Meravigliosa Africa

Alla scoperta dell'Africa tra Safari nei Parchi Tsavo Est e Tsavo Ovest e le spiagge di Watamu
Scritto da: chiara.m
meravigliosa africa
Partenza il: 25/10/2010
Ritorno il: 02/11/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
Era fine ottobre quando finalmente io e Mauro (il mio ragazzo) partimmo per il nostro attesissimo e tanto sognato viaggio in Africa. Le nostre aspettative erano alte e devo dire che non siamo stati minimamente delusi! La partenza fu nel primo pomeriggio dalla provincia di Venezia, l’aereo decollò da Milano intorno alle 20.00 con una sosta tecnica a Roma e atterrò all’aeroporto di Mombasa il mattino seguente intorno alle 07.00. Al nostro arrivo trovammo, come da accordi, una persona ad accoglierci che avrebbe recapitato i nostri bagagli nel resort scelto per il soggiorno mare dei successivi giorni, mentre noi, ignari della sfaticaccia che ci aspettava, con un solo borsone partimmo subito per il magnifico safari, con una jeep da 6 posti e l’autista, tutti per noi, che fortuna!! Valutammo questa alternativa per non pagare notti aggiuntive, del soggiorno mare a Watamu, oltre a quelle che effettivamente avremmo fatto lì, ma ad essere sinceri col senno di poi ci siamo chiesti il perché di questa brillante idea … una notte di riposo ci sarebbe stata proprio bene! Partimmo in direzione del Parco Tsavo Est e percorremmo kilometri e kilometri prima di arrivare all’ingresso! Lungo il percorso il paesaggio mutava ma non appena entrati nel Parco ci rendemmo conto di essere arrivati in Africa … nella vera Africa! La terra lì aveva dei colori fantastici così caldi in tutte le sfumature del rosso e del marrone. Nelle immense distese si potevano ammirare paesaggi mozzafiato, baobab enormi, e animali di tantissime specie … è stata un’emozione così forte che il cuore sembrava essersi fermato, la sensazione di essere stati catapultati in un mondo irreale era fortissima! Iniziammo fin da subito ad incontrare animali e, nel corso dei tre giorni di safari, vedemmo babbuini, struzzi, leopardi, leonesse, leoni, elefanti, zebre, bufali, giraffe, iene, gufo bianco, cinghiali, antilopi, coccodrilli, ippopotami, uccelli di vari tipi e altri ancora. All’incirca verso le 14.00 il nostro autista ci condusse per pranzare al lodge dove avremmo alloggiato quella notte il “Voi Wildlife Lodge”. Fu quello il momento in cui capimmo perché nella jeep c’eravamo solo noi e nessun’altro pazzo che fosse partito direttamente per il safari! La tentazione di farsi un sonnellino era tanta ma come potevamo perderci un intero pomeriggio di avvistamenti, considerando poi che il tramonto assieme all’alba sono i momenti giusti per vedere gli animali! Come un po’ tutti gli altri lodge, il nostro, è una struttura posta in una posizione rialzata con una terrazza panoramica dove mangiare, una piscina ed un giardino il tutto con una vista davvero stupenda! Da tutte queste strutture si ha una vista panoramica su una grande pozza d’acqua dove gli animali possono dissetarsi, quindi, soprattutto il mattino presto e verso il tramonto si possono ammirare gruppi di animali sbucare dalla savana, con passo lento avvicinarsi all’acqua per dissetarsi per poi piano piano ripartire scomparendo all’orizzonte … sembra quasi la scena del film “L’era glaciale” durante la grande marcia! Nel giardino scorazzavano dei lucertoloni, simili ai jeki, e dei babbuini, mentre nella pozza d’acqua sottostante al nostro lodge c’erano un gruppo di elefanti. Giusto il tempo di una doccia veloce e di un pranzetto e alle 15.00 ripartimmo con la jeep, avvistammo un gruppo di leonesse di ritorno da una battuta di caccia, e una leonessa in lontananza ancora vicino alla carcassa del bufalo (o meglio a quello che ne era rimasto) mentre cercava di allontanare delle iene avvicinatesi per mangiare i loro avanzi. Ci avvicinammo alle leonesse e l’autista spense il motore della jeep. Vicino a noi c’erano almeno altre 5 jeep di turisti, ad ogni avvistamento importante, infatti, tramite cb i vari autisti si mettono in contatto, comunicandosi a vicenda, il luogo esatto dove poter trovare gli animali soprattutto quelli più rari da vedere come il leopardo ed il leone, quindi tutti accorrono nel luogo indicato. L’assoluto silenzio sovrastava, si poteva udire solo il respiro affannoso delle leonesse che, visibilmente stanche e provate dalla faticosa battuta di caccia, camminavano lentamente accanto alle jeep e ci osservavano, si avvicinarono alla pozza d’acqua per dissetarsi, la bocca era ancora sporca di sangue, poi si sdraiarono all’ombra di alcuni cespugli accanto alla nostra jeep, iniziarono a sbadigliare spalancando la bocca e lasciandoci osservare le loro grandi fauci. Che sensazione straordinaria poter vedere da vicino momenti così reali della quotidiana vita di questi magnifici animali che vivono allo stato brado nel loro habitat naturale! Riuscimmo a vedere da lontano anche un leone che se ne stava a dormire all’ombra di grandi alberi, vicino a lui alcune leonesse, sembrava un sultano nel suo harem, sono le leonesse che cacciano per lui non lo sapevo avevo sempre pensato fosse lui il re della savana, il grande predatore invece non è così! La sera al nostro rientro al lodge trovammo ancora animali vicino la pozza d’acqua, cenammo in quest’atmosfera surreale, eravamo esausti, fisicamente debilitati ma con il cuore colmo di gioia! Il nostro risveglio all’alba fu fantastico … rimanemmo completamente senza parole scostando la tenda della nostra camera, il sole stava sorgendo all’orizzonte, e nella pozza sottostante al lodge c’era una mandria di bufali, non vorrei esagerare dicendo che erano un paio di centinaia di esemplari, li osservammo per un po’ poi piano piano si allontanarono nella lunga distesa e li vedemmo scomparire nella savana. Trascorremmo l’intera mattinata a percorrere il Parco Tsavo Est continuando avvistamenti fantastici di bufali, antilopi, babbuini, avvoltoi, ecc. Incontrammo un gruppo di elefanti accanto ad una pozza d’acqua, i colori della terra circostante erano davvero spettacolari e caldi che a volerlo descrivere è quasi impossibile. Nel gruppo c’erano anche dei cuccioli, uno dei quali, era talmente piccolo e goffo che rimanemmo lì ad osservarlo per parecchio tempo, ogni tanto scivolava affondando la sua proboscide nel fango dal momento che era troppo corta e non riusciva a raggiungere l’acqua per bere, oppure nel tentativo di spostarsi affondava metà delle sue zampe nel fango, ad un certo punto si sedette con la proboscide a penzoloni, lo sguardo rassegnato e le orecchie verso il basso, che risate era così dolce! Continuammo il nostro percorso uscendo dal Parco Tsavo Est e procedendo verso l’ingresso del Parco Tsavo Ovest, fin da subito notammo la varietà del paesaggio, le lunghe distese di terra lasciarono posto ad una fitta vegetazione, brulla, per via dell’aridità del terreno dato che la stagione delle piogge sarebbe iniziata di lì a poco, qui, gli animali erano più difficilmente avvistabili perché si confondevano tra la vegetazione. Per pranzo arrivammo al Lodge il “Ngulia Lodge”, anch’esso posto in posizione strategica con giardino, piscina, terrazza panoramica e pozza d’acqua. Dopo una pausa di circa un’oretta ripartimmo per esplorare il Parco spostandoci fino alla foce del Fiume Tsavo. I Parchi che abbiamo percorso prendono il nome appunto dal Fiume Tsavo che divide questa immensa savana in due: Tsavo Est e Tsavo Ovest. Durante il tragitto notammo un’intera montagna e la strada sottostante dal colore completamente nero a causa della lava eruttata milioni di anni fa da un vulcano. Ad un certo punto la nostra guida fermò la jeep per farci osservare il cielo, in lontananza, eccolo apparire, il Kilimangiaro con la sua imponenza, il cielo non era completamente sereno ma riuscivamo a scorgerlo comunque tra le nuvole, non immagino neppure la meraviglia nel vederlo in una splendida giornata di sole! Alla foce del fiume potemmo vedere coccodrilli ed ippopotami, scimmie di vari tipi e molteplici varietà di uccelli, poi ripartimmo per fare rientro al Lodge per la cena. Al nostro arrivo la guida ci consigliò di sederci nella terrazza panoramica perché di lì a poco sarebbe potuto arrivare il leopardo a mangiare la carne che ogni giorno il personale del lodge appende su di una struttura fatta con tronchi d’albero proprio nel giardino sottostante la terrazza. Attendemmo un po’ di tempo ancora, poi cenammo e rimanemmo lì per tutta la serata, ad ascoltare il silenzio e i piccoli rumori che provenivano dai dintorni, in attesa di vederlo arrivare, osservando intanto, degli elefanti bere dalla pozza ed allontanarsi per poi scomparire nel buio della savana. Ad un certo punto decidemmo di ritirarci nella nostra camera perché eravamo fortemente provati dall’intensa giornata. Durante la notte sentimmo bussare alla porta della nostra camera … era il personale del lodge che ci avvisava della presenza del leopardo, così, assonnati ci dirigemmo verso la terrazza, inutile dire che, alla vista di quello spettacolo davanti ai nostri occhi il sonno scomparse all’istante per dare spazio allo stupore. Il leopardo era salito sulla struttura di tronchi e staccava a morsi i pezzi di carne, intorno a noi il silenzio, si sentiva solo lo scroccare delle ossa rotte dai suoi robusti denti mentre, in vicinanza, le iene attendevano che finisse il suo pasto per appropriarsi degli avanzi se ce ne fossero stati. Ad un certo punto al leopardo cadde un pezzo di carne nel terreno sottostante la struttura, le iene si avvicinarono, ma il leopardo prontamente con il suo ruggito le spaventò facendole fuggire tra i cespugli, rimasero però nascoste nelle vicinanze, potevamo intravederne gli occhi, in mezzo al buio. Non esisteva nessuna protezione a dividerci e vi posso assicurare che l’adrenalina si faceva sentire, c’era un faro nella terrazza che puntava verso la struttura come ad accecare il leopardo nel caso in cui avesse rivolto lo sguardo nella nostra direzione, ma lui, sarebbe potuto balzare su nella terrazza dato che non era posta poi così in alto. Ad un certo punto il mormorio della gente intenta ad osservare, a fotografare e a riprendere con le telecamere, attirò l’attenzione del felino facendolo un po’ irritare, non posso nascondere di aver avuto un po’ di paura! All’alba ripartimmo, lungo il cammino visitammo un villaggio di guerrieri masai, a nostro parere un po’ deludente dal momento che, nonostante avessimo visitato le loro case, loro indossassero i loro tipici abiti e ci avessero fatto partecipare a balli e rituali, la sensazione che avemmo fu proprio quella di finzione, di una scenetta costruita per spillare un po’ di soldi ai turisti, del resto in qualche modo devono pur guadagnarsi da vivere. Durante i vari spostamenti, la nostra guida, con finte soste tecniche ci conduceva in bazar di souvenir, di articoli in legno, batik ecc, tutte soste pilotate come da accordi con i gestori di queste strutture, ma del resto tutto faceva parte dello scenario! Usciti dal Parco Tsavo Ovest ci dirigemmo verso la costa attraverso strade sterrate, il nostro autista ci condusse attraverso i villaggi, le scuole e vedemmo centinaia di bambini camminare per strada percorrendo kilometri e kilometri a piedi, con il libro in mano, molti scalzi, altri con divise di colori diversi a seconda della scuola, molte delle quali sono sostenute economicamente da associazioni di volontariato che si occupano di questi bambini garantendogli un minimo di istruzione, di dignità e di igiene. Per strada le donne trasportavano in testa grossi cesti o teli contenenti legna, generi alimentari e altro o taniche piene d’acqua, nei villaggi le donne cucinavano il poco che potevano permettersi nei fuochi accesi per terra con la legna, le case sono costruite con fango e sterco di animale, poche e magrissime caprette, galline e mucche pascolavano vicino le abitazioni, i bambini seduti nella terra giocavano scalzi, poco vestiti e sporchi, appena vedevano arrivare i turisti correvano loro incontro verso il ciglio della strada e con i loro occhioni neri li guardavano felici, gli sorridevano e li salutavano, la tentazione sarebbe stata quella di fermarsi in ogni casa, da ogni bambino, per aiutarli, ma sono tanti, troppi a vivere ancora in queste condizioni. Giungemmo al resort il “Twiga Beach Ora Resort” sulla spiaggia di Watamu nel primo pomeriggio, il mare è fantastico, la struttura è composta di poche camere, si mangia molto bene, il personale è gentile, non essendo villaggio turistico l’animazione è quasi inesistente, alcune serate venivano organizzati spettacoli o uscite a Malindi, ma fuori del resort c’era il nulla. Lungo la spiaggia le guardie armate tengono i beach boys lontani dalla spiaggia riservata, ma loro molto insistenti e pazienti attendono lungo la riva i turisti per accompagnarli nelle passeggiate e a fare il bagno, cercando di convincerli ad acquistare da loro souvenir ed escursioni. Sono parecchio insistenti ma alcuni sono davvero simpatici! Con il tour operator facemmo un’escursione al canyon di Maraffa, un cratere profondissimo apertosi sul terreno migliaia di anni fa, anche qui i colori soprattutto al tramonto sono fantastici. Parlando con gli altri turisti e sentendo i loro pareri favorevoli sulle escursioni fatte appoggiandosi ai beach boys, decidemmo di provare, con loro, il Safari Blu, escursione di un’intera giornata in barca, nella quale ci portarono a vedere le mangrovie, facendo qualche tappa per lo snorkeling (dal quale siamo rimasti delusi) e per qualche bagno, il mare in tutti i suoi colori è davvero una favola! Ci condussero in una spiaggia in mezzo le mangrovie dove attrezzatissimi come al solito ci prepararono un pranzo speciale a base di riso al cocco, barracuda, gamberi e aragoste, e frutta … che scorpacciata!! Con loro facemmo anche l’escursione all’isola dell’Amore, in mattinata ci accompagnarono in barca su di una piccola isola con degli enormi scogli e una lingua di sabbia piccolissima, poi con il passare delle ore grazie al fenomeno delle maree, piano piano la lunghezza della spiaggia sarebbe cresciuta fino a permetterci di raggiungere a piedi la sponda opposta dalla quale eravamo partiti. Per l’ora di pranzo però la lingua di sabbia era ancora troppo corta e la lontananza alla riva era tanta per poterla percorrere a nuoto, quindi, dovemmo farci accompagnare con una tipica imbarcazione di legno dai beach boys, uno di loro stava in piedi sulla punta della barca e con un lungo bastone spingeva l’imbarcazione facendo leva sul fondo del mare. Giungemmo a riva dove ad aspettarci c’era uno splendido pranzetto come quello del giorno precedente. Dopo pranzo passeggiamo tra la bassa marea osservando i piccoli abitanti del mare e trascorremmo ancora alcune ore a crogiolarsi al sole. Quella mattina e la seguente ci svegliammo con una pioggia battente che durò all’incirca verso le 09.00 dopodiché uscirono delle splendide giornate di sole, era iniziata, puntuale, la stagione delle piogge. Avevamo fatto la profilassi antimalarica, ma in questo periodo, forse, non sarebbe servita perché di zanzare non ne abbiamo visto neppure l’ombra, probabilmente, nei giorni successivi, dato l’arrivo della stagione delle piogge, sarebbero arrivate anche le zanzare. Il giorno della nostra partenza salutammo l’alba dalla spiaggia di Watamu con la promessa di ritornare, il ricordo di quei luoghi ci accompagnerà infatti per tutta la vita, l’Africa ne abbiamo avuto la conferma ti entra dritta nel cuore e anche se non ci credevamo … il mal d’Africa esiste davvero!!

ChiaraM78



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche