La bellezza dietro l’angolo: tour di quasi due settimane alla scoperta della “porta colorata” del Mediterraneo

Scritto da: mrc1962
la bellezza dietro l'angolo: tour di quasi due settimane alla scoperta della porta colorata del mediterraneo

Poco meno di due settimane bastano per scoprire cosa vedere in Marocco? Domanda difficile: di bellezze questo paese africano, ma vicinissimo all’Europa e all’Italia, ne ha certamente molte. Questo itinerario di quasi 15 giorni fa tappa a Marrakech, Rabat, Tangeri (con sosta ad Asilah), Chefchouen, Tangeri (con sosta a Tetouan), Casablanca (con sosta a Cap Spartel) e le grotte d’Ercole, Essaouira (con sosta a El Jadida e Safi), Marrakeck. Ed ecco perché ci è piaciuto così tanto.

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Diario di viaggio in Marocco

Giorno 1 – Arrivo a Marrakech

Partenza da Orio per Marrakech con un comodo volo Ryanair acquistato pochi giorni prima per 388 euro per due persone, assicurazione compresa e trolley di 10kg a testa. Orio è ormai al centro del mondo per i voli in Italia: oggi è giornata di Champions League di calcio per cui i tifosi dell’Atalanta stanno andando a Barcellona, quelli del Bologna a Lisbona, quelli del Benfica stanno arrivando da Lisbona e vanno a Torino, quelli del Monaco stanno arrivando dal Principato e vanno a Milano: grandi code ovunque.

Siamo al riad Rose Meryam che è anche bello ma il personale, pur gentile, parla solo arabo; pare che la proprietaria sia ammalata. Buona la cena, anche se molto costosa rispetto a quello che spenderemo le altre sere.

Giorni 2 e 3 – Marrakech (Madrasa di Ben Youssef, Jardin Majorelle)

In un viaggio precedente avevamo effettuato una visita guidata di Marrakech (la si può prenotare su Civitatis.com: dura ben 4 ore, è accompagnata da una guida che parla italiano e costa solo 15 euro) ed il Palazzo El Bahia ci era piaciuto più di ogni altra cosa. Questa volta ci perdiamo nei vicoletti della medina e visitiamo in particolare la bellissima Madrasa di Ben Youssef (ex scuola coranica, 5 euro) ed il Museo del Cinema (6 euro); molto interessante con foto in bianco e nero che ripercorrono la storia della città (e ci sta anche una zuppa di fave del roof top). Non ci sono invece sembrate interessanti le Tombe Saadiane anche perché piuttosto costose (10 euro).

Fa molto freddo al mattino (anche 4 °C), c’è nuvoloso, viene qualche goccia di pioggia ed anche quando il sole splende, l’aria è piuttosto fredda. In compenso i turisti non sono numerosissimi, comunque sempre tanti. Per le viuzze non sono proprio il massimo una gran quantità di motorini rumorosi, maleodoranti ed un po’ pericolosi e qualche mezzo per l’edilizia probabilmente legato alla ricostruzione di alcune zone della città a seguito del terremoto del 2023 che tra Marrakech e Safi fece circa 3.000 vittime.

Bello però camminare nella medina dove troviamo tra gli altri un negozietto che sforna ottimi biscotti buoni e caldi; domani ci torniamo ma poi vallo a ritrovare. Per cena siamo al Marrakchia (buone le tajine) e la sera dopo all’ottimo fusion L’mida.

Proviamo ad andare ai Jardin Majorelle ma anche se non è alta stagione non c’è nulla da fare, occorre prenotare con anticipo il biglietto per fascia oraria; ci riproveremo l’ultimo giorno del viaggio. Le colazioni sono ottime in qualsiasi riad: marmellata ai fiori d’arance, spremuta fresca, yogurt, caffè, tortine appena fatte.

Giorno 4 – Rabat

Ritiriamo la vettura, di medie dimensioni, all’aeroporto Menara, selezionando una compagnia che abbia recensioni con punteggio di almeno 8 (Budget nel caso specifico) per ridurre le possibili sorprese. Un po’ di traffico in uscita dalla città ma poi la bellissima e scorrevole autostrada, ci porta nella capitale in 3,5h dopo 350km. Posteggiata l’auto in un grande parcheggio appena fuori le mure, raggiungiamo l’ottimo riad Lily all’interno della medina.

Per metà pomeriggio abbiamo prenotato una visita guidata (su Civitatis.com si può prenotare anche il tour privato di Rabat riservato a gruppi fino a 30 persone, che dura 3 ore). A Rabat i turisti sono pochissimi, 1/100 rispetto a Marrakech, tanto che non ci sono altre persone nel gruppo; meglio così. Il tempo è bello e la guida, un ragazzo del posto con inglese fluente, ci conduce alla scoperta della città. In un paio d’ore oltre alla scoperta dei migliori punti della (contenuta) medina, ci spostiamo sul mare ammirando Rabat Marina per arrivare poi al Mausoleo Mohammed V dove ci sono le tombe di vari Re. Appena fuori dal Mausoleo si può vedere il più alto grattacielo del Marocco, dedicato all’attuale Re (Mohammed VI). Di ritorno alla medina, una sosta nella pasticceria Halawiat Sbai 1928: il top, ci torniamo altre due volte. Alla guida diamo 20 euro: meritati.

Dopo un altrettanto meritato riposo alla sera siamo a cena al Marea ed anche se è un po’ defilato rispetto alla medina, come scrivo nella recensione su Google: turista se passi da Rabat e non ti fermi al Marea, ti perdi qualcosa di eccezionale.

Giorno 5 – Tangeri (passando per Asilah) 

Una visita al Museo Poupees du Monde completa la visita di Rabat. Sono 2.500 bambole provenienti da tutto il mondo e sono state raccolte negli anni dalla proprietaria. Bellissimo, pochi euro e visitabile in un’oretta. Rabat ci è piaciuta moltissimo: bella, tranquilla, ordinata. Lasciamo la capitale sotto una leggera pioggia e passando dall’estesa residenza reale, notiamo una pulizia quasi maniacale di strade ed aiuole.

Siamo di nuovo in autostrada ed il paesaggio cambia; iniziano il verde e coltivazioni estese di frutta e verdura, buonissime grazie al mix sole/pioggia e che negli ultimi anni stanno inondando l’Europa. Dopo 2h e 200km la sosta ad Asilah è necessaria: una piccola gemma assolutamente da visitare. Ancora 50km ma piuttosto che riprendere l’autostrada, meglio stare sulla litoranea (N1).

Anche a Tangeri c’è un posteggio appena fuori le mura. Per la prima volta nel viaggio troviamo un posteggiatore un po’ insistente che, per averci indicato la strada per raggiungere il riad, nella medina, ci chiede 5 euro, che riduciamo di molto. Per cena siamo al sopravvalutato Dar Harruck. Il riad Dar Souran è bello, ma meglio evitare la stanza 4 al 2° piano poiché confina con un appartamento del palazzo accanto dove una famiglia numerosa e molto rumorosa, non ci fa dormire sino a tarda ora.

Giorno 6 – Chefchouen (passando per Cap Spartel e le grotte d’Ercole)

La solita buona colazione è servita sulla terrazza panoramica del riad; a sinistra le case si arrampicano sulla collina, a destra il mare; molto bello ma qualche grado in più sarebbe preferibile.

Prima di partire per Chefchouen, andiamo a visitare Cap Spartel e le grotte d’Ercole, a 30km ad ovest di Tangeri. In uscita dalla città ci stupisce un lungo tratto di strada che sale e scende con moltissime proprietà molto estese con all’interno lussureggianti ville (le immaginiamo così perché non si vedono), poi tanti alberi.

Cap Spartel è accessibile per 3 euro ed è piuttosto interessante in quanto (come dal nome) punto situato tra l’oceano Atlantico ed il mar Mediterraneo. Dalla cima del faro si gode di una bella vista ed in lontananza si può individuare la costa spagnola.

Vicino al Capo visitiamo le grotte d’Ercole che non sono un granchè anche per il costo un po’ esagerato (8 euro) ma siccome sono sulla strada ci si può fermare.

In uscita dall’area di Tangeri notiamo estese aree con moltissime nuove abitazioni ed un via-vai di navette che portano avanti ed indietro una grande quantità di manovalanza; il Marocco è la quinta nazione più sviluppata dell’Africa e qui se ne ha una prova.

La prossima tappa da raggiungere è Chefchouen. Non sono tanti chilometri (130) ma per la prima volta invece che l’autostrada abbiamo una strada nazionale (N13) che dopo un po’ inizia a salire e scendere, curve e controcurve in alcuni tratti e molta manutenzione in corso, più la pioggia. Anche se le nazionali sono comunque strade a doppia corsia, qualche sosta è quindi consigliata anche per assaggiare il buon caffè servito dai numerosi bar volanti, dove la macchina per il caffè è nella parte posteriore di auto multispazio.

Occorrono quindi 3h e finalmente arriviamo a Chefchouen. Posteggio consigliato per accedere alla città è di fronte all’Hotel Madrid. Fa freschino; siamo a 600 metri di altitudine.

Il riad Dar Kisania è tra i più belli di tutto il tour. Recentemente ristrutturato, camere piccole ma spazi ben studiati. La proprietà tiene molto ai dettagli e si nota subito dal te e dolci offerti all’arrivo.

Si è fatto un po’ buio ma un primo giro è possibile. Del resto la stupenda città blu è come se fosse illuminata a giorno.

Cena di tajine di agnello al Lalla Messaouda: non male.

Giorno 7 – Tangeri (passando per Tetouan)

Ancora una bella camminata per gli angoli non ancora visti di Chefchouen il giorno prima e poi in auto.

In ogni viaggio cerco di scegliere il posto più bello visto ed a posteriori per questo tour la città blu vince. Moltissime foto anche il mattino successivo.

Sulla N13 prendiamo la prima (ed unica) multa per eccesso di velocità; fortunatamente sono solo 15 euro. Parentesi velocità e multe. In Marocco sulle autostrade i rilevatori fissi sono molto numerosi; basta però non sperare i 120km orari. Sulle nazionali (Nxx) invece occorre stare più attenti perché, pur considerando giustamente la velocità la primaria causa degli incidenti, i limiti variano (100, 80, 60 e 40) e quando ad esempio si passa dagli 80 ai 60 km orari e si è in discesa, facilmente qualcuno ti osserva con un rilevatore manuale e paghi la multa; io andavo a 70 km orari. Una sosta consigliata è nella città bianca Tetouan. Appena posteggiata l’auto esce un bel sole e visitiamo il suk, molto gradevole anche per la sua particolare architettura, che si trova accanto al Palazzo Reale.

Giunti a Tangeri optiamo questa volta per un b&b al 7’ piano nella città nuova; magnifica vista sul porto e tutta la baia. Ma dobbiamo mettere gli split a paletta perché nella casa c’è molto freddo (sapendo che stavamo arrivando, potevano accendere un po’ prima).

Per cena una bella e buona pizza e Coca Cola.

Giorno 8 – Casablanca  

L’autostrada ci porta in 3,5h e 350km a Casablanca. Una metropoli di tre milioni di abitanti. Siamo un b&b non certo indimenticabile, però centrale.

La città può piacere o meno ma la troviamo autentica e non turistica. Una signora inglese incontrata a Marrakech e che abita da anni a Casablanca ci aveva detto di come lei amasse questa città quindi per capirla meglio bisognerebbe starci un po’.

Per chi non avesse tempo Casablanca si potrebbe anche saltare, ma come si fa a non visitare la moschea Hassan II ovvero la più grande e spettacolare del Marocco e tra le più grandi moschee al mondo ? Meglio andarci al tramonto ed anche qui foto su foto in particolare da Boulevard de la Corniche.

Per cena sicuramente tajine di pesce a La Sqala.

Giorni 9 e 10 – Essaouira (passando per El Jadida e Safi)  

Oggi affrontiamo la tappa più lunga (4,5h e 400 km), e per alcuni aspetti, più difficile del viaggio. A 100km da Casablanca è d’obbligo una sosta nella piccola ma accogliente El Jadida. Le mura della cittadina sono affacciate sul mare; belle per una leggera camminata. Tanto per dire come il turismo arrivi poco trattandosi di una tappa fuori dalle più tradizionali mete, due ragazze si fermano a parlare con noi, divertite, e ci chiedono di fare una foto ma anche di non pubblicarle; le inviamo quindi via email perché vogliono ricordare di questo incontro, e noi anche.

Pranziamo sotto un caldo sole nella terrazza di un bar da dove si domina la piccola medina; 7 euro in due per una ricca e buona colazione.

Fuori dalle mura visitiamo il mercato dove assaggiamo mandarini dolcissimi che compriamo in gran quantità.

Altri 150km per arrivare a Safi dove la sosta ci sta per un po’ di riposo ma non c’è nulla da vedere, salvo la più grande tajine al mondo posta al centro di una piazza.

Andando verso sud abbandoniamo l’autostrada e siamo sulla R301. Appena fuori Safi incontriamo un grande complesso industriale (raffinerie di fosfati). La strada ora è piuttosto stretta e malmessa con diversi camion che vanno e vengono. Ed infatti dopo un po’ buchiamo la gomma; anzi la gomma si squarcia. Siamo nel nulla ma arrivano due ragazzi che molto gentilmente ci aiutano nel cambio; alla fine accettano, un po’ imbarazzati, una bella mancia. Li abbracciamo e ripartiamo.

Siamo ora nel più bel tratto di strada di tutto il viaggio. Pochissime auto ed una vista continua su enormi ed infinite spiagge, sempre un po’ dall’alto con vista mare. Quando arriva il tramonto ci fermiamo ad osservare il sole che scompare all’orizzonte.

Eccoci quindi a Essaouira. Il posteggio è accanto alla piazza dove ci sono i piccoli e famosi ristorantini di solo pesce. Chiediamo un lavaggio perché dopo la giornata odierna l’auto ha bisogno di riprendere colore.

Siamo un b&b nella medina, carino, spazioso ma molto umido per cui pur avendo prenotato per due notti la seconda sera ci spostiamo al riad Maison du Sud che è la migliore sistemazione di tutto il viaggio.

A cena coda di rospo allo zafferano al Sea Food ma soprattutto la sera successiva immancabile L’Or Vert, il migliore di tutto il viaggio.

Al mattino una bella ed impegnativa passeggiata (circa 15 km, nota faremo 145 km a piedi in tutto il viaggio) lungo l’ampia spiaggia. Poi per un pezzo torniamo con un taxi ed andiamo ai ristorantini di pesce nella piazza. Qui bisogna fare attenzione all’aspetto costi. Questi locali, una dozzina, sono disposti ad L. Si sceglie il pesce, fresco di giornata, e poi ci si siede in attesa della grigliatura/frittura. Nel primo locale che si incontra chiediamo un dentice e dei gamberi: 45 euro! Malgrado l’insistenza, abbandoniamo subito l’offerta e proviamo ad andare in un locale più centrale. C’è meno gente e per lo stesso prodotto il prezzo magicamente scende a 15 euro! Eppure nel primo locale ci sono molti turisti, forse del nord Europa che senza farsi troppe domande decidono di farsi fregare. La mia idea è che siccome Essaouira assieme a Marrakech è la meta più visitata del Marocco, la massa dei turisti si muove tra le due città per delle visite piuttosto veloci senza badare troppo alle spese. Il locale che scegliamo ci porta il pesce dopo poco, accompagnato da ottime patatine fritte ed alla fine sono 15 euro come pattuito.

Essaouira è bellissima. Mura, medina, spiagge, grande porto di pescatori. E poi ci sono i gabbiani che completano la scenografia unica di questo posto bellissimo.

Bisogna però essere fortunati con il meteo perché come ci ricorda un locale, è più facile trovare vento anche forte che no; qualche anno fa in aprile entrammo in un’agenzia immobiliare perché era impossibile camminare lungo la spiaggia. Questa volta ci è andata bene; sole e assenza di vento e quasi occorre la protezione dai raggi.

Giorni 11 e 12 – Marrakech   

Da Essaouira arriviamo in 100km a Chichaoua attraversando zone piuttosto desertiche. Qui decidiamo però di abbandonare la N8 e pur allungando un po’ andiamo a prendere l’autostrada (A3) poiché la strada nazionale è molto trafficata ed un paio di sorpassi di bus e camion non ci piacciono.

Arriviamo quindi a Marrakech con circa 2.000 km in auto completati in nove giorni.

A Marrakech siamo al buon riad Miss Caracal. Ora a Marrakech ci sono circa mille riad per cui la scelta è veramente ampia e non semplice. Miss Caracal si trova però in una zona che ci piace, verso il quartiere ebraico.

Nel pomeriggio prenotiamo per le ore 16.00 la visita ai Jardin Majorelle; 14 euro per un must.

A cena vogliamo provare, in piazza Jemaa el-Fnaa, la tanja, piatto tipico di Marrakech; carne, bella grassa, cotta per ore nell’omonima pentola. La sera successiva la miglior tajne di pollo di tutto il viaggio a La Table della Kasbah.

Giorno 13 – Rientro in Italia

Il sole bello caldo ci accompagna ormai da un po’ di giorni e vedendo il clima al rientro a Milano, valutiamo di stare ancora qualche giorno; pur perdendo i soldi del volo, le tariffe sarebbero veramente basse. Consideriamo però che Marrakech, ancorché molto turistica, vale sicuramente una visita, ma per qualche giorno si può stare, di più no. Un punto di attenzione è il seguente. In partenza dal Marocco occorre la carta d’imbarco cartacea. Io l’avevo stampata (volendo molti negozietti provvedono alla stampa ed anche i riad sono disponibili a farlo) ma c’è un però. Al primo tornello la lettura del codice a barre non funziona. Vado quindi a fare il check in e mi danno la vera carta d’imbarco e questa volta passo. In sintesi, dalla mia esperienza non serve stampare prima perché non è detto che la lettura funzioni; meglio andare al check in direttamente.

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