Intorno a Salerno c’è un mondo di boschi e colli dove la natura dà vita ai suoi frutti migliori

Nutrimento per l’anima e per il corpo. Potremmo definire così, in un esercizio di brevitas, l’esperienza turistica che il turista può ritrovarsi ad esercitare con dovizia di particolari e senza dover abdicare a nulla, percorrendo quei sentieri verdeggianti e soffermandosi tra i borghi che fanno della provincia di Salerno un luogo di particolare fascino per il mix sapiente di esperienze naturalistiche, degustazioni di prodotti locali ed eventi culturali. A seguire, percorrendo un itinerario di circa 30 chilometri che unisce quattro tappe di particolare suggestione delle Colline Salernitane, scopriremo ciò che queste zone hanno da offrire, degusteremo prodotti, vivremo esperienze lente capaci di ricongiungerci all’essenziale di ogni viaggio: il tornare arricchiti.
Indice dei contenuti
Saperi e sapori delle Colline Salernitane
Percorso
Buen retiro del filosofo Benedetto Croce, massimo esponente di quella corrente liberale che caratterizzò l’Italia pre-Ventennio, San Cipriano Picentino è una piccola oasi di case, campanili e antiche torri merlate ai piedi delle vette dei Monti Picentini. Al motto di la tradizione è una bellezza da conservare, gli sforzi della comunità locale sono ormai da anni rivolti proprio alla conservazione di un patrimonio di tradizioni, soprattutto enogastronomiche, decisamente ricco. Qui la regina è la castagna, eccellenza produttiva dei fitti boschi campani che ritroviamo nella non molto lontana Acerno.
Proprio la castagna di Acerno è al centro di un areale di circa 1000 ettari, che include anche i comuni di Montecorvino Rovella e Campagna, che sin dal mese di giugno inizia a mostrare la grande capacità produttiva di questi alberi, i cui frutti vengono però raccolti tra ottobre e novembre e consumati, ovvero venduti per larga parte dell’inverno. Un prodotto che, pur in assenza di specifiche denominazioni o disciplinari, può essere considerato una eccellenza degna di nota, quella ‘nzerta che viene consumata sia in purezza (come caldarrosta o previa lessatura) e sia all’interno di dolci o altre preparazioni salate.
Ritornando sui nostri passi per un momento, e recuperando i paesaggi di San Cipriano che Jacopo Sannazaro raccontò a cavallo tra ‘400 e ‘500, ci lasciamo conquistare dal profilo svettante delle rovine del castello di Montevetrano. Non solo un sito antico, ma una testimonianza dei millenni di storia di quest’angolo del Salernitano: dapprima castrum romano, poi ampliato nel Medioevo e utilizzato fino alla Seconda guerra mondiale, le mura e gli ambienti ancora in piedi ci restituiscono il valore strategico di questi luoghi, mentre lo sguardo spazia fino ai 1195 m s.l.m. della vetta del Monte Monna.
Giffoni Valle Piana e la Nocciola di Giffoni IGP
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Giffoni Valle Piana è l’epicentro di una grande zona produttiva della Nocciola di Giffoni IGP, che include numerosi comuni, tra cui Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, Fisciano, Calvanico, Castiglione del Genovesi e Montecorvino Rovella. Anche conosciuta con il nome popolare di “Tonda”, per la sua caratteristica forma, è un frutto di grande valore organolettico, consumabile in purezza oppure impiegata per la lavorazione industriale, potendone ricavare salse, dolci e ogni genere di base della pasticceria e gelateria, ma anche in liquori e spiriti. I noccioleti, verdissimi in estate, iniziano ad aprirsi alla raccolta già a inizio agosto, donando un prodotto che non è solo buono, ma utile per la vastità di benefici che apporta all’organismo, grazie alla presenza di vitamine e acidi utili per contrastare i problemi a carico dell’apparato cardiovascolare. Ancor più interessante è la storia di questa nocciola, che sarebbe stata la prima presente sul territorio italiano, aprendo poi alla diffusione in tante altre regioni (prima tra tutte il Piemonte, dove è uno dei prodotti simboli), ancor prima dell’epopea romana. La natura benevola delle Colline Salernitane ha reso feconda questa produzione, contribuendo a posizionare il territorio sulla mappa nazionale e permetterne la riconoscibilità ben oltre i confini della Campania.
Nondimeno, Giffoni Valle Piana ha conosciuto un ulteriore incremento di visibilità a partire dal 1971, con la fondazione del Giffoni Film Festival. È il più importante festival cinematografico dedicato alle giovani generazioni d’Italia, un appuntamento estivo che si tiene ormai da mezzo secolo e che vede ogni anno importanti ospiti nazionali e internazionali percorrere le strade della cittadina, sulle quali insistono splendidi complessi monumentali, come la chiesa della Santissima Annunziata o il trecentesco convento di San Francesco, con il suo imponente campanile che svetta sullo skyline cittadino.
Montecorvino Rovella e il caciocavallo podolico
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Raggiungiamo infine Montecorvino Rovella, la cui fondazione pare risalire al periodo immediatamente successivo la sconfitta dei Piceni a opera dei Romani, nel 269 a.C. Un luogo che porta la testa “fra le nuvole”, esattamente come quel Castello Nebulano di epoca longobarda, oggi poco più che un rudere, del quale però emerge l’antica imponenza e la preminenza rispetto al territorio circostante, ricco di suggestioni naturalistiche che sono quelle proprie del Parco Regionale dei Monti Picentini, a cui appartiene. Proprio tra le maglie del parco a Montecorvino meritano una visita la cascata della Madonna dell’Eterno e la grotta di San Michele Arcangelo, a coronamento di una visita che non può non includere una tappa di gusto.
Nel territorio del Parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano trova spazio la lavorazione e il consumo del caciocavallo podolico, specialità tipica di una produzione familiare e antica, nella quale possiamo scoprire anche la Muzzarella co’ a murtedda (una mozzarella conservata tra foglie di mirto), il pecorino, la cacioricotta del Cilento e, ovviamente, la Mozzarella di Bufala Campana DOP, prodotto che ha ormai conquistato il mondo intero.