Godersi Berlino di ad Agosto

Godersi Berlino ad Agosto dipende dal clima e dalle passioni. Anche a Berlino fa caldo ma i parchi sono lussureggianti ed offrono riparo. Di seguito scrivo il nostro itinerario e, come sempre, contrassegno i “consigli” con un asterisco (*) per renderli più evidenti. Spero possano esservi d'aiuto come altri lo sono stati per me. LUNEDI' 17...
Scritto da: diamante81
godersi berlino di ad agosto
Partenza il: 17/08/2009
Ritorno il: 23/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Godersi Berlino ad Agosto dipende dal clima e dalle passioni. Anche a Berlino fa caldo ma i parchi sono lussureggianti ed offrono riparo.

Di seguito scrivo il nostro itinerario e, come sempre, contrassegno i “consigli” con un asterisco (*) per renderli più evidenti. Spero possano esservi d’aiuto come altri lo sono stati per me.

LUNEDI’ 17 AGOSTO 2009 ( 2 km + 6 km) Alle 6:55 siamo all’Aeroporto D’Abruzzo, a Pescara, in attesa di scoprire dove effettuare il check-in poiché la FlyOnAir non ha ancora aperto la sua postazione ed il volo è tra solo un’ora! Il mio compagno di viaggio e di vita ha perso il cellulare lungo la strada (per fortuna è stato ritrovato da un gentile signore che l’ha restituito alla famiglia). Primo consiglio*: con la FlyOnAir basta stampare il foglio di conferma che inviano per e-mail; chi volesse il biglietto cartaceo può recarsi allo sportello della FlyOnAir dove lo stampano al costo di 15 euro (cadauno).

L’aeroplano che ci porterà a Berlino è un Airbus A319 nuovo “di zecca”. La compagnia con cui voliamo, la HamburgInternational, ha infatti recentemente festeggiato i dieci anni di attività con nuovi aerei. L’airbus è piuttosto piccolo e ci sono sei posti per fila ma il personale è cortese ed il volo piacevole. A bordo, come sulla Ryanair, vendono snack e bevande. In più, però, ci sono sette canali musicali da ascoltare con le cuffie con generi che vanno dalla classica al pop, jazz, rock, dance, tecno e musical/storie per bambini (in inglese, però). Secondo consiglio*: oramai siamo abituati a portare con noi le cuffie quando viaggiamo ma è sempre utile ricordarlo perché così si può usufruire dei servizi musicali e/o video che offrono i voli e, in Germania, anche molte linee dei treni.

Nonostante il ritardo nel check-in il volo parte con soli 20 minuti di ritardo e riesce ad atterrare in perfetto orario. Ritiriamo il bagaglio imbarcato ed usciamo dall’aeroporto. Appena fuori si svolta a sinistra per percorrere un passaggio pedonale coperto che porta alla stazione della S-Bahn. Lungo il passaggio, alzando lo sguardo, c’è uno schermo che indica ora e binario di partenza. All’ingresso della stazione ci sono le macchine per fare i biglietti ed è semplicissimo anche se non si conosce il tedesco o l’inglese. Ad ogni postazione, infatti, c’è un operatore che aiuta i turisti a fare il biglietto e a cui basta dire dove si vuole andare (o farglielo leggere se lo avete scritto!). Non sono “abusivi” come siamo abituati a vedere in Italia e possono davvero essere di aiuto tanto che vi accompagneranno al binario se vi vedono in difficoltà. Naturalmente se all’InfoPoint dell’aeroporto avete acquistato una BerlinWelcome Card non dovrete fare i biglietti. Come in Italia il biglietto va obliterato all’inizio del viaggio (anche quello della BerlinWelcome Card che va obliterato solo la prima volta, però).

Arriviamo ad Alexander Platz e subito mi accorgo che della Berlino del 1997 non è rimasto granché ma ci piace al punto da preferire un bel percorso a piedi fino all’hotel invece di prendere la U2 da Alexander Platz ed arrivare proprio sotto l’hotel.

Osserviamo la Volkerfreundschaft Brunnen, la Marienkirche, la Neptunbrunnen, il Marx-Engels Forum, il Rotes Rathaus e ci avventuriamo nei vicoli del Nikolaiviertel in cui mi diverto ad utilizzare una antica fontana a pompa che si trova in Poststraße (l’acqua che ne fuoriesce non è potabile). Terzo consiglio*: il Nikolaivirtel è lastricato di sanpietrini, piuttosto scomodo per chi viaggia con i trolley.

L’hotel, il Derag Großer Kurfürst, è stupendo. Grazie ad una offerta di Expedia abbiamo pagato 318 euro per una camera doppia (7 giorni/6 notti) nonostante si tratti di un 4 stelle, sia a 70 metri dall’isola dei musei e a 2 metri dalla fermata metro di Märkisches Museum. La stanza è nuova, ben arredata, tanti specchi, cassaforte privata, frigobar, lavanderia, asse stiro per pantaloni, vasca da bagno e quadri originali alle pareti.

Il primo traguardo da raggiungere è trovare dell’acqua minerale non frizzante. Durante le lunghe camminate ne avremo bisogno e so già che trovare dell’acqua liscia è difficile (trovarla a poco prezzo, poi, è un miraggio!).

Appena fuori dall’hotel incontriamo una signora con le buste della spesa e le chiediamo se conosce un posto che venda acqua in bottiglia. Con estrema gentilezza ci consiglia il Lidl che è in Alte Jakobstraße, a 300 metri dall’hotel. Accanto ad esso c’è anche un fruttivendolo ed una panetteria/caffetteria.

Il nostro tour pomeridiano è totalmente improvvisato perciò cominciamo a camminare senza una meta entrando nell’isola dei musei dove abbiamo visto dei bei prati. Da qui proseguiamo fino alla Karl-Liebknecht Straße dove possiamo ammirare l’imponente Altes Museum. In questo museo saranno custoditi, fino alla riapertura del Neues Museum, i reperti egizi perciò anche il busto della Nefertiti si trova in questa sede. Intorno al Lustgarten, il giardino di fronte all’Altes Museum, non manca la zingara, una ragazza che chiede l’elemosina in diverse lingue, che abbiamo già incontrato la mattina in Alexander Platz e che ritroveremo in Breitscheid Platz, dove c’è la Kaiser-Wilhelm-Gedächtnis-Kirche, e al Check Point Charlie. Proseguiamo a sinistra lungo Unter den Linden. La via è un cantiere, come quasi tutto qui a Berlino, ed è difficile fare foto senza la presenza di gru nel cielo. Entriamo nella Humboldt-Universität e nella Staadtbibliotek prima di raggiungere la Brandenburger Tor dove ci attendono due sorprese. La prima è rappresentata dall’ingombrante presenza degli stand dei mondiali di atletica e delle transenne messe un po’ ovunque; nei giorni successivi avremo invece la possibilità di apprezzare le installazioni, soprattutto un grande palco per la musica da vivo. La seconda sorpresa è stata la presenza di un acrobata-cabarettista che ci ha deliziato con uno spettacolo divertente ed entusiasmante.

Decidiamo di andare al Reichstag prima che le centinaia di persone che, come noi, si sono fermate a vedere l’artista di strada, decidano di mettersi in fila. L’intuizione si rivela giusta e troviamo la fila del Reichstag, alle 18:30, piccola (solo la scalinata) e, dopo circa 15 minuti, entriamo.

Ci offrono una audioguida gratuita (a scelta tra inglese, tedesco, francese o spagnolo) e restiamo dentro oltre un’ora. Quarto consiglio*: l’audioguida è uno strumento che caratterizza quasi tutte le visite che abbiamo fatto; in ogni museo o castello, infatti, ci sono audioguide (quasi tutte in italiano) che aiutano il visitatore a comprendere le opere. Sono utili e comprese nel prezzo perciò vi consigliamo di utilizzarle. Anche il guardaroba non si paga.

Il Reichstag è affascinante ed i controlli meticolosi (bisogna passare attraverso il metal-detector e se suona ci si sottopone a controlli più accurati). Dalla cupola si vede Berlino a 360° ed il cielo è sereno perciò possiamo ammirare il Tiergarten in tutto il suo splendore, il Sony Center, le chiese gemelle (il Französischer Dom ed il Deutscher Dom) e la torre della televisione solo per citare i più conosciuti.

Alle 20 siamo fuori dal Reichstag e ci riposiamo sul prato di Platz der Republik. L’aria è frescolina e la fila al Reichstag decisamente lunga. Quinto consiglio*: il Reichstag è un’ottima alternativa alla Fernseturm perché la vista è mozzafiato e l’entrata gratuita.

Ritorniamo verso la porta di Brandeburgo dove assistiamo a due cantanti rap tedeschi e ci accorgiamo di quanto possa essere difficile “rappare” in tedesco! Proseguiamo lungo la Ebert Straße per visitare l’ Holocaust Mahnmal, il Denkmal für die ermordeten Juden Europas, una lunga serie di blocchi da bassi (arrivano al ginocchio) ad alti (quasi due metri di altezza) senza una precisa logica e con la pavimentazione che sale e scende. All’inizio non dice molto ma quando si entra nello spirito giusto e ci si aggira tra i blocchi più alti il senso affiora alla coscienza.

Sono le 21 passate e decidiamo di tornare in hotel. Prendiamo la Leipziger Straße e poi la Gertrauden Straße e da qui la Wallstraße fino all’hotel. I grandi viali sono vuoti e solo nelle zone più turistiche c’è ancora vita. Ristoranti e chioschi restano aperti fino a tardi e non si rischia di rimanere a stomaco vuoto. Anche per i vegetariani come me la vita è semplice grazie ai diversi Marché Berlin, una catena di ristorazione che offre antipasti, primi, secondi, contorni e frullati con frutta e verdure fresche e preparate al momento. Bisogna dire che Berlino ha così tanti chioschi e dagli odori così diversi e contrastanti tra loro che potrebbe essere riconosciuta con l’olfatto ed i vegetariani devono abituarsi ad assaporate una gustosa zuppa di legumi mentre da destra arriva l’odore dei wurstel grigliati e da sinistra le polveri dei cantieri. Sesto consiglio*: a Berlino si trova proprio di tutto ma, eccetto currywurst e cibo indiano, il resto è da cercare e, a volte, dislocato in quartieri ben specifici. In Prenzlauerberg, ad esempio, è forte la presenza di negozi biologici (99%) e ristoranti vegetariani (50%) mentre nei principali luoghi d’attrazione ci sono molti ristoranti italiani.

MARTEDI’ 18 AGOSTO 2009 (21 km) Alle 9:30 siamo fuori dall’hotel e ci incamminiamo in direzione opposta all’isola dei musei fino all’incrocio con la Heinrich-Heine-Straße e da qui arriviamo ad Oranien Straße. La via è un susseguirsi di ristoranti e café. Noi ci fermiamo su una panchina in Oranien Platz per poi riprendere il tragitto lungo la Skalitzer Straße fino all’Oberbaumbrücke. Il ponte è suggestivo con la sua struttura esterna in mattoncini rossi e lo attraversiamo affascinati fino al brusco risveglio: a sinistra c’è la Mühlenstraße e ciò che resta del muro di Berlino. A novembre si festeggeranno i 20 anni dalla caduta del muro perciò intorno ad esso c’è fermento e numerosi artisti sono impegnati nel restauro dei graffiti. Parti di muro sono state tinteggiate in grigio (come base di preparazione per il murales che dovrà essere fatto in seguito) e questo ci ha permesso di comprendere ancora di più come doveva apparire ai berlinesi il muro durante gli anni della guerra fredda.

Dalla Mühlenstraße ci siamo diretti alla Halbinsel di Stralau ma non siamo arrivati fino alla punta perché il quartiere non ci piaceva ed abbiamo preferito tornare indietro ed attraversare il ponte che collega Stralau al Treptowerpark. Il parco è bellissimo, ben curato e dal porticciolo partono numerose gite in battello. Ci incamminiamo lungo Pushkin Alle, che due ponti dopo diventa Schlesische Straße, e all’incrocio con la Falkenstein Straße ci sediamo da “Amar”, un ristorante indiano pulito e dal personale cordiale. Insieme al menù, in tedesco o inglese, ci viene servita un’ostia croccante e piccantissima da intingere in tre salse. Dopo meno di un minuto dall’ordine ci arriva la zuppa ed una frittellina. La zuppa è povera (piselli, sedano e prezzemolo) e speziatissima oltre che di colore giallo per la quantità di curry. I samosas e le cipolle fritte sono adagiati su un letto di insalata e pieni di una salsa rosa mentre le patate con crema di spinaci sono accompagnate da riso basmati ed insalatona a parte. Le porzioni sono abbondanti e nonostante abbia accantonato il cibo con la salsa sono sazia quando nel piatto c’è ancora molto da mangiare. Chiedo di poter portare via i samosas e parte delle cipolle e paghiamo, per cibo, una 0,20 di acqua e una 0,20 di sprite, 20,60 euro.

Raggiungiamo il Maybach Ufer passando attraverso il Görlitzer Park, l’unico parco poco curato che abbiamo visto. Il mercato turco si estende dall’incrocio con Hobrechtstraße a quello con Kottbusserdamm ed è stato ribattezzato la patria dei tessuti e la tomba dell’igiene. Si trovano cibo (tutto all’aperto), vestiario, articoli per la casa e, ovviamente, tessuti di tutti i tipi e fogge. Settimo consiglio*: se amate l’igiene avrete problemi a mangiare a Berlino (a meno di sedervi in un ristorante dove la cucina non si vede ma il conto si legge benissimo!) perché tutti i cibi vengo presi d’assedio da sciami di api e nugoli di mosche e moscerini. Ci si “salva” solo se il cibo è imbustato o dentro i barattoli. Abbiamo visto più di una macelleria invasa da mosche che banchettavano con la carne! I casi sono due: o i berlinesi non conoscono le più elementari norme igieniche oppure qui le mosche sono pulite e, perciò, hanno il “permesso” di avvicinarsi al cibo. Gli insetti sono così ben adattati a vivere con l’uomo che è possibile trovarne in numero insolitamente grande anche in posti dove l’aria condizionata è al massimo. Le api non danno fastidio alla persona ma solo al cibo che si vuole acquistare ed è veramente difficile rinunciare alle ciambelle di Homer Simpson anche se queste sono impossibili da distinguere l’una dall’altra per lo sciame che le ricopre.

Attraversiamo il ponte della Kottbusserdamm e ci dirigiamo in Skalitzer Straße dove, ripercorrendo la strada al contrario, torniamo in Oranien Platz da dove ci incamminiamo verso la Michaelkirche.

Il bacino d’acqua offre frescura, i giardini sono curati e davanti alla chiesa c’è un café che offre anche le sdraio per abbronzarsi un po’.

Alle 18 arriviamo a Potsdamer Platz ed entriamo al Sony Center (*c’è il wifi gratuito) dopo aver seguito il tracciato del muro di Berlino (è segnalato da due file di mattoncini sull’asfalto) dalla Michaelskirche fino a Potsdamer Platz attraverso il Check Point Charlie ed il Martin-Grophius Bau.

Ci dirigiamo al negozio Sony e notiamo che i prezzi sono europei ma i commessi tedeschi (nell’accezione positiva del termine). Un grande maxi-schermo al centro del Sony Center mostra le immagini dal campo di atletica mentre di lato è stata sistemata una pedana per il salto in lungo. Noi preferiamo un gelato da Häagen-Dazs Shop. I prezzi sono elevati ma quando vediamo il piatto ci dimentichiamo di aver speso 8,40 euro per una Belgian Waffle Dream (una pallina di gelato al caramello ed una alla crema con praline adagiate su un waffle belga e ricoperte di topping al caramello e due nuvole di panna ai lati). Lascio la panna ed affondo il cucchiaio nel gelato con praline. Ottavo consiglio*: mangiare a Berlino non è economico come si possa pensare, a meno che si entri nei fast food. Anche i chioschi hanno prezzi relativamente alti e abbiamo potuto constatare che ciò non cambia se da una zona turistica ci si sposta in una zona residenziale o decisamente povera. La nostra fortuna è stata la busta di cibo preparato a casa che ci ha sfamato fino a giovedì e ci ha consentito di risparmiare molto. Per la famiglie o gruppi di persone è conveniente affittare un appartamento e preparare i cibi a casa.

Ripercorriamo la Leipziger Straße per tornare in albergo e lungo la strada ci fermiamo da Kaiser’s, un supermercato dove acquistiamo patatine biologiche, antipasti cinesi e, pura follia del mio compagno di viaggio e di vita, l’acqua alla mela-pera (era troppo curioso di assaporarla e, come prevedibile, se ne è presto pentito). La via è incorniciata da palazzi enormi e mi soffermo a guardare un citofono su cui conto oltre 70 appartamenti e mi chiedo come, e dove, possano svolgersi le riunioni di condominio! MERCOLEDI’ 19 AGOSTO 2009 (12 km + 10 fermate metro) Dall’hotel andiamo sull’isola dei musei e da qui ci dirigiamo verso la Bebelplatz scoprendo che è divisa in due, da una parte un bel giardino curato e dall’altra un lastricato con le famose finestre che lasciano intravedere scaffali vuoti a ricordo del rogo dei libri ordinato nel periodo nazista.

Dalla Bebelplatz ci spostiamo verso la Gendarmenmarkt, che ricordavo molto più luminosa, e le sue chiese “gemelle”, il Französischer Dom ed il Deutscher Dom. All’angolo tra Charlottenburgstraße e Mohrenstraße c’è la famosa cioccolateria Fassbender&Rausch ma alle 10 è aperto solo il negozio mentre il café apre alle 11 perciò prendiamo la Friedrichstraße dove troviamo un supermercato Kaiser’s e prendiamo uno strudel con noci tostate ed un krapfen glassato pagando 1,10 euro. Raggiungiamo il Check Point Charlie. Il crocevia è affollato di turisti, venditori e zingari. La situazione mi dà un po’ di nausea e, dal momento che ho già visitato il museo nel ’97 e da allora porto il suo ricordo dentro, decidiamo di proseguire. In questo modo abbiamo più tempo da trascorrere alla Topographie des Terrors che, purtroppo, è ancora in costruzione ed i lavori non finiranno prima del 2010. Ci attende un percorso fotografico all’aperto con foto e didascalie (solo in inglese e tedesco). Da questo luogo della memoria decidiamo di passare al Deutches Technik Museum e fare qualche esperimento scientifico. Trovarlo non è stato semplice perché la via in cui è ubicato l’ingresso non è presente sulla mappa e non sapevamo dove andare. Per fortuna ci sono i cartelli segnaletici che ci hanno guidato. Dalla Stresemanstraße abbiamo preso la Möckernstraße e a qui si prosegue sempre diritto, si attraversa il ponte e si gira a destra (il museo è a sinistra e si riconosce da un aeroplano che spunta dal tetto). Il museo è grande, quasi totalmente interattivo ed adatto sia ai bambini che agli adulti. Oltre ciò è economico: solo 4,50 euro il biglietto intero, 2,50 euro per studenti e gratis fino a 18 anni. Trascorriamo quasi due ore in questo splendido museo. All’uscita seguiamo il Tempelhoferufer e lo Schöneberger Ufer fino all’incrocio con Potsdamer Straße e da qui fino alla Kurfürstenstraße in direzione zoo. La Kurfürstenstraße non è da confondere con la Kurfürstendamm poiché la seconda è la via dei negozi alla moda mentre la prima è il viale delle prostitute (a Berlino la prostituzione è legale) che richiamano i passanti a voce alta o restano in attesa sul ciglio della strada.

La Kurfürstenstraße è piuttosto lunga ed impieghiamo un bel po’ ad arrivare alla Breitscheidplatz e qui veniamo sorpresi da una folla incredibile perché se è vero che Berlino è molto affollata nei suoi punti più turistici, i mondiali di atletica rendono tutto più caotico. Al centro della piazza hanno predisposto una pista per i 60 metri in cui ci si può confrontare con altri quattro concorrenti ed una riproduzione in cartone di un famoso atleta.

La Kaiser-Wilhelm-Gedächtnis-Kirche è chiusa perciò entriamo nell’Europa Center per ammirare l’orologio a liquido: semplicemente stupendo (soprattutto quando cambiano i minuti).

Dopo un riposino su una panchina (siamo stanchissimi) andiamo a mangiare da Marché Berlin (Kurfürstendamm 14/15), il self-service con prodotti freschi e preparati al momento di cui ho parlato prima. Oltre ad essere buonissimo (fan dei currywurst non me ne vogliate) e relativamente economico è da segnalare che non ci sono api e mosche nel locale o sui cibi e la toilette è gratuita. Nono consiglio*: andare al bagno quando si è in giro per Berlino è semplice: ci sono tantissime toilette pubbliche e tanti café dove poter andare e sono tutte pulitissime. Quasi tutte, però, sono a pagamento. Il prezzo varia da 30 centesimi a 1 euro. Di seguito segnalo le toilette pubbliche gratuite e quelle a pagamento che ho incontrato. Toilette gratuite: Niederkirchestraße a destra del Martin-Grophius Bau (si deve oltrepassare il cancello di ferro del Restaurant Grophius e poi subito a sinistra); Alte Nationalgalerie; Pergamon Museum (ma c’è la fila); ristorante Corroboree (vicino il Bode Museum). Toilette a pagamento: Sony Center; Deutches Technik Museum; KaDeWe; LaGaleria Kaufhof in Alexander Platz.

Le gambe non ci reggono più e decidiamo di prendere la metro ma la linea U2 non passa dalla Kurfürstendamm perciò ci incamminiamo lungo la Tauentzienstraße verso Wittenbergplatz. Prima della fermata entriamo al KaDeWe dove, senza nemmeno guardarci intorno, prendiamo l’ascensore per raggiungere il 6° piano, quello del cibo. Un’oasi felice, un paradiso, un nirvana, non c’è nulla tra i piaceri promessi nell’aldilà che possa rendere la delizia del posto. Appena scesi dall’ascensore ci siamo imbattuti in uno stand di caramelle e ci siamo riforniti di “energie” per girare il piano. Non possiamo trattenerci a lungo perché sono quasi le 20 e sta chiudendo. Decimo consiglio*: gli orari di chiusura sono fatti rispettare perciò se un negozio chiude alle 20 entro le 20 bisogna essere fuori (ci si “salva” solo se si è in fila a pagare) e ci sono gli addetti che richiamano i clienti uno ad uno e li accompagnano all’uscita.

Prendiamo la metro ed in dieci fermate siamo davanti all’hotel. La linea U-Bahn 2 è molto interessante perché per lunghi tratti è sopraelevata e permette di osservare i dintorni. In questo modo abbiamo scoperto una vasta area adibita a spiaggia con oltre 30 campi da beach volley vicino al Deutches Technik Museum (lo si vede dalla fermata Gleisdreieck). Undicesimo consiglio*: decidere di camminare o di usufruire dei mezzi pubblici dipende da voi. Il calcolo della convenienza, invece, è matematico. Se avete programmato più di tre corse in metro (2,10 euro ogni corsa in zona AB) conviene il biglietto giornaliero (6,10 euro per corse illimite in zona AB); se avete programmato più di tre corse in metro per tre giorni consecutivi (18,30 euro in zona AB) conviene fare la BerlinWelcome Card (22 euro in zona AB) perché oltre alle corse illimitate per 72 ore offre anche gli sconti a musei ed altre attrazioni (attenzione: offre sconti non gratuità).

GIOVEDI’ 20 AGOSTO 2009 (15 fermate metro + 5 km + 20 fermate metro + 6 km) Prendiamo la U2 da Märkisches Museum a Wittenbergplatz per fare colazione al Wintergarten all’ultimo piano del KaDeWe: molto caro e molto buono. Ci sono le api ma non le mosche (è già qualcosa). Patate al forno, uovo sodo, due cornetti al cioccolato, una spremuta di ananas e fragola ed un cappuccino a 16 euro. Con la pancia piena ritorniamo in Wittenbergplatz per raggiungere la Sophie-Charlotte Platz. Camminiamo lungo la Schloßstraße fino allo Schloß Charlottenburg dove trascorriamo più di tre ore. È un peccato che molte cose siano andate distrutte e abbiano dovuto sostituirle. Il prezzo intero è 14 euro e 10 euro per il ridotto ed è conveniente se si considera che permette di visitare oltre cinque castelli (è quasi impossibile ma almeno due si potrebbero fare). L’audioguida, come sempre, è compresa nel prezzo ed è molto istruttiva per i bambini e per gli adulti (eccetto gli uomini che si stufano alla seconda stanza). Il parco è accessibile a tutti ed è gratuito mentre è a pagamento il Belvedere, una piccola costruzione in fondo al parco che racchiude un’ampia collezione di finissime porcellane e, a dispetto del nome, non permette di guardare alcun panorama. È inaccessibile per i disabili.

Riprendiamo la U2 fino ad Eberswalder Straße e scendiamo lungo Schönhauser Alle verso Alexander Platz. In Dircksenstraße, al civico 145, incontriamo il supermercato biologico Bio Company in cui acquistiamo una macedonia, un guaranito ed un succo di arancia per 13,94 euro e ce li gustiamo ai tavolini fuori insieme a cinque simpatici passerotti.

Camminiamo per Scheunenviertel, il quartiere che fin’ora ci ha più entusiasmati, e ci accorgiamo di quanta vivacità ed allegria si respira la sera al punto da consigliare di visitare questa città di notte invece che di giorno.

È ora di cena e lungo la Oranienburgerstraße troviamo un locale che prepara falafel a 2,50 euro l’uno. Entriamo e ne usciamo poco dopo con un panino pieno di insalata e senza falafel (lo hanno dimenticato) ed un panino con insalata e salsiccia (non si sono accorti della differenza). Il nome di questo locale è Esra ed è al civico 87.

Al civico 6 della stessa via, invece, vediamo Califa, un altro locale che promette falafel a 2,50 euro l’uno. Entriamo è l’atmosfera è molto diversa: poco affollato, cucina pulita, panino giusto e proprietario disponibile.

Anche la zona intorno al Radisson Blu è frequentatissima di notte ed è simpatico osservare gli uccelli che passando sopra il tetto dell’hotel si tingono di blu.

Sono passate le 20 e ci sembra giunto il momento di visitare il Pergamon Museum gratuitamente. Purtroppo un cartello ci informa che le visite gratuite sono sospese fino al termine di una mostra temporanea. Entro e chiedo informazioni. Un signore molto gentile mi consiglia di acquistare il ticket giornaliero Museumsinsel per vedere tutti i musei dell’isola a 14 euro (7 euro il ridotto per studenti) e decidiamo che domani sarà il momento giusto poiché il meteo ci informa che venerdì pioverà. Dodicesimo consiglio*: in molte attrazioni ci sono riduzioni per studenti in possesso di libretto perciò è consigliabile portarlo con sé. Ricordate, però, che il prezzo del biglietto serve a finanziare il museo, il suo mantenimento e la custodia delle opere perciò, se non vi è concesso alcuno sconto, accontentatevi sapendo di aver contribuito in pieno alla conservazione del luogo e delle opere che vi accingete a visitare.

VENERDI’ 21 AGOSTO 2009 (10 km) Compriamo i biglietti Museumsinsel all’Altes Museum e iniziamo la nostra visita, poi ci dirigiamo alla Alte Nationalgalerie e al Pergamon. Qui ci attende una fila molto lunga ma siamo fortunati: i possessori di biglietto entrano … Dall’uscita! Perciò superiamo la fila e siamo dentro. Tredicesimo consiglio*: se avete intenzione di acquistare i biglietti validi per più musei non fate la fila al Pergamon ma andate all’Altes Museum: risparmierete tempo.

Il Bode Museum lo lasciamo per ultimo e preferiamo pranzare, prima della visita, perché sono già le 14. La zona è ricca di ristoranti e noi ci incamminiamo lungo Am Weidendamm, una prosecuzione della Am Kupfergraben, oltrepassando bistrò, ristoranti italiani e pizzerie per fermarci da Corroboree, un ristorante australiano dov’è possibile mangiare carne di canguro. Io, da vegetariana, ordino una Thai soup e patate al forno con verdure stufate, il mio compagno patate dolci al curry e da bere uno smoothy tropical (mango, kiwi e ananas). Il servizio non è rapido, segno che le portate le stanno cucinando davvero e non riscaldando al microonde. Quattordicesimo consiglio*: se avete paura dei terremoti Berlino non fa per voi. S-Bahn e U-Bahn passano un po’ ovunque e stanze e mobili tremano al passaggio dei treni.

Il Bode Museum non ci è piaciuto molto, forse per la stanchezza o per la pesantezza del pranzo o, ancora, perché l’audioguida è solo in inglese o tedesco, il risultato è che dopo solo mezz’ora siamo fuori in cammino lungo la Oranienburgerstraße per visitare la BonBonMacherei che, purtroppo, troviamo chiusa per ferie. Per trovarla è necessario superare l’ingresso di un cortile interno al civico 32 e subito sulla sinistra, dopo la vetrina di un negozio di abbigliamento, c’è la porticina bianca della fabbrica di bon bon.

Prendiamo la Tucholskystraße fino alla Linienstraße e da qui passiamo sulla Torstraße e poi sulla Weinbergsweg. Il quartiere diventa sempre più carino e comincia la salita. Raggiungiamo la Kastanienalle ed ammiriamo la Zionskirche, davvero molto suggestiva. Proseguiamo pensando di poterci fermare da Babel, al civico 33, ma il posto ci sembra un po’ squallido ed i prezzi alti (3,80 euro per un falafel che intorno ad Hackerscher Markt costa 2,50 euro). A questo punto svoltiamo a destra, sulla Odebergerstraße per incrociare la Knaackstraße e ci infiliamo da Anita Wronski, un café carino, dalla commessa gentile e dal cibo buono, pulito e dai prezzi modici. È la prima volta che ci portano esattamente quello che abbiamo ordinato. O il mio tedesco sta migliorando oppure il servizio è davvero scrupoloso (ed io propendo per la seconda ipotesi). *Dentro il locale, inoltre, c’è il wifi gratuito.

Lungo la via si incontra la KulturBrauerei che è imponente e dinamica al tempo stesso. Ci sono scuole di musica e danza, ristoranti, café, cinema, teatro e tanto altro. Sembra la Sapienza di Roma dedicata alla cultura dell’intrattenimento e dello spettacolo. Abbiamo visto passare ragazzi con gli strumenti musicali, altri con gli spartiti di Tchaikovsky e adulti in abito da sera con violino e violoncello sottobraccio. Dopo aver osservato la Wasserturm ci dirigiamo verso il Volkspark Friedrichshain per ammirare la Märchenbrunnen, la fontana con sculture dei personaggi delle favole dei fratelli Grimm. Sono le 18:30 ed i lampioni si accendono. Lungo la Prenzlauer Allee la pioggia, che non ci aveva quasi mai abbandonato durante la giornata, diventa un violento temporale e dobbiamo riparare nel portico di una palestra. Quindicesimo consiglio*: se si è in hotel è consigliabile leggere il bollettino meteo che espongono quotidianamente oppure, se si ha accesso alla rete internet, controllare su siti seri o, infine, accendere la tv se la si ha a disposizione. Di solito non si sbagliano da un giorno all’altro. In caso di pioggia l’itinerario consigliato è quello dell’isola dei musei, perché sono tutti vicini, o spostarsi in metro tra i vari musei (assicurarsi, però, che le stazioni metro siano vicine al luogo dove volete recarvi).

Appena le gocce si fanno più piccole ripartiamo ma all’incrocio con la Torstraße dobbiamo di nuovo fermarci. Siamo “zuppi” nonostante gli ombrelli e gli impermeabili. In lontananza vediamo Alexander Platz con i suoi portici ed i centri commerciali e facciamo un ultimo tratto fino al centro LaGaleria dove scopriamo Kotobuki Asia, ristorante giapponese, dove assaporiamo un abbondante piatto di noodles con tofu fritto e verdure a 4,50 euro. Insieme al giapponese c’è il ristorante italiano che propone pasta e pizza fatti a mano in vari modi. Non ci abbiamo mangiato ma dall’affollamento direi che piace.

SABATO 22 AGOSTO 2009 (15 km + 14 fermate metro + 9 km) Vorrei visitare il mercatino di Straße des 17. Juni ma la mia volontà si scontra con i programmi dei mondiali di atletica che prevedono l’ultimo tratto della maratona nel cuore del Tiergarten fino alla porta di Brandeburgo. Visitare il parco non è stato semplice ed in alcuni tratti abbiamo dovuto “aggirarlo” accontentandoci di una piacevole camminata lungo le rive della Spree. Raggiungiamo la Große Stern e la Siegessäule e qui vediamo i maratoneti impegnati negli ultimi chilometri. La Hofjagerallee è piena di gente e preferiamo attraversare il parco passando dal Neuen See (c’è un cartello in basso a sinistra che lo indica ma è un po’ difficile da individuare. Seguite le indicazioni per l’omonimo Cafè). Questa via, oltre ad offrire un gradevole riparo dal sole, costeggia lo zoo di Berlino permettendo la visita gratuita di gnu, struzzi, dromedari, volatili e lama. Proseguiamo lungo le mura dello zoo fino all’incrocio con la Hardenbergstraße e da qui andiamo dritti in Joachimstraße fino alla Kurfürstendamm dove pranziamo (Marché Berlin al civico 14). Sedicesimo consiglio*: i numeri civici di Berlino sono consecutivi e non, come in Italia, i pari da un lato ed i dispari dall’altro. Ad ogni incrocio, oltre al nome della via sono segnati i numeri civici per agevolare la ricerca di un posto. Quanto detto non è valido in tutta Berlino poiché in alcune zone, come Prenzlauerberg, i numeri civici sono “all’italiana”.

Percorriamo la Fasanienstraße e ci appare un’oasi dopo l’affollamento della Kurfürstendamm. Nella piazza di Fasanienstraße c’è una fontana molto particolare che si estende in altezza in cui l’acqua, grazie ad un gioco di piani inclinati, scende a zig zag. Camminiamo lungo la Pariserstraße e ci fermiamo a fotografare la Ludwigkirche. Arriviamo alla Olivaer Platz e da qui torniamo indietro lungo la Lietzenburger Strasse fino a raggiungere il KaDeWe dove assaporo una deliziosa crepé con zucchero e cannella (2,95 euro). Prendiamo la metro fino a Rosa-Luxemburg Platz (le gambe non reggerebbero a tanto ed il tempo stringe) e da qui a piedi fino al Volkspark Friedrichshain passando per la Torstraße e salendo la Otto-Braun-Straße. La Märchenbrunnen, la fontana delle favole, è davvero bella ed i raggi del sole che tramonta la rendono ancora più suggestiva. Sulle panchine ci sono coppie di innamorati, famiglie, ragazzi che leggono o sorseggiano … Birra, ovviamente. Per cena torniamo da Kotobuki Asia dentro LaGaleria in Alexander Platz.

DOMENICA 23 AGOSTO 2009 Berlino è strana. Quasi tutto è chiuso tranne alcuni centri commerciali, gli hotel, i musei (chiudono il lunedì) e, ovviamente, i mezzi pubblici.

Lungo il tragitto con la S-Bahn 9 verso l’aeroporto rivediamo posti che ora ci sembrano familiari e ci accorgiamo di aver davvero fatto molta strada.

All’aeroporto è tutto molto semplice, curato, perfetto. Dove andare lo si legge dai cartelloni. Il check-in è semideserto. I controlli sono doppi (prima di effettuare il check-in e prima dell’imbarco) eppure non c’è fila. L’aereo parte ed atterra in anticipo. Mettiamo piede in Italia, riprendiamo i bagagli ed usciamo. La fila al check-in di Pescara è un fiume straripato di persone nervose, la macchina per fare il biglietto del bus è rotta e nessuno li vende perciò ci facciamo una corsa gratis (abbiamo calcolato che un giorno di macchinetta rotta e biglietti non emessi comporta al servizio di trasporto una perdita di quasi 100 euro l’ora facendo il calcolo su una media di 20 persone a corsa. Considerate che la nostra corsa portava oltre 40 persone).

La linea che collega l’aeroporto con Pescara centro è la numero 38 che in mezz’ora ci porta alla Stazione Centrale e da qui, dopo un’ora (la domenica ci sono pochi treni) si parte per casa.

Il viaggio è finito e già non vediamo l’ora di ripartire! Auguro a tutti buon viaggio, ovunque siate diretti! 🙂



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