Attraverso le foreste delle Repubbliche Baltiche
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Sabato 30 giugno
Il volo Ryanair da Bergamo atterra quasi in orario. Scendendo dalla scaletta, sono investito da una brezza gelata. Appena ritirato il bagaglio, recupero il giubbotto che mi sono portato e lo indosso. Prendo il tram n. 22, che mi porta nel centro di Riga. Ho prenotato presso una struttura semplice, che però ha il vantaggio di essere molto comoda per raggiungere il centro storico. Depositato il bagaglio, data un’occhiata alla frutta esposta nelle bancarelle all’esterno dell’enorme mercato coperto, mi dirigo verso il fiume Daugava, che attraverso sul ponte Akmens. Raggiungo il grande edificio della biblioteca nazionale, per uno sguardo ammirato agli esterni. Nel tornare indietro ripercorrendo il ponte, di fronte a me si stende una bella panoramica della città con i suoi elementi inconfondibili: il castello, il campanile della cattedrale di San Giacomo, la mole massiccia del duomo, il campanile della chiesa di S. Pietro, il palazzo dell’Accademia delle Scienze.
Il granitico monumento ai Fucilieri Lettoni mi introduce nella città vecchia. La Casa delle Teste Nere, riedificata nel 2001 come copia dell’edificio del ‘300, è davvero fotogenica. Nella piazza antistante si aggirano numerosi turisti, sorvegliati dalla statua di S. Rolando. Raggiungo la vicina irregolare Doma laukums, su cui prospettano interessanti edifici. Oggi e domani non è possibile visitare il duomo, perché è in corso un qualche evento speciale; i custodi sono gentili ma irremovibili. Poi, passando davanti alle caratteristiche facciate delle case denominate Tre Fratelli, raggiungo la cattedrale di S. Giacomo, edificio gotico del ‘200 in mattoni.
Dal momento che le previsioni meteo danno il tempo in peggioramento, decido di rinviare a domani la visita dei musei, e di anticipare ad oggi le visite all’aperto. Percorsa la centrale Kalku iela, mi trovo di fronte all’altissimo Monumento alla Libertà. Proseguo lungo Brivibas bulvaris fino alla cattedrale ortodossa, di cui ammiro dall’esterno le cupole dorate. Il quartiere con gli edifici in stile liberty è nelle vicinanze. Percorro lentamente Elizabetes iela, e poi Strelnieku iela e Alberta iela: le facciate degli edifici sono stupende. Mi sorprende che in un periodo di tempo relativamente limitato siano state realizzate così tante costruzioni nel medesimo stile, e che il risultato complessivo possa apparire l’esito di una gara forsennata tra architetti per realizzare la dimora con la facciata più fantastica.
Ritornato nella città vecchia, indugio in Livu laukums ad ammirare gli edifici della Grande e della Piccola Gilda, nonché ad osservare la cosiddetta Casa del Gatto. Per la prima cena in Riga opto per un ristorante della catena Lido in Tirgonu iela (a breve distanza dal duomo), dove si possono vedere le pietanze esposte e scegliere di conseguenza. Prima di fare ritorno alla mia camera, non resisto ad acquistare un po’ di ciliegie (di dichiarata provenienza ungherese e prezzo bassissimo) presso una delle bancarelle che costituiscono il mercato serale proprio nella zona del mio alloggio.
Domenica 1° luglio
Come da previsioni, il cielo è completamente nuvoloso, anche se non piove. Raggiunta la città vecchia, inizio la mia giornata di visite dal Museo d’Arte Riga Bourse: oltre ad una sala dedicata a bellissimi oggetti in stile liberty, il museo espone reperti di varia natura: ceramiche, quadri, una mummia, maschere. Raggiungo poi il Museo di Arti Decorative e Applicate, dove mi aggiro tra una eterogenea collezione di ceramiche, arazzi, oggetti in legno. Dopo aver visitato la gotica chiesa di S. Pietro, mi dirigo verso la Torre delle Polveri e il Museo della Guerra, che esibisce tantissimi oggetti e documenti. Nei pressi della torre, mi imbatto in alcuni gruppetti di donne che indossano costumi locali e hanno il capo agghindato di fiori. Alcuni dei gruppetti si muovono al suono di musicanti, altri si limitano a posare per gli occasionali fotografi. Più tardi scopro che ci si sta apprestando per una sfilata, che avrà inizio verso le 14,30 e che si concluderà presso il Monumento alla Libertà. In Kalku iela cerco una posizione adatta per assistere alla sfilata, e fare foto e riprese. Dopo un’ora e mezza di flusso di persone, la gran parte donne agghindate con fiori, ma anche di uomini e di bande musicali, flusso spesso momentaneamente interrotto perché ci sono gruppi che si innestano più a valle, mi sembra che la sfilata stia per concludersi. Decido di andare ad esaminare se presso i supermercati e centri commerciali siano reperibili prodotti interessanti da portare a casa al termine del viaggio. Sono in particolare interessato a vedere se sia in vendita carne di alce e cervo, ma la trovo solo in scatola. Sono in vendita anche scatolette con carne di orso: a parte il fatto che è particolarmente cara, escludo che riuscirei mai ad apprezzarla.
Molto più tardi ritorno verso il centro. I giardini Vērmanes ospitano vari stand che espongono prodotti dell’artigianato locale. Ripasso nella zona del Monumento alla Libertà per scoprire che, contrariamente alle mie aspettative, la sfilata è ancora in corso. Ottengo l’informazione che sfileranno in totale oltre 40.000 persone. Proprio presso il monumento sono posizionati alcuni operatori per le riprese televisive dell’evento. Cerco e trovo un posto nelle vicinanze dal quale assistere ancora alla sfilata.
Poi mi dirigo al Lido, per assaggiare qualche altra pietanza rispetto a quelle sperimentate la sera prima. Uscito dal locale, ritorno in Kalku iela e, muovendomi in senso opposto a quello della sfilata, arrivo al punto in questa ha origine, nei pressi del ponte Akmens. Quando, dopo una mezz’ora, si avvia l’ultimo gruppo, accompagnato da una banda, mi accodo e, ripercorsa tutta Kalku iela, verso le 21,15 arrivo al Monumento della Libertà. Credo di non aver più nulla da chiedere a questa intensa giornata, e dunque proseguo verso il mio alloggio.
Lunedì 2 luglio
La mattina piove a dirotto e anche la breve attesa del tram 22, per tornare all’aeroporto a ritirare l’auto noleggiata, è tutt’altro che piacevole. Una volta ritirata l’auto ed installato il mio navigatore portato da casa, sono pronto per partire per Tartu. Lungo la strada, superata la (virtuale) frontiera estone, mi fermo per una breve sosta al memoriale della battaglia di Paju, tre tronchi di piramide in terra sovrapposti e sormontati da un cippo. Arrivato a Tartu poco dopo le 14, vado direttamente al B&B che ho prenotato, dove lascio l’auto. Scopro che la struttura è una vecchia casa in legno ristrutturata, molto bella e piacevolmente arredata, ed anche piuttosto vicina al centro. Quasi di fronte c’è la chiesa di S. Giovanni, nel cui interno gotico è caratteristica la presenza di varie statuette di terracotta. Il successivo edificio che incontro nel mio percorso, per fortuna in assenza di pioggia, è quello della famosa università, la cui facciata è preceduta da 6 grandi colonne corinzie. L’edificio del Municipio chiude ad ovest Raekoja plats. Davanti all’edificio, la statua di due innamorati che si baciano sotto un ombrello grondante di pioggia. Per la sostanziale uniformità stilistica delle costruzioni che vi prospettano, la piazza mi appare bellissima. Proseguo lungo il fiume Emajogi fino al mercato coperto, preceduto da una maestoso monumento al …. maiale. All’interno il mercato ha un aspetto molto più asettico rispetto a quello di Riga.
Ad ovest del centro c’è la collina della cattedrale. Salgo per Lossi, passando sotto il cosiddetto Ponte dell’Angelo. Per giusta contrapposizione, non distante c’è anche il Ponte del Diavolo. Sulla collina ci sono le notevoli rovine della cattedrale gotica, e vari monumenti sparsi nel verde del parco. Tra le attrattive segnalate nella mia guida ne è inclusa una dal nome molto suggestivo: monumento al fiordaliso piangente; riesco a trovarlo dopo non poche difficoltà, e mi lascia abbastanza deluso. Ritorno verso Raekoja plats, e mi fermo a cenare in un ristorante ubicato in una sua traversa. Più tardi, nella confortevolezza della mia camera, assisto alla partita di calcio tra Belgio e Giappone.
Martedì 3 luglio
La mattina il cielo è completamento sgombro da nubi. Ripercorro gran parte dell’itinerario del giorno prima per rifare le foto con il sole. Entro anche nel giardino botanico, dove gli anatroccoli stanno ancora dormendo lungo le sponde del laghetto. In Raekoja plats posso osservare l’inclinazione subita da un edificio dopo la sua costruzione. Dopo una abbondante prima colazione, eccomi pronto per la prossima destinazione, il lago Peipsi.
Arrivato a Kolkja, percorro lentamente la sua strada principale per osservare gli edifici in legno che la delimitano. Ogni tanto dalla parte del lago non sono presenti costruzioni e allora, tra la bassa vegetazione si intravvede il lago, di un colore grigio metallo. Un uomo anziano è seduto sui gradini di accesso ad una vecchia casa con il tetto parzialmente sfondato. Questo è un villaggio dove risultano risiedere gruppi di “vecchi credenti russi”, appartenenti a un movimento che si oppose alle riforme liturgiche del patriarca Nikon e i cui membri si rifugiarono da queste parti nei secoli XVIII e XIX.
Lascio il villaggio per dirigermi al bianco castello di Alatskivi. Immerso in un parco, la costruzione risulta essersi ispirata al castello scozzese di Balmoral. Gli interni sono abbastanza interessanti. Proseguendo verso nord lungo la sponda del lago, sosto dapprima a Kallaste, dove ci sono scogliere di arenaria rossa, e poi a Mustvee, dove posso vedere il monumento ai caduti della 2^ guerra mondiale (una giovane donna con capo chino) e la copertura scintillante di due chiese. Non mi fermo davanti a nessuna delle bancarelle che, qui e là lungo la strada, vendono pesce affumicato.
Quando arrivo al Convento ortodosso di Pühtitsa a Kuremae il sole è completamente nascosto dalle nuvole. L’edificio principale, con le sue cinque cupole a cipolla, è molto caratteristico, ed interessante è passeggiare tra le diverse costruzioni che caratterizzano il complesso.
Alle 16,30 raggiungo Narva, la città più orientale dell’Estonia. Il castello medievale, che si erge esattamente di fronte alla fortezza russa di Ivangorod, ubicata dall’altra parte del fiume, è molto bello. A causa di una incessante pioggerella trascinata di traverso dal vento, devo attendere pazientemente per almeno mezz’ora su una torretta riparata nelle mura, prima di essere ricompensato dal ritorno del sole. Nel mio percorso per fare la migliore foto possibile all’insieme delle due fortezze, passo davanti al monumento del Leone Svedese e alla Cattedrale luterana di Alessandro, contraddistinta da un imponente campanile. Bello il colpo d’occhio su fiume e le fortezze anche dalla passeggiata che si sviluppa sull’alto dei bastioni a nord del castello. Per arrivarci passo per Raekoja plats, quella che dovrebbe essere la piazza principale: in realtà, la presenza di edifici tra loro fortemente dissonanti e di pali con linee elettriche, e il fatto che la facciata del Municipio abbisogni di urgente manutenzione, la rendono la piazza più brutta vista nel corso del viaggio. Seguendo il suggerimento della guida, ceno presso l’hotel dove alloggio. Sono l’unico cliente del ristorante, dove apprezzo una deliziosa zuppa a base di formaggio e gamberetti, e la lampreda. Dalla ragazza alla reception vengo a sapere che al momento si sono visti ancora pochissimi turisti russi, a causa sia del clima non ancora caldo sia dei campionati mondiali di calcio. In camera cerco di vedere la partita serale, ma non riesco a sintonizzarmi sul canale giusto.
Mercoledì 4 luglio
Dopo la consueta abbondante prima colazione, mi metto in viaggio verso ovest, sotto un bellissimo cielo azzurro. La prima tappa è nella graziosa cittadina di Rakvere. Salgo il versante abitato della collina e, una volta in cima, appare alla vista il castello medievale. Di fronte al castello posso ammirare l’imponente statua di un toro. Prima di lasciare la cittadina, entro nella bianca chiesa della Trinità, dominata da un aguzzo campanile. Interessane il pulpito, sorretto da colorate statue di legno.
Superata Rakvere, le foreste lasciano un po’ di spazio in più ai campi coltivati, in genere a cereali. L’autostrada è, per gli standard italiani, poco più di una strada statale: una sola corsia per senso di marcia, rarissimi cavalcavia, possibilità di fare inversione ad U. Il traffico è abbastanza scarso. Poco dopo le 11 arrivo alla residenza di Palmse. Prospicienti un laghetto e separati da giardini, si trovano vari edifici (gazebi, depositi, serra, ex distilleria, stalle), tra cui la villa padronale del ‘700. Gli interni di questa sono molto belli. Alcuni sentieri permettono di attraversare il fitto bosco a nord del laghetto ed arrivare ad un altro lago: conscio del mio intenso programma, rinuncio all’esplorazione. Mi concedo un minuto di ammirazione davanti ad una vecchissima trattrice a vapore abbandonata nei pressi di un magazzino.
Ad una decina di chilometri di distanza è d’obbligo una sosta per scattare qualche foto all’edificio bianco e rosa della residenza di Sagadi. Proseguo lungo la stretta strada immersa nella pineta fino a raggiungere il villaggio sul mare di Altja. Lungo la strada sterrata che costeggia il mare sono allineate varie case di legno, circondate da ampi giardini, alcune contraddistinte dal tetto formato da uno spesso strato di canne. La spiaggia è popolata da grossi massi di pietra di forma tondeggiante. Il mio itinerario nel Parco nazionale di Lahema mi porta quindi a Vergi. Attraverso uno stretto lembo di pineta: il terreno è talmente soffice che cede abbondantemente sotto i miei piedi. Qui la spiaggia è sabbiosa, ma sono comunque presenti massi nelle immediate vicinanze. L’ultima mia tappa nel parco è la cittadina di Vosu, più in particolare la sua desolata spiaggia. Tre ragazze in costume, ma con mantellina protettiva, incedono cautamente nell’acqua bassa, nei pressi di una panchina posizionata propria sulla battigia. Riprendo la mia strada, attraversando pinete che sembrano non avere fine. Un lungo tratta di strada presenta il fondo in ghiaietto: non si può fare a meno di mantenere la velocità molto bassa e credo sia proprio questo l’intendimento sotteso a siffatto trattamento. Finalmente rientro nell’autostrada, che, nell’approssimarsi alla capitale, diventa a due corsie per senso di marcia e abbastanza trafficata.
Quando arrivo a Tallinn, il mio navigatore viene messo fuori uso dalla presenza di lavori stradali proprio sulla via su cui si affaccia l’albergo dove ho prenotato. Dopo vari e vani tentativi di aggirare l’ostacolo, parcheggio l’auto in una strada non troppo distante, raggiungo l’albergo a piedi e mi faccio dare le indicazioni su come arrivare al parcheggio convenzionato. Verso le 17,30, parcheggiata l’auto nel posto giusto, sono finalmente pronto per iniziare la visita della città, sotto un caldo sole.
Mi è sufficiente attraversare un viale e alcuni giardini, ed eccomi di fronte al lato ovest delle mura e alle relative torri. Salgo direttamente sulla collina di Toompea. La prima chiesa che visito è la cattedrale di S. Maria Vergine, altrimenti anche chiamata la “chiesa a cupola”. Lungo le pareti sono allineati bellissimi sarcofagi. Alle pareti sono appesi innumerevoli stemmi nobiliari. Scopro che alle 19 la chiesa ospiterà un concerto. Dunque mi allontano giusto il tempo di ammirare le cupole della cattedrale ortodossa di Aleksandr Nevskij, la torre difensiva denominata Kiek in de Kök ed il vicino Cortile del Re Danese, ed eccomi rientrare nella cattedrale di S. Maria Vergine. Il concerto è tenuto da due signore, che suonano rispettivamente l’organo e il mandolino. Ne approfitto per rilassarmi e per rileggere alcune pagine della mia guida. Finito il concerto, raggiungo la terrazza panoramica al termine di Kohtu, sulla quale numerosi turisti cercano di immortalare dall’altro la città vecchia. Il colpo d’occhio è davvero notevole, anche se la presenza di una lontana ciminiera e di vari edifici moderni nella zona del porto “guasta” l’impronta medievale della città, che altrimenti sarebbe perfetta. Faccio un giro esterno delle mura del castello e sosto ad ammirare l’alta torre Pikk Hermann.
Ceno presso l’affollato ristorante Rataskaevu 16, dove ottengo un tavolo all’esterno in una viuzza non trafficata e posso assaggiare la carne di alce.
Giovedì 5 luglio
La mattina ha l’aspetto di una giornata autunnale, con nuvole basse. Prima di addentrarmi nella città vecchia, decido di verificare il percorso da fare per raggiungere il Terminale D, dove domani mattina presto prenderò il traghetto per Helsinki. Allungo un pochino il percorso per dare un’occhiata al Linnahall, vasta costruzione (Palazzo di Cultura e Sport) realizzata in occasione delle olimpiadi di Mosca 1980 e che versa in un desolante stato di abbandono e degrado.
Ultimata l’esplorazione nel porto entro nella città vecchia attraverso la Grande Porta della Costa, nei pressi del tozzo bastione chiamato Grassa Margherita. Davanti a questa c’è anche lo strano monumento a ricordo dell’affondamento del traghetto Estonia. Seguendo la Via Lunga (Pikk), sulla quale prospettano molti edifici interessanti, arrivo fino a Raekoja plats, dove sono in corso di allestimento numerose bancarelle. Caratteristico il Municipio, con la sua altissima torre. Nelle vicinanze visito la chiesa dello Spirito Santo, sulla facciata della quale fa’ bella mostra un orologio blu e oro: la sua bianca torre campanaria risulta essere la più antica dell’Estonia. Molto belli gli interni, con numerose opere in legno intagliato (tra cui un imponente pulpito), pannelli dipinti, vetrate. Quando esco, ho la lieta sorpresa del ritorno del sole.
Ripasso per Raekoja plats e percorro Viru fino alle mura orientali, dove campeggiano due alte torri. Proseguo verso nord lungo la via che fiancheggia le mura cittadine, che offre qualche scorcio interessante. Visito la chiesa di Sant’Olaf, dove numerosi turisti sono in fila per salire sull’altissima guglia. Ripercorro la Via Lunga, con le facciate dei palazzi questa volta illuminate dal sole. Raekoja plats si sta animando. Nella piazza vicino alla chiesa di S. Nicola alcune decine di persone si aggirano agghindate in abiti medievali. All’interno della chiesa, oggi un museo, è in corso un concerto di cui non avevo notizia. Attento a non disturbare, mi aggiro a fotografare stemmi, pale di altare e la Danza macabra. Raggiunta la estremità meridionale delle mura, salgo per una scalinata verso Toompea, tra un grande monumento con croce e una fila di vasi. Visito gli interni, ricchi di mosaici e icone, della cattedrale ortodossa di Aleksandr Nevski, arrivo fino alla statua di Linda nei giardini vicini al castello, e poi mi dirigo verso la zona di Kadriorg.
Lungo il percorso posso osservare il teatro dell’opera, vari moderni edifici in vetro e acciaio, la sinagoga, la bianca costruzione della chiesa Metodista e poi i giardini e specchi d’acqua e statue del parco di Kadriorg. Inizio la visita dal Museo d’Arte. Belli gli arredi delle sale, tra cui alcune grandi stufe in ceramica, e belli i dipinti esposti. Nel vicino Museo Mittel sono esposte molte icone, nonché oggetti in ceramica. Originale l’architettura del KUMU. E’ in corso una mostra temporanea dedicata a Michel Sittow, pittore contemporaneo di Leonardo, autore di minuscoli bellissimi ritratti. Negli altri piani dell’edificio, molti dipinti e sculture estoni dal XVIII secolo al novecento, nonché qualche installazione contemporanea. Riattraverso i giardini del parco, osservando ed apprezzando le diverse fioriture, ed opto per ritornare alla città vecchia ripercorrendo Narva mantee come all’andata, senza prendere il tram. Quando arrivo alla porta di Viru, sta per avviarsi una sorta di processione storica, con tanto di figuranti e di musicisti. Una volta avviatosi, il piccolo corteo si dilegua rapidamente tra la folla di curiosi. Avrò modo in seguito di assistere ad una esibizione vicino a Raekoja plats: al suono di cornamuse e tamburi, un giocoliere esibisce la sua abilità a roteare aste dagli estremi infuocati.
Venerdì 6 luglio
Avendo prenotato il posto sul primo traghetto Tallink della mattina per Helsinki, che salpa alle 7,30, ne consegue la necessità di alzarmi prima del solito e di rinunciare alla colazione in albergo. Sulla nave c’è comunque ogni possibilità di ristoro. La traversata fino a Helsinki dura 2 ore, su di un mare grigio ma assolutamente piatto. Le operazioni di attracco avvengono con una incredibile precisione. Sceso a terra, come avevo pianificato mi dirigo a piedi verso la chiesa di Temppeliaukio, anche detta la chiesa nella roccia. E’ un’opera davvero originale. Non avevo però previsto che un gruppo di turisti giapponesi potesse essere tanto chiassoso da disturbare la visita altrui. Uscito, mi dirigo verso la piazza del Senato. La cattedrale Luterana ha un discreto fascino vista dall’esterno, posizionata com’è sopra un’ampia scalinata. All’interno non c’è molto di interessante, a parte forse l’organo. Sta per iniziare un concerto e le visite vengono bloccate. Gli interni della rossa cattedrale di Uspenski, appollaiata su una collinetta rocciosa che domina la parte orientale del porto, sono invece bellissimi. Strano per una chiesa di rito ortodosso, qui è consentito fare foto.
Una passeggiata tra le bancarelle in Kauppatori è imperdibile. Oltre agli onnipresenti mirtilli, anche le ciliegie (di dichiarata provenienza spagnola) sono vendute al “litro” anziché al “chilo”: qui non è usato un vaso di misura in vetro come a Riga per i mirtilli, ma uno specifico contenitore metallico cilindrico. Rispetto ai prezzi di Riga, quelli praticati a Helsinki sono molto più alti. Faccio un giro anche all’interno del mercato coperto Kauppahalli, sovraffollato di stand e di gente. Pur dispiaciuto per il fatto che la giornata si mantenga grigia e nuvolosa, acquisto da un distributore automatico il biglietto per il traghetto per Suomenlinna, sito del patrimonio Unesco. Sulle due isolette che la compongono, visito dapprima una chiesetta e poi seguo il percorso sui bastioni fino a King’s Gate; molti i cannoni presenti e le opere di difesa. Sono presenti anche uccelli marini che paiono pascolare nell’erba verde con i loro pulcini.
Ritornato nel porto di Helsinki, sembra che il sole stia per arrivare da un momento all’altro. Nell’attesa, acquisto una vaschetta di pesciolini fritti presso una delle bancarelle all’aperto, che reti da pesca fissate in alto proteggono nei confronti di repentine incursioni dei gabbiani. Mi viene consegnata coperta da un involucro di carta avente anch’essa la funzione di protezione. Vado a mangiare i pesciolini vicino al grande monumento in piazza del Senato, finalmente accesa di luce. Gabbiani volteggiano sopra alcune turiste giapponesi che si stanno distribuendo bicchieri pieni di ciliegie. Un pesciolino che involontariamente mi scivola a terra verrà trovato e mangiato da un gabbiano nel giro di una manciata di secondi.
La mia visita prosegue verso la stazione ferroviaria, dominata dalla imponente torre dell’orologio; le forme architettoniche del grande edificio in granito progettato da Eliel Saarinen sono accattivanti. Superato un gruppo di persone che assiste davanti ad un grande schermo ad una partita di calcio dei campionati mondiali, raggiungo quindi il Kiasma, museo di arte contemporanea che oggi può essere visitato gratuitamente. All’interno opere e installazioni varie; le opere più interessanti, anche a giudicare dalla presenza di pubblico, quelle di Grayson Perry. Nella zona del Kiasma sono ubicati anche il Palazzo del Parlamento e Casa Finlandia, che riconosco dall’esterno. Ritorno a Kauppatori, passando per l’Esplanade gremita di persone. Superata la cattedrale di Uspenki, con le sue croci dorate brillanti sotto il sole, proseguo lungo Pohjoisranta fino ad una zona del porto gremita di barche a vela. Quando ripasso a Kauppatori, tutte le bancarelle sono scomparse, ed al loro posto ci sono centinaia di auto d’epoca. Avendo tempo a sufficienza prima dell’imbarco (il traghetto parte alle 22,30), decido di tornare al terminale a piedi. In alcune vie posso osservare palazzi con decorazioni liberty, anche se non affascinanti come a Riga. Sulla nave assisto alla partita tra Brasile e Belgio.
Dopo mezzanotte, l’alta guglia della chiesa di Sant’Olaf ed il bastione Grassa Margherita mi ridanno il benvenuto a Tallinn.
Sabato 7 luglio
Riprendo l’auto al parcheggio e mi appresto a proseguire il mio viaggio, in una giornata che si annuncia bella e calda. La prima tappa è la cittadina costiera di Haapsalu. Entro nel cortile del Castello Episcopale dopo avere costeggiato buona parte della sua cinta muraria, rafforzata da torri, e mi trovo di fronte alla “chiesa a cupola”. Nel suo interno a singola navata, la mia attenzione è attratta dai “capitelli” da cui si dipartono le nervature della copertura. Percorro poi buona parte del lungomare orientale, costeggiato da giardini e padiglioni, fino ad arrivare alla panchina dedicata a Cajkovskij.
La tappa successiva è Virtsu, dove mi imbarco sul traghetto per l’isola di Muhu. La traversata dura circa mezz’ora. Sbarcato alle 14, attraverso l’isoletta e mi dirigo direttamente all’isola di Saaremaa. Visito la piccola chiesa di S. Caterina, massiccio edificio in pietra. Interessanti le sculture in pietra collocate alla sommità delle colonne di parete da cui si dipartono le costolature della copertura. Proseguo per i mulini a vento in legno di Anglia; all’interno del complesso sono in mostra anche vecchi trattori ed aratri, nonché attrezzi agricoli in genere. A Kaali visito il cratere lasciato da un meteorite.
Raggiunta Kuressaare, riesco a trovare parcheggio non molto distante dal castello. Inizio con la vista del museo alloggiato nel castello stesso. Contiene una sezione naturalistica sulla fauna della zona (impressionanti le dimensioni di un alce), e una sezione sulla vita nel ‘900. Dal tetto si gode di una bella vista della zona circostante. Sto visitando una sala quando il guardiano cerca di catturare un piccione che è entrato da qualche apertura: la scena è quasi esilarante, perché il retino che l’uomo sta utilizzando ha un manico palesemente troppo corto perché, considerata l’altezza dell’ambiente, possa mai sperare di raggiungere il volatile. All’esterno faccio una passeggiata lungo il fossato (pieno d’acqua) che circonda il castello. Dalle mura perimetrali emergono candide torri sormontate da rossi e aguzzi tetti in cotto. La casa in cui ho alloggio ha una zona cucina/soggiorno a piano terra e 3 camere da letto al piano superiore. Il proprietario arriva, da un’altra residenza, a darmi il benvenuto; chiacchieriamo in inglese per una ventina di minuti, mi lascia libero di scegliere la camera che preferisco – considerato che non arriveranno altri ospiti – e poi ce ne andiamo, lui alle sue incombenze, io a cena. Dopo cena mi sistemo nell’ampio soggiorno per vedere la partita tra Russia e Croazia.
Domenica 8 luglio
Dopo una passeggiata nel centro della cittadina e l’acquisto di qualche pasta per la colazione, decido di fare un’ultima escursione prima di lasciare l’isola. Procedo lungo la costa verso ovest fino alla cittadina di Salme. La strada si snoda attraverso le consuete fitte pinete cui sono ora abituato. A Tehumardi, poco a sud di Järve, mi fermo per osservare il piccolo cimitero dei caduti russi-estoni vicino al mastodontico monumento eretto nel luogo in cui nel 1944 si verificò uno scontro tra truppe tedesche e russo-estoni. Poi proseguo per qualche kilometro fino a Salme. C’è un piccolo mulino a vento ed alcune strane sculture che non posso evitare di immortalare tra le mie foto.
Riattraverso in direzione est la verde isola, qualche piccola mandria di bovini qui e là, e alle 10,30 raggiungo il molo di Kuivastu per imbarcami sul traghetto che mi riporterà sul continente. Alle 12,30 circa arrivo a Parnu. Avendo poco tempo a disposizione mi limito a visitare il centro storico, omettendo la pur rinomata spiaggia. Dopo aver visto la Porta di Tallinn, visito la chiesa di Elisabetta, dal campanile slanciato e balconate laterali all’interno. La Torre Rossa menzionata nella guida appare davvero poca cosa ed è persino difficile da raggiungere. Nella chiesa ortodossa di Caterina, a prezzo di una piccola “offerta” si possono fare foto; gli interni sono molto belli.
Lasciata Parnu, per un tratto procedo lungo l’autostrada che collega Tallinn con Riga; il traffico è sostenuto e si procede incolonnati. Poi il navigatore mi guida – è proprio il caso di dirlo – attraverso strade interne che mi portano a Cesis, dove arrivo poco dopo le 16. Visito il parco del castello, con i ruderi di torri e mura del castello medievale del ‘200, un laghetto, il castello nuovo del ‘700. All’interno della chiesa di S. Giovanni, contraddistinta da un massiccio campanile, posso osservare alcune lastre tombali.
Proseguo in direzione di Sigulda, e mi fermo per visitare il castello di Turaida. E’ una costruzione in mattoni rossi sulla sommità di una collinetta. Salendo sulla torre principale, si può cogliere l’idilliaco panorama con il fiume Gauja e i boschi circostanti. Il prato sulla collina è cosparso di grosse sculture dedicate agli eroi della tradizione locale. Ripresa l’auto, scendo lungo la strada che conduce a Sigulda. Mi fermo prima del ponte sul Gauja per fotografare la valle. Dal ponte mi capita di assistere ad un lancio di bungee jumping.
Decido di cercare di visitare anche il castello di Sigulda prima di dirigermi all’hotel prenotato. L’impresa si rivela più complicata del previsto, perché mi ritrovo in una zona di città-giardino dove è praticamente impossibile parcheggiare. Dopo una lunga camminata, e dopo aver ammirato il bianco campanile della chiesa riflettersi in un prospiciente laghetto, raggiungo l’ingresso, con tanto di portale merlato, del castello nuovo di Sigulda, costruito nell’800. Molto particolare la forma della sua torre e le relative decorazioni. Ancora poche decine di metri, e si può entrare in quello che resta del castello del ‘200. In una zona del grandissimo cortile interno è previsto si tenga un concerto di lì a poco. Ritornando all’auto mi imbatto in un originale monumento alla bicicletta e in un cartellone che pubblicizza un concerto di Zucchero a Sigulda il … 6 luglio (due giorni fa!). Sono quasi le 20,30 quanto raggiungo la struttura dove pernotterò. Il gentilissimo gestore mi fornisce dettagliate informazioni sui ristoranti più vicini.
Lunedì 9 luglio
Alle 8 sono pronto per partire per l’ultima intera giornata di visita, che si preannuncia intensissima. A Bauska faccio una breve sosta per vedere, anche se solo dall’esterno, il castello. Anche qui ci sono un castello nuovo (con tanto di museo) e le rovine del castello più vecchio.
Poi raggiungo il settecentesco Palazzo di Rundale, in aperta campagna non lontano dal paese omonimo. Già il cancello di ingresso al cortile principale si annuncia maestoso. Gli interni sono un susseguirsi di sale decorate con stucchi, dorature, affreschi, lampadari. Molto particolare la Sala Bianca, che era la sala da ballo, con bellissimi stucchi sulla parete e sul soffitto. Molto belle le grandi stufe in porcellana. I vasti giardini, incluso l’ampio roseto, sono il degno complemento al magnifico palazzo. Dopo due ore di visita sono a malincuore costretto a ripartire.
Dopo un’ora di viaggio, e l’attraversamento della (virtuale) frontiera lituana, arrivo alla Collina delle Croci, a circa 10 kilometri a nord della città di Siauliai. Più che di una, si tratta di almeno due collinette attaccate e ricoperte di migliaia di croci, di varie dimensioni. In considerazione della particolarità del luogo non mi sarei aspettato una presenza di turisti così cospicua. Quelli più numerosi apparirebbero essere i giapponesi. Non posso fare a meno di notare una signora giapponese che si ritrae praticamente davanti ad ogni croce di un certo interesse. Sono arrivato con il cielo coperto, e lascio il luogo (dopo quasi due ore) sotto un sole caldissimo.
Decido di non rinunciare ad una visita, che era opzionale nel mio programma, nella città di Siauliai. Parcheggio in prossimità di piazza della Meridiana, dove giganteggia una colonna sormontata dalla statua di bronzo dorato di un arciere. Visito la vicina cattedrale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, caratterizzata da un campanile altissimo (75m) e da un interno immacolato. Essendo agli sgoccioli del mio viaggio, faccio alcuni tentativi per trovare ed acquistare i pelmeni (grossi gnocchi di patate ripieni di carne o funghi o formaggio, che ho già sperimentato in Polonia); li cerco freschi, ma li trovo (anche se con maggiore difficoltà rispetto a certi tipi di pasta ripiena di marchi italiani) solo congelati, e dunque rinuncio.
Verso le 18 mi avvio in direzione di Riga, intenzionato a riconsegnare l’auto in aeroporto questa sera stessa, in modo da non avere impegni domani mattina. In totale avrò percorso 1800 kilometri. Il tram n. 22 mi riporta in centro, e il palazzo dell’Accademia delle Scienze, arrossato dal sole che sta tramontando, mi ridà il benvenuto nel quartiere. Per questa notte ho prenotato un diverso albergo rispetto ai primi giorni, più confortevole ma più distante da raggiungere. Il protrarsi delle mie visite e l’anticipata consegna dell’auto hanno come conseguenza che non solo non riesco a organizzarmi per una ultima cena in Riga degna dell’occasione, ma che devo accontentarmi di trangugiare in fretta due fette di torta nella pasticceria (che sta per chiudere) di fianco al Lido. Nel ritornare all’albergo, entro in un supermercato per portarmi avanti con gli acquisti. Metto nel cestino una bottiglietta di amaro di Riga, che dopo qualche minuto un addetto al controllo mi fa togliere: è troppo tardi per acquistare alcolici.
Martedì 12 luglio
Prima di andare a “riappropriarmi” della bottiglietta di amaro, mi reco al mercato coperto per acquistare i biscottini, i formaggi, i salumi e le scatolette di sproti (piccole sardine locali) che avevo adocchiato una settimana fa. Poi posso finalmente dedicarmi, in questa mattinata caldissima, alla visita del Duomo. Magnifici l’organo, il pulpito adorno di statue ed anche alcune vetrate. Visito anche l’adiacente chiostro, dal quale si ha una bella vista sul campanile. Ripassando da Livu laukums cerco di fare qualche ultima foto con sole, ma una nuvoletta impertinente mi boicotta. Attendo alcuni minuti, ma poi desisto. Quando arrivo trafelato e sudato in albergo, fuori mi sta già attendendo il tassista che avevo chiesto di prenotare per le 12. In aeroporto dovrò poi persino insistere per lasciargli una minuscola mancia per arrotondare l’importo. Anche la gentilezza della gente incontrata sarà un ottimo ricordo del viaggio.
Informazioni pratiche
Per organizzare il viaggio sono stati utili riferimenti:
– Estonia, Latvia & Lithuania – The Lonely Planet
– Diari di viaggio di altri TPC
Spesa per il volo A/R Bergamo-Riga 185€, incluso bagaglio in stiva, priorità e prenotazione posto
Noleggio auto per 8 giorni: 385€ (inclusa eliminazione franchigia per danno al veicolo)
Traghetto A/R Tallinn-Helsinki: 24€
Traghetto Virtsu-Saaremama: 11,40€ a tratta
Tutti i pernottamenti sono stati prenotati con notevole anticipo tramite Booking.com.
Gli hotel/B&B dove ho soggiornato sono:
Alta Hostel e Riverside Hotel a Riga, Tampere Maja a Tartu, King Hotel a Narva, Economy Hotel a Tallinn, Punane Taanlane a Kuressaare, Livonija a Sigulda.
Di seguito le tariffe di ingresso al tempo della mia visita.
Museo d’Arte Riga Bourse: 6 €
Museo Arti Decorative a Riga: 5 €
Chiesa S. Pietro a Riga: 3 €
Duomo di Riga: 3€
Castello di Rundale: 13€
Castello di Turaida: 2,85€ (tariffa ridotta dopo le 18, altrimenti 6€)
Parcheggio Castello di Turaida: 1,5€
Castello Alatskivi: 7€
Castello Palmse: 9 €
Chiesa dello Spirito Santo a Tallinn: 1,5 €
Museo Niguliste a Tallinn: 6 €
Palazzo Kadriorg e Museo Mikkel: 8 €
KUMU: 10 € (inclusa mostra temporanea)
Chiesa Temppeliaukio a Helsinki: 3 €
Mulini a vento ad Anglia: 3,5€
Castello/Museo Kuressaare: 6€