Seychelles belle e possibili
Capitolo meteo Dal punto di vista delle condizioni meteo, alle Seychelles la norma è la mutevolezza. Il tempo cambia continuamente, nello stesso giorno e di stagione in stagione, eppure in un certo modo è sempre uguale, un misto di sole (e che sole), di pioggia, di nuvole gentili e di tempeste tropicali. Bisogna rassegnarsi, e sperare di combinare piacevolmente le proprie aspettative con le bizze meteorologiche. Ci sono alcuni punti fermi, per esempio le temperature: durante tutto l’anno, escursioni minime tra il giorno e la notte (4-5 gradi), mai più di 30 gradi, mai meno di 23, umidità elevata, anche nella stagione cosiddetta “secca” (tra giugno e agosto) nonostante la ventilazione. A noi è capitato un periodo fortunato, sebbene il nostro arrivo sia stato salutato da una vera e propria tempesta tropicale, con acqua a secchiate. Nei quindici giorni successivi la pioggia non ci ha più ostacolato, le precipitazione avvenivano spesso, ma sempre di notte o alla mattina presto, poi si alzava un gran vento, e il cielo veniva rapidamente spazzato. Durante la giornata qualche nuvola c’era sempre, ma era benvenuta, perché attutiva per un po’ l’effetto del feroce irradiamento solare. Nelle settimane precedenti tuttavia aveva piovuto abbondantemente, tutti i giorni e per tutto il giorno. Quando piove forte, l’unica è starsene rintanati sotto qualche riparo: sono inutili sia l’ombrello che il k-way. Questo periodo (che loro chiamano “inverno”) è caratterizzato dai venti alisei che spirano da sud-est, per cui occhio alle spiagge più esposte, nelle quali il mare mosso impedirà il bagno. Un’altra variabile di cui bisogna tenere bene conto per programmare le escursioni è la marea: durante le 24 ore ci sono due punte di alta marea, e due di bassa, a distanza di circa 6 ore l’una dall’altra, quindi. L’orario delle maree “slitta” di circa un’ora da un giorno all’altro, e conviene tenersi informati sugli orari: ci sono spiagge che cambiano completamente aspetto, a seconda della marea: marea bassa significa acque più tranquille e cristalline, e spiaggia ampia, anche se bisogna darsi da fare parecchio per trovare acque abbastanza profonde adatte a un bagno; con la marea alta le condizione sono totalmente diverse: mare agitato, acque torbide, spiaggia ridotta ad una striscia o inesistente. In altri periodi dell’anno la situazione non è poi tanto dissimile, anche se ci sono mesi statisticamente più piovosi (soprattutto dicembre e gennaio), che forse sarebbe il caso di evitare. I locali sostengono che i periodi migliori sono marzo-aprile, e ottobre-novembre, quando la precipitazioni sono di media intensità, ma i venti calano e il mare rivela il massimo del suo splendore.
Capitolo flora e fauna La flora è tra il rigoglioso e il lussureggiante. Un vero giardino tropicale, con l’unica eccezione dell’area della capitale Victoria, fortemente antropizzata. Per gli appassionati di botanica, un autentico paradiso, per gli altri, l’occasione per soddisfare la propria curiosità e per scattare foto memorabili. Le spiagge in particolare sono sempre splendidamente ombreggiate da palme, casuarine e takamaka, tanto che gli ombrelloni sono un accessorio del tutto inutile. Occhio solo a non sfidare troppo la sorte, sostando a lungo sotto le palme da cocco: la caduta di un frutto sulla capoccia potrebbe rivelarsi persino mortale. L’apoteosi del rigoglio della natura è ovviamente la Vallee de Mai, foresta primordiale di eccezionale valore scientifico e di grande suggestione. Animali, tanti, ma tutti innocui: tartarughe terrestri giganti, nei recinti, un po’ dovunque, a parte l’isola di Curieuse, dove sono libere di muoversi, e Aldabra, dove sono le vere padrone di casa (ne esistono 120.000, più degli abitanti “umani” delle Seychelles), gechi di diversi colori, dappertutto comprese le camere degli alberghi e delle guesthouse, uccelli endemici, tra cui il simpatico pipistrello della frutta, granchi di varie fogge e dimensioni, bisce, rane, lumache, millepiedi e ragni giganti. Gli unici che danno fastidio in realtà sono gli insetti, che pungono spesso e volentieri, ma non più che in una qualsiasi area rurale in Italia. Nessuna traccia, per quanto mi riguarda, dei temuti sand flies, solo normali zanzare, gli effetti delle cui punture duravano pochi minuti. Nel mare ovviamente c’è una vita intensa, ma in questa stagione lo snorkelling non è facile, a causa del mare mosso e delle acque non limpidissime. La barriera corallina inoltre risulta parecchio compromessa da eventi naturali e non (nino, tsunami, insediamenti umani lungo la costa, soprattutto a Mahè), e i posti migliori bisogna proprio cercarseli. Frequente l’incontro con le tartarughe marine, che però a detta dei locali potrebbero riservare qualche sorpresa non proprio lieta (morsi). Capitolo trasporti Tra Mahè e Praslin si va con gli aerei ad elica della Air Seychelles, 25 posti un po’ claustrofobici, una decina di voli giornalieri. A la Digue non c’è aeroporto, la si raggiunge solo via mare, generalmente da Praslin, in mezzora. Mahè e Praslin sono collegate anche da un servizio veloce (Cat Coco), mentre un traghetto a lunga percorrenza comprende anche La Digue nel suo itinerario (consigliato solo se proprio vi rifiutate di salire sull’aeroplanino). A Mahé la scelta di gran lunga più saggia è noleggiare un’auto. La guida a sinistra, all’inglese, non è un gran problema, ci si abitua subito; le strade principali sono sufficientemente larghe e ben tenute, bisogna però prestare attenzione al fatto che le protezioni laterali sono rare, e dove finisce la carreggiata c’è il vuoto, oppure un gradino, spesso molto alto. Le strade per raggiungere le località più isolate (tra cui, manco a dirlo, le migliori spiagge) sono più strette o addirittura sterrate. L’isola principale è comunque percorsa da numerose linee di autobus. A Praslin le strade sono di norma peggiori che a Mahè. Le principali località di interesse sono raggiungibili comunque con un buon servizio di autobus pubblici, puntuali ed economici, anche se non troppo frequenti (informarsi sugli orari). Alcuni alberghi potrebbero risultare un po’ lontani dalle fermate. È opportuno considerare anche questo al momento della scelta dell’alloggio. La Digue è talmente piccola che si gira a piedi o in bicicletta. Purtroppo il numero dei mezzi a motore in circolazione sta aumentando, ma la bici rimane ancora il mezzo migliore per raggiungere quasi tutte le spiagge (occhio ai saliscendi: controllate soprattutto che la bici che noleggiate abbia buoni freni). Quando la strada finisce, si lascia il velocipede e si procede a piedi. In tutte le isole vi capiterà comunque di camminare, per raggiungere la vostra meta. Attenzione che alcuni sentieri possono risultare impegnativi, addirittura sconsigliati perché scivolosi, in caso di pioggia. In ogni caso, meglio non affrontare con le infradito il sentiero per Anse Coco a La Digue, o quello per Anse Major a Mahé. In tutte le isole principali vi proporranno gite in barca per le isole minori più vicine. Da Mahè si può raggiungere il parco marino di Sant’Anne, da Praslin l’isola di Cousin, oppure quella di Curieuse (spesso in combinazione con l’isolotto di Saint Pierre), La Digue o l’arcipelago a nord (le due Sorelle, Felicité e Ile Coco) raggiungibile dalla stessa La Digue.
Capitolo attività: spiagge e mare L’attività principale a cui dedicarsi alle Seychelles è ovviamente quella balneare. Le tre isole principali (Mahè, Praslin e La Digue) hanno bellissime spiagge, dove spesso vi capiterà di trovarvi da soli o quasi. È buona norma prestare attenzione alle maree (vedi capitolo meteo), e considerare la direzione dei venti in rapporto alla stagione. A Mahé non tutti i tratti di costa sono provvisti di spiagge (il nord è piuttosto roccioso), e non tutte le spiagge sono idilliache (qui vive la maggior parte della popolazione, e qualche problema di smaltimento rifiuti c’è), però è possibile trovare angoli di paradiso, andandoseli a cercare. A me è piaciuta molto la zona sud, soprattutto quella di sudovest, con una sequenza di spiagge memorabili: Anse Intendance, Anse Takamaka, Anse Soleil e Anse La Libertè, quest’ultima raggiungibile solo a piedi (15 minuti di camino da dove si lascia l’auto). Molto bella, sul versante sudovest, Anse Forbans, un po’ anonima Anse Royale. Non male le spiagge della zona nordovest, da Port Glaud fino a Baie Ternay. La rinomata Beau Vallon non mi ha entusiasmato granché. Da evitare tutta la zona intorno a Victoria, fino all’aeroporto. A Praslin la spiaggia più famosa è quella di Anse Lazio, raggiungibile dopo una camminata di 20 minuti dalla fermata dell’autobus. Adiacente è la splendida Anse Georgette, a cui si giunge da Anse Lazio (impresa che i locali sconsigliano), oppure dal versante opposto, attraversando il campo da golf all’interno del lussuoso albergo Lemuria (telefonare per chiedere il permesso il giorno prima). Si presta a lunghe passeggiate Anse Volbert, sulla costa ovest, il cui contraltare sulla costa est è Grande Anse, a mio parere meno bella. Il sud è caratterizzate da piccole spiagge difficilmente raggiungibili, mentre il litorale intorno alla zona del Jetty, a Baie Ste.Anne, è poco interessante. La Digue, in rapporto alla grandezza, è tra le isole principali quella più ricca di spiagge memorabili. Su tutte, Anse Source d’Argent, una sequenza di spiaggette e rocce granitiche, ombreggiate dalla vegetazione e contornate da un mare cristallino. Unico problema l’affollamento (sempre relativo, comunque) nelle ore centrali della giornata e quando l’alta marea si “mangia” la striscia di sabbia. Bellissime e selvagge le spiagge del sud: Anse Cocos è la più bella, e anche la più difficile da raggiungere, ma Grand Anse (che si raggiunge in bicicletta) e Petit Anse non sono da meno. Attenzione alle correnti: i locali sconsigliano il bagno in tutte le spiagge esposte a sudest, soprattutto in questa stagione, in realtà in un angolino di Anse Cocos ci si può tuffare e fare anche un po’ di snorkelling, con le dovute precauzioni. Il sentiero per raggiungere Petit Anse è abbastanza agevole, mentre per arrivare alla successiva Anse Cocos ci vogliono almeno 45 minuti da Grand Anse, e bisogna arrampicarsi tra le rocce nella foresta: molto suggestivo, ma è necessario prestare attenzione a non scivolare. A nord, a poca distanza dal porto, c’è una delle mie spiagge preferite, Anse Severe: con la bassa marea si trasforma in una specie di grande piscina. Superata l’estremità nord dell’isola c’è la graziosa Anse Patate, proprio davanti all’hotel Patatran. Proseguendo sulla costa est si incontrano altre spiagge interessanti, alcune raggiungibili più agevolmente via mare: privacy garantita, ma mare spesso molto agitato. Le escursioni in barca sono una buona occasione per vedere spiagge incontaminate e/o praticare snorkelling. In alcuni periodi (maggio-settembre) questa attività potrebbe risultare meno soddisfacente, a causa del mare mosso e della visibilità non ottimale. In ogni caso non aspettatevi uno snorkelling entusiasmante a livello Mar Rosso o Maldive. Da Mahé l’escursione classica è quella all’arcipelago di Ste. Anne, composto da 5 isole di diversa grandezza: Ste. Anne, Ile Ronde, Ile Longue, Moyenne e Cerf. In genere la gita proposta dalle agenzie di Victoria prevede l’esplorazione dell’arcipelago con una barca dal fondo di vetro, con sosta a Cerf e barbecue. In alternativa viene anche proposta un’escursione “mista”: trasferimento in autobus a Beau Vallon, passeggiata a piedi (1 ora e mezza) piuttosto interessante da Denzil fino a Anse Major, salita a bordo del catamarano, sosta al largo di Baie Ternay per lo snorkelling,, ritorno a Victoria in catamarano bordeggiando la costa nord dell’isola (i più pigri potranno evitare la passeggiata a piedi, salendo sul catamarano a Victoria, ma che gusto c’è?). Da Praslin ci sono parecchie opportunità: piacevole l’escursione a Curieuse, isola lussureggiante dove è possibile sostare sulla bella spiaggia di St.Josè (che all’occorrenza può ospitare il barbecue organizzato dagli stessi “traghettatori”), visitare la casa-museo del medico scozzese che gestiva l’antico lebbrosario, quindi, dopo aver attraversato un bel sentiero in mezzo alle mangrovie, raggiungere la riserva di tartarughe giganti, che qui sono liberei di muoversi e si possono anche accarezzare. La gita a Curieuse è solitamente abbinata alla sosta all’isolotto di St.Pierre, dove si può fare un po’ di snorkelling. Per questa escursione si consiglia di partire da Cote d’Or, che è vicinissima. Un’altra gita gettonata è quella all’isola di Cousin, paradiso degli ornitologi, più vicina alla costa ovest (quella di Grand Anse). Per chi soggiorna solo a Praslin è d’obbligo andare almeno un giorno a La Digue: bisogna recarsi al Jetty situato in Baie St.Anne, da dove partono traghetti che in mezzora raggiungono l’isola. Il braccio di mare che le separa risulta spesso piuttosto agitato. Da Praslin e da La Digue si può raggiungere l’arcipelago situato a nord di La Digue, quello formato da Petit Soeur, Grand Soeur, Ile Coco, Felicitè e Marianne, tutte mete raggiungibili, ancor più comodamente, anche da La Digue con gite di mezza giornata, che in genere prevedono la visita di un’isola e la sosta per il bagno presso un’altra.. Il miglior snorkelling si fa ad Ile Coco, popolata da una quantità notevole di specie ittiche: essendo il posto migliore a volte può risultare troppo affollato, e la nuotata rivelarsi un estenuante slalom tra le barche e gli altri bagnanti. Ogni isola ha un “fee”, cioè una tassa d’ingresso, che a volte è anche piuttosto elevata (fino a 20 euro a persona, per i maggiori di 12 anni). A volta le tasse sono comprese nel costo della gita, verificate con chi ve le propone.
Capitolo attività: non solo mare A Mahè si può variare il programma con una visita a Victoria: tra le attrazioni della piccola capitale c’è il minuscolo ma colorato mercato, il giardino botanico e il museo di storia naturale. Per gli amanti dello shopping, i negozietti si trovano soprattutto nella zona del mercato e in Albert Street, la via che va dal mercato stesso all’incrocio della Clock Tower. Per chi preferisce le camminate, Mahè offre splendide passeggiate sulla Morne seychellese, con viste mozzafiato. Avendo a disposizione l’auto, la strada più bella che si incunea nella montagna è quella che collega Victoria e Port Glaud: lungo i 12 chilometri del percorso si può sostare nei punti panoramici, presso le rovine della Missione (due muri diroccati, ma gran panorama dal chiosco), e alla fabbrica del the, dove si può seguire le varie fasi della lavorazione e acquistare i prodotti (“tagliati” con the proveniente da Sri Lanka). Di modesto interesse è la cascata vicino a Saint Glaud, da brividi la strada per arrivarci. A sud segnalo invece l’interessante Jardin du Roi, a 2 chilometri da Anse Royale: un bel giardino delle spezie nonché punto di ristoro (assaggerete il miglior gelato alla vaniglia della vostra vita). Mahè è l’unica isola dove c’è un minimo di “vita”, come la intendiamo noi. A Victoria e a Beau Vallon ci si può anche uscire la sera. Altrove non è il caso, non perché sia pericoloso, ma perché non esiste proprio un posto dove andare. A Praslin l’attrazione principale extra-mare è ovviamente la spettacolare Vallee de Mai, una foresta primordiale dove cresce tra l’altro la palma del celeberrimo Coco de Mer: un luogo molto affascinante, con sentieri ben tracciati, e percorsi di varia lunghezza, tutti facili. A La Digue ci si può “arrampicare” fino al centro dell’isola, sul belvedere, e abbinare la visita di Anse Source d’Argent con quella della tenuta adiacente, l’Union Estate, dove troverete il solito recinto di tartarughe, un piccolo cimitero coloniale, qualche vestigia preindustriale della lavorazione della copra, e una casa storica in corso di ristrutturazione.
Capitolo usi e costumi locali La popolazione locale è cordiale, e generalmente molto disponibile. Certo, il turista è una risorsa, e si fa di tutto per metterlo a suo agio, ma c’è anche una naturale predisposizione all’ospitalità, e un evidente sentimento di orgoglio verso il proprio paese e le sue bellezze. I seychellesi vivono in modo semplice e rilassato, ma non indolente. Non si alterano mai, sorridono sempre, e spesso (soprattutto gli anziani) amano discutere col turista. Tutti parlano bene inglese e francese, e comunque non esistono problemi di comunicazione. Anche la lingua che usano nelle conversazioni di tutti i giorni, il creolo, è lingua ufficiale: si tratta di un idioma derivato in gran parte dal francese, arricchito da termini africani, semplificato nella sintassi e nella trascrizione, e all’orecchio evoca una cadenza vagamente simile al genovese. La cucina creola è saporita e basata su un sapiente uso di spezie, erbe e frutta; tra le carni prevale naturalmente il pesce, ma anche il pollo è sempre presente sulla tavola. Esiste una televisione nazionale, la SBC (canale unico), che trasmette il notiziario principale alle 20 di sera, in coda al quale ci sono le previsioni del tempo, con le utilissime informazioni sugli orari delle maree. La radio più ascoltata è Paradise FM, che trasmette musica internazionale e locale. I seychellesi amano moltissimo la musica e il ballo: esiste un numero sorprendentemente elevato di cantanti e musicisti, e non è raro, specie nei week-end, ascoltare passeggiando i suoni degli stereo a manetta piazzati nei cortili delle case. La popolazione (meno di 90.000 abitanti in totale in tutti l’arcipelago) vive in grande maggioranza a Mahè, e l’unica vera area urbana è la capitale Victoria, che con i sobborghi raggiunge i 30.000 abitanti, e dove è in atto una forte espansione edilizia (anche a discapito dell’equilibrio ambientale). Nel resto dell’isola principale, a Praslin e Mahè, si vive perlopiù in aree rurali, piccoli villaggi e abitazioni isolate. Si possono trovare belle case in legno con il tipico tetto di paglia, ma anche tante costruzioni fatte di sola lamiera. A La Digue, descritta fino a qualche anno fa come un paradiso fuori dal tempo, è in atto una rapida trasformazione sociale e ambientale: si stanno costruendo parecchie case, compaiono muri e recinti, e proliferano i mezzi a motore, ufficialmente come strumenti di lavoro, in realtà vengono utilizzati impropriamente, creando intralcio a ciclisti e pedoni, anche in ragione dello stato delle strade. Da un lato è positivo che l’economia cresca, e che i giovani non siano costretti ad emigrare per trovare lavoro, ma il fascino e l’equilibrio dell’isola potrebbero presto risultare irrimediabilmente compromessi. La criminalità è un problema alquanto marginale: alcuni seychellesi si adoperano a mettere in guardia i turisti dai furti di sacchi e borse lasciati incustoditi sulle spiagge mentre si fa il bagno: l’impressione è che il fenomeno sia meno diffuso di quanto si pensi, ma è ovviamente buona norma non portare con sé troppi soldi o oggetti di valore, che sarebbe opportuno depositare nel safety box del proprio albergo o guesthouse. A Mahè è opportuno prestare più attenzione che a Praslin o a La Digue. Non dovete temere granché dai “rasta” che ciondolano prevalentemente sulle spiagge: a parte l’aspetto un po’ inquietante e l’aria assente, non vi creeranno alcun disturbo, e tutt’al più vi proporranno il cambio nero o di accompagnarvi in qualche gita, ma senza insistere troppo. La droga è sicuramente una piaga sociale in aumento, almeno a giudicare dalla martellante campagna di dissuasione messa in atto dal governo locale. Nelle Seychelles vige una democrazia pluripartitica, che si è andata consolidando negli ultimi anni, dopo il colpo di stato del 1977 e il conseguente periodo di turbolenze e agitazioni politiche che ne è susseguito. Il presidente si chiama Michel, giornali e telegiornali ne illustrano quotidianamente le gesta: è buffo pensare che tutto sommato è a capo di una comunità che ha meno abitanti di Busto Arsizio, ma che è a tutti gli effetti una nazione, quindi ha il seggio all’ONU, una compagnia aerea, televisione, radio, esercito, ministeri, ambasciate e consolati in tutto il mondo. Così capita di vedere il buon Michel stringere la mano a Kofi Annan, e nello stesso giorno partecipare ad una specie di riunione condominiale in cui i cittadini gli espongono i problemi più spiccioli.
Capitolo costi Se avete intenzione di comprare un pacchetto in agenzia, peggio per voi: eviterete sì un sacco di problemi, ma spenderete un bel po’ di quattrini in più. Oltretutto, difficilmente avrete le informazioni giuste, tipo il contesto di ubicazione dell’albergo. Il consiglio è: sbattetevi un po’ di più, informatevi bene in rete e sulle pubblicazioni disponibili, e poi organizzatevi il viaggio da soli, almeno per quanto riguarda: volo, pernottamenti e trasporti interni. Il resto, lo valuterete e lo pagherete in loco. Volo internazionale a parte, alle Seychelles il turista spende più o meno come in Italia. Certo, molto dipende dalle vostre esigenze e dal vostro spirito di adattamento. I modi per risparmiare sono parecchi: per esempio, cominciando col valutare bene le offerte per il volo. L’unico volo diretto mi risulta essere quello di Air Seychelles, che collega Roma e Mahè. Le alternative sono Air France (via Parigi: i tempi di percorrenza si allungano un po’) e Qatar Airways (con sosta a Doha, attualmente credo che sia il volo più economico). Forse esistono altre possibilità, ma non le conosco, e comunque la situazione potrebbe evolvere continuamente. Un altro modo per risparmiare è evitare di soggiornare negli alberghi, soprattutto ai grandi alberghi delle catene internazionali, costosi, poco caratteristici e spesso neppure tanto confortevoli. Molto meglio i piccoli hotel e le guesthouse: ce ne sono tantissime, molte preparano anche la cena (in genere ottima cucina creola, a base di pesce, pollo, verdure e frutta locale), oppure sono self-catering. La scelta di non cenare nella guesthouse potrebbe essere una buona idea per ridurre i costi, o una scelta obbligate per famiglie con bimbi piccoli o particolarmente schizzinosi, tuttavia sappiate che trovare un ristorante in certi angoli delle Seychelles, di sera, potrebbe essere un’esperienza tutt’altro che avvincente. Ci sono ottime guesthouse dove si può avere la mezza pensione per 50 euro al giorno a persona. Gli alberghi in genere costano dai 100 euro a persona in su; i resort esclusivi come il Lemuria o quelli delle isole più piccole, possono arrivare a costare cifre spaventose. Le bevande sono sempre escluse, e possono essere anche sorprendentemente costose (soprattutto il vino: se potete, evitate di prenderlo). Il costo delle escursioni può essere molto variabile: le agenzie ufficiali, come la Mason Travel o la Creole Holidays offrono qualche servizio di contorno in più (come ad esempio il barbecue), ma possono arrivare a costare anche il triplo rispetto al classico barchino di pescatori, i quali peraltro non garantiscono ovviamente le stesse condizioni di confort e sicurezza. A noi è sembrato saggio optare per una soluzione intermedia: rivolgersi ai gestori delle guesthouse, che normalmente si appoggiano per queste richieste ad amici o parenti: non è proprio come buttarsi nelle braccia di sconosciuti, e si risparmia comunque un po’. Un altro modo per risparmiare è ricorrere al cambio nero: ve lo offriranno un po’ dappertutto, in particolare i rasta sulle spiagge, ma anche i taxisti. È conveniente, ma è anche illegale: voi non rischiate granché, ma per la persona che vi propone il cambio, c’è la galera. Il cambio ufficiale è intorno alle 6,5 rupie per un euro, mentre il cambio nero raggiunge anche le 10 rupie per un euro. È una buona idea cambiare al proprio arrivo una modesta quantità di euro (50 sono sufficienti) al cambio ufficiale, in uno degli sportelli bancari dell’aeroporto: vi servirà per far fronte alle prime piccole spese e per convertire eventuali rimanenze alla fine della vostra permanenza. Potrete pagare in rupie quasi tutto, anche se ovviamente euro e dollari sono accettati più volentieri. In alcuni posti euro e dollari sono quotati alla pari. La carta di credito è largamente accettata, persino i rangers che vi abbordano per farvi pagare la tassa d’ingresso ai parchi marini dispongono della “macchinetta”. Ovviamente se pagate con carta di credito in rupie, vi verrà calcolato il tasso ufficiale di cambio, che rende la maggior parte degli acquisti assai poco convenienti. Tra le cose a pagamento, ci sono le tasse di sbarco nelle isole private (da 10 a 20 euro a testa, per ciascuna isola), che spesso sono comprese nel prezzo delle escursioni (ma non sempre: verificate con chi vi conduce). Si paga per entrare a Vallee de Mai (15 euro o 15 dollari), al giardino botanico di Victoria (5 euro o 5 dollari), all’Union Estate di La Digue, dove c’è Anse Source d’Argent (4 euro o 5 dollari). I taxi hanno costi abbastanza elevati: dall’aeroporto (o dal Jetty) all’albergo, per quanto vicino, non si pagano meno di 15 euro, fino a un massimo di 30 a Mahè. I (sempre più rari) taxi con buoi a La Digue costano come le auto. Anche il noleggio delle auto è costoso: si va da un minimo di 40 dollari per un’utilitaria fino agli 80 per una 4×4, ma anche qui i costi possono variare parecchio da una compagnia all’altra, perlopiù in ragione della “fama” della compagnia stessa. Verificare sempre che i costi dell’assicurazione siano compresi, anche quando il noleggio dell’auto è inserito in un pacchetto prepagato. Il noleggio della bici a La Digue costa intorno ai 5 euro al giorno. Non è prevista alcuna tassa d’uscita, al momento dell’imbarco sul volo di ritorno. Nel duty free di Mahé non accettano le rupie, quindi cambiatele o spendetele prima di superare il controllo passaporti. È consigliabile acquistare, magari in rete, un’assicurazione che vi garantisca la copertura di spese mediche e ricoveri ospedalieri durante il periodo della permanenza all’estero. Questa è un’ipotesi di budget relativo a un viaggio per due persone in un periodo di media stagione, per un soggiorno di 14 notti, più o meno equamente distribuito tra le 3 isole principali (Mahè – Praslin – La Digue): volo internazionale: 1800 euro volo interno Mahè-Praslin A/R: 120 euro traghetto Praslin-La Digue A/R: 40 euro transfer in taxi: 150 euro 14 notti in guesthouse mezza pensione: 1700 euro noleggio auto a Mahè per 3 giorni: 150 euro noleggio bici a La Digue per 3 giorni: 30 euro 3 escursioni nelle isole minori (comprese tasse di sbarco): 300 euro ingressi e visite: 60 euro shopping: 100 euro varie: 250 euro TOTALE: 4700 euro Per confrontarlo con le proposte delle agenzie turistiche, tenete conto che comunque molti servizi sono generalmente esclusi dai pacchetti, e dovrete quindi affrontare altri costi in loco.
Appendice – le guesthouse Segnalo volentieri le guesthouse in cui ho soggiornato. A Mahè: LA ROUSSETTE, in Anse aux Pins. Posizione comoda per raggiungere l’aeroporto e le principali mete turistiche dell’isola. 11 camere ben tenute, grandi, pulite, funzionali. Evitare quelle troppo vicine alla strada. Mare a 50 metri (spiaggia dell’hotel Casuarina Beach), piscina in costruzione. Punto forte: la cucina, eccezionale, curata direttamente dalla proprietaria, seychellese di origine francese: piatti creoli rivisitati con gusto europeo, meno speziati ma più raffinati. Strepitoso. Costo per la mezza pensione: circa 50 euro a testa (bevande escluse). A Praslin: LE LAURIER, in Cote d’Or. 4 camere (altre 8 saranno realizzate a breve) immerse in un bel giardino. Spiaggia (Anse Volbert) a 200 metri. Gestito da una coppia mista: lei (Sibille) belga (parla benissimo italiano), lui (Edwin) seychellese, è adetto alle grigliate e organizza escursioni con la sua barca (il Barracuda). Ricchissimo e leggendario buffet serale, frequentato anche da clienti di altri alberghi e guesthouse. Costo per la mezza pensione: circa 55 euro a testa (bevande – care – escluse). A La Digue: PARADISE FLYCATCHER, Anse Reunion, a 1 chilometro dal porto, 800 metri da Anse Source d’Argent. 10 camere enormi e spaziose, tra la campagna e il mare (a 10 metri). Cucina creola ruspante, dai sapori forti. Come un po’ in tutta l’isola, la più “selvaggia” delle tre principali, il contatto con la natura vuol dire anche gechi e insetti in camera, gallline e buoi nel prato davanti, uccellini a tavola, pipistrelli svolazzanti sopra le proprie teste. E’ normale, non preoccupatevi. Costo per la mezza pensione: circa 60 euro a testa (bevande escluse). 10% di sconto se pagate in contanti.