Provenza assolata

Storia, cultura e poca lavanda
Scritto da: BarbaraCera
provenza assolata

Giovedì 21 luglio mio marito ed io partiamo in auto, con tanto entusiasmo, alla volta della Provenza, zona della Francia a noi cara, visitata già in passato.

È tardi per ammirare la fioritura della lavanda, ma è comunque un viaggio consigliatissimo, ricco di storia e di cultura.

La nostra prima tappa è Lourmarin a 610 km da casa, che riusciamo a percorrere in circa 6 ore.

È pomeriggio ed il castello rinascimentale si staglia bellissimo di fronte al villaggio: è un cubo dorato, la cui luce abbaglia ed ammalia.

È famoso perché è il primo castello rinascimentale costruito in Provenza: all’entrata (7eur50 a persona – www.chateau-de-lourmarin.com) ci viene data una mappa di percorso, sia in francese che in italiano.

Dopo un paio d’ore di visita, ci fermiamo a bere una birra in centro, poco distante: il villaggio è molto bello, molto colorato e molto piacevole, visto che sia oggi che domani avremo l’occasione di assistere a performance gratuite di artisti di strada. Siamo nella piccola deliziosa Place Ormeau, al Café Gaby.

Abbiamo prenotato alloggio per due notti a Cucuron, a 5 km di distanza.

Alloggiamo a Les 3 Saisons, prenotato attraverso Booking, che si merita un bel dieci per pulizia, posizione ed accoglienza. In particolare, è da notare la presenza di una bellissima piscina all’aperto, presso la quale è stato allestito un punto di ristoro, dove viene servita l’abbondante colazione mattutina.

Solo cento metri di strada a piedi ci separano dal centro cittadino: Place de l’Etang, che si snoda intorno ad una enorme, suggestiva vasca d’acqua (lo stagno, appunto), circondata da enormi alberi di platano. Me ne innamoro perdutamente!

Abbiamo la fortuna di trovare posto per cenare proprio a bordo vasca, presso l’ottimo Bar de l’Etang.

Giorno 2

Venerdì 22 luglio partiamo ad esplorare il resto del villaggio di Cucuron, per poi avviarci nuovamente a Lourmarin: è la mattina del mercato settimanale e riusciamo ad acquistare sia qualche leccornia che qualche regalino.

Pranziamo tardi presso uno dei vari ottimi ristoranti (Café Restaurant de la Fontaine) e poi, nel pomeriggio, ci rilassiamo a bordo piscina.

È venerdì sera e non ci sono tavoli liberi vicino a Place de l’Etang, per cui ci avventuriamo più in centro e mangiamo in un baracchino all’aperto, la cui insegna è una tavola da surf: parlo del locale La Kaz, ricavato in due stanzette striminzite.

Giorno 3

Sabato mattina è già l’ora di lasciare la splendida Cucuron alla volta di una giornata molto impegnativa: Gordes, Sénanque e il Village de Bories.

Iniziamo dal paesino di Gordes (distante 30 km), abbarbicato su uno sperone di roccia. Lasciata l’auto in uno dei parcheggi esterni, visitiamo per primo il castello (5 eur/persona), dove si sta tenendo una mostra dedicata ad un’artista locale, Danielle Doucet. È davvero stupendo il camino rinascimentale che accoglie i visitatori all’inizio del percorso.

Scendiamo dal centro fino a valle, all’altezza del lavatoio storico, per poi risalire dall’altra parte ed ammirare Gordes dalla rupe a strapiombo che si staglia proprio di fronte.

Ritorniamo in zona del castello per pranzo (L’Estaminet in Place du Chateau) e poi ci dirigiamo alla nostra seconda tappa, la meravigliosa abbazia di Sénanque, a pochi chilometri dal centro abitato: avevo già preso i biglietti online (8 eur50 a persona) e, mentre io seguo la visita in lingua francese, a mio marito viene assegnato un tablet in italiano. La visita dell’abbazia – immersa nei campi di lavanda, oramai secchi – è solo guidata e dura circa un’ora.

Dopo Sénanque, prima di prendere la via per l’alloggio di stasera, a pochi km ci fermiamo all’incredibile Village des Bories (6 eur/persona), costituito da una trentina di capanne, costruite in pietra a secco. Incredibile la somiglianza con i trulli pugliesi e con i nuraghi sardi! Abitato fino a metà 1800, questo villaggio era soprattutto utilizzato dai pastori per il pascolo del bestiame. “Borie” indica una piccola costruzione rurale e viene dal latino “boria” che indica la stalla per i buoi,

Pare che lo stesso tipo di architettura sia stato tramandato fino ai giorni nostri dai tempi del Neolitico e questo villaggio fu restaurato da alcuni amatori negli anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso.

Sono le 18:00 quando ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa del giorno: la tenuta Mas Grimaud (www.masgrimaud.sitew.fr) a Eygalières, dove dormiamo due notti.

Mas Grimaud dista circa 30km dal nostro ultimo luogo di visita ed anche a questa struttura diamo un bel dieci, per le stesse ragioni del 3 SAISONS. Splendida anche questa piscina, dove però riusciamo solo a tuffarci velocemente al nostro arrivo. Siamo alloggiati nel piccolo studio sul retro, il cui punto di forza è una terrazzina privata dove si possono anche organizzare pasti e bagni di sole.

Il centro di Eygalières dista pochi km e si snoda su una via principale che, d’estate, viene chiusa al traffico per il mercato settimanale del venerdì mattina e per le serate del weekend: ceniamo in uno dei molti ristorantini, che per l’occasione si allargano almeno fino a tappezzare tutto il marciapiede, con le persone che camminano in mezzo alla carreggiata. È Le Progrès, dove consigliamo di assaggiare il saporitissimo antipasto di formaggi.

Giorno 4

Dopo un’abbondante colazione consumata nella veranda principale, domenica mattina iniziamo la nostra ultima, lunghissima ed impegnativa giornata provenzale: Glanum, St. Rémy de Provence, Les Baux de Provence, lo spettacolo Les Carrières des Lumières e Maussane.

il magnifico sito archeologico di Glanum dista solo 15 km dal nostro alloggio: lo avevamo intravisto nell’oramai lontano 2009, annunciato dall’arco trionfale e dal mausoleo visibili dalla strada, che costituiscono il complesso chiamato Les Antiques de St. Rémy e che sono all’aperto, visitabili senza pagare alcun biglietto.

Prima di partire, online abbiamo acquistato a 10 eur a persona il biglietto di entrata con validità di un anno, includente anche l’Hotel De Sade in centro a St. Rémy de Provence.

Glanum ci ha conquistati: siamo rimasti al suo interno quasi il doppio del tempo di percorrenza previsto (1h30) e consigliamo di visitarlo con calma, all’apertura alle 9:30, come abbiamo fatto noi.

Usciti dal sito, ci rechiamo in centro: St. Rémy è piccolina e molto carina. Finalmente abbiamo l’occasione di mangiare una buona crêpe in un localino La Celtie, nel centro storico.

Nel primo pomeriggio visitiamo l’incredibile struttura medievale dell’Hotel De Sade, costruita sulle antiche terme romane, proprio in centro. Appartenente alla potentissima famiglia del famigerato marchese (che qui però non mise mai piede) nel Medioevo fu a seconda dell’epoca punto di riscossione di dazi ed edificio religioso. Attualmente è stato restaurato ed è diventato sito museale, che raccoglie soprattutto i reperti rinvenuti a Glanum.

Pochi chilometri separano St. Rémy da Les Baux de Provence, nostra penultima tappa del giorno. Riusciamo a parcheggiare gratuitamente di fronte alle Carrières des Lumières che distano cinque minuti a piedi dal villaggio. Visitiamo anche questo splendido villaggio nel calore e nella luce di questa pietra provenzale, così bianca da accecare!

Poco prima delle 18:00, che è l’orario dei nostri biglietti già acquistati online (eur 14,50/persona) siamo alla cava, trasformata in spettacolo di luci e suoni. È un’esperienza immersiva sensoriale incredibile, che sicuramente ripeteremo.

Il piccolo centro di Maussane dista solo 4 km dalle cave ed è lì che ci dirigiamo per la nostra cena. Il villaggio si snoda intorno ad una piazza centrale, caratterizzata da una fontana monumentale. Dopo l’abbondante cena in piazza all’aperto presso AU RESTO, facciamo una passeggiata nel vecchio centro storico di Maussane, a poche centinaia di metri dalla piazza. È un luogo di pace e silenzio, rotto solo dal rumore del ruscello.

Maussane è a 15 km da Eygalière: bellissima la strada che collega i due paesini, molto verde e tutta in collina.

Giorno 5

È già lunedì, il nostro ultimo giorno in Provenza!

Partiamo subito dopo colazione, alla volta di Eygalière che, nella sua parte più antica, ospita un piccolo complesso medievale composto da una chiesa, da un campanile e dalle vestigia di una fortezza.

È una zona poco frequentata, perché un po’ fuori del turismo più massivo di altri villaggi, ma merita una visita.

Ripartiamo verso casa poco prima di mezzogiorno e questa volta il tragitto – sempre poco più di 600 km – è più trafficato. Invece che le sei ore dell’andata, il ritorno ha un tempo di percorrenza di sette ore abbondanti.

Certo saremmo rimasti volentieri in Provenza, ma ci torneremo presto!

Conclusioni

In conclusione, abbiamo avuto modo di alloggiare in due splendidi luoghi, di pace e tranquillità.

Abbiamo sudato molto, ma non abbiamo patito il caldo umido e soffocante dell’Italia. Anche in Provenza ci sono restrizioni all’utilizzo dell’acqua, tanto che la stragrande maggioranza delle fontane che abbiamo visto è a secco.

Abbiamo visitato luoghi più o meno famosi ma – complice il fatto che luglio non è ancora piena stagione turistica – abbiamo sempre trovato poco traffico e luoghi vivibili.

Stiamo già pensando di ritornarci, l’anno prossimo, per conoscere qualche altro meraviglioso paesino e le gole del Verdon e in tempo per vedere la fioritura della lavanda, questa volta!

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