I colori del Conero

Driin, driin, driiiin....Suona la sveglia, sono le cinque e trenta: i bimbi dormono beati e la giornata si preannuncia stupenda. Ci vuole un buon caffè per prepararsi alla nuova sfida..... Ore sei, sono in strada "a cavallo" della mia mountain bike in perfetto orario: certo che nonostante il calore di questo giugno alla mattina ci vuole una felpa...
Scritto da: Luca Stopiglia
i colori del conero
Partenza il: 07/06/2003
Ritorno il: 29/06/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Driin, driin, driiiin…Suona la sveglia, sono le cinque e trenta: i bimbi dormono beati e la giornata si preannuncia stupenda. Ci vuole un buon caffè per prepararsi alla nuova sfida… Ore sei, sono in strada “a cavallo” della mia mountain bike in perfetto orario: certo che nonostante il calore di questo giugno alla mattina ci vuole una felpa per scaldarsi…

Via: le Due Sorelle mi attendono… Sul lungomare c’è gia qualche coppia che passeggia, tanti anziani sono già in piedi e si godono la tranquillità dell’alba, sistemando e abbeverando i loro giardini.C’è chi fa jogging in riva al mare, chi porta a passeggio il cane in spiaggia, chi cerca con il metal detector eventuali residui aurei del giorno prima, e poi ci sono loro, i pescatori, che sembrano in posa per una foto emblematica del risveglio della riviera…

Non posso non fermarmi: scatto in controluce alla ricerca di una foto ad effetto mentre i miei soggetti continuano imperturbabili le loro attività… Rimonto in sella, sì ora sono abbastanza caldo per affrontare la salita in direzione Sirolo: i pescatori stanno già scaricando la pescata di oggi e dalla Gigia qui di fronte si faranno affari d’oro: è proprio un peccato che non mi piaccia il pesce, se no oggi me ne porterei a casa una bella razione da asporto…La salita inizia a tirare, lo so, sarà la decima volta che la affronto, ma l’entusiasmo è sempre lo stesso, la fatica è sempre tanta, però la mia ernia recentemente domata non mi dà problemi, e la soddisfazione che mi dà la meta finale mi ripaga ampiamente dello sforzo…

Scalo pian piano le marce, procedo sempre più lentamente, ormai vedo il Teatro di Sirolo di fronte a me…D’improvviso all’altezza della villa Vetta Marina mi prende un colpo: che paura, questi pastori tedeschi ancora adesso mi abbaiano dietro, non serve a niente che li rabbonisca ogni volta che passo: è il loro dovere segnalarmi: certo che ormai dovrebbero conoscermi… Passo sotto l’arco ed entro nella bellissima Sirolo: come ogni mattina il giornalaio scarica la merce e prepara il suo negozio per un’altra lunga giornata lavorativa: la piazza si sta rifacendo il trucco dopo l’ennesimo assalto di turisti della sera precedente. Non posso non fermarmi anche qui per scattare qualche foto sul mio obiettivo finale: il Passo del Lupo e le Due Sorelle che risaltano sopra il mare che luccica ai primi raggi di sole… Esco da Sirolo e dopo aver superato il cimitero mi addentro nel Parco del Conero per il sentiero numero due: certo che quest’anno è proprio secco, le piante sono in crisi, la mia bici solleva un polverone: mi piacerebbe dire “supero agilmente le prime salite” ma invece sono qui che sudo e fatico oltre misura per superare le prime insidie, per fortuna che qui dietro la curva c’è un po’ di discesa e posso tirare il fiato…In pochi minuti mi ritrovo nel pianetto in mezzo agli olivi, il grosso è fatto: che bella questa coppia di fagiani che vaga liberamente in mezzo all’erba; e pensare che lo scorso anno proprio a cento metri da qua ho incrociato una lepre: chissà se rimanendo in silenzio avrò anche quest’anno la fortuna di incontrare qualche animale; ma adesso che ci penso, in realtà lo scorso anno l’incontro più interessante l’ho avuto in un’alba rumorosa, sul Pian dei Raggetti, quando il capriolo, probabilmente infastidito dal continuo rumore delle motoseghe in azione a qualche centinaio di metri, solo all’ultimo si è accorto della mia presenza: che stupendi ricordi, che sensazioni, vedere una creatura meravigliosa libera nel proprio habitat…

Fra qualche minuto sarò al Passo del Lupo, dovrò legare la bici a qualche albero (non si sa mai) e affrontare la parte più dura da solo: lo scorso anno eravamo in tre e ci siamo divertiti, quest’anno sono solo, beh non proprio solo: mi sento circondato dagli abitanti del Parco, i falchi pellegrini sicuramente mi accompagneranno nella discesa, i ramarri mi faranno sicuramente prendere qualche spavento, speriamo che le vipere non abbiano voglia di farsi vedere al sole proprio oggi !!! …OK la bici è legata, ed ora via in discesa: devo stare attento a non scivolare e a non farmi male, perchè se no sono guai; per fortuna che il sentiero è tenuto bene e nei tratti pericolosi ci sono sempre le corde per tenersi: certo che le ginestre non soffrono il secco, anzi formano una coperta gialla che ricopre gli aspri pendii sul mare. Oltre gli scogli vedo un solingo pescatore nella sua barchetta che si gode la pace dietro le Due Sorelle al sole mattutino: che soggetto meraviglioso per una foto indimenticabile…Sono le sette e un quarto e sono già in spiaggia in compagnia dei gabbiani: che bello vedere la ghiaia bianca finissima tutta liscia, scolpita solo dalle loro impronte. Si sentono solo la risacca del mare, gli stridii dei falchi pellegrini che si contendono le prede, gli stormi di uccelli che scendono per il canalone e quando si avvicinano sembrano un reattore in avvicinamento: che suono incredibile, sembra impossibile che un semplice stormo di uccellini possa produrre un suono tanto intenso…

Metto i piedi in acqua e mi godo questa oasi di pace, silenzio e natura: è proprio un peccato che non possa venirci con Eliana e i bimbi, ma mi riprometto il prossimo anno di tornarci tutti insieme. Beh, visto che è presto mi faccio una passeggiata verso la chiesa di Santa Maria del Conero: mi avvicino al grande scoglio da scalare e vedo ogni genere di “creatura marina”: cozze, pomodori di mare, granchi, abbarbicati negli scogli in un’acqua meravigliosa. Scalo le roccie e mi calo per una corda da nave (messa là appositamente) dalla parte opposta. Mi ritrovo davanti al pescatore fotografato dall’alto, che se ne sta a venti metri dalla riva sulla sua barchetta; mi avventuro in mezzo ai cespugli (mi fanno venire in mente il fynbos della Table Mountain a Cape Town) e di scoglio in scoglio vado verso un vecchio approdo per navi: ci sono ancora tracce delle vecchie attività, con pezzi di corda e lamiere arruginite. Mi addentro ancora un po’ ma vedo in lontananza che per arrivare alla chiesa bisogna anche passare in alcuni tratti in mezzo all’acqua e così abbandono il progetto e ritorno verso gli scogli. Mi fermo a fare una foto sulla bellissima vista delle Due Sorelle da dietro con la barca ed il pescatore in controluce: mi arrampico di nuovo sugli scogli aiutandomi con la corda e ridiscendo nella bellissima spiaggia bianca. Sono le otto passate, è meglio che mi affretti a rientrare (la mia licenza scade alle nove): il sole inizia a scottare ma voglio fare presto. Mi arrampico su per il sentiero quasi di corsa, ma a metà percorso rallento, perchè il sole picchia e il percorso è quasi tutto esposto, ed in più non ho con me neanche una goccia d’acqua: certo che potevo pensarci prima…Per fortuna che alcune piante formano degli angoli d’ombra che mi riparano per qualche istante….

Sono di nuovo in cima sul Passo del Lupo e guardo l’orologio: sono risalito in meno di venti minuti, sono proprio fuori !!! Beh è stato bello però: ora non mi resta che recuperare la bici e ritornare verso casa: tappa obbligata però è la fontana di Sirolo ! …Torno per lo stesso sentiero e rivedo il paesaggio dall’angolazione opposta, ammiro i girasoli in lontananza, sulle colline tra Osimo e Camerano, mentre Loreto mi fa l’occhiolino. Ed ora giù in picchiata verso la fontana di Sirolo… Bevo, bevo, bevo: chi mi guarda penserà che sono stato nel deserto !!! Mi sembra di essere un cammello, ma che mi importa; OK, ho fatto il pieno, e mi sento pronto per affrontare gli ultimi chilometri del rientro: ma prima mi fermo a prendere il delizioso pane al prosciutto da portare a casa…Ed ora via in picchiata in discesa verso casa: la città è già sveglia da un pezzo e le strade iniziano ad essere animate; sorpasso in discesa alcune auto e mi lancio verso il lungo mare: certo che le ultime pedalate in pianura sono proprio noiose, e la stanchezza inizia a farsi sentire… Macchè stanchezza ! Sono le nove, la giornata inizia ora: Martina e Matteo mi aspettano per andare in spiaggia a godersi un’altra meravigliosa giornata nelle Marche…

…Non potevo iniziare una chiacchierata sulla Riviera del Conero se non partendo dal racconto di tre ore vissute intensamente in una mattinata qualsiasi di giugno: dire Conero per me è dire mare, famiglia, pace, tranquillità, natura, nuove scoperte, bella gente, bei posti… E potrei contiunuare a lungo con aggettivi e luoghi comuni per descrivere un territorio ed una cultura che ormai sentiamo nostra. Sono tre anni che passiamo le nostre ferie estive a Marcelli di Numana, e non vediamo l’ora di tornarci a giugno per la quarta volta: eh sì, perchè quando imbocchiamo il casello di Loreto in direzione casa a fine vacanze iniziamo già a pensare a quando rivedremo questi bellissimi posti… Siamo approdati sul Conero per scelta, per provare qualcosa di nuovo dopo le belle esperienze passate a Bibione e Lignano con i bimbi piccoli: ci è stata consigliato da alcuni conoscenti e così siamo scesi per la prima volta nel 2001, e da allora non abbiamo più cambiato. Ci ha sempre colpito la tranquillità del posto, il mare ancora a portata d’uomo, di contro alle grandi spiaggie organizzate e alle folle oceaniche: una peculiarità che forse si sta perdendo, perchè ogni anno la gente aumenta e la fama si sparge in Italia ma anche all’estero, come testimonia l’invasione russa dello scorso anno (ricordo il volo diretto Mosca- Falconara)…Per noi “viaggiatori” la voglia di cambiare e di provare qualcosa di nuovo è sempre forte, ma di fronte alla familiarità del posto, alla serenità, ai punti fermi su cui basare una vacanza di mare, abbiamo deciso di tornarci per la quarta volta, alla ricerca di altri angoli incantati e alla scoperta questa volta delle Marche più lontane e degli angoli più remoti, con il rischio di “annoiarci” qualche volta ma con la consapevolezza che c’è ancora tanto da scoprire, sia sul Conero che a poca distanza: ma quest’anno gli obiettivi si fanno più impegnativi, con sconfinamenti in Umbria (Assisi, Foligno), e gite a Frasassi, Ascoli, Urbino, etc…

In questi anni le Marche ci hanno dato tanto, diciamo che hanno lasciato il loro segno indelebile, e in queste righe voglio provare a trasmettere solo alcune delle mille emozioni vissute…

I COLORI …Quando in autostrada scorgi il cartello “Marche” nel giro di qualche secondo cambiano gli scenari, ma soprattutto cambiano i colori: ed ecco quindi in giugno che si alternano i verdi dei prati con i gialli dei girasoli, gli ocra del grano con il verdastro degli olivi, il viola della lavanda con il giallo delle ginestre. Per gli occhi è una gioia, come vedere il santuario di Loreto ergersi imponente su un colle coltivato a girasoli, come fermarsi nella provinciale del Conero, sul curvone dell’Hotel Emilia, e guardare lo scoglio del Trave all’orizzonte sopra un campo di lavanda. Ma un colore straordinario hanno anche i milioni di sassolini che la corrente porta in spiaggia, scintillanti nella luce calda del tramonto: gialli, neri, bianchi, ocra, rossi, pezzi di marmo levigati, scagliette di vetro verde arrotondate dalla corrente, sassi di forma rotonda, allungata, a forma di cuore, di luna, per la gioia di bambini e genitori che “pescano” un ricordino particolare. Colori che poi tornano nitidi e vivi nelle molte foto scattate in spiaggia al tramonto o sul Conero all’alba, con gli scogli delle due sorelle che non sfigurano affatto in cornice di fianco alla Tour Eiffel o alla Table Mountain a ricordare momenti di vita indimenticabili…

LE SPIAGGIE …Per noi abituati alla spiaggia dorata di Lignano Sabbiadoro l’impatto con i sassolini fini di Marcelli non è stato dei migliori: ricordo ancora il primo giorno, un sabato pomeriggio nuvoloso, con la spiaggia bagnata dalla pioggia: l’impressione iniziale non è stata delle migliori ! Ma è bastato il sole per farci ammirare lo splendore e la particolarità di queste spiaggie “colorate”. Da noi poi, ai “Tamerici”, si sta bene, è una zona tranquilla e per famiglie, e sembra di essere nel salotto di casa: verso il tramonto i colori sono meravigliosi ed è stupendo soffermarsi ad ammirare i gabbiani che volano alla ricerca di cibo o passeggiare in riva al mare. Ma tutte le spiaggie sono belle: dalla spiaggia “vip” di Portonovo, alla spiaggiola di Numana, dalle spiaggie tranquille di S.Michele e Sassi Neri alla spiaggia di Mezzavalle. Si va dai grandi ciotoli bianchi di Portonovo ai sassetti fini che sembrano quasi sabbia di Marcelli, dalla spiaggia incontaminata delle due Sorelle alle zone frequentate della piazzetta Miramare di Marcelli. Insomma, spiaggie per tutti i gusti e per tutte le tasche…

IL PARCO NATURALE DEL CONERO …La grande attrazione della Riviera del Conero, dopo il mare, è il Parco Naturale del Conero, con i suoi sentieri e la sua natura: in questi anni ho attraversato in lungo ed in largo, a piedi ed in mountain bike, il Parco e ogni volta scopro qualcosa di nuovo, incontro qualche animale, incrocio qualche “collega” escursionista con cui fare due chiacchiere. Stupendo è ammirare il panorama da Pian dei Raggetti, come addentrarsi subito sotto nei boschi dove si sentono in lontananza gli animali che scappano al rumore della bici; molto bella è l’abbazia di S.Pietro sulla cima del Monte Conero, ora divenuta un Hotel, con la caratteristica chiesetta, ma interessante sarebbe anche addentrarsi nelle Grotte Romane con una torcia; stupenda è la baia di Portonovo ai piedi del Parco, con i suoi laghetti e l’importante chiesa di S.Maria di Portonovo, o il Fortino Napoleonico, divenuto anch’esso un hotel di lusso, ma che grazie alla cortesia del personale si può liberamente visitare, con i suoi arredi meravigliosi (peccato che non si possa visitare la Torre dove soggironò D’Annunzio). Molto bello è camminare liberamente nei sentieri sulla cima del Monte Conero, con la vista sulla baia di Portonovo e sulle due Sorelle: stupenda è la traversata in mountain bike del Conero, che parte dall’Osteria del Poggio e passando per il belvedere su Portonovo e sullo scoglio del Trave, conduce ai Pian di Raggetti e successivamente all’abbazia di S.Pietro (passando di fianco alle antenne Rai e alla caserma): si può scegliere poi se scendere verso il passo del Lupo o tuffarsi a tutta birra in una discesa mozzafiato fino a Sirolo. Non da trascurare sono le altre passeggiate, come l’anello della Pecorara, la discesa allo scoglio del Trave, lo Stradone di S.Lorenzo, etc.

I PAESI …Ma non c’è solo il mare o il Parco Naturale, anzi: la grandiosità del posto sta nei paesetti, con la gente squisita, gli scorci medievali, i borghi antichi. In ogni paese si scopre qualcosa di nuovo, come l’usanza di mettere le bottiglie di acqua sui tetti o davanti le porte per evitare che gatti e uccelli vadano a sporcare. Sirolo è un borgo stupendo, con i vicoletti che ti raccontano la storia di questa gente: più di qualche volta ci siamo fermati a mangiare al volo su una panchina sotto i bastioni, circondati da stupende casette adornate da bouganville coloratissime. La bellissima piazzetta è il ritrovo dei turisti, e può capitare di conoscere Caos, artista di strada uruguaiano che gira l’italia per far ridere i bambini, ma ahilui non ci sono più i bambini di una volta (e soprattutto i genitori di una volta) e portare a termine uno spettacolo diventa un’impresa titanica. Dal belvedere si possono guardare le stelle e le barche che sembrano puntini che si perdono in lontananza fino a confondere cielo e mare. Notevole il piccolo teatro, magari da gustare durante una rappresentazione locale.

Numana si erge sul piccolo porto, con l’Arco a testimoniare la storia millenaria: ammirare le luci del porto alla sera annusando i deliziosi profumini che salgono dai rinomati ristorantini è un gusto: sedersi ai tavoli non è però da tutti, ci si può quindi accontentare di tre palline di gelato allo Zodiaco, cento metri più in su: come diceva il vecchio Dan Peterson, “per me numero uno”: il gusto “sassi neri” non teme rivali. Per terminare la serata niente di meglio che una passeggiata sulla Costarella, la caratteristica scalinata che scende al porto, per ammirare yacht e imbarcazioni varie.

Loreto, adagiata sulla cima di un colle e visibile già in lontananza, esprime tutta la sua importanza e la sua storia sacra: il Santuario Mariano è il più importante in Europa ed uno dei più importanti al mondo, e dal mio modesto punto di vista non ha nulla da invidiare a Notre Dame de Paris. Al suo interno vi si trova la casa di Nazareth di Maria, trasportata secondo la leggenda in volo dagli angeli (dai Crociati secondo la storia): tappa obbligata per i pellegrini di tutto il mondo, esprime un senso di pace e quiete nella sua stupenda piazza. E’ impressionante e allo stesso tempo toccante vedere alla mattina presto le comitive di turisti e soprattutto di malati che vengono in visita alla Madonna con i bus speciali in un’atmosfera quasi surreale. Molto turistica la via “commerciale”, con negozi di tutti i tipi e per tutte le tasche: unica nota stonata l’insistenza e la petulanza dei venditori di icone sacre nelle bancarelle fisse sulla piazza. Uscendo da Loreto sembra di essere sulle montagne russe: si può risalire il colle per poi tuffarsi nel discesone in mezzo a stupendi campi di girasoli e grano, ma facendo molta attenzione agli autovelox (!): si arriva in pochi minuti a Recanati, stupendo salotto aristocratico, città ricca di storia e di arte nonchè patria del Leopardi e di Beniamino Gigli; una passeggiata sul Colle dell’infinito è d’obbligo (“sempre caro mi fu quest’ermo colle”), così come molto interessante è la visita alla residenza del Poeta: molto bella la sua biblioteca privata. Stupenda la piazza, soprattutto alla sera, con quelle tonalità così tipicamente marchigiane e così calde. Porto Recanati negli ultimi due anni si è rifatta il trucco e il lungomare, che prima era un cantiere aperto, ora è una bellissima passeggiata pedonale caratterizzata dalle case coloratissime: il clima è quello di una tipica cittadina siciliana, con la gente seduta fuori delle case, i bambini che giocano in strada, e i turisti che passeggiano tranquillamente con il Conero in lontananza e la luna che splende.

Poco distante merita sicuramente una visita Potenza Picena, un piccolo paese molto caratteristico, con il classico teatro (quasi ogni città può vantarne uno), e la piazza della chiesa con una bella vista sulle colline di Recanati da una parte e le colline Maceratesi dall’altra. A pochi minuti di strada (non) si può visitare la bellissima Villa Buonaccorsi, imponente villa antica, tenuta discretamente male (come solo in Italia sappiamo fare), purtroppo raramente accessibile al pubblico: noi abbiamo dovuto intrufolarci nei preparativi di un matrimonio per poterla visitare (solo esternamente) e per fare una passeggiata nei giardini: un vero peccato ! Ritornando verso Ancona meritano sicuramente una visita Castelfidardo, patria della fisarmonica, altro borgo antico arroccato in cima ad una collina, e soprattutto Osimo, cittadina molto bella e vivibile, con un Duomo molto bello ed importante (bella la cripta con il sarcofago di San Leopardo, peccato per il Battistero sempre chiuso), alcune chiese interessanti ed un ottimo panificio. Da gustare il bellissimo parco con vista sui Monti Sibillini, con le piante tagliate a forma di animale e le aiuole tenute molto bene. Da non perdere Offagna, stupenda roccaforte medievale, magari nelle settimane dei festeggiamenti in luglio: noi non siamo mai riusciti a vedere le feste, ma abbiamo avuto la fortuna di ammirare gli sbandieratori e i tamburi nelle prove che facevano alla sera: molto bello e suggestivo. Consiglio vivamente la visita della Rocca con tanto di salita sulla Torre, da cui si gode uno stupendo panorama.

Per chi ha voglia di fare un po di strada in più, non si può fare a meno di visitare Macerata: cittadina bella, pulita, vivibile, a misura d’uomo (un po’ come la “nostra” Bassano del Grappa). Si respira un’aria da intellettuali, camminando in mezzo agli studenti nelle vie dove sorgono gli ambienti universitari. Ci sono un sacco di bei monumenti da visitare: stupendo il Teatro Rossi, da vedere assolutamente, di fronte al quale si trova la famosa Loggia dei Mercanti; bellissimi anche il Duomo e la chiesa della Madonna della Misericordia, molto ricca; molto particolare è anche la mostra delle carrozze e degno di menzione lo Sferisterio, dove si svolgono molte manifestazioni estive, e dalle cui gradinate più alte si ha una bella visuale sulle colline. Per chi ha bambini poi d’obbligo una paseggiata nei giardini pubblici, con i bellissimi giochi e le giostre: per noi tappa fissa ogni anno. Da verificare per noi quest’anno la possibilità si salire nel campanile sulla piazza (secondo le guide si può, ma gli altri anni era sempre chiuso) e la camminata sulle mura…

Ma se si vuole sognare bisogna a tutti i costi fare la strada collinare che da Macerata va a Civitanova Alta, passando per Morrovalle: qualcosa di fantastico !!! Appena lasciata Macerata, poco dopo la chiesa di S. Maria delle Vergini si incontra una azienda agricola stupenda con un laghetto, il tutto in mezzo a girasoli, grano e vigne: il paradiso per i fotografi dilettanti. Lo scorso anno nel più bello mi si è rotta la macchina fotografica e così non sono riuscito a immortalare queste zone, ma quest’anno ho fatto un “tour automobilistico fotografico” alla mattina presto e il risultato è stato soddisfacente. Insomma da vedere, una zona tranquilla, con i campi che sembrano finti da quanto bene sono tenuti, i rustici ristrutturati, le aziende agricole disperse nelle colline, i paesetti piccoli e tranquilli: un zona ideale in cui vivere.

Interessante è anche Civitanova Alta, mentre a Civitanova Mare già si respira aria di città e a farla da padrone non è più l’aria limpida di collina, ma lo smog.

Ritornando nella zona di Macerata si può mettere in preventivo una giornata all’Abbadia di Fiastra, con la relativa riserva naturale: molto interessante ammirare la chiesa e soprattutto il convento dei camaldolesi, con le grotte sotterranee ad uso magazzino (per l’olio ed il grano). Molto bello anche il parco, con una particolarissima quercia da sughero secolare. A poca distanza si può visitare anche il Castello della Rancia, ex magazzino dei frati poi adibito a fortezza, in parziale ristrutturazione quando siamo andati noi: anche qui dalla Torre si ha una stupenda vista sulle colline sia dalla parte di Macerata che dalla parte di Urbisaglia.

Per ultimo il capoluogo, Ancona, classica città di mare, con relativo porto e sporcizia: città con molti monumenti importanti, ma tenuta un po’ malino e comunque molto caotica. Molto bello il Duomo di S.Ciriaco sulla collina che domina il porto, con l’antico che si affaccia sul nuovo (leggi Costa Crociere ancorata di fronte al Duomo e di fianco al Lazzaretto). Purtroppo alcuni monumenti sono stati soverchiati dal lavoro del porto e non sono raggiungibili (o forse lo sono con molta difficoltà). Ci sono comunque delle piazze molto belle e da visitare, come Piazza Plebiscito, ma il visitatore alla fine ne resta un po’ sconcertato: viene per esempio indicato un caratteristico passaggio pedonale (una scalinata di cui non ricordo il nome che conduce direttamente al porto in mezzo a delle vecchie case), e dopo venti metri ti ritrovi in mezzo a schiti e sporcizia varia !!! Molto bella invece la zona del Passetto, e da là via per la strada del Conero che costeggiando il mare riporta a Sirolo. A proposito, lasciate però che vi racconti questa: due anni fa ho avuto la brillante idea di fare un Marcelli-Ancona a bordo della mia mountain bike (alla fine circa quaranta chilometri di saliscendi per un ciclista andante – o andato – come me che purtroppo per mancanza di tempo la bici la usa solo tre settimane all’anno al mare): una passeggiata molto bella sulla provinciale del Conero (soprattutto nelle parti in discesa), passando per il Poggio, sopra Portonovo e fino al centro di Ancona. Tutto ok per quanto riguarda l’andata (anche se non è il massimo tuffarsi nello smog del centro alle otto di mattina), il problema è stato poi il rientro, in particolare la risalita dal Passetto in poi per riportarsi sulle colline e riattraversare il Conero: pensavo di morire, e non vi nascondo che qualche pezzo me lo sono fatto a piedi; alla fine comunque ce l’ho fatta e sono sopravvissuto …

Per finire il nostro excursus, per gli amanti degli animali c’è lo Zoo di Falconara, un po’ fuori dalla città (uscita Ancona Nord, nella zona alta di Falconara): la struttura non è nulla di eccezionale, ma ci sono dei discreti animali ed è tenuto abbastanza bene.

Ma non è ancora finita: per noi Marche è anche sinonimo di scarpe, con il polo della calzatura di Civitanova. Un po’ alla volta abbiamo conosciuto vari spacci e quest’anno ce ne siamo tornati a casa con ben nove paia (non solo per noi): c’è l’imbarazzo della scelta, si possono comprare scarpe firmate o scarpe di medio livello, scarpe per bambini o scarpe alla moda per adulti, scarpe da ginnastica o mocassini in cuoio. Consigliamo sicuramente per chi ha bambini una sortita presso la Naturino o la Fornarina, che fanno buoni sconti, mentre per quanto riguarda i più grandi interessanti sono Della Valle, Paciotti, Torresi, Prada (solo per fare alcuni nomi conosciuti – anche se con sconti inferiori). Basta girare nella zona di Civitanova e di Montegranaro e si trova di tutto. Ma oltre agli spacci di scarpe si trovano molte altre aziende con spacci interni: uno su tutti può essere Clementoni (giochi), sulla statale che da Macerata va a Recanati (poco dopo i vari stabilimenti Guzzini), che però non ha scontistiche particolari (se si eccettua qualche promozione). Non dimenticate poi di portare a casa qualche prodotto della terra marchigiana, magari facendo qualche visita alle famose cantine della zona: una bottiglia di Rosso Conero, una di Verdicchio di Jesi e un buon olio d’oliva sono sicuramente un buon investimento e saranno il giusto completamento di una cena con gli amici per far vedere le vostre foto.

Insomma: ci sono mille motivi per amare le Marche e spero con questo di aver dato a qualcuno un motivo in più per conoscerle di persona…



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