Libia, così vicina così lontana

La Libia così vicina e così lontana è affascinante. Sta proprio sotto l'Italia e Tripoli è a soli 1.050 km. Da Roma, ma è tanto lontanache sembra un altro mondo. Un altro clima è l'abbraccio dell'aria già estiva, un altra vita è quella che vivono 6 milioni di libici stretti dalle norme a volte rigide imposte dal regime del colonnello...
Scritto da: Robert
libia, così vicina così lontana
Partenza il: 24/04/2008
Ritorno il: 04/05/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
La Libia così vicina e così lontana è affascinante. Sta proprio sotto l’Italia e Tripoli è a soli 1.050 km. Da Roma, ma è tanto lontanache sembra un altro mondo. Un altro clima è l’abbraccio dell’aria già estiva, un altra vita è quella che vivono 6 milioni di libici stretti dalle norme a volte rigide imposte dal regime del colonnello Gheddafi. Non si può parlare di Libia senza parlare del Leader, salito al potere con un colpo di stato nel 1969 il suo ritratto campeggia su strade, piazze, edifici, locali e quant’altro. In questi quasi quarant’anni la sua politica ha oscillato tra panarabismo, socialismo, nazionalismo e islam. Grazie alle entrate petrolifere il paese è stato comunque modernizzato e dotato di discrete strutture pubbliche, scuole e sanità sono gratuite. Fino agni anni 90 il governo libico ha scoraggiato il flusso turistico poi la posizione si è modificata ma le strutture turistiche con poche eccezioni sono comunque essenziali, i servizi spesso scadenti e particolarmente lenti.

L’ARRIVO una ora e quindici minuti di volo da Roma poi lo sbarco a Tripoli, il controllo passaporti effettuato con tipica flemma araba e particolare disorganizzazione ci impegna 2 ore!! da considerare che il nostro con un centinaio di passeggeri era l’unico aereo in arrivo TRIPOLI la città con i suoi dintorni è abitata da 2 milioni di abitanti, le vie centrali e quelle di accesso sono discretamente intasate di traffico e smog. La medina araba è picola e non all’altezza delle più famose città marocchine o egiziane i quartieri adiacenti semicentrali sono quelli costruiti dagli italiani durante l’occupazione (1911 – 1943) e conservano negli edifici pubblici e privati lo stile della provincia italiana. Un altra conseguenza dell’occupazione è che in tutti i locali pubblici si trovano macchine per il caffè espresso (spesso con le leve stile anni 50 o 60) con discreti risultati per gli amanti della tazzina fumante. Un bel lungomare a alcuni piacevoli giardini rendono Tripoli se non bella I SITI ARCHEOLOGICI Leptis Magna circa 130 km ad est di Tripoli è un sito grandioso che occupa decine di ettari, già importante città fu ulteriormente ingrandita ed abbellita dall’imperatore Settimio Severo nato qui. All’ingresso c’è un imponente arco, rimesso in piedi negli anni 20 dagli archeologi dell’Università di Macerata, intitolato all’imperatore e che in qualche modo si contrappone mentalmente all’arco dello stesso Settimio al foro romano sotto al Campidoglio. Molto ben conservate le terme con ancora visibili pavimenti originali e tubi per l’acqua calda e fredda, il foro di eccezionale imponenza e l’anfiteatro con una bella vista sul mare. Interessante il porto con le strutture ancora ben visibili, in sintesi credo che Leptis si possa considerare uno dei 4 o 5 siti di epoca romana più belli esistenti. Purtroppo la manutenzione ordinaria lascia a desiderare probabilmente a causa della scarsa attenzione al turismo di cui si diceva e questo tende ad abbassare la percezione della bellezza del posto. Sabratha a metà strada tra Tripoli e il confine tunisino è un’altra città romana con importanti resti, in particolare bellissimo e spettacolare è il teatro in arenaria a tre ordini di arcate, il contrasto con il mare blu sullo sfondo rende la scena ancora più bella. Nel sito è presente il mausoleo di Bes unica struttura al mondo di origine punica ancora in piedi. In entrambi i siti gli edifici sono costruiti con marmi provenienti dalla Sardegna, dall’Egitto, dalla Grecia. Dall’Italia questo ci fa capire come le due città fossero al centro di un grande impero e di una grande civltà in cui il Mediterraneo era un crocevia di traffici ed un motivo unificante e non, come purtroppo oggi, una frontiera tra Europa ed Africa tra Nord e Sud tra Cristo e Maometto GERMA un comodo volo interno, peraltro affollato solo da turisti, e 200 km di strada asfaltata ci portano a Germa l’antica Garama capitale del regno dei Garamanti. Il regno faceva da tramite nei commerci tra l’Africa ed il Mediterraneo. Nel 20 a.C. Il proconsole Cornelio Balbo parte da Sabratha con circa 6.000 soldati e dopo una marcia di 25 giorni raggiunge e conquista Garama e altre 8 città dei Garamanti (Plinio – Storia Naturale) nel 70 d.C. I Garamanti tentano una incursione nelle città della costa, per ritorsione il legato Valerio Festo a capo di un esercito riconquista Garama ed obbliga il regno ad un trattato di pace che da allora in poi sarà sempre rispettato. Plinio, Tacito e Tolomeo nelle loro opere citano mercanti e militari romani che accompagnano i Garamanti nelle loro spedizioni a sud e raggiungono laghi (il Ciad?) e grandi fiumi (il Niger?) popolati da coccodrilli in territori abitati da popoli con la pelle nera. Questi romani sono i primi europei ad avere attraversato il Sahara ed essere arrivati nell’Africa equatoriale 18 secoli prima dei più famosi esploratori inglesi e francesi. Di tutto questo nell’attuale Germa rimane poco o niente, i ruderi di una città con case in terra e paglia, qualche fortificazione non è escluso che prima o poi vengano effettuate serie campagne di scavi che potrebbero portare sorprese IL DESERTO Altri 200 km a sud, in parte su sterrato, e raggiungiamo il campo tendato alle pendici dell’altopiano dell’Acacus che ci ospiterà per tre notti. Ci si ritrova veramente in un’altra dimensione in cui gli spazi ed i tempi sembrano dilatarsi verso una grandezza per noi inusuale e che è difficile descrivere a parole. Alla sera quando viene staccato il generatore che mantiene le poche luci del campo sembrano accendersi centinaia di stelle nel cielo, l’intensità è tale da destare una grande meraviglia per i nostri occhi non abituati a questo bellissimo spettacolo. Durante i giorni seguenti il Sahara si mostra nei suoi vari aspetti, rocce erose dal vento nelle forme più fantasiose, sassi, sabbia di vari colori e dune imponenti. Quando si arriva in cima ad una duna…Ce ne è sempre un’altra e poi un’altra ancora…Un ambiente difficile che nello stesso tempo respinge ed affascina GLI ANIMALI Durante i nostri giri abbiamo incontrato un piccolo geco bianco che si è pietrificato sotto le nostre attenzioni, un ramarro di 40 cm che stava a prendere il sole e disturbato da noi è sparito saltellando tra le rocce, un bellissimo fenech che abbiamo fotografato dalle auto in stile safari ed un aspide che passeggiava tra le tende dove dormivamo e non si sa se dall’incontro era più spaventato lui o noi I SITI RUPESTRI Numerosi ed interessanti, alcuni piccoli con solo 2 o 3 figure altri come il Matentush maestosi e con decine e decine di figure. Ci sono sia pitture sia incisioni (petroglifi in gergo tecnico) sono stati eseguiti in un lungo arco temporale che spazia tra i 10.000 e i 2.000 anni anni fa. Spiccano animali come giraffe, elefanti, pantere spesso colti in movimento o in lotta tra loro o durante la caccia da parte di figure umane che impugnano lance archi e asce. Nelle pitture più recenti, in genere in terra rossa, carri trainati da cavalli e mandrie di buoi testimoniano di un tempo in cui il territorio era abitabile e probabilmente simile alle attuali savane centrafricane. Nel sopracitato sito di Matentush sono molto particolari le figure dei cosidetti “gatti mammoni” dei felini non ben identificati ma dotati di grande fascino. In un sito sono rappresentate scene di sesso molto esplicite con un “lui” superdotato, forse era una specie di tempio all’aperto alla fertilità come gli altri lo erano per la caccia, non è dato sapere con precisione perchè non abbiamo notizie della civiltà che ha creato queste opere AUTO E AUTISTI Tre auto fuoristrada hanno trasportato il nostro gruppo di 12 persone, dei simpatici coprisedili in pelo contribuivano ad aumentare caldo e polvere un’altra particolarità erano gli pneumatici che contrariamente alle abitudini italiane erano qui di 3 o 4 tipi diversi per ogni auto. Una gomma completamente liscia serviva ad aumentare la suspence e le scommesse sul come e il dove sarebbe scoppiata. Una quarta auto era di appoggio, trasportava un capocarovana la cui funzione non ho mai capito ed un individuo presentatosi come “chef”. Nel corso dei 5 pasti a pic-nic di sua cura questo chef ha invariabilmente presentato riso in bianco con piselli, tonno in scatola, fagioli in scatola, ceci in scatola, patate lesse e mele. Ancora cerco l’indirizzo della scuola alberghiera da lui frequentata, vorrei scrivere una letterina…A parte questo erano tutti simpatici, disponibili e con la voglia di comunicare abbiamo passato insieme a loro dei bei giorni e quando ci siamo salutati a qualcuno è scappata anche la lacrimuccia I LAGHI DI UBARI Tra l’Acacus e la città di Ubari in una zona di deserto che più deserto non si può tre laghetti sorgono improvvisamente circondati da palme, vegetazione e altissime dune che danno l’impressione di essere pronte ad inghiottirli. L’ambiente ha una sua suggestione ed è meta di un mini-flusso turistico di famiglie libiche che forse cercano un refrigerio difficile da trovare tra i 40 gradi della sabbia e l’acqua salata dei laghi I MUSEI Leptis Magna e Tripoli dispongono di due musei da visitare assolutamente con eccezionali pezzi di epoca romana, anche qui la manutenzione non è delle migliori e ci sono delle strane scelte con bambole vestite con costumi tradizionali accanto a Veneri romane in marmo. Nel museo di Tripoli poi fa bella mostra di sé una Wolkswagen Maggiolino di colore verde famosa in tutta la Libia perchè era l’auto con la quale si spostava il colonnello Gheddafi durante la rivoluzione LE PERSONE Ritengo che in un viaggio sia sempre bello cercare di interagire con la gente e non limitarsi a monumenti e panorami, pur nella limitatezza dei giorni a disposizione mi sembra di poter dire che i libici sono in genere accoglienti, cordiali e curiosi verso il mondo esterno. Il turista, forse perchè raro, non è visto come il classico pollo da spennare, nei negozi i prezzi sono “quasi” fissi e non esiste o è molto limitato il fenomeno del doppio prezzo per il visitatore e per il locale. Siamo stati avvicinati più di una volta da persone che volevano fotografie insieme a noi, siamo stati invitati a partecipare ad un pic-nic da una simpatica e numerosa famiglia che poi si è scatenata in balli e foto di gruppo. A Germa fermi a vedere un fornaio all’opera questi ha subito insistito per regalarci dell’ottimo pane appena cotto, a Sheba l’autista di un camioncino che trasportava gelati ce ne ha spontaneamente offerti ed ha rifiutato qualsiasi pagamento. Insomma dappertutto una atmosfera rilassata e senza il minimo timore, la città di Tripoli pur nella sua grandezza ci è apparsa sicura e tranquilla mai nelle sue vie o piazze ci siamo sentiti minimamente minacciati o malvisti.

Alla fine di questo bel viaggio voglio ricordare tutti gli amici del gruppo con cui si è creata una simpatica atmosfera e non da ultimo ringraziare per l’organizzazione la nostra piccola ma efficente agenzia di viaggio di Montegranaro (FM) Un saluto a tutti



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