I Pappamusci, storia di una tradizione pugliese

Viaggio tra religione, folclore e cultura del Tacco
Scritto da: Hiroingi
i pappamusci, storia di una tradizione pugliese

Si dice, o forse lo dico soltanto io, che per conoscere un luogo bisogna carpirne le usanze, gli specchietti sociologici “sciasciani” e i segreti antropologici. In questo viaggio alla scoperta della cultura pugliese, dopo il pezzo dedicato all’arte culinaria nascosta dietro al Fico Mandorlato, decido di concentrare l’attenzione su una tradizione centenaria, legata al culto religioso. Ci avevo dedicato qualche riga all’interno del mio blog affiancando, al testo, anche un lavoro video tra i più dettagliati e particolareggiati di tutta la mia produzione.  Dopo una doverosa premessa vi faccio allora una domanda: siete mai venuti in Puglia durante la Settimana Santa? Se la risposta non è affermativa, allora vi suggerisco di farlo. Qui la religiosità è qualcosa di importante e gli eventi sono sentiti e belli, dal Salento al Gargano. In questo spaccato di cultura del “Tacco” vi racconto la secolare tradizione dei Pappamusci, i pellegrini incappucciati di Francavilla Fontana.

Tra Confraternite, religione e folclore

Le confraternite ritornano spesso nella narrazione religiosa pugliese. Resistono da secoli, caratterizzando un territorio proiettato verso il futuro e ancorato alla sua cultura. Quella che simboleggia la storia dei Pappamusci è la Confraternita del Carmine, presente nella cittadina brindisina fin dal 1677.

I confratelli sentono questa tradizione. La tramandano, la fanno rivivere, con quel loro andare per le vie del paese scalzi e incappucciati, partendo dal Giovedì Santo fino alla mattina del Venerdì.

La loro è un’azione di penitenza, vissuta attraverso il passaggio sugli altari delle chiese di Francavilla, quelli che un tempo venivano chiamati “Sepolcri”.

Io c’ho fatto un lavoro di ricerca, tentando di capire l’importanza della tradizione attraverso una veduta sul campo. Mi sono così interrogato sull’origine di quel nome, che qualcuno farebbe risalire addirittura allo spagnolo “Papamoscas” e qualcun altro ad una forma dialettale tipica del territorio dell’Alto Salento.

I Pappamusci li ho fotografati, filmati, accompagnati in quella marcia scalza e in coppia.

Durante le celebrazioni quelle coppie sono 70 ed escono a distanza di 5 minuti l’una dall’altra. Indossano l’abito bianco del pellegrino, insieme ad un cappuccio che non permette di riconoscere i volti dei fedeli e ad un bastone che serve da supporto per la via. Il movimento è scandito dalla Trenula, un antico strumento in legno, con cinghie in ferro, che produce un suono grave, forte, accentuato. La Trenula rappresenta uno degli elementi determinanti durante la Settimana Santa, proprio perché diventa sinonimo della religiosità della penitenza e del perdono.

Altro elemento caratterizzante è il Perè: durante la notte tra il Giovedì ed il Venerdì Santo, quattro rappresentanti della Confraternita del Carmine camminano per il paese andando a visitare, casa per casa, tutti i confratelli e ricordandogli l’importanza della preghiera in una notte di penitenza come quella pre pasquale. Il loro vagare è scandito dal suono di quattro Trenule e da una venia funebre suonata da due musicisti della banda cittadina.

Li Pappamusci cu li Trai

Quando ho fatto il mio lavoro video sui Pappamusci cu li trai (li “trai” sono le grosse croci in legno) non avevo ancora capito quanto fosse speciale questo evento.

Una vera penitenza religiosa, con la gente assiepata lungo le stradine di Francavilla Fontana in attesa di questi uomini incappucciati, misteriosi.

Prima della partenza del corteo avevo anche visto da vicino le grosse travi in legno destinate alla processione e mi ero chiesto quanto potesse essere duro caricarsele per ore. I Pappamusci cu li trai sono ancora più particolari, forse perché non si conosce l’identità dei penitenti. Hanno cappucci e vesti sia rossi che neri e lo sguardo che narra la sofferenza, in una rievocazione che ricorda la penitenza di Cristo.

Vedere da vicino questo evento è qualcosa di profondo, un misto tra folclore e religione. In una terra a forte attrazione turistica, esaltare queste perle è il modo migliore per spiegarne la bellezza variegata.

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pappamusci di francavilla fontana

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