Firenze tra cultura e ottima cucina
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Siamo partiti nella notte a cavallo tra il 29 ed il 30 agosto con un autobus della compagnia Sena (61 € a persona, andata e ritorno) da Napoli. Siamo giunti nel capoluogo toscano intorno alle 6.30 del mattino successivo e, approfittando della tranquillità mattutina, abbiamo deciso di recarci a piedi verso la struttura che ci avrebbe ospitato. Dopo circa 20 minuti a piedi, intervallati anche da una sosta per la colazione, siamo giunti a via Don Minzoni, proprio all’angolo con Piazza della Libertà. Ad attenderci c’era Barbara, la titolare di un carinissimo b&b, Il Magnifico Soggiorno. Grazie a un coupon acquistato mesi prima su un noto sito che permette di acquistare soggiorni a prezzi vantaggiosissimi, avevamo optato per una permanenza di due notti (colazione compresa) per un totale di 99 € per due persone: un vero affarone se si pensa che i prezzi medi di questa struttura sono ben più alti se si prenota in maniera indipendente. Arrivati in camera (bellissima, con servizi privati e arredata in stile ottocentesco con letto a baldacchino in ferro battuto e vista mozzafiato sulle colline di Fiesole) optiamo subito per un riposino rigeneratore prima di andare alla scoperta della città. Alle 10 lasciamo la struttura e con l’autobus C1 siamo a Piazza del Duomo in meno di 10 minuti. A prima vista il Duomo è stupendo, maestoso e decidiamo subito di entrarci. Le file per visitare la zona di culto è scorrevole e non c’è da pagare nulla: restiamo dentro per ammirare lo stile architettonico, le vetrate, i colonnati e i rosoni. Al termine di questo tour decidiamo subito di incamminarci verso l’ingresso per la cupola. L’attesa dura più o meno un quarto d’ora, paghiamo gli 8 € a testa per entrare e iniziamo la scalata verso la sommità. Il percorso è lungo, stancante (specie se fatto con un caldo soffocante come capitato a noi…) e 463 scalini sembrano essere un’eternità per chi non è avvezzo. Arrivati in cima quasi stremati veniamo però ripagati da un panorama stupendo che ci permette di vedere praticamente tutta Firenze (la città non è molto grande e in linea d’aria riusciamo a gettare lo sguardo fino ai principali punti di interesse della città) e i suoi caratteristici tetti rossi che coprono le case, fittamente collocate l’una vicina all’altra. Restiamo un pò, c’è un bel venticello ad allietarci e con molta calma prendiamo la via del ritorno (al ritorno le scale sono sempre tante ma in confronto alla salita è una vera e propria passeggiata di salute).
Saltiamo la visita al campanile di Giotto (altro capolavoro per come si presenta dall’esterno) ed entriamo nel Battistero (5 €), che si trova proprio di fronte all’ingresso principale del Duomo: mi sarei aspettato qualcosa in più, ma comunque è da inserire nella lista delle attrazioni da vedere.
Un po’ stanchi ci rifugiamo in uno dei tanti baretti intorno alla piazza per mangiare un panino (panino + bibita, 4 € a testa) e per riposarci un pò, considerato anche che eravamo reduci da un viaggio non proprio comodissimo. Dopo pranzo ci incamminiamo verso il mercato di San Lorenzo, dove è possibile comprare oggetti di vario tipo in pelle (portachiavi, borse, portaoggetti da tavolo, portafogli, borsellini, agende, ecc.) a qualsiasi prezzo (occhio ovviamente alle imitazioni). Concluso il giro tra le bancarelle e dopo l’acquisto di qualche souvenir da portare a casa prendiamo la direzione di via dei Calzaiuoli, la strada che collega la zona del Duomo a Piazza della Signoria. Lungo questa strada ci imbattiamo in tanti bei negozi molto raffinati e decidiamo di gustare subito una prelibatezza locale comprando dei cantuccini: squisiti, anche se un pò cari (3,40 € per 100 grammi). Lungo il tragitto ci tuffiamo nei vicoletti che si snodano lungo questa strada e così facendo scopriamo la chiesa di Orsanmichele (la visita è gratuita), piccola ma finemente costruita e per questo da non perdere. Dopo Orsanmichele giungiamo finalmente a Piazza della Signoria.
Il Palazzo Vecchio si staglia imponente su tutta la spianata dove si affollano turisti da ogni parte del mondo intenti a fotografare tutto il fotografabile che c’è in zona. Anche noi non esitiamo a tirar fuori la nostra macchina e ad immortalare il palazzo, la fontana con Nettuno e le stupende statue (soprattutto quella in bronzo di Ercole) che si trovano nella Loggia della Signoria, conosciuta anche come Loggia dei Lanzi, in riferimento ai Lanzichenecchi che qui si accamparono nel 1527 mentre erano diretti a Roma, o Loggia dell’Orcagna, per un’erronea attribuzione all’artista Andrea di Cione, soprannominato appunto Orcagna. Dopo aver scrutato per bene tutte le sculture della loggia ci incamminiamo verso gli Uffizi (che avremmo visitato il giorno seguente) e diamo un fugace sguardo al fiume Arno.
Lentamente torniamo a casa a piedi, il tragitto sembra lungo ma in 20 minuti siamo di nuovo in camera. Dopo una doccia rinfrescante e un pò di riposo, siamo di nuovo in strada: non possiamo perderci Firenze di sera!
Ceniamo velocemente in un fast food e poi di nuovo a piedi lungo le strade già percorse di giorno. Notiamo subito che di sera queste zone sono molto meno caotiche, i turisti e le bancarelle sono praticamente scomparse e le persone ne approfittano per una passeggiata o per mangiare un gelato (consiglio la gelateria Perseus, all’angolo tra via dei Calzaiuoli e Piazza della Signoria). Io e Alessia ci incamminiamo verso Ponte Vecchio e lungo il percorso ci fermiamo al mercato del Porcellino, chiamato così per il maialino bronzeo (in realtà è un cinghiale) che si trova al suo ingresso; dopo le foto di rito e la sfregatura porta fortuna al musetto del cinghiale, in pochi minuti siamo a Ponte Vecchio. Di sera, quello che praticamente è un borgo riservato a botteghe di orafi diventa una strada dove la gente si riunisce a bere una birra e ad ascoltare i tanti artisti di strada che fanno musica dinanzi alla statua di Benvenuto Cellini, il maestro orafo fiorentino per eccellenza.
Piano piano torniamo verso casa, approfittando della tranquillità che Firenze sa regalarci in questa serata di fine agosto.
Galleria degli Uffizi
Il giorno dopo, una pioggia battente ci sveglia col rumore che crea cadendo sui tetti intorno alla nostra stanza. Il tempo oggi non è dalla nostra ma non possiamo perderci la visita alla Galleria degli Uffizi per nulla al mondo: chiamiamo un taxi che ci porta fino a pochi metri dall’ingresso del museo (10 €) e, sfruttando la prenotazione che avevamo fatto on line alcuni mesi prima (due persone, 19 €), saltiamo la lunga fila che c’è già alle 9 del mattino ed entriamo. La visita parte dal terzo piano con tre corridoi dove si possono ammirare le statue che i Medici vollero per arricchire il loro patrimonio culturale. Quando poi si entra nelle varie stanze in cui è diviso il museo il patrimonio da ammirare è inestimabile e di una bellezza unica: vietato perdersi le Maestà di Cimabue o di Giotto, le celeberrime Primavera e Nascita di Venere di Botticelli, alcune opere di Leonardo, la Tribuna, ossia la zona dove si possono ammirare i pezzi più preziosi delle collezioni medicee, fino ad arrivare alle ultime sale riservate a Caravaggio e ai caravaggeschi. Una visita attenta e approfondita richiede anche 3 ore, ma ne vale assolutamente la pena. Dopo l’uscita, consiglio anche di non perdervi le 28 statue che adornano il portico circostante e che raffigurano alcuni dei principali personaggi della storia artistica e culturale fiorentina come Lorenzo il Magnifico, Giotto, Donatello, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Amerigo Vespucci, Galileo Galilei e il già citato Benvenuto Cellini.
Lasciati gli Uffizi si è fatta ormai ora di pranzo. Entriamo in un piccolo ristorantino posto proprio di fronte all’uscita della galleria. I menu a disposizione per i turisti sono tanti, per tutti i gusti ma soprattutto per tutte le tasche. Noi ordiniamo una porzione di lasagne, una arista di maiale con patate e due creme caramel, acqua e pane: il tutto per 15 € a testa. Non male, piatti abbondanti e di buona qualità.
Ben rifocillati, ci incamminiamo verso Ponte Vecchio per vedere di giorno le numerose botteghe di orafi. Sono tutte bellissime, con gioielli molto raffinati (e costosissimi!) ma ciò che è ancora più bello è l’aria che si respira lungo il ponte tant’è che sembra di ritornare indietro nel tempo quando queste botteghe davano ricchezze all’antica Firenze. Tornando verso il centro storico, ci fermiamo al mercato del Porcellino, piccolo ma pieno di bancarelle (anche qui molti vendono oggetti in pelle) che quasi non riusciamo ad uscire!
La pioggia ritorna a farci compagnia e quindi optiamo subito per una visita al Palazzo Vecchio. L’ingresso per noi under 25 è scontato (4,50 € a testa); saliamo le scale che ci portano alla prima sala (quella dove tuttora si tengono le sedute del Consiglio Comunale) e dopo aver scrutato tutti i finissimi particolari del soffitto proseguiamo la visita lungo le varie ali del palazzo. Il tour è abbastanza breve (un’ora circa) e offre la possibilità di ammirare i luoghi dove ha vissuto la famiglia medicea durante la fase di splendore della storia fiorentina, apprezzando la ricchezza dell’architettura e delle decorazioni che abbelliscono questa struttura.
Terminata la visita, approfittiamo di uno squarcio di sereno nel cielo e subito ci dirigiamo verso il nostro b&b. Ci riposiamo un po’ (siamo sempre in vacanza!) e dopo una bella doccia ci dirigiamo verso l’Antica Trattoria da Tito (via San Gallo 112, a 5 minuti a piedi dal nostro alloggio). Questo ristorante è uno dei più antichi di tutta Firenze (aprì per la prima volta nel 1913), ma se non si prenota in tempo si rischia di non potersi sedere al tavolo prima delle 23. Noi arriviamo prima dell’orario concordato e il padrone della trattoria, il simpaticissimo Bobo, ci invita con la sua parlata toscana a degustare le bruschette al pomodoro offerte dalla casa, offrendoci anche del buon vino rosso. Giunto il nostro turno, ordiniamo un piatto di pappardelle al sugo di cinghiale, un piatto di trofie con ricotta vaccina fresca, speck e rucola, una fiorentina di 1,2 kg (porzione minima per due persone), un contorno di patate arrosto, il tutto innaffiato da vino rosso toscano di buona qualità. Inutile dire della squisitezza di ogni portata e dell’abbondanza di ogni piatto (eravamo pieni già col primo!), ma a rendere piacevole la serata ci sono stati anche i camerieri e lo stesso Bobo con le loro battute in toscano e prendendoci spesso goliardicamente in giro, ma tutto nei limiti del piacevole, specie se si sa stare allo scherzo. Non lasciamo nulla nel piatto e su invito di Bobo chiudiamo la serata con una porzione abbondante di cantuccini toscani fatti in casa abbinati a tanto (ma tanto!) vin santo. Terminata la cena, come se non bastasse, ci offrono un quarto di arancino fatto in casa (liquore all’arancia, ma si può chiedere anche del limoncello) brindando insieme a noi più volte fino a quando l’arancino non è completamente finito. Con le guance un pò rosse per il vino e l’arancino bevuti, paghiamo il conto: 75 €, davvero poco per la bontà e l’abbondanza di quello che abbiamo mangiato. Ringraziamo Bobo e gli diciamo che saremmo sicuramente tornati il giorno dopo per la nostra ultima cena in terra toscana.
Ci dirigiamo in camera, siamo talmente pieni che l’unica cosa che vogliamo è dormire!
sabato
Il sabato mattina, con molta calma, facciamo colazione nel nostro b&b e poi, lasciata la camera e consegnate le valigie a Barbara che ce le avrebbe custodite fino al tardo pomeriggio, non possiamo non continuare la visita di Firenze. Sotto un cielo che alterna schiarite a pioggia scrosciante, prendiamo l’autobus 13 e arriviamo a piazzale Michelangelo (ci aspettavamo qualcosa di più) e da lì a piedi (sono circa 5 chilometri) ci incamminiamo verso Palazzo Pitti, dove avremmo visitato il magnifico Giardino di Boboli, il più grande di tutta Firenze. Compriamo i biglietti per l’ingresso (10 € in due, tariffa ridotta per gli under 25) e subito ci dirigiamo verso l’entrata. Facciamo appena a tempo ad ammirare la fontana che è all’ingresso e l’enorme scalinata che un forte temporale ci bagna. A fatica ci ripariamo nell’area ristoro per più di un’ora e solo quando smette di piovere ripartiamo alla scoperta di questa bellissima area verde che offre viali stupendi, contornati da alberi molto ben curati, da belle fontane e da statue: da non perdere assolutamente la zona dell’Isola, una vasca enorme abbellita da statue e decorazioni di pregevole bellezza.
Purtroppo la pioggia non accenna a smettere e siamo costretti a rallentare molto la nostra visita. Nel primo pomeriggio ci dirigiamo a piedi verso Santa Maria Novella ma purtroppo la basilica è chiusa al pubblico per le visite e non ci resta che guardarla da fuori. Torniamo verso il centro, ritiriamo la nostra valigia e ci dirigiamo presso la nostra amata trattoria per la cena. Siccome ci aspetta un lungo viaggio in autobus ci andiamo piano e ordiniamo “solo” la solita fiorentina con le patate come contorno. Chiudiamo la serata coi soliti cantuccini e con l’arancino offertoci da Bobo.
Ora non ci aspetta altro che dirigerci verso la Stazione centrale dove ci attende l’autobus che ci avrebbe riportato in Campania. Siamo indecisi se chiamare un taxi o se regalarci un’ultima passeggiata per Firenze: da buoni camminatori, optiamo per la seconda ipotesi e percorrendo le strade del centro storico ammiriamo per gli ultimi istanti il capoluogo toscano. L’autobus è puntuale, salutiamo Firenze ma ci ripromettiamo però di tornarci presto…è una città che merita tanto ed è quindi giusto approfondire la visita anche se abbiamo visto quantomeno le cose più belle e famose.