La città più romantica della Puglia è protagonista di una leggenda che risale a 800 anni fa

Trani è una città romantica che affaccia sul mare
la città più romantica della puglia è protagonista di una leggenda che risale a 800 anni fa
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Il profilo della sua cattedrale la domina dal lungomare, ma ad ogni angolo scoprirete il suo lato più bello. Spesso meta “secondaria” negli itinerari turistici della Puglia, Trani è una città da vedere non solo per i suoi monumenti, ma anche perché cela una antica e romantica leggenda.

Cosa vedere a Trani

i colori di trani

Il profilo di Trani visto dal mare. Si nota subito la storica Cattedrale

Se si pensa a Trani viene subito alla mente la sua cattedrale, magnificamente affacciata sul mare. La Cattedrale di Santa Maria Assunta è un tipico esempio di architettura romanica pugliese, la cui facciata è realizzata in tufo calcareo locale, che conferisce alla cattedrale quel caratteristico candore bianco roseo, che sembra quasi brillare durante le ore del crepuscolo. La pietra chiara contrasta con tutte le sfumature del blu del suo fondale marino e con una scenografia così raffinata molte coppie decidono di scambiarsi la promessa di matrimonio proprio qui. Che in voi ci sia romanticismo o meno non importa, di sicuro Piazza Duomo vi regalerà un’emozione positiva.

Trani è una cittadina intricata di viuzze, attraverso le quali è possibile raggiungere il quartiere ebraico. In questa zona della Puglia era presente una grande comunità ebraica e ancora oggi è possibile visitare le sinagoghe sopravvissute ai giorni nostri, alcune delle quali trasformate successivamente in chiese. Le architetture del quartiere e dei luoghi sacri sono abbastanza severe, caratterizzate da linee semplici e costruite in pietra. Il fascino della città, però, non si fa fermare dalla semplicità delle sue strutture litiche, anzi viene intensificato dalla testimonianza di un passato pacifico e interculturale.

Molto vicino a Piazza Duomo, invece, è impossibile ignorare il Castello Svevo. Anche questa grande struttura storica si affaccia direttamente sul mare e presenta le caratteristiche tipiche dei castelli costruiti sotto il regno di Federico II di Svevia. Questa fortificazione era fondamentale per la sicurezza della città. La sua collocazione non era affatto casuale, perché serviva per difendersi da eventuali assalti provenienti dal mare. Intorno a questo castello si narra la cupa leggenda di Armida.

La leggenda di Armida

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Il Castello Svevo di Trani, dove venne rinchiusa Armida, colpevole di aver amato l’uomo sbagliato

Una donna dai lunghi capelli neri e gli occhi color del mare si aggira per le strade di Trani. Di solito si incammina all’imbrunire, cercando di nascondere la propria identità sotto un leggero e fluttuante abito grigio. Il suo nome è Armida e ogni notte esce per andare alla ricerca del suo grande amore. Se vi dovesse capitare di incontrarla, non disturbatela, perché potreste turbarla profondamente e scapperebbe via. La sua presenza è totalmente innocua e lei è talmente discreta che dubito anche che la notiate nel buio della sera.

Armida è un fantasma, il fantasma di una dama. Si tratta di una donna rinchiusa nelle segrete del castello, imprigionata tra quelle mura dopo essersi innamorata perdutamente di un cavaliere. Armida era una donna sposata e quando il marito scoprì il tradimento, fece immediatamente uccidere il cavaliere e mise la moglie in una fredda cella, dove trascorse il resto della sua vita. Trascorse mesi all’interno delle fredde segrete del castello, alla fine divenne flebile il respiro e la vita le fuggì via. La morte non fu motivo di resa per Armida, che dal quel giorno continua a passeggiare per le strade della città, nascondendo il suo volto sotto un velo grigio, muovendosi nel favore delle tenebre e ricercando per sempre il proprio cavaliere.

Ad oggi non esiste alcuna prova dell’esistenza di Armida e si pensa che la leggenda possa far riferimento ad un’altra donna, che si chiama Sifridina. La contessa di Caserta fu imprigionata nelle segrete del castello di Trani dal 1268 al 1279, per aver cospirato contro gli Angioini, morì dopo 11 anni di prigionia e non riuscì mai ad abbandonare quel luogo.

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