Natale a Santo Domingo

Il mio primo Natale in pantaloncini e infradito
Scritto da: Michele Calvi
natale a santo domingo
Partenza il: 18/12/2012
Ritorno il: 14/01/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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A Lily che lasciandomi libero di essere me stesso riesce laddove i piu’ falliscono.

A mio figlio Lorenzo che mi ha fatto scoprire un altro io.

Dove andiamo? Non lo so. Ma dobbiamo andare. Jack kerouac

Questa mia modesta opera vuole ricordarci che percorrere altre strade è possibile. Dipende da noi se, fino all’ultimo dei nostri giorni, vogliamo portarci dentro una voce che dice “e se….”

Oggi vi racconto del mio primo Natale in pantaloncini ed infradito….

Atterro a Santo Domingo alle ore 18…. uscito dall’aereoporto mi disfo velocemente dei jeans e delle scarpe; appena si apre la porta dell’aereo sento subito il profumo dell’aria salmastra… inconfondibile.. tiro un lungo e profondo respiro e quasi mi lacrimano gli occhi…. La prima cosa che devo fare ora e’ cercare un venditore ambulante (non e’ difficile), ho sete, devo bere…. mi compro due noci di cocco…. nuova linfa dopo mesi di astinenza.

Sono ancora qui, osservo il tassista che mi porta in città con la sua auto mezza distrutta, la musica sparata a palla nell’abitacolo mentre osservo dal finestrino lo scorrere della vita: le strade incasinate, sporche, clacson incessanti,le moto con su fino a 5 persone, gente che parla, balla, grida, musica sulla strada, palme sul lungomare, venditori di tutto e quest’aria calda…. sono ancora qui a la Hispaniola… sono a casa.

Alloggio nello stesso albergo di quattro mesi fa, non c’e’ ancora la luce sul comodino e stavolta il mio amico scarafaggio non si e’ fatto vedere. Domani devo prendere l’autobus che mi porta a nord verso Santiago dove trovero’ ospitalita’ per questo periodo. Devo ricordarmi di tenere a portata di mano un golfino, non si scherza con l’aria condizionata in questo paese….

I preparativi per il Natale fervono anche qui, i centri commerciali che nascono come funghi sono pieni e vendono di tutto e di piu’. Non c’e’ limite allo sfruttamento delle risorse di questo pianeta? Questa e’ la domanda che mi pongo sempre quando entro in un luogo del genere. La gente compra, compra, il paese come altri di quest’area del mondo sta vivendo il proprio boom economico, forse ci sono meno soldi che da noi, gli stipendi non sono paragonabili ai nostri ma con i soldi la’ ci si puo’ permettere di piu’ e la gente e’ piu’ propensa a spendere. Inoltre aspirano anche loro al livello di vita “occidentale”; l’equazione aumentare i consumi per aumentare il nostro benessere e’ sempre in auge… Passo il Natale in compagnia di amici, qui si celebra la “noche buena” che e’ il 24 sera. Ci ritroviamo tutti qualche giorno prima per definire chi cucinera’ e portera’ cosa… e tiriamo a sorte da un vaso un bigliettino con su un nome dei presenti. Quello sara’ il mio “anjelito” e dovro’ fargli un regalo. La sera del 24 tra discorsi vari, risate, canzoni, scambio di regali,riso e fagioli, maiale arrosto, pasta al forno di platano melanzane e yucca il tempo corre felice… Come dessert uva, mele, noci e un panettone brasiliano di marca fesTTone! Buon Natale a tutti!

Constanza e’ una vallata dal clima mite a circa 600 mt di altitudine. E’ una zona intensamente coltivata famosa per le fragole, le mele, le carote (enormi!) e l’aglio. Molti lavori sono fatti a mano da squadre di haitiani piegati a terra 8 ore al giorno. La terra e’ arata col cavallo, sembra di essere tornati indietro di un secolo. Alla republica dominicana gli haitian sono la bassa manovalanza. Negli ultimi vent’anni hanno cominciato a fare tutti quei lavori che i dominicani non vogliono piu’ fare salvo poi essere criticati x venire qui a rubare il lavoro. La solita vecchia storia…. Tutt’ora soffrono di una pesante discriminazione che gli impedisce di vivere come si meritano. Mi hanno raccontato che perfino i figli nati in RD faticano ad avere la cittadinanza dominicana. Per quanto mi riguarda l’anziana signora haitiana che un giorno mi ha venduto un favoloso croccante di mandorle e arachidi caramellate, sfidando la forza di gravità con il suo enorme cesto sulla testa ha ricevuto la cittadinanza honoris causa!

Mi prendo il tempo di girare a piedi per questa verde vallata che sembra una terra promessa, cosi’ racchiusa dalle montagne. La mattina ci sono 18 gradi circa per salire a 22 circa durante il giorno; qui la gente veste pesante, vedo perfino dei berretti di lana! soprattutto quelli della pianura che vengono qui per godersi il fresco… Io invece sfoggio le mie inseparabili infradito e i bermuda, mi disfo velocemente del golfino di cotone verso le 10 o anche prima… Mi fermo a parlare con un hombre fermo sul bordo di un campo di aglio, gli chiedo se qui piove molto in questo periodo dell’anno. Lui mi guarda con fare stupito e mi risponde che non sa… non si intende di metereologia…… La gente non si preoccupa del domani o dell ieri, conta l’arrivare a sera, oggi e’ oggi, domani si vedra’…. Questa e’ una filosofia che bisogna tenere presente se si vuole vivere qui, sia nel bene che nel male.

Sulla costa nord c’e’ la spiaggia di Sosua. Ci arrivo con l’auto dopo un bel viaggio attraverso la cordigliera settentrionale. Qui, camminando sulla spiaggia cercando di evitare tutti quelli che vogliono venderti qualcosa, conosco una famiglia toscana che e’ qui da 6 mesi circa; gestisce un ristorantino sulla spiaggia “peccati di gola” si chiama. I 2 figli non voevano partire, mi hanno raccontato, hanno fatto il diavolo a quattro, ora non ci pensano neanche lontanamente a ritornare in Italia… Giornata favolosa, 27°, palme da cocco ovunque, mare stupendo, comida a base di tostones (platani schiacciati e fritti), riso e fagioli neri e pescado, un cane dorme beato all’ombra di un grande mandorlo, un signore offre la sua arte canora a due turiste per la somma che credono loro, la sabbia calda tra le dita, la crema solare per non finire come fantozzi…. ancora non so se andro’ a vedere il concerto di Narcisso Pavaroti… un nome una garanzia……buon anno nuovo a tutti!

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