In auto nei Paesi Baltici
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Cominciamo con qualche nota tecnica
Il viaggio è stato effettuato all’inizio di agosto 2017. Di norma, il mese migliore sarebbe luglio, ma noi avevamo le ferie solo in agosto. Il viaggio è stato fatto tutto in automobile dall’Italia, una Renault Capture, per un percorso complessivo di circa 6.500 km., e un costo medio del gasolio di Eur 1,05 al litro. Per la valuta non abbiamo mai cambiato nulla, in quanto tutti e tre i paesi Baltici hanno adottato l’Euro. Solo la Polonia e la Repubblica Ceca hanno ancora valute locali, ma in quel caso abbiamo utilizzato la carta di credito. In Polonia accettano comunque volentieri anche gli Euro. Per il telefono ora non occorre più fare contratti particolari per l’estero, in quanto i contratti italiani valgono anche all’estero. Abbiamo fatto un’assicurazione sanitaria con Europe Assistance, che, per fortuna, non è servita. La segnaletica e i limiti stradali sono molto simili ai nostri. Non abbiamo mai incontrato pattuglie, però abbiamo incrociato diversi autovelox. Nei paesi baltici, come in quasi tutti i paesi del Nord, occorre fare molta attenzione ai tassi alcolemici consentiti durante la guida. I paesi attraversati con i limiti più bassi sono Repubblica Ceca (0), Polonia (0,20) ed Estonia (0). Un po’ più tolleranti la Lituania (0,40) e la Lettonia (0,50).
Le frontiere le abbiamo trovate tutte non presidiate, per cui non abbiamo mai perso tempo ai valichi di frontiera. Il più curioso lo abbiamo visto nel passare dalla Lituania alla Lettonia, in una strada sterrata, con appena un’indicazione sul fatto che lì finiva la Lituania, e tutt’attorno, solo uno sterminato campo di grano. Il costo del viaggio è stato molto contenuto, circa 2.400 Euro complessivi per i 17 giorni del viaggio, quindi circa 1.200 euro a testa. Abbiamo sempre dormito in alberghi o b&b o affittacamere. Non siamo mai andati in campeggi, bungalow o ostelli. Quanto alla lingua, non è sempre semplice dialogare nei Paesi Baltici, in quanto l’inglese non è molto conosciuto. Fondamentalmente sono accoglienti nei confronti dei turisti. I pochi casi in cui avevamo l’impressione di non essere molto considerati era probabilmente dettato dall’imbarazzo di non riuscire a parlare in inglese.
Dei tre paesi visitati, il più sviluppato è l’Estonia, a seguire la Lettonia, e quello che ha conosciuto un minor sviluppo economico è la Lituania.
Direi di passare ora alla descrizione del viaggio:
1° giorno: venerdì 28 luglio
Partenza da Ravenna, verso le ore 19,00, con l’obiettivo di viaggiare di notte per avere meno problemi di traffico possibili. In effetti non abbiamo incontrato un gran traffico. Viaggiare di notte ha l’inconveniente di dover cercare di stare svegli, ma oramai abbiamo i nostri trucchetti, e cioè cerchiamo di tenerci impegnati sgranocchiando sempre qualcosa, e bevendo coca-cola. Magari il nostro stomaco non è entusiasta, ma tutto questo ci salva la vita. Ovviamente ci diamo il cambio alla guida, e chi non guida cerca di dormire per recuperare le energie. Partire in auto da casa dà l’indubbio vantaggio di poter caricare tutte le scorte di viveri che si desidera. Riguardo al gasolio, consigliamo di farlo prima di lasciare l’Austria, in quanto in Repubblica Ceca il gasolio è un po’ più costoso. Inutile dire che è meglio evitare di farlo in autostrada, in quanto è sempre più costoso.
2° giorno: sabato 29 luglio
Quando albeggia siamo in Repubblica Ceca, ma ben presto entriamo in Polonia. Con il passare delle ore il traffico aumenta, e così siamo costretti ad abbassare la media. Per evitare di trascorrere tutta la giornata in viaggio, abbiamo inserito una prima tappa del nostro viaggio un centinaio di chilometri prima di Varsavia, e precisamente a Arkadia Nieborow, due villaggi rurali con un’atmosfera particolarmente bucolica. In particolare abbiamo visitato il Museo, un antico palazzo circondato da un bellissimo parco. Sicuramente avevamo bisogno di una sosta ristoratrice. Per il pranzo decidiamo di non perdere tempo ad andare in un ristorante, a diamo un primo attacco alle nostre scorte di viveri.
Nel pomeriggio riprendiamo il nostro percorso, con l’obiettivo di superare almeno Varsavia, e di avvicinarci il più possibile al confine con la Lituania. Riusciamo a guidare fino alle vicinanze di Łomża, ma ormai il sole sta calando, e con lui le nostre energie, per cui guardiamo su Booking, e decidiamo di prenotare all’Hotel Karczma Pod Topolami. Non è di certo l’hotel che ci aspettavamo di incontrare dopo 24 ore di viaggio, ma ci adattiamo.
Dopo 1.621 km. non abbiamo di certo energie per cercare altro.
La camera, forse non veniva utilizzata da un po’, dato che vi vivono alcuni ragni con conseguenti ragnatele. Ceniamo nel ristorante dell’hotel, tutto sommato bene, e ci tuffiamo a dormire.
3° giorno: domenica 30 luglio
Oggi è il giorno in cui abbandoniamo la Polonia ed entriamo nel vivo del nostro viaggio: i Paesi Baltici. La mattina è bella, e andiamo a fare colazione. La colazione è di quelle che ci dice che dovremo dimenticare in fretta le colazioni italiane: affettati, frittate, formaggi, arrosti, e via dicendo. Partiamo e incontriamo subito diverse cicogne, uno spettacolo per noi italiani abbastanza insolito, e che invece a queste latitudini è piuttosto usuale. Prima tappa della giornata è ancora in Polonia ed il Monastero Dominicano di Sejny, dopo Augustow. In realtà nulla di imperdibile, tenuto anche conto del fatto che è in ristrutturazione. Riprendiamo il cammino, in quanto anche oggi abbiamo una tappa piuttosto lunga (434 km.), e attraversiamo la frontiera con la Lituania. Non incontriamo nulla, se non boschi, alternati a pascoli, per molti chilometri. Ci fermiamo anche per un pranzo al sacco. Abbiamo le scorte portate dall’Italia ancora quasi intonse, per cui decidiamo che è ora di attaccarle.
Ci rimettiamo in strada perché dobbiamo raggiungere uno dei luoghi più incantevoli della Lituania, a poco distanza dalla capitale, il Castello di Trakai. Ci arriviamo verso le 17,30, oltre all’orario che ci eravamo prefissati, anche perché ci eravamo dimenticati che passando dalla Polonia alla Lituania è cambiato il fuso orario, e ci siamo ritrovati le lancette spostate in avanti di un’oretta.
Arrivati a Trakaj, capiamo subito che venire qui di domenica non è stata una grande idea, ma non potevamo fare altro percorso, e quindi cerchiamo con pazienza un posto dove lasciare la nostra Capture. Finalmente arriva la classica botta di c..o, e ci mettiamo al posto di un’auto che sta uscendo dal parcheggio. Parcheggiamo, e facciamo qualche centinaio di metri per arrivare al castello. Sembra di essere in una fiaba… anche se un po’ affollata come fiaba… il castello si trova su un isolotto ed è collegato da ponti legno. Tutt’attorno… anche qui è estate, una serie di pedalò, barche a vela e altre imbarcazioni che navigano per godersi la vista. Noi cerchiamo invece di andare al castello, e scopriamo che il cortile interno è completamente occupato dal palco e dagli spazi per un concerto. Scopriamo che si tratta del concerto di Jessie Ware, una cantautrice britannica, direi piuttosto quotata vista la ressa delle persone che alla sera andranno a sentirla.
Nonostante il concerto riusciamo a entrare nel castello, reso ancora più magico da questo evento e dalla musica che gratuitamente ascoltiamo durante la visita, e che è data dalla prove dei musicisti, e dalla voce di una cantante “sparring partner”. La vera Jessie la incontriamo, quasi sicuramente, dentro al castello che sta facendo delle foto. Mi viene il dubbio che sia lei, e confrontando le foto su Internet ne abbiamo la conferma.
Il castello ha all’interno un museo molto ben tenuto e interessante. Usciamo ancora con l’orecchio alla musica, ma la nostra visita è finita. Quando ci stiamo avviando verso l’auto, ci viene la voglia di fare anche noi un giro in pedalò per fotografare il castello con il sole che sta scendendo. Le nuvole ci rovinano parzialmente lo spettacolo, ma il giretto in pedalò è davvero bello e rilassante. Oramai il sole è quasi completamente calato e cerchiamo di arrivare all’albergo che abbiamo prenotato, il “Viva Trakaj”. L’hotel non è brutto, anzi, però la camera è veramente formato mignon. Occorre fare grande attenzione ad ogni movimento. Facciamo velocemente una doccia, e poi andiamo immediatamente a cena, per evitare di ritrovarci senza cena. Nei paesi nordici l’orario della cena, nonostante faccia buio più tardi, è anticipato rispetto alle nostre abitudini. In Romagna, specialmente in estate, non c’è alcun problema ad andare a cenare anche a mezzanotte. Per la cena scegliamo una cucina molto particolare, quella caraita. A Trokaj si trova infatti una minoranza etnica, quella dei caraiti appunto, di origine turca, affine ai tatari, che aderisce all’ebraismo caraita. Questa minoranza etnica è quasi in via di estinzione, in quanto si trova oramai solo a Trakai. dove all’ultimo censimento sono state contate 257 caraiti. Poche altre decine sopravvivono in Ucraina. Il locale dove andiamo a cenare è a poche decine di metri dall’albergo e si chiama “Senoji Kibinine”. Il piatto forte sono i kibinai, una sorta di panzerotti ripieni di carne o verdure, con cipolle. Il servizio non è certo molto cortese e attento, ma il cibo ci gratifica.
Dopo cena, per digerire un po’, torniamo a piedi verso il castello, e lo possiamo così ammirare illuminato… ancora più suggestivo.
4° giorno: lunedì 31 luglio
La colazione, al mattino, la facciamo sul bordo del lago. Scopriamo così che il lago viene utilizzato per gli allenamenti della nazionale lituana di canottaggio. In questi giorni c’è però anche un meeting internazionale, per cui, mentre facciamo colazione, vediamo diversi equipaggi, di altrettante nazioni, che fanno riscaldamento. Spettacolo suggestivo, tenuto conto del castello sullo sfondo. La velocità nel servire la colazione non è il loro forte, e così abbiamo tutto il tempo di rilassarci, peccato che il nostro programma sia piuttosto intenso. Prima di ripartire però torniamo a fare una passeggiata verso il castello, per rivederlo alla luce del mattino. In tarda mattinata ripartiamo quindi verso Vilnius, la capitale della Lituania, dalla quale abbiamo molte aspettative, e quando le aspettative sono troppe, a volte rimangono un po’ deluse, e così accadrà. Da Trakai a Vilnius sono poche decine di chilometri, e ci arriviamo in tarda mattinata, proprio quando il cielo decide che è giunta l’ora di un bell’acquazzone. Riusciamo però a parcheggiare davanti all’albergo, l’Hotel Rinno, in zona semicentrale, non molto lontano dalla zona universitaria, e quindi dove si trovano anche alcuni alloggi per studenti. Attendiamo in camera che smetta di piovere, e iniziamo l’esplorazione della città.
Iniziamo la visita della città partendo da Porta dell’Aurora. Appena superata la porta, troviamo sulla destra l’accesso per la Cappella della Beata Vergine, al cui interno è custodito un dipinto molto venerato, noto come Madonna della Porta dell’Aurora. Proseguiamo lungo la via principale di Vilnius, la Ausros Vartu gatve, e vediamo lungo il nostro percorso la Sv. Dvasios cerkve (chiesa ortodossa dello Spirito), la principale chiesa ortodossa della Lituania, la Chiesa della Santissima Trinità e Monastero Basiliano, in stile barocco e bizantino, e St’Anne’s Church, di epoca gotica. Si narra che la sua bellezza colpì tanto Napoleone che si rammaricò di non poterla portare con sé a Parigi.
Per oggi può bastare così.
Ci prendiamo un po’ di relax, e torniamo in albergo, prima di uscire nuovamente per cena. Solitamente non ceniamo mai nei ristoranti italiani all’estero, ma questa sera facciamo un’eccezione per il “Ristorante Sorrentino”, che si trova poco lontano dalla Porta dell’Aurora. Devo dire che la cena è ottima, e l’accoglienza pure. Spendiamo 20 Euro a testa.
5° giorno: martedì 1 agosto
L’intera giornata di oggi è dedicata ancora a Vilnius. Partiamo dalla Chiesa dominicana dello Spirito Santo, e proseguiamo con la Piazza della Cattedrale, forse il più vasto spazio della città, e di conseguenza la Cattedrale. Perdiamo un po’ di tempo per cercare nella piazza una lastra in pietra con scritto “Stebuklas”, che rappresenta il punto in cui terminava la catena umana del 1989 che si estendeva da Vilnius a Tallinn, formata da oltre 2 milioni di persone delle tre repubbliche, contro l’occupazione sovietica. La ricerca ci porta via una buona mezz’oretta. Si narra che, una volta trovata la lastra si debba esprimere un desiderio ruotando su se stessi in senso orario in piedi sulla lastra… non ci crediamo molto, ma non si sa mai… e quindi, ci proviamo, tentar non nuoce.
Proseguiamo alla ricerca del funicolare che ci porta alla collina di Gediminas, peccato però che la funicolare sia chiusa per lavori, e quindi ci tocca affrontare l’impervia salita a piedi. Bello il panorama che si vede sulla città.
Alla fine della mattinata, prendiamo un tram e andiamo alla ricerca di Uzupis, un posto davvero singolare. Si tratta di un quartiere bohemién della città, che nel 1998 ha dichiarato la propria indipendenza, costituendo una Repubblica a sé stante, la “Repubblica della Felicità”, con tanto di inno, bandiera, e soprattutto Costituzione. Il quartiere è molto suggestivo, e sicuramente singolare è trovare la Costituzione appesa a un muro di una strada di questo quartiere, scritto su tavole di metallo in svariate lingue… la leggiamo e scopriamo che non è poi così bizzarra come pensavamo… semplice come dovrebbe essere ogni regolamento di ogni comunità o Nazione che sia.
Ci fermiamo a pranzo a “Uzupio kavine”, lungo il fiume che è l’anima di questa Repubblica. E’ sicuramente uno dei luoghi più suggestivi e carichi di poesia della città.
Nel pomeriggio lasciamo, seppur a malincuore, questa Repubblica della Felicità, e camminiamo fino al Barbacane. Di qui prendiamo un taxi Uber e ci facciamo riportare in centro… camminare ci piace, ma c’è un limite a tutto. Ci facciamo portare alla Chiesa dei Romanov, molto sontuosa, e proseguiamo a piedi verso il monumento di Frank Zappa, situato in un angolo di cortile di un palazzo. Dobbiamo sbrigarci però, perché si sta oscurando la vallata, e così prendiamo al volo un tram per tornare in albergo, prima di farci una doccia imprevista.
Nel tardo pomeriggio ritorniamo a farci un giretto in centro, e poi andiamo a cena. Questa sera cena tipica lituana, in un pub frequentato quasi solo dagli abitanti del posto: “Snekutis”. Ottima scelta di birre e diversi piatti locali, e patate. Mangiamo una braciola di manzo fritta , rapa rossa, cetrioli e pomodori, patate fritte e bollite. Ci viene servito anche il pane con l’aglio. Costo della cena 9 euro a testa.
6° giorno: mercoledì 2 agosto
Lasciamo di buon mattino Vilnius, dopo aver rinunciato a visitare il cimitero, a causa di lavori in corso, e ci dirigiamo verso il sito archeologico di Kernavè. E’ un sito patrimonio dell’Unesco e racchiude 4 colline fortificate 4 e i ruderi di una cittadina medievale. A parte l’importanza del sito, merita anche per la suggestione del paesaggio. Peccato che, durante la visita, improvvisamente arrivi un acquazzone che ci coglie sprovvisti di ombrello o cerata, in una landa con pochissimi alberi. Raggiungiamo un punto un po’ meno esposto, e aspettiamo che passi. Terminato di piovere, ritorniamo all’auto bagnati come pulcini.. lituani. Ci asciughiamo con le ventole dell’auto alla meno peggio e ripartiamo.
La seconda tappa della giornata è il Museo Etnografico all’aperto di Rumsiskes. I popoli del Nord ed Est Europa amano molto ricostruire antichi villaggi per non disperdere il proprio patrimonio culturale e di tradizioni. Questo è sicuramente molto interessante, ma molto, molto ampio. Ci sono oltre 140 edifici, ed alcuni sono anche fatti rivivere da persone che svolgono le attività tradizionali.
Ci dirigiamo quindi verso Kaunas, la seconda città, per importanza, della Lituania. Abbiamo prenotato all’albergo “Kaunas City”, che si trova sulla lunga strada pedonale del centro. Ci riposiamo un po’, e guardiamo un po’ di passeggio e di panorama dalla nostra stanza. Appena pronti usciamo e andiamo a cena alla”Piccola Italia”, una trattoria in autentico stile italiano, dove mangiamo molto bene. E’ già la seconda volta che ceniamo italiano in questo viaggio, ma il nostro stomaco fatica ad abituarsi alla cucina baltica. costo 16 Euro a testa.
7° giorno: giovedì 3 agosto
La mattinata inizia con un giro nel centro di Kaunas, in particolare nella scenografica piazza Rotuses aiksté, su cui prospettano alcune attività commerciali, e alcuni dei più importanti palazzi della città. Altra strada particolarmente suggestiva è la Vilnius gatvé. Da visitare la cattedrale, anche se le guide non la citano più di tanto, perché è molto suggestiva. Lasciamo la città per andare a visitare la vicina Abbazia di Pazaislis, molto interessante, definito come uno dei più straordinari esempi di architettura tardo-barocca dell’Europa nordorientale. La storia di questo complesso è travagliata e suggestiva, e solo dal 1992, una congregazione di suore ha cercato di ridargli lustro.
Riprendiamo in nostro percorso verso Nord, e ci dirigiamo a Panevesys, la quinta città della Lituania. Qui diamo una breve occhiata alla piazza principale, Laisves Aiksté, e alle vie circostanti, ma non ci perdiamo molto tempo, perché non vale la pena più di tanto, nonostante ciò che ne dicevano le guide.
Proseguiamo verso Siauliai, la quarta città della Lituania, anche se non particolarmente suggestiva. Qui in zona però c’è qualcosa che è molto sentita dai Lituani: la Collina delle croci. La storia di questa collina si perde nella notte dei tempi, tanto da risultare un luogo di culto già in epoca precristiana. Verso la metà del XIX secolo è divenuto un vero e proprio Parco della Rimembranza. Con l’avvento del comunismo queste forme di manifestazioni di fede vennero scoraggiate, a tal punto che negli anni ’60 le autorità sovietiche spianarono più volte la collina, demolendo tutte le croci. Come per magia, però, pian pianino la collina si ripopolava, in breve tempo, di nuove croci. Di questa collina non si seppe molto, fino a quando papa Giovanni Paolo II, nel 1993, vi fece un pellegrinaggio.
A vederla è difficile dire quale sentimento provoca, ed è difficile non essere coinvolti dalla spiritualità del luogo. Ognuno può piantare una sua croce… ne vendono non molto lontano… il problema sarà ricordarsi dove è stata messa la propria croce, e ritrovarla ad anni di distanza, visto che la collina muta continuamente fisionomia, estendendosi sempre di più.
Concludiamo la giornata con Birzai, una località nel Nord del paese, quasi ai confini con la Lettonia, dove si trova un lago, e dove vengono prodotte birre piuttosto conosciute. Non perdiamo quindi l’occasione per andare a cena in una birreria “Alaus Kelias”, dove prendiamo una sorta di assaggi di birre, 8, che ci vengono illustrati con un menu apposito. Merita senza dubbio di fare l’esperienza.
8° giorno: venerdì 4 agosto
La mattina inizia con la visita del Castello di Birzai, che in realtà vediamo solo da fuori, in quanto non era accessibile all’interno, in quanto stavano organizzando per un evento, forse un matrimonio, o una serata elegante… non era ben chiaro. Abbiamo poi fatto un giro attorno al lago, e anche fatto una passeggiata, per godere un po’ del paesaggio circostante, senza troppa fretta e troppi rumori, e a parte il vento, ne è valso la pena. Oggi è il giorno in cui saluteremo la Lituania per entrare in Lettonia. Il passaggio tra i due confini è davvero singolare.
Puntiamo il Tom Tom verso Bauska, in Lettonia, e partiamo.
Occorre premettere che, nelle Repubbliche Baltiche, non è così infrequente percorrere strade secondarie non asfaltate. Sono strade polverose, ovviamente, molto larghe, e con persino la pista ciclabile. Sì, una pista ciclabile che si distingue per un mucchiettino di terra rialzato, a far da separazione tra la parte riservata alle automobili, e quella riservata invece per le bici. Occorre anche dire che, spesso, queste strade non sono così secondarie, sono anzi percorse da autoarticolati che viaggiano verso i 100 km orari. Non vi dico il senso di precarietà quando li incontri, e posso immaginare come si senta uno che si trovi in bicicletta.
Comunque, dicevo, che il percorso per entrare in Lituania è su una strada sterrata, e la strada rimane tale anche al confine. Il confine è praticamente un campo coltivato a grano, su cui c’è un semplice cartello “Lettonia”, e null’altro, nemmeno un gabbiotto per un improbabile doganiere. Devo dire che mi colpì, in un altro viaggio, la precarietà della strada al confine tra Serbia e Bosnia, ma questo è davvero bucolico.
Comunque, alla fine di una cinquantina di chilometri di sterrato arriviamo a Bauska, dove vediamo un grazioso castello. In particolare ci rimarranno impressi i pavimenti maiolicati, con disegni molto particolari.
Proseguiamo poi verso Rundale, dove visitiamo Rundales Pils, il più bel palazzo barocco della Lettonia, assolutamente imperdibile. Vi consiglio di fare il biglietto per il percorso lungo, che consente anche di visitare gli appartamenti privati del duca e della duchessa. Questi potranno essere visitati con più calma, in quanto i gruppi si limitano al percorso corto.
Partiamo ora velocemente, visto che siamo in ritardo, per raggiungere Riga, la capitale della Lettonia.
Abbiamo prenotato al Rixwell Old Riga Palace Hotel, il miglior rapporto qualità/prezzo trovato. Non è lontano dal centro. Consiglio però di parcheggiare sul retro, nello spazio dell’Hotel, perché nei dintorni non ci sono grandi possibilità di parcheggio.
Posiamo velocemente le cose in albergo, e ci dirigiamo subito in centro, in quanto Riga ha molto da offrire: il Duomo (la più grande chiesa medievale dei Paesi Baltici), il Castello (attualmente sede del Presidente della Repubblica), la chiesa luterana di San Pietro (per chi ne ha voglia si può salire in cima al campanile per una bella vista sulla città), la Cattedrale di San Giacomo (cattolica), la Casa delle Teste Nere (uno dei simboli di Riga), i Tre Fratelli (3 antiche case affiancate di Riga), la Torre delle Polveri e la Casa del Gatto (un edificio in art noveau).
Per oggi può decisamente bastare, e rientriamo in albergo.
Usciamo per cena, e troviamo una città molto viva, anche perché é venerdì, e così notiamo come vi siano in giro molti gruppi di ragazzi e ragazze per addii ai celibati/nubilati… devo dire che le lettoni non sono male… per i lettoni, lascio alle donne il giudizio.
Ceniamo in uno dei ristoranti del centro. Non è facile trovare un ristorante che ci ospiti, in questa movimentato venerdì sera lettone.
9° giorno: sabato 5 agosto
Il mattino prosegue con la visita di Riga, in quanto il giorno precedente non siamo riusciti a vedere tutto quello che questa città ha da offrire, ma anche solo per gironzolare un po’ tra le vie del centro, per vedere il movimento di questa città in un sabato mattina d’estate. In particolare, ritorniamo verso la piazza del Municipio, dove c’è la Statua di Rolando, e poi vediamo la Porta svedese, l’unica rimasta delle antiche porte cittadine, il Monumento alla Libertà, e facciamo un percorso alla ricerca degli Edifici Art Noveau, di cui Riga è particolarmente ricca. Il monumento alla Libertà, che rappresenta una donna (affettuosamente chiamata Milda) che innalza le mani al cielo, era divenuto, durante il periodo sovietico, un simbolo del desiderio di indipendenza. Vi era la consuetudine di portare fiori di nascosto a questa statua, ma se si veniva sorpresi si rischiava la prigionia in Siberia. Diamo un’occhiata veloce anche al mercato dei fiori, aperto 24 ore su 24, cosa tipica dei paesi del Nord. Oramai si è fatta ora di pranzo, e ci fermiamo quindi a pranzare in un ristorante del centro, all’aperto, in modo da poter vedere un po’ di gente che ci passa accanto, e anche oggi, come ieri sera, vediamo sfilare improbabili gruppi di addii al nubilato. Rispetto a ieri sera oggi vediamo solo gruppi di donne. Dopo pranzo ci lasciamo alle spalle Riga, che comunque ci lascia un ottimo ricordo, e proseguiamo il nostro percorso verso il Nord, alla volta di Sigulda, dove si trovano 3 castelli. Non li visiteremo tutti, altrimenti il rischio è che la nostra giornata finisca già qui.
Vedremo in particolare, all’esterno, il Castello Nuovo di Sigulda, mentre dietro ci sono le rovine del Castello Medievale. Noi eravamo un po’ in ritardo, e in più si era messo a piovere, per cui siamo ritornati in macchina. Per chi ha tempo c’è anche il castello di Krimulda, nel cui interno vi sono diversi musei. Non molto lontano vi è anche un piccolo cimitero con la tomba di Marija Roze: Su questa donna aleggia una leggenda, molto malinconica e triste, che potrete trovare su internet ricercando “La Rosa di Turaida”, come questa donna è stata soprannominata. Ancora oggi i giovani sposi si recano a posare fiori sulla tomba di questa bellissima e sfortunata donna.
Concludiamo la giornata, visto che siamo in forte ritardo sul previsto, andando direttamente a CESIS, dove avevamo prenotato un B&B, l’Ark Hotel, gestito da russi, molto cordiali. Per la cena andiamo in un ristorantino che si chiama “Glendeloka”, un posticino davvero suggestivo, dove mangiamo uno squisito stracotto, e un dolce ai frutti di bosco altrettanto buono. La notte è un po’ movimentata, nel senso che in hotel c’è una squadra di cicloturisti che hanno fatto caos per tutta la notte, o almeno fino a quando albeggiava
10° giorno: domenica 6 agosto
In mattina andiamo a visitare il paesino, dove c’è una gara di cicloturismo, il che rende il paesino ancora più vivo e interessante. Andiamo a visitare il castello di Cesis, che per lo più è un rudere. Ha però una peculiarità suggestiva, che per visitarne i sotterranei c’è un ragazzo, vestito in abito medievale, che ci consegna una lanterna, e quindi facciamo il percorso alla luce fioca della lanterna che contiene un cero. Ci verrebbe voglia di accendere la torcia del cellulare, ma onestamente ne perderebbe il fascino, e così, a rischio di inciampare proseguiamo la nostra esplorazione con la lanterna. Accanto al castello c’è anche un palazzo settecentesco che visitiamo, ci colpisce in particolare un atelier esposto al piano superiore.
Proseguiamo andando a vedere le rovine del castello di VILJANDI, cinto da tre fossati. tutto sommato tenuto abbastanza bene..
Proseguiamo poi andando direttamente verso l’ultima mèta della giornata, TARTU, la capitale spirituale dell’Estonia. I suoi abitanti parlano di uno speciale spirito (Waim) del passato che si percepisce nei suoi imponenti edifici. Questa città ospita anche la più importante università dell’Estonia.
Dopo aver scaricato i bagagli in camera, all’Hotel Tartu.
Andiamo in centro, e in particolare nella Piazza del Municipio (Raekoja plats), davvero suggestiva, con il Municipio, la casa inclinata, che in realtà ospita un mueso d’arte, e la statua di due innamorati che si baciano sotto la pioggia. Possiamo anche vedere il simbolo della falce e martello che è rimasto nella casa al civico n. 5.
Alla sera andiamo a cena in un ristorante italiano, “La dolce vita”, che, devo dire, valido, come gli altri due ristoranti italiani incontrati in questo viaggio.
Conclusa la cena siamo andati in piazza dove stavano montando gli stands per il festival “Film d’amore”
11° giorno: lunedì 7 agosto
Al mattino lasciamo Tartu, per dirigerci verso il Lago di Peipsi, il quinto lago più grande d’Europa.
In particolare puntiamo su KOLKJA, un piccolo villaggio abitato da Vecchi Credenti, un movimento religioso russo che nel 1666 si è scisso dalla chiesa ortodossa, in quanto contrario alla riforma introdotta dal patriarca Nikon. A tutt’oggi pare mantengano le pratiche in uso nella chiesa russa prima dell’introduzione di tale riforma.
In realtà non riusciamo a vedere molto, sia perché incontriamo poche persone, e ovviamente da questi fugaci incontri si capisce poco, sia perché la giornata non è splendida, infatti pioviggina.
Cerchiamo di andare a vedere il lago, ma l’impresa è più complessa del previsto, in quanto le sponde sono proprietà privata, qui ci hanno costruito piccole case di legno sul lago, e hanno recintato la loro porzione di terreno, sia perché, quando finalmente troviamo un accesso, è pieno di canne e si riesce a vedere ben poco.
Un po’ delusi lasciamo il lago e proseguiamo verso N per raggiungere ALATSKIVI LOSS, un castello, il cui stile, ricorda le Highlands scozzesi. Il castello è carino, però essendo stato trasformato in un museo dedicato al compositore Eduard Tubin, conosciuto, credo, per lo più dai locali, la visita perde un po’ di interesse. Inoltre una parte del castello non è visitabile, in quanto trasformata in un lussuoso hotel.
Proseguiamo nella nostra marcia di avvicinamento alla capitale estone, raggiungendo RAKVERE, una cittadina moderna che si differenzia per la sua atmosfera vivace e giovane. Andiamo a vedere il castello, costruito su una collina a dominare la cittadina, ne visitiamo però solo l’esterno, in quanto ciò che si trova all’interno non è originario di questo castello. Diciamo che l’interno è più che altro una ricostruzione interattiva interessante per i bambini che possono avvicinarsi al mondo medievale in modo giocoso.
Prima di lasciare Rakvere facciamo un salto in centro per vedere gli edifici storici che si affacciano su via Pikk, e la piazza del Mercato (Turuplats).
Ci dirigiamo ora velocemente verso Tallinn, che raggiungiamo nel tardo pomeriggio. Abbiamo affittato un appartamento, che risulterà molto bello, nella zona moderna, sopra a un centro commerciale. Il problema è incontrarci con la proprietaria dell’appartamento e trovare la via d’accesso al parcheggio sotterraneo, in quanto in zona non è possibile di certo parcheggiare, tenuto conto del traffico.
L’appartamento, come detto, è bellissimo e ha una splendida terrazza da cui si vede un meraviglioso skyline su tutta la città, e in particolare sulla parte vecchia.
Una volta che ci siamo sistemati, usciamo di casa, e andiamo subito a cercare la parte vecchia della città, di cui io ho un ricordo che risale a un bel po’ di tempo fa, in un viaggio fatto a inizio dicembre, con la neve, e un mercatino di Natale non certo sfarzoso come quelli a cui siamo abituati nelle nostre zone.
Tallinn è una città con una storia medievale importante, e a questa storia ci si è rifatti molto per valorizzare il centro storico, fino quasi a renderlo eccessivo, un po’ una San Marino baltica. In linea con questo stile troviamo anche due ristoranti, di cui ricordo la presenza anche nel viaggio precedente, e cioè Olde Hansa e Peppersack. Dato che li avevo già provati entrambi optiamo per l’Olde Hansa. Rimango un po’ deluso, perché, rispetto a come me lo ricordavo, è diventato molto turistico, seppur suggestivo nell’ambientazione, e piuttosto costoso.
12° giorno: martedì 8 agosto
Oggi la giornata è interamente dedicata alla visita di Tallinn. Devo dire che un giorno intero lo merita la capitale estone. Come già detto, a volte sembra essere in un parco divertimenti, ma questo credo sia il prezzo che l’Estonia abbia dovuto pagare per entrare nel mondo del mercato. Io ricordo una città sonnolenta, con poche persone per strada, qualche gradevole albergo, e i primi supermercati che erano stati costruiti poco fuori dalla zona delle mura. Abbiamo ritrovato invece una città medievale circondata da innumerevoli palazzi di vetro, assolutamente moderni, che nulla hanno da invidiare allo skyline di una frenetica città industrializzata. Ammetto che questo cambiamento mi ha un po’ deluso, e di sicuro Tallinn ha perso un po’ del suo fascino retrò che aveva nei primi anni in cui l’Unione Sovietica si era dissolta. Era un Paese che doveva prendere una sua strada, e a differenza di Lituania e Lettonia dove tutto è stato fatto con una certa gradualità, le tigri estoni si sono completamente votate al capitalismo, anche se ritengo che questo potrà comportare scompensi importanti nei prossimi decenni.
Comunque iniziamo il nostro percorso da Piazza della Libertà, che si trova nei pressi di una delle porte antiche della città. Proseguiamo con la Chiesa luterana di San Giovanni, la Piazza del Municipio. Il Municipio è visitabile, e si può arrivare anche in cima alla Torre. Proseguiamo con qualche struttura religiosa, come la Chiesa dello Spirito Santo e il Chiostro di Santa Caterina. Data l’ora cerchiamo un posticino dove fermarci a pranzo. Devo dire che i ristoranti sono tutti molto costosi a Tallinn, ma la nostra ricerca ci porta a un localino molto piccolo con cortile interno, frequentato da impiegati, il che significa che sicuramente è uno dei luoghi più economici che si possa trovare. E’ gestito da alcune ragazze, e devo dire che abbiamo mangiato bene.
Nel pomeriggio proseguiamo con la Peter Paul Katedraal e la Chiesa ortodossa di San Nicola. Saliamo poi fino alla Collina di Toompea e proseguiamo fino alla Collina Linda. E’ questa la zona più ricca di negozi di souvenir. Ci sono anche angoli molto panoramici, e sempre piuttosto affollati di turisti.
Nel tardo pomeriggio ritorniamo a Raekoja plats, uno dei punti nevralgici della città, per visitare un’antica farmacia, ma oramai è già chiusa, e così ci accontentiamo di fare un po’ di foto, gironzolare un po’, e ritornare, poco prima che faccia buio al nostro appartamento.
Stasera cucina romagnola… fatta da noi, in appartamento… con cena romantica sul terrazzo
13° giorno: mercoledì 9 agosto
Partiamo di buon mattino, lasciandoci alle spalle Tallinn. Prima tappa della giornata KEILI JOA, dove ci sono una cascata e un castello. Il castello non lo visitiamo, e facciamo una camminata, invece, per vedere la cascatella. E’ alta appena 6 metri, ma d’altronde in Estonia non ci sono rilievi, però nel complesso è carina, e merita la visita.
Proseguiamo la mattinata andando al PADISE KLOSTER, un antico monastero, che seppur in rovina, ne fa intuire la bellezza e l’imponenza di un tempo. Nelle vicinanze si trova un antico maniero trasformato in hotel. Quando passiamo noi stanno allestendo uno spettacolo all’aperto.
La tappa successiva è HAAPSALU, città termale, dove andremo a vedere il Castello Episcopale, la Cattedrale di San Nicola, e il Kuursaa Haapsalu, ed bell’edificio stofico, in legno, dipinto in bianco e verde che si trova sul lungomare.
A questo punto ci dirigiamo verso il traghetto che ci porterà sull’isola di HIIUMAA, un’isola non molta abitata, ma sicuramente interessante per la sua vegetazione e per i numerosi fari che vi si trovano. Arriviamo al molo appena in tempo. Il traghetto sta per partire, e alla biglietteria sono veloci e riusciamo così a fare uno sprint per salire proprio appena prima che molli gli ormeggi. La giornata è bella, seppur un po’ fresca, e possiamo quindi goderci, anche un po’ all’esterno la traversata. Data che il tempo stringe, ci dirigiamo subito al primo faro, il Tahkuna Teletorn, che saliamo fino in cima. La vista è molto suggestiva, ma altrettanto d’impatto è, poco lontano dal faro, il monumento alle vittime del naufragio del traghetto Estonia del 1994. E’ una struttura in metallo con una croce ew una campana, alla cui base ci sono volti dei bambini che perirono in quel naufragio. In quel naufragio morirono ben 852 persone. Se ne salvarono solo 137. Ci spostiamo quindi verso il secondo faro, il faro di Kopu, pare che sia il più antico faro funzionante esistente al mondo. Concludiamo il tour dei 3 fari con il Ristna Tuletorn. Alla fine del tour raggiungiamo la nostra destinazione serale, la Jarveaare Holiday House, una struttura in mezzo alla campagna che ha di bello soprattutto la natura circostante. Per la cena ci precipitiamo al Viinakook, prima che chiuda. Ceniamo a buffet, e tutto sommato mangiamo anche bene, seppur velocemente perché sono in chiusura. Al ritorno un po’ di relax su un’altalena che si trova nel cortile della nostro alloggio, e una sauna.
14° giorno: giovedì 10 agosto
Non è prevista la colazione questa mattina, dato che ci troviamo solo in un affittacamere. Poco male. Patrizia decide di allestire la colazione in un tavolo, davanti all’acqua, a guardare la natura che si risveglia, con svariate tipologie di uccelli che fanno a gara nei loro gorgheggi. Patrizia ha sempre amato i picnic, e quindi ha una grandissima soddisfazione quanto ne può allestire uno. In questo viaggio ha avuto molte soddisfazioni, in quanto abbiamo quasi sempre pranzato al sacco, con ciò che ci eravamo portati dall’Italia… beh, abbiamo risparmiato e perso meno tempo, e anche, forse, mangiato in modo più sano, per il nostro fegato. Dopo aver fatto colazione e ricaricato l’auto con tutti i bagagli ripartiamo. Prendiamo subito il traghetto per andare nell’isola di SAAREMAA, l’isola più grande dell’Estonia, ricca di boschi, piccoli villaggi, mulini a vento e fari. In queste isole si ha un po’ la sensazione che il tempo si sia fermato. Prima tappa è la Collina dei Mulini (Angla Tuulikumagi), dove è possibile visitare, anche all’interno, diversi mulini a vento. Alla biglietteria vi è anche un piccolo museo di attrezzi agricoli e una caffetteria, stile antica taverna, con camerieri in tipici abiti della vita contadina. Lasciati i mulini andiamo a cercare una spiaggia. Non siamo ancora riusciti a fare un bagno, da quando siamo nei Paesi Baltici. Ci eravamo posti questo obiettivo, seppur non in modo ossessivo, ma tutti i luoghi visti fino ad ora non ispiravano, o per l’acqua poco pulita, o per la difficoltà di scendere in acqua, o per la temperatura esterna.
Oggi però è il giorno giusto, e alla spiaggia di TUHKANA, riusciamo a metterci in costume, prendere un po’ di sole e farci un bel bagno. Devo dire che l’acqua non è troppo fresca, e la spiaggia larga e sabbiosa, quasi come da noi. Proseguiamo fino a PANGA PANK, un’alta scogliera nella punta NW dell’isola. Pare che questo luogo abbia qualcosa di mistico, in quanto ancora oggi, qui, vengono lasciati doni al mare.
Nel pomeriggio siamo arrivati fino a KURESSAARE, nella parte meridionale dell’isola, una pittoresca cittadina, in cui abbiamo visitato l’imponente castello, e girovagato per fotografare alcune casette tipiche. Pare che il castello di Kuressaare sia uno dei meglio tenuti del Baltico. Come ultima curiosità, prima di lasciare definitivamente questa cittadina e l’isola, sul lungomare, andiamo a fotografare una statua davvero singolare, intitolata a “Suur Toll e Piret”, marito e moglie che portano sulle spalle nude una barca di pesce. Concludiamo la giornata andando all’isola di MUHU, che raggiungiamo grazie a un ponte di 2,5 km.
Qui abbiamo prenotato in un posto davvero carino, anche se un po’ più costoso della media: “Luscher & Matiesen Muhu Winehouse”. La location è davvero suggestiva, in mezzo alla campagna, e la camera molto “calda”. Il proprietario ci dice, che in un altro edificio, in fondo al prato c’è una sauna… vogliamo farcela scappare? Assolutamente no, e così, con il nostro asciugamano andiamo a farci una sauna ristoratrice. Per cena rimaniamo sempre qui, perché abbiamo letto che si mangia molto bene. Il menu non è molto vario, e questo è buon segno, vuol dire che la cucina è espressa con i prodotti di cui dispongono. La scelta non potrebbe essere più azzeccata. Musica soft di sottofondo e cena all’aperto.
15° giorno: venerdì 11 agosto
Proseguiamo lentamente nel viaggio di avvicinamento all’Italia, e lo facciamo toccando le coste del Mar Baltico. Simpatico siparietto questa mattina a colazione. Noi ci siamo alzati un po’ presto perché sapevamo che ci attendeva una lunga giornata di trasferimento. Sentivamo odore di cibo, ma non riuscivamo a capire dove fosse la colazione. Dopo aver girovagato ci siamo imbattuti in una signora di Modena, perfettamente integrata, per motivi di lavoro, in Estonia, che ci ha indirizzato nei locali sotterranei.
Preso il necessario abbiamo poi fatto colazione nelle panche all’aperto… molto suggestivo. Lasciato il nostro piccolo paradiso prendiamo il traghetto per ritornare alla terraferma. Prima tappa è PARNU, la capitale estiva dell’Estonia, molto frequentata anche da turisti stranieri. Le diamo un’occhiata veloce, ma poi ripartiamo quasi subito verso Lielupe, in Lettonia, per visitare un “Museo all’aperto”, che però troviamo poco aperto, e quindi ce ne ripartiamo subito verso JURMALA, la versione baltica della Costa Azzurra. Entriamo in questa cittadina, da perfetti italiani, e cioè senza pagare la tassa di ingresso. In realtà, ma questo l’abbiamo capito un po’ in ritardo, per entrare in questa città occorre una sorta di lasciapassare, oppure bisogna fermarsi in un cabinotto e acquistare una sorta di permesso di ingresso. Noi abbiamo ignorato bellamente il tutto, e comunque non ci è successo nulla. Nessuno ci è corso dietro. Merita una visita questa cittadina, anche solo per vedere la magnificenza delle ville qui costruite. Da quello che ho letto, dovrebbero essere, in maggior parte, di magnati russi. Dopo aver girovagato, ed aver sognato un po’, di possedere una di quelle case (ma si pagherà l’Imu in Estonia?), lasciamo anche questa città, senza peraltro essere riusciti a raggiungere il mare, nonostante vi si affacci, ma pare che la costa sia tutta privata o a pagamento. Proseguiamo lungo la costa baltica per raggiungere un luogo un po’ meno mondano, CAPO KOLKA, dove la natura la fa da padrona. La zona è di una bellezza selvaggia, spazzata dal vento, e con rocce affioranti qua e là. Non facciamo il bagno perché vi sono correnti importanti, per cui evitiamo tragiche conseguenze. Non ci lasciamo scappare, in zona, due bei fari: Kolka Dundaga Parish, e Slitere Dundaga Parish. Si è fatto sera, e ci dirigiamo quindi verso VENTSPILS, importante porto lettone, dove ci fermiamo per la notte.
16° giorno: sabato 12 agosto
Siamo verso la fine del viaggio, e quindi ora ci dobbiamo preparare a un lungo percorso di ritorno. Oggi però costeggiamo ancora il Mar Baltico, e in particolare puntiamo verso LIEPAJA, altra bella città costiera lettone. Mentre costeggiamo, una cinquantina di chilometri prima di Liepaja, decidiamo di fermarci. Vediamo un albero con una bella altalena di legno. Ci fermiamo per fotografarlo, e ci accorgiamo che il mare si raggiunge abbastanza facilmente e c’è anche una bella costa sabbiosa. Possiamo non fermarci? Assolutamente no! Ne approfittiamo quindi per prenderci un po’ di sole e farci un ultimo bagno in mare, prima di abbandonare la costa. Acqua gradevole, e un bel momento di relax. Visitiamo poi Liepaja e facciamo una passeggiata nella sua spiaggia. Ultimo picnic con ciò che ci è rimasto dalla nostra cambusa, e poi ripartiamo per raggiungere, in serata, Augustow. Dormiamo e ceniamo in una sorta di Motel tipco, e la mattina successiva ripartiamo, viaggiando ininterrottamente fino a Ravenna. Arriveremo a casa dopo quasi 1.700 km. e 24 ore ininterrotte di viaggio.
Una sfacchinata, a conclusione di un bellissimo viaggio.