Singapore con amore: tra escursioni e meraviglia
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Singapore è una città stato forse tra i luoghi più ordinati e puliti del mondo, paragonata ad una piccola Svizzera d’oriente, dove scelte ecologiche e rispetto per il bene comune sono fattori imprescindibili per la vita della comunità. Il clima da queste parti non è mai eccezionale, la sia posizione equatoriale porta spesso fenomeni temporaleschi, il cielo spesso coperto da grigi nuvoloni ed un tasso di umidità elevato che però contribuisce a rendere rigogliosissima la vegetazione delle foreste di cui lo stesso centro cittadino è ricco.
Cosa fare a Singapore
Di cose da fare a Singapore ce ne sono diverse, la città è molto estesa e ci vogliono diversi giorni per esplorarla in tutti i suoi etnici e variopinti quartieri. Però qualche giorno fa, rimettendo a posto delle vecchie foto, mi sono imbattuta in qualche scatto che neppure credevo di aver conservato, risalente al lontano 2011, anno in cui risale il mio viaggio che vide, tra le diverse tappe, anche Singapore. In realtà le foto a cui faccio cenno si riferiscono a due escursione effettuate proprio da Singapore, rispettivamente verso una città malese e un’isola dell’arcipelago indonesiano, entrambi i luoghi a due passi dalla città. Johor Bahru è una città della Malesia capitale dello stato di Johor distante da Singapore circa 35/40 minuti a seconda del traffico. Quasi tutti gli hotel di Singapore propongono la visita alla città di Johor Bahru con bus collettivo al costo irrisorio di circa 20/30 euro a seconda delle opzioni incluse. Generalmente l’escursione prevede il pick up dalla sistemazione dove si risiede, purché centrale, i tempi di attesa per l’attraversamento della frontiera Singapore Malesia, un giro presso un delizioso giardino botanico con relativo spettacolo di danze tipiche e degustazione di qualche prodotto locale, la visita alla Moschea Sultan Abu Bakar ed una sosta finale presso una fabbrica di tessuti batik, quattro o cinque ore assolutamente deliziose che possono essere l’idea perfetta per vedere anche qualcosa di sicuro meno eclatante di Singapore. La Moschea di Sultan Abu Bakar si trova in posizione leggermente sopraelevata rispetto alla città di Johor, e il panorama dall’alto non è poi così male. La struttura di questa moschea è molto imponente i suoi alti minareti somigliano a torri di difesa ed è talmente estesa da poter accogliere fino a 2000 fedeli per la preghiera. Purtroppo non è possibile accedere internamente perché al suo interno si svolgono funzioni istituzionale e non è un caso che spesso si possa incrociare qualche autorità politica. Terminata la visita alla Moschea si fa visita ad un piccolo villaggio malese i cosiddetti kampung, dove si vive in maniera semplice legati ai ritmi della natura e non è un caso che qui sorgano meravigliosi giardini esotici con piante di ogni genere che la guida inclusa nel prezzo del tour, non manca di spiegarci. A seguire un piccolo e delizioso cerimoniale che prevede balli tipici e la possibilità di suonare il gong, uno strumento largamente utilizzato in numerose pratiche olistiche in uso in Asia, la cui peculiarità è quella di ristabilire equilibrio emotivo attraverso la produzione di un suono vibrazionale che si produce quando si colpisce il gong con il suo battente.
Escursioni da non perdere partendo da Singapore
Altra interessante escursione sempre da effettuare partendo da Singapore è quella verso l‘isola di Palau Batam alla quale ci si arriva in autonomia tramite un comodo servizio di traghetti della compagnia Batam Fast Ferry. Palau Batam insieme alla tropicale Palau Bitan, quest’ultima considerata l’isola d’evasione degli abitanti di Singapore, formano l’arcipelago delle Riau. A differenza di Palau Bintan molto turistica e piena di grandi hotel, Palau Batam è considerata un’isola poco interessante dove ci si reca quasi esclusivamente per due motivi: fare shopping di grandi marche originali e non, a prezzi davvero più bassi rispetto alla stessa Singapore e cosa di non poco conto fare abbuffate di pesce presso uno dei tanti ristoranti dell’isola. Palau Batam è particolarmente frequentata durante il fine settimana quando arrivano diversi turisti proprio da Singapore legati a gruppi organizzati come nel nostro caso. L’escursione prevede il transfer in autonomia e quindi l’acquisto del biglietto del traghetto da Singapore a Batam al costo di circa 23 euro, la traversata dura circa 50 minuti, poi il conseguente incontro con la guida che, una volta riunito il gruppo all’orario che viene indicato al momento della prenotazione del tour, accompagna gli ospiti da prima, in un grande Mall dove fare compere, poi in una sorta di Italia in Miniatura indonesiana, dove osservare i tanti modelli di costruzioni urbani presenti in tutto l’esteso arcipelago dell’Indonesia, a partire dalle tipiche costruzioni balinesi fino a quelle inconfondibili dell’etnia Tana Toraja, una comunità che vive in Sulawesi, altra isola indonesiana, il cui tetto ha la forma di corna di bufalo e le pareti finemente decorate. Tutta l’escursione termina poi in un ristorante di pesce dell’isola dove immense vasche con qualsiasi varietà di pesce circondano la grande sala da pranzo. Qui non si butta via proprio niente i commensali mangiano non solo le carni del pesce ma rosicchiano chele, carapaci grondanti di sugo piccante e succhiano la testa dei pesci come a volerci trovare un nettare di lunga vita. A quei tempi non ero ancora diventata del tutto vegetariana e mangiavo ancora del pesce soprattutto gamberi e crostacei di quel genere anche se devo dire che non avrei mai avuto il coraggio di spingermi tanto oltre come il resto dei miei compagni di viaggio, con i quali però si era creata, come spesso può accadere durante escursioni di gruppo come in questo caso, una bella atmosfera di allegria e condivisione, la condivisione di chi vuole godere del mondo per tutto quello che ha da offrire.