Gran tour della Cina… Con la Sars
In volo siamo riusciti abbastanza a dormire, abbiamo avuto una cena e una colazione, visto Harry Potter 2 ed un film nuovo con Eddy Murphy.
Al nostro arrivo, il programma prevedeva una visita al Tempio Lama e alla Piazza Tienanmen, quindi sosta al ristorante e poi di corsa in albergo per recuperare un pò di sonno. In realtà, data la pioggia, abbiamo pensato con Marina, la nostra guida, di spostare le visite ad altri giorni e di limitarci al solo pranzo. Il ristorante era come una “corte”, con diverse pagode e lanterne rosse appese, molto caratteristico.
Noi eravamo in una stanza con tre tavoli, ma solo noi come ospiti e una signorina a nostra completa disposizione che non ha fatto altro che osservarci. Noi eravamo abbastanza imbarazzati perché ci siamo trovati sul tavolo dal primo al dolce contemporaneamente. La difficoltà è stata capire cosa mangiare come primo e cosa come secondo. Non abbiamo però assaggiato i piatti di alghe verdi ed altre verdure strane cotte al vapore. Buoni invece il pollo, l’anatra, il riso, il thè, una zuppetta con il mais. L’ordine con cui abbiamo mangiato questi piatti è stato casuale. Certo chiedere come fosse condito il pollo o l’anatra era un’avventura, perchè rispondevano solo chicken o duck. Al termine, dato che era smesso di piovere, siamo andati a visitare il Tempio Lama o Palazzo dell’Eterna Armonia, prima dimora del quarto figlio dell’imperatore e successivamente ceduto ai monaci lamaisti (buddisti seguaci del Dalai Lama. Ci sono all’interno 5 padiglioni, tutti con nomi stranissimi (per noi!): Padiglione dei Re Celesti, Padiglione dell’Eterna Armonia, Padiglione della Protezione Eterna, Padiglione della Ruota della Legge ed infine Padiglione della Felicità. L’aspetto esterno di questi edifici è affascinante, proprio quello che siamo abituati a vedere nei film. Degli interni invece mi ha colpito molto l’ultimo, in cui c’è un Buddha alto 23 metri, ovvero gli hanno costruito il padiglione attorno. Come offerta di preghiera al Buddha, i fedeli portano incensi, che accendono nella zona antistante il padiglione e successivamente entrano per prostrarsi davanti alla statua del Buddha.
In albergo la cena è stata self service con menù internazionale e quindi ci siamo potuti abbuffare, soprattutto di dolci.
Prima assegnazione della camera: due letti separati … La nostra prima notte in Cina! Abbiamo cercato di spiegarlo alla reception, ma ci hanno risposto che non c’erano più stanze libere per cambiare. In realtà la mattina successiva l’abbiamo fatto chiedere dalla nostra guida e non abbiamo avuto problemi. Forse non ci siamo solo capiti, dato che alla reception non parlavano bene l’inglese.
12 marzo 2003 Prima mattina in Cina, subito una figuraccia per farci riconoscere: la sveglia, che avevo puntato sul cellulare, non è suonata. Ci ha telefonato la guida all’ora del ritrovo, ore 9, buttandoci giù dal letto. La colazione a buffet aveva un ottimo aspetto, ma … Non avendo tempo, ci siamo dovuti accontentare di due misere brioches! Prima tappa della giornata Piazza Tienanmen e non è proprio come me l’aspettavo. Guardando le immagini in televisione o anche sui libri, di solito, si vede uno spazio immenso, tanta gente che cammina e sullo sfondo l’ingresso della città proibita; invece … Certo la piazza è realmente enorme, ma tutto intorno ci passano macchine … Tante macchine di tanti cinesi! Piazza Tienanmen è la piazza più grande del mondo, 800 metri di lunghezza per 500 di larghezza … Mozzafiato. Qui Mao, dalla Porta Tienanmen, nel 1949 proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese.
La scritta sulla Porta, ai lati della foto di Mao, e da lui proclamata, si traduce: “Diecimila anni alla Repubblica Popolare” Cinese”.
Da qui si entra nella Città Proibita, una città nella città, immensa ed affascinante, carica di storia e di ricordi. Gli interni dei padiglioni sono colossali, le facciate invece spiccano per i colori rossi ed i tetti gialli (colore imperiale).
Ci sono 9999 stanze (il 9 è il numero dell’imperatore). Nell’arco di 500 anni si sono succeduti 24 imperatori delle dinastie Ming e Qing. Fu eretto nel 1406 dal terzo imperatore della dinastia Ming. Superata la Porta Meridiana, via di accesso per la Città Proibita, si trovano, a protezione degli edifici realizzati interamente in legno, cinque ponti che rappresentano le cinque virtù cardinali del confucianesimo. Superata la Porta della Suprema Armonia si passa alle tre sale dell’Armonia: Suprema, Media e Protettrice. Nella prima l’imperatore svolgeva le funzioni statali; due scalinate conducono alla sala, divisa da una lastra di marmo decorata su cui veniva posta la portantina dell’imperatore. All’interno si trova il trono imperiale. Nella seconda sala venivano ricevuti i ministri. Nell’ultima sala l’imperatore presiedeva alle fasi finali degli esami di ammissione all’amministrazione pubblica.
Davanti ai padiglioni in legno vi sono degli enormi vasi, ricoperti, un tempo, di oro ed in cui veniva raccolta l’acqua piovana, per poter spegnere eventuali incendi.
Le concubine avevano una zona a loro assegnata, all’interno della città, e ciascuna di loro aveva a servizio diverse schiave.
Per il pranzo abbiamo finalmente iniziato ad utilizzare le bacchette, ci siamo divertiti e non abbiamo fatto fatica. Fortunatamente Marina ha acconsentito a mangiare con noi (di solito aveva, con l’autista, un tavolo separato ed un menù diverso), così da spiegarci cosa stavamo mangiando ed in che ordine mangiarlo! Nel primo pomeriggio ci siamo concessi una gita fuori programma proposta dalla guida: un giro in risciò tra gli hutong, le vie popolari cinesi, e due soste, una in una casa privata e l’altra in un asilo. Il tutto è stato, per me, prezioso perchè ha consentito di vedere qual è la vita reale e non solo i maestosi monumenti! Girare con il risciò ci ha permesso di attraversare vie povere, sporche, ma dignitose e vedere i cinesi all’opera nella vita quotidiana. La visita alla casa privata ci ha concesso di comprendere quali siano le condizioni di vita e in quali spazi vivano più famiglie. Dove siamo stati noi infatti c’era una stanza comune, una sala, che dava su un cucinotto, non abitabile, e due camere da letto in cui vivevano tre generazioni: i nonni, i figli ed i nipoti. Impressionante! E forse questa abitazione era una delle più grandi. La vista all’asilo invece ha comunicato tanta tenerezza; siamo arrivati che i bambini avevano appena terminato il pisolino pomeridiano e si apprestavano alla merenda. Avevano ancora delle tenere facce assonnate. Il metodo didattico di questo asilo è quello Montessori.
Abbiamo concluso la giornata con la visita al Palazzo d’Estate: in realtà del Palazzo non abbiamo visto nulla, solo il giardino con il “tunnel dell’amore”, lungo più di 700 metri, realizzato interamente in legno e affrescato con colori vivaci, dove si narra che una coppia di giovani vi fosse entrata da amici e ne fosse uscita da innamorati e la Nave di Marmo, fatta costruire dalla regina Cixi (per insediarsi al trono spodestò il nipote ed il figlio adottivo, ufficialmente gravemente malato) con grande cinismo a ringraziamento dell’ingente somma trafugata per costruire il parco, ma destinata alla flotta miliare.
A concludere la giornata una cena meravigliosa in uno dei migliori ristoranti del centro dove ci siamo gustati la favolosa Anatra Laccata! E’ arrivato il cuoco in sala con un carrello contenente un’enorme anatra laccata tutta per noi. L’ha disossata e la cameriera ci ha mostrato come mangiarla: in tavola c’erano delle specie di piadine sottili ed dei panini tondi piccoli, già tagliati a metà; si riempiono con bocconi di anatra, cipolla e salsa di soia e … Paradisiaci! Penso sia stata una delle migliori cene gustate in Cina.
13 marzo 2003 Grande giornata! Abbiamo finalmente visto la Grande Muraglia! Abbiamo atteso a lungo questo momento e, seppur non ci fosse il sole …, ne siamo rimasti naturalmente affascinati. Siamo giunti in macchina a Badaling, dove c’è la zona meglio ristrutturata e più turistica e meno ripida; ciò nonostante a fatica abbiamo salito e poi sceso e poi salito … Gli infiniti scalini della Muraglia. In alcuni punti si riuscivano a scorgere tratti sempre più lontani della muraglia; infatti è lunga 6.350 km ed è stata costruita in varie zone per difendersi dagli attacchi dei nomadi. Sotto Shi Huangdi, primo imperatore della dinastia Qin e famoso anche per l’Esercito di Terracotta, vennero collegate tra loro le muraglie esistenti e costruiti i forti e le torri di avvistamento. La muraglia è larga alla base 7 mt ed alta 8 mt. Le torri sono invece alte circa 10 mt con una larghezza di 6 mt. Il muro di “10.000 li” non fu solo una linea di difesa, ma fu anche utilizzato come via di comunicazione.
Ci hanno poi portato a vedere una fabbrica di lavorazione della giada, dove abbiamo acquistato alcuni souvenir: un gufo di giada giallo ed una papera di giada verde.
Dopo pranzo siamo andati alle Tombe Ming: 13 tombe dei 16 imperatori Ming. I restanti 3 sono sepolti a Nanchino. Abbiamo iniziato la visita partendo dalla Necropoli. Subito dopo l’ingresso si trova un padiglione dove una simpatica tartaruga, simbolo di lunga (longa, come diceva Marina) vita, sorregge sulla corazza una stele. Da qui inizia il Viale degli Spiriti, dove, su entrambi i lati, si allineano 24 coppie di animali e 12 statue di militari e mandarini. Delle 13 tombe degli imperatori solo due sono state restaurate e aperte al pubblico. Ogni tomba è divisa in 3 parti: la stele, la sala delle offerte ed il tumolo. Ai lati ci sono anche le tombe dove vennero sepolte vive sedici concubine per continuare a servire l’imperatore nell’aldilà. Questa macabra abitudine venne conservata fino al 7° imperatore. In realtà di tombe non ne abbiamo viste; c’erano esposti i ritrovamenti della tomba del 13° imperatore: vasellami d’oro, armi e corone.
14 marzo 2003 Ultima mattinata a Pechino e con la nostra bravissima e preparatissima guida Marina. La visita rimasta è al Tempio del Cielo, immerso in un bellissimo parco, dove molti pensionati si ritrovano tutte le mattine (acquistano un abbonamento mensile, essendo i parchi a pagamento) per fare ginnastica, giocare a racchettoni, ballare, far volare aquiloni … Bellissimo, dovremmo farlo anche in Italia. C’erano anziani di 70 anni ed oltre che si muovevano armoniosamente. Molti camminavano all’indietro: fa bene alla schiena, ci ha detto Marina! Il Tempio del Cielo era il luogo dove l’imperatore andava ad intercedere presso il Cielo “padre celeste” per i propri sudditi, pregare e fare sacrifici per ingraziarsi un buon raccolto, scongiurare calamità naturali, guerre e carestie. Arrivando nei pressi della porta ovest tutti i cittadini dovevano chiudersi in casa e lasciare sgombra la via; nessuno poteva assistere al suo passaggio.
Il primo edificio che si incontra è l’Altare del Cielo, realizzato interamente con marmo bianco, ed ha una terrazza a tra piani, circondata da un muro interno circolare ed uno esterno a pianta quadrata. Questo perché era concezione degli antichi cinesi che la terra fosse quadrata ed il cielo circolare. Qui l’imperatore, Figlio del Cielo, dopo una notte di raccoglimento e tre di digiuno entrava in comunicazione con il padre. Dal centro della terrazza, chiamato disco, considerato il posto più sacro di tutto l’impero, la voce di chi parla viene amplificata come un eco. In realtà l’effetto è sentito solo dalla persona che parla in quel punto. Il terzo edificio è il più bello ed imponente: è una rotonda alta 38 mt e sorge su una triplice terrazza di marmo bianco. Il tetto del tempio è composto da tegole azzurre vetrificate, dove l’azzurro è il colore del cielo. Il tutto è rigorosamente in legno e tenuto insieme con perni ed incastri. Divieto assoluto per chiodi e metalli vari.
Dopo una bella passeggiata nel parco siamo andati in una casa da thè, dove ci hanno mostrato il modo in cui preparare e bere il thè e ne abbiamo assaggiati … Ed acquistati diversi tipi.
Dopo il pranzo ci siamo recati in aeroporto, abbiamo sbrigato tutte le pratiche necessarie e salutato Marina. L’aeroporto è immenso, ma non molto organizzato. Le destinazioni cambiavano da un gate all’altro e la gente schizzava quindi in cerca del nuovo punto d’imbarco assegnato. Poi improvvisamente anche la nostra destinazione, Nanchino, è scomparsa dallo schermo che stavamo tenendo sotto controllo, a pochi minuti dall’imbarco, … Ansia … No, è ricomparsa sullo schermo di un gate vicino! In volo abbiamo naturalmente dormito, perdendoci il pranzo offerto all’interno di una scatola, anziché nel classico vassoio (i nostri vicini di posto hanno messo il tutto in una borsa per portarlo a casa). Durante l’atterraggio, a pochi centinaia di metri da terra, non si vedeva ancora nulla, solo nuvole. A 100 mt si sono visti tanti laghetti e tanto verde, le risaie, un bel paesaggio, ma naturalmente pioveva! Nanchino 14 marzo 2003 All’arrivo ci ha aspettato la nostra nuova guida, questa volta un uomo, Wan.
A Nanchino ci sono tre fabbriche della FIAT; sta dando lavoro a tante persone e con salari più alti di quelli a cui sono abituati i cinesi. Il numero di macchine vendute sta crescendo vertiginosamente. I due modelli visti lungo le strade sono la Palio e la Siena, che da noi non c’è. In realtà la macchina più diffusa è la Santana della Volkswagen, che in Italia non credo sia stata mai vista o sentita.
Una particolarità di Nanchino? I semafori: hanno un display che indica quanti secondi mancano prima che cambi colore. Utile! 15 marzo 2003 Anche questa mattina ci siamo svegliati con le nuvole, ma non ha mai piovuto molto.
Prima tappa della mattinata è stata alla città vecchia di Nanchino, ma non c’è nulla di significativo, se non le pittoresche lanterne rosse appese un pò ovunque soprattutto sui ponticelli.
Wan ci ha portato a vedere il mercato, che sicuramente è stata la tappa più interessante di tutta la giornata. Già alle 9.30 iniziano a cucinare ravioli, frittelle e a preparare il thè lungo le strade. Le bancarelle di spezie e cibo sono accanto a quelle di canarini ed animali in genere. Poi siamo entrati in una zona coperta dove vendono frutta, verdura, ancora spezie e pesci. In un’altra zona ancora alcuni pesci cercavano di uscire dalle loro vasche e in un angolo aprivano cozze e … Rane. Infine c’è una parte destinata agli animali domestici, ma non si mangiano; anzi la guida scherzando ci ha consigliato “a Canton non uscite la sera, perchè si mangia tutto ciò che si muove!”. C’erano cani e gatti, tra cui il tipico cane pechinese.
Da qui siamo andati a vedere il Museo di Nanchino. I musei non sono generalmente la mia passione, ed anche questo infatti non mi ha esaltato, ma ci sono state un paio di cose interessanti: il broccato, ovvero un tessuto costituito da una trama ed un ordito ed un’ulteriore ricamo sul tessuto ed il “vestito di giada”, ovvero un abito formato da 2.000 tessere di giada unite con un filo d’argento. La veste apparteneva ad un nobile (d’oro sarebbe appartenuta ad un imperatore e di bronzo ad un generale). Pensavano che la giada garantisse la conservazione delle spoglie mortali. In realtà all’interno è stato ritrovato solo lo scheletro. Quindi siamo andati a pranzo e nel pomeriggio, prima di andare in stazione, abbiamo visto il ponte sul fiume Yangtze, il primo che ha creato un collegamento tra il nord ed il sud del paese. Il ponte è costruito su due piani: quello superiore, stradale, e quello inferiore, ferroviario. E’ lungo 6.700 metri circa. Furono impiegati 7.000 operai, più molti volontari.
Dato che da vedere non c’era molto siamo arrivati in anticipo in stazione e ci siamo accomodati in una grande sala di aspetto. C’era un distributore (un grosso thermos) di acqua calda, dove molti hanno riempito le proprie borracce contenenti il thè. Ci sono in servizio molte ragazze che coordinano le attività e sembrano delle hostess, vestite tutte uguali; una è passata spruzzando il deodorante. Alle 15.00 hanno aperto le porte per salire sul treno. Ogni carrozza ha una “responsabile” che ad ogni stazione scende per pulire il cartello con la destinazione ed indirizza i passeggeri al loro posto. Il treno era su due piani e noi eravamo prenotati al piano inferiore. Tutto comunque è nuovo e bello; c’è anche l’aria condizionata accesa, forse vogliono far vedere che sono in grado di mantenere il freddo, ci ha detto successivamente la guida di Shangai, quando glielo abbiamo raccontato. Certo non è questo il periodo! Le “hostess”, durante il viaggio, continuano a passare per vendere cibo, bibite e giornali ed offrire acqua per il thè.
Suzhou 16 marzo 2003 La nostra guida è Sun, un uomo. Al primo approccio non mi è stato molto simpatico, perché noi siamo scesi carichi dal treno e non si è minimamente preoccupato di aiutarci. Ha un tic all’occhio ed un modo di parlare strano, che fa ridere, ma conosce bene l’italiano.
Questa cittadina è considerata la “Venezia d’Oriente” per i suoi numerosi canali, anche se, a me, Venezia non l’ha molto ricordata.
Abbiamo iniziato il nostro tour della città partendo dalla Collina della Tigre: si narra che il re Wu, fondatore di Suzhou, fece seppellire suo padre, il re Fuchou, con le sue mitiche 3.000 spade, e vi eresse una collina di 36 mt. Una tigre si insediò sulla collina, si dice, per custodire le spoglie del defunto re. Sulla cima fu eretta una pagoda di 47 mt. Attualmente è inclinata di 2 mt.
La leggenda legata a questa collina in realtà non è stata confermata da prove archeologiche, anche se hanno trovato sotto la collina una grotta, ma nulla relativo alla tomba del re.
Tutto il parco è stato abbellito con splendidi ed abbondanti vasi di fiori colorati e diversi a seconda delle zone. Un’area è dedicata ai bonsai e ce ne sono di bellissimi. La nostra guida ci ha spiegato che l’arte dei bonsai è iniziata in Cina, poi, durante la rivoluzione culturale, la tradizione è andata persa e successivamente si è dovuto ri-imparare dai giapponesi. Per creare dei favolosi bonsai si sceglie un fusto molto antico e gli si innestano bonsai giovani.
Poi siamo andati a vedere il Parco del Maestro delle Reti o del Pescatore, il più piccolo di Suzhou, ma comunque completo, con le rocce, il lago artificiale, gli alberi, i ponticelli .. Veramente bello.
Prima di andare a pranzo ci hanno portato a visitare la 1a (detto da loro!) fabbrica di produzione della seta. Vendevano anche piumoni da letto in seta, e ne abbiamo visto la realizzazione, partendo dal baco da seta. Io mi sono concessa invece una giacca gialla con i motivi cinesi.
Dopo pranzo siamo andati invece al giardino più grande di Suzhou: il Giardino della Politica dei Semplici o anche dell’Amministratore Unico. Anche qui si ripropongono i paesaggi della Cina meridionale, con pagode, stagni, alberi, rocce.
Dato che alle 15.30 avevamo già terminato la parte di tour organizzato, abbiamo visitato un altro giardino poco distante: il Bosco dei Leoni. Il nome è dato dalla forma delle rocce, che sono disposte in modo da imitare la sagoma del leone. Le rocce sono carsiche e piene di grotte con sali – scendi ed è facile perdersi. Abbiamo fatto così anche un pò di ginnastica ed è stato divertente.
17 marzo 2003 Prima di partire per la prossima meta, Hangzhou, abbiamo aggiunto ancora qualche visita fuori programma: siamo andati a vedere l’unica Porta di ingresso alla città con un tratto di mura rimasto intatto. All’interno c’è un parco con pagode, lago, ponti a zig zag e naturalmente pioveva a dirotto. Compresi nel prezzo, abbiamo potuto anche ascoltare due cantanti che suonano e cantano in dialetto di Suzhou e uscire dal parco in barca, lungo il canale, guidata da una donna che ha cantato una litania tipica, molto affascinante.
Abbiamo poi passeggiato intorno alle mura, circondate, ancora per poco, da baracche fatiscenti, che a breve saranno abbattute per costruire case nuove in stile classico cinese, che piace tanto ai turisti. Era quasi l’ora di pranzo e molti mangiavano in piedi sulla porta una ciotola di riso e nel frattempo chiacchieravano con i vicini. Siamo quindi arrivati al ponte Wumen, uno dei più antichi della città. La parte centrale del ponte è a scalini, mentre sui lati corrono due rampe per transitare con biciclette e carretti.
Da qui siamo andati a vedere le Pagode Gemelle, alte 7 piani, ma non è possibile salirci ed intorno non hanno nulla, quindi è una visita abbastanza sprecata, ma costa solo 8 yuan a testa. Poco distante invece c’è un tempio buddhista, senza ingresso a pagamento e siamo entrati per riprendere il Buddha, dato che a Pechino le riprese sono vietate. In realtà, per poter filmare, mi sono dovuta anch’io inginocchiare, come tutti i fedeli, e “pregare” davanti al Buddha.
Alle 15.30 abbiamo preso il treno per Hangzhou: era meno nuovo del precedente ed aveva dei centrini bianchi appoggiati allo schienale.
Hangzhou 18 marzo 2003 Una giornata è stata sufficiente per visitare tutti i luoghi più rilevanti di questo angolo di paradiso. La nostra mattina è iniziata presto e siamo andati a visitare la Pagoda delle Sei Armonie, utilizzata per accattivarsi la protezione delle divinità fluviali ed in seguito utilizzata come faro. E’ alta 60 mt. Ed è costituita da 15 piani, su alcuni dei quali si può salire per vedere il panorama del fiume. Sulle punte dei tetti ci sono 104 campanelle che suonano appena soffia il vento. Le sei armonie buddhiste sono: corpo, parola, pensiero, resistere alle tentazioni, accumulare ricchezze e formulare giudizi. C’è anche una leggenda abbinata a questa pagoda, relativa al serpente bianco. Un giovane aveva comperato una serpe bianca che nessuno voleva perché considerata di cattivo augurio. Era rimasto colpito dalla dolcezza dello sguardo dell’animale. Fu però costretto dal suo maestro ad abbandonarla. Dopo qualche anno il serpente si trasformò in una stupenda fanciulla. I due si ritrovano e si innamorano. Da questa unione nacque un figlio. Un monaco riuscì a trasformare nuovamente la fanciulla in serpente e la seppellì sotto la pagoda delle Sei Armonie. Il figlio, una volta cresciuto, riuscì però ad uccidere il monaco e a liberare il serpente e a distruggere la pagoda. Attorno c’è un parco con la riproduzione in miniatura di tante pagode, circa un centinaio, che si trovano diffuse per tutta la Cina. Anche qui c’è un giardino con bonsai.
Da qui siamo andati a visitare il Lago Occidentale. Per giungere alla banchina da cui parte un’imbarcazione che fa un piccolo giro sul lago, abbiamo attraversato un grande parco: in una zona c’erano 10 pavoni, alcuni anche bianchi, e molti hanno iniziato a fare la ruota, i maschi, per attirare l’attenzione delle femmine.
Il battello ci ha portato su una delle 4 isole del lago, ma non mi è sembrata particolarmente significativa. Si chiama Giardino Huagang, famoso per i suoi enormi pesci rossi. Davanti all’isola ci sono 3 piccole pagode sull’acqua con 5 fori. Durante le notti di luna piena vengono riempite di candele che si riflettono sull’acqua. Anche per il lago c’è una leggenda: La Leggenda del Drago e della Fenice. Racconta di un drago bianco, che viveva in una grotta lungo il fiume, e di una fenice dorata, che viveva sulla sponda opposta nella foresta. Un giorno si incontrano in un’isola fatata e trovano una perla che emana una luce intensa. Le due creature hanno iniziato a prendersene cura ed è diventata la perla più luminosa del creato. La regina dell’Ovest, affascinata dalla bellezza della perla, riesce a sottrarla nel sonno e la chiude nel suo palazzo, protetta da 9 porte. Per festeggiare il suo compleanno però mostra la perla ad alcuni amici ed inavvertitamente le cade sulla terra, creando così il lago occidentale. Il drago e la fenice, per continuare a proteggere la loro “perla”, si sono trasformati nelle due colline che si trovano attorno al lago.
Prima di andare a pranzo abbiamo ancora visitato la farmacia più antica della città. Il negozio è tutto in legno, con un soffitto molto alto. Da un lato si vendono le medicine delle case farmaceutiche, da un’altra invece ci sono numerosi vasi contenenti erbe medicinali. Abbiamo visto preparare una medicina, prendendo i componenti da differenti cassetti e vasi e pesarla con la bilancia a mano. Usciti da qui siamo andati a cercare un “calzolaio” perché mi si era rotta la cerniera della giacca e non riuscivo più ad aprirla. Lungo una via non molto larga abbiamo trovato un signore che aggiustava scarpe ed ha acconsentito ad aiutarmi. Dopo i primi tentativi ha deciso di far uscire la cerniera dall’alto, così ha tolto i due blocchi, scucito un angolo e liberato la cerniera. E’ poi arrivata la moglie a completare il lavoro con la macchina da cucire. Il tutto in 10 minuti e per pochissimo.
Dopo pranzo siamo andati al tempio buddhista, Tempio Lingyin, molto affollato. Nel IV sec. Un buddhista indiano notò che le rocce del luogo ricordavano una cima sacra dell’India e disse che erano “giunte in volo” proprio da là. Qui di conseguenza fu immediatamente costruito un tempio. Ci sono le statue del Buddha del presente, del Buddha del passato e del Buddha del futuro. Il più simpatico è quello del futuro, seduto, con un grosso pancione, che significa abbondanza, ed un allegro sorriso. Nella sala centrale, delle 3 presenti, c’è una enorme statua del Buddha Sakyamuni, alta 20 mt e realizzata con legno di canfora.
E per concludere la giornata siamo andati a visitare una fabbrica che raccoglie, essica e vende il thè verde. Le colline attorno ad Hangzhou sono infatti cosparse di alberelli, non molto alti, di foglie di thè verde. Le foglie migliori, ci hanno spiegato, sono quelle più chiare. Anche qui, naturalmente, oltre l’assaggio, abbiamo fatto l’acquisto!! Shanghai 19 marzo 2003 Siamo in un’altra città, altri colori, altre dimensioni. Il nostro albergo, per esempio, ha 42 piani (noi però eravamo solo all’11esimo!). Il ristorante è al 41esimo piano con il pavimento che continua a ruotare, offrendo così un panorama a 360°, luccicante e sfavillante, della città.
Ad attenderci c’era Sun, che come tutti gli altri uomini incontrati sino ad ora, non è molto loquace ed espansivo. Ci ha subito portati, nell’attesa del pranzo, a vedere il fiume e da qui il Bund, una distesa elegante di edifici europei, area economica della città, dove ci sono banche ed alberghi. Forse saremmo dovuti restare maggiormente affascinati, ma, abituati ai palazzi del centro di Milano, non ci hanno comunicato emozioni particolari. Certo è molto per gli standard cinesi.
Dopo il pranzo abbiamo ripreso la visita dalla Città Vecchia. Ci sono le case in stile cinese, con le lanterne rosse appese agli angoli dei tetti, che rendono l’ambiente molto colorato. Le strade sono affollatissime, di turisti cinesi ed occidentali. Tra gli edifici antichi di questa zona c’è la famosa Casa del Tè Huxinting, al centro del lago, collegata alla riva da un ponte a zig zag, che ha la funzione di deviare gli spiriti, dato che questi procedono solo in linea retta.
In questa zona ci sono i Giardini di Yu, copia di quelli di Suzhou, in cui si ritrovano rocce, grotte, acqua, ponticelli e pesci rossi. Riprendere e fotografare con il sole fa tutto un altro effetto.
La guida ci ha lasciato successivamente un’ora di tempo per girare tra le bancarelle. All’inizio mi sembrava fin troppo, ma oltre alle bancarelle, in questa zona, ci sono anche diversi grandi magazzini con dei prezzi davvero interessanti, per esempio scarpe da ginnastica a 15 € (ne ho comprate un paio rosse davvero carine!), magliette a 5 €. E non ho fatto in tempo a cercare altro. Siamo poi andati in albergo e, dopo aver lasciato i bagagli in camera, siamo usciti a piedi per guardare i negozi di marche internazionali, come la Benetton, dove però i prezzi erano uguali a quelli di Milano, Hagendaas, dove ci siamo mangiati un gelato a un prezzo proibitivo, Rolex, Omega, Gucci e Marina Rinaldi. In queste vie i palazzi sono in realtà grattacieli con insegne coloratissime. La sera poi in albergo siamo andati al Business Centre dove ci siamo connessi a internet per leggere la posta.
20 marzo 2003 Shangai non avrà certo molti monumenti da visitare, ma è piena di negozi, grattacieli, macchine, inquinamento e cinesi.
Abbiamo trascorso la mattinata nel Museo di Shangai, di fianco alla piazza Renmin, la seconda più grande della Cina. Sono esposti bronzi, sculture, calligrafia, dipinti, giade, ceramiche ed arredi di varie epoche storiche. Ci hanno consegnato una guida vocale per seguire meglio le indicazioni e dopo due ore e mezzo non avevamo finito tutto, ma quasi! Da qui siamo andati al Tempio del Buddha di Giada, tempio buddhista color zafferano in cui vivono circa 70 monaci. I Templi buddhisti sono tutti simili tra loro: hanno tre sale, la prima è quella dell’Accoglienza, dove ci sono i quattro guardiani, due positivi e due negativi, contro gli spiriti cattivi. Nella sala centrale ci sono i tre Buddha, quello del passato, quello del presente e quello del futuro. In un edificio separato, al primo piano (io, data l’importanza, me lo aspettavo nella sala principale), si trova il Buddha di Giada, alto 1,90 metri, pesante circa una tonnellata. Rappresenta Sakyamuni, il fondatore dell’ordine buddhista. Ci sono poi delle sale in cui vengono pregati i defunti, ovvero ci sono i parenti, che osservando la foto del defunto, ascoltano 6-8 monaci pregare. La guida ci ha detto che tutto questo costa più di 500 €. La preghiera va avanti tutto il giorno.
Uno degli edifici dei monaci era in restauro e le impalcature erano fatte di canne di bambù, legate tra loro. Seppur non comunicassero stabilità e sicurezza, Marco ne è rimasto affascinato.
21 marzo 2003 Non avendo nulla in programma prima dell’aereo, la guida ci ha portato a fare una crociera di un’ora, fuori programma, sul fiume Huangpu: da qui si vedono i bei palazzi del Bund, la Colonna in memoria degli Eroi del Popolo, il colossale Ponte Yangpu, il più lungo della Cina, e mercantili, chiatte ed imbarcazioni cariche di sabbia. Inoltre sul lato opposto della città, rispetto al fiume, ci sono in costruzione tantissimi grattacieli, per ospitare i cinesi che nel prossimo futuro lasceranno le campagne per trovare lavoro in città. La guida ci ha detto che ne viene terminato uno alla settimana.
Dopo pranzo invece siamo andati a vedere il quartiere “IN”, dove vanno gli uomini d’affari. In questa zona c’è anche la sede del partito comunista. Abbiamo visto un bel negozio per la casa, che venderebbe molto a Milano (infatti c’erano quasi solo turisti), ed abbiamo trovato molti articoli di Alessi. Per occupare il tempo ci siamo concessi un caffè da Starbucks.
L’aereo sarebbe dovuto essere alle 18.30, così per le 16.00, con un po’ di anticipo, siamo arrivati in aeroporto, ma scopriamo, tristemente, che il nostro volo è stato spostato alle 19.30 … Lunga attesa. Alle 19.00 mancava forse all’appello un gruppo di giapponesi, così ci hanno fatto aspettare sino alle 20.00. Due ore di volo, ritiro bagagli (per fortuna c’era ancora la guida ad aspettarci), 45 minuti di macchina per arrivare in albergo. A mezzanotte eravamo finalmente in camera, stanchi morti.
Xi’An 22 marzo 2003 Ritrovo alle ore 10.00 per andare a visitare l’Esercito di Terracotta, il mitico e tanto atteso. La guida, Sara, una ragazza carina, simpatica e loquace, ci ha fatto attendere la parte più bella e famosa sino a dopo pranzo; ci sono infatti 3 fosse ed un museo. La fossa più ricca è la prima. Noi siamo partiti con il museo dove ci sono alcune armi e due bellissimi carri di bronzo, restaurati nei minimi dettagli; dovrebbero essere serviti a trasportare l’imperatore defunto alla sua tomba, di cui l’esercito è guardia. Siamo entrati poi nella seconda fossa, anche per questa avevo grandi aspettativa, pensavo di trovarmi davanti il maestoso Esercito di Terracotta, visto in tv, invece nulla, o quasi. Un grande spazio con grandi scavi. Nella terza fossa ci sono alcune statue sotto vetro, di cui è possibile cogliere i dettagli delle pettinature, dei volti e dei vestiti. A pranzo abbiamo visto preparare gli spaghetti, tirati ed allungati più volte, sino a renderli sottili e fini, e ce ne siamo concessi un assaggio in brodo, con le bacchette, molto buoni! Dopo pranzo finalmente abbiamo ammirato, estasiati, la prima fossa, contenente l’eccezionale esercito: le statue dei guerrieri sono alte da 1,75 a 1,97 metri e pesano circa 200 kg. La parte visibile è 1/3 della fossa, molto è ancora da scavare. Ci sono tre file di balestrieri ed arcieri e 38 file di guerrieri. Ogni squadra ha un carro trainato da 4 cavalli. Siamo stati fortunati, perché le riprese e le foto si possono fare solo da quest’anno.
Da qui siamo andati, con il sole, alla Grande Pagoda dell’Oca Selvatica, edificata da un imperatore per onorare la madre. La struttura è simile a uno dei tanti templi buddhisti già visti. La pagoda era destinata ad ospitare testi sacri provenienti dall’India. Sul piazzale antistante centinaia di persone facevano volare coloratissimi aquiloni.
Ci attendeva poi una cena a base di ravioli tipici e, dato che la nostra guida abitava lontano, non ci ha fatto tornare in albergo, ma stare fuori direttamente, visitando ancora qualcosa. Ci ha portati infatti in un negozio, che sembrava chiuso, con luci tutte spente, poi hanno acceso tutto per noi, ma si è rivelato abbastanza squallido, anche se vendeva di tutto. Essendoci ancora tempo siamo andati alle Mura Ming, lunghe 12 km. Ai lati si possono vedere la Torre della Campana e la Torre del Tamburo. Lungo le mura erano disposte in fila tantissime lanterne rosse che rendevano l’ambiente molto suggestivo! Da qui siamo finalmente andati al ristorante per assaggiare circa 15 tipi diversi di ravioli, sia per il contenuto che per la forma (di rana, di pesce, di zucca, etc.). Molto particolare indubbiamente e gradevole. Per concludere la serata ci ha proposto uno spettacolo di un’ora con canti e balli tipici. E’ durato dalle 20.30 alle 21.40 e ci è molto piaciuto, sia per le canzoni, sia per i colori dei vestiti e sia per la vivacità dei balli. Il rientro in albergo è stato in taxi perchè la guida non si è fermata con noi.
23 marzo 2003 Questa mattina ci siamo trovati un pò più tardi, sia perchè non restava molto da vedere, sia perchè avevamo fatto le ore piccole (?!?). Prima tappa alla Grande Moschea musulmana. L’edificio è costruito secondo i canoni cinesi, con diversi cortili: ha un Padiglione degli Indifferenti, che costituisce il minareto e la Sala della Preghiera dove i musulmani si trovano 5 volte al giorno per pregare, ma il cui accesso è vietato ai turisti. Nelle strette vie circostanti c’è un interessante mercatino, dove noi abbiamo acquistato delle cartoline ed una tazza per la mia collezione. C’erano anche portafogli tarocchi di Vuitton e Gucci. Avendo poi noi manifestato interesse per i dipinti, la nostra guida ci ha portato in una scuola di pittura, dove ci hanno mostrato tante opere e invogliato all’acquisto. Abbiamo scelto un paesaggio tipico cinese con fiume, barca e alberi, con colori autunnali, quindi sull’arancione scuro, ramato. Essendoci ancora tempo mi ha portato a sperimentare il tipico massaggio ai piedi. In realtà mi ha massaggiato anche gambe, schiena e braccia, tutto insomma. Ha iniziato lavandomi i piedi e incremandoli. Poi è iniziato il massaggio vero e proprio: credevo fosse rilassante ed invece mi faceva male, perchè schiacciava a fondo in alcuni punti strategici. Dopo i piedi è passata alla schiena ed in parte è stato rilassante, ma mi ha anche picchiettato con i pugni. Prima di arrivare all’aeroporto la guida ci ha portati a vedere il Piccolo Esercito di Terracotta, ma mi è sembrata tanto una fregatura, creata per i turisti. Comunque ora la grande attesa è per domani, crociera di 5 ore sul fiume! Guilin 24 marzo 2003 Ho atteso molto questa giornata e ne è valsa la pena. Alle 9.30 è partito il nostro battello per percorrere 88 km sino a Yangshuo. Il panorama è davvero meraviglioso: picchi, colline, villaggi, piccole cascate e campi coltivati. Data la quantità di battelli turistici temevo di non vedere le piccole barche dei contadini, ed invece ogni tanto navigavano solitarie. Abbiamo mangiato a bordo, sempre ammirando questo spettacolo naturale e dopo 4 ore siamo arrivati a Yangshuo. Al termine del viaggio è uscito anche il sole, concedendoci così prospettive diverse. Domani mattina ancora due visite e poi aereo per Canton. Oggi pomeriggio siamo riusciti, a gesti, a comperare in una farmacia vicino all’albergo due mascherine che potrebbero servirci nei prossimi giorni, dato l’allarme Sars, diffuso in tutto il mondo, tranne che in Cina! La nostra guida, un uomo, Li, non mi piace molto, sia perchè non parla molto bene l’italiano, sia perchè non ci segue molto.
Sul battello una coppia di americani, di Boston, ha subito attaccato bottone. Sono venuti spesso in Italia e l’ultima volta sono stati a Milano e Como.
A pranzo abbiamo assaggiato patate e castagne d’acqua, entrambe caramellate. Le castagne sono buone, le patate un pò strane. Poi abbiamo assaggiato il liquore di serpente, non male, mentre abbiamo rinunciato alla zuppa di tartaruga. A Yangshuo abbiamo acquistato il dipinto con due pesci, uno rosso e uno nero, disposti a formare il tao.
Da qualche giorno è iniziata la guerra in Iraq, contro Saddam Hussein e le televisioni non fanno altro che parlarne.
Questa sera abbiamo avuto la prima cena occidentale (le altre occidentali erano a buffet) ed abbiamo mangiato veramente bene. Antipasto strano, con fette di mele e di sedano in maionese, poi minestrina, ovvero brodo di carne con pezzettini di zucchine e carote, a seguire un ottimo cordon blue di pollo e per finire una mousse con salsa di fragole in cuori di cioccolato e caffè a volontà! Canton 25 marzo 2003 Il conto alla rovescia procede, mancano le ultime due città, Canton ed Hong Kong, e poi si riparte. Ho lasciato con piacere Guilin perchè avevamo una guida davvero sgradevole, oggi non ci ha nemmeno accompagnato all’imbarco, cosa che hanno sempre fatto le altre guide. Inoltre Marco è stato male tutta la notte, forse per quello che abbiamo mangiato sul battello o forse perché si dice che lavino i piatti nel fiume.
Questa mattina siamo andati alle Grotte del Flauto di Canna, ricche di stalattiti e stalagmiti. Peccato fossero illuminate da luci di colori diversi, sembrava una discoteca. Con molta fantasia, si riescono a vedere tante cose: fiori, funghi, leoni, zanzariere, babbo natale, frutti, una rana …
Quindi siamo andati a vedere un negozio di perle di mare, ma ho tarpato in fretta le ali alla signorina che si è avvicinata, cercando di vendere, dicendole che avevo già tutto.
Quindi ci siamo diretti all’ultima tappa, la Collina di Fubo, dalla cui cima si gode un bel panorama della città e dei picchi attorno. Di bello a Guilin c’è solo il giro in battello sul fiume Li.
Sull’aereo abbiamo utilizzato le mascherine, perchè diversi tossivano; comunque non eravamo gli unici ad averle, saremo stati una quindicina.
Comunque la nuova guida a Canton, una signora molto loquace, ci ha detto che da loro non servono, che è già stato tutto controllato, ma di indossarle l’indomani sul battello per Hong Kong! Ha parlato più lei in un’ora che la guida di Guilin in due giorni! Questa sera abbiamo avuto un banchetto tipico. In realtà io ho mangiato un maialino arrosto, buono, che sembrava, lontanamente, l’anatra laccata di Pechino, mentre Marco ha assaggiato il pesce in umido.
26 marzo 2003 Abbiamo iniziato la giornata con la visita del mercato e siamo passati sia nella zona della frutta, sia in quella delle medicine, sia dei pesci, delle rane, delle tartarughe, dei serpenti essiccati, delle formiche, dei millepiedi, delle cicale … Brrrr! Interessante. Non abbiamo visto comunque cani e gatti, perchè non è il periodo, si mangiano d’inverno, ci ha detto la guida! Il quartiere del nostro albergo è Shamian, con palazzi in stile coloniale inglese, belli, ordinati e puliti. L’albergo è conosciuto per adozioni internazionali; c’erano infatti molti americani o canadesi con carrozzine di bambini cinesi.
Siamo andati al Tempio della Famiglia Chen, dove venivano onorati i defunti. In una zona del tempio ci sono i lavori realizzati in avorio, molto belli, ricchi … Pazienza cinese! Il tempio in sè invece è stato per me poco interessante, soprattutto confrontandolo con tanti altri visti precedentemente.
Non poteva mancare la sosta ad un negozio convenzionato, quello della porcellana. Dopo molta incertezza Marco ha trovato un pezzo particolare e delicatissimo che gli piaceva ed abbiamo così fatto l’investimento. Nel pomeriggio abbiamo preso, con la mascherina calata sul viso, il catamarano per Hong Kong. La nuova guida ci ha ricevuto a sua volta con la mascherina, cosa che ci ha molto sorpresi, ma poi ci ha spiegato che va usata nei luoghi affollati ed in macchina poi l’ha tolta.
A lei non risultava che noi avessimo mezza giornata di visite con lei l’indomani, ma .. No problem, avrebbe verificato con la sua agenzia e ci ha dato appuntamento per la mattina successiva.
Prima di salutarci, ci ha mostrato una cartina della città ed indicato le zone interessanti per la serata, ma non troppo lontane dall’albergo e quindi raggiungibili a piedi.
Avendo la cena libera, ed essendo stanchi del cibo cinese, siamo andati da Mc Donald, naturalmente, dove ho assaggiato un panino con dentro un uovo al burro … Buono!!!. I negozi sono aperti sino alle 22-23, quindi non c’è fretta. Ci siamo comprati 2 magliette con scritte cinesi nella via centrale, che erano in offerta, poi siamo andati al mercato notturno, dove si comprano orologi e borse di grandi marche falsi, ed era affollatissimo. Siamo poi entrati nei negozi di telefonia (si susseguono a decine lungo la stessa strada) e Marco avrebbe voluto un accessorio per il suo cellulare, ma, dato che con la contrattazione il prezzo continua a scendere, si ha come l’impressione che stiamo cercando di fregarti, quindi abbiamo lasciato stare. Siamo tornati in albergo alle 23 stanchi morti. Hong Kong 27 marzo 2003 La nostra guida, a seguito di qualche pasticcio dell’agenzia, doveva seguire anche due ragazzi canadesi, che abbiamo scoperto essere avvocati. Il più giovane parlava bene l’italiano, perchè suo papà è veneto e sua mamma calabrese. La guida ha parlato comunque quasi sempre inglese, ma la sua pronuncia era molto chiara e nitida e quindi facilmente comprensibile.
Dalla penisola di Kowloon, dove è l’albergo, siamo andati sull’isola di Hong Kong, utilizzando il tunnel sotto il mare.
Siamo andati al Victoria Peak per ammirare il panorama della città, ma il cielo non era del tutto nitido.
Poi siamo andati alla Baia di Repulse, famosa per la sua spiaggia e per il Tempio Kwun Yum, per noi ormai di poco interesse, avendone visti di tutti i tipi. Anche qui non è mancata la tappa acquisto ed io non sono riuscita a trattenermi. Siamo stati in una fabbrica di gioielli e sono cascata su un ciondolo l’oro con la scritta in cinese “Felicità”.
Abbiamo concluso con un giro su uno “sampan”, una specie di battello con cui abbiamo girato tra le barche dei pescatori, dove ancora 100 persone vivono su case galleggianti.
Ci siamo poi fatti portare all’ingresso dell’Ocean Park ed abbiamo salutato i nostri compagni di viaggio, nonchè la nostra guida. Siamo riusciti a vedere il famosissimo PANDA, tenerissimo, che continuava a mangiare, ma anche molto altro: farfalle, pesci, piccoli e grandi, squali, uccelli, foche e delfini; veramente un bel parco, grande, abbiamo persino dovuto prendere una funicolare per andare da una parte all’altra, perchè si trova su una collina. Per uscire invece abbiamo utilizzato una scala mobile, una delle più lunghe mai costruite.
Con un taxi siamo poi tornati in albergo per uscire dopo poco e andare a cercare una telecamera digitale. In realtà non capendo bene le differenze tra un modello ed un altro, Marco ha preferito non prendere nulla. Ci siamo così rifatti con un paio di magliette dell’Hard Rock Cafè.
Il viaggio di ritorno in Italia è andato bene, mascherine a parte. Da Hong Kong abbiamo volato a Francoforte, e quasi tutti indossavano la mascherina, tranne che per mangiare. Da Francoforte a Milano invece è stato più imbarazzante, perché la indossavamo solo noi e ci sentivamo in po’ osservati. A Malpensa non c’è stato nessun controllo sanitario; hanno avuto solo un po’ di timore i nostri genitori a salutarci! Conclusioni: questo viaggio è stato davvero spettacolare, la Cina è molto affascinante, soprattutto perché molto diversa da ciò a cui siamo abituati. Abbiamo visto città particolari e caratteristiche, con monumenti unici, ma soprattutto ci siamo fatti, almeno in parte, un’idea sui cinesi e sulle loro abitudini. Il nostro viaggio è stato davvero lungo e se dovessi escludere qualche tappa direi: Nanchino, Hangzhou e Canton.
Costi per due persone: Viaggio: 7.100 euro Extra: 700 euro Di cui: Visite extra: 200 euro Mance alle guide: 100 euro Cene fuori catalogo: 25 euro $ Visita asilo e casa privata Pechino 36.5 Giardino di Suzhou Suzhou 3.7 Mura di Suzhou Suzhou 9.3 Pagode gemelle Suzhou 1.9 Traghetto sul fiume Shanghai 19.5 Spettacolo musicale Xi’An 48.7 Massaggio ai piedi Xi’An 14.6 Piccolo Esercito Xi’An 14.6 Battello Hong Kong 16.2 Ocean Park Hong Kong 48.6