Vacanze nell’Astigiano: una domenica di romanica follia
Era dall’anno scorso che volevo provarci e domenica scorsa ci sono riuscito. Riuscito a scoprire quante antiche chiese e pievi del circuito del Romanico Astigiano fosse possibile visitare in una giornata.
Operazione folle che non suggerisco. Gioco personale a correre tra le bellezze storiche dell’Astigiano, tra una ventina di emozionanti capolavori d’arte antica, spesso e volentieri circondati da panorami da urlo.
Ma partiamo dall’inizio: l’obiettivo di già era quello spettacolare insieme di gioielli medioevali chiamato Romanico Astigiano. Primi fra tutti Albugnano con Santa Maria di Vezzolano e la chiesa di San Pietro; Aramengo con la chiesa di San Giorgio in frazione Masio; Berzano San Pietro e San Giovanni; Buttigliera e San Martino; Castelnuovo Don Bosco con Sant’Eusebio; Cerreto d’Asti e Sant’Andrea di Casaglio; Cocconato con Madonna della Neve; Cortazzone e San Secondo; Montafia e le sue San Martino e San Giorgio di Bagnasco; Montiglio con San Lorenzo e la chiesa dei Santi Sebastiano e Fabiano a Scandeluzza; Tonengo e San Michele. Quindici luoghi millenari dal fascino inestimabile, ricchi di storia e testimonianze d’arte. Luoghi da visitare con calma, immersi nel verde che li circonda, scegliendone due o tre a cui dedicare tempo ed attenzioni per trarne il massimo di conoscenza, piacere ed emozioni.
Moltissime, se non tutte mi erano note e più volte erano riuscite ad emozionarmi e allora, si corre. Partenza da San Secondo a Cortazzone, chiesa inserita con maestà al centro di una corona di verdi colline. Impossibile non fermarsi a rivedere l’unicità delle sue sculture zoomorfe e antropomorfe, dentro e fuori, e la particolare ricchezza di decorazioni scultoree, intrecci, fregi, fogliami e viticci, esempi fantastici d’antica simbologia religiosa.
Una breve corsa in auto ed ecco Montafia. Qui, prima la chiesa cimiteriale di San Giorgio, a Bagnasco. Struttura del XII secolo, importante nelle dimensioni e interessante negli affreschi quattrocenteschi. Non lontana la chiesa di San Martino, nel cimitero di Montafia. Broom, broom, ed eccomi a Buttigliera d’Asti a rimirare la chiesa di San Martino, antichissima: pare risalga all’epoca carolingia, fine 700, ma la sua prima attestazione risale al 1034. Una rapida occhiata alla collezione di iscrizioni che ricoprono la sua parete sud, per ritrovare, tra le tantissime, l’Anno Domini 1522 maxima pestis vigebat Butiglerie, sulla pestilenza di inizio Cinquecento
Urca, la mattina era già andata. Con un panino tra le mani, un bel giro in quel capolavoro unico che è Vezzolano, e poi la chiesa di San Giovanni Battista a Berzano di San Pietro. Emozionante nel suo ergersi isolata alla sommità di un colle, circondata da verde e boschi. Altro broom, broom ed ecco la Chiesa di San Pietro, ad Albugnano, datata ufficialmente 1235, anche se molto probabilmente risalente all’XI secolo. Giusto il tempo poi per raggiungere la chiesa di San Michele a Tonengo che si è fatta ora di tramonto. Il tempo per godere, a questo punto nel massimo della calma, del suggestivo colpo d’occhio da sotto, nel percorrere l’erta scalinata che si dice voglia evocare la simbologia ascensionale legata al culto di San Michele, e dalla cima dell’altura che la ospita dal 1100, a immergersi nella naturale bellezza del Nord Astigiano.
Non saprei dire se otto visite sia record o no. Ne suggerisco emulazioni di alcun tipo. La bellezza è meglio godersela piano, piano. Resta il fatto che, pur se felicissimo della domenica di romanica follia, per qualche settimana viva il gotico.