Dalla Baviera al Baden Wurttenberg

Viaggio tra le antiche città dalle case a traliccio, mura medievali, castelli e chiese gotiche e barocche della Romantische Strasse e il fitto verde della Foresta Nera. Due spettacoli diversi di uno stesso stato
Scritto da: dragone.80
dalla baviera al baden wurttenberg
Partenza il: 17/08/2014
Ritorno il: 30/08/2014
Viaggiatori: 2+1 bimbo
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Siamo partiti alla buon’ora da Napoli per raggiungere Oberammergau in Germania, siamo arrivati verso sera e dopo un viaggio stancante siamo andati direttamente a dormire presso la Pension Zwink, stanze in legno ampie, calde e materassi comodi. La mattina siamo partiti alla visita della città che è praticamente un museo a cielo aperto con case decorate magnificamente e sculture in legno sparse per i vicoli; questo paese è famoso per gli intagliatori e gli artisti del legno, inoltre ogni 10 anni si svolge un evento internazionale la Passionsspiele (dal 1634) da un voto fatto dagli abitanti dopo un’epidemia di pestilenza. Ci sono anche case decorate con favole, come Hansel e Gretel e Cappuccetto Rosso, atti della Bibbia e momenti di lavoro contadino.

Tornati alla macchina ci siamo diretti verso il castello di Linderhof, poco distante da Oberammergau, si tratta di un rifugio di Ludovico II, il principe sognatore, ispirato a Versailles, è meravigliosamente sfarzoso, in particolare sono splendidi la sala del trono, la sala degli specchi e la grotta di Venere, dove Wagner compose il “Tannhauser”; dopo una fila lunga ma veloce per acquistare il biglietto, alle casse comunicano l’orario della visita guidata nella propria lingua ed intanto si ha la possibilità di visitare i giardini, le fontane, le statue, il negozio. Suggerisco per le famiglie di acquistare l’abbonamento famiglia (Mehrtagesticket Famiglia/Partner) e con 40 euro (a famiglia) è possibile visitare i castelli statali della Baviera ( solo con Linderhof e Neuschwanstein si raggiungono 40 euro quindi sicuramente si risparmia se come noi si adorano i castelli e si ha intenzione di visitarne diversi . Verso le 15.30 andiamo al castello di Neuschwainstein, quello delle favole, abbiamo appuntamento alle 16,30 ed abbiamo prenotato la visita attraverso internet. Consiglio vivamente la prenotazione su internet per evitare anche file di due ore. Ritirati i biglietti facciamo una salita di 20 minuti per raggiungere il castello, abbiamo evitato di salire con il pullman o il cavallo poiché anche in questo caso le file erano molto lunghe e non saremmo arrivati in tempo per le 16.30. Il castello è molto bello, purtroppo non si possono fare foto ed il controllo è continuo. Di fronte a Neuschwainstein si trova Hohenschwangau, che è privato e quindi non fa parte dei castelli in abbonamento, per cui abbiamo desistito del visitarlo internamente e siamo partiti verso Fussen con una fame incredibile, così ci siamo fermati al Gasthof Krone, una taverna stile medievale dove a fine cena ti offrono una grappa bevendola direttamente da una piccola botte e finisci di bere appena alzi la mano.

La sera siamo stanchi morti (soprattutto la salita verso il castello delle favole ci ha distrutti) raggiungiamo l’hotel Mercure Neuperlach sud (c’eravamo già stati ad aprile) e ci tuffiamo nei nostri lettoni ampi e morbidi.

La mattina seguente andiamo nella sala colazione dopo aver fatto un bel bagno nella piccola piscina al primo piano; la colazione è veramente soddisfacente, di più non si poteva trovare, tenendo d’occhio il sito di accorhotel si trovano ottime offerte con colazione e terzo letto inclusi, infatti noi abbiamo pagato solo 65 euro a notte in un hotel dove solo la colazione costa 18 euro a persona!

Gli obiettivi della giornata di oggi sono Andech e Dachau.

Andech, tra sacro e profano, famosa per il suo Santuario….ma anche per le corpose birre prodotte dai frati, che noi ovviamente non ci facciamo mancare! Ci fermiamo anche ad un piccolo supermercato in città e facciamo scorta di birre dai vari sapori e di Nutella ( troviamo le confezioni da 800g a 3 euro!!)

Dachau è famosa per ben altri motivi, suo malgrado, fu il primo campo di concentramento nazista, aperto il 22 marzo 1933 per iniziativa di Himmler, con una decisione presa appena un mese dopo la presa di potere di Hitler. L’impatto è forte e notevole, le lacrime salgono agli occhi senza rendersene conto, l’orrore e la frustrazione nel guardare le varie foto esposte sono indescrivibili, l’entrata è gratuita per permettere a chiunque di entrare e non dimenticare. All’ingresso il cancello con la famosa frase farsa “arbeit macht frei”(il lavoro rende liberi) , e mi pare che l’abbiano rubata ad ottobre.

Mi permetto di trascrivere alcune frasi trovate all’interno del campo

“ 1944..i posti letto non bastano più da molto tempo…i letti erano stipati uno vicino all’altro…Dormivamo uno a capo ed uno a piedi del letto” P.Sales- un mondo senza pietà

“Nessuna piccola macchia doveva esserci sul legno poiché, se il comandante del blocco la vede, viene subito inflitta una punizione…Le stoviglie devono essere anche esse pulite…Se c’è una goccia di caffè visibile su una stoviglia vieni condotto per un’ora al palo” Kupfer-Koberwitz-i potenti e gli abbandonati

“Gli innocenti ormai tacciono. Ma parlano alle nostre coscienze” La provincia di Massa Carrara in memoria delle vittime

La sera rientriamo a Monaco, prima ci intratteniamo al centro commerciale vicino al nostro albergo poiché c’è una gelateria gestita da italiani troppo simpatici e poi un negozio fantasy splendido (li avevamo già visti ad aprile e ci siamo ritornati); ceniamo alla birreria HB, dove Hitler tenne uno dei primi discorsi al partito, è una birreria mediamente cara ma la musica dal vivo è piacevole e poi incanta guardare i camerieri in vestito tipico.

La mattina seguente bagno in piscina, colazione e partenza verso Legoland di Gunzburg, splendido è dir poco. Avevo comprato i biglietti qualche mese prima via internet per risparmiare, scegliendo anche il giorno preciso, per risparmiare ancora di più! Entrata dalle 10 alle 18, per cui non essendo tardi raggiungiamo comodamente il nostro albergo ad Ulm, la città natale di Einstein.

Dormiamo presso l’hotel Ibis Ulm City, meno di 50 euro a notte escluso colazione. Alla piccola reception finalmente incontriamo una persona che parla bene italiano e non dobbiamo arrampicarci tra inglese e gesti. In camera oltre al letto matrimoniale c’è un letto a castello. L’albergo non è centrale ma in 10 minuti a piedi si raggiunge il centro, lasciando tranquillamente l’auto nel parcheggio.

La mattina abbiamo visitato Ulm con molta calma. La città detiene qualche primato come il più alto campanile del mondo (161,53 m) e l’albergo più storto del mondo. Ci divertiamo a passeggiare poiché abbiamo deciso di fare una gara, chi conterà più statue di passeri potrà decidere il gusto di gelato per tutti (per comprendere meglio la storia del passero vi conviene cercare qualcosa sulla leggenda del passero), vince mio figlio e non gli è difficile scegliere i gusti visto che si ferma in una gelateria italiana!

Dopo aver visitato il Rathaus, la biblioteca a forma piramidale, la torre dei macellai, e passeggiato lungo il Danubio, ci mettiamo in macchina spediti verso il luogo dove un tempo si trovava la casa di Einstein e dove ora si trova una statua forma di missile (a ricordo che un missile ha distrutto la casa) con il volto del matematico nella sua famosa posa da linguaccia.

Con calma in giornata ci dirigiamo verso Neuburg an der Donau, giusto per visitare il castello del 1500. Non è favoloso ma vi sono una serie di dipinti che mi sono veramente piaciuti. All’uscita dal castello una signora sulla cinquantina ci ferma e ci propone di seguirla per visitare la biblioteca, dice di avere le chiavi e doverle consegnare nel giro di un’ ora ed ha appena finito di guidare un gruppo di turisti inglesi. Sarò onesta noi siamo stati un po’ guardinghi e diffidenti, economicamente non voleva niente in cambio e non capivamo quale fosse il suo tornaconto; passeggia con noi fino alla biblioteca, gira le chiavi nelle due o tre serrature, dentro è completamente vuoto e silenzioso e l’ansia si fa sempre più inquietante. Lei continua a parlare della biblioteca, della sua storia, e ci ringrazia perché sta mostrando una bellezza della città che non tutti visitano e sta anche facendo un po’ di pratica parlando italiano. Usciti dalla biblioteca ci suggerisce un paio di siti, guarda l’orologio e scappa poiché ha fatto tardi. Ragazzi a voi le considerazioni!

In seguito visitiamo la Hofkirche e passeggiamo lungo le mura infine ci rificchiamo in macchina con l’obiettivo di raggiungere Dinkelsbuhl il prima possibile, ma il navigatore ci porta da una parte ed i continui lavori da un’altra per cui sembriamo un cane che cerca di mordere la propria coda. Giravamo in tondo senza conclusioni. Un motociclista ci fa strada per un po’ poi un’altra interruzione dovuta ad una festa di paese. I poliziotti fanno passare il motociclista ma non noi, giustamente, purtroppo nessun poliziotto parla inglese o italiano, ma riescono a farci capire di segnare sul navigatore il nome di un altro paese attraverso il quale passare per raggiungere il nostro obiettivo, che sembra quasi irraggiungibile. Infatti, arriviamo tardissimo a Dinkelsbuhl presso il Gasthof Goldener Hirsch, che per fortuna è anche birreria e ci fermiamo a mangiare. L’odore è forte e si propaga in tutto l’albergo, ma eccetto questo posso dire che la stanza era splendida, molto ampia, con tavolino di legno, terzo letto, armadi, mensole, tipica stanza di montagna, a mio figlio è parsa la stanza dei sette nani.

Dopo una scarsa colazione, essendo l’hotel in pieno centro, subito partiamo per la visita del paese dalle case a schiera tutte colorate. Ha una cinta muraria con 16 torri e 4 porte ancora completamente intatte, ci incantiamo presso l’angolo dei pittori (Malerwinkel) e dopo tre ore partiamo verso un altro paese. Dinkelsbuhl non è e non ha granchè ma è di strada e non fa male riposarsi un po’!

Raggiungiamo Weikersheim, la sua residenza non fa parte del nostro abbonamento ma decidiamo di entrare lo stesso, che risale al medioevo ma ovviamente con successive ristrutturazioni ed ampliamenti. La stanza più importante e bella è la Rittersaal, la sala dei cavalieri, che ospitava feste e banchetti in una cornice architettonica abbellita da dipinti con scene di caccia e teste di animali appese alle pareti. Molto belli anche i giardini e la sposa che vi abbiamo trovato, peccato non poterci imbucare alla festa …. All’interno della residenza si possono fare fotografie ma non si può girare autonomamente, occorre seguire una guida che è comprensibile solo grazie al foglio in italiano con le spiegazioni. Di fronte al castello c’è la chiesa di San Giorgio, dove risulta suggestiva una statua di un bambino che rappresenta il figlioletto di un regnante. Poiché ha iniziato a piovere non ci siamo intrattenuti di più e siamo partiti alla volta di Wurzburg, dove abbiamo dormito in un altro Ibis Hotel, ma senza parcheggio proprio e quello pubblico costava intorno ai 15 euro tutta la giornata, caro per i miei gusti!

Wurzburg è una città, non un piccolo paesino visitabile in poche ore come quelli incontrati fino ad ora, è una grande, bella e gioiosa città della Baviera, ricca di giovani, di feste e programmi estivi. Purtroppo anche avendole riservato un’intera giornata non riusciamo a visitarla tutta come merita, ma la viviamo comunque interamente sia culturalmente che gioiosamente. Infatti dopo aver raggiunto con l’auto la fortezza (in abbonamento) del 1200, da cui si vede un panorama splendido e dove vi sono arazzi e miniature molto belli, andiamo in città parcheggiando a due passi dall’ Alte Mainbrücke, l’antico ponte sul Meno abbellito da una serie di statue di santi. La passeggiata è piacevole, nonostante la pioggerellina a tratti. Il ponte è pieno di vinerie e persone di ogni età si incontrano con un calice di vino, è tutto molto romantico. A pochi passi dal ponte c’è il duomo ed anche un ristorante di pesce take away molto buono. Ci fermiamo a mangiare presso un famoso fast food dal quale si vede la Marien Chapel ( che a qualunque ora abbiamo trovato sempre chiusa) e dal quale si vede il municipio e qualche chiesa. All’improvviso vediamo una processione, sicuramente persone che vengono da lontano, con zaino in spalla, scarpe di riserva (per intenderci come i pellegrini del cammino di Santiago). Ammetto che non abbiamo capito di cosa si trattasse però c’è piaciuto molto poiché mentre loro passavano le persone sui lati erano piene di fiori e ne consegnavano uno ad uno ai pellegrini che venivano salutati o baciati allegramente. Finita la processione all’interno di una chiesa, noi continuiamo il nostro percorso per arrivare alla residenza, che è a dir poco splendida e fa anche parte dell’abbonamento. (viva l’abbonamento famiglia quanti soldi risparmiati!) La residenza, protetta dall’Unesco, e risalente al 1700, ha uno scalone d’onore sopra al quale si trova il più grande affresco del mondo. La fortuna ha voluto che mentre eravamo incantati nel salone principale passasse una guida con un gruppo di spagnoli a cui ci siamo aggregati visto che accedevano in stanze altrimenti a noi proibite, lei ha subito capito che non appartenevamo al gruppo, ma in italiano ci comunica di entrare che avrebbe chiuso un occhio e noi eravamo ben contenti di vedere stanze accessibili solo in gruppo e con guida, anche perché una delle stanze era la sala degli specchi. Dopo la visita mentre cercavamo la chiesa di San Michele ci siamo imbattuti in una festa chiamata Semmelstrasse, dove abbiamo bevuto ottima birra artigianale e lunghissimi arrosticini di carne, letteralmente divorati anche da nostro figlio!

Wurzburg ci ha accolto proprio bene ma verso sera dobbiamo partire verso Rothenburg ob der Tauber, la città del Natale, dove abbiamo prenotato tre notti con cena compresa attraverso Daydreams presso il Prinzhotel, dove siamo accolti bene, abbiamo mangiato bene (anche se la visione dei piatti è molto moderna e futuristica direi) abbiamo dormito bene ed avuto una stanza molto ampia, ma non abbiamo avuto il wifi per ben tre giorni poiché il costo è veramente alto.

Rothenburg è romanticamente medievale, sorta nel XII sec. , le mura circondano ancora le cattedrali e le case dai tetti spioventi. Famosa anche per il villaggio di Natale di Kathe Wohlfahrt aperto tutto l’anno (molto caro ma la mano scappa e si compra molto, comunque vi suggerisco di controllare lo scontrino, l’errore con me c’è scappato ma non hanno creato nessun problema per la restituzione dei soldi e mi hanno anche fatto un regalino) ma sono vietate le foto. Evitate di entrare nel museo, al piano superiore, per il museo della tortura e per la casa degli orsetti che è veramente splendida e tenera (è in realtà un negozio ma sembra un luogo incantato).

Il paese è ricco di turisti e per questo motivo mi aspettavo un programma fitto con feste e intrattenimento ma in tre giorni non c’è stato assolutamente nulla.

Una mattina ci siamo recati ad Ansbach per vedere la residenza, anch’esso incluso nell’abbonamento, state attenti perché non è sempre aperto, non è grandissimo. C’è una guida tedesca comprensibile grazie ad un foglio con le traduzioni, e proprio la guida ci ha spiegato che le sale sono tutte originali e quindi in questo palazzo si può veramente vedere com’era l’arredamento di un palazzo e non come il turista vorrebbe trovarlo, come spesso accade in altri palazzi reali.

Ad Ansbach abbiamo visto solo il palazzo poiché siamo poi partiti verso Norimberga, a cui abbiamo riservato solo poco più di mezza giornata, grande errore, ma ci siamo ripromessi di ritornarci prima o poi durante le feste natalizie. Norimberga è bella anche se in gran parte ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, ci sono delle miniature nel castello imperiale-Kaisenburg che permetto maggiormente di capire le distruzioni. Il Kaisenburg, del XII sec, fu ampliato da Barbarossa e divenne castello feudale dove risedettero tutti gli imperatori del Sacro Romano Impero. Le chiese sono splendide, come LorenzKirche e FrauenzKirche, davanti alla quale c’ è la fontana Schoner Brunner, intorno alla quale c’è la leggenda dell’anello (secondo la leggenda, l’apprendista di un fabbro si era innamorato della figlia del suo padrone; il mastro gli disse che una simile unione era impossibile quanto il posizionamento di un anello mobile senza saldature all’interno della grata che circonda la fontana. Al ritorno da un viaggio, però, il mastro fabbro dovette constatare che il suo apprendista se n’era andato, ma che aveva lasciato nella grata della fontana un anello perfettamente girevole senza nessuna saldatura apparente) Abbiamo raggiunto con l’auto poi la via dei diritti dell’uomo, dove su ogni colonna è presente un articolo della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo in tedesco ed in lingua straniera (tedesco/italiano si trova sulla colonna numero 8).

Ma come ogni viaggio che si rispetti prima o poi si deve ritornare a casa e così invece di riscendere ripercorrendo la Romantiche Strasse ci spostiamo verso la Foresta Nera, così abbandoniamo la Baviera ed entriamo nel Baden Wurttemberg; la differenza tra le due regioni è davvero notevole e così inizia il nostro ritorno tra natura e campagna, che polmone verde!

La prima tappa avviene nel museo aperto di Gutach, per meglio comprendere la zona ed affittando un carrello di legno è possibile far sedere il proprio bimbo e trainarlo in giro per il villaggio (mio marito si sentiva molto ciuchino). Sparsi vi sono giochi in legno, case tipiche con all’interno arredamenti classici, antichi mestieri, come il taglialegna dove si possono acquistare prodotti in legno e far imprimere il nome del proprio bambino, abbiamo fatto mangiare i cavalli e le pecore, suonato le campanelle di varia grandezza, giocato ad essere tra gli antichi banchetti di scuola. Dopo un po’ le case sembrano ripetitive e ciò è stancante, ma comunque mio figlio si è divertito molto.

Finito di visitare il museo, visto che il cielo è ancora chiaro intorno alle 18 andiamo a visitare Schiltach, “il paese cartolina” della Foresta Nera, percorso dai fiumi Kinzig e Schiltach che ad un certo punto si incontrano. Passeggiare a Schiltach è molto romantico, poi come vecchierelli ci sediamo su una panchina a guardare il fiume che scorre e dare pane alle anatre, ci fermiamo in un piccolo parco giochi dove incontriamo altri bimbi…italiani con cui giochiamo.

La sera partiamo verso Triberg ed anche se il nostro albergo Hotel Central Garni chiudeva alle 20 stavamo tranquilli perché avevamo avvertito che saremmo arrivati dopo le 22. Siamo stati accolti in maniera dolce e gentile da un vecchietto che parlava solo tedesco, ma si è fatto capire egregiamente, la struttura è gestita da una famiglia ed infatti la mattina seguente troviamo la figlia che ci offre la colazione e la mamma che sulla cartina ci segna i punti turistici.

Dopo una chiara spiegazione ci avviamo verso le cascate, non paghiamo il biglietto perché ci era stato offerto dall’albergo, e non compriamo neanche le noccioline alla cassa poiché abbiamo la nostra scorta in speranza di un avvistamento in branco degli scoiattoli, ma anche avendo fatto tutti e tre i percorsi non abbiamo incontrato né Cip né Ciop.

Triberg è un tranquillo e calmo paese della Foresta Nera, ha molte caratteristiche uniche: qui si trovano le più alte cascate della Germania (163 m) su sette livelli di roccia granitica, ma non aspettatevi Plitvice; il più grande ed il più piccolo orologio a cucù del mondo; la ferrovia di montagna con più trafori al mondo ed il comune più piccolo della Germania. Cerchiamo la torta foresta nera al Cafè Schafer sulla Hauptstrasse 33 dove è stata inventata, ma sappiate che la torta è piena di liquore alla ciliegia, anch’esso tipico della zona, e poi ci rechiamo a vedere i due orologi più grandi del mondo visitabili anche all’interno per vedere il meccanismo del cucù, uno si trova a Triberg, come ho già scritto e l’altro a Schonach a 3 km di distanza.

Qui sono stati inventati gli orologi a cucù, altro che precisione svizzera! E la zona è veramente piena di orologi a cucù in legno per tutte le tasche a seconda di quanto si vuol spendere.

La nostra vacanza tedesca finisce qui, evitiamo di rientrare in Italia passando per la Svizzera o il Lussemburgo poiché la vignette costa un bel po’ (non c’è la concezione della vignette settimanale come in Austria ma solo annuale) così segniamo Innsbruck sul navigatore e poi in zona segniamo San Zeno di Montagna dove dormiamo in un bellissimo albergo con piscina ed altri sfizi con piccola vista sul lago di Garda. Restiamo in zona un paio di giorni, anche per andare agli spacci Bauli e Tonon e fare un po’ di scorta e risparmiare.

E dopo circa 3000km si ritorna a Napoli.

Alcuni appunti:

Abbonamento famiglia (genitori ed un figlio minorenne): 40 euro per visitare castelli e residenze statali;

Autostrada tedesca è gratuita;

Benzina costa di meno rispetto all’Italia;

In quasi tutti gli alberghi tedeschi il terzo letto è gratuito, se così non fosse si può contattare la struttura chiedendo di far dormire il bimbo nel letto matrimoniale;

Sul sito accorhotel si trovano molti alberghi formato famiglia e iscrivendosi si hanno molte offerte ottime ma che durano talvolta due o tre giorni;

Potete contattare l’ente del turismo tedesco comunicando dove volete andare ed in cambio di 5 euro per le spese di spedizione inviano tantissimi depliant;

Tra i depliant arrivano anche i nomi di molti alberghi non iscritti ai grandi siti di prenotazione (per intenderci booking, trip, trivago) che potete contattare direttamente per fare le vostre richieste e confronti prezzi;

Iscrivetevi al sito ente del turismo tedesco su facebook così vedrete tante belle fotografie di luoghi vari della Germania.

Al viaggio sulla romantiche strasse aggiungete pure Landsberg am Lech e la sua torre stile Rapulzel, io non ne ho parlato poiché l’ avevamo già visitata ad aprile.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche