Libia deserto e cultura

Tra siti archeologici e deserto
Scritto da: profumo
libia deserto e cultura
Partenza il: 29/01/2011
Ritorno il: 08/02/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Via internet abbiamo contattato alcuni tour operator libici ed alla fine abbiamo scelto Alawy tour e con Marta, moglie di Abdu abbiamo pianificato il viaggio, così il 29 gennaio 2011 siamo partiti da Milano Malpensa alle 10,30 con Libyanairlines atterrando a Tripoli alle 13,50, l’aereo era piccolo ma il volo è stato confortevole ed il personale di bordo gentile. Dopo aver sbrigato le pratiche doganali all’uscita c’erano Achim la ns. Guida parlante italiano e Messaud il ns. Autista che ci hanno accompagnati subito al sito archeologico di Sabratha, qui abbiamo trovato la guida ufficiale del sito sig. Elbasha, che in un perfetto italiano ci ha spiegato la storia di questa importante città romana affacciata sul mare, che ha subito un terribile terremoto nel I° secolo d.c., la parte più spettacolare, (anche se ricostruita negli anni 20 dagli italiani) è il teatro con le sue 108 colonne corinzie ed una perfetta acustica dove, ancora oggi, si tengono concerti e rappresentazioni teatrali. Verso le 17 torniamo al centro di Sabratha dove c’è il nostro piccolo ed accogliente Hotel. Verso le 19.30 andiamo a cena in un ristorante turco con i ns. Amici e verso le 21,30 ritorno all’hotel.

30/01/2011

Alle 8 partenza per Nalut dove arriviamo verso le 11, questa antica città è stata costruita su uno sperone di roccia da cui si gode uno splendido panorama sulle montagne circostanti sino alla pianura, si possono ancora vedere resti di un antico frantoio e una moschea bianca quasi intatta. Su tutto domina il castello o Qsar (antico granaio troglodita), ancora in buono stato, che fungeva da deposito di grano, orzo olio e datteri, sono piccoli o grandi grotte scavate nella roccia e chiuse con porte di tronchi di palme, i più grandi erano di ricchi commercianti e contadini e gli altri delle famiglie dell’antica città, vi venivano conservate anche le sementi per le culture dell’anno successivo. In alcuni si vedono ancora delle belle anfore intatte! Ci rechiamo poi al piccolo museo preistorico e siamo fortunati perché è aperto solo in questi giorni. Subito dopo partiamo per Ghadames, dopo 30 Km ci fermiamo a pranzare in una piccola trattoria, antipasto con peperoni ed olive,pollo al cartoccio, riso con uvetta-mandorle e piselli, zuppa di verdure, tutto squisito. Verso le 16,30 arriviamo a Ghadames all’hotel Ben-Yeder che si trova nel centro ed è piccolo ma confortevole. Verso le 17.30 usciamo a passeggiare e curiosare nei negozi che stanno aprendo sino alle 20.30, torniamo all’hotel per cenare con antipasto piccante, montone, dolce e frutta, tutto buono, usciamo a fare due passi con Akim sino alle 22,30.

31/01/2011

Colazione e alle 9 incontriamo Gasem, la guida parlante italiano, che ci accompagnerà al Museo di Ghadames e alla visita della città vecchia (patrimonio dell’umanità). Sa spiegare molto bene e sa riportarci indietro nel tempo a come vivevano in questa città alle porte del deserto. Ci inoltriamo nelle sue piccole e curve viuzze, le case sono tutte bianche con belle decorazioni colorate o in rilievo, le porte decorate in legno di palma come pure i soffitti, la città è attorniata da piccoli orti dove crescevano ortaggi protetti da tantissime palme da datteri e circondati da mura con 5 porte che venivano chiuse alla sera e riaperte solo al mattino perché, questa città era un’importante centro commerciale di scambio di merci per le carovane che provenivano ed andavano verso il deserto del Sahara. Questa città ha uno splendido sistema di ventilazione che la rende mite in inverno e fresca in estate grazie ai suoi tortuosi vicoli. Stupendi sono gli interni delle case e, pranzando in una di queste, con cibo cucinato dalla padrona di casa solo per noi, abbiamo potuto ammirarne l’arredamento che consiste in tanti bei tappeti, parecchi manufatti artigianali fatti con le palme, coloratissimi e molto belli, specchi, piccoli mobili di legno, pranzo a base di cus-cus di dromedario , salse piccanti e frutta, tutto molto buono. Alle 13,30 partiamo per Garian dove arriviamo alle 19,30 percorrendo una strada in mezzo ad un arido deserto dove ogni tanto si vedono greggi di pecore o capre e mandrie di dromedari. Ceniamo al ns. Hotel Touring, buona la cena, lindo e confortevole.

01/02/2011

Buona colazione e alle 8,30 partenza per Leptis Magna dove arriviamo alle 10,30, lì ci attende la guida Saleh che ci accompagna nella visita del sito che è vasto e ben conservato con splendida vista sul Mare, anche questa guida parla bene l’italiano ed è molto brava e dettagliata nelle spiegazioni. Terminiamo con la visita dell’anfiteatro e del circo (veramente immenso) e alle 12,30 partiamo per Tripoli dove, sul lungomare pieno di bancarelle di pescivendoli, scegliamo dell’ottimo pesce fresco, che ci verrà cucinato sul momento e che gusteremo nell’annesso locale in compagnia dei nostri amici. Verso le 16 facciamo un breve tour della città di Tripoli, la sua Medina, la piazza verde e alle 18 siamo in aeroporto, Achim gentilmente fa la coda per procurarci i biglietti per Sebha con Lybian airlines, alle 19,50 salutiamo e ringraziamo Messaud, il nostro giovane e bravo autista, mentre Achim lo ritroveremo ad attenderci il 7 febbraio qui all’aeroporto. L’aereo dovrebbe partire alle 20 ma è molto in ritardo, fortunatamente incontriamo una guida libica amica di Abdu che lo avvisa del contrattempo e finalmente alle 24 ci imbarchiamo, dopo 30’ di controllo bagagli decolliamo (abbiamo avvisato con SMS Abdu) e arriviamo a Sebha alle ore 1.15, qui troviamo un collaboratore di Abdu che ci accompagna al Campo fisso di Allal a circa 10 Km. Dove stanchissimi ci infiliamo nel ns. Bungalow.

02/02/2011

Dopo aver fatto colazione al bar del campo alle 8,30 incontriamo Abdu che ci presenta il nostro autista Abu che ci accompagnerà in tutto il nostro itinerario nel deserto. Partiamo subito su un 4×4 già carico di attrezzature e lungo il tragitto Abu compera frutta, verdura, carne, fa rifornimento di benzina ed acqua. Dopo circa 200 km. Arriviamo ad Ubari dove incontriamo Billal, nosra guida tuareg che ci farà anche da cuoco, carichiamo utensili da cucina, pane fresco, uova e partiamo. Ci fermiamo per strada e ci rifocilliamo con uno spuntino a base di verdure, tonno e frutta, aiutiamo Abu a raccogliere legna per accendere il fuoco su cui, a fine pasto, verrà fatto un ottimo the. Altri 200 Km ed arriviamo ad Al-Aweinat dove facciamo ultimo rifornimento di carburante, qui incontriamo una coppia di italiani di Bergamo anche loro diretti nel deserto. Salutiamo e partiamo per addentrarci nell’Akakus dove ci accolgono i colori dorati della sabbia e, nella zona di Adadh, vediamo la roccia del Dito che sembra sfidare le leggi di gravità ed è alta quasi 20 mt. , ci sono molte altre belle rocce con forme che lasciano spazio ad ogni tipo di interpretazione, i colori sono mutevoli e molto belli, ci fermiamo ad ammirare incisioni rupestri antiche di circa 6000 anni raffiguranti giraffe e mucche. Verso le 17 ci fermiamo per piazzare il campo per la notte, c’è vento , in lontananza tra le dune vediamo due fuoristrada con alcuni turisti inglesi che stanno montando le tende. Sistemiamo la nostra tenda con i sacchi a pelo e le coperte. Ci infiliamo le tute di pile e mentre Billal sta preparando la cena ed Abu cerca legna per il fuoco noi facciamo riprese e foto del tramonto che sta arrivando, i colori non si possono descrivere. Verso le 20,30 ceniamo con passato di verdure, maccheroncini con spezzatino, macedonia e per finire un bel thè caldo alla menta, tutto molto buono. Alle 22 ci rifugiamo nella tenda perché il vento è freddo e molto forte per cui facciamo fatica ad addormentarci. Alle 2 socchiudiamo la tenda, il vento è cessato e c’è una splendida stellata che ci fa sperare in una bella giornata ma, alle 4 ci sveglia un forte vento accompagnato da scrosci di pioggia.

03/02/2011

Alle 8,30 ci alziamo e, purtroppo pioviggina con un bel vento freddo, veloce colazione, si smonta e si carica tutto e alle 9 si parte. Per fortuna non piove più anche se ci sono ancora nuvole che però mettono in risalto la varietà dei colori rendendoli più intensi. Attraversiamo ed ammiriamo rocce nere sfumate di sabbia ocra, wadi con cespugli ora secchi ora sorprendentemente verdi, ci fermiamo ad ammirare graffiti rappresentanti animali, scene di vita quotidiana, di caccia o di combattimenti, le figure sono eleganti e dettagliate, alcuni sono in condizioni perfette, altri purtroppo rovinati dalle intemperie ma, soprattutto da turisti scriteriati che ne hanno asportato il colore rosso con cui erano dipinti. In alcuni luoghi sono anche state trovate mummie che ora riposano nei musei. Alle 14 ci fermiamo per una breve pausa pranzo che il bravo Billal ci serve ed un ottimo thè di Abu e poi partenza, incontriamo qualche dromedario al pascolo e, in prossimità di un accampamento tuareg alcune greggi di capre, qui salutiamo una famiglia di 5-6 persone e vediamo una donna con due bei bimbi, solo la nostra guida tuareg si avvicina e parla con il capofamiglia, noi ci fermiamo un po’ più lontano. Sosta ad un pozzo per rifornirci di acqua e alle 18,30 ci fermiamo in una specie di piccolo pianoro circondato dalle montagne che ci riparano dal vento. Attrezziamo il campo per la notte, Billal ci prepara un’ottima zuppa, spezzatino con riso e alla fine l’immancabile ottimo thè di Abu, poi cantiamo e ascoltiamo la musica fatta dai nostri amici battendo le mani sulla tannica dell’acqua, alle 22 ci ritiriamo nella ns. Tenda a sognare ciò che abbiamo visto .

04/02/2011

Sveglia alle 8,30, buona colazione e alle 9 partenza per proseguire nella visita dell’Akakus verso Wadi Tashwinat con tutti i suoi wadi (fiumi) ne conta circa 100 e ovviamente sono ormai tutti secchi. I paesaggi sono vari, a volte veramente mozzafiato, ancora graffiti fatti con grande abilità, c’è un elefante perfettamente inciso nella pietra nera (scoperto dal dr. Mori con l’aiuto di un tuareg)con vicino un altro elefante più piccolo. Sono anche raffigurate scritte tuareg e segni rotondi che indicano l’acqua. Vediamo un bellissimo arco naturale, poco più in là ci fermiamo per pranzare, Billal ci ha preparato una specie di insalata russa con verdure cotte e crude, uova sode e formaggio salato davvero buona, frutta ed il solito squisito thè. Verso le 14 ripartiamo, continuiamo a percorrere vari wadi alternati a salite e discese tra scenari a volte lunari. Vediamo un piccolo doppio arco, ancora graffiti e, dopo una salita con vista spettacolare vediamo il grande arco di Fozzigiarein (sembra l’arco di trionfo trapiantato nel deserto!) è veramente maestoso e splendido in questo scenario di dune dorate alternato a montagne nere sfumate dalla sabbia dai mutevoli colori. Oggi finalmente è uscito il sole anche se il vento rimane freddo e, con le nuvole che si muovono in continuazione possiamo ammirare ancora wadi e paesaggi che ci ricordano la Baia di Along (in Vietnam) ovviamente senza acqua. Arriviamo ad un’altro pozzo dove facciamo rifornimento di acqua, nel nostro itinerario abbiamo incontrato circa 5 famiglie tuareg accampate in luoghi diversi e ne intravediamo la loro vita veramente dura. Verso le 16 usciamo dall’Akakus, con già un po’ di nostalgia, davanti a noi si spalancano le dune dorate del Wan Caza, una catena di rilievi alternata a dune che mutano continuamente colore a seconda della luce. Ci fermiamo ed Abu, scavando in alcuni punti, fa affiorare sabbie dai colori diversi: bianca, grigia, gialla, verde, nera! Si pensa che in questa valle sia esistito un cimitero neolitico perché vi sono stati trovati cocci di ceramica e frammenti di uova di struzzo. Verso le 17,30 ci fermiamo al riparo di alte dune e montiamo la tenda. Alle venti cena a base di zuppa di spaghetti spezzettati, verdure e carne di dromedario. Thè caldo e musica fino alle 22.

05/02/2011

Sveglia alle 8 con un bel sole, colazione e foto al sole che sbircia fra le dune e alle 9 partenza verso Msak Settafet, grande distesa di sassi neri circondata dal Murzuq Plateau, in questo anfiteatro si stagliano paesaggi aridie, nascosti in queste rocce ci sono delle bellissime incisioni rupestri di circa 12000 anni fa e, purtroppo, alcune si stanno sfaldando a causa delle intemperie. Il sole è caldo ma il vento è sempre freddo, alle 13 ci fermiamo per pranzare e verso le 14,30 partenza , ci fermiamo a fare foto ed a raccogliere legna, per parecchi Km. Solo sassi neri ma, all’orizzonte, si intravedono le dune dell’Idehan Murzuq che raggiungiamo verso le 17, saliamo e scendiamo su di esse e la sensazione è stupenda, ci fermiamo in una specie di conca completamente isolati tra queste alte dune, è un luogo magnifico ed i colori sono splendidi a seconda della luce diramata dai raggi del sole, Mentre Billal prepara la cena saliamo sulla cresta dorata di alcune dune per fotografare il tramonto: lo spettacolo è da togliere il fiato. Quando scendiamo dalle dune Abu ha già terminato di fare l’impasto del pane a base di farina ed acqua. Quando la brace è pronta, la sposta da un lato, fa un disco di pasta,lo adagia sulla sabbia bollente e lo ricopre di sabbia e braci. Dopo 15’ si vedono uscire delle bolle dalla sabbia, Billal toglie sabbia e braci e gira il disco di pane, lo ricopre ancora facendolo cuocere per altri 20’. Quando pronto viene tolto dalla sabbia, raschiato con un coltello e lavato con l’acqua, la crosta è gustosa e croccante, il pane viene poi tagliato a pezzi e sminuzzato, poi Billal vi versa sopra uno spezzatino di verdure e dromedario, il risultato è squisito! Ci ha anche preparato una buona zuppa di ceci e al termine Abu ci serve il suo profumato thè accompagnandolo con musica, canzoni ed aneddoti divertenti. Rimaniamo così a gustarci questa serata sotto un magnifico cielo stellato ed un’ammiccante falce di luna. Alle 22,30 ci ritiriamo nella ns. Tenda.

06/02/2011

Ore 7 sveglia e, sorpresa, sulla tenda c’è la “brina”! siamo a O°, verso le 8 saliamo sulle dune per fotografare l’alba, sulle creste delle dune si intravede la striscia bianca della brina, lo spettacolo spazia sino alla pianura ed è fantastico. Scendiamo a fare colazione e alle 9 partenza. Lasciamo con rimpianto le alte dune dorate per inoltrarci in una landa deserta di piccole pietre ocra, dopo circa 2 ore di colpo compaiono le grosse pietre nere del Methkandoush e dopo 5 km raggiungiamo le grandi e bellissime incisioni rupestri tra cui spiccano giraffe, elefanti, struzzi, un grande coccodrillo purtroppo spaccato in due, 2 gatti che bisticciano, sembra incredibile che dopo 12000 anni siano ancora così belle. Al termine riprendiamo il cammino nel deserto del nulla disseminato di grosse pietre nere e poi per parecchi Km piccole pietre dorate. Facciamo un tratto di strada che viene usata dai mezzi che trasportano ghiaia o altro da una cava e da coloro che raggiungono i pozzi petroliferi fino a raggiungere una specie di fattoria dove c’è abbondante acqua e viene coltivato il mais, ci sono tanti alberi, palme da datteri, due grandi cartelli con foto di mucche, dromedari e pecore che allattano i piccoli, si vede anche un grande silos per i cereali ma non riusciamo a capire esattamente di cosa si tratti salvo che è un’area voluta da Gheddafi, infatti per accedervi ci sono delle sbarre con dei sorveglianti . Ritorniamo alle piste nel deserto e alle 13,30 ci fermiamo a pranzare in un luogo dove, quasi per magia sono spuntati alberelli di acacia e piccoli cespugli alcuni con piccoli fiori gialli o lilla, altri con attaccate delle piccole angurie verdi e tonde, proviamo ad aprirne una è come le nostre angurie, ma piccole con la polpa gialla e sono amare come il fiele ma, veramente resistenti per poter vivere qui. Verso le 14 ripartiamo e verso le 16 arriviamo a Germa (l’antica Garama), visitiamo il piccolo ma interessante museo dove sono raccolti reperti archeologici, una mummia dell’epoca dei Garamanti, alcuni graffiti, visitiamo poi la città vecchia e dopo qualche acquisto di generi vari ci dirigiamo al campo tendato fisso di Alawi tour che è completamente immerso nelle splendide dune dorate. Il Campo è molto bello con una quarantina di grosse tende il cui interno è veramente confortevole. Ce ne assegnano una che si rivela subito calda (fuori il vento è gelido nonostante il sole caldo), ci sono 3 letti con relativi comodini e lampade, tappeti molto belli per pavimento e l’interno della tenda è rivestito di tende di seta color avorio ma, per noi la cosa più apprezzata è il bagno fornito di una bella doccia calda di cui approfittiamo immediatamente. Possiamo anche caricare le batterie della telecamera, dei telefonini e macchina fotografica. Verso le 18,30 ripuliti e ricaricati ripartiamo per il deserto per la nostra ultima notte in tenda. Dopo circa 30’ di saliscendi sulle dune ci fermiamo proprio nel bel mezzo di esse, anche questa sera pane di sabbia ed ottima cena, thè verde aromatizzato con erbe raccolte nel deserto e la bella compagnia dei nostri due amici sino alle 22,30 sotto un bel cielo pieno di stelle.

07/02/2011

Sveglia alle 7,30, il cielo è turchese, il sole splendido e non c’è il vento! Buona colazione alle 9,20 partiamo. Sino alle 12 è tutto un cavalcare altissime dune sempre diverse, arriviamo ad un piccolo lago ormai prosciugato ma ricco di vegetazione. Ancora dune ed ecco il secondo lago. Un gioiello turchese incastonato tra le palme da datteri con le alte dune che si specchiano nelle acque cristalline! Ancora dune ed arriviamo all’oasi di Gebraoun, il suo lago è il più grande dei laghi Ubari, popolato sino al 1991 da circa 1000 persone che Gheddafi ha costretto a trasferirsi verso il nuovo villaggio e ad abbandonare le loro case e, soprattutto questo luogo incantevole, ora adibito al turismo tantè che, nonostante ci sia solo un piccolo gruppo di Giapponesi e qualche altro turista ci sembra già troppo turistico e, quando Abu ci propone di andare a pranzare in mezzo alle dune accogliamo con entusiasmo la sua proposta, così facciamo il nostro ultimo pranzo con la splendida vista del lago ma godendoci il silenzio e la magia del deserto. Verso le 14 partiamo e con rammarico salutiamo le dune e dopo circa 30’ ci troviamo sulla strada asfaltata, ci fermiamo ad Ubari dove abita Billal, lo ringraziamo per i suoi squisiti pasti, la gentilezza e la compagnia e proseguiamo in direzione di Sebha. Circa 20 km prima di arrivare ci fermiamo nella fattoria di Abu, dove ci sono animali da cortile, campi di grano e piantagioni di palme da datteri il tutto a pochi Km. Dal deserto! Proseguiamo per il campo fisso di Allal dove visitiamo un piccolo zoo con struzzi, gazzelle, fennec, volatili, ecc. Alle 18 arriviamo all’aeroporto, ceniamo ed incontriamo Abdu che ci consegna i passaporti. Lo ringraziamo per la perfetta organizzazione del tour, salutiamo il bravissimo e simpatico Abu e alle 19,47 puntuali decolliamo verso Tripoli dove arriviamo alle 20.50 e troviamo Akim che ci omaggia con un vasetto di salsa al peperoncino preparata da lui e da sua moglie. Intanto che ci accompagna all’hotel Teba in Tripoli ci scambiamo le ultime notizie.

Arrivati all’hotel lo ringraziamo e dopo esserci rinfrescati si va a dormire.

08/02/2011

Sveglia alle 4,30 Akim è già nella hall che ci attende, un veloce caffè e via all’aeroporto, attraversiamo le strade assonnate di Tripoli con già qualche mezzo che si reca al lavoro, rivediamo i grandi pannelli con le foto di Gheddafi e una di lui con Berlusconi, il quartiere dove abita il rais ovviamente supersorvegliato e alle 5.30 arriviamo in aeroporto. Con rammarico salutiamo Akim ringraziandolo per la sua disponibilità e gentilezza, lo invitiamo a venire a trovarci in Italia visto che ha parenti a Torino e alle 8.00 decollliamo.

Tutto il tour è stato perfetto, le persone che abbiamo conosciuto veramente preparate professionalmente, disponibili e serie e con esse si è subito stabilito un rapporto di fiducia ed amicizia, dobbiamo ringraziare sinceramente tutti per le emozioni provate e complimentarci con Abdu di Alawi tour.

Al momento in cui sto stendendo il diario, 16 marzo 2011, purtroppo la situazione in Libia è ancora molto tesa, sappiamo che Abdu sta bene ma non abbiamo notizie degli altri nostri amici cui auguriamo di cuore che stiano bene sia loro che le loro famiglie e che presto torni la pace.

per info pier_mau@libero.it



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