Giro della Sicilia
Dopo aver passato le ultime estati in giro per l’Europa, finalmente si torna nella mia terra d’origine: Sicilia! È stata una bellissima esperienza che ci ha stupito, meravigliati dalla scoperta di così tante perle nascoste all’interno di questa bellissima isola
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Giorno 1 – lunedì 3 luglio 2017
Siamo partiti da Enna, mia città di origine, dove tuttora vive quasi tutta la mia famiglia e dove ho vissuto gran parte della mia vita. La prima destinazione è stata la spiaggia isola delle correnti, uno dei miei posti preferiti, un piccolo angolo di paradiso nel quale si incontrano lo Ionio ed il Mediterraneo. Durante la bassa marea un piccolo braccio artificiale collega l’isola alla terraferma rendendo questo il punto più a sud della Sicilia. Tra bagni e relax abbiamo raggiunto l’isolotto, molto piccolo tanto da girarlo in pochissimo tempo. Incuriositi siamo entrati nella struttura principale, un’antica postazione militare ormai in disuso da tempo, su cui spicca il faro, del quale tanti anni fa esisteva un guardiano, che con la sua famiglia alloggiava in un’abitazione adiacente, anch’essa abbandonata. Peccato che questo edificio sia in stato di abbandono. Un restauro, data la sua posizione, lo renderebbe un’attrazione turistica imperdibile. Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto Marzamemi, un piccolo gioiello. Si tratta di un borgo marinaro che, specialmente di sera è avvolta da un’atmosfera magica. Per fortuna (di chi lo visita) non gode della giusta rilevanza all’interno delle guide quindi, almeno a luglio, non è soggetto all’invasione del turismo di massa. È veramente rilassante passeggiare tra le sue stradine e la bellissima piazza, fulcro di tutto il borgo. La ciliegina sulla torta e stata l’ottima cena del ristorante Al Boccone, consumata seduti ad un tavolo apparecchiato su un parapetto affacciato sugli scogli, un’esperienza molto romantica. Dopo cena, ed altri due passi, siamo rientrati al B&B Suliccenti dove avevamo, qualche giorno prima, riservato una camera.
Giorno 2 – martedì 4 luglio 2017
Dopo un’ottima colazione ci siamo recati al piccolo porticciolo di Marzamemi dove abbiamo prenotato un giro nel battello “Gemini”, a visione subacquea, organizzato dalla Sikelia Sail. Simpatici e preparati Maria, studentessa dell’ultimo anno di liceo, e Cesare, proprietario e capitano dell’imbarcazione. Mentre guardavamo affascinati attraverso il fondo trasparente, ci hanno raccontato in cosa consistono flora e fauna del luogo e poi, spingendoci più al largo, ci hanno mostrato le colonne romane che si sono abissate nell’antichità. Dopo un bagno ed una bibita fresca siamo tornati a Marzamemi e qui Maria ci condotti per un piccolo tour del borgo raccontandocene la storia ed infine, presso un’azienda locale, mostrandoci come viene lavorato il tonno ancora oggi. Chiuso il tour, nel primo pomeriggio, ci siamo messi in macchina in direzione Calamosche. Poiché questa stupenda spiaggia si trova all’interno della riserva di Vendicari è necessario, parcheggiata l’auto, percorrere un tratto di circa venti minuti a piedi. La bellezza del luogo, una piscina naturale, ci ha ripagati dal caldo e dalla fatica, così ci siamo rilassati per un paio d’ore. Percorsa a ritroso la strada ci siamo diretti a Villa Felicia, un bel b&b, realizzato all’interno di un agrumeto, dove avevamo in precedenza prenotato una camera. Il tempo di una doccia e siamo andati a Noto dove avevamo appuntamento con una coppia di amici, anch’essi in vacanza in Sicilia. Di Noto abbiamo visto ben poco, giusto la strada principale, in quanto, per cena, avevamo riservato un tavolo presso il ristorante Campisi, a Marzamemi, dove abbiamo gustato dei piatti di pesce a dir poco sensazionali. Il ristorante, e l’idea di portare i nostri amici a vedere Marzamemi, sono stati solo un pretesto per tornarci. La voglia di passare un’altra sera in questo bellissimo borgo era tanta, così abbiamo colto la palla al balzo. Questa seconda serata ha confermato le sensazioni della precedente. Marzamemi è une dei più bei posti in Sicilia.
Giorno 3 – mercoledì 5 luglio 2017
Abbandonata per un attimo la costa questa mattina ci siamo addentrati in una natura più incontaminata, Cavagrande, nella riserva naturale orientata del Cassibile. Si tratta di un canyon nel cui fondovalle si è formato un complesso sistema di piccole cascate e invasi naturali balneabili, con imponenti pareti calcaree a picco a farne da contorno. Ci sono diversi sentieri per raggiungere i laghetti così abbiamo optato per il più comune. Ciononostante si tratta di un percorso molto ripido, generalmente agevole ma accidentato in qualche punto. Dopo più di un’ora abbiamo raggiunto i meravigliosi laghetti ed a questo punto ci siamo totalmente rilassati. Così come a Calamosche, anche in questo caso non c’era moltissima gente. Temo che ad agosto la situazione sia ben diversa. Buon per noi! L’acqua, cristallina, aveva una temperatura perfetta, si poteva stare immersi per ore senza patire il freddo. Nel pomeriggio è arrivato il momento di lasciare questo luogo paradisiaco. La salita è stata dura, ma alla fine, passo dopo passo, madidi di sudore ce l’abbiamo fatta. Arrivati in cima, prima di andare via, presa nel baretto una bibita rinfrescante, ci siamo goduti lo spettacolare panorama del canyon dall’alto. Smaltita la fatica ci siamo rimessi a bordo della nostra fedele auto, ormai quasi maggiorenne, ed abbiamo raggiunto Aci Castello, a poco meno di un paio d’ore di distanza, dove avevamo preso una camera presso il B&B Blu ed il castello. Dopo esserci sistemati in camera ci siamo incontrati con degli amici che vivono a Catania per andare a mangiare un boccone alla Putia di Colapesce, ad Aci Trezza. Come suggerisce il nome, putìa, ossia bottega, non si tratta di un ristorante ma di una gastronomia self service e take away dove è possibile gustare ottimi piatti di pesce. Dopo cena ci siamo fermati a scambiare quattro chiacchiere, sorseggiando una bibita fresca, presso il caratteristico porto. Intorno a mezzanotte siamo rientrati in camera, dove, un po’ provati dal caldo e dalla fatica della giornata ci siamo addormentati non appena poggiata la testa sul cuscino.
Giorno 4 – giovedì 6 luglio 2017
La sosta per la notte ad Aci Castello non è stata casuale. L’idea era quella di trovarci più vicino possibile al Monte Etna. L’idea iniziale era quella di una vacanza rilassante, le cui tappe dovevano essenzialmente consistere in zone balneabili ed il vulcano non possedeva queste caratteristiche. Fortunatamente abbiamo cambiato idea, l’attrattiva era troppo forte, e meno male perché è stata una delle più tappe più belle, non a caso patrimonio dell’umanità Unesco. Da Aci Castello si raggiunge il rifugio Sapienza, punto di partenza della funivia che conduce ai crateri, in circa un’ora. Noi ci abbiamo messo un po’ di più, affascinati dal paesaggio sempre più lunare che si presentava davanti i nostri occhi man mano che salivamo. In qualche punto non abbiamo resistito alla tentazione di scendere per scattare qualche foto. Arrivati al rifugio, parcheggiata la macchina e scattata qualche altra foto, abbiamo acquistato il biglietto della funivia che da quota 1900 metri, dove ci trovavamo, ci ha portati fino a 2500. Dalla telecabina si gode di una vista meravigliosa, ammirando i più temerari che decidono di percorrere il tratto a piedi. A quota 2500 metri degli speciali autobus fuoristrada ci hanno condotti ai crateri storici principali, a 2900 metri sul livello del mare. Non è semplice descrivere la sensazione trasmessa da questo luogo. Sembra di camminare sulla luna se non fosse per la bellissima vista mare a riportarci sulla terra. Nel pacchetto funivia più bus era compresa anche una visita guidata dei crateri. Senza la guida probabilmente molti aspetti, e qualche chicca, ci sarebbero sfuggiti. Ripreso l’autobus siamo tornati a quota 2500 metri dove, essendo ben oltre l’ora di pranzo, affamati abbiamo mangiato un boccone nel bar presente alla stazione di arrivo. Tornati al rifugio Sapienza non abbiamo resistito alla tentazione di provare il cinema 7D, un simulatore che, in cinque minuti di filmato, muniti di occhialini 3D e con l’aggiunta di movimenti, vibrazioni, rumori, vento, acqua e sensazioni tattili infonde una bella scossa di adrenalina. Con grande rammarico abbiamo lasciato l’Etna ed il suo meraviglioso paesaggio spostandoci in direzione Zafferana Etnea. Più che alla destinazione eravamo interessati al percorso ed infatti, nonostante Zafferana sia molto carina, ci siamo fermati poco meno di un’ora presso la piazza principale nel centro storico. Ci siamo quindi spostati a Sant’Alfio, passando per Milo, per ammirare il Castagno dei Cento Cavalli, considerato l’albero più antico e grande d’Europa con la sua età che si aggira tra i 3000 ed i 4000 anni! Lasciato Sant’Alfio ed il territorio catanese ci siamo diretti verso Milazzo passando per la bellissima strada panoramica denominata Mareneve, in quanto appunto collega l’Etna, innevato di inverno, al mare. In serata, acquistati i biglietti per le Eolie tramite la compagnia Tarnav, ci siamo goduti una serata di relax al B&B Don Gaspano, una bellissima tenuta di campagna, curata nei minimi dettagli, che ci ha fatto sentire coccolati.
Giorno 5 – venerdì 7 luglio 2017
Intorno alle 8.30 siamo giunti al porto di Lipari dopo aver lasciato la nostra macchina presso un parcheggio al porto di Milazzo. Quest’ultima scelta è stata azzeccata in quanto la macchina alle Isole Eolie è più un peso che un altro. La scelta della Tarnav, compagnia turistica, è stata del tutto casuale ma, in questo caso, siamo stati fortunati: il viaggio da Milazzo a Lipari sembrava una minicrociera che ci ha dato un piccolo assaggio dei meravigliosi luoghi che avremmo visto nei giorni seguenti. Intorno alle 11 siamo arrivati al centro di Lipari dove abbiamo fatto il check-in al Residence Alberghiero Eolie, sistemazione ottima sia per posizione che per grandezza della camera. Messo il naso fuori e fatti i primi passi in centro siamo stati fermati dalle decine e decine di compagnie che proponevano escursioni in barca. Ci siamo così fatti un’idea su come muoverci nei giorni successivi. Per il primo abbiamo deciso di noleggiare uno scooter ed optare per il giro dell’isola. È stato divertentissimo!!
Cominciato a percorrere il perimetro dell’isola in senso antiorario abbiamo superato Canneto e fatto una sosta tra white beach e Porticello, a valle della cava di pomice abbandonata. Una piccola, lievemente scoscesa, stradina ci ha permesso di arrivare ad una spiaggetta, piuttosto isolata, dove abbiamo fatto il nostro primo bagno alle isole. Dato il caldo della giornata immergersi in quelle acque cristalline è stato un toccasana. Siamo rimasti a rilassarci al più un’ora poi abbiamo cominciato a fremere dalla voglia di continuare ad esplorare l’isola. Inforcata la sella, infuocata dal sole, del nostro scooter rosso fiammante ci siamo diretti a nord, costeggiato tutta la parte settentrionale, e cioè la località Acquacalda, fino a giungere alla chiesetta vecchia di Quattropani. Trovo questo uno dei luoghi più belli e suggestivi di tutta Lipari. Il santuario, caratteristico e ben tenuto, l’uliveto dietro quest’ultimo e la piazzetta antistante, dove si gode un panorama mozzafiato, rendono questo luogo un’oasi di pace e tranquillità. Continuando il nostro percorso nel versante ovest ci siamo imbattuti nelle Terme di San Calogero, una stazione termale che è stata in uso per circa cent’ anni, dal 1872 al 1975, oggi adibita ad area museale. Una gentilissima e simpaticissima volontaria, facente parte di un gruppo che ha permesso la riapertura di quest’area come sito museale, ci ha guidati all’interno spiegandoci la storia e la geologia del sito e i suoi possibili sviluppi futuri.
Prima di rientrare a Lipari ci siamo concessi una tappa relax nella spiaggetta ciottolosa di Canneto. Disponendo ancora di un po’ di tempo prima di dover riconsegnare lo scooter ci siamo diretti nella parte alta della città dove si trova la cattedrale, purtroppo chiusa nel tardo pomeriggio, ed il bellissimo Parco Archeologico della Contrada Diana, dove, tramite scavi, sono state rinvenute delle mura dell’età greca, IV secolo a.C., all’interno delle quali vi sono resti di abitazioni e monumenti funerari. Tutta l’area, comprendente la cattedrale, il parco archeologico ed il relativo museo, è molto caratteristica, una città nella città dove si gode anche di un meraviglioso panorama. All’interno del parco vi è un teatro greco, affacciato sul mare, usato ancora oggi. Non abbiamo avuto modo di assistere a qualche spettacolo ma sono sicuro che sarebbe stata un’esperienza indimenticabile. Riconsegnato lo scooter siamo rientrati in albergo e, dopo una doccia rigenerante, siamo andati a cena a due passi dal nostro alloggio, presso la Trattoria del Vicolo, cena che non ci ha particolarmente entusiasmato. Per fortuna ben diverso è stato passeggiare tra i vicoletti di Lipari, uno dei luoghi più pittoreschi di tutta Italia.
Giorno 6 – sabato 8 luglio 2017
Tra le innumerevoli compagnie proponenti tour delle isole, aiutati dalle recensioni online, abbiamo optato per la compagnia Amici delle Eolie per un’escursione in barca di una giornata a Vulcano. Alle nove del mattino ci siamo presentati presso il porticciolo di Marina Corta dove, con amarezza, abbiamo scoperto che quella mattina la compagnia non avrebbe effettuato nessun tour di Vulcano. Siamo quindi stati dirottati presso la compagnia Orione e, a conti fatti, siamo stati molto fortunati. Sembrava quasi di essere capitati in un tour privato. A bordo, a parte noi ed un’altra giovane coppia, gli altri, signori più o meno anziani dall’aspetto altolocato, sembravano conoscersi da sempre. L’atmosfera però alla fine si è rivelata piacevole e rilassata con uno degli ospiti, Mauri, che, passando tutte le estati presso le Eolie da più di dieci anni, con la sua simpatia coinvolgente ci ha fatto da cicerone in modo magistrale. Tutto è stato semplicemente perfetto. I posti visitati meravigliosi, le acque dove abbiamo fatto il bagno cristalline, l’atmosfera in barca rilassata. Particolare menzione merita la piscina di Venere, nella costa nord occidentale dell’isola. Raggiungibile solo via mare, è situata nelle vicinanze della splendida Grotta del Cavallo. Si tratta di un anfiteatro naturale circondato da rocce di basalto e tufo in cui le acque del mare assumono indescrivibili tinte turchesi e cristalline, e dove la leggenda narra che la dea dell’amore vi si tuffasse per riconquistare la verginità perduta. A pranzo ci siamo fermati presso punta dell’Asino, all’estremo sud dell’isola, dove abbiamo mangiato un’ottima, ed enorme, schiacciata nel localino sito sulla spiaggia, Asino Beach, gestito da un gruppo di ragazzi simpaticissimi. Dopo pranzo siamo tornati in barca e abbiamo risalito tutta la costa est fino ad arrivare al porto principale dell’isola dove erano previste un paio d’ore di tempo per visitare il paese. Mentre gli altri sono andati in giro noi non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di immergerci nel famoso laghetto naturale dei fanghi caldi. L’odore pregnante di zolfo, che ci è rimasto attaccato addosso anche nei giorni successivi, è molto forte e percepibile già in lontananza, inoltre il fango in alcuni punti è molto molto caldo. Nel laghetto vulcanico, con le sue emissioni di acqua di falda con presenza di vapori di zolfo, anidriti, sali di metalli e radioattività naturale, sembrerebbe impensabile riuscire ad immergersi, ma la suggestione paesaggistica e gli effetti benefici dei fanghi infondono una sensazione di grande benessere da rendere l’esperienza unica ed imperdibile. Per togliersi il fango di dosso si può fare un bagno nel tratto di mare di fronte la piscina di fango. Ci si aspetterebbe di subire un forte sbalzo termico, dai 50°C del fango all’acqua di mare generalmente più fredda, ed invece non è così. In mare si possono vedere le fumarole e le bolle d’aria risalire e questo rende l’acqua molto più calda della media e quindi è come stare immersi in una vasca da bagno. È stata una bellissima esperienza. Tornati in barca siamo rientrati a Lipari, raggiunta intorno alle 17.30. Dopo una doccia, ed il vano tentativo di toglierci il forte odore di zolfo di dosso, siamo usciti per una tranquilla passeggiata serale interrotta solo da una fugace cena presso una piccola enoteca con cucina, Di Vino in Vino 2, rivelatasi piuttosto buona.
Giorno 7 – domenica 9 luglio 2017
Il giorno precedente, per non lasciare nulla al caso, avevamo prenotato un’escursione in barca a Panarea e Stromboli con partenza alle 14.00 e rientro alle 22.30 circa. Avendo quindi la mattinata libera ci siamo svegliati e abbiamo fatto colazione con calma. Data il clima mite ne abbiamo approfittato per fare una passeggiata diurna per il centro di Lipari, cosa che non avevamo ancora avuto modo di fare. Ad ora di pranzo ci siamo fermati a mangiare qualcosa di fresco in un bar antistante il porto di Marina Corta, in attesa della partenza del nostro tour. Intorno alle 14.00 siamo saliti nella nostra piccola imbarcazione nella quale in tutto credo non arrivassimo a venti persone. Quest’ultima è stata una scelta voluta. In questo tipo di escursioni meno si è e meglio è. La prima tappa è stata una sosta bagno nella bellissima baia di Calajunco, una piccola e magnifica insenatura con una spiaggia di ciottoli ed acque idilliache dalle sfumature turchesi. Successivamente siamo giunti a Panarea, pittoresca cittadina modaiola dalle piccole casette bianche. Bellissimo addentrarsi tra le sue strettissime viuzze, dove alle auto non è consentito transitare ma solo ai piccoli veicoli elettrici come quelli usati nei campi da golf. Dopo un gelato rinfrescante ci siamo imbarcati nuovamente e siamo passati accanto all’imponente Basiluzzo, definito isola ma che alla fine altro non è che un immenso scoglio.
A metà pomeriggio siamo giunti a Stromboli, l’isola più lontana da Lipari, a parte Alicudi e Filicudi che purtroppo non abbiamo avuto modo di visitare. Stromboli è piuttosto piccola così, avendo tre ore di tempo da dedicare alla sua visita, siamo entrati al centro visitatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia all’interno del quale è allestita una mostra molto interessante con video e pannelli esplicativi sull’origine vulcanica delle Eolie: è stato fatto davvero un ottimo lavoro. Lasciato il centro visitatori ci siamo prima persi tra le pittoresche viuzze del paese e poi siamo saliti sulla splendida piazza San Vincenzo, in alto e di fronte alla omonima chiesa, dalla quale si gode di un panorama mozzafiato. Ci siamo quindi fermati da Ingrid, un ristorantino panoramico, a mangiare un ottimo pane cunzato: gigantesco, ed infatti non siamo nemmeno riusciti a finirlo, ma delizioso. In primissima serata ci siamo rimessi in barca andando incontro ad uno dei momenti più attesi della giornata, l’eruzione dello Stromboli. Prima di raggiungere la sciara del fuoco, ripido pendio, formato da lava, lapilli e scorie incandescenti, che dal cratere dello Stromboli scende fino al mare, siamo passati accanto allo Strombolicchio, un cono di lava che ha formato un torreggiante scoglio al di sopra del quale vi è un pittoresco faro. Vederlo dalla nostra piccola imbarcazione ci ha fatto sentire molto piccoli.
In attesa dell’eruzione, appostati di fronte la sciara, abbiamo assistito ad un fantastico tramonto, una magia di colori dal rosso all’arancione, impossibile da riprodurre in una foto o descrivere con parole. Quando ormai avevamo perso le speranze eccolo, un sbuffo rosso fuoco provenire dalle viscere del vulcano. Purtroppo non è stata una delle eruzioni più forti e visibili, di quelle che si vedono nelle locandine dei tour guidati, ma è stato lo stesso molto emozionante. Intorno alle 20.30 ci siamo rimessi in marcia verso Lipari. Nel tratto fino a Panarea, man mano che ci lasciavamo Stromboli alle spalle, abbiamo assistito affascinati ad altre piccole fiammeggianti eruzioni. Intorno alle 22 siamo arrivati a Lipari e, rientrati in albergo, dopo una sana doccia, ci siamo addormentati quasi immediatamente.
Giorno 8 – lunedì 10 luglio 2017
Purtroppo siamo giunti al nostro ultimo giorno alle isole Eolie e come onorarlo al meglio se non con un’altra bella escursione in barca? Questa volta optiamo per Lipari e Salina.
Siamo partiti intorno alle 10.00, anche questa volta da Marina Corta ed anche questa volta con una piccola imbarcazione, facendo una prima sosta per un bagno, a Lipari, presso la cava di pomice abbandonata. Anche questo giorno siamo stati molto fortunati: giornata fantastica ed acque cristalline. Dopo una seconda sosta bagno abbiamo raggiunto Salina dove il capitano ha gettato l’ancora all’interno della Baia di Pollara, situata sull’estremità nord-occidentale dell’isola, nei pressi dell’omonimo paesino facente parte del comune di Malfa. La spiaggia si estende sotto una ripida scogliera a forma di anfiteatro, caratterizzata da un litorale di sassi e ghiaia scuri. Questo luogo è inoltre famoso perché vi è stato girato il film “Il Postino” di Troisi. Il tour prevedeva una sosta di circa due ore a Lingua dove ci è stato consigliato di assaggiare gli ottimi gamberi alla malvasia presso il gambero. Devo dire che abbiamo fatto bene a seguirlo: erano squisiti! Il resto del pranzo invece è stato così così.
Poiché la giornata era piuttosto calda, e trovandoci sotto il sole cocente, ci siamo soffermati solo nei dintorni del porticciolo di Lingua senza addentrarci tra le vie del piccolo paesino. Ne abbiamo approfittato per goderci un po’ di relax all’ombra. Nel pomeriggio, dopo un’altra sosta bagno, siamo rientrati a Lipari, raggiunta intorno alle 17.00. Prima di rientrare in albergo abbiamo acquistato i biglietti per Milazzo, questa volta con la compagnia Liberty Line, dotata di sfreccianti aliscafi. Così come le prime due sere, dopo una doccia rinfrescante, abbiamo girovagato per le stradine di Lipari, mai stanchi di questa atmosfera magica, per poi goderci una fugace cena accompagnata da due ottimi cocktail al giardino di Lipari. Peccato non aver notato prima questo, come dice il nome, piccolo giardino all’interno della città, un localino curato nei minimi dettagli, all’interno di un agrumeto, dall’atmosfera accogliente e rilassante, dove si può gustare un cocktail seduti su comodissime sedia sdraio o divanetti.
Giorno 9 – martedì 11 luglio 2017
Con grande rammarico, ma curiosi di sapere cosa ci avrebbero riservato le tappe successive, in mattinata abbiamo lasciato Lipari e quindi le isole Eolie. La destinazione finale di questa giornata era Cefalù ma abbiamo voluto raggiungerla facendo un piccolo giro dei monti Nebrodi. Presa l’autostrada siamo usciti all’altezza di Brolo dove abbiamo preso la SP145 e, dopo qualche chilometro, ci siamo ricongiunti alla caratteristica SS116, bellissima strada panoramica che serpeggia tra minuscoli villaggi montani e ripide pendici ricoperte di boschi. Nei pressi di Limari c’è un punto panoramico mozzafiato dove ci siamo fermati per scattare qualche foto. Proseguendo, affascinati, sulla SS116 abbiamo superato Ucria per poi fermarci a Floresta, piccolo borgo di montagna, dove, essendo ora di pranzo, abbiamo gustato un ottimo panino con salumi e formaggi locali. Ci siamo presi qualche attimo per godere della fresca e salubre aria di montagna per poi continuare il nostro percorso che ci ha portato ad attraversare, Randazzo, Cesarò, San Fratello ed infine Sant’Agata di Militello prima di riprendere la Messina-Catania. Il percorso è stato incantevole! Arrivati a Cefalù abbiamo lasciato macchina e bagagli al Mediterraneo Hotel, nel quale avevamo preventivamente prenotato una camera, e ci siamo incontrati in spiaggia con la mia famiglia per passare un pomeriggio ed una serata insieme. Dopo un bagno ed un po’ di sano relax in spiaggia siamo andati a mangiare all’ottimo ristorante Antares che si trovata di fronte a noi, dall’altra parte della strada, di fronte la spiaggia. Dopo cena ci siamo addentrati tra le splendide viuzze del centro storico di Cefalù, città che porto nel cuore in quanto frequentata insieme alla mia famiglia fin da quando ero bambino. Degna conclusione di una splendida giornata.
Giorno 10 – mercoledì 12 luglio 2017
Obiettivo della giornata: seguire un percorso, sulle orme di quello suggerito dalla Lonely Planet, che da Cefalù ci avrebbe portato a Collesano, attraversando il parco delle Madonie. Inerpicandosi per la tortuosa SP145bis in circa 15 km si arriva al santuario di Gibilmanna, a 800 metri sul livello del mare: bellissimo! Non so come mai questo luogo, immerso nella pace e nel silenzio, non goda di maggiore fama. Abbiamo quasi fatto fatica a lasciarlo per continuare il nostro percorso. Da Gibilmanna, seguendo la stessa strada, siamo giunti a Castelbuono, borgo di montagna che ci ha letteralmente lasciati di stucco con la sua ricchezza di scorci unici e suggestivi. È stato un peccato non poterci fermare per più tempo ma ci siamo ripromessi di ritornare. Attratti dall’idea di assaggiare la manna, liquido dolciastro, e dalle proprietà dolcificanti e disintossicanti, che fuoriesce dalle incisioni praticate sulla corteccia del Frassino, ci siamo recati presso la pasticceria Fiasconaro, molto famosa per esportare i suoi prodotti in tutto il mondo e per produrre un ottimo panettone nel sud Italia che niente ha da invidiare ai più rinomati prodotti milanesi. Ovviamente non ci siamo fatti scappare l’occasione di comprare qualcosa. La cura e la bellezza delle stradine del borgo ci ha riempito il cuore di gioia, ma, dopo aver acquistato qualche souvenir, a malincuore ci siamo dovuti rimettere in marcia in quanto per pranzo dovevamo rispettare una precedente prenotazione. Abbiamo proseguito ancora per questa panoramica strada deviando poi sulla SS120 che ci ha condotti a Cimpampini, nei pressi di Petralia Soprana, minuscolo borgo sull’atmosfera surreale dove il tempo sembra essersi fermato a più di cento anni fa! Il motivo che ci ha spinti in questo luogo remoto è stato A fuoco lento, locale menzionato, con un trafiletto molto invogliante, all’interno della nostra immancabile Lonely Planet. Il pranzo, con prodotti a km 0, è stato buono, forse non eccezionale, ed anche relativamente costoso, ma è stata la situazione surreale, così come il borgo nel quale ci si trova, a farci dire “ne valeva la pena!”. Tra gli assaggi di Fiasconaro e l’abbondante pranzo, con la pancia ormai più che piena, ci siamo rimessi in marcia. Seguendo la via della famosa Targa Florio, una delle più antiche corse automobilistiche, abbiamo raggiunto l’Agriturismo Case Tabarani, a nord-ovest dell’anonima Collesano. La sensazione era di trovarsi nel nulla! Ci siamo goduti un bellissimo tramonto con vista sia sulle montagne che sul mare e, se non fosse stato per il caldo torrido e la presenza di zanzare, in camera, che ci hanno tormentato tutta la notte, avremmo potuto definire questo luogo un angolo di paradiso.
Giorno 11 – giovedì 13 luglio 2017
Di buon mattino, fatta un’abbondante colazione, ci siamo messi in marcia in direzione Marsala a quasi duecento chilometri di distanza. Non avendo particolate fretta abbiamo affrontato i chilometri con calma quindi abbiamo raggiunto la nostra destinazione ben oltre mezzogiorno. Ci siamo quindi rilassati per un po’ di tempo nella bellissima Dimora di Charme, dove avevamo nei giorni precedenti riservato una camera. Bellissima la struttura, in pieno centro storico, moderna, all’interno di un palazzo signorile ed arredata con gran gusto oltre ad essere dotata di tutti i comfort. Siamo quindi usciti nel primo pomeriggio, intorno alle tre, per acquistare i biglietti per Favignana, anche questa volta con la compagnia Liberty Line, e dei tagliandi per il parcheggio: nel primo pomeriggio a Marsala non c’è anima viva né tanto meno siamo riusciti a trovare un tabaccaio aperto prima delle quattro. Ci siamo quindi recati al porto dove abbiamo effettivamente acquistato i biglietti dell’aliscafo e cercato, così come avevano fatto a Milazzo per le Eolie, un garage dove lasciare la macchina per i tre giorni successivi: la ricerca è stata del tutto vana, non esistono soluzioni di quel tipo. Siamo quindi tornati in camera a rilassarci un paio d’ore in attesa che il sole picchiasse meno forte e la città si ravvivasse un po’. Usciti intorno alle sei del pomeriggio, il primo obiettivo è stato il tagliando per il parcheggio comunale. Incredibilmente a Marsala esistono solo biglietti orari!! Ne abbiamo dovuto grattare ben ventitré fino a tappezzare quasi completamente il parabrezza. Impensabile che non si siano dotati di un sistema più efficiente!
Sistemato il capitolo macchina ci siamo goduti il pomeriggio in questa città che, sebbene non ci abbia completamente entusiasmato, devo dire che ha un lungo mare ed un centro storico abbastanza curati. Una passeggiata lungo la costa ci ha portati fino al Monumento dei Mille che, dato l’orario, era purtroppo chiuso. Peccato, mi sarebbe piaciuto visitarlo. Da lì siamo entrati nel centro storico dove abbiamo placidamente passeggiato tra le sue vie fin quanto un certo languorino non ci ha portati al mercato del pesce, che di sera cambia volto e si trasforma in un piacevole angolo costellato di localini molto accoglienti. Ci siamo quindi fermati al Planet Beer Bistrò dove, a parte la selezione pressoché infinita di birre, tra le quali molte artigianali italiane, abbiamo avuto modo di assaporare un ottimo hamburger. Sazi e soddisfatti abbiamo fatto due ancora due passi, in compagnia di un buon gelato, prima di rientrare nel nostro amato b&b.
Giorno 12 – venerdì 14 luglio 2017
Dopo colazione, presi i bagagli, ci siamo recati al porto di Marsala in attesa del nostro aliscafo. Siamo partiti intorno alle dieci e, circa mezz’ora dopo ci trovavamo al porto di Favignana. In circa quattrocento metri siamo giunti presso l’Insula Hoteldove abbiamo effettuato il check-in e lasciato i bagagli. Poiché a Lipari ci siamo trovati molto bene abbiamo deciso di ripetere l’esperienza e così anche in questo caso abbiamo noleggiato uno scooter per esplorare Favignana. Dato il caldo, giunti a Punta Burrone, ci siamo immersi nelle acque cristalline dell’Isola. Ci voleva proprio. Rinfrescati siamo tornati in sella al nostro scooter dirigendoci nella parte alta dell’isola, ad ovest, fino a giungere nei pressi di Punta Faro e del suo aspro paesaggio. Tornati indietro ci siamo fermati a bere un ottimo drink, accompagnato da qualche stuzzichino, presso il Sunset Bar & Bistrò la Costa, accanto Cala Trono. Il posto è di per sé meraviglioso ma la cura e l’atmosfera rilassante, che hanno creato con questo localino, rendono tutto ancora più piacevole. Sebbene Favignana sia piena di meraviglie questo è uno dei luoghi che ci ha colpito di più. Rigenerati e rinfrescati, nel primissimo pomeriggio, siamo saliti nuovamente in sella continuando a costeggiare in senso antiorario l’isola, fermandoci di tanto in tanto ad ammirare lo splendido paesaggio. Superata punta Marsala e la spiaggia di Cala Rossa ci siamo imbattuti nella Grotta del Pozzo. Incuriositi siamo entrati e, con nostro sommo piacere, una guida, un po’ impacciata a dire il vero, ci ha condotti per la grotta raccontandoci della sua origine e storia. Nuovamente abbiamo constatato l’efficacia delle associazioni private che, a fronte di contributi gratuiti da parte dei visitatori, tengono vivi i punti di interesse. Molti altri comuni siciliani dovrebbero prendere spunto da queste iniziative ed invogliarne la crescita. Fin da quando abbiamo messo piede sull’isola la mia curiosità è stata subito destata da un edificio arroccato in alto: il Forte di Santa Caterina. Non riuscivo a resistere alla curiosità di raggiungerlo di e scoprire di cosa si trattasse. Abbiamo scoperto che non ci si può arrivare in scooter. Ad un certo punto la strada è sbarrata e si deve proseguire a piedi tramite un sentiero a gradoni. Percorrere circa un chilometro, lungo una ripida salita con le calde temperature estive, non è stato uno scherzo. Arrivati in cima abbiamo amaramente constatato che il forte è in totale stato di abbandono sebbene sia evidente che sia stato utilizzato fino ad un passato non troppo remoto. Temendo per la nostra incolumità ci siamo limitati ad osservarlo da fuori. La fatica della salita comunque non è stata inutile, sia per il fascino suggestivo del posto in sé che per il panorama mozzafiato del quale si può godere da lassù.
Prima di rientrare in albergo e darci una rinfrescata per la sera ci siamo fermati presso Praia Beach, la spiaggia del paese, che si trova di fronte l’antica tonnara. Sia l’acqua che la spiaggia non sono nulla di eccezionale ma il contesto è molto suggestivo. Il tempo di una doccia e siamo usciti nuovamente, questa volta per esplorare le viuzze del paese. La cena è ricaduta su Quello che c’è… c’è, a due passi dal nostro albergo: pesce sublime cucinato alla perfezione. Dopo cena ci siamo immersi nella bellissima atmosfera dell’isola fermandoci a mangiare uno squisito cannolo presso la Pasticceria FC. Questa nota dolce ha chiuso la nostra prima serata a Favignana.
Giorno 13 – sabato 15 luglio 2017
L’idea iniziale era quella di fare, in almeno uno dei tre giorni a Favignana, un’escursione in barca a Levanzo o Marettimo. Purtroppo la sfortuna ha voluto che, nel periodo del nostro soggiorno, a causa del mare lievemente mosso, questi tour fossero stati cancellati. Senza perderci d’animo abbiamo approfittato delle numerose attività presenti nell’isola e così, in tarda mattinata, siamo andati a visitare gli ex stabilimenti Florio della tonnara di Favignana. La tonnara, non più in uso dal 2007, è ormai diventata un museo il cui prezzo del biglietto comprende un’interessantissima visita guidata. La nostra guida era molto esperta ed ha saputo raccontarci la storia della Tonnara senza mai annoiarci. All’interno sono esposti imbarcazioni per la pesca del tonno, reti e pile di vecchie scatolette dell’epoca di massimo splendore della fabbrica Florio. Non pensavamo potesse essere così affascinante la storia di una tonnara del proprietario che l’ha fondata. Dopo circa due ore, un po’ accaldati, ed essendo ora di pranzo, ci siamo rinfrescati con una granita prima di tornare in albergo per un sonnellino in attesa dell’arrivo delle ore più fresche. A metà pomeriggio noleggiate due bici presso il nostro albergo, abbiamo girato la parte sud est dell’isola, ossia quella più pianeggiante.
Ci siamo fermati a Calamoni, uno dei punti più belli di tutta l’isola con il suo susseguirsi di spiaggette e scogli piatti. La mano dell’uomo, con le sue cave di tufo, in questo caso non ha deturpato il territorio ma lo ha reso più caratteristico. Dopo un bagno, ed un po’ di relax al sole, non abbiamo resistito alla tentazione di tornare al Sunset Bar & Bistrò la Costa, che tanto ci aveva colpiti il giorno precedente. Abbiamo potuto quindi confermare l’ottima impressione avuta in precedenza: cocktail fantastici e relax garantito. Rimontati in sella alle nostre bici abbiamo girato tutta la parte sudorientale. Sebbene ci fossimo già passati in scooter il giorno precedente in bici è tutta un’altra cosa. Percorrere le strade ad un ritmo più lento dà il tempo di scorgere dettagli che altrimenti sfuggono. Ci siamo goduti ogni singolo scorcio offerto da questa selvaggia e meravigliosa isola. Siamo rientrati in albergo per una doccia rigenerante e quindi usciti nuovamente. Dopo aver passeggiato in lungo e in largo per un po’, affamati, abbiamo preso in una trattoria degli ottimi tranci di pizza che abbiamo consumato seduti al porto, approfittando degli ultimi raggi di sole. Saremmo rimasti lì per ore, ed in effetti così abbiamo fatto per un bel po’. Dopo cena abbiamo concluso la serata tornando agli stabilimenti Florio dove vi era un duo, violoncello e piano, in concerto. Bellissima l’atmosfera e molto bravi i musicisti.
Giorno 14 – domenica 16 luglio 2017
Anche oggi mare mosso e quindi niente escursioni in barca. Chissà, ci sarà una prossima volta per Levanzo e Marettimo. Subito dopo aver acquistato al porto i biglietti per Marsala, nuovamente con la Liberty Line, abbiamo fatto tappa al centro di primo soccorso delle tartarughe marine. È stata un’esperienza bellissima non solo per aver potuto ammirare questi splendidi esemplari in riabilitazione, ma anche per le esaurienti spiegazioni forniteci dalla biologa marina operante quel giorno. Divertiti dall’esperienza del giorno precedente abbiamo noleggiato due bici per girare nuovamente la parte sudorientale dell’isola, questa volta in senso inverso. Ci siamo fermati per un bagno in uno di dei punti a nostro avviso tra i più belli dell’isola, Scala Cavallo, una piccola intima scogliera plasmata dallo scavo del tufo. Rimontati in sella siamo passati per Cala Rossa, con le sue acque turchesi, per poi fermarci a prendere una granita a Cala Azzurra. Rientrati in albergo abbiamo passato la serata in modo del tutto simile alla precedente, tra ottimo cibo di strada (pizza, coppo di paranza ed hamburger di tonno…) e lunghe passeggiate per le vie del centro che di notte assumono tutta un’altra atmosfera. Prima di rientrare abbiamo fatto una breve visita al bellissimo Palazzo Florio all’interno del quale vi sono l’ufficio del turismo, al primo piano, e, al secondo, delle mostre temporanee senza un chiaro filo conduttore. Una guida, o un’audioguida, renderebbe tutto più interessante. Così abbiamo purtroppo chiuso la nostra ultima serata in questo meraviglioso isolotto.
Giorno 15 – lunedì 17 luglio 2017
Intono alle 10 ci siamo recati al porto di Favignana in attesa del nostro aliscafo per Marsala. A causa di un guasto tecnico ci è stato comunicato un ritardo di circa due ore. Purtroppo, avendo i bagagli con noi, non abbiamo potuto muoverci, così ci è toccato aspettare. Tra l’attesa dell’aliscafo, l’imbarco, lo sbarco e la strada che ci separava abbiamo fatto il check in al Venere di Erice, alle pendici dell’omonima città, intorno alle 17.
Il tempo di una doccia e, pronti via, siamo ci siamo inerpicati per la stradella che ci ha condotti ad Erice. Parcheggiata la macchina, prima di entrare nel centro storico, abbiamo chiesto qualche informazioni all’info point proprio accanto al parcheggio. In città ci sono moltissimi punti di interesse, come chiese, castelli, torrette, musei ecc. tutti visitabili singolarmente o acquistando un unico biglietto cumulativo. Il problema è che alle 18.30 chiude quasi tutto, quindi non abbiamo fatto in tempo ed entrare in nessuno di questi luoghi. Ci torneremo sicuramente! Ci siamo quindi addentrati nel centro storico. Erice, abbarbicata su un’altura a picco su un favoloso paesaggio costiero, è bellissima, ed in particolare lo è il giardino del Balio, dal quale si possono raggiungere il castello di Venere e la torretta Pepoli, tra i principali siti di interesse. Il panorama da lassù è letteralmente da mozzare il fiato! Ci siamo quindi addentrati tra le bellissime e strette viuzze del centro storico fino a giungere al maestoso duomo, ben illuminato la sera.
Ultima tappa, prima di andare a cena, la pasticceria Maria Grammatico che si dice essere una tra le più buone d’Italia. Su suggerimento di un nostro caro amico abbiamo preso delle genovesi, dolce tipico del trapanese costituito da una pasta frolla con un ripieno di dolcissima crema pasticcera. Forse perché le abbiamo mangiate l’indomani, non ci hanno entusiasmato, però dentro la pasticceria tutto era perfetto: odori, colori, presentazione dei dolci. Chissà, forse avremmo dovuto prendere qualcos’altro. Alla ricerca di un posto intimo ed accogliente dove cenare la scelta è ricaduta sugli Archi di San Carlo, del quale avevamo letto ottime recensioni. Ahinoi la cena ci ha un po’ deluso avendo trovato i sapori dei piatti un po’ spenti. Dopo cena, essendosi anche alzato un vento un po’ fastidioso, siamo rientrati in albergo.
Giorno 16 – martedì 18 luglio 2017
Ultimo giorno della nostra bellissima vacanza siciliana. Qualche giorno in più non ci sarebbe affatto dispiaciuto!
Poiché molto nota ed apprezzata in Sicilia, anche se io non condivido molto questa diffusa opinione, siamo passati da San Vito lo Capo dove ero già stato parecchi anni fa. Posso confermare le mie impressioni di allora. Sebbene vi sia un mare fantastico, la città e la sua spiaggia non ci hanno entusiasmato. Non siamo riusciti a trovarvi niente di pittoresco che catturi l’attenzione e ci spinga a rimanervi per più tempo. Da San Vito ci siamo spostati a Scopello, molto caratteristica, soprattutto per il suo baglio seicentesco all’interno del quale si innalza un albero maestoso. Dopo aver esplorato il piccolo borgo, percorso un sentiero che ci ha condotti fin quasi in riva al mare, ci siamo diretti alla tonnara dove abbiamo amaramente scoperto che è visitabile solo la mattina. Anche per poter solo entrare ed accaparrarsi un angolo all’esterno c’era da aspettare. Abbiamo quindi preferito rinunciare risalendo nuovamente verso il borgo dove, accaldati, siamo fermati presso il Bar Nettuno, all’interno del Baglio, per un pranzo veloce. Ottimo il pane cunzatu ma soprattutto fantastico il loro latte di mandorla!
Ultimissima sosta: una breve capatina al porticciolo di Castellammare del Golfo che però acquisisce molto più fascino la sera. Sarà per la prossima volta. A metà pomeriggio abbiamo preso l’autostrada che ci ha condotti a Palermo. Un ultimo boccone prima di andare al porto dove, intorno alle 22 ci siamo imbarcati nella nave che ci avrebbe riportati a casa, a Milano, passando per Genova, l’indomani sera.