Interrail dalla Slovacchia alla Foresta Nera, passando per la Baviera
Con Raynair atterriamo a Bratislava dopo un’oretta e mezza di volo circa da Roma. In aeroporto prendiamo subito un paio di mappe e andiamo all’esterno per il bus che ci porta fino in stazione. Da qui occorre prendere un ulteriore bus l’x-13 per giungere nel cuore della oldtown, poco distanti dalla Maximilian fountain (dal re ungherese Massimiliano d’Asburgo). Per dormire abbiamo optato per il centralissimo Old city hotel, 20 euro per notte a persona per un totale di 120 (quindi 60 ciascuna per 3 notti) prenotato attraverso Booking. Bratislava è una città che ci è subito piaciuta molto, ci ha ricordato molto da vicino Vilnius per la sua fisionomia generale, e Riga per la bellezza del lungo Danubio e i bei ponti (con l’unica differenza che la capitale lettone affaccia sul Baltico).
Nel pomeriggio del primo giorno ci accingiamo ad esplorare la città vecchia in lungo e in largo rimandando all’indomani visite mirate alle attrazioni del posto. Visitiamo il duomo di S. Martino e le mura residue con ingresso gratuito e acquistiamo souvenir da riportare ad amici e parenti presso i simpatici chioschetti della piazza Hlavné Namestie di Stare mesto. Per quanto riguarda il tempo in città, abbiamo avuto tre giorni di sole e di caldo forse fin troppo intenso per tre giorni da trascorrere sempre in giro, camminando per la città.
Per mangiare consiglio l’Irish pub adiacente alla piazza, ottima carne, buona scelta di birre e personale gentilissimo. Per la colazione invece raccomando lo Zeppelin, un caffè grazioso lungo la stessa strada del pub dove si possono prendere ottimi dolci fatti in casa. Proprio in piazza abbiamo anche pranzato dal famoso Roland, un caffè – ristorante dal meraviglioso arredamento art noveau e con musica dal vivo, ma che non mi sento di consigliare per il rapporto qualità-prezzo, onestamente trovo un po’ esagerato 20 euro per un piccolo petto di pollo con contorno di patate, ma è uno dei locali storici della città. Un altro simpatico locale è il Lemon Tree, bar con vista sul castello dal terrazzo, nella media i cocktail, buoni sebbene nulla di eccezionale.
Il giorno seguente abbiamo visitato il moderno Ufo, struttura panoramica dalla riva opposta del Danubio, da cui si può godere di una splendida vista, e abbiamo trascorso un paio d’ore nel centro commerciale Eurovea, che si caratterizza per la bella struttura, anche per uscire dalla città vecchia e vedere il lato più contemporaneo della città.
Il terzo ed ultimo giorno lo abbiamo dedicato al castello la mattina, nel pomeriggio invece abbiamo preso il bus per visitare il castello di Devin, dall’omonimo paesino nei cui pressi passava la ‘’cortina di ferro’’ durante la guerra fredda. Molto bello dall’esterno il primo, ma spoglio all’interno, mentre più caratteristico quest’ultimo di cui restano imponenti ruderi all’interno di una vasta area verde (peraltro ricca di dentedileone, i miei fiori preferiti!). Molto bella la torretta solitaria chiamata ‘‘torre delle vergini’’, per via del fatto che dalla sua sommità si suicidavano giovani fanciulle lì rinchiuse dalle proprie famiglie. Il caldo però non ci ha mai dato tregua, che fatica! Ah un’ultima curiosità, per concludere. Per ravvivare lo spirito della città, nel periodo post-comunista si decise di spargere in centro alcune simpatiche statue. Le più facili da trovare sono il soldato di Napoleone in piazza, l’uomo col cappello a cilindro in un angolo della piazza e Lewis Carroll in Hviezdoslavovo, praticamente difronte al Lemon Tree. Ho letto che ce ne sono anche delle altre, ma non siamo riuscite proprio a scovarle. Peccato.
E così si conclude la nostra visita della bella capitale slovacca.
E’ la volta di Praga! Ops, e qui abbiamo il primo imprevisto. Abbiamo trovato sul motore di ricerca Goeuro due compagnie per questa tratta: Student agency ed Orange ways. Ahimè abbiamo optato per la seconda, il cui bus non si è presentato in stazione e di cui nessuno, ma dico nessuno, aveva notizie al riguardo. Per il rotto della cuffia siamo riuscite a prendere due biglietti con la Eurolines a 5 minuti dalla sua partenza per la modica cifra di 14 euro ciascuna. Solo cercando recensioni in inglese abbiamo visto quanto pessima fosse la compagnia da noi scelta…ben oltre ogni nostra aspettativa, optate sempre per altro, mi raccomando! Con circa 4 ore e mezzo arriviamo nella capitale ceca. Con il senno del poi vi consigliamo di prendere il treno. Dalla stazione Florenc di Praga prendiamo la metro e in pochi minuti siamo a Muzeum, la fermata dove si trova il nostro hotel: Prague star, 4 stelle un po’ eccessive ma tutto sommato una struttura senza lati negativi da segnalare. Cogliendo una fantastica offerta su Booking qui abbiamo speso 88 euro per 3 notti, quindi pressappoco 14,5 euro ciascuna (tassa giornaliera compresa)! In pochi passi siamo in piazza Venceslao, arteria principale di Praga, via dello shopping e di locali, che ha come estremità da una parte il Museo della città e dall’altra il cuore della città vecchia con la piazza (Staromestské námestí) dell’orologio astronomico e la chiesa di S. Maria di Tyn, che svetta imponente e stupenda nel suo stile gotico! Per prima cosa abbiamo mangiato un boccone al McDonald, dopodiché siamo andate a vedere il panorama della città vecchia dall’alto della torre municipale adiacente all’orologio. A proposito dell’orologio: fate attenzione, perché ogni ora si attiveranno i movimenti delle sue statue, quando, allo scoccare di ogni ora, la Morte sulla destra suona la campana, le due finestrelle collocate al di sopra del quadrante si aprono e danno inizio ad una danza sacra delle ore, dopodiché escono i 12 apostoli – celati all’interno – che si inchinano in direzione della la piazza finché il gallo non emmette il suo chicchirichì a chiusura del tutto. Una volta scese, ci siamo inoltrate invece nel dedalo di stradine e vicoli medievali tutt’attorno, fino ad arrivare a Ponte Carlo….Che bella Praga, quanto è affascinante e romantica, a compromettere la sua atmosfera però è l’orda infinita di turisti, è impossibile passeggiare tranquillamente per ponte Carlo, figurarsi fare delle foto! Ragion per cui…..l’indomani la nostra sveglia suonerà alle 6! Ehehehe avremo il ponte tutto per noi (si fa per dire, naturalmente ci saranno anche i furbissimi cinesi)! 😛
Sosta già preventivata: assaggio del Tdrl! Il gustoso dolce della tradizione ceca dal nome impronunciabile. Che buono! Si tratta di un impasto dolce di forma cilindrica, vuoto all’interno e ricoperto di granella di zucchero e nocciole! Poi andiamo a comprare la classica magliettina dell’Hard Rock e continuiamo la nostra passeggiata.
A nord della piazza da visitare, in quanto molto caratteristico, è anche il quartiere ebraico, Josefov, dove si trova anche la statua di Franz Kafka, presso la sinagoga, statua molto particolare, che raffigura un cappotto gigante vuoto con il famoso scrittore sulle spalle. Il cappotto rappresenta il padre, con cui l’autore ceco faticava a confrontarsi, insomma… realistica e difficile da interpretare, decisamente kafkiana.
Il secondo giorno, come già anticipato, levataccia e direzione ponte Carlo, per fotografarlo (e fotografarci, naturalmente!) in assoluta libertà, senza una folla assurda. Dopodiché facciamo colazione (Latte e croissant al Mcdonald) e ci dirigiamo sulla collina Petrin, il bellissimo polmone verde della capitale, sulla quale si può comodamente salire grazie ad trenino che parte alla fine del ponte parallelo a ponte Carlo (a sinistra). Sulla collina il panorama è fantastico, e possiamo trovare una copia della torre Eiffel e un simpatico labirinto degli specchi. Scendendo di nuovo al punto di partenza e andando ancora un po’ a sinistra si trovano degli scalini su cui sono collocate statue di vittime, è il monumento alle vittime del comunismo. In realtà la sua collocazione non è indicata in maniera molto precisa sulla collina, così da averci fatto fare moooolta più strada del necessario per scovarlo, quando invece era davvero semplicissimo. Sempre da queste parti si trovano il muro John Lennon, la casa danzante e l’isola Kampa. Avremmo voluto visitare la bellissima biblioteca filosofica, ma era abbastanza distante e noi molto ma molto stanche dalle lunghe file.
Terzo giorno, il complesso del castello. È possibile comprare diverse combinazioni di biglietti, noi abbiamo preferito quella un po’ più essenziale, la B, in modo da visitare principalmente il castello, la cattedrale di S. Vito, la chiesa di S. Giorgio e il vicolo d’oro. Maestosa e bellissima, sia all’interno che all’esterno, la cattedrale di S. Vito. Consigliatissima, assolutamente da non perdere. Il castello invece ci ha deluse, molto più bello quello di Bratislava. Vale la pena entrare per vedere la famosa finestra della defenestrazione. Peccato per la folla assiepata nel simpatico, pittoresco vicolo d’oro, andate il mattino alle 9:00 e vedetelo come prima tappa, ne vale la pena.
Entrambe collezioniamo souvenir, e così abbiamo deciso di comprare un secondo bagaglio in modo da non dover rinunciare a vari acquisti nel corso del viaggio. A Praga in particolare non potevamo non prendere l’orologio astronomico da parete (oltre alle classiche calamite e alla bella palla di neve della piazza di Tyn) J Di questa città va assaporata l’atmosfera, non è soltanto un luogo comune, al mattino se c’è foschia, oppure di sera, con i suoi bei lampioni particolari, al tramonto, Praga vi affascinerà in ogni momento della giornata, statene certi!
Si conclude anche il nostro soggiorno nella stupenda capitale ceca, è ora di ripartire… Stavolta direzione Norimberga, alta Baviera 😉
Ci avviamo in stazione, ad appena 600 metri dal Museo, e prendiamo in nostro bus per arrivare in Germania. Come tutti sappiamo, Norimberga è tristemente famosa per via del processo che seguì la conclusione della 2° guerra mondiale. Ma se viene chiamata ‘‘la grigia Norimberga’’ la ragione è essenzialmente legata al clima. Pesanti nuvoloni grigi e venticello freddo ci danno infatti il benvenuto, ma per lo meno nel pomeriggio è spuntato un po’ di azzurro e non c’è stata pioggia per tutto il giorno. Dedichiamo a Norimberga un giorno solo e alloggiamo al B&B Nurnberg per 25 euro a persona, hotel che consigliamo per le sue camere ampie e confortevoli. A pochi passi abbiamo i resti del Kaiserburg e, che dire? Questa città è da cartolina! Colorate e simpatiche casette a graticcio costellano la città vecchia, regalando al turista l’impressione di essere in un piccolo mondo a sé stante J Tuttavia la città non ha divertimenti da offrire, difatti dopo cena (Pizz&via, bel locale gestito da italiani e ottime margherite) in strada eravamo noi e pochi altri turisti. Stop. Nessuno!!! E così siamo tornate in hotel poco prima delle 11.
Riiiipartenza! Per raggiungere Monaco di Baviera utilizziamo il Bayern Ticket, ovvero un biglietto che permette di viaggiare su treni/bus/metro all’interno di tutta la regione, dividendo un totale variabile in base al numero dei viaggiatori (ad es: 21 per un solo viaggiatore, 28 per due, quindi 14 ciascuna di noi). In un’oretta di treno con la Deutsche Bahn siamo a Monaco, nel cuore della Baviera! Il nostro hotel (il Dolomit), si trova a 200m a pochi passi dall’uscita della stazione, la bahnhof e vicinissimo al centro città, quindi siamo collegatissime. La sistemazione è stata molto piacevole, unica nota negativa il wifi non incluso nel prezzo, se proprio dobbiamo trovare un difetto. Totale qui 155 a persona per 4 notti. Presa la mappa usciamo alla scoperta di Monaco!
In pochi minuti a piedi siamo in Marienplatz, la principale piazza della città e sede dell’antico municipio, l’Altes Rathaus, la cui torre ospita il Glockenspiel, ovvero il grande carillon che alle 11, le 12 e le 17 dà inizio alla Danza dei bottai (che dura circa 5 minuti!), e tutta la piazza si riempie di curiosi col naso all’insù.
Alcune considerazioni. Monaco è una città che offre davvero molto da vedere, sia in città che come base per il resto della Baviera del sud. Quindi se non vi si alloggia almeno una settimana è necessario per forza di cose fare una selezione e scegliere un proprio itinerario. Noi abbiamo deciso di vedere poco in città per usare Monaco come base per le attrazioni bavaresi raggiungibili in treno: Neuschwanstein + Hohenschwangau a Fussen, Herrenchiemsee accanto a Prien am Chiemsee e infine lo Zugspitze a Garmisch, mentre in città abbiamo deciso di visitare il palazzo di Nynphemburgh, gli interni del municipio e la vista panoramica dal campanile di S. Peter. Restano fuori il bel complesso dell’Olympiapark, il Bmw Welt (che volevo vedere dall’esterno per via della struttura), alte e neue pinachotek e Dachau. È un peccato, ma, come vedremo, ogni mèta ci ha impegnate a tutta giornata, col senno del poi olympiapark e bmw welt si potevano vedere di sera.
Come anticipato il primo giorno è stato occupato dalla visita del municipio, abbiamo atteso lì tra l’altro lo scoccare delle 17:00 per il Glockenspiel e ammirato il panorama dal campanile di S. Peter. Dopodiché abbiamo gironzolato in un lungo e in largo per il centro. Per la cenaaaa… Hofbrauhaus! Se andate a Monaco non potete non andare, è una vera full immersion nello spirito bavarese, è festa tutti i giorni lì, c’è un’allegria fantastica. Abbiamo comprato boccali di diverse misure da riportare e assaggiato veri wurstel bavaresi e crauti (ecco, di questi ultimi avrei fatto volentieri a meno…ahahah!). Calorosi i bavaresi ahahaha.
Fussen. Per arrivare a Fussen occorrono un paio d’ore di treno e una navetta fino alla biglietteria dei castelli, ma i biglietti è meglio prenotarli online o la fila è incredibile. Ritirati i nostri nella corsia preferenziale, ci dirigiamo a Hohenschwangau, il primo dei castelli, quello in cui re Ludwing II è nato e cresciuto, e dal quale ammirava la costruzione di Neuschwanstein. La visita dei 2 castelli ha 1 ora di intervallo, così ne abbiamo approfittato per raggiungere il Marienbrucke, il ponte dal quale si possono scattare le foto migliori a Neuschwanstein. La visita è stata molto approfondita e gli interni del castello meravigliosi, addirittura Ludwig aveva voluto una grotta artificiale! Qui ho preso due stampe del castello e una palla di neve. Con il bottino si torna alla navetta, al bus e infine al treno. È inevitabile prendere almeno quello delle 18:00, col risultato di essere a Monaco per l’ora di cena. Questa volta, stanche come siamo, prendiamo in stazione una maxi macedonia, del cioccolato e andiamo in camera dritte filate a ricaricarci.
Chiesmee. In un’oretta appena di treno (sempre con il bayern ticket e la db bahn) siamo a Prien am Chiemsee, un lago molto grande e bello che viene definito ‘‘il mare bavarese’’. Dalla stazione prendiamo un trenino a vapore d’altri tempi che ci fa arrivare al porto in pochi minuti, e da qui il battello per la cosiddetta Isola degli uomini (Herreninsel). Appena approdate ci dirigiamo in biglietteria, dove ci informano che la strada per il castello prevede una mezz’oretta buona di cammino, così optiamo per la carrozza, in modo da non rischiare di perdere il nostro turno per la visita in italiano. Questo castello è costatato alla corona bavarese come Neuschwanstein e Liderhof messe insieme, è una esatta copia della reggia di Versailles, anzi, la guida ci informa che qui la galleria degli specchi ha addirittura battuto il modello, ebbene sì! Inoltre il tavolo da pranzo era stato costruito con un meccanismo per il quale il pavimento si apriva, il tavolo scendeva e risaliva apparecchiato!
Dopo questa visita torniamo a Monaco e visitiamo il palazzo di Nynphenburgh, una meraviglia per gli occhi, circondato da un bellissimo parco ricco di fiori e da un laghetto con cigni. Dell’interno sono purtroppo visitabili pochissime stanze rispetto alla grandezza effettiva del palazzo.
Anche questa sera si torna alla Hofbrauhaus.
Ultimo giorno dedicato allo Zugspitze, la più alta vetta tedesca, poco meno di 3000m da cui ammirare uno skyline su alpi svizzere, austriache, italiane e Marmolada! Una gioia per gli occhi. E si può salire dalla stazione di Garmish (sempre a un’oretta di treno da Monaco) con un trenino a cremagliera. 55 euro il pass.
Per fortuna la giornata è stata davvero favolosa, cielo di blu intenso, sole e bellissime nuvole striate, e così abbiamo avuto una vista pulita senza la benché minima foschia. Infine di accede alla piattaforma panoramica più alta con un tratto in funicolare. Sempre da qui si può scendere al lago Eibsee, fatelo, non ve ne pentirete. Una bellezza assoluta. Bisogna essere vestiti pesanti, tenete presente che in vetta c’è un ghiacciaio perenne.
L’indomani si parte per Stoccarda. Un paio d’ore di treno e raggiungiamo il nostro hotel Merit. Attenzione! La nostra prenotazione è stata cancellata! Potevamo restare in mezzo ad una strada senza aver ricevuto alcun avviso: la receptionist ci ha spiegato che volevano verificare la presenza dell’importo sulla carta, ma booking non lo riportava, nelle condizioni c’era solo scritto, come in TUTTI gli hotel, che avrebbero verificato la validità della carta, la quale è valida fino al 2019, mentre per il pagamento valeva il paga-dopo. Almeno ha chiamato l’hotel Hansa che, a parità di stelle, ci ha procurato una doppia a poco meno (30 ciascuna per una notte). Siamo davvero arrabbiate per quello che è successo, avremmo voluto una Vera spiegazione, soprattutto viste le 3 stelle. Mai ci saremmo aspettate questo. Ma tant’è, il viaggio prosegue, tutto è bene quel che finisce bene. Non ci facciamo fermare da nessun imprevisto!
Ad un’oretta da Stoccarda si trova Hechingen, qui con una navetta si può raggiungere il meraviglioso castello Burg Hohenzollern, se ci si trova nella regione del Baden-Wurttenberg non bisogna lasciarselo scappare. Qui il biglietto da utilizzare è per l’appunto il regionale Baden-Wurttenberg Ticket. il top sarebbe ammirarlo dallo Zellerhorn per la vista da cartolina, ma non si aveva il tempo per quei 3 km circa di percorso, peccato.
Tra uno spostamento e l’altro si torna a Stoccarda nel tardo pomeriggio, ma non è un problema. Durante la seconda guerra mondiale Stoccarda, a causa dei bombardamenti, ha perduto il suo centro storico, ciò che resta da vedere è la piazza del castello. Avrebbero dovuto prendere esempio da Dresda, però, secondo me, la cui città vecchia è stata fedelmente ricostruita.
L’indomani prendiamo il treno con cambio a Karlshrue per Baden-Baden, tappa finale del nostro viaggio. Dalla stazione di Baden prendiamo il bus che ci scende in Leopoldsplatz, da dove raggiungiamo l’hotel Lohr (200 per 2 notti), gestito da una coppia, una tedesca e un italiano. Baden è una cittadina termale molto raccolta e costosa, davvero ma davvero carino e base più naturale per visitare Strasburgo e la Foresta Nera.
Il primo giorno gironzoliamo per Baden e nel pomeriggio prendiamo il trenino che ci conduce sulla collina Merkurwald, da cui ammirare un panorama a 360° su Baden e la Foresta Nera, un’area verde molto rilassate peraltro. Dopo essere scese abbiamo passeggiato lungo la Lichtentaller Allee, bel viale immerso nel verde e intervallato da simpatici ponti che portano nei più lussuosi hotel di Baden. Dopocena invece siamo andate a visitare il famoso casinò della città, il Kurhaus, il più antico della Germania e in generale uno dei più antichi d’Europa.
Ultimo giorno. Treno per Gengenbach, una trentina di minuti e siamo nel più pittoresco paesino della Foresta Nera, un centro piccino con casette a graticcio e tutt’attorno Foresta Nera a perdita d’occhio. Dopo averlo visitato riprendiamo il treno e infine un bus (lo stesso con il quale si può arrivare a Schonach, dove si trova il più grande cucù del mondo!) alla volta di Triberg, il paese degli orologi. Eh sì, perché Triberg è famosa per gli orologi a cucù e lungo la strada principale ci si sono numerosi negozi specializzati, uno più simpatico dell’altro, ma Triberg non è famosa solo per questo, perché nel café Schaefer è nata la TORTA foresta nera……potevamo mancare una simile tappa? Ma assolutamente no J Che delizia! Non c’era modo migliore per ricaricarci dopo il percorso delle cascate. Triberg gode infatti di un bellissimo percorso nella foresta che conduce alle più alte cascate tedesche (163m).
Dal finestrino nel nostro treno vediamo sfilare la Foresta Nera, la più fitta che abbia mai visto. E con gli occhi ancora pieni delle bellezze di questi luoghi, si torna a casa. È un peccato non aver avuto il tempo di visitare Strasburgo, ma bisogna sempre lasciarsi indietro un motivo per tornare, no? 😉