Non solo la Torre: nei dintorni di Pisa ci sono incredibili attrazioni da scoprire

Scritto da: I viaggi di Ines
non solo la torre: nei dintorni di pisa ci sono incredibili attrazioni da scoprire

Grazie alla selezione indetta da “Turisti per Caso” ho avuto l’onore di essere scelta come loro Testimonial e di poter trascorrere un lungo weekend in una destinazione a piacere tra quelle proposte. La mia decisione è ricaduta su Pisa, meta che avevo in programma di visitare prima dello scoppio della pandemia. L’ itinerario si sviluppa su quattro giorni ed abbraccia soprattutto il pisano con una sosta, in occasione del viaggio di rientro verso casa, nella zona di Carrara.

La provincia di Pisa si allunga nella Toscana centro-settentrionale, schiacciata tra il livornese ed il fiorentino, con uno sbocco strategico sul mare. L’acqua è un elemento fondamentale per il territorio ed è presente in diverse forme. 

La troviamo nel mare (il Ligure) che bagna la costa sabbiosa del Parco Regionale di Migliarino e San Rossore e nelle alte onde che si infrangono contro gli scogli e i trabocchi della Marina di Pisa, oggi porto turistico e di pesca, un tempo fiorente luogo di commercio tanto da rendere Pisa una delle più importanti Repubbliche Marinare d’Italia. In questo punto, chiamato anche Bocca d’Arno, l’acqua salata si mescola con quella del fiume che, dopo avere attraversato il capoluogo, termina proprio qui il suo percorso. Lungo gli ultimi chilometri che costeggiano l’Arno e ne precedono la foce fate caso ai numerosi cantieri navali dove stazionano e si riparano le imbarcazioni da diporto. 

Spostandosi nell’entroterra, più precisamente nella Valle delle Fonti (sui Monti Pisani) si incontrano molte sorgenti naturali che sgorgano dal terreno. Tra Asciano e Pisa sono ancora visibili i resti dell’Acquedotto romano (il “Mediceo”) che portava l’acqua fino al centro della città. San Giuliano, Casciana e Uliveto, invece, sono solo alcune delle rinomate località termali dove è possibile approfittare delle proprietà curative dell’acqua. 

Il territorio pisano non è solo pianura, ma è mosso a nord da bassi rilievi chiamati Monti Pisani, con vette che raggiungono i 900 mt slm (il più alto è il Monte Serra) dove è possibile organizzare trekking ed escursioni. Spostandosi verso sud, invece, il paesaggio cambia completamente lasciando spazio alle colline. Immersi in una natura quasi incontaminata sorgono sparsi i borghi antichi abbracciati da cinte murarie che custodiscono gelosamente castelli, case torri e tradizioni secolari: piccoli tesori da scoprire! 

Una zona ricca di storia e monumenti fondata sulla convivenza equilibrata tra uomo e natura, con uno sfruttamento rispettoso delle risorse del suolo, senza andare a danneggiare la flora e la fauna locali.

Pisa

Il nucleo più antico di Pisa si sviluppa dentro la ben conservata cinta muraria che ancora oggi è percorribile per un tratto lungo tre chilometri che va da Piazza del Duomo fino ai Lungarni (a due passi dalla Cittadella), con quattro punti di accesso che consentono di salire fino ad undici metri di altezza. Lungo i viali principali e più battuti trovate le boutique delle grandi marche che hanno occupato i locali al pianterreno dei palazzi storici. Non dimenticate di alzare lo sguardo oltre le vetrine per dare un’occhiata alle facciate dipinte, alle decorazioni e alle tante edicole votive che segnano i crocevia. Ad interrompere il corso di queste lunghe strade ci pensano le piazze. Alcune piccole ed anonime con le rivendite di giornali ed i tavolini dei bar, altre più monumentali come quella dei Cavalieri (una delle più belle), sistemata grazie all’intervento del Vasari. Questa piazza, nata originariamente come fulcro del potere politico, venne poi trasformata nella sede dei Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano (una sorta di esercito fondato dallo Stato Pontificio). Attualmente lo splendido Palazzo della Carovana che domina lo spiazzo ospita la Scuola Normale Superiore con le sue facoltà di scienze umanistiche. Pisa, infatti, oltre ad essere la città natale di alcuni illustri personaggi come Galileo Galilei (la cui casa natale detta “Ammanati” è in Piazza Verdi, a due passi dal Tribunale) e Leonardo Fibonacci è un importante polo universitario che richiama studenti da tutto il mondo. Molti sono i Musei di proprietà dell’Università di Pisa disseminati sul territorio cittadino, ospitati all’interno di edifici monumentali, che vengono utilizzati anche dagli studenti come centri di studio e ricerca. Ne sono un esempio il Museo degli Strumenti per il Calcolo, il Giardino Botanico, il Museo di Storia Naturale. 

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Abbandonati i vicoli ombreggiati dai porticati del quartiere di Borgo Stretto e a due passi dalla Sinagoga ebraica (visitabile su prenotazione insieme al cimitero), rimarrete abbagliati dai luminosi “Lungarni”, la magnifica passeggiata lungo le sponde del fiume, dove le rive sono collegate tra loro da una serie di ponti che richiamano alla mente Firenze. A ridosso dell’Arno si affacciano molti palazzi significativi tra cui il Royal Victoria Hotel (l’albergo più antico d’Europa), i Palazzi Blu e Rosso (attualmente sedi museali), il Complesso Diocesano di San Matteo, Palazzo Lanfranchi (la sede del Museo di Grafica). 

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Tra le tante esposizioni (che meriterebbero un’intera giornata per essere visitate degnamente), salta all’occhio la minuscola Chiesa di Santa Maria della Spina, una bomboniera gotica che si appoggia sulla riva sinistra dell’Arno in corrispondenza del Ponte Solferino. Come si può intuire dal nome, in passato conservava come reliquia una spina attribuita alla corona di Gesù. 

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Se preferite un itinerario focalizzato sulla storia marinara di Pisa, dopo essere passati da Via delle Belle Donne (ex quartiere a luci rosse), potete fare visita agli Arsenali della Repubblica e a quelli Medicei (che ospitano il Museo delle Navi Antiche), i vecchi cantieri navali andati in parte distrutti in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. 

A Pisa non mancano neppure i luoghi di svago e ritrovo: in Piazza Vittorio Emanuele II c’è il carosello per la gioia dei più piccoli, mentre Giardino Scotto è uno dei polmoni verdi della città che incorpora armoniosamente le rovine dell’antica Cittadella. Oltre a tavoli e panchine per un pranzo in compagnia trovate un parco giochi per bambini ed il grande spiazzo in cui d’estate vengono organizzati concerti e spettacoli. 

La visita a Pisa non può concludersi senza essere passati dalla Canonica di S. Antonio Abate. Su una parete dell’edificio religioso, a poca distanza dalla stazione dei treni, c’è un’opera d’arte permanente a cielo aperto dipinta da Keith Haring in persona. Il murales si intitola “Tuttomondo” ed è stato realizzato nel 1989. Merita davvero una deviazione! 

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Piazza del Duomo (o Piazza dei Miracoli)

Se non fosse per la troppa calca di turisti alla ricerca dello scatto perfetto nell’atto di sostenere con le mani la Torre pendente, Piazza dei Miracoli sarebbe incantevole. Se avete l’occasione andateci la mattina presto o in serata, evitando i grandi affollamenti. Vi troverete circondati da un complesso di edifici medioevali in armonia tra loro, accomunati dalle linee architettoniche in stile romanico pisano e rivestiti della stessa pietra bianca, appoggiati su un tappeto d’erba brillante. 

Al centro dello spiazzo domina la Cattedrale. Date un’occhiata alla splendida facciata, ma soffermatevi anche all’interno alzando lo sguardo per ammirare il soffitto in legno a cassettoni e per osservare i dettagli delle due opere principali che qui sono conservate: il nuovo pulpito del Pisano e lo splendido mosaico dell’abside (dove la figura di San Giovanni è attribuita a Cimabue). 

Attorno, disposti quasi a raggiera, sorgono:

  • il Battistero a pianta circolare, il più grande d’Italia. Salite le scale fino al primo livello ed affacciatevi alla balaustra per vedere meglio il fonte battesimale ottagonale e le decorazioni in marmo dei pavimenti;
  • la Torre Campanaria (conosciuta come Torre pendente) famosa in tutto il mondo e diventata simbolo della città per la sua particolare inclinazione dovuta al cedimento delle fondamenta.
  • il Camposanto edificato per riunire i sarcofagi che venivano disposti attorno alla Cattedrale. I loggiati con le grandi finestre che incorniciano il chiostro centrale sono decorati con enormi affreschi raffiguranti scene come il Trionfo della Morte o la Crocifissione di Cristo. Danneggiati dai bombardamenti, vennero restaurati solo negli Anni Settanta. Per la sistemazione fu necessaria la rimozione degli affreschi dalle pareti che riportò alla luce gli originari disegni preparatori (oggi conservati nel Museo delle Sinopie)
  • il Museo dell’Opera del Duomo una grande raccolta di reperti riferibili agli edifici di Piazza dei Miracoli, ma anche altri arredi liturgici, libri dipinti e sculture provenienti da epoche e zone diverse.

Per visitare questi monumenti consiglio l’acquisto online del biglietto cumulativo: con 10 euro potrete entrare in tutti gli edifici e i Musei che affacciano sulla Piazza (fatta eccezione per la Torre che richiede un sovrapprezzo e la prenotazione anticipata con indicazione del giorno e dell’orario). 

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Orto e Museo Botanico

Sono in pochi a sapere dell’esistenza del Giardino Botanico di proprietà dell’Università di Pisa. Dedicate almeno un’ora piena alla scoperta di questo luogo incantevole che nasconde serre tropicali, un bel giardino all’inglese con alberi secolari ad alto fusto, fontane con scorci sulla Torre ed una sezione dedicata alle aiuole in cui, ordinate, crescono le piante suddivise per categoria: ci sono le carnivore, quelle utilizzate per la tintura dei tessuti, le medicinali, ecc. Un’occasione per ritirarsi in un posto fresco ed immergersi nella natura, a due passi dalla caotica Piazza dei Miracoli. Da non perdere il piccolo Museo dalla facciata grottesca (rivestita con coralli, conchiglie e sassi di tufo) che conserva una collezione di riproduzioni in cera di alcuni dettagli vegetali. Il costo del biglietto è di 4 euro mentre l’ingresso è su Via Luca Ghini, una traversa di Via Santa Maria.

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Muoversi a Pisa

Seppur piccola, Pisa è ben servita dai mezzi di trasporto. Potete decidere di arrivare in treno o aereo. Se preferite muovervi in auto potete usufruire dei parcheggi gratuiti e comodi di Via Ugo Rindi. I brevi spostamenti possono essere fatti in bicicletta (utilizzando il servizio di bike sharing “CICLOPI”) o con gli autobus che collegano in maniera capillare il territorio. 

Consigli per il pranzo

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Pisa è ricca di ristoranti e trattorie in cui degustare i piatti tipici della tradizione toscana come la pappa al pomodoro, il lampredotto e la trippa. Scegliete con attenzione, evitando le “trappole per turisti”. Per un pranzo veloce consiglio I Porci Comodi e L’Ostellino. Queste gastronomie con servizio self-service propongono taglieri di salumi e formaggi ed una lunga lista di panini farciti al momento con affettati, latticini ed altri prodotti del territorio. 

A due passi da Pisa

Marina di Pisa

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Frazione balneare di Pisa, da fine Ottocento è per gli abitanti della zona il rifugio estivo dalla calura della città. Oltre al porto turistico dove attraccano gli yatch, ci sono spiagge e lidi con ristoranti e bar. Nato come borgo di pescatori, conserva ancora oggi il legame con questa attività che viene praticata sia dalla terraferma con l’uso delle canne, sia mediante i caratteristici “retoni” dei trabucchi che caratterizzano il paesaggio in corrispondenza della Bocca d’Arno. Il pescato viene poi venduto direttamente sul posto. 

Parco regionale Migliarino San Rossore e Oasi LIPU Lago di Massaciuccoli

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Il Parco Regionale di Migliarino e San Rossore si estende a nord della Marina di Pisa fino al Lago di Massaciuccoli, su una vasta porzione di territorio (ben 23.000 ettari) che va dalla costa all’entroterra. Informatevi bene prima di intraprendere qualsiasi attività all’interno di quest’area protetta: c’è la possibilità di fare passeggiate e andare in bicicletta, ma solo su determinati sentieri e seguendo le indicazioni della mappa. Il rischio che si corre è quello di essere individuati e multati. Un consiglio pratico: scaricate la cartina o fotografate uno dei tanti pannelli informativi perché, una volta che vi addentrerete nel parco non avrete copertura di rete. L’alternativa è quella di partecipare ad una visita guidata in trenino o su una carrozza trainata da cavalli, alla scoperta dei tanti ecosistemi che popolano quest’oasi. L’accesso al mare (e alle spiagge) sono vietati in autonomia: bisogna essere tassativamente accompagnati da una guida ambientale prenotandosi in autonomia oppure contattando il centro visite. Se avete poco tempo vi consiglio di arrivare in auto fino al Viale del Gombo (una strada molto conosciuta e fotografata) dove le due file di pini marittimi si uniscono, toccandosi. Lasciata la vettura nel parcheggio e proseguendo diritti a piedi si arriva a Villa Gombo. Da lì, accompagnati, si può raggiungere il mare in corrispondenza delle Marinette. All’interno della riserva ci sono l’ippodromo, i centri visite, alcune fattorie, punti di ristoro, noleggi di biciclette e persino aree attrezzate con barbecue da utilizzare liberamente. Una bella esperienza, nel silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli. Unica delusione l’incuria di alcune aree che, purtroppo, sembravano abbandonate a loro stesse con i pannelli illustrativi distrutti, grandi tronchi caduti da tempo (e mai rimossi) ad impedire il passaggio su alcuni sentieri e la poca segnaletica direzionale all’imbocco dei tracciati secondari. 

Calci e la Certosa

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Ad una decina di chilometri da Pisa sorge una Certosa dalle linee architettoniche inconfondibili. Siamo a Calci ed il monastero è il monumento più importante della zona. La struttura si divide in due parti: il vecchio edificio trecentesco rimaneggiato in epoca barocca adibito a convento (visitabile con guida, da prenotare in anticipo) e l’ala che ospita il Museo di Scienze Naturali dell’università di Pisa e che comprende tre sezioni incentrate sui fossili, sugli animali e l’acquario. E’ possibile acquistare (anche sul posto) il biglietto combinato a 14 euro, oppure scegliere di visitare solo l’acquario a 8 euro. 

Per raggiungere Calci avete due possibilità: arrivarci comodamente in macchina oppure con un trekking panoramico ad anello della durata di circa cinque ore che parte da Prato a Ceccottino (sui Monti Pisani), passando dalla Rocca della Verruca. Il punto di partenza è lungo la Strada dell’Olio (l’ultimo tratto è sterrato) che sale da Vicopisano, tra gli uliveti. Potete intercettare il sentiero anche salendo da Uliveto Terme.

L’entroterra pisano, tra borghi e natura

Abbandonato il capoluogo di Provincia e dirigendosi verso sud, dopo aver superato una pianura industrializzata con grandi pale eoliche che deturpano il paesaggio, ci si immerge nuovamente in una campagna brulla dove a separare la terra dal cielo sono le linee morbide delle colline stondate. I pendii a tratti verdi (con i fili d’erba mossi dal vento), a tratti marroni (freschi di aratro e in attesa dello spuntare dei nuovi germogli) sono collegati da strade sinuose che si fanno spazio tra un rilievo e l’altro. La sommità di alcuni colli è occupata dai borghi, gli antichi insediamenti dell’uomo che cercano di sopravvivere al trascorrere del tempo e alle tante scomodità. 

Vi porto alla scoperta di alcuni di questi luoghi, premettendo che questo territorio meriterebbe molto più tempo per essere esplorato e che i paesi visitati sono quelli in cui mi sono piacevolmente persa, nei dintorni della mia base (Casciana Terme).

Casciana Terme

Le Terme di Casciana sono state edificate in epoca matildica (1100 circa), anche se pare che i Romani si fossero già accorti da tempo dei poteri curativi di queste acque. All’interno della struttura, oltre alla grande piscina all’aperto, si può usufruire di trattamenti riabilitativi, massaggi e percorsi relax. Ho avuto il piacere di essere ospite di Villa Borri, una villa del Settecento trasformata in hotel, che vanta un piccolo centro benessere ricavato nelle sale affrescate dell’epoca. Il centro storico di Casciana si sviluppa attorno alla Piazza principale su cui affacciano la Chiesa di Santa Maria Assunta, il Gran Caffè delle Terme ed altre attività commerciali. A due passi, in Piazza del Vecchio Mercato, avrete modo di fare un tuffo nel passato immaginando come si svolgeva il mercato cittadino. Ancora oggi sono, infatti, ben conservati i tavoli in pietra su cui gli ambulanti esponevano le proprie merci. Il resto del territorio comunale si allarga nelle colline circostanti, tra vigne e uliveti. 

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Consigli per mangiare

L’Antica Pescheria Sassetti è una vera istituzione per chi ama il pesce. Questo piccolo ristorante è ricavato sul retro del banco vendita della pescheria. Troverete un menu essenziale, a base di prodotti freschi cucinati divinamente. I loro cavalli di battaglia sono: il guazzetto di cozze, gli spaghetti alle vongole ed il fritto misto. Potete prenotare il vostro tavolo direttamente dal sito. 

A chi vuole assaggiare piatti toscani cucinati con tecniche contemporanee consiglio Lovile (Ristorante dell’Agriturismo “Le Valli”), ricavato in un antico ricovero per le pecore. Troverete grandi tavoli, vetrate che si aprono sulla campagna ed un servizio attento e coinvolgente. Durante la bella stagione è possibile mangiare nel giardino, con una splendida vista sui colli. 

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Lari

Per raggiungere il Castello di Lari (detto “dei Vicari”) bisogna seguire una strada ( o “ruga”) a senso unico che sale a spirale lungo la collina. Tutto attorno si sviluppa il borgo ancora intatto, con le case che affacciano sulla campagna circostante. Vi innamorerete subito di questo posto sospeso nel tempo! 

Nel cuore della cittadina c’è una via chiamata “dei Pastifici” dove nell’Ottocento erano attivi ben due laboratori. Uno venne rilevato nel 1926 dalla famiglia Martelli ed è l’unico che ancora oggi sopravvive. I cinque formati di pasta nascono da un impasto a base di semola di grano duro e acqua che passa attraverso delle trafile in bronzo, prendendo la forma desiderata. Il vero segreto (che fa la differenza) è il tempo di essiccazione: ben 50 ore! Una lavorazione lenta e paziente, al termine della quale la pasta viene impacchettata nelle tradizionali confezioni di carta gialla per poi essere distribuita in tutto il mondo. Avvisate del vostro passaggio e verificate se c’è la possibilità di visitare la produzione. Noi siamo stati accompagnati da Luca, membro della famiglia, che ci ha fatto letteralmente “toccare con mano” la qualità di questo prodotto. 

Altre due piccole realtà di Lari meritano di essere menzionate per la loro tradizione secolare: il piccolo Panificio Bernardeschi (aperto dal 1927) che sforna pane e dolci da ben quattro generazioni e la Liquoreria Meini (fondata nel 1874) che per la produzione del suo liquore “Festa” utilizza la ciliegia, frutto simbolo del territorio. 

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Sant’Ermo

Della piccola frazione di Sant’Ermo è da segnalare uno dei punti panoramici più belli della zona (sia per l’apertura con una vista a 180°, sia lo splendido contesto collinare che si può ammirare soprattutto al tramonto). In corrispondenza dell’indicazione per il Santuario della Madonna dei Monti imboccate la stradina sterrata sale fino al parcheggio. Lì troverete delle panchine e un paio di tavoli in legno dove poter allestire un pic-nic al volo, con una vista indimenticabile. 

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Chianni e Terricciola

Allontanandosi in auto da Casciana Terme e riprendendo le tortuose strade di campagna, si incontrano due paesini che vale la pena di visitare: Chianni, borgo in salita noto per la tradizione della caccia al cinghiale e per le castagne di pregio della sua frazione (Rivalto) e Terricciola, lungo la Strada del Vino, dove sono le uve ad essere protagoniste. In quest’ultima cittadina di origine etrusca ogni anno a settembre si tiene la festa del vino più antica della provincia. Se siete in zona fate in modo di non mancare a questo appuntamento! 

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Pontedera

Decisamente meno pittoresca rispetto agli altri borghi, Pontedera è famosa per avere ospitato la fabbrica Piaggio, a due passi dal centro cittadino. Si può solo immaginare quanti abitanti del posto abbiano trovato un impiego presso questa importante Azienda italiana e quanto l’esistenza di entrambi fosse legata a doppio filo! Del complesso industriale oggi restano solo un silos con il marchio dipinto e lo scheletro dei grandi capannoni dell’attrezzeria convertiti in Museo dalla Fondazione. Qui venivano prodotte le “Vespa”, esposte in una grande collezione che ne ripercorre la storia dagli esordi nel Dopoguerra fino ad oggi. Avrete modo di visionare anche l’Archivio Storico, costituito da documenti e fotografie che ricostruiscono la storia della Piaggio. Per finire date un’occhiata alle sezioni dedicate ai “Ciao”, ai veicoli con tre ruote e ad alcune moto di grossa cilindrata a marchio Gilera, Aprilia e Moto Guzzi. L’ingresso è gratuito (ad offerta libera) se si decide di effettuare la visita in autonomia, mentre è richiesto un contributo di 5 euro per i tour guidati. Consultate il sito per verificare le date di apertura e prenotatevi per non perdere l’occasione di vedere questo splendido tassello della storia industriale italiana.

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Consigli per mangiare

Da Benito ad Orentano è il regno della carne alla brace.  Entrando verrete inebriati dal profumo del grande braciere acceso dietro la cassa. Il menu è descritto a voce dai camerieri (anche se lo trovate esposto, con tanto di prezzi onesti all’esterno del locale). Potete richiedere l’antipasto completo oppure tenere libero lo stomaco per assaggiare la loro bistecca accompagnata da fagioli o insalata. La prenotazione telefonica è sempre consigliata, vista la grande affluenza.  

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Gita a Livorno

Livorno e Pisa, storiche rivali, distano una trentina di chilometri l’una dall’altra. Se ne avete l’occasione vi consiglio di farci una gita, anche la sera, per vedere da vicino il grande porto da cui salpano i traghetti e le grosse navi da crociera, ma soprattutto per ammirare i due simboli della città: il Monumento dei Quattro Mori e la Fortezza Vecchia. Fate due passi anche nella zona del Quartiere Venezia: tra i canali ed i ponti vi sembrerà realmente di camminare per le calli del capoluogo lagunare! Da provare il cacciucco, la tradizionale zuppa livornese preparata con scarti del pescato, crostacei, molluschi ed insaporita con pomodoro e crostoni di pane che viene servita nelle “cacciuccherie” storiche. 

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L’Orciano Pisano

Per ammirare la bellezza di questo territorio caratterizzato da colline, pievi e campi di lavanda (che poco ha da invidiare alle più rinomate Crete Senesi) consiglio di prendersi almeno una mezza giornata da dedicare ad un turismo lento, in stretto contatto con la natura. Potrete scegliere di fare una passeggiata oppure un bel giro in bicicletta. Se non siete troppo allenati suggerisco di noleggiare le e-bike, visti i frequenti saliscendi. Avrete modo di pedalare su strade asfaltate e sterrate, fermandovi nei tanti punti panoramici a scattare fotografie. 

Per il noleggio delle e-bike io mi sono rivolta all’Hotel in cui pernottavo che forniva questo servizio. Altrimenti un’alternativa è il ben recensito PD BIKE (a Castellina Marittima), aperto dal lunedì al sabato e con la possibilità di prenotare le biciclette direttamente dal sito web.

Il mio itinerario di 35 chilometri è un piccolo giro ad anello con partenza da Casciana Terme, passando per Orciano Pisano e Pieve di Santa Luce. Vi lascio la mappa del percorso ricordando che potrete creare il vostro utilizzando uno dei tanti siti che consentono di scaricare la traccia GPS, con indicate le distanze da percorrere, i dislivelli e la tipologia di fondo stradale su cui andrete a pedalare.

Sulla via del rientro ho scelto di fermarmi nell’alta Toscana, all’ombra delle Alpi Apuane, per visitare due realtà che mi affascinano da tempo: le scenografiche cave di marmo a Carrara e il piccolo paese di Colonnata, conosciuto in tutto il mondo per il suo lardo IGP. 

In entrambi i casi ho optato per una visita guidata, in maniera da avere un’infarinatura tecnica e poter entrare nel cuore di queste attività, accompagnata da chi ogni giorno con fatica e dedizione, si prodiga per dare vita a due prodotti unici.

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Colonnata

A Colonnata verrebbe da dire che ci sono più larderie che abitanti. La verità è che quasi ogni famiglia ha una tradizione storica nel settore. Ma come si produce il lardo? Per scoprirlo ho partecipato ad una vista guidata organizzata dall’Antica Larderia Mafalda che consente di accedere ai locali in cui sono conservate le “conche”, vasche interamente in marmo nelle quali i grandi pezzi di grasso del suino vengono messi a bagno in un mix di sale e spezie dosate con sapienza e secondo una antica ricetta segreta. Dopo sei mesi di “stagionatura” le conche vengono aperte e svuotate. Con una lavorazione manuale il lardo viene preparato per il confezionamento: ogni pezzo è tagliato e salato, etichettato (secondo le rigide normative IGP) ed imbustato sottovuoto, pronto per il mercato. Il tour si conclude con una magnifica degustazione, servita ai tavolini davanti alla bottega, dove avrete modo di testare la delicatezza e la scioglievolezza di questo prodotto che sin dall’epoca romana era considerato il cibo del “cavatore”.

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Cave di marmo di Carrara

I bacini marmiferi di Carrara sono tre: quello di Colonnata da cui si ricava un materiale duro e scuro utilizzato nella realizzazione delle conche per la stagionatura del lardo, quello di Torano da cui si estrae il marmo bianco utilizzato da secoli in scultura e quello di Fantiscritti, più scenografico, in cui periodicamente vengono organizzati eventi e concerti. 

Ho scelto di fare visita a Fantiscritti partendo dalla Cava Museo Danesi, un vero e proprio “Museo a cielo aperto” dove Walter porta avanti la tradizione di famiglia illustrando ai turisti la storia e la cultura dei cavatori. Troverete esposti gli strumenti da lavoro utilizzati nel passato e la ricostruzione di una delle tante abitazioni allestite in prossimità delle cave, quando era impensabile spostarsi giornalmente dalla città al luogo di lavoro. E’ davvero suggestivo vedere (anche grazie ad alcune documentazioni fotografiche originali) come i grandi blocchi di marmo venivano movimentati e portati fino al mare con il metodo della “lizzatura”, ossia mediante carri trainati da buoi. Questa tecnica faticosa venne sostituita dall’arrivo della ferrovia (la Marmifera) sul finire del 1800 che rimase in funzione fino al 1964. Il marmo veniva trasportato su rotaie che passavano in gallerie e su ponti ancora visibili (i Ponti di Vara). Attualmente i materiali estratti vengono trasportati mediante i circa cinquecento camion che ogni giorno fanno la spola tra il bacino marmifero e la città. 

Di fronte, sull’altro lato della strada, potete prenotare il vostro posto per il “Marble Tour” (tour del marmo). Dopo avere indossato giubbetto rifrangente e casco verrete accompagnati con una jeep 4×4 fino ad un’altezza di 1000 metri slm, transitando sulle strette strade sterrate che risalgono le viscere della montagna. Sarà un viaggio alla scoperta della storia e dei segreti del marmo, ma anche dei pericoli cui sono continuamente esposti i cavatori. 

Vi ricordo che siamo sulle Alpi Apuane, rilievi ricchi non solo di materiali preziosi, ma anche di biodiversità (animali e vegetali) che fortunatamente oggi sono tutelate e salvaguardate dal Parco Naturale Regionale e dall’Unesco, grazie ad un regolamento che controlla rigidamente l’attività estrattiva. Se avrete tempo e voglia potrete dedicarvi a qualche trekking o ferrata.  

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