Marocco fai da te. 10 giorni tra le Città imperiali, il deserto e l’Oceano Atlantico
Quando per la prima volta ho detto che mi sarebbe piaciuto visitare il Marocco, dopo aver letto dei suoi meravigliosi posti in un libro, mi hanno preso tutti per pazza! Non so perché le persone reagiscano in questo modo quando nomini determinati paesi, ma potergli poi dire che è stato un viaggio meraviglioso, in un posto incantato da mille e una notte è stata una bella soddisfazione! Dieci giorni fai da te tra le città imperiali, da Casablanca a Marrakech, da Ouarzazate al deserto del Sahara con i beduini, da Fes a Meknes, da Rabat a Salè sempre accompagnati dal profumo del tè alla menta. Zaino in spalla con solo il biglietto aereo e la mia guida Marco Polo per il mio primo viaggio extra europeo.
Indice dei contenuti
Giorno 1 – Casablanca e Marrakech
Partenza da Roma per Casablanca con una felicità che nemmeno un bambino prima di scartare i regali di natale può avere! L’arrivo è previsto nel pomeriggio e decidiamo di prendere subito il treno (la stazione Voyageurs si trova sotto l’aeroporto, indicazione data da una gentile signora marocchina che parla un po’ di italiano) che ci porterà a Marrakech in circa due ore. Arriviamo che è ormai buio all’entrata della città vecchia, dove ci accoglie la porta più bella della città, quindi prendiamo un taxi per arrivare al nostro Riad (tipica casa marocchina ad uso turistico) e capiamo subito che fare il tassista è il lavoro più in voga del Marocco! Centinaia di macchinine gialle ci circondano appena capiscono che abbiamo bisogno di un passaggio e iniziamo a contrattare per ottenere il prezzo più basso, attività che riuscirà benissimo a Samuele per tutta la nostra vacanza.
Il nostro Riad si chiama Le rose du Desert, in posizione centralissima; è una tipica casa marocchina con un personale gentilissimo che ci accoglie con una semplicità unica ma indimenticabile. La nostra prima notte a Marrakech. Veniamo svegliati all’alba dalla tipica preghiera musulmana, che viene diffusa dagli altoparlanti della città ma anche questo è il Marocco e nei giorni seguenti diventa rituale della nostra vacanza.
Giorno 2 – Marrakech, dalla Medina a Djemaa el Fna
Oggi, dopo aver girato qualche stato, posso dire che la colazione marocchina è stata la miglior colazione della mia vita, un modo per iniziare la giornata con un altro spirito! Tutto rigorosamente fatto in casa con profumi e sapori indimenticabili. Dal nostro riad impieghiamo circa 10 minuti a piedi per arrivare alla piazza principale, Djemaa el Fna. In quei pochi minuti veniamo catapultati in una città pazzesca, movimentata, esagerata, moderna e antica allo stesso tempo. Vogliamo assorbire tutto di questa famosa città imperiale, quindi la nostra giornata sarà interamente dedicata a lei. I commercianti della Medina fanno le ore piccole la sera quindi la mattina non troviamo il mercato completamente aperto e allora giriamo senza meta per la piazza e le vie centrali scoprendo le tradizioni marocchine e visitando tutti i bazar di spezie che ci capitano! Decidiamo anche di prendere una carrozza e fare un tipico giro turistico e il ragazzo che ci guida è un beduino del Sahara, simpatico e disponibile. Poi con l’immancabile taxi giallo facciamo visita alle tombe saudita. Il primo pranzo stile Marocco è in un ristorante centrale (Le rose du sud) con ovviamente cous cous e tipica tajine.
Il pomeriggio ci ributtiamo nella piazza dove ormai ci sono migliaia di persone, di bancarelle, di venditori ambulanti, di incantatori di serpenti, musica, balli, turisti, beduini con gli asini, carrozze di cavalli, abili versatori di te alla menta, spezie e profumi che mai potrò dimenticare. E sarà tutto un contrattare e scoprire che ogni bancarella ha qualcosa che vuoi acquistare. Decidiamo di cenare per strada, si proprio per strada perché i cuochi marocchini iniziano ad accendere le griglie e ci fanno sedere in un lungo tavolone apparecchiato in piazza e da li è tutta una scoperta culinaria dove resteremo super soddisfatti. Rientro al riad con un sorriso largo tutto il viso!
Giorno 3 – Marrakech, dai Jardines Majorelle alla Moschea
Seconda meravigliosa colazione marocchina. Chiediamo al gestore del Riad se ci può organizzare un tour nel deserto, e ci propone una notte in tenda nel Sahara con i tipici abitanti berberi e la visita a Ouarzazate con partenza da Marrakech e ritorno. Noi decideremo poi dal deserto di proseguire da soli. Venti tassisti si prodigano per accompagnarci ai Jardines Majorelle e solo uno vincerà. I famosi giardini Majorelle sono un vero incanto con quel blu chiamato appunto “blu majorelle”, un piccolo luogo della città dove vi è solo silenzio, diversamente dal resto della città.
Visitiamo la Moschea e gironzoliamo per le vie della città. Tornati al centro passeggiamo per il bazar dove decido di farmi fare un tatuaggio all’henné che avrei voluto rimanesse impresso per sempre sulla mia pelle. Compriamo spezie, abiti, turbanti, incensi e souvenir da portare a casa. Decidiamo di pranzare nello stesso posto del giorno prima, essendo stato un ottimo pranzo con una visuale magica sulla piazza. La sera ci meravigliamo nuovamente di come si animi la piazza el fna perché illuminata è ancora più bella. Da un ristorante su una terrazza ci godiamo l’ultima sera a Marrakech.
Giorno 4 – Verso Ouarzazate
Partenza per Ouarzazate con un mini bus di gruppo, purtroppo per noi molto turistico e poco fai da te, ma era l’unico modo per raggiungere la meta in poco tempo e con un basso budget. Il viaggio per noi viaggiatori abituati in solitaria è pesante: un gruppo di 15 persone, ognuno con le proprie esigenze di fermata o bisogno, rende il tragitto interminabile. Le ore di bus finalmente terminano con la prima sosta a Ait Ben Haddou, lungo il fiume Ouarzazate e ci accoglie una fortificazione famosa per essere il luogo dove sono state girate varie scene di film come il Gladiatore. Arrivo a Ouarzazate. All’arrivo della città ci accoglie una guida berbera e comincia la visita presso le tipiche Kasbah, una fabbrica di tappeti tessuti a mano e vari siti locali. Pranziamo in un piccolo chiosco un po’ sperduto dove vi è nessuna tipo di connessione internet, ma meglio così. Proseguiamo con la visita lungo la riva del fiume dove le donne lavano a mano i panni e i bambini ti chiedono le caramelle e ti sembra surreale tutto ciò, ma loro sono sempre sorridenti quindi forse noi avremmo anche tutte le comodità del mondo ma non è questa la vera felicità.
Ripartiamo e ci fermiamo per la prima notte in un hotel sulla strada per Merzouga, si mangia cous cous e stranamente si muore di freddo.
Giorno 5 – Direzione Merzouga
Tutti sul mini bus al mattino presto, direzione Merzouga. Si arriva a un accampamento berbero dove veniamo muniti di turbanti (utile poi per la sabbia del deserto) e da li a pochi passi inizia il nostro tanto desiderato passo nelle sabbie del deserto del Sahara. I berberi sono tutti impegnati a insegnarci come poter salire su un dromedario (esperienza divertentissima) e poi si parte con una lunga carovana e uno scenario unico sulle alte e sabbiose dune illuminate dal sole. È il luogo in cui credo di aver scattato la maggior parte delle foto in Marocco! Arriviamo all’accampamento al tramonto e non ci sembra ancora vero di essere davanti a quel panorama visto solo nelle tante immagine del deserto, ma in queste immagini oggi ci siamo anche noi! Il buio scende velocemente e all’interno della tenda si comincia ad apparecchiare: al centro della tavola un solo piatto grande di cous cous di verdure, una forchetta a testa e 8 persone affamate che hanno dimenticato per un attimo le buone maniere e a nessuno di noi è passato per la testa di essere schizzinoso soprattutto con gli ultimi pezzi di patate. Ovviamente tutto ciò a lume di candela. Il sogno Sahara continua attorno al fuoco dove si canta e si ammirano le infinite stelle.
I dromedari sono a riposo e il deserto ti da la buonanotte con il suo silenzio. La notte in tenda non può essere paragonabile a nessun hotel di lusso: si dorme su una pila di tappeti (dormiamo vestiti, concedetecelo!) con i nostri momentanei compagni di viaggio, con una coperta polverosa, stretti in un abbraccio sino all’alba e felici come non mai.
Giorno 6 – Merzouga e Fes
Il primo spiraglio lieve di luce è la sveglia dei berberi e con i loro passi sulla sabbia attorno alla tende ci svegliano perché il sole che sorge sta aspettando solo noi e dobbiamo assolutamente vedere lo spettacolo. La richiesta di tutti all’uscita della tenda è stata “dov’è il bagno?”, bè la risposta non poteva che essere “ovunque”! Quindi scegliamo una duna un po’ riparata e in imbarazzo ci dirigiamo verso il “bagno” (non abbandonate salviette o fazzoletti soprattutto non biodegradabili). Per godere di un’alba meravigliosa saliamo sulla più alta delle dune ed eccolo li, il sole che bacia il deserto e i viaggiatori possono solo stare seduti in silenzio. Le foto non rendono l’idea di come sia davvero magica un’alba nel deserto del Sahara, raccontarlo non avrebbe senso, possiamo solo ricordare.
Tutti sul dromedario e si ritorna al punto di partenza a Merzouga dove ci aspetta una bella colazione, una lavata di faccia nei bagni pubblici e zaino in spalla ci facciamo lasciare dall’autista del mini bus in un paesino sperduto ai confini del deserto dove decidiamo di proseguire il nostro viaggio in solitaria. Qui in una piccola stazione dei bus aspettiamo il mezzo che ci porterà a Fes. Tempo di viaggio 8 ore con la guida spericolata dell’autista, forse sarebbero state circa 10/11, chi lo sa! Durante tutto il tragitto vediamo cambiare tantissimo lo scenario di un Marocco che non ci si aspetta: per chilometri vediamo case di fango, asini al posto delle automobili, le immancabili donne che lavano i panni nei fiumi, nessun negozio, niente che indichi una città. Poi prima di arrivare a Fes fuori dal finestrino vediamo case moderne, giardini fioriti, belle automobili, negozi e addirittura qualche casinò. Questo per comprendere quanta diversità c’è tra il povero e il ricco e che li divide solo una manciata di chilometri. Il bus fa una sosta per pranzo e ordiniamo da un uomo che prepara panini e patate fritte per strada, tutto rigorosamente sporco e indecente ma noi lo ricordiamo come il pasto più buono della nostra vacanza, forse perché fatto con semplicità, perché quando si vedono certe cose poi non si bada più alle nostre abitudini ma a quelle del luogo e forse perché il vero cibo marocchino è fatto per strada.
Proseguiamo il nostro viaggio e arriviamo a Fes in serata, prendiamo un taxi e ci dirigiamo verso il nostro riad “Riad Malak” dove il proprietario è un uomo carismatico e ci offre subito un caldo tè verde. Gli chiediamo come possiamo visitare Fes e ci spiega che la città ha circa 9000 vicoli e ci consiglia una guida almeno per mezza giornata, così da capire come orientarci. Stanchi e con la voglia di fare una bella doccia calda ci dirigiamo in stanza e crolliamo.
Giorno 7 – Visita a Fes
Un’altra super colazione per affrontare al meglio la giornata. La nostra guida viene a prenderci al riad e scopriamo che parla un ottimo italiano ed è di una cultura inimmaginabile. Ci fa scoprire una città meravigliosa, diversissima da Marrakech ma che non ha niente da invidiarle. Fes è un vero labirinto e ringraziamo di aver preso la guida. Qui le donne fanno il pane in strada, i bazar vendono le pelli di dromedario e di capra, le bancarelle offrono ogni genere di frutta e verdura coloratissima e alla fine di ogni vicolo ne inizia un altro. La prima tappa è la prima università costruita al mondo che fu fondata da una donna. Visitiamo una moschea e la guida ci spiega un aneddoto simpatico del perché le donne stiamo chinate dietro agli uomini durante la preghiera: l’uomo è uomo ed è tentato a sollevare lo sguardo anche mentre prega, quindi per evitare ogni tentazione c’è questa suddivisione che nulla ha di discriminatorio.
Finalmente arriviamo alle famose concerie dove si trovano grandi vasche piene d’acqua colorata (i colori utilizzati sono colori naturali, lo zafferano viene usato per il giallo e così via) e ogni vasca ha il suo specifico compito per trattare le pelli che poi vengono appese al sole. Davanti alle concerie c’è il più grande bazar di pelli dove vengono fatti a mano tantissimi accessori, dalle borse alle scarpe, agli zaini, alle agende, tutti oggetti diversi l’uno dall’altro quindi tipico del “handmade”. L’arte di Fes è coloratissima e vivace e tante borse appese al muro creano quasi un pittoresco quadro. Per pranzo accettiamo il consiglio della guida e ci fermiamo in un posto con la tipica cucina di Fes e decidiamo di assaggiare anche un piatto di dromedario, molto utilizzato qui.
Dopo pranzo visitiamo una fabbrica tessile dove centinaia di metri di tessuto dai colori più svariati vengono creati a mano e un operaio ci mostra come è possibile ricavare del tessuto dalla foglia di un cactus. Qui ci sbizzarriamo comprando pashmine. Salutiamo la nostra guida e ci avventuriamo nel labirinto della città, dove se farete attenzione, sopra le vostre teste troverete dei cartelli colorati, un colore diverso per ogni gruppo di vicoli, così da poter scegliere la zona e rimanere nei dintorni. Cena tipica in strada e passeggiata sino al riad per la nostra seconda notte a Fes.
Giorno 8 – Da Fes a Rabat (con sosta a Meknes)
Salutiamo un’altra città imperiale e decidiamo di prendere il treno che ci porterà a Rabat, la capitale del Marocco. Facciamo prima una sosta per visitare Meknes, la più piccola delle città imperiali ma con la più bella porta cittadina del paese. Proseguiamo verso Rabat. Arrivo in serata dopo che la città è stata colpita da un violento temporale quindi troviamo il traffico bloccato e il nostro treno tarderà ad arrivare. Finalmente arrivati alla stazione prendiamo un petit taxi per dirigerci al nostro riad “Riad Yanis” e date le condizioni meteo il proprietario gentilmente si offre di portarci la cena in camera per evitare di farci uscire.
Giorno 9 – Visita a Rabat
A Rabat il giorno dopo splende il sole e riusciamo tranquillamente a vedere tutte le nostre tappe previste per questa città sita sul mare. Facciamo una prima passeggiata verso le spiagge e ci dirigiamo verso la cittadella con vicoli bianchi e blu che fanno da cornice. Visitiamo la torre di Hassan e il suo mausoleo. Durante una passeggiata ci ritroviamo davanti a un grande battello di legno, “Le Dhow”, dove decidiamo di pranzare. L’imbarcazione è suggestiva e molto particolare, curata in ogni minimo dettaglio, un lusso che dovete assolutamente concedervi, infatti il prezzo non ha nulla a che fare con i prezzi del cibo on the road, ma vale l’esperienza. Il pomeriggio lo trascorriamo passeggiando lentamente per il bazar nella Medina dove facciamo i nostri ultimi acquisti. Inizia un po’ di tristezza per l’avvicinarsi della fine della nostra vacanza.
Giorno 10 – Rientro a Casablanca
La mattina decidiamo di visitare anche l’altra sponda di Rabat, la vecchia città di Salè e di prenderci la giornata con tutta calma, con un ultimo pranzo tipico marocchino rigorosamente cucinato per strada, una passeggiata nella medina sino a riprendere il treno per Casablanca. Arrivati in città prenotiamo all’hotel Ibis, una catena di hotel vicini all’aeroporto e quindi molto comodi ed economici. Passeggiamo in zona e ceniamo a base di paella di pesce in un ristorante molto carino cercando di goderci gli ultimi istanti. Ricordiamo una frase letta nel libro che mi ha convinto a visitare il Marocco, “In Europa avete gli orologi, in Marocco abbiamo il tempo” ed è stato proprio così per questi 10 giorni immersi a pieno nella cultura marocchina. L’indomani mattina ci aspetta l’aereo che ci riporterà a casa, ma il nostro cuore per metà è rimasto in questo paese del Nord Africa tanto sognato e che molti non potranno mai comprendere senza visitarlo.