L’arcipelago delle meraviglie è il posto perfetto dove staccarsi dal mondo
Aprile 2023. Quest’anno abbiamo deciso di sfruttare il ponte del 1 maggio (2023) per premiarci con un viaggio di 10 giorni alle Seychelles! La scelta è ricaduta su questa destinazione perché volevamo fare una vacanza dinamica, dove spostarci in autonomia senza stare sempre nella solita spiaggia, che fosse soprattutto mare ma anche un po’ di natura (la giungla è affascinante) e che fosse abbastanza turistica da poter fare tutto in sicurezza. Abbiamo scelto di visitare tutte e tre le isole principali, andando nell’ordine a Praslin (4 giorni), La Digue (2 giorni), Mahè (4 giorni). Se vi siete già letti qualcosa sulle Seychelles, saprete già che Mahè è l’isola grande, mentre Praslin e La Digue sono due isolette più piccole, circa a 40 km da Mahè, con le famose spiagge da cartolina (se avete un drone portatelo, i video vengono fantastici). Diciamo che 10 giorni per fare tutto questo giro sono veramente pochi, e abbiamo rinunciato a vedere diverse cose. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi solo su Pralin e La Digue, oppure avere piu ferie e soldi a disposizione ed allungare la vacanza di un’altra settimana.
Indice dei contenuti
Scriviamo questo diario di viaggio più che altro come “manuale d’uso” aggiornato per chi volesse andarci in autonomia, senza villaggio turistico nè agenzia, dormendo in appartamento (self-catering). La maggior parte delle informazioni che siamo riusciti a trovare risaliva infatti al pre-Covid. La spesa complessiva è stata considerevole, circa 6000 euro per due persone, pasti compresi. La nostra opinione delle isole e della vacanza è positiva, ma con un paio di note dolenti che riguardano il meteo ed il cibo, ma forse solo perché avevamo delle aspettative sbagliate. Inizieremo raccontandovi proprio di questi problemi, per poi parlarvi degli altri aspetti organizzativi del viaggio e dei prezzi, finendo con il diario giornaliero dei posti visitati.
Informazioni utili e consigli di viaggio
Meteo
Abbiamo scelto andare ad aprile/maggio perché avevamo delle ferie da consumare per forza, e meteorologicamente viene descritto come un mese di transizione fra la stagione piovosa e quella asciutta, molto caldo e con poco vento. Purtroppo siamo stato martoriati 4 giorni su 10 dalla pioggia: non parliamo dei tipici acquazzoni passeggeri che durano pochi minuti, tipici di queste isole, ma di vere e proprie giornate grigie, tempeste con ore ed ore di pioggia battente. Inutile che cerchiate su internet “cosa fare alle Seychelles quando piove”: la risposta è impietosa, un bel niente. Senza sole i colori del mare e della foresta si spengono, togliendo gran parte del fascino e della bellezza del luogo. Cambiamento climatico o sfortuna nera, sappiate che andare alle Seychelles non è come fare una settimana a luglio in Sardegna o in Grecia, dove il sole è garantito. Mettete in conto qualche giorno di pioggia e portatevi dietro qualcosa da leggere. Altra questione è il caldo: sapevamo che aprile è il mese più caldo in assoluto, ma avevamo sottovalutato la cosa. Temperatura praticamente costante, con sole o con pioggia, 29 gradi di notte e 33 gradi di giorno, umidità fissa all’80-90%, tanto da rendere impossibile asciugare vestiti o teli da mare all’aperto (abbiamo poi imparato che tendendoli in casa con il condizionatore si asciugano molto meglio).
Cibo
Da bravi italiani abbiamo avuto difficoltà con il cibo, soprattutto nelle isole più piccole di Praslin e La Digue (Mahè offre più scelta). Qui i minimarket (gestiti quasi tutti da indiani) sono poco forniti e molto cari. Pochissima frutta, pochissime verdure, solo patate, cipolle, cetrioli e cavolo (quella che loro chiamano “insalata” in realtà è cavolo cappuccio e verza triturata finemente). Farina inesistente, carne esclusivamente congelata, anche quella prodotta localmente. Il pesce fresco lo potete comprare dai banchetti improvvisati che trovate lungo le strade, se le mosche non vi fanno schifo e siete abili a pulirvi un pesce intero da soli. Anche le uova non si trovavano con facilità. Non mancano invece prodotti a lunga conservazione, come scatolette, pasta e sughi pronti , yogurt pastorizzati (non ci sono yogurt freschi), succhi di frutta ed alcolici (i “locals” bevono veramente tanto, soprattutto il sabato e la domenica).
Se non volete cucinare avete due opzioni: i chioschi per lo street-food oppure i ristoranti. Nei chioschi, con 5-7 euro vi daranno una vaschetta di carta (biodegradabile) con una grande quantità di riso bianco, condita con una manciata di carne/pesce e molte spezie. Sono buoni e saporiti, ma sicuramente non adatti a farci pranzo e cena tutti i giorni. Se vi sentite ricchi potete andare al ristorante: considerate 20 euro per un semplice club-sandwich col pollo, 25 euro un hamburger, 40 euro per un pesciolino alla griglia, 4 euro una bottiglia d’acqua (sembrava di stare in Svizzera con sti prezzi).
Infine l’acqua da bere: l’acqua del rubinetto è ufficialmente potabile, ma ha un sapore orribile (cloro) e spesso ha un colore giallastro. Nella stagione secca (da giugno a settembre), ci hanno raccontato che è anche un po’ salata, perché viene mischiata con acqua di mare desalinizzata. Noi non ci siamo fidati ed abbiamo sempre preso acqua in bottiglia (al supermercato 1 litro per 70 centesimi, oppure il boccione da 5 litri a 1.7 euro).
Travel authorization ed Internet
Per entrare alle Seychelles non serve il visto ma va richiesta obbligatoriamente una “Travel Authorisation” al costo di 10 euro a persona, tramite l’apposito sito internet del governo. Si tratta di una formalità introdotta con il Covid, per tracciare eventuali positivi, e rimasta attiva anche finita l’emergenza. Non serve esibire nessun tampone negativo, né certificati di vaccinazione. Dovrete inserire le foto dei vostri passaporti, e caricare i documenti con le conferme di prenotazione dei voli e degli hotel, indicando giorno per giorno dove alloggerete. Viene consigliato di compilare tutto entro 10 giorni dall’arrivo, ma noi lo abbiamo fatto 4 giorni prima e siamo stati approvati in 24 ore.
Durante la compilazione della “travel authorisation” vi sarà offerta la possibilità di prenotare una simcard (o una e-sim virtuale) per avere internet sulle isole con una delle due compagnie telefoniche esistenti (Airtel oppure Cable&Wireless). Una volta atterrati a Mahè vi potete ritirare la sim fisica (o il QR-code della e-sim) che avete prenotato direttamente ai chioschi che stanno all’uscita vicino ai taxi. Questo è l’unico modo per avere internet ad un prezzo “decente” (25 euro=15 GB, 35euro=35 GB, 45 euro=50GB).
Se vi comprate la sim direttamente a Mahè senza prenotazione, il prezzo è molto meno conveniente (20 euro=2 GB). Attenzione: se prendete una esim (quindi avete un telefono compatibile e siete abbastanza smanettoni con la tecnologia), ricordatevi che paradossalmente serve internet per attivarla. Quindi dovete aspettare di arrivare in hotel oppure andare in un bar e chiedere la password wifi (il wifi dell’aeroporto c’è, ma non funziona).
In generale la copertura della rete cellulare è capillare, prende praticamente ovunque. La velocità invece lascia un po’ a desiderare: anche negli appartamenti e negli hotel, difficilmente il WiFi supera i 30 mbps e spesso va a singhiozzo. Se vi venisse la malsana idea di fare smartworking mentre siete in vacanza, accertatevi di trovare un posto con internet stabile.
Trasporti alle Seychelles: come arrivare, voli e traghetti interni, noleggio auto
Ad aprile 2023, non esistono voli diretti dall’Italia per le Seychelles, dovrete per forza fare almeno uno scalo. Le tre compagnie aeree della penisola arabica (Qatar airways, Emirates, Etihad airways) hanno praticamente il monopolio del mercato e con 700-900 euro a testa vi porteranno comodamente a destinazione. In alternativa se volete risparmiare c’è Ethiopian airlines, con scalo ad Addis Abeba (500 euro circa). Dato che abitiamo a Pisa, per comodità abbiamo scelto la Emirates e la flydubai, con un volo notturno Pisa-Dubai-Mahè, dormendo in aereo e in aeroporto, arrivando a Mahè la mattina alle 7 (per la modica cifra di 950 euro a testa).
Per spostarvi da Mahè all’isola di Praslin, che dista circa 40 km, potete scegliere l’aereo o il catamarano. L’aereo è gestito dalla Seychelles airlines: si tratta di un guscio di alluminio con le ali e 20 posti a sedere, che in soli 15 minuti di ottovolante vi catapulterà a destinazione. Ci sono molti voli al giorno (circa uno ogni ora). Il prezzo è variabile e dipende dall’orario e con quanto anticipo lo prenotate: i primissimi posti vengono venduti a 80-100 euro a testa solo andata, gli ultimi a 150 euro. Se fate andata e ritorno c’è uno sconto complessivo del 20% circa. Il catamarano è gestito dalla “Cat Cocos”, impiega circa 1 ora e 20 minuti e costa 56 euro a testa, solo andata (prezzo fisso, fino ad esaurimento dei posti). Fa solo 3 viaggi al giorno. La barca è grande (un 36 metri) ma non enorme come un traghetto, per cui “l’onda lunga” dell’oceano Indiano si sente parecchio, anche con il mare calmo. Noi abbiamo preso l’aereoplanino e siamo rimasti felici della nostra scelta, sicuramente un’esperienza da fare.
Da Praslin a La Digue c’è solo il traghetto (Cat Rose), 5 volte al giorno, costa 14 euro a testa solo andata e dura circa 15 minuti, talmente breve che anche chi soffre il mal di mare non avrà grossi problemi.
Per spostarci dentro Praslin e Mahè abbiamo noleggiato due auto (due Hyundai i10, l’auto piu popolare delle Seychelles), pagandola 40 euro al giorno a Mahè, 50 euro a Praslin. La benzina costa poco (forse l’unica cosa più economica che in Italia), circa 1.4 euro al litro. La guida è a sinistra come in Inghilterra e tutte le auto a noleggio hanno il cambio automatico, quindi preoccupatevi solo di stare dal lato “sbagliato” della strada. Le strade sono ben tenute ma strette, soprattutto a Praslin: attenti a non finire nei profondi canali di scolo quando incrociate un camion in curva. State attenti anche a non parcheggiare sotto una palma con le noci di cocco, cadendo vi potrebbero ammaccare la carrozzeria o sfondare il parabrezza. Se non volete prendere l’auto, potete muovervi in taxi (veramente cari), andare in bus (economici ma poco frequenti, scassati senza aria condizionata, strapieni di locals, non potete salire con il trolley), o fare autostop.
A La Digue non si ci sono auto, tranne pochi taxi che portano i turisti. Il mezzo di trasporto principale è la bici, che noi abbiamo noleggiato a 10 euro al giorno cadauna. Purtroppo abbiamo sbagliato a prendere le bici in hotel, perché ci hanno dato delle carcasse con le ruote (la catena di una bici si è spezzata dopo neanche un’ora di pedalata). Vi consigliamo di andare di persona a scegliervela vicino al molo dei traghetti, scartando quelle che vi sembrano più rugginose.
Riassunto delle spese
il costo totale è stato di circa 6000 euro per due persone, cosi divisi:
- 1900 euro (950×2): volo Pisa-Dubai-Mahè con Emirates e flydubai.
- 470 euro (235×2): volo interno A/R Mahè-Praslin, con l’aeroplanino ad elica. Se volete risparmiare, prenotate i voli con largo anticipo o ad orari improbabili (tipo le 6:00 di mattina).
- 230 euro: Assicurazione sanitaria, cancellazione e smarrimento valigie.
- 1700 euro. 10 notti in appartamento e hotel. Ci siamo trattati decisamente bene, scegliendo sempre bilocali con cucina/soggiorno e camera da letto, aria condizionata e arredamento nuovo. Volendo si trovano alloggi decenti a partire da 100 euro/notte a Praslin e La Digue, 80 euro/notte a Mahè.
- 320 euro. Due escursioni in barca con snorkeling, una a Curieuse Island (meravigliosa), l’altra nel parco marino di Saint’Anne e l’isola di Moyenne (carina). I prezzi sono molto variabili, attenti a non farvi fregare. Noi abbiamo speso 80 euro a testa per ciascuna gita, da pagare in euro contanti (sovrattassa del 5% extra se pagate con carta), pranzo al barbeque e tassa di ingresso inclusi.
- 480 euro. Autonoleggio Praslin e Mahè, benzina inclusa.
- 55 euro. Travel authorization + simcard per internet
- 100 euro. Trasporti vari: noleggio bici, traghetto Praslin-La Digue, taxi dal molo all’aeroporto di Praslin, taxi dal molo all’hotel a LaDigue.
- 740 euro. Cibo, tutti i pranzi, cene e colazioni, spesa al supermercato inclusa. Con una media di 35 euro a testa al giorno, abbiamo fatto quasi un miracolo.
La moneta locale è la rupia seicellese (SCR), per convertire i costi in euro abbiamo usato il cambio attuale 1 EUR= 15 SCR. Molti negozianti accettano anche direttamente gli euro, anzi a volte li preferiscono alle rupie. Per prelevare delle rupie contanti, andate in uno sportello bancario direttamente alle Seychelles ed usate la vostra carta di credito/bancomat (non ci sono cambiavalute in Italia che le scambiano).
Diario di viaggio
28 Aprile
Atterriamo a Mahè alle 7 di mattina dopo una nottata quasi in bianco. Storditi dal caldo, dal sonno e dall’afa mortale, ci dirigiamo al terminal domestico di Mahè (che sta appiccicato a quello internazionale) per fare l’ultimo tratto di volo, l’aeroplanino ad elica che ci porterà direttamente a Praslin. Abbiamo preso il volo delle 9:25, lasciano due ore abbondanti per essere sicuri di non perdere la coincidenza. Il tempo è più che sufficiente per ritirare la simcard al chiosco della Airtel, andare in bagno, rifare il check-in delle valigie (max 23kg a persona) e cercare refrigerio nella sala di attesa dell’aeroporto. Il volo in se è un’esperienza molto divertente, appiccicati come sardine in una minuscola cabina, addossati a mezzo metro dai piloti, con il rumore assordante dei motori. Atterrati a Praslin, prendiamo velocemente l’auto e ci dirigiamo verso la casa, che sta nella zona sud-ovest vicino ad Anse Georgette. Col senno di poi sarebbe stato meglio prenderla nel lato nord, su Cote d’Or beach, dove ci sono le spiagge migliori, molti più ristoranti e supermercati e, soprattutto, non ci sono gli aeroplanini ad elica che ti atterrano sopra la testa. Dopo un rapido pranzo al chiosco, ci buttiamo in spiaggia ad Anse Kerlan, che però ci lascia un po delusi (infatti non è una spiaggia famosa). Non c’è il mare trasparente che ci aspettavamo: molte alghe e anche molte mosche, le famose “sand flies”. Il buio arriva presto, siccome siamo all’equatore il sole sorge alle 6 di mattina e tramonta alle 6 di pomeriggio, preciso come un’orologio svizzero tutto l’anno. Rientriamo verso casa dopo un breve salto al minimarket. Alle 8 di sera crolliamo distrutti a letto.
29 Aprile
La giornata si preannuncia instabile, con grandi nuvoloni neri che girano nel cielo. La padrona di casa è stata molto gentile e ci ha prenotato l’ingresso per Anse Georgette. La famosissima spiaggia sta infatti dentro un resort ultralusso (Constance Lemuria) che gentilmente concede il transito alla plebe ma in numero limitato. Per prenotare basta mandare una email al resort. Parcheggiata l’auto all’ingresso alle 9.00, attraversiamo il campo da golf del resort a piedi in circa 20 minuti, sudando dal primo all’ultimo minuto per via del caldo e della salita (bisogna scavalcare una collinetta). La spiaggia merita tutto il nostro sudore, sembra un piccolo tesoro nascosto nella giungla. L’acqua è cristallina ma diventa subito profonda, un cartello rosso avverte che ci sono forti correnti di risacca. Qui infatti non c’è barriera corallina e, anche se c’è poco vento, si sente che il mare ha una forza a cui nel mediterraneo non siamo abituati. Verso le 12 decidiamo di rientrare verso casa, intimoriti dal cielo che diventa sempre più nero e dal vento che si sta alzando. Facciamo appena in tempo a rientrare che si scatena una bufera. La giornata finisce qui, dato che pioverà ininterrottamente fino a notte inoltrata.
30 Aprile
Sveglia alle 7, partiamo di prima mattina per l’altro lato dell’isola, destinazione Anse Lazio. Anche oggi è molto nuvoloso. Attraversando l’isola in auto, vediamo i segni della tempesta del giorno prima: palme abbattute e noci di cocco cadute ovunque. Ad Anse Lazio il mare è abbastanza mosso e l’acqua non limpida, complice sempre la tempesta. Troviamo comunque un angolino tranquillo, a sinistra vicino l’ “honesty bar”, dove fare snorkeling senza essere travolti dalle onde. Moltissimi pesci dai colori stupendi. Alle 2 di pomeriggio ricomincia a piovere, ma noi continuiamo a fare il bagno incuranti. Dopo 1 ora di pioggia, demoralizzati decidiamo torniamo verso casa, dal momento che non sembra voler smettere di piovere.
1 Maggio
Oggi per grazia divina c’è il sole. La sera prima abbiamo prenotato una gita in barca a Curieuse Island, la famosa micro-isola con le tartarughe giganti ed il Coco De Mer, il cocco a forma di culo che si trova solo qui e a Praslin. Con la macchina guidiamo fino a Cote d’Or, da dove partono la maggior parte delle barche e saliamo su un motoscafo con altre 15 persone. In pochi minuti arriviamo all’isoletta e iniziamo a nutrire questi tartarugoni enormi con le foglie degli alberi (molto divertente anche per i bambini). Il pranzo al sacco è incluso nella gita, ma i tavoli con il barbeque stanno dall’altro lato dell’isoletta, raggiungibile in 20 minuti a piedi attraverso una foresta di mangrovie (molto sudore ma bello). Nel pranzo ci stanno spiedini di pollo, maiale e pesce fatti alla griglia, con contorno di insalata (cavolo cappuccio) e riso. Fatto il pranzo ci ributtiamo in mare nelle splendide acque di Anse St Jose (tanto il mare è a 30 gradi, la digestione non è un problema). A questo punto il motoscafo ci riprende direttamente da li e ci porta a fare snorkeling all’isola di St.Pierre (piu che un’isola è uno scoglio nel mare). Pesci fantastici, peccato per i coralli che sono quasi tutti morti. L’ultimo “coral bleach” risale al 2019 e pare che andrà sempre peggio a causa dell’aumento della temperatura del mare. Ci hanno raccontato che stanno tentando di impiantare artificialmente delle varietà di coralli piu resistenti, ma è ancora presto per sapere se avranno successo. Alle 4 il motoscafo ci riporta alla base. Facciamo un rapido giro a Cote d’Or e torniamo soddisfatti a casa, finalmente una bella giornata di sole.
2 Maggio
I quattro giorni di Praslin sono finiti, andiamo al molo, dove lasciamo la macchina e prendiamo il traghetto delle 9:30 per La Digue. Con il taxi ci facciamo portare all’hotel (abbiamo preso una mezza pensione), dove perdiamo 2 preziosissime ore ad aspettare che ci portino le bici. Nonostante le avessi prenotate e prepagate per tempo, l’hotel infatti non le aveva pronte al momento del nostro arrivo e ci ha letteralmente tenuto in ostaggio, prendendoci un po per i fondelli, dicendo che sarebbero arrivate da un momento all’altro. Vi consiglio di prendervele da soli al molo, e, prima di pagare, sceglietevi con cura la bici meno scassata. Con le bici corriamo verso Anse Source d’Argent, la più famosa spiaggia di La Digue. Per accedere si deve passare dall’Union Estate park, pagando un biglietto di 10 euro, oppure, se non vi interessa il parco, potete fare come noi ed entrare a sbaffo passando dall’eliporto, via spiaggia. Mentre ci dirigiamo il cielo torna a rannuvolarsi, facciamo giusto in tempo a fare un bagno a Source d’Argent che inizia a piovigginare. Alcuni turisti in mare con i kayak vengono sorpresi dalle onde e dal vento che si è alzato improvvisamente, e vengono riportati a riva trainati da un gommoncino. Nel fuggi fuggi generale, restiamo impassibili, oramai rassegnati al meteo inclemente, e continuiamo a fare il bagno osservando la tempesta che incombe. Rimasti infine soli sulla spiaggia, pensiamo che forse è meglio tornare indietro. Arriviamo in hotel zuppi come pulcini e ci consoliamo con la cena inclusa, che forse è il pasto migliore che abbiamo mangiato finora alle Seychelles.
3 Maggio
Secondo giorno a La Digue, nonostante il cielo coperto ci dirigiamo verso Grande Anse, dove arriviamo dopo circa 20 minuti di bici in salita e discesa. Questa, insieme a Petite Anse ed Anse Cocos, forma un trio di spiagge molto selvagge sul lato sud-est dell’isola, senza barriera corallina e quindi con onde forti. Portatevi il pranzo al sacco perché non c’è veramente nulla (c’è un ristorante ma era chiuso, cosi come i bar sulla spiaggia). Lasciata la bici a Grand Anse, proseguiamo a piedi in un sentiero nella giungla per Petite Anse (10 minuti) e poi Anse Cocos (altri 20 minuti). Si può fare in ciabatte ma è meglio con le scarpe. In fondo ad Anse Cocos c’è una specie di piscina naturale meravigliosa, dove restiamo a mollo per ore. Finalmente verso le 2 esce il sole, la giornate sembra volgere al meglio. Restiamo qui fino alle 5 per poi ritornare verso l’albergo prima che faccia buio. A La Digue l’illuminazione notturna è quasi inesistente, se volete uscire la sera dovete girare con la torcia!
4 Maggio
Il meteo sembra finalmente tornato sereno. L’aria è cambiata, c’è una fresca brezzolina e anche l’umidità è scesa. Purtroppo sono finiti i due giorni a La Digue (forse troppo pochi), riprendiamo il traghetto per Praslin, poi un taxi dal molo fino all’aeroporto e di nuovo l’aeroplanino ad elica per tornare a Mahè, dove atterriamo alle 10. Ci consegnano l’auto a noleggio con 1 ora di ritardo, che aspettiamo pazientemente in aeroporto. La macchina è pure mezza scassata, 100 mila km, corrosa dalla ruggine e con dei rumori non rassicuranti. La casa che abbiamo preso è nella baia di Anse Aux Pins, lato est dell’isola, a metà tra la parte nord e quella sud. Lasciati i bagagli e fatto pranzo, ci dirigiamo verso sud per Anse Intendance. Anche qui non c’è barriera, le onde sono molto forti, difficile andare tanto lontano dalla riva. Ma la spiaggia ed il sole sono stupendi, quindi restiamo fino a sera, prendendo qualcosa da bere al bar.
5 Maggio
Proseguiamo l’esplorazione della parte sud con Baie Lazare, dove passiamo tutta la mattina tra nuoto ed abbronzatura. Assistiamo anche al matrimonio in spiaggia di una giovane coppia. Nel pomeriggio andiamo a Petite Anse, dove per accedere bisogna passare attraverso il resort del Four Seasons, facendo una ripida discesa (e poi salita) a piedi fino alla spiaggia. Sinceramente non ne vale la pena, ci sono altre spiagge migliori che si raggiungono con meno fatica. Finiamo la serata con Anse Louis, carina ma non eccezionale per via del torrente che vi sfocia, che porta molte foglie e sporco. Con il sole le giornate volano via che è un piacere, e riusciamo a farci stare anche molte piu cose.
6 Maggio
Oggi andiamo nel lato nord, a Beau Vallon, che è la spiaggia della capitale Victoria e la più frequentata dagli abitanti del posto. La spiaggia è ampia, con mare basso e poche onde, adatta anche ai bambini. Ci sono le moto ad acqua, tantissime bancarelle di souvenir, i venditori ambulanti di cocco, tanti ristoranti ed hotel. Siccome è sabato, i locals si sono riversati sulla spiaggia con i loro mille figli (alle Seychelles fanno bambini come conigli), forniti di barbeque, tavoli e sedie, borse frigo da metterci dentro un maiale intero, musica ed alcolici a volontà. Sembra di stare ad Ostia lido a ferragosto. Tanti anche gli adolescenti che, a gruppetti, si rilassano con lo speaker portatile, bottiglie di plastica riempite con miscele alcoliche ignote e anche qualche cannetta. I turisti sui lettini degli hotel in riva al mare, cercando di rilassarsi e riposare, li guardano in cagnesco. Trascorsa tutta la giornata qui, andiamo a bere al Beach Shak dove ci godiamo lo splendido tramonto bevendo dei buonissimi cocktail (veramente consigliato, anche se sono 15 euro a bevuta). Di notte invece la spiaggia non è il massimo, molti ubriachi vagano chiedendo soldi. Noi siamo comunque contenti di esserci stati, insieme con uno spaccato della vita dei suoi abitanti.
7 Maggio
Seconda gita in barca, prenotata il giorno prima ai banchetti sulla spiaggia di Beau Vallon, che per 80 euro pranzo incluso a testa ci porterà al parco marino di Saint Anne e la Ile Moyenne, con due sessioni di snorkeling, una la mattina e al rientro il pomeriggio. Partiamo dal molo di Eden Island con un motoscafo ed altre 15 persone. La prima fermata, 10 minuti dopo essere partiti, è nella barriera corallina di Cerf Island. Trasportati dalla corrente, facciamo un drift snorkeling seguendo la guida che nuota con noi, con il motoscafo che ci segue a distanza. Qui i coralli sono ancora vivi, ma tutti molto giovani e piccoli. Tuttavia l’acqua è meno trasparente rispetto a Praslin, forse per via della corrente. Poi ci portano a Long island, dove il fondale è molto basso e si può camminare in acqua, addirittura andando da un’isoletta all’altra a piedi con la bassa marea. Qui facciamo il pranzo al barbeque, molto simile a quello già fatto a Curieuse Island. Dopo pranzo c’è un breve stop all’isola di Moyenne, dove si possono vedere le tombe dei pirati e le fosse scavate alla ricerca di un “famoso” tesoro mai trovato, oltre ad altre tartarughe giganti come quelle di Curieuse Island. L’ingresso all’isola però è a pagamento (15 euro, i cartelli non sono aggiornati) e noi preferiamo rinunciare visto che non ci interessano i pirati e abbiamo già visto le tartarughe, restando ancora un po in spiaggia a fare il bagno. Infine l’ultimo drift snorkeling prima del tramonto nella Anse Cimetiere, di fronte al villaggio ClubMed, con tantissimi coralli. Anche questa una bella giornata, ma se dovete fare una sola gita e vi trovate a scegliere, direi che Curiouse island è decisamente piu bella.
8 Maggio
Oggi è previsto il rientro in Italia in serata. La padrona di casa gentilissima ci concede un late-checkout gratuitamente. Dato che non abbiamo comprato neanche un souvenir, dedichiamo l’ultimo giorno a visitare la capitale Victoria ed il suo market (che in effetti sarebbe stata l’unica cosa da fare in caso di pioggia). Nel pomeriggio prepariamo le valigie e torniamo in aeroporto, dove un volo notturno ci riporterà in Italia. Attenzione: dopo aver passato la security in aeroporto c’è solo un piccolo bar che non ha nemmeno i panini. Organizzatevi di conseguenza e per comprare l’acqua conservate delle rupie in contanti per il distributore automatico (15 rupie a bottiglia, non accetta carta di credito).
Qui si conclude il nostro viaggio. Siamo felici di aver fatto questa follia di metà primavera, ma probabilmente resterà un’esperienza da fare una volta nella vita. La sensazione è che, per chi come noi ha fatto fatica a mettere insieme un budget di 6000 euro, le isole siano bellissime ma un po’ sopravvalutate rispetto al loro prezzo. Probabilmente il costo dei voli è quello che incide maggiormente e che è di parecchio aumentato negli ultimi anni. In ogni caso, buona avventura a tutti voi!