Il freddo inverno della Lituania
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Prima di partire, qualcuno ci ha detto: “In Lituania? Ma non ci vanno nemmeno i lituani!”. Abbiamo sì trovato un paese ancora non del tutto invaso dal turismo di massa (che è un vantaggio), ma la Lituania è interessante da visitare grazie alle sue bellezze naturali ed architettoniche, alla sua ricca e travagliata storia ancora così palpabile e alle sue antiche tradizioni. Nei freddi mesi invernali tutto si tranquillizza, i tempi rallentano e ci si ritrova volentieri a bere qualcosa di caldo in un bar dai vetri appannati. Ma noi, sprezzanti delle temperature (per la verità non sono state particolarmente basse ma il vento era gelido), siamo andati alla scoperta di alcune delle tappe più caratteristiche della Lituania: il fiabesco Castello di Trakai, il Museo Etnografico di Rumsiskes, la Collina delle Croci di Siauliai e Vilnius, la capitale lituana.
I giorni a disposizione erano a malapena quattro ma, a bordo della nostra auto, sono stati sufficienti per farci un’idea di questa nazione dell’est europeo (per un giro più completo, che arriva fino alla zona costiera, sarebbe necessaria una settimana). Sembrano pochi ma la Lituania non ha moltissime attrazioni turistiche (ve ne renderete conto sfogliando le guide) e quelle poche si visitano piuttosto rapidamente. Con questo non voglio dire che il viaggio non ci sia piaciuto. Anzi, è stata una bella avventura!
La Lituania è anche un’ottima destinazione per coloro che hanno un budget limitato. A parte il volo (circa 100 euro), il costo della vita è molto basso. Si cena abbondantemente con 15 euro in bei locali e si pernotta in hotel discreti a circa 20-25 euro a persona per notte. Nel complesso, quindi, il viaggio è costato meno di 250 euro per persona (considerando volo, noleggio auto di due giorni, biglietti di ingresso, qualche piccolo souvenir, pasti e tre pernottamenti).
E i lituani come sono? Le ragazze sono sicuramente molto belle anche se non si può decisamente dire lo stesso per il genere maschile. Inoltre, per i nostri standard, non sono per nulla accoglienti. Provare per credere. E’ impossibile ricevere un saluto entrando in un negozio, in un ristorante o in un hotel! Certo, non lo fanno per maleducazione (in Lituani si usa così!) però per noi italiani risulta quasi sgarbato.
Veniamo adesso al programma di viaggio:
PRIMO GIORNO – sabato 5 dicembre
Raggiungiamo la Lituania a bordo di un volo Ryanair, partito dall’aeroporto di Begamo e atterrato a Vilnius (aeroporto principale della città a circa 10 km dal centro) verso le 17. Subito veniamo accolti da un vento gelido.
Ritiriamo l’auto presso Car Hire LT, che ha “sede” presso un hotel dell’aeroporto, e diamo inizio al nostro viaggio on the road. Inutile dire che qui è già buio da circa un’ora quindi riusciamo a vedere ben poco del paesaggio che ci circonda. Dopo appena 30 minuti, eccoci al b&b dove trascorreremo la notte: Kaimo Turizmo sodyba “Brazuoleje Pas Juoza”. Si tratta di una struttura tutta rivestita di legno (camera inclusa) che dista circa 10 minuti da Trakai. La proprietaria è molto cortese, la struttura carina e recente e spendiamo anche molto poco (33 euro a camera per notte). Peccato solo che, nonostante la pulizia sembri buona, troviamo una ciocca di capelli nel nostro letto (sgrunt!).
Andiamo subito alla ricerca di cibo nella vicina penisola di Trakai. Attraversate le caratteristiche casette in legno, ci fermiamo in un ristorantino. Iniziamo così a conoscere i piatti tradizionali della cucina lituana che sono grosso modo simili in tutto il paese. Fortunatamente i menù sono quasi sempre in inglese e con delle fotografie che illustrano il piatto, così si evitano spiacevoli sorprese! Il cibo, in tutto il paese, non è poi così male. Ci sono principalmente antipastini, zuppe e secondi a base di carne. I piatti sono sostanziosi e piuttosto grassi ma, spulciando il menù, si trova qualcosa per tutti i gusti (vegetariani compresi). Dato che veniamo cacciati dal ristorante che sono solo le 21, facciamo tappa in un supermercato ancora aperto e curiosiamo tra i vari prodotti ordinati sugli scaffali. Mi piace sempre molto vedere le differenze rispetto ai nostri, si capiscono davvero un sacco di cose sulla cultura e sulle tradizioni di un paese!
Dopo una tazza di caffè bevuta in un altro pub-ristorante, questa volta un po’ più dinamico del precedente, i miei compagni di viaggio vorrebbero rientrare al b&b ma io insisto per andare a vedere il castello che ci osserva tranquillo tra le acque del lago. Nonostante il vento, riesco a convincerli. Nei paraggi non c’è quasi nessuno e il castello, ben illuminato, buca l’oscurità della notte. A me è piaciuto moltissimo!
SECONDO GIORNO – domenica 6 dicembre
La colazione del b&b (+5 euro) è molto ricca e sostanziosa. Mangiamo toast e crepes con marmellata di melograno fatta in casa e beviamo un caffè che lascia nella tazzina uno spesso strado di fondo. Adesso siamo pronti per la visita del CASTELLO DI TRAKAI! Non ci sono dubbi sul fatto che questo castello sembri uscito da una fiaba. Una di quelle zuccherose con tanto di principessa sulla torre, drago e lago incantato. E non sono sufficienti le sue torri appuntite e i mattoni rossi che si riflettono nelle acque tranquille del lago. A rendere ancora più suggestivo questo castello è il fatto che si trovi su un’isoletta raggiungibile solamente tramite dei ponti in legno che lo collegano alla terraferma. La suggestione di questo luogo è impareggiabile!
Ma veniamo adesso alla notizia “brutta”. Tanta perfezione non può certamente essere casuale. Il castello, giunto ormai sotto forma di pochi ruderi, venne interamente ricostruito verso la fine del XIX secolo.
Le origini risalgono al XIV secolo quando si ritenne che il Castello della Penisola (di cui rimane ormai solo qualche rudere), situato poco distante dal suo fratello più celebre, non fosse più sufficiente per garantire un’adeguata sicurezza. Nei secoli a venire venne ingrandito e rinforzato fino ad assumere le dimensioni che possiamo oggi ammirare. Per visitare il castello è necessario parcheggiare l’auto nella penisola di Trakai dove sono disponibili numerosi parcheggi pubblici (circa 1,50 euro all’ora) o privati (alcuni abitanti del luogo hanno trasformato i cortili delle proprie abitazioni in parcheggi a 2/3€ al giorno). Nella zona troverete numerosi ristoranti, bancarelle e negozi di souvenir ma sono sicuro che la vostra attenzione verrà catturata unicamente dalla splendida veduta che da qui si può godere del castello. Lo si raggiunge tramite due ponti pedonali in legno che, bisogna ammetterlo, sono incredibilmente pittoreschi. Raggiunta l’isola è possibile seguire il sentiero che circumnaviga le mura o accedere al portone di ingresso (biglietto 6 euro). Ci si ritrova immediatamente in un grande cortile dal quale, tramite un fossato ed un ponte levatoio, si raggiunge la torre principale con una corte centrale caratterizzata da balconate, saloni e stanze che ospitano il Museo Storico di Trakai. In esso viene illustrata la storia del castello e vengono esposte armature, monete, costumi tradizionali ed altri oggetti. Non aspettatevi granché ma è comunque curioso attraversare tutte queste stanze e risalire scale a chiocciola e balconate.
Trakai offre molto altro ancora ai visitatori. Oltre ai resti del Castello della Penisola, è possibile visitare la Collezione di Arte Sacra, esposta nel sotterraneo di un’ex cappella domenicana. Molto più interessanti sono le belle case in legno, tutte dipinte di colori sgargianti, che incontrerete in tutta la penisola. Buona parte di esse sono state edificate dai caraiti, una piccola setta giudaica proveniente dalla Turchia che giunse da queste parti attorno al 1400. Se siete incuriositi dalle tradizioni di questa minoranza etnica, potete visitare il Museo Etnografico Caraita e la Kenessa, una casa di preghiera di inizio ‘800. Durante la bella stagione, se deciderete di trascorrere da queste parti un’intera giornata, potreste noleggiare un pedalò o una barca a remi e contemplare la bellezza del lago e del castello da una prospettiva assolutamente unica.
Dato che è ancora presto, ci dirigiamo verso il MUSEO ETNOGRAFICO ALL’APERTO di Rumsiskies che raggiungiamo in circa 45 minuti. Attraversando le distese sterminate della Lituania, fatte di prati, campi coltivati (pochi) e foreste, si incontrano un po’ ovunque le tipiche fattorie e casette in legno che erano, e in alcuni casi lo sono ancora, le abitazioni tradizionali dei lituani. Si tratta per lo più di edifici ad uno o due piani fatti interamente di travi di legno, spesso colorate in modo sgargiante di azzurro, verde o rosso. Non molto lontano da Kaunas (25 km), la seconda città per grandezza della Lituania, si trova però un concentrato dei villaggi tradizionali di queste terre. Nel Museo Etnografico all’Aperto Lituano, in cui sono ricostruiti quattro villaggi (uno per ciascuna regione), ci si tuffa nel passato. Alcune antiche abitazioni (circa 140), risalenti al periodo tra il XVIII e il XIX secolo, sono state ricollocate o ricostruite qui per realizzare questo interessante museo all’aperto. Durante la bella stagione (da maggio ad ottobre), i villaggi rivivono grazie ad artigiani che aprono le abitazioni per mostrare ai visitatori i lavori di un tempo. Si incontrano, tra gli altri, vasai, tessitori, falegnami e mugnai.
Se decidete di visitare il museo a piedi, soluzione che va per la maggiore, non pensate di cavarvela in poco tempo. Gli spazi di questo parco sono infatti molto estesi ed è necessario macinare diversi chilometri per poterlo visitare tutto. Se, al contrario, siete pigri o vi capiterà di arrivare durante la stagione fredda, vi converrà entrare direttamente con l’auto (con un consistente sovrapprezzo al biglietto di ingresso).
Quando siamo arrivati al parco, era in corso una gara di orienteering. Essendo inverno non c’erano visitatori ma, al loro posto, runner vestiti di tutto punto alla ricerca di bandierine e punti di riferimento. Dopo una lunga conversazione con la bigliettaia, che non parlava una parola di inglese, riusciamo a convincerla a farci accedere in auto. Promettiamo di essere prudenti e di guidare molto piano. Il prezzo di ingresso di soli 0,87 euro a persona (in inverno) viene incrementato di circa 18 euro per via dell’ingresso con il proprio mezzo. Col senno di poi abbiamo fatto decisamente la soluzione migliore perché il parco è immenso e, trovando tutto chiuso (sia i laboratori artigianali sparsi qua e là che i punti di ristoro), sarebbe stato impensabile visitarlo a piedi. Nonostante tutto, ho trovato la visita molto carina e piacevole. Mi sono divertito a gironzolare, anche solo brevemente, per questi edifici in legno ricoperti di muschio e trasudanti storia.
A questo punto siamo praticamente affamati. Sono passate le 14 e non abbiamo ancora toccato cibo. Confidavamo nel ristorante del museo ma è chiuso durante l’inverno. Per fortuna, lungo la superstrada, incontriamo uno dei ristorantini che in Lituania sostituiscono i nostri Autogrill. Il locale è anni ’70 e la signora non parla l’inglese ma ne usciamo decisamente soddisfatti!
Questa sera pernotteremo al Motel Rimuošès Dvaras, a sud di Siauliai, che dista circa 2 ore di viaggio. Il tragitto è lungo ma, per le ore di luce che ancora ci rimangono, abbiamo la possibilità di ammirare il tranquillo e disabitato paesaggio lituano. Il Motel non è affatto male. Le camere costano circa 50€ per notte, sono ampie e abbastanza recenti. Prima di cena facciamo un tuffo nella piscina della spa che, per i gusti di noi italiani, è decisamente gelida. Meglio scaldarsi le ossa nella sauna bollente! La cena, invece, è stata un’ottima sorpresa. Dato che nei dintorni non c’è praticamente nulla, rientriamo in camera che è ancora decisamente presto.
TERZO GIORNO – lunedì 7 dicembre
Anche stamattina ci attende un’abbondante colazione che ci darà la carica per affrontare il gelo che ci attende. In 25 minuti raggiungiamo la nostra prima tappa della giornata. Pochi luoghi sanno essere suggestivi ed unici come la COLLINA DELLE CROCI di Siauliai, nella Lituania centrale. Mistica, folcloristica, inquietante e toccante questa piccola collina è il simbolo per eccellenza della fede del popolo lituano. Di croci qui ce ne sono di ogni tipo. Vanno da quelle più piccole, in plastica, acquistate a pochi spiccioli presso le bancarelle di souvenir a quelle in metallo e in legno che svettano tra le altre sia per le dimensioni (arrivano anche a 5 metri di altezza) e sia per la qualità e la bellezza della lavorazione eseguita minuziosamente dagli artigiani locali.
Prima di mettere piede in questo luogo, dopo una rapida lettura alla guida, ci si chiede come possano esserci 400.000 croci in uno spazio così circoscritto. Per capirlo, che siate spinti dalla fede o dalla curiosità, bisogna proprio venire su questa collina. Le croci sono ammassate una sulle altre, si intrecciano tra di loro, alcune sono il parassita di quelle più grandi, altre sono crollate trascinandone e schiacciandone a centinaia, alcune formano mucchi indistinti, qualcuna le si vede sventolare sospinta dal vento e produrre suoni tintinnanti quando va a cozzare contro le croci metalliche dalle quali pende. Le prime croci comparvero sulla collina nel XIV secolo ma andarono a moltiplicarsi solamente nell’800, in seguito alle sanguinose insurrezioni contro lo zar. Il numero continuò a crescere e, nonostante durante il periodo di dominazione sovietica la collina venne rasa al suolo per ben due/tre volte per opera dei bulldozzer (era considerato reato innalzare una croce), il giorno successivo già ne comparivano di nuove. Il momento di maggiore celebrità per questo luogo arrivò finalmente nel 1993 quando papa Giovanni Paolo II, visitando la collina e celebrandovi una messa, lo sponsorizzò finalmente al mondo intero. Nonostante questo, il flusso turistico e il business creato sono modesti (vi sono giusto un paio di bancarelle e un negozio di souvenir) e, fortunatamente, non vanno a deturpare la misticità di questo luogo.
La bellezza e la magia della Collina delle Croci sta proprio nella pace e nel silenzio che si respirano. Arrivate qui la mattina presto o in una fredda giornata invernale e, passeggiando lungo i sentieri che pian piano vengono oscurati da nuove croci, sentirete la disperazione, la speranza, la fede e la preghiera di migliaia di persone. Sono così palpabili che non è necessario un grande sforzo per immaginarle.
L’accesso alla collina è gratuito. E’ previsto il solo pagamento del parcheggio (0,90 euro ad auto), dal quale una stradina pedonale conduce fino alla collina (circa 300 metri). Per la visita calcolate circa 1 ora.
La strada per raggiungere Vilnius è decisamente molto lunga (2.30 ore). Il paesaggio inizia a diventare piuttosto monotono e il sonno ha spesso il sopravvento. Lungo il tragitto, pranziamo in uno dei soliti ristoranti-autogrill che, questa volta, è davvero carino e si affaccia su uno dei tanti laghetti che si incontrano un po’ ovunque. L’hotel in cui pernotteremo a Vilnius è il City Hotel Rudninkai, una bella struttura recentemente ristrutturata e a soli 10 minuti a piedi dal Municipio e dalla Porta dell’Aurora (45€ camera doppia).
VILNIUS, la piccola e deliziosa capitale della Lituania, è stata una sorpresa. Certo, ogni guida turistica parla del suo centro storico barocco, protetto dall’Unesco, decantando la bellezza dei suoi palazzi, delle vie acciottolate e delle numerose chiese. Ma è ovvio che le guide parlino bene di ciò per cui sono state fatte. La mia domanda, alla quale non avevo avuto una risposta prima di partire, era: “Vilnius vale effettivamente la pena di essere visitata?“. Ovviamente si!
Vi sorprenderete di come la città sia stata visibilmente tirata a lucido negli ultimi anni. La nomina a Capitale Europea della Cultura di alcuni anni fa e una più matura coscienza culturale hanno dato il via a lavori di recupero di numerosi palazzi, alla ristrutturazione di edifici di interesse, alla riqualificazione di alcune aree e al fiorire di piccole attività legate al turismo. Il centro di Vilnius è quindi bello, pulito e pronto per accogliere il turismo di massa (ma per la fortuna di noi piccoli turisti questo ancora stenta ad arrivare).
La capitale lituana può essere visitata tranquillamente in un giorno (senza troppi sforzi) ma se volete setacciarla tutta con calma, prendetevi pure un paio di giorni e non ne rimarrete delusi. La principale attrazione di Vilnius è sicuramente il suo bel centro storico barocco. Visitarlo è piuttosto semplice perché è sufficiente passeggiare lungo il percorso pedonale che dalla Cattedrale porta alla Porta dell’Aurora per toccare l’80% delle principali tappe cittadine.
Ecco cosa vedere, suddiviso per zone:
DINTORNI DELLA CATTEDRALE: il punto di riferimento principale di questa zona è sicuramente la Cattedrale di Vilinius. Costruita nel XIII secolo e rivisitata nel corso dei secoli, si presenta oggi in un semplice e pulito stile neoclassico. Nella grande piazza svetta il Campanile, un tempo una delle torri della cinta muraria cittadina. Appena dietro si trovano alcuni musei e la funicolare che conduce alla collina del Castello. Oltre ai resti del castello ed al museo ospitato nella torre, si può godere di una magnifica vista sulla città. Elenco delle attrazioni: Piazza della Cattedrale, Campanile, Cattedrale di Vilnius (orario invernale 7-19, ingresso gratuito), Palazzo Reale (orario invernale 10-18, costo €2.90), Collina di Gediminas (aperta dall’alba al tramonto, ingresso gratuito), Museo del Castello Superiore (orario invernale 10-17, costo 2, accesso tramite funicolare €1.5), Museo Nazionale Lituano, Museo delle Arti Applicate.
CITTA’ VECCHIA (dalla Cattedrale al Municipio): il cuore barocco della città, con le sue antiche vie acciottolate, le infinite chiese e gli edifici ristrutturati batte proprio qui. Percorrendo Pilies Gatve, la via principale, si incontra l’Università, con i suoi numerosi cortili interni, la Chiesa dei Santi Giovanni (sempre nel perimetro dell’Università) e numerosi negozi e ristoranti. Poco distante merita assolutamente di essere visitata la Chiesa di Sant’Anna, la più bella della città, interamente costruita con mattoni rossi. Elenco delle attrazioni: Pilies Gatve, Università di Vilnius e cortili (orario invernale 9.30-17.30), Chiesa dei Santi Giovanni (orario invernale 10-17), Palazzo Presidenziale, Museo Galleria dell’Ambra (orario invernale 10-19), Chiesa di S. Anna.
AUSROS VARTY GATVE (dal Municipio alla Porta dell’Aurora): l’ampia piazza del Municipio, con i suoi eleganti negozi di abiti firmati, è un altro punto di riferimento della città. Lungo una bella via pedonale, sulla quale si affacciano numerosi edifici religiosi (tra i quali la bella chiesa ortodossa dello Spirito Santo), si giunge fino alla Porta dell’Aurora. Sopra di essa si trova una piccola ma preziosa cappella nella quale è conservata la miracolosa immagine della Vergine Maria Madre della Misericordia. Elenco delle attrazioni: Municipio, Chiesa di S. Casimiro (orario invernale 16-18.30), Porta di S. Basilio, Chiesa Ortodossa dello Spirito Santo (orario invernale 10-17), Chiesa di S. Teresa (orario invernale 7-12 e 16-19.15), Porta dell’Aurora, Cappella della Beata Vergine (orario invernale 6-19).
CITTA’ NUOVA: per chi ha un po’ più di tempo per visitare la città, anche fuori dal solito itinerario turistico si possono trovare alcune interessanti attrazioni. Su tutte il Museo Vittime del Genocidio, che mostra le sofferenze patite dal popolo lituano negli anni di occupazione sovietico, e il quartiere bohémien di Uzupis. Elenco delle attrazioni: Gedimino Prospektas, Museo Vittime del Genocidio (orario invernale 10-17, costo €4), Statua di Frank Zappa, Torre della Televisione, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Quartiere di Uzupis.
Torniamo adesso al diario di viaggio. Quando usciamo dall’hotel per visitare la città è già buio quindi ci limitiamo a percorrere le strade del centro, curiosare in qualche chiesa e girovagare per il mercatino natalizio di piazza della Cattedrale (che conta una quarantina di bancarelle). Per cena ci fermiamo in uno dei ristorantini caratteristici lungo Pilies Gatve. Mangiamo come sempre bene e spendiamo i canonici 15 euro (calcolate antipasto, piatto unico, dolce e bevanda).
QUARTO GIORNO – martedì 8 dicembre
Dato che il nostro volo partirà dall’aeroporto di Vilnius verso le 15, decidiamo di alzarci presto per sfruttare appieno la mattinata. Per un mio errore di calcolo, puntiamo la sveglia molto presto e alle 7.30, quando usciamo in strada, non c’è in giro anima viva. Oltre ad esserci buio, i musei e le varie attrazioni della città (chiese escluse) non aprono prima delle 10. Passeggiamo quindi fin verso la Cattedrale, ammiriamo il panorama dalla collina di Gediminas (a quest’ora il “parco” è aperto ma non la torre), curiosiamo nei cortili dell’Università e in qualche chiesa ma è ancora molto presto. Anche i negozi sono prevalentemente chiusi e le poche bancarelle attive anche in inverno stanno iniziando proprio adesso ad allestire i banchi. Non avendo nient’altro da fare, entriamo in una cioccolateria che ha un’accattivante vetrina su Pilies Gatve. Dopo aver bissato la colazione, rientriamo in hotel dove ci attende il taxi che avevamo precedentemente contattato tramite la reception. L’aeroporto è raggiungibile anche con i mezzi pubblici (autobus e treno) ma preferiamo viaggiare comodi dato il costo modesto del viaggio in taxi (circa 12 euro e durata di 15-20 minuti).
Nonostante le cose da visitare in Lituania non siano moltissime, il viaggio in questa repubblica baltica è stato davvero piacevole e rilassante. Se non vi aspettate uno di quei luoghi imperdibili e ricchi di monumenti, la Lituania farà breccia anche nel vostro cuore. E poi, una volta tanto, non c’è nessuna necessità di alzarsi presto la mattina (ogni cosa apre tardi durante i mesi invernali) e non c’è alcun bisogno di preoccuparsi del budget a disposizione dato che i prezzi sono così convenienti.
La prossima volta che mi diranno “Vai in Lituania? Ma non ci vanno nemmeno i lituani!” sarò pronto e risponderò “Io ci sono stato e mi è pure piaciuta!”. Tusoperator.it