In Francia tra terra e mare
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1 agosto 2010
Ore 02:00 del mattino,siamo in partenza per il confine con la Francia,solo pochi giorni fa abbiamo deciso di passare per il colle del piccolo San Bernardo, molto meno trafficato e più economico rispetto al traforo del Monte Bianco. Alle 5:00 arriviamo al confine, COL DU PETIT SAINT BERNARD 2188, temperatura di 5 gradi, siamo in Francia! Solo pochi tornanti e ci fermiamo ad ammirare l’alba e le montagne intorno a noi. Riprendiamo il viaggio, verso la valle della Loira, alle 10:00 arriviamo al castello di Villandry. L’atmosfera ci lascia senza parole, tutto ci affascina, ma solo quando ci affacciamo ad una delle finestre, notiamo che la vera meraviglia di Villandry si trova all’esterno. Distribuiti su tre livelli i giardini di Villandry,hanno un fascino unico, nel giardino ornamentale vengono raffigurati simboli musicali, farfalle, cuori, ventagli,essi rappresentano l’amore in tutte le sue forme. L’orto del castello,perfettamente curato,viene rinnovato ad ogni stagione offrendo un’ampia abbondanza di piante. I giochi d’acqua e l’intenso profumo di lavanda conferiscono alla terrazza un meraviglioso posto dove godersi un po’ di relax;da li,salendo qualche gradino si puo’ vedere il laghetto che ospita una coppia di cigni e una considerevole quantità di carpe. Dopo una bella passeggiata immersi in questa meraviglia,costeggiamo tutto il castello per dirigerci all’auto. Prossima destinazione: Tours . Arriviamo nel primo degli hotel,piccole stanze con un bagno,confortevoli ed economiche ci permettono di riposare e ricaricarci per l’indomani. In città troviamo una steak house,degno modo di finire la giornata in bellezza!
2 agosto 2010
È mattina e dopo una meravigliosa colazione, partiamo per due splendidi castelli della Loira: Chenonceau e Chambord. Un meraviglioso salice ci da il benvenuto a Chenonceau; entrando da un piccolo ponticello si ha una bellissima veduta del parco che circonda il castello. Dopo una passeggiata immersi nel verde, arriviamo al primo dei due giardini e alla meravigliosa vista di questo suggestivo castello sul fiume Cher. L’ingresso purtroppo e’ in fase di restauro,particolare che passa in secondo piano nel momento in cui varchiamo la soglia. Questo castello rispetto a Villandry si sviluppa in altezza, infatti il maestoso ponte non e’ altro che una lunga sala vuota,che all’epoca veniva usata come sala da ballo. Le dimensioni interne del castello sono sbalorditive,esso ospita una cappella privata,camini maestosi, letti a baldacchino,meravigliosi dipinti, una grande cucina a più livelli e le stanze delle due donne che più hanno lasciato il segno, Diane de Poitiers e Caterina de Medici, rispettivamente l’amante e la moglie di Enrico II. Entrambe hanno fatto realizzare degli splendidi giardini che si possono ammirare anche dal castello, a Diane si deve pero’ la realizzazione del ponte sul fiume. Dalle sue imponenti finestre si possono ammirare le barche che traghettano sullo Cher,una delle belle attrattive del posto infatti e’ la possibilità di fare una gita in barca. Uscendo dal castello, non resistiamo alla tentazione di inoltrarci in un simpaticissimo labirinto,per concludere al centro nel bellissimo gazebo. Il castello di Chenonceau e’ veramente unico, ci sono tre punti ristoro, un museo delle cere, un orto, una fattoria e il reparto floreale, lo stesso castello al suo interno ospita una vastissima collezione di dipinti di grandi maestri. Purtroppo non possiamo piu’ restare, la giornata e’ ancora lunga, ci aspetta Chambord . Poco più di un’ora e arriviamo a Chambord, il castello, antica residenza di caccia dei sovrani francesi, si erge in tutto il suo splendore in una natura incontaminata. Quasi 30 anni per completarlo, e’ il più grande castello della valle della Loira, un imponente struttura che lascia senza fiato! Il tempo non e’ dalla nostra parte:e’ in arrivo un brutto temporale,ma questo inaspettato mutamento climatico conferisce un’atmosfera enigmatica a questo meraviglioso castello. L’emozione cresce mentre ci dirigiamo verso l’ingresso,costruito seguendo le idee di Leonardo da Vinci, lo scalone a doppia elica è composto da due scale che non s’incrociano mai,la curiosità ci spinge a salire da due parti differenti. Fermati al primo piano ,troviamo su una parete, una maestosa libreria e avvicinandoci ci rendiamo conto che quelli che pensavamo libri antichi in realtà sono una meravigliosa e imponente scultura di legno. Le tracce che questo castello era usato come residenza di caccia sono visibili nella maggior parte delle stanze:animali imbalsamati, dipinti raffiguranti scene di caccia e enormi corna appese alle pareti,salendo poi fino ai terrazzi si puo’ ammirare tutta la tenuta. E’ arrivato il momento di lasciare questo posto incantato,ma abbiamo ancora qualche ora di luce per poter visitare la città di Blois che si trova sulla strada del ritorno. Ore 20:00,il tramonto sulla Loira e’ favoloso.Il centro della città,sembra avere ancora il sapore di un tempo,e dopo una breve passeggiata all’esterno e’ il momento della nostra prima cena francese.
3 agosto 2010
Lasciamo il suggestivo entroterra della Loira per dirigerci sulla costa atlantica. Dopo circa 3 ore di viaggio,arriviamo a La Baule,nota residenza balneare,ma a causa del forte vento,ci limitiamo a una visita veloce per la citta’ e via per Piriac su mer… Una spiaggia quasi deserta,un oceano meraviglioso,ci tolgono letteralmente il fiato:dei pescatori sono intenti a pulire piccoli calamari. Troviamo un punto dove appoggiare l’asciugamano e da turisti temerari ci tuffiamo nelle gelide acque atlantiche. Finalmente un po’ di riposo,tra lo stridio dei gabbiani e il cullare delle onde m’immergo in un bel romanzo medioevale.
4 agosto 2010
Arriviamo nel Quiberon, un meraviglioso tratto di terra lungo 14 km, incuranti della pioggia pranziamo in spiaggia con un ottimo pollo arrosto. Un lato della penisola e’ costantemente battuto da forti venti e il mare e’ sempre molto mosso, l’altro invece presenta un mare molto calmo e il vento non dà cosi fastidio. Questo posto e’ un autentico spettacolo,nonostante la pioggia sottile e il fortissimo vento, proseguiamo tra spiagge e meravigliose scogliere arrivando cosi’ alla spiaggia di Port Blanc. L’oceano la ricopre quasi tutta, ma salendo una piccola collinetta, scopriamo un imponente arco naturale, uno spettacolo senza eguali. La pioggia si fa piu’ insistente quindi decidiamo di tornare l’indomani per continuare la nostra visita e tempo permettendo,ammirare il tramonto. Sulla strada per Vannes, ci fermiamo per una breve visita a Carnac, famoso sito di monoliti, incuriositi seguiamo la massa, ma dopo circa un’ora di cammino decidiamo di tornare indietro, il sito non ci affascina per nulla, il tratto e’ molto lungo e si snoda tra rotonde e varie strade, rendendo il cammino complicato dal continuo passaggio di vetture, stanchi ed affamati rientriamo in auto, ci aspetta la nostra prima cena bretone. E’ sera ormai e la stanchezza della giornata si fa sentire, ma la citta’ di Vannes e’ meravigliosa. Ristoranti che si affacciano sul porto, la gente canta o balla per strada, le luci e i profumi tipici delle localita’ di mare, rilassano e ci conferiscono la carica per continuare. Ci sediamo all’aperto, affacciati sul bel porticiolo, e le moules frites, cozze con patatine fritte,arrivano sul nostro tavolo… Fantastiche! La giornata si e’ conclusa in una creperie,non possiamo farci assolutamente mancare una crepe francese! Ovviamente Mauro la prende flambe’…
5 agosto 2010
E’ una meravigliosa giornata di sole, seguendo il consiglio di un amico, partiamo senza una destinazione ben precisa, ricordando pero’ che questa sera ci aspetta il tramonto sulla penisola del Quiberon. Ci fermiamo alle porte di Le Bono, un tranquillo paesino di mare,troviamo ad accoglierci il via vai di un piccolo mercato in piazza. Un bar ispirato ad una nave ci incuriosisce e avvicinandoci consumiamo le nostre prime croque madame e croque monsieur, un sublime maxi toast a base di prosciutto cotto o pancetta e gruyere o formaggio olandese ricoperto, infine, da un buonissimo uovo all’occhio di bue, il tutto servito su un letto d’insalata con la tipica salsa francese. Una delizia per il palato! Arriviamo a Point du Conguel e un piccolo sentiero pedonale ci separa dalla punta della penisola del Quiberon, per ammirare l’incontro delle due correnti. Il tipico vento che caratterizza la costa di questa meravigliosa penisola, il sole, una bella spiaggia e un’acqua cristallina sono l’ideale per il nostro secondo bagno e per un po’ di relax ma e’ ora di incamminarci : la spiaggia di Port Blanc ci aspetta.Sulla strada, rimaniamo affascinati dal meraviglioso castello, in stile gotico di Turpault che padroneggia la costa. Finalmente arriviamo a Port blanc, il paesaggio con la bassa marea e’ cambiato dal giorno precedente, per sicurezza io e Mauro facciamo un giro di perlustrazione e troviamo lo stesso arco che il giorno prima veniva bagnato dall’oceano. Ora con la bassa marea le due spiagge si collegano ed e’ possibile il transito a piedi. Le rocce sono interamente visibili,e con loro anche una moltitudine di cozze. Il sole conferisce un fascino particolare a questo luogo, che difficilmente dimenticheremo. Al vento non ci si abitua tanto facilmente;ma trovato un posticino per sederci,consumiamo una bizzarra cena a base di pane e nutella in compagnia di enormi e voraci gabbiani che non disdegnano per nulla le patatine che gli vengono offerte,intrattenendoci con litigate costanti. Tra uno scatto e una passeggiata,i colori cominciano a cambiare:e’ ora di sederci,il tramonto sta iniziando! Poco piu’ di un’ora e ci accorciamo che la scogliera ci impedisce di ammirare la fase finale di questo stupendo sole,di corsa prendiamo le nostre cose e con non poca fatica arriviamo ad una casetta diroccata giusto per prendere i posti migliori:lo spettacolo e’ pazzesco! Sono le 21:55 il sole e’ tramontato su quello che rimarrà sempre, il luogo dove lasciamo una parte del nostro cuore. Rientriamo in albergo. Tra terra e mare il nostro viaggio prosegue in questa splendida regione della Francia.
6 agosto 2010
Destinazione Brest, dopo un’ ora di viaggio arriviamo a Corcarneau. Grazie a un grande mercato non c’è molta gente nella citta’ fortificata, quindi riusciamo a visitarla con calma. Concarneau e’ uno tra i porti di pescatori piu’ importanti della Francia, infatti intorno all’isolotto ci sono ancorate parecchie imbarcazioni per la pesca del tonno. Scendiamo per visitare i numerosi negozi e ci perdiamo tra ristoranti, creperie, gelaterie e suppellettili di ogni genere: il paese dei balocchi esiste ed e’ davanti ai nostri occhi! La nostra attenzione viene catturata da un leone nella vetrina di un negozio di dolciumi,ci accorgiamo che la scultura e’ interamente fatta di cioccolato, entrando rimaniamo letteralmente incantati dalle altre realistiche sculture,è assurdo,ma usciamo senza aver acquistato nulla. Dopo un buon pranzetto bretone, una bellissima musica celtica verso l’ingresso della citta’ fortificata attira la nostra attenzione. Incantati rimaniamo ad ascoltare i musicisti e appena fuori le mura troviamo il mitico Jack Sparrow, direi un’imitazione degna del grande Jhonny Deep, lasciamo la nostra monetina e salutiamo il nostro simpatico capitano. L’alta marea arriva puntuale e circonda tutto l’isolotto conferendo alla citta’ un aspetto ancora piu’ suggestivo. Ripartiamo, ma il tempo non e’ incoraggiante, decidiamo di fermarci comunque su una delle spiaggie di Beg meil. Dopo una bella passeggiata in mezzo alla natura,troviamo una piccola caletta isolata,il sole e’ uscito e come sempre cambia radicalmente l’aspetto cromatico di questi luoghi.Per nulla intimoriti dal freddo,posizioniamo i nostri asciugamani e entriamo in acqua, non e’ stata una buona idea, la temperatura è polare in questa parte di oceano, ma siamo consapevoli della promessa di battezzare ogni spiaggia su cui stendevamo l’asciugamano. Abbiamo ancora un’oretta di auto prima di arrivare a Brest, quindi prendiamo le nostre cose e ci dirigiamo verso l’hotel a Gouesnou, paesino fuori Brest. Dopo una doccia e una cena veloce ci ritroviamo per decidere cosa visitare l’indomani, scarichiamo le foto sul pc e poi tutti a nanna: domani e’ un altro giorno.
7 agosto 2010
Un cielo grigio ci dà il buon giorno e per risollevare il morale, ci concediamo un’ abbondante colazione. Partiamo alla volta di Brest in cerca di una lavanderia automatica, cosa indispensabile in un viaggio cosi’ lungo. Brest rispecchia i canoni di importante citta’ portuale, discosta cosi’ tanto dai paesaggi visti finora che ne rimaniamo quasi delusi, probabilmente il brutto tempo non aiuta il nostro stato d’animo. Il forte e gelido vento non ci da’ pace,quindi decidiamo per una visita all’Oceanopolis, il grande parco marino. Con una superficie di 8700 mq il parco ospita 10.000 animali marini ,50 acquari e 4 milioni di litri di acqua marina,un vero colosso. I vari padiglioni ci fanno scoprire le meraviglie del mondo sommerso,assistendo ad un insolito banchetto programmato. La mattinata si e’ conclusa in compagnia di squali,pinguini,razze e quant’altro,inutile dire che e’ stata un’esperienza fantastica,pranziamo in un bar e assaggiamo le galettes bretonnes,la versione salata delle crepes e tra un boccone e una sbirciatina ai nostri vestiti in lavanderia,arriva l’ora di andare. Una meravigliosa siepe di fucsia e ortensie rosa ci affascina come scendiamo dall’auto,non ne vedevo da anni di questi fiori cosi’ stupendi, siamo a Saint Mathieu. Davanti a noi, l’imponente faro. Costruito su quelli che definirei resti di un’antica abazia,il faro di Saint Mathieu,riconosciuto come monumento storico,e’ uno tra i piu’ importanti della costa francese,la sua luce la si puo’ vedere fino a circa 55 km di distanza,la salita e’ d’obbligo, quindi ci prepariamo per questa “scalata”. Da quest’ altezza possiamo vedere il mare celtico, i campi, i resti dell’abazia e il paesino, il cielo nuvoloso contribuisce a rendere tutto piu’ suggestivo. Appena scesi, visitiamo il sito medioevale, quello che una volta veniva utilizzato come giardino per la coltivazione di frutta, ortaggi e piante medicinali. Oggi, ahimè, e’ adibito a parcheggio. Percorriamo circa 600 mt sulla costa e ci fermiamo a osservare un temerario pescatore che non ha per nulla paura del vento o delle onde. Riprendiamo l’auto e saliamo qualche km per le Conquet,trovando dei cartelli stradali che indicano le blanc sablones, incuriositi ci addentriamo e parcheggiamo l’auto incamminandoci verso quella che restera’ la piu’ bella spiaggia mai vista. Un quarto di luna e’ l’effetto che si ha nel guardare Les Blanc sablones (o sabbie bianche); 2.5 km e’ la lunghezza di questo meraviglioso pezzetto di terra emersa che ti toglie il fiato a guardarlo: il mare leggermente mosso, la grande spiaggia liscia che, grazie all’effetto delle maree, resta sempre umida riflettendo il cielo… ci trasmette pace ed euforia. Per cena decidiamo di fermarci a le Conquet, un paesino di poco piu’ di 2000 abitanti, noto per la pesca di crostacei e per le partenze verso le isole di Ouessant e Molene. Le moules non possono mancare sulla nostra tavola, quindi buon appetito!
8 agosto 2010
Il cielo promette bene, il sole illumina la nuova giornata, ma purtroppo le spumose nuvole non mancano. Tornati alle spiagge bianche, ci rendiamo conto che il costume non lo utilizzeremo affatto, ma per me non e’ un problema, mentre gli altri fanno una passeggiata e scattano foto,io mi dedico alla mia lettura medioevale,non c’e’ posto più bello e tranquillo dove poter leggere un libro… Patrizia e Mauro si divertono a proporci una sorta di sfilata di moda,la versione estiva uomo e la versione invernale donna,non si puo’ non fotografarli,ma fa talmente freddo che appoggio subito il telefono e mi copro anch’io. Risvegliati da un caldo improvviso,ci accorgiamo che le nuvole sono sparite,sono le 16:00 e via in acqua a giocare con le onde… Il bagno piu’ lungo e piu’ caldo fin’ora,le onde sono magnifiche. Per rendere felice Michele,stasera andremo a cena in uno dei tanti Mc Donald francesi, cosa che sconsiglio vivamente. La prima settimana di viaggio giunge al termine,siamo sempre piu’ vicini a Le mont Saint Michel,tra tre giorni realizzero’ un mio sogno,non vedo l’ora!
9 agosto 2010
Cielo azzurro, oceano cristallino, il verde degli alberi e la meravigliosa costa di granito rosa in lontananza… siamo quasi a Tregastel. Essere arrivati fino a qui e non fermarsi per visitare questa particolare costa e’ impossibile; le formazioni rocciose, a volte di colore rosa, occupano completamente la mente di chi arriva. La bassa marea ci aiuta a passare da un isolotto all’altro, facendo incontri con piccolissimi granchietti e paguri. Ogni formazione e’ degna di uno scatto, e dopo un’ ora di camminata tra queste particolari rocce siamo veramente stanchi, decidiamo di sederci in un bar con vista sull’oceano per consumare un’imitazione della nostra unica e amata pizza. Giriamo in lungo e in largo per cercare il famoso faro di Ploumanac’h, ma la nostra ricerca assomiglia di più a una caccia al tesoro,e dopo circa due ore scendiamo dall’auto e ci spiaggiamo a Perros-Guirec, dato che questo sara’ l’ultimo bagno che potremo permetterci, incuranti del freddo, entriamo anche questa volta in acqua. La marea mangia spiaggia a vista d’occhio e solo quando arriva ai nostri piedi conveniamo che e’ il caso di levare le tende, il tempo di salire le scale e tornare sulla strada e la spiaggia sparisce sotto i nostri increduli occhi… Decido di rivedere le foto della giornata,che sono più di un centinaio,e lo shock e’ immediato,sono tutte sparite!
10 agosto 2010
Ci svegliamo con un tempo terribile,il mio umore e’ decisamente peggiorato dopo lo shock delle foto,ma purtroppo e’ successo e non possiamo tornare indietro! A Dinard la pioggia e l’ ormai l’inevitabile vento non accennano a smettere e prima di diventare delle spugne risaliamo in auto e ci addentriamo a Dinan. Citta’ medioevale stupendamente conservata,ospita poco piu’ di 12000 abitanti,Il centro storico si affaccia sul fiume della Rance e lo spettacolo e’ veramente meraviglioso,percorriamo la ripidissima Rue de Jerzual e purtroppo il tempo ci obbliga a ripararci in un bar,approfittiamo di questo inconveniente per ordinare qualcosa da mangiare. Dopo pranzo continua la nostra passeggiata indietro nel tempo,tra le case a graticcio,tipiche dell’epoca,ristoranti,negozi di suppellettili e un improvvisato cantastorie,la nostra visita si conclude alla basilica Saint-Sauveur, monumento,ancora incompiuto,che mescola influenze bizantine, persiane e romaniche. Il trenino che scorrazza per la citta’ ci da’ il saluto prima di lasciare questo posto al di là del tempo. Arriviamo a Saint Malo’ per sera,data l’ora,non possiamo godere della splendida visita esterna della citta’ storica,in compenso l’interno e’ un via vai di persone,ovviamente quello che salta hai nostri occhi sono i vassoi a piu’ piani pieni di crostacei posti ad ogni tavolo dei ristornati,sono 10 giorni che aspettiamo di mangiarli,quale posto migliore di una citta’ medioevale? Tra tutti i ristoranti decidiamo di sederci di fronte a una grande piazza,ordiniamo i famosi 2 piani di crostacei e aspettiamo con impazienza… Tremenda delusione:la cena e’ al di sotto delle nostre aspettative ,la cosa peggiore che puoi mangiare e’ del pesce freddo con la sabbia! Cercando di dimenticare la deludente cena passeggiamo tra le vie di questa città , e’ mezzanotte e ovviamente abbiamo fame! Ed eccolo là,davanti a noi vediamo il bombolone piu’ grande che abbiamo mai visto,indifferenti dell’ora tarda e della dieta,Michele ed io ci facciamo servire queste due meraviglie culinarie con tanto di panna montata all’interno! La consumazione diventa abbastanza complicata date le dimensioni di questo dolce,ma con un po’ di pazienza,riusciamo in questa impresa titanica… E’ veramente tardi,domani e’ il gran giorno: Mont Saint Michel arriviamo!
11 agosto 2012
Siamo in viaggio verso il motivo che ci ha spinto a intraprendere questa avventura. Mont Saint Michel e’ un isolotto che viene costantemente interessato dalle maree, improvvisamente mi assale un senso di dispiacere,stiamo lasciando la bellezza del Quiberon,la tranquillità delle spiagge,l’infinita pace provata, per un luogo altrettanto bello ma caotico,non mi sento piu’ cosi’ entusiasta. Manifesto con un sms il mio stato d’animo a Marco,un amico e un fratello, che mi ha incantato con le foto e i racconti di questo luogo che lui ha visitato piu’ volte,per cercare di capire se la mia sensazione e’ normale,ma la risposta non arriva,e invece noi siamo arrivati! Eccola la’ in lontananza, splendida, maestosa e meravigliosa: Mont Saint Michel! La marea sta iniziando a ritirarsi e nonostante stanotte alloggeremo sull’isolotto, lasciamo comunque l’auto sul parcheggio prima della strada che conduce al monte, cosi’ eviteremo di doverla spostare nel pomeriggio. Saliamo sulle mura che circondano Mont Saint Michel perche’ camminare nelle ripide e strette vie diventa un’ impresa impossibile. Dall’alto si puo’ vedere l’effetto che lascia la marea quando si ritira, il parcheggio che fino a poco fa era ricoperto d’acqua si affolla di auto. Scendiamo dalle mura in direzione della baia a nostro rischio e pericolo,cartelli infatti ci mettono in guardia dalle possibili sabbie mobili, ma un giretto vicino non ci creera’ nessun problema. Visitare l’abazia benedettina ci risulta abbastanza difficoltoso vista la continua affluenza di gente, ma siamo fortunati, nel periodo estivo rimane aperta fino alle 23:00, dato che stanotte dormiremo all’interno delle mura,decidiamo di riprovarci piu’ tardi.
La giornata passa veloce tra salite e discese, e arriva finalmente il momento tanto atteso: l’arrivo dell’alta marea! Cerchiamo un punto strategico per riuscire a vederla meglio e aspettiamo… Sono circa le 20:00, un altoparlante avvisa i turisti di spostare le auto dal parcheggio, la marea sta arrivando! Come un fiume che scorre arriva veloce e copre tutto quello che fino a poco fa era visibile, lo spettacolo piu’ bello che si possa ammirare, nel giro di un’ora il monte e’ ufficialmente diventato un’isolotto, l’acqua ci circonda! Era destino che fossimo qua proprio oggi, la totalita’ della marea c’e’ 2 volte al mese, in luna piena e in luna nuova, l’11 agosto 2010 e’ proprio il giorno di luna piena, quindi siamo stati doppiamente fortunati! Il parcheggio non e’ ancora completamente sommerso e la nostra attenzione viene catturata da un particolare che nonostante le informazioni,continua a ripetersi,un’auto tra breve verra’ completamente sommersa dall’acqua. Quasi mi capita di pensare che la cevrolet sia stata messa li apposta come intrattenimento, anche perche’ mi risulta difficile comprendere come un turista possa non ricordarsi di spostare la macchina in un posto del genere. Dopo circa 20 minuti la sventurata auto e’ quasi completamente sommersa, gli addetti la ancorano ad una transenna in ferro per evitare che diventi una barca, stanca di questo spettacolo, mi giro e rimango a bocca aperta, tutti ci siamo persi nel vedere un’auto che “affogava”, tralasciando completamente il meraviglioso tramonto alle nostre spalle! Ormai c’e’ acqua ovunque, sono le 21:00 e iniziamo a risalire il monte, l’abazia ci aspetta! All’entrata ci attendono infiniti gradini ripidissimi, completamente senza resistenza invito gli altri a proseguire, la pazienza e’ la virtu’ dei forti, prima di notte arrivero’ anch’io in cima! Con lo scorrere dei minuti il sole diventa sempre piu’ arancione regalando un’atmosfera tipicamente medioevale a questo luogo,complici le luci soffuse e il suono del clavicembalo, dell’arpa e del violoncello, la sera infatti in ogni sala musicisti intrattengono i turisti con musiche di altri tempi. Ci fermiamo ad ascoltare ammirando la pace di questo posto. Di notte il monte ha un fascino ancora piu’ impressionante, le luci, sapientemente posizionate, infondono mistero a questo suggestivo isolotto. Come tutte le sere scarico le foto della giornata, un messaggio dimenticato attira la mia attenzione, due semplici parole scritte, ”allora, com’è? ”, e’ la risposta di Marco, inizio a scrivere un fiume di impressione,ma la parola giusta e’ indimenticabile!
12 agosto 2010
Lo spettacolo della marea si ripete anche in questa fresca mattinata, con la variante dell’arrivo delle canoe e la partenza delle barche arrivate la sera. Lasciamo questa piccola, ma grande, terra emersa alla volta di Parigi, un altro sogno verra’ realizzato, il museo del Louvre. Dopo un viaggio di 4 ore ci dirigiamo direttamente all’hotel a Gennevilliers, riposandoci qualche ora. Verso le 17:00 prendiamo il treno e la metropolitana che ci porteranno alla capitale francese. L’emozione e’ decisamente forte, personalmente e’ la prima volta che visito Parigi, quindi appena esco dal tunnel metropolitano,la vista di una parte della torre Eiffel,mi lascia senza parole. Alta 324 metri,e’ a tutti gli effetti il simbolo di Parigi, costruita nel 1889 per l’Expo del medesimo anno, fu per 40 anni la struttura piu’ alta al mondo. Visitabile in ascensore o utilizzando i 1665 gradini, la torre e’ suddivisa in 3 livelli accessibili al pubblico, e nel periodo estivo rimane aperta fino alla mezzanotte. A piedi iniziamo il giro in questa citta’, ricca di innumerevoli monumenti storici e artistici. Se funzionano, i trasporti pubblici, sono il modo migliore per visitare questa estesa capitale. Non ci rendiamo conto del tempo che passa,riusciamo a salire appena in tempo sull’ultima corsa della metropolitana, arrivando veramente molto tardi in hotel.
13 agosto 2010
Ci svegliamo per la prima volta senza puntare la sveglia, Patrizia e Mauro sono già partiti da un pezzo, oggi loro saranno a Versailles, noi invece torneremo a Parigi. La metropolitana ci conduce direttamente nelle sale sotterranee del Louvre. Con circa 35000 opere, e’ uno dei più celebri musei conosciuti, ospita la seconda piu’ grande collezione d’arte di pittura al mondo, orgoglio del museo stesso. “Il ritratto mostra una donna seduta a mezza figura, girata a sinistra ma con il volto pressoché frontale, ruotato verso lo spettatore. Le mani sono dolcemente adagiate in primo piano, mentre sullo sfondo, oltre una sorta di parapetto, si apre un vasto paesaggio fluviale, con il consueto repertorio leonardesco di picchi rocciosi e speroni. Indossa una pesante veste scollata, secondo la moda dell’epoca, con un ricamo lungo il petto e maniche in tessuto diverso; in testa indossa un velo trasparente che tiene fermi i lunghi capelli sciolti, ricadendo poi sulla spalla dove si trova appoggiato anche un leggero drappo a mo’ di sciarpa”. Questo e’ quello che si dice su di Lei, l’opera piu’ famosa al mondo,protetta come nessun’altra: la Gioconda. Continuiamo la nostra visita tra dipinti, sculture e ritrovamenti archeologici,orientarsi in questo labirinto sta diventando un’impresa, e dopo 4 ore ci dirigiamo all’uscita, la visita a Notre Dame e’ d’obbligo! Maestosa cattedrale gotica, costruita nel centro di Parigi nel lontano 1163. L’imponente facciata ovest, con i tre portali, la galleria dei re, il rosone, la galleria delle chimere e le due torri raggiungibili a piedi, ci lasciano senza fiato, e dopo venti minuti di attesa riusciamo ad entrare all’interno di questa magnifica opera. Con mio rammarico, noto che nonostante ci sia la funzione religiosa, viene comunque permesso ai visitatori di entrare e fotografare le opere all’interno,smistandoli con cartelli direzionali, completamente a disagio, mi dirigo verso l’uscita quando la mia attenzione viene catturata da una bancarella di suppellettili posizionata proprio prima del portone, delusa attendo all’esterno Michele.
L’ultimo giorno di vacanza sta per volgere al termine,ma non possiamo andarcene senza prima di aver visto Parigi dall’alto della torre Eiffel. Arriviamo sul posto intorno alla 18:00,dopo una breve coda,parte l’ascensore che ci portera’ al piano piu’ alto.La vista e’ mozzafiato,riusciamo a vedere tutti i posti dove siamo stati durante la giornata e in lontananza anche la basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Il sole sta calando sulla citta’ di Parigi,inizia a far freddo e decidiamo di scendere per un’ultima cena in questa romantica capitale. All’hotel ci incontriamo con i nostri compagni d’avventura e tra una racconto e l’altro si e’ fatto tardi, domani si ritorna a casa, il nostro viaggio e’ giunto al termine…
14 agosto 2010
E’ mattina, guardando fuori dalla finestra, notiamo che la pioggia non tarderà ad arrivare, quindi, colazione, bagagli in auto e via verso il confine… Dopo circa 7 ore di viaggio arriviamo in prossimità del colle del piccolo San Bernardo, la pioggia ci ha accompagnato quasi sempre e ora le nuvole coprono quasi completamente la via. Ripenso ai posti meravigliosi che abbiamo visto, ai sogni che ho realizzato, torno con la consapevolezza che questo viaggio ci ha legati per sempre. Il nostro cuore si e’ diviso tra il tramonto del Quiberon, Mont Saint Michel, Parigi e tutti gli altri posti visitati, un’avventura degna di essere scritta e vissuta. Auguro a chiunque di vivere le mie stesse emozioni e spero che con questo mio diario sia riuscita a trasmettere quello che solo la presenza in questi luoghi puo’ comunicare… Vi chiedo un attimo ancora… Col du petit Saint bernard 2188, temperatura di 7 gradi… cosi’ il nostro viaggio ha avuto inizio e cosi’ il nostro viaggio termina… Siamo in Italia.