Ad Almaty tra parchi, laghi e montagne

Un viaggio tra buon cibo, cortesia e partite a scacchi
Abbiamo viaggiato parecchio e siamo sempre alla ricerca di mete nuove spesso strane, quindi quando ci sentivamo chiedere “andate in Kazakistan? A far che?” Non ci meravigliavamo più di tanto, in fondo era una novità anche per noi.
Decidiamo quindi di partire da Bologna via Istanbul: tutto regolare. Fine Agosto, ad Almaty (luogo delle mele), città a bassa criminalità, ci sono ancora 33° ma se ne percepiscono meno causa la bassa percentuale di umidità. Da qualche anno non è necessario il visto e questo evita complicazioni e spese. Ex sovietica, Almaty è anche l’ex capitale, ora è Astana, in zona più centrale e meno sismica, anche se Almaty resta la città più popolosa con un milione e mezzo di abitanti e la più commerciale a 500 metri sul livello del mare ed abitata da varie etnie: kazaki, russi, uiguri, ucraini, coreani, tartari, in maggioranza musulmani ma molto aperti. Contornata da bellissime montagne e splendidi laghi, abbiamo letto di una bellezza naturale notevole, quindi anziché far parte di un tour organizzato preferiamo restare ad Almaty per viverla una settimana circa e fare alcune escursioni nella natura. Intoppo all’arrivo del piccolo aeroporto, non c’è l’autista a prelevarci: è domenica e capiamo quanto abbiano ancora da “correre” per soddisfare il turismo che è per lo più asiatico. Non ricordiamo di aver sentito dialoghi in lingue europee, nonostante questo ci siamo trovati a nostro agio; fortunatamente qualcuno parla inglese soprattutto in hotel e ristoranti, il cirillico non lo sappiamo ancora tradurre, sono gentili, diversi dalla classica gente dell’est, ma pochi accettano euro o dollari, quindi appena arrivati in aeroporto cambio un po’ di euro in tenghè (si cambia ovunque), non tanti, la vita costa poco, l’ottimo hotel Renion Park (centrale e ad un prezzo davvero ottimo) è già pagato, mangeremo spesso nel ristorante interno ma anche per esterni, chiamato Shurpa, e quando mangiamo tanto spendiamo 5 euro; assaggiamo il Besbarmark (piatto tipico, pasta con carne di cavallo o montone) chiamato Plov in Uzbekistan (variante col riso) che è cibo di tutta l’Asia centrale, i shashlik, spiedini di pollo anatra o montone, manty (tortelloni con vari ripieni), varie zuppe ed altre cibarie a cui ci adattiamo presto; i locali bevono il kompot, nettare di mele.
I taxi, pochi, non costano nulla, giri 20 minuti per 2 euro, ma basta alzare la mano e qualcuno si ferma e vi porta dove volete, pare un’attività fiorente. Incontriamo la nostra guida, Elena, già contattata prima di partire e che ha studiato in Italia, whatsapp +7 771 468 2757, ed il primo giorno giriamo nella parte ovest della città, visitando la chiesa di San Nicola, deliziosa con varie cupole a cipolla, il first president park e la sua bella entrata quindi Medeu il “fuori porta” per molti abitanti, incastonata tra le colline vi è una pista per pattinare molto grande. La sera è illuminata, d’inverno penso sia ancora meglio, ma d’estate è un refrigerio. Se invece avete nostalgia dello shopping consiglio Esentai Mall, il più spettacolare dell’Asia centrale, firme importanti, ristoranti e cinema, a 10 minuti dal centro città. Altro ristorante consigliato per la cucina kazaka è il Tubeteika. Cercate anche ristoranti georgiani, la cui cucina è molto rinomata, ve n’è uno presso il parco Panfilov, si chiama Daredzhani.