Relax nella Foresta Nera
Colline dolci tra vigneti e boschi di pino, grandi case in legno e terme fumanti in piccoli villaggi: questa regione del Sud della Germania, così vicina all’Italia, offre tutto quello che occorre per rilassarsi, senza spendere troppo. Ad esempio, cosa c’è di più piacevole che arrivare in un paese, mettere l’auto nel parcheggio e decidere di giorno in giorno dove andare, così, semplicemente scegliendo al mattino sulla mappa? Questo è facile in un paese che ha una politica illuminata sui trasporti e incentiva gli spostamenti con i mezzi pubblici. Per muoversi nella regione su autobus e treni ci sono i biglietti integrati della durata di 24 ore, per una persona costano € 9,90 e da due a cinque € 18,00. Come dire che muoversi in macchina è superfluo, una famiglia anche di cinque persone non avrebbe più convenienza. Dunque bisogna scegliere un campo base, Friburgo nel nostro caso, avere con se una buona mappa e qualche notiziola sui dintorni o, in alternativa, una buona connessione alla rete. Cittadina universitaria dai 200.000 abitanti, quello che colpisce di Friburgo è la sua estrema vivibilità più ancora che i suoi monumenti. Il centro storico, ben conservato, è interamente pedonale, ma quello che stupisce sono le vie dei quartieri intorno al centro e le periferie, dove si fatica a trovare automobili. Una politica molto lungimirante ha portato avanti, sin dagli anni ’70, il trasporto pubblico su rotaia all’interno della città e cosi anche i quartieri più esterni sono collegati dalle linee tranviarie sulle direttrici principali, mentre le strade girano intorno alle case in maniera tortuosa e con limiti di velocità estremamente bassi. Negli ultimi anni la città ha investito molto nel fotovoltaico, diventando uno degli esempi di città sostenibile a livello europeo: dal 1992 ha già ridotto le sue emissioni del 14% grazie all’installazione di pannelli solari e conta di arrivare al 40% entro il 2030. Aggiungiamoci la riqualificazione di tre quartieri periferici con case che producono più energia di quante ne consumino, il car sharing che permette al 40% delle famiglie di non avere necessità di comprare auto, 400 Km di piste ciclabili urbane e si capirà che siamo a ben più di 450 Km geografici che ci separano dall’Italia. Tutto questo è troppo moderno per noi e per me, restauratore alla costante ricerca del vecchio. A Friburgo c’è una bellissima cattedrale gotica, costruita in calcare rosso tra il XIII e il XVI secolo, con una torre di 116 metri che offre una bella vista su tutta la città. Dall’alto si può ammirare il centro storico, la via principale e le piazze, caratteristiche per la presenza dei piccoli canali che le solcano e che d’inverno è bene tenere d’occhio perchè con neve e ghiaccio infilarci dentro un piede è un attimo. Degno di nota anche il municipio e la torre che chiude l’accesso del cento storico, anche se il tutto è talmente tenuto bene e ordinato che manca quella patina che lasciano i secoli scorrendo che invece talvolta è buona cosa mantenere.
Dicevo che da questo punto ci muoviamo per le nostre escursioni, muniti di cartina e tanta fantasia arrivando in stazione la mattina. Ma, visto che la sera si fa sempre tappa a Friburgo, e che dopo una giornata in giro per colline innevate non c’è nulla di meglio di una buona birra e una schitzel (bistecca) ecco un paio di indicazioni per un’allegra serata: il bar più vivace della città ci sembra essere all’inizio di Lowenstrasse, una birreria universitaria molto ampia e sempre piena. Di fronte c’è anche la discoteca, per chi volesse tirare tardi. Per cenare un quartiere molto piacevole e caratteristico è quello degli artigiani, che si snoda su Gerberau, poco a sud della Cattedrale. Qui vi sono molti ristoranti etnici, tra cui un italiano con molte stellette, birrerie e bar. Il nostro preferito rimane comunque il caotico Brennessel, a qualche centinaio di metri dalla stazione, al 17 di Eschholzstrasse, raggiungibile con il tram 13 o 14. Popolato da studenti e persone di ogni età, ha tavoli che si dividono con altri avventori, prezzi bassi, porzioni enormi, una selezione vegetariana molto attenta e un’atmosfera conviviale che vi porterà a fermarvi per ben più di una sola grossen Beer.
La prima escursione ci porta con un trenino a diesel fino allo Schluchtsee e Titisee. Lasciata alle spalle la città la strada ferrata si inerpica per la Hollental (la valle del Diavolo) e sale, tra stretti viadotti in mattoni, gallerie e boschi di pino, al lago Titisee. Il treno è carico di sciatori e snowboardisti, che scendono in massa per lanciarsi sulle piste. Noi rimaniamo per andare a vedere il lago più lontano, lo Schluchtsee, ad un’altitudine più elevata ma, a differenza del Titisee, non completamente ghiacciato. La ferrovia corre nel paesaggio innevato sulla riva del fiume. E’ davvero uno spettacolo osservare nei giorni invernali il lago parzialmente ghiacchiato, la nebbia che vi si forma sopra e i giochi che si creano con la luce del sole nelle giornate serene. Scendendo alla fermata che porta il nome del lago si possono fare, anche con la neve, delle piacevoli passeggiate in riva al lago, raggiungere il tempietto su una penisola di fronte all’abitato e da li ridiscendere a piedi alla stazione di Aha per riprendere da li’ il treno. Un’alternativa pigra è dal tempietto tornare alla stazione e fermarsi in un ristorantino in paese ad aspettare il treno al caldo. Se si è partiti presto, al pomeriggio con il treno si può tornare a Friburgo e da li scendere in dieci minuti sulla linea per Basilea a Bad Krozingen, cittadina termale. Il paese in se non ha francamente grandi attrattive, ma le terme meritano davvero una visita. Si trovano ad un Km circa dalla stazione, in un grande parco verde presso il ruscello, l’ingresso costa 10 € per tutta la giornata e, se si decide all’ultimo di andare, si possono noleggiare costume e accappatoi. I tedeschi hanno una visione molto aperta riguardo alle terme: spogliatoi e cabine sono comuni, non è necessario avere ciabatte e le sdraio sono libere. Le terme di Bad Sachingen hanno 6-7 ampie vasche a temperature diverse, due esterne con acqua alla temperatura naturale di 34 gradi, con idromassaggi, giochi d’acqua e cascate. Difficile rimanere per meno di tre ore, più facilmente ci si perde l’intero pomeriggio. Il consiglio è di non programmare grandi cose per la serata, dopo un pomeriggio alle terme non ci sarà nulla di più entusiasmante che una cena tranquilla, un libro e un letto comodo.
Una seconda escursione da Friburgo, più breve, ci porta ad Elzach, paesino a poche decie di chilometri. In realtà non c’è molto di particolare, se non la tranquillità di un luogo poco turistico e colline sulle quali fare lunghe passeggiate, anche con un po’ di neve. Dopo un buon pranzo in trattoria, riprendiamo il trenino e, dopo un cambio a Waldkirch, saliamo fino a Kenzingen, cittadina storica sulla via per Offenburg. La cittadina è piacevole e tranquilla, con un centro in cui si incociano le due vie principali e alcune vecchie case a graticcio, le più interessanti delle quali dal lato opposto rispetto alla stazione. Kenzingen merita una passeggiata, anche per vedere la bella cappella Settecentesca in pietra chiara, o per finire al bar tipico dove ancora si fuma a bere una Weizen con i meno giovani del paese, in attesa del ritorno verso il capoluogo.
La terza escursione più impegnativa delle precedenti, ma anche la più entusiasmante. Ci porta alle cascate di Triberg, dopo essere arrivati ad Offenburg in treno e aver cambiato. A Triberg ogni giorno tra le 13 e le 14 arriva il treno a vapore cha parte il mattino da Rottweil. E’ uno spettacolo incredibile vedere uscire dalla galleria la locomotiva, fermarsi in stazione e fare piu’ manovre per mettersi in testa al treno, che qui cambia direzione. In mezzo ad una folla di curiosi il treno poi riparte a tutto vapore e lo si sente allontanarsi fuori dalla galleria e rimbombare nella valle, memoria di tempi che furono. Ma Triberg è famosa più che per il treno per le sue cascate, alte 163 metri, a poche centinaia di metri dal centro in un parco con sentieri e ponti che portano fino a sotto il punto in cui il fiume Gutach si getta nel vuoto. D’inverno il percorso è abbreviato perchè il ghiaccio rende pericoloso avventurarsi troppo in alto sui sentieri, ma in periodo natalizio è tutto illuminato da piccole luci e da gazebi che vendono vino caldo speziato e salamelle. Vi si tengono la sera concerti ed eventi musicali, insieme a spazi di gioco per bambini, che vedrete sfrecciare ovunque intorno a voi se c’è un minimo di neve. In estate questo luogo è pieno di scoiattoli e questa escursione è servita anche per imparare che in inverno gli scoiattoli vanno in letargo. Queste sono le valli degli orologi a cucu, se ne trovano in più case i laboratori di produzione e ovunque nei negozi locali. Saggiamente sono tutti posizionati su orari diversi, per non fare impazzire i clienti all’interno dei negozi in cui se ne trovano a centinaia in funzione in contemporanea. Tornando con il treno verso la valle del Reno, una sosta per un riposo merita anche il piacevole paese di Wolfach, adagiato ai piedi di una montagna presso il fiume, con molte case a graticcio e un centro reso particolare anche dalla bellezza delle insegne in ferro battuto di hotel, locande e negozi comuni.
Tornando, dopo 6 giorni in terra tedesca, verso l’Italia, ci concediamo un’ultimo tuffo a delle terme lungo la strada, le terme di Badenweiler, Cassiophea, dal nome delle antiche terme romane che qui si trovavano e che hanno dato inizio, due millenni or sono, a questa straodinaria attività che ritempra corpo e mente. Con un costo leggermente superiore rispetto alle precedenti, 12 euro per tutta la giornata (sino a mezzanotte), queste terme garantiscono maggior tranquillità e giochi di luce ed acqua la sera davvero particolari, soprattutto per chi osa avventurarsi nella grandissima vasca all’aperto che nella prima parte ha acqua piu’ fresca per scoraggiare i più e lasciare la sopresa a chi si avventura sino in fondo, tra correnti d’acqua calda, idromassaggi e la vista del castello medievale che sovrasta il paese. Decisamente difficile il ritorno al lavoro e alla vita di ogni giorno poi!