Massimo e Florence in Argentina

Buenos Aires, El Calafate, Perito Moreno, Patagonia, Terra del Fuoco, Salta, Cascate Iguacu
Scritto da: drmassigreco
massimo e florence in argentina
Partenza il: 19/08/2019
Ritorno il: 04/09/2019
Viaggiatori: 6
Spesa: 4000 €
Ascolta i podcast
 
Quest’anno sempre con l’assistenza di viaggigiovani.it optiamo per un viaggio in Argentina. Come sempre le impressioni del viaggio. Riguardo al lato economico, a causa dell’incertezza politica il peso (moneta locale) è abbastanza svalutato. Cambiamo al nero agli angoli della strada, senza nessun problema di prendere fregature. Sicuramente è un viaggio per carnivori come me e Sandro. La carne argentina ha un sapore e una tenerezza eccezionale. Ovviamente viene cotta alla brace, il cosiddetto asado. I tagli più pregiati sono il Lomo che corrisponde al filetto, il Bife de chorizo che sarebbe l’entrecotte e il Bife argentino. La denominazione Angus è data dal tipo di bovino allevato che è l’Aberdeen Angus. I pascoli della Pampas gli danno un sapore eccezionale. Infine poi, il celebre Asado di Cordero Patagonico, ossia l’agnello arrosto.

20/08/19 BUNEOS AIRES

Arrivati a Buenos Aires in serata, non ci resta che andare a dormire. Ci godiamo soprattutto l’arrivo al Avenida 9 de Julio che è la strada più larga del mondo, con il caratteristico Obelisco illuminato e il Teatro dell’Opera Colòn.

21/08/19 BUENOS AIRES

Dopo colazione, city tour. Graziella, la nostra guida, viene a prenderci con Osvaldo (l’autista), che ci scarrozzerà Per le strade di Buenos Aires, il cui traffico è abbastanza scorrevole anche in virtù della ampiezza delle stesse. Ovviamente la prima destinazione è la La Plaza de Mayo, teatro della vita politica del Paese. Memorabile la protesta delle donne argentine che avevano perduto i loro cari (desaparecidos durante la Guerra Sporca “Guerra Sucia” ai tempi della dittatura militare). La Plaza conforma il centro storico della città, ammiriamo la Cattedrale in stile neoclassico, la Casa di Governo, conosciuta come La Casa Rosada (il cui colore è dovuto al fatto che all’inizio la calce della facciata veniva mescolata al sangue dei bovini macellati, oggi sostituito da colorazioni sintetiche in quanto prima era nettamente maleodorante e letteralmente invasa dalle mosche), laddove si trova il Potere Esecutivo della Repubblica e l’antico Cabildo (Municipio), muto testimone della storia della città. Visitiamo la Cattedrale che fu la diocesi di Papa Bergoglio prima della sua elezione al soglio pontificio. All’interno apprezziamo il Monumento dell’eroe Nazionale Josè de San Martin, fautore dell’indipendenza Argentina, oltreché di quella del Paraguay. La Casa Rosada appare come un grande palazzo, pur senza l’imponenza delle case di governo di altri paesi (uno fra tutto quello Italiano!). Dalla piazza si ha anche la vista sulla cupola del Palazzo del Parlamento. Proseguiamo con il quartiere La Boca, uno dei posti più pittoreschi della città, situato nella zona sud. La sua storia è intimamente legata all’immigrazione italiana e al tango. Camminiamo a piedi per le strade relativamente strette del regno di Maradona: giusto il tempo di osservare dall’esterno lo stadio di calcio del Boca Junior, la Bombonera. Proseguiamo poi in via Caminito, dedicata al fautore dello stile tangueiro, si tratta di una via pedonale dove si potranno apprezzare le tipiche case fatte di legno e materiali di riciclo come il laminato di zinco. È un tripudio di colori, ovviamente predominano il giallo e il blu simboli della celeberrima squadra del Boca Junior. Mi diverto a fare delle foto, ovviamente turistiche, con una ragazza abbigliata da tanguera. La passeggiata continuerà per il nord nel Quartiere Palermo, autentico cuore verde della città. Bellissimi e curatissimi i parchi, disseminati di opere di arte moderna come una statua dello scultore Botero e un’opera d’atre moderna chiamata il Fiore. E’ una scultura meccanizzata che rappresenta un bocciolo stilizzato. Grazie a dei meccanismi fotosensibili si apre e si chiude in funzione della luce solare come un fiore vero. Visitiamo poi l’elegante e grazioso quartiere della Recoleta. Le ville fatte costruire dall’alta società Argentina del secolo scorso sono ad imitazione di quelle di Parigi. Oggi sono sede delle Ambasciate di tutto il mondo. Ritorniamo infine al nostro albergo. Come primo impatto con il cibo argentino gustiamo un ottimo “Choripan”, ossia un panino con la tipica salsiccia locale chiamata chorizo, irrorato da un’ottima salsa detta “chimichurri”. Nel pomeriggio escursione di mezza giornata sul delta del Paranà Questa escursione ci permetterà conoscere la zona nord della città, con i suoi eleganti quartieri sul Corso Libertador: Vicente Lopez, Olivos, Martinez, San Fernando. Arriviamo così al Porto del Tigre, per salire su una confortevole ma tipica nave e percorrere cinque dei fiumi più importanti che fanno parte del Delta del Rio della Plata. Durante la navigazione abbiamo avuto modo di apprezzare la particolare vita degli abitanti delle isole, le loro case, le loro scuole, le loro chiese e i molti “recreos” e club scelti dai “porteños” che godono della natura a pochi passi della città. Il vento soffia forte, ma la navigazione è piacevolissima per il paesaggio del Delta del fiume. Finalmente sfociamo nella Plata. L’estensione è a perdita d’occhio e sembra proprio un mare limaccioso. Al ritorno tappa d’obbligo allo storico Caffè Tortoni. Si tratta del caffè letterario più antico della città. Il bellissimo interno in Art Déco trasuda storia in ogni suo angolo. Un tuffo nel passato nell’atmosfera ovattata della Belle Epoque. Sembra quasi di sentire parlare nel tavolo accanto Luis Borges. Cena ovviamente a base di carne non lontano dall’hotel, al ristorante Santos Manjeras. Qualità della carne eccellente, il tutto alla modica somma di meno di 10 euro a testa. Concludiamo la nostra giornata con una stupenda passeggiata nell’area di Puerto Madero dove facciamo una passeggiata sul Ponte della Muljer, capolavoro di architettura moderna di Santiago Calatrava. Bellissime la purezza e l’eleganza delle sue linee.

22/08/19 BUENOS AIRES – IGUAÇU

Al mattino presto volo per Iguacu. Il pomeriggio è dedicato alla visita delle cascate dal lato brasiliano. Si deve passare la frontiera e le formalità doganali sono insolitamente lunghe. Decidiamo di iniziare la visita con il sorvolo di questa meraviglia della natura in elicottero. È abbastanza caro, infatti il sorvolo della durata di una ventina di minuti costa circa 110 euro a persona. Ma sono soldi ben spesi, lo spettacolo dall’alto è impressionante. Proseguiamo quindi con la passeggiata sul sentiero lastricato fino ad arrivare sotto al salto principale del lato brasiliano. Per fortuna non c’è vento quindi non ci bagniamo con l’immensa nuvola d’acqua. Ritornati in hotel, su consiglio della nostra guida (Ari, si chiama proprio così!) andiamo a cenare al ristorante la Rueta. Il filetto (lomo) che abbiamo mangiato è stata un’esperienza culinaria da ricordare.

23/08/19 IGUAÇU

Oggi giornata dedicata alla visita delle cascate dal lato Argentino. Da questo lato è stato creato il Parco Nazionale dell’Iguazu e si arriva alle passerelle con un trenino che passa attraverso una fitta giungla. Le passerelle sono denominate Circuito superiore e Circuito inferiore. Sicuramente è uno degli spettacoli naturali più potenti e meravigliosi del nostro Pianeta. Sono composte da 275 corsi d’acqua che oltrepassano in alcuni punti i 70 metri di altezza. Una bellezza straordinaria. Celebre la frase di Eleanor Roosevelt: “Make the Niagara look like a leaky faucet” (fanno sembrare le cascate del Niagara un rubinetto che perde). Dalle passerelle si arriva alla Garganta del Diablo (Gola del diavolo), un’opera della natura che impressiona con i suoi 80 metri di altezza e la furia delle sue acque. Sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità e proclamate una delle sette meraviglie naturali del mondo. Hanno fatto da scenografia a numerosi film: da “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” a “Black Panther”. Riprendiamo quindi il Circuito Inferiore e apprezziamo la bellezza della natura che ci circonda, mentre scendiamo le scalinate che ci permettono di osservare lo spettacolo di questi muri di acqua circondati dalla densa vegetazione. Passeremo dal salto Álvar Núñez, da dove si possono ottenere le prime viste della Garganta del Diablo. Proseguendo il sentiero troviamo l’isola San Martín e il salto omonimo, e alla fine del cammino i salti Bosetti e Dos Hermanas. Contemplare lo show delle acque mentre ci rinfreschiamo col vapore prodotto dallo scontro delle acque con le rocce che ci bagna è un valore aggiunto alla gita! Io, Flo e Marilena facciamo l’esperienza della navigazione in battello. In una mezz’ora di puro divertimento, arriviamo fin sotto il Salto San Martin. Il battello si immerge nel vapore della cascata fin sotto il getto d’acqua la cui forza è impressionante e, ovviamente, nonostante le protezioni ci bagniamo completamente. Questa faglia in mezzo alla foresta, creata, secondo una leggenda, dalla furia del Dio del fiume Iguazú, è stata per tutti noi un’esperienza mozzafiato.

24/08/19 IGUAÇU – SALTA

Trasferimento all’aeroporto e volo per Salta, con scalo a Rosario. Arrivati in città facciamo una passeggiata per le vie del centro. Visitiamo la cattedrale. C’è in corso una manifestazione politica e la Piazza è piena di manifestanti. Dopo avere cambiato all’angolo della piazza, sotto il tranquillo occhi dei passanti andiamo a cena da Adelina.

25/08/19 SALTA (QUBRATA DE LAS CHONCHAS)

Si parte presto al mattino uscendo dalla Valle de l’Erma in direzione Cafayate, attraversando paesi dei dintorni: Los Cerrillos, El Carril, Coronel Moldes, Ampascachi, per prendere la serpeggiante strada del canyon. Man mano che avanziamo scopriamo gruppi rocciosi delle forme più svariate. La sosta al Mirador de Tres Cruces ci permette di avvistare e fotografare il volo solitario di un condor. Lungo il percorso visitiamo formazioni rocciose cui sono stati dati nomi in relazione alle loro caratteristiche: l’anfiteatro, gigantesca gola naturale con ottime caratteristiche acustiche tanto da essere utilizzata per concerti. Abbiamo l’opportunità di apprezzarla grazie ad un indigeno che suonerà per i turisti classiche musiche andine con il flauto di pan. La garganta del diablo ci vedrà protagonisti di una audace arrampicata in barba al divieto delle autorità (ma lo fanno tutti!). Alla fine della Valle si trova Cafayate che, grazie alle insuperabili condizioni climatiche, si è convertita in un polo vitivinicolo che produce vini di alta qualità. Visitiamo la cantina “Torrontes” per conoscere il processo di vinificazione. Assaggiamo alcuni vini di loro produzione. Il tragitto è stato lungo, ma la singolarità delle cose viste lo ha reso piacevole e divertente. Il rientro facendo il percorso inverso ci ha permesso di apprezzare la diversità delle viste panoramiche del canyon grazie alle variazioni dei colori creata dalla luce del tramonto. Al r su suggerimento della nostra guida andiamo a cenare alla Vieja Estaciòn dove oltre ad un superlativo Bife de Chorizo assistiamo a un bello spettacolo folcloristico la “Peña folclorica”

26/08/19 SALTA – PURMAMARCA

In mattinata partenza per la Quebrada di Humahuaca. Lungo la strada attraversiamo la linea del Tropico del Capricorno. Anche qui l’erosione ha creato dei paesaggi rupestri di grande bellezza. Il più suggestivo è senza dubbio il Cerro de los Siete Colores a Purmamarcha. Il nostro percorso ci porta a Tilcara. Visitiamo gli scavi archeologici della civiltà precolombiana e facciamo le foto con gli inquietanti Cactus (Cardones) che incorniciano questo paesaggio Andino. Dopo Maimarà arriviamo a Uquìa, paesino che nella sua tipica chiesa nasconde un’importante raccolta di dipinti “cuzqueños” (del Cuzco nel Perù) intitolati “Gli Angeli Archibugieri”. Il nostro destino finale sarà la città di Humahuaca con la sua Cattedrale e il Monumento dell’Indipendenza (El Indio). Al ritorno ci fermiamo ad ammirare la celeberrima Paleta del Pintor in cui i vari strati di minerali formano uno stupefacente caleidoscopio di colori. Dormiamo poi in un hotel di Purmamarca.

27/08/19 SALTA (SALINAS GRANDES)

In mattinata ci accordiamo con dei locali alla modica somma di 500 pesos per un’escursione alla Salinas Grandes. Partiamo quindi in auto attraverso altri bellissimi canyon. La strada incomincia a salire fino ad arrivare all’incredibile altezza di 4170 m s.l.m. Credevo di avere raggiunto il massimo sull’Aguille du Midi sul Monte Bianco e sul Lago Titicaca in Perù, ma mai ero stato al di sopra dei 4000 m. Si sente che l’aria è rarefatta e il respiro si fa un po’ affannoso. Basta camminare un po’ più velocemente che manca il fiato. Facciamo quindi una passeggiata in questa altra curiosità geologica, ossia un’immensa bianca distesa salata. Domina il silenzio e la totale e assoluta assenza di vita sia animale che vegetale. Il cielo è di un azzurro mai visto. Anche le condizioni climatiche sono particolarissime. Siamo in pieno inverno a 4000 metri d’altezza. Eppure siamo solo con una maglietta a maniche corte. Questo perché siamo in una zona tropicale desertica con totale assenza di acqua. Anche se non ce ne accorgiamo i raggi ultravioletti sono fortissimi a causa della rarefazione dell’aria. Florence è stata più prudente e ha usato della crema solare. Io in meno di un’ora di passeggiata, nonostante abbia già preso una leggere tintarella prima di partire mi ustiono il naso e il collo. Complessivamente un’esperienza unica. Rientrati a Salta replichiamo l’ottima esperienza di due giorni prima con un fantastico Bife de chorizo è una entusiasmante Peña alla Vieja Estaciòn

28/08 /19 SALTA – EL CALAFATE Giornata intera di trasferimento con volo per El Calafate, con scalo a Buenos Aires. Arriviamo finalmente nella mitiga Patagonia, nel principale centro abitato El Calafate. Si tratta di una cittadina nata per il turismo, in fatti non ha nessuna particolarità. Solo una strada commerciale con ristoranti e negozi e alberghi. Usciamo per cena e subito ci rendiamo conto del tipo di clima, infatti soffia il gelido vento Patagonico che ci fa subito intirizzire. Il gelido vento che soffia dal Pacifico è la costante climatica di questa regione. Siamo passati in una mattinata dall’estremo nord dell’Argentina con una temperatura 25/28 gradi al gelido inverno, dalla maglietta a maniche corte alla giacca a vento pesante.

29/08/19 EL CALAFATE– PERITO MORENO

La mattinata inizia con l’escursione al Parque Nacional Los Glaciares, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per godere dei ghiacciai e fra loro il più famoso, il Perito Moreno, che si trova a 80 km dal centro della città di “El Calafate”. Il nome Perito Moreno viene dal grande esploratore e scienziato argentino, che tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX si avventurò nelle recondite e lontane terre della Patagonia. Questo ghiacciaio è famoso in tutto il mondo per le sue particolari caratteristiche, le cadute di grandi pezzi di ghiaccio e per essere uno dei pochi ghiacciai nel mondo in continuo avanzamento. Sicuramente è uno degli spettacoli naturali più affascinanti di Sudamerica. La prima tappa è costituita dalla navigazione sul braccio sud del ghiacciaio. Restiamo letteralmente a bocca aperta ammirando la varietà dei colori, dal bianco abbagliante al blu intenso. Si sentono boati sordi dovuti alla caduta di enormi blocchi di ghiaccio nell’acqua, che poi andranno a costituire gli iceberg. Durante la navigazione siamo fortunati e riusciamo a vedere la caduta di un grosso pezzo. Grazie alle sue passerelle ammiriamo affascinati questa meraviglia della natura.

30/08/19 EL CALAFATE – NAVIGAZIONE LAGO ARGENTINO

Sveglia presto al mattino e partenza da El Calafate e arrivo a Puerto Bandera situata a 50 km dalla città. Lì, ci imbarchiamo su un catamarano nel porto privato La Soledad (Bahía Tranquila). La navigazione inizia dirigendosi verso la barriera iceberg dal Canale Upsala: nel silenzio del canale scandito dal vento a tratti impetuoso che ci sferza il volto, la comparsa degli iceberg è avvincente. Inizia timidamente con una singolarità di media grandezza, per aumentare progressivamente con una vera e propria torma di masse galleggianti di tutte le dimensioni che arrivano a coprire per buona parte le placide acque del braccio nord del lago Argentino. Dopo aver attraversato la barriera, ci dirigiamo verso la parte anteriore del ghiacciaio Spegazzini che ci appare in tutta la sua imponenza permettendoci di apprezzare oltre al fronte ( il più alto del Parco Nazionale), anche la pendenza in cui si realizza la sua massa. Compreso nel biglietto un pranzo tipo box lunch a bordo. Dopo di che il “Maria Turquesa” raggiunge il Puesto de las Vacas, che è una baia molto tranquilla all’interno del canale Spegazzini, dove si spengono i motori per fare una passeggiata coordinata dal team di guide.

31/08/19 EL CALAFATE – USUHAIA Trasferimento all’aeroporto e volo per Ushuaia. Ci avviciniamo quindi alla parte più emozionale di questo viaggio, la Terra del Fuoco. Ossia la parte più a Sud di tutti i continenti prima del Circolo Polare, la fine del mondo abitato. Dopo esserci sistemati in hotel andiamo a visitare il museo marittimo e museo del presidio. Si tratta del primo insediamento argentino nella Tera del Fuoco che fu alle origini una colonia penale. Oggi le celle dell’antico carcere ospitano il museo navale. Facciamo il giro con l’audioguida. Complessivamente discretamente interessante. Proseguiamo con una passeggiata per le vie del centro. Le case sono dipinte con colori sgargianti per contrastare la monotonia della Steppa Patagonica. Ma poiché inizia a nevicare rientriamo in hotel. Al rientro scopriamo cache tutto il piano dell’hotel è occupato dalla Squadra Nazionale di sci alpino che utilizza le piste sopra Ushuaia per l’allenamento in vista della Coppa del mondo. Intanto nevica forte. Concludiamo la nostra serata con un’ottima cena a base del celebre crostaceo Granseola, un granchio gigante che qui viene chiamati “Cintolla”

01/09/ USHUAIA

Il Parque Nacional Tierra del Fuego è stato creato il 15 ottobre 1960. Situato ad ovest di Ushuaia occupa una superficie di 63.000 ettari dove convive un’abbondante flora composta di alberi unici: “Lengas”, “Amareno”, “Ñires”, “Calafates”, “Notros” e fiori come le Orchidee, Violette e “Senecios”. Lungo i suoi sentieri, ben tracciati, si possono apprezzare le specie più rappresentative della flora e della fauna locale e godere di belle vedute panoramiche sul Canale Beagle, incorniciato dalle montagne e dal bosco. Durante la passeggiata, che si snoda tra torbiere e le dighe di castori, Nel pomeriggio navigazione Canale di Beagle. Ai tempi, il prete Thomas Bridges diceva che Baia di Ushuaia significava “Baia di acqua calma” o “Baia che penetra verso ponente”. Il Canale di Beagle, ubicato a sud dell’Isola Grande di Terra del Fuoco, è di origine glaciale, comunica gli Océani Pacifico e Atlantico. Fu scoperto nel 1830 dal Tenente Murray e dal Capitáno Fitz Roy, chi lo battezzò “Beagle” in onore alla loro imbarcazione. È linea di frontiera tra l’Argentina e il Cile. Sia sulla Baia di Ushuaia che sul Canale di Beagle contempliamo una vasta diversità di fauna marina, come lo stercorario maggiore, l’albatro sopracciglio nero, l’Oca di Magellano, lo zafferano meridionale, ecc. La traversata arriva fino al Faro Les Eclaireurs, piazzato su uno degli isolotti dell’arcipelago Les Eclaireurs, battezzato dal Capitáno Luis Fernando Martial. Ha una torre troncoconica di 11 metri di altezza e la lanterna si trova 22.5 metri sul livello del mare. La passeggiata continua in direzione della colonia Isla de los Lobos Marinos (isola di leoni marini), dove vediamo leoni marini sudamericani e otarie orsine sudamericane, e da vicino il loro habitat; c’è anche una colonia di cormorani. Seguendo il tragitto navighiamo verso l’Isla de los Pájaros (isola degli uccelli), dove c’è una colonia di Cormorani di Magellano e di Cormorani imperiali, e oltre 20 specie di uccelli marini. Queste isole formano l’Arcipelago Bridges. Rientro ad Ushuaia nel tardo pomeriggio.

02/09/19 USHUAIA – BUENOS AIRES Rientriamo quindi a Buenos Aires. Ovviamente ritorniamo a pranzare da Santos Manjeras. Il lomo stavolta è qulcosa di memorabile. Proseguiamo con la visita del Teatro Colòn. La fila alla biglietteria è un poco lunga, ma siamo ripagati dal fatto che la guida parla uno spagnolo comprensibilissimo. Gli interni sono bellissimi sempre in stile Art Nouveau. Ciliegina sulla torta di questo splendido viaggio la serata tango con cena nel Bar Los Angelitos. Il Tango nasce nell’ultima metà del XIX secolo nei sobborghi “porteños”, dalla miscela tra le diverse correnti immigratorie ed elementi locali di origini popolari. E così che nasce la musica per eccellenza della città, quella che ci identifica. La cena ottima, lo spettacolo strepitoso.

03/09/19 BUENOS AIRES

Purtroppo ultimo giorno. Approfittiamo della mattinata per una lunga passeggiata per tutta La Floritta fino alla Avenida de Mayo. Ammiriamo le bellissime facciate dei palazzi in stile Art Nouveau fino al Palacio Barolo. Rientriamo per l’Avenida 9 de Julio per l’ultima foto con l’Obelisco, simbolo della città. Al ritorno una capatina alla Galleria de Pacifico dove ammiriamo gli splendidi Murales. E’ora di rientrare per il transfert. Mi concedo però un ultimo choripan con tantissimo chimichurri.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche