramica, Damasco è una metropoli gigantesca, caotica con un traffico esasperato. Piacciono le automobili grandi e riescono a infilarsi con queste nelle stradine più piccole con un’abilità invidiabile. Ritornati in centro siamo passati dalla cappella dedicata a S. Paolo, non ci sembrava giusto non dedicargli un saluto. E’ una costruzione molto semplice, ma di grande carisma. Sono stata felice. Ora non resta che perdersi tra il suk e le Moschee. La più importante è Omayyad, molto frequentata, sempre gremita di fedeli. Mi è capitato di osservare le donne in preghiera, la loro devozione è invidiabile, sembra che vadano in trance, la loro preghiere è autentica, sono molte le donne intorno a me, ma è come se ognuna di loro fosse sola con Dio, questa fede autentica, mi dispiace di non averla conservata… È stata un’esperienza molto toccante. Poi ci siamo volutamente persi tra i colori , i suoni e i profumi dei bazar, senza meta, senza l’assillo di dover acquistare, ma solo per osservare, ascoltare senza farsi notare, per un momento ho dimenticato tutto e sono stata veramente felice. Rientrando ci siamo comperati della frutta e dell’acqua, sono le 15.00 e ci concediamo un pochino di riposo. Anche qui i ristoranti sono pochi, è bassa stagione tanti sono chiusi, poi la cucina siriana non ci piace è troppo unta. E’ stato bellissimo perdersi qui, osservare la totale calma dei suoi abitanti, trovarsi tra gente così gentile e discreta, pronta a darci una mano se avevamo bisogno, senza mai importunarci. Per la cena abbiamo scovato un ristorante lussuoso di fronte alla Moschea, il solito misto di carni grigliate pagate, in questo caso, profumatamente, circa 8 € a testa. Abbiamo fatto pochi acquisti, ormai tutto è made in Cina o India, questi due paesi stanno conquistando il mondo intero. La popolazione è molto attiva e molto calma allo stesso tempo, le donne hanno un ruolo fondamentale nella gestione della famiglia che qui mi sembra molto forte.

1 luglio giovedì

Ultima visita in Syria: Bosra. Un sito che definire bellissimo è poco. Perfettamente conservato anche perchè nel corso dei secoli, specialmente il teatro è stato usato come deposito quindi è arrivato intatto fino a oggi. Ora non rimane che armarci di pazienza e dirigerci verso la frontiera con la Giordania. Primo controllo per uscire dalla Syria, minuzioso, burocratico estenuante, pagate 500 lire siriane. Secondo controllo per entrare in Giordania e qui la cosa, se è possibile è anche più lunga, ma ci spiegano, questa via è usata dai pellegrini che si dirigono alla Mecca, i pullman sono ovunque. Per fortuna hanno organizzato molti sportelli, per i pellegrini, per i viaggiatori individuali, per gli stranieri per i diplomatici… (una tappa all’ufficio del cambio, anche qui c’è da pagare… Paghiamo, è uno spettacolo osservare la burocrazia, quando si è in vacanza…) quindi siamo abbastanza veloci, il nostro passaporto e passato tra le mani di parecchi impiegati, se lo passavano e tutti leggevano la stesa pagina, l’ultimo a applicato il visto e poi si è fatto il percorso a ritroso a quel punto avevamo di nuovo in mano il nostro passaporto con il nostro bellissimo visto timbrato. Intanto che facevamo questa procedura, altri impiegati che hanno controllato le valigie, le hann oaperte e, mentre noi eravamo negli uffici, cose da matti! Ma tutte le nostre vie preferenziali non ci hanno fatto guadagnare tempo, dobbiamo aspettare l’autista, lui è un comune cittadino siriano… Dopo una lunga attesa sotto un sole a picco, ecco finalmente arrivare il tanto desiderato autista. Prima visita in territori giordano: Jerash, un sito da vedere assolutamente, anche qui il grado di conservazione è notevole. Passeggiare tra le sue vie, immaginare la gente che affollava le vie ora deserte, pensare come se fossero andati via proprio ieri, vedere la città nuova a ridosso dei ruderi, quindi la vita che va avanti, il vecchio e il nuovo così vicini… Ancora pochi km e siamo a Amman. A prima vista sembra una città caotica, stanno costruendo moltissimo, il sovrano è una persona illuminata, la Giordania è stata un’altra bellissima sorpresa, così moderna, un parco macchine modernissimo. Il nostro autista non conosce la città per cui ci lasca e prendiamo un taxi, il tassista non conosce l’ubicazione del nostro hotel, va per tentativi… Dopo vari giri, parlando con molto trasporto della sua passione il ciclismo, riesce a azzeccare l’hotel giusto, ma non ci molla. La sua passione per le due ruote ha trovato un terreno fertile in Dom, appassionato anche lui dello stesso sport…ci racconta che è stato a lavorare nel Kuwait, che aveva una bici al titanio, che gareggiava… Ma poi è stato richiamato dalla famiglia in patria per sposarsi e per dimenticare la bicicletta…. Finalmente… Ci lascia andare. Grandissimo errore, siamo restati in hotel e abbiamo cenato qui, ci hanno portato un piatto “NANSAFF” riso accompagnato con carne di pecora bollita in una specie di brodo e yogurt, buono! ci siamo poi accorti, nei giorni seguenti, che Amman è una piacevole città, anche se è moderna, anche se non ha monumenti storici, è piacevole girovagare nelle sue bellissime strade.

2 luglio venerdì

Il nostro nuovo autista giordano è una persona professionale e serissima. Prima visita: Madaba qui si trova una chiesa greco-ortodossa dedicata a S. Giorgio i suoi mosaici sono di una notevole fattura, anche gli affreschi. Anche qui la fede è autentica, i fedeli che entrano sono motivati da una religione autentica, mi manca tutto questo. Proseguiamo per il Monte Nebo, da queste alture Mosè vide la terra promessa, da queste alture oggi, nelle giornate particolarmente limpide, si possono vedere i tetti di Gerusalemme, siamo anche vicinissimi a Betlemme, siamo in un punto cruciale per tutte e tre le religioni monoteiste, da qui anche Papa Giovanni Paolo II pregò per la pace tra i popoli e le religioni. Sulla sommità una chiesa, gestita dai frati francescani è in costruzione, è stata abbattuta quella piccola non era più in grado di ospitare tutti i fedeli che ogni anno pregano qui. E poi ci fu il mare. Eccoci a bagno nel mar Morto. Le sue acque sono veramente salatissime da tenere una persona a galla, siamo arrivati qui alle 12.00, il sole a picco, la scottatura è stata assicurata. Non è possibile camminare a piedi nudi sulla sabbia fuori dall’acqua. Molta gente, le donne. Alcune in bichini, altre in costume intero a volte castigato, altre con la veste nera mussulmana che usano anche per fare il bagno. Dopo il mare, per levarsi il sale di dosso è obbligatorio stare in ammollo nella piscina di acqua dolce. L’impianto balneare che è stato costruito qui è modernissimo, dà lavoro a moltissima gente, mi piace! Stiamo partendo per Wady Musa, un piccolo fuori programma per la visita di karak, una fortezza medioevale che vale di pena di visitare. Ed eccoci a Wady Musa. Il nome della città nuova di Petra che visiteremo domani. E’ molto turistica, i ristoranti e gli hotel sono ovunque, i prezzi sono cari. Ceniamo con una minestra in brodo, del kebab e una birra per un tot. Di 15€ a persona.

3 luglio sabato Sto scrivendo comodamente seduta sotto un tendone nel bel mezzo del Wadi Rum. Un panorama da fiaba mi avvolge. Sono in un campo tendato che può ospitare fino a 600 persone, le tende fisse sono a uno o due posti, ci sono i servizi igienici, le docce senza problemi di acqua, il ristorante da campo attrezzatissimo e fa caldo. Stamattina abbiamo visitato Petra. La mitica. Percorrere il canyon visto tante volte alla tele, calpestare questa terra così famosa e finalmente renderci conto di esserci realmente, finalmente dopo circa 800 metri di cammino, intravvedere il gioiello di Petra. E’ vero, i brividi scorrono lungo la schiena… Nonostante il caldo che scioglie. Il percorso è molto agevole, ci voglio pochi minuti, circa una quindicina, ma dal primo sito c’è ancora moltissimo da vedere, bisognerebbe dedicare a quest’area almeno 3 giorni, non l’abbiamo visitata in quattro ore! Comunque, ci siamo dati da fare, e gambe in spalla siamo arrivati fino al monastero, meno famoso ma secondo me, altrettanto bello. La tabella dice che è raggiungibile in 1 ora e un quarto, noi ci abbiamo impiegato 35 mn. Ma anche se non si è dei camminatori è consigliabile arrivare fino qui. Tutta l’area viene aperta alle visite al mattino presto e chiusa la sera alle 16.00, non mi è chiaro come facciano a sapere che in serata siano usciti tutti prima di chiudere… Sembra impossibile, ma qui, nel campo tendato è tutto un trillar di telefonini, in pieno deserto! L’albergo di Wady Musa non era un gran chè, è stato l’unico sotto le aspettative, le tende qui nel deserto, invece, sono superiori alle mie aspettative. Per la cena, in poco tempo, hanno organizzato un buffet degno di un buon ristorante, con tanto di grigliata. E’ stata un’esperienza gratificante. Dopo cena, guardando le stelle, assaporando un arancio buonissimo, siamo stati ancora in piacevole compagnia, ascoltando musica suonata con strumenti a corde, senza parlare per non rovinare un’atmosfera così magica. Nella nostra tenda siamo stati molto comodi, subito era un pochino caldo, ma poi ha rinfrescato bene. In lontananza si sentivano i lupi ululare e i cani del campo abbaiare, è stato un bel concerto, direttore d’orchestra sua maestà il vento!

4 luglio domenica

I giapponesi che erano alloggiati al campo, ieri sera si sono ritirati prestissimo, appena dopo cena, stamattina all’alba, circa le 4.30 hanno cominciato a fare baccano, forse credevano di essere soli, questi giapponesi, certo che lo sono strani, anche io sarei voluta uscire per fare delle foto con la luce dell’alba, ma si stava troppo bene… Prima di colazione la doccia, senza problemi l’acqua non manca nel deserto. Colazione come nel miglior ristorante, caffè, te, pane tostato, marmellata, biscotti, insalate varie, frutta ecc. Ora affrontiamo l’ultima escursione: il Wady Rum. Abbiamo a disposizione una vettura fuori strada per due ore, veramente TROPPO poco, partiamo, la vettura è aperta così da avere una visione totale del panorama che scorre, se dovessi scegliere un luogo dove trascorre tutto il tempo che mi resta sceglierei questo! Le montagne hanno dei colori stupendi, tutte le sfumature del rosso si trovano qui, dietro ogni angolo ci si aspetta di vedere uscire un folletto. Mentre contemplavamo il punto dal quale Lorence d’Arabia è partito per conquistare Aqqaba, una donna e il suo gregge di pecore sono comparsi all’improvviso e altrettanto velocemente sono spariti… Inghiottiti dal deserto… Bisognerebbe dedicare a quest’area almeno una settimana, Fare del trekking, delle scalate o più semplicemente delle bellissime passeggiate alla ricerca dei graffiti antichi, delle iscrizioni primordiali nelle rocce rosse. Ritorno a Amman, circa 300 km. Ma la strada è buona e veloce. Eccoci di nuovo in hotel, questo viaggio è stato un dono, un regalo, in certi momenti ho anche dimenticato e sono stata felice. Non ho mai dimenticato, invece, la mia adorata nipotina Giulia, dedico a lei questo bellissimo viaggio con l’augurio che possa percorrere tutti i sentieri della terra!!!!!!!!!!!!

5 luglio lunedì

Ci siamo. L’aeroporto di Amman ci accoglie, l’aereo è puntuale, fra poche ore saremo a casa. Addio Syria ♥ Addio Giordania!



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