Parco regionale del Conero, un mare che non ti aspetti
Abbiamo a disposizione un weekend di quattro giorni e per questo decidiamo una meta balneare piuttosto vicina e straordinariamente bella: il Conero.
Partiamo il giovedì di buonora e arriviamo a Osimo, nella campagna marchigiana, tra ridenti colline coltivate a grano e girasoli, dove, poco fuori dal centro abitato, abbiamo prenotato un appartamento. La villa è molto bella, di nuova costruzione e perfettamente porzionata in piccoli appartamenti con ampie vetrate per ammirare il panorama.
Lasciamo i bagagli, infiliamo il costume e subito raggiungiamo la spiaggia di Urbani a Sirolo. In auto si raggiunge il parcheggio a pagamento e poi a piedi alla spiaggia sassosa a forma di mezzaluna delimitata a destra da una grotta mentre invece a sinistra prosegue diventando la spiaggia di San Michele.
Il parco regionale del Conero è un’oasi naturale che si estende a sud di Ancona e circonda il Monte Conero e comprende sia una parte collinare che una bellissima fascia costiera che sembra un gioiello. Da nord a sud, da Portonovo a Marcelli si alternano spiagge bianche e selvagge con scogliere a picco sul mare cristallino.
Nel pomeriggio risaliamo al paese e lo visitiamo mentre ci gustiamo un bel gelato.
L’impronta è quella di rocca fortificata battuta dal vento, e dalla terrazza si domina il litorale in tutta la sua bellezza dai Sassi Neri, San Michele a Porto Recanati.
La parola giusta è “inaspettato”, perché la sensazione dominante è lo stupore di vedere delle tali bellezze nell’Adriatico e a due passi da Ancona.
Il venerdì lo passiamo alla Baia di Portonovo, un’ampia spiaggia di ghiaia e bianchi sassi levigati e la macchia mediterranea del Monte Conero che dalle nostre spalle si getta nel mare. Pranziamo allo storico ristorante “da Emilia”, sulla spiaggia, a due passi dagli ombrelloni di paglia che frusciano al vento, dal rumore della risacca e delle grida dei bagnanti. Il presidio Slow food di questo tratto di costa è il mosciolo selvatico di Portonovo, una cozza non allevata e raccolta nel tratto di mare che va da Pietralacroce ai Sassi Neri di Sirolo. Ottimi sia alla marinara (prezzemolo e limone) che gratinati e sprigionano tutto il sapore del mare. Buonissima anche la calamarata con vongole e purea di cicerchie, anch’esse presidio slow food e le linguine con sardoncini e pomodorini. Il tutto bagnato da un freddo Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Sazi, ritorniamo in spiaggia al nostro ombrellone e nel tardo pomeriggio rientriamo al residence. Dopo cena facciamo un bel giro a Sirolo tra le bancarelle e i negozietti di prodotti tipici marchigiani. Il nostro bottino è composto da un “lonzino di fichi”, miele di melata di bosco, vino Rosso del Conero, Passerina e Pecorino per i bianchi e il vin cotto.
La piazzetta è animata da locali pieni di gente e gelaterie artigianali in ogni angolo. Nella stessa sera decidiamo di fare una visita veloce anche al vicino paese di Numana, 1km appena, ma ai nostri occhi risulta più dispersiva e meno affascinante di Sirolo.
sabato
Ci alziamo con tutta calma e con l’auto raggiungiamo la vetta del Monte Conero. Lasciata l’auto nel parcheggio a pagamento si prosegue a piedi tramite un sentiero a sinistra di un bellissimo hotel. Non fidatevi di chi vi dice che si scende bene anche con le infradito! Scegliete le scarpe da ginnastica e i vostri piedi vi ringrazieranno. Il primo tratto è ombreggiato e ben battuto, ma poi diventa più impegnativo e un po’ più scivoloso. Dal terzo balcone la vista sulla spiaggia delle Due sorelle ripaga della fatica e del caldo. Questa spiaggia, accessibile solo dal mare è considerata una tra le più belle d’Italia ed è chiamata così per i due grandi faraglioni che spuntano dall’acqua cristallina.
Il sabato e la domenica questo tratto di costa è preso d’assalto dai vacanzieri del weekend mordi e fuggi, così in spiaggia ci andiamo a pomeriggio inoltrato. Scegliamo la spiaggia dei Sassi Neri, attraverso un sentiero del Cai, altrimenti il bus navetta collega la spiaggia al parcheggio tramite una ripida strada asfaltata. Sassi Neri è una bella spiaggia selvaggia di sassi rosa e renella scura dove qualcuno si è divertito a mettere in equilibrio l’uno sull’altro sassi di varie forme e dimensioni creando delle vere e proprie opere d’arte. Purtroppo nei giorni scorsi deve esserci stata una forte mareggiata che ha portato a riva molte alghe che con il caldo emanano un odore sgradevole. Passeggiamo un po’ con le nostre inseparabili scarpine da scoglio e ci spostiamo verso la Spiaggia di San Michele dove ancora batte un po’ di sole. I bagnanti cominciano ad abbandonare la spiaggia che così spoglia diventa ancora più bella, più silenziosa e più vera. Rientriamo al residence al tramonto con i campi di grano che si sono tinti d’oro ed i girasoli che ormai hanno la testa chinata. È tempo di risistemare le valigie e caricare la macchina perché l’indomani mattina dobbiamo lasciare l’appartamento e pian piano rientrare a casa. Giuro che in spiaggia abbiam provato ad andarci la domenica mattina, ma già alle 9 i parcheggi erano tutti strapieni e le navette che trasportavano chi aveva lasciato l’auto a chilometri dalle spiagge straripavano di persone e gonfiabili di ogni forma. E alle 9 erano già 36° C, una domenica bollente già dal mattino presto, così decidiamo di rientrare direttamente senza l’ultimo bagno, ma facciamo una deviazione nel viaggio di ritorno. Allunghiamo un po’ il percorso verso Arezzo, ma è da tanto che vogliamo andare a vedere lo spettacolo della fioritura a Castelluccio di Norcia all’interno del Parco Naturale dei Monti Sibillini, così impostiamo il navigatore e raggiungiamo il paese poco prima di pranzo. Un ottimo panino col ciauscolo e poi tante foto ai mille colori del Pian Grande: giallo, rosso, viola, blu, bianco… Narcisi, ranuncoli, papaveri, margherite, lenticchie… una bellezza impareggiabile.
Il tempo di dare da mangiare ai cavalli e ripartiamo verso casa.
Un lungo weekend di bellezze e buon mangiare come assaggio d’estate.