La meraviglia di una terra lontana: ecco come scoprire al meglio l’Indonesia, la terra delle 18000 isole

Alla scoperta di isole e templi, dagli stupa di Borobudur al caos di Bali, dalle isole Karimunjava ai draghi di Komodo...18 giorni di full immersion
Scritto da: jaguar89
la meraviglia di una terra lontana: ecco come scoprire al meglio l'indonesia, la terra delle 18000 isole

Questo racconto sarà così organizzato: all’inizio raccoglierò una serie di consigli utili per coloro che vogliono organizzare un viaggio simile, cercando di rispondere a quelle che erano le mie perplessità prima del viaggio. Per i più pazienti, seguirà il diario del mio viaggio, che rappresenta anche per me un modo per poterlo rivivere anche in futuro: nel viaggio, per dare al lettore un’idea delle mete che ci sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’ utilizzerò la seguente scala:

Indice dei contenuti

***** = imperdibile, **** = molto interessante, *** = interessante, ** = medio,  * = si può saltare

Consigli utili per un viaggio fai da te in Indonesia

Visto e vaccini: dall’estate 2023 è necessario acquistare il visto, che può essere fatto però anche al momento dell’arrivo in aeroporto al costo di circa 30€. Consiglio però di farlo online sul sito ufficiale anche il giorno stesso dell’arrivo per evitare di fare la coda. Informatevi comunque sulle ultime novità. A meno che non facciate escursione nella zona del Borneo o nella giungla non è necessario alcun vaccino.

Denaro: si utilizza quasi unicamente la moneta locale, la rupia indonesiana. Il cambio è molto volatile e ad Agosto 2023 era circa di 1€ = 16700 IDR. Il problema fondamentale è che la banconota di maggior taglio è da 100 000 IDR, ovvero circa 7€, per cui per grossi pagamenti è necessario avere molti contanti. Non c’è grossa differenza tra ritirare soldi al bancomat (dove però spesso c’è un limite massimo alla cifra che è possibile ritirare) o cambiare euro al cambiavalute. In ogni caso i tassi meno convenienti, come spesso accade, sono quelli applicati all’aeroporto, quindi vi consigliamo di prendere meno moneta possibile. Si utilizza spesso solo il contante, con le carte che sono accettate solo nelle zone più turistiche (es. a Ubud) e (spesso ma non sempre) in hotel e ristoranti per occidentali. Ai ristoranti locali (warung) o in zone più remote (es. isole Karimunjava) quasi sempre si paga solo in contanti. Gli ATM per ritirare sono comunque molto diffusi.

Viaggio aereo: avendo le ferie solo ad Agosto abbiamo prenotato già a fine Febbraio ma a costi comunque più elevati rispetto ad altri periodi dell’anno. Abbiamo volato all’andata con Etihad sulla tratta Roma-Abu Dhabi-Jakarta e al ritorno con Emirates su Jakarta-Dubai-Pisa. Quasi tutti i voli internazionali dall’Europa arrivano e ripartono da Jakarta e non da Bali, dove l’aeroporto è molto più piccolo. I voli interni sono numerosi, economici e molto frequenti, ma poco affidabili (frequenti cancellazioni – a noi è capitato! –  o ritardi ingenti) e talvolta anche poco sicuri. Informatevi sulle compagnie da usare, le migliori sono Garuda Airlines (compagnia di bandiera) e Air Asia. Noi non ci siamo trovati male nemmeno con City Link, ma le compagnie cambiano in continuazione. Prendete sempre del margine di tempo tra voli interni e voli intercontinentali: se il vostro aereo fosse cancellato, fortunatamente spesso ce ne saranno altri (di solito non al completo) nella stessa giornata e quindi potrete trovare una soluzione alternativa di emergenza.

Costo della vita e spese: costo della vita, dei ristoranti e degli alberghi irrisorio rispetto all’Italia. Prenotando in anticipo abbiamo dormito in b&b o cottage di ottimo livello a una media di 30€ a notte per la doppia, molto spesso con piscina a disposizione e colazione inclusa. Potete spendere anche meno, fino a 12-15€ per una doppia comunque decorosa con bagno in camera. A cena in ristoranti locali per 2 piatti a testa a Karimunjava siamo riusciti a spendere 81000 IDR in due, circa 5€! Bali è decisamente più cara ma tranne una sera in cui avevamo prenotato in uno dei migliori ristoranti, abbiamo sempre speso intorno ai 10€ a testa. Ciò che fa lievitare i prezzi sono gli alcolici, con prezzi paragonabili a quelli italiani.

Clima (mese di agosto): ero preoccupato perché soffro il caldo, ma nel periodo in cui siamo andati era molto più fresco che in Italia. Durante il giorno è caldo ma non caldissimo (sui 30 °C) ma purtroppo abbastanza umido. Fortunatamente la sera è decisamente più fresco, con spesso una buona ventilazione se si è sul mare.

Pericoli: mai percepito problemi di sicurezza. Ti senti sempre il benvenuto e i locali si prodigano per farti sentire a tuo agio e per aiutarti con qualsiasi problema tu possa avere. L’unico pericolo vero è il traffico, che è completamente sregolato, smodato e fuori controllo: guai a voi se provate a prendere una macchina a noleggio e anche la guida di uno scooter a volte in certe zone può essere molto impegnativo!

Trasporti interni: per spostarsi da una città all’altra prendere un bus è complicato perché è difficile avere informazioni. Quelli usati dai locali spesso partono solo quando pieni e sono poco affidabili. I treni non raggiungono tutte le destinazioni e a volte sono un po’ lenti ma su alcune tratte possono essere una buona opzione. La soluzione migliore, a mio avviso, è noleggiare un driver privato, che spesso ha prezzi comunque più che ragionevoli se non siete da soli. Ad esempio un giorno completo di tour a Bali (10 ore massimo, dalle 8 alle 18) si paga sui 40€. Un trasferimento di 7 ore da Yogyakarta a Jepara circa 55€ (il costo aumenta perché vengono percorsi più chilometri e l’autista è costantemente alla guida). Ulteriore soluzione su alcune tratte sono gli aerei (che come detto però non sono sempre affidabili) o i traghetti. Parentesi finale sul noleggio degli scooter, economicissimi (5€/gg): avevo guidato solo raramente uno scooter in Italia e quindi ho preferito essere prudente. Ho noleggiato uno scooter a Karimunjava dove il traffico è praticamente inesistente ed è stata un’ottima scelta. Ho qualche dubbio in più sul noleggiarlo a Bali, dove in certe zone (Kuta e Ubud in particolare) il traffico è infernale. A Nusa Penida le strade sono molto strette e il nostro autista ci ha detto che gli incidenti stanno diventando frequenti. Noi per queste ultime due destinazioni abbiamo preferito pagare di più e affidarci a un driver locale per essere anche più rilassati, ma ovviamente la scelta è molto personale.

Diario di viaggio

Intro

Perché l’Indonesia? Prima di quest’anno questa destinazione non era mai rientrata nella mia lista dei desideri, forse perché l’associavo quasi esclusivamente a Bali che non rappresenta il mio ideale di vacanza. Tuttavia, rispetto alle “mie” mete, normalmente molto più al di fuori dei normali circuiti turistici, la mia ragazza propendeva per una destinazione dove potessimo combinare una parte più culturale con un po’ di mare. Documentandoci meglio, e evitando rigorosamente Bali per il mare, abbiamo messo gli occhi su questa destinazione, con tantissime possibilità di fare mare su spiagge davvero bellissime e alcuni monumenti meno conosciuti ma davvero belli come Borobudur, che è considerato insieme a Angkor Wat in Cambogia (che ho visitato nel 2016) e i templi in Birmania tra i monumenti più importanti di tutto il sud est asiatico. A queste destinazioni, oltre all’immancabile Bali senza la quale un viaggio in Indonesia risulta comunque essere un po’ incompleto, abbiamo deciso di aggiungere alcune tappe più paesaggistiche, che ci permettessero di apprezzare le bellezze naturali di questo arcipelago, prime tra tutti le isole Komodo con i suoi varani e Nusa Penida, isola a poca distanza da Bali con delle scogliere e delle spiagge da cartolina. Scelta la destinazione e avendo il periodo (metà Agosto) piuttosto obbligato a causa delle ferie a lavoro, abbiamo continuato ad organizzare progressivamente tutto il viaggio, preferendo in linea di massima prenotare tutte le sistemazioni prima della partenza. A inizio Agosto eravamo quindi pronti per partire per la nostra avventura.

Sabato 5 e Domenica 6 Agosto 2023 – viaggio verso Abu Dhabi

Partiamo il Sabato con calma per Roma in treno da Pisa poco dopo le 14 per arrivare alle 17 circa. Facciamo un giro per il quartiere Garbatella a Roma e andiamo a cena in una trattoria tipica consigliata da un collega romano, “Tanto pe’ magnà” dove mangiamo bene. La mattina successiva sveglia presto per prendere l’Express da Roma Termini all’aeroporto di Fiumicino che ci costa quasi quanto il biglietto del Freccia Bianca da Pisa a Roma (circa 14€/pp). Alle 10.20 abbiamo il nostro volo Etihad per Abu Dhabi dove arriviamo alle 18.25 circa (+2h di fuso). Visto che abbiamo circa 8h di coincidenza abbiamo deciso di fare un giro notturno per la città. Ciò che non avevamo calcolato è che, nonostante il sole sia già tramontato, il termometro segna 47°C, con un tasso di umidità pazzesco. Prendiamo un taxi fuori dall’aeroporto e ci facciamo lasciare fuori dalla Gran Moschea*** (60AED, circa 15€ per 20 minuti di tragitto). Abbiamo già prenotato i biglietti nei giorni precedenti (ingresso gratuito ma su prenotazione e ad orari prestabiliti). Eva, la mia ragazza, deve acquistare anche un copri maniche, nonostante avesse un vestito lungo, perché alle donne non è permesso mostrare il benché minimo pezzo di braccia o gambe. All’orario prestabilito, attraverso dei lunghi corridoi, arriviamo all’ampio spazio che precede la moschea. Sudiamo come fontane, ma sicuramente la struttura è imponente, con tutte le colonne bianche e gli spazi enormi. La struttura è stata completata solo nel 1997 e si vede. L’interno, per la piccola zona visitabile per i non musulmani, ci colpisce meno, ma ha l’indubbio vantaggio di essere provvisto di aria condizionata. Completata la visita prendiamo un altro taxi (che sono molto numerosi) per farci lasciare presso l’Etihad Towers**, il grattacielo più famoso della città. Questa zona è molto moderna e permette di vedere anche l’Emirates Palace, che non è accessibile di notte. Facciamo un breve giro a piedi ma in realtà il vero centro è piuttosto distante. Decidiamo quindi di salire a un bar con vista panoramica che si trova circa a metà dell’Etihad Towers e di bere qualcosa per ingannare l’attesa godendoci lo skyline notturno. Verso mezzanotte riprendiamo il taxi per tornare in aeroporto.

Lunedì 7 Agosto 2023 – viaggio verso Yogyakarta

Il nostro volo delle 3.05 parte puntuale: Etihad ci delude un po’ tra monitor non funzionanti e aeromobili vecchiotti e scomodi ma l’importante è arrivare a destinazione. Atterriamo a Jakarta dopo 8 ore circa di volo, verso le 15, con 30 minuti di ritardo circa rispetto all’orario previsto (+4h rispetto agli Emirati Arabi, +6h rispetto all’Italia). Dobbiamo ora affrettarci perché alle 17:30 abbiamo il volo interno per Yogyakarta, che i locali chiamano Yogya: i controlli all’immigrazione sono lenti e altrettanto lo è la consegna dei bagagli. Ogni passeggero deve inoltre fare, a delle specifiche macchinette, una dichiarazione sulle merci importate, operazione estremamente lenta visto che la metà delle macchinette è fuori servizio. Siamo veramente al limite per prendere la nostra coincidenza anche perché dobbiamo reimbarcare i bagagli, ma ci viene in soccorso il costante ritardo degli aerei interni indonesiani: la partenza è posticipata di 40 minuti. Decidiamo quindi di acquistare una SIM indonesiana e ritirare un po’ di contanti ma la carta di credito mi viene per motivi ignoti ritirata dall’ATM: ottimo inizio! Decisamente innervosito, ci avviamo verso il gate, mentre cerco di bloccare la carta ritiratami chiamando l’apposito numero di emergenza. Scopriamo quindi che il gate è a quasi 35 minuti a piedi dal punto dove siamo al momento: l’aeroporto di Jakarta è immenso! Alle 18 siamo comunque a bordo del volo Citilink per Yogya, che è mezzo vuoto. Atterriamo senza problemi dopo 45 minuti e subito scarichiamo l’app Grab che ci permette di prenotare un driver in zona (l’app è simile a Uber). In circa 1h e pagando 170k IDR (circa 10€) siamo finalmente all’Homestay Next Door Hostel, immerso nel verde. Il bagno con la doccia è praticamente sul terrazzo ma va bene così! Usciamo a mangiare qualcosa per cena: non abbiamo voglia di camminare molto e quindi ci fermiamo al City Grill, che fa fondamentalmente carne grigliata, dove mangio delle salsicce con una birra. Domani inizia la scoperta dell’Indonesia!

Martedì 8 Agosto 2023 – Yogyakarta (Kraton e Taman Sari) e Prambanan

Facciamo colazione in hotel con pancake, frutta e tè e poi ci incamminiamo a piedi verso il centro della città. Le strade sono polverose e trafficatissime e i marciapiede praticamente assenti. Cambiamo un po’ di euro in rupie in una banca e ci ritroviamo con una 70ina di banconote! La nostra prima tappa è il Kraton**, il palazzo del sultano di Yogya. Dopo aver pagato l’ingresso (25K IDR, circa 1,50€ a testa) giriamo liberamente tra i padiglioni, le residenze e i negozi. Si tratta a tutti gli effetti di un vero e proprio quartiere, abitato ancora da circa 25000 persone. C’è qualche piccolo museo e uno spettacolo di danza tradizionale a uso e consumo dei turisti, ma complessivamente il palazzo non offre molto. Decidiamo quindi di uscire e di dirigerci verso il non lontano Taman Sari*** (ingresso 25K IDR) , un complesso che costituiva un tempo il giardino del sultano, ora molto danneggiato. Il nome vuol dire letteralmente “Castello sull’acqua” e infatti la parte più interessante è il Complesso dei Bagni, con le sue vasche. Bella anche la porta principale per accedervi, mentre la moschea sotterranea, che presenta una particolare scalinata d’accesso, non è visitabile da dopo il periodo del Covid. Dopo una visita alla zona e una bella passeggiata nel quartiere residenziale nei dintorni, fatto da stretti vicoli con alcune case caratteristiche, ci dirigiamo a piedi a JI Marlioboro da dove dovrebbe partire l’autobus 1A per i templi di Prambanan. Individuiamo facilmente il bus, che ha un costo irrisorio (20 cent): il problema è che il pagamento è solo con una carta prepagata, le istruzioni per il cui acquisto sono solo in indonesiano. Fortunatamente ci viene in soccorso una donna del posto che parla un buon inglese e ci fa usare la sua carta, pagando a lei i biglietti. In altri casi si fa una colletta tra i viaggiatori stranieri e si paga direttamente l’autista con un piccolo sovrapprezzo (non è chiaro che fine facciano i soldi raccolti, ma non è il caso di porsi troppe domande). Alcune delle corse prevedono un cambio a un vecchio aeroporto, dove è presente un altro bus in attesa che compie l’ultimo tratto del percorso verso il sito: non occorre pagare un nuovo biglietto (come venga verificato il primo pagamento è un mistero). Il viaggio in bus è stata un’avventura (durata 40 minuti circa), e destiamo una certa curiosità tra i locali: molto spesso durante il viaggio siamo stati fermati per chiederci una foto insieme i locali, probabilmente perché appariamo ai loro occhi alti, grossi e tipicamente occidentali! Capita purtroppo anche di accorgersi di essere fotografati senza che ci sia stato chiesto e questo è meno piacevole. Arriviamo dopo pranzo al sito di Prambanan****, che è a 10 minuti a piedi dalla fermata del bus: non sarebbe un problema se non si dovesse attraversare una strada 4 corsie con traffico impazzito. Armatici di calma comunque riusciamo nell’impresa. I biglietti per il sito si comprano senza problemi all’ingresso, ma al momento della nostra visita il biglietto combinato con Borobudur non prevedeva in questo secondo sito la salita alla parte superiore del tempio (la più interessante) e quindi avevamo deciso di comprare biglietti separati (quello per Borobudur è necessario acquistarlo online in anticipo). Finalmente siamo pronti per iniziare la nostra visita, che si rivelerà molto interessante. Non descriverò nel dettaglio quanto visto, ma vi suggerisco, come abbiamo fatto noi, di sfruttare il servizio di guida gratuita che alcuni studenti offrono all’interno del tempio per migliorare il loro inglese: una mancia sarà sufficiente e vi forniranno molte informazioni utili. Il complesso, patrimonio Unesco, nonostante ancora in buona parte da ricostruire, è estremamente interessante, con i vari templi dedicati alle diverse divinità hindu (Shiva, Vishnu, Brahma, etc.) con le relative statue e simbologie e pregevoli rilievi tutto intorno. La visita richiede circa 2 ore. Noi ci fermiamo ulteriormente per sfruttare la luce del tramonto (verso le 18 ad agosto) e scattare numerose foto con bellissimi colori. Molto soddisfatti riprendiamo il bus per il ritorno, ma la fermata segnalataci dall’hotel a Yogya non viene fatta e quindi veniamo lasciati a circa 3km di distanza. Il bello dell’Indonesia è che c’è sempre qualcuno in tuo soccorso, in questo caso una sorta di “tuk tuk invertito”, in cui il motorino ha una sorta di cassone sul davanti dove possono sedere 2 persone. 2 persone indonesiane però e io e Eva non riusciamo a entrarci in nessun modo! In qualche modo però arriviamo a destinazione pagando circa 2€. Dopo una rigenerante doccia andiamo sotto consiglio dell’hotel nella vicina JI Prawirotaman dove sono presenti numerosissimi ristorantini: peccato che scegliamo male. Prendo il rawon, una zuppa tipica di carne di manzo con una salsa a base di spezie e noci, ma la carne è durissima e quasi immangiabile. Ci rifacciamo con un gelato in una vicina gelateria italiana, che per essere in Indonesia non è male. Quindi è l’ora di andare in hotel per recuperare le forze.

Mercoledì 9 Agosto 2023 – Borobudur e viaggio verso Jepara

Solita colazione e quindi appuntamento con il driver che ci scarrozzerà fino a Borobudur. Avevamo già prenotato nel pomeriggio il trasferimento per Jepara (punto di partenza per le isole Karimunjava) e per essere sicuri di non tardare abbiamo preferito un trasporto privato piuttosto che i bus pubblici, visto che il percorso è più lungo rispetto a Prambanan e prevede un cambio. Non abbiamo però considerato che Borobudur è già lungo la strada verso Jepara e ci saremmo potuti risparmiare un’oretta del successivo viaggio in direzione Jepara. Mettere insieme tutto a volte non è facile. In ogni caso verso le 9:15 siamo all’ingresso del tempio: ritiriamo i nostri (poco economici, quasi 30€ a testa) biglietti, ci vengono consegnate delle ciabattine in paglia per non rovinare i templi e siamo affidati a una guida: Borobudur***** infatti può essere visitato solo ad orari prestabiliti con piccoli gruppi di 10-15 persone accompagnati da una guida. Ogni gruppo può stare nella parte superiore del tempio principale per un’ora. La spiegazione è piuttosto interessante, con il tempio che simboleggia il cosmo buddhista (con il paradiso alla sommità) e le diverse terrazze con i pannelli decorativi e i bassorilievi. La parte più scenografica è certamente la piattaforma superiore, con i particolari stupa a campana e le statue dei buddha: ci viene dato circa un quarto d’ora per esplorare in autonomia questa parte e scattare un po’ di foto. Ridiscesi del tempio siamo liberi di girarci intorno dal basso. Verso le 12 siamo pronti per il viaggio di ritorno. Ritorniamo a Yogya, mangiamo una sorta di cheesecake in una panetteria per pranzo e veniamo quindi raccolti dal nuovo driver per il trasferimento a Jepara (previste 6 ore per circa 60€). Il viaggio è veramente estenuante a causa del traffico e dei molti lavori, con sorpassi in ogni dove, curve per i tornanti di montagna e ritardi e arriviamo al Jepara Lucca Residence & Resort solo intorno alle 21. Siamo un po’ lontani dal centro e il ristorante sarebbe chiuso ma muoviamo a pietà il personale che ci prepara al volo quello che hanno, ovvero una pizza e un hamburger: perlomeno ci siamo riempiti la pancia! Domani alle 9 è previsto il nostro traghetto veloce per le Karimunjava.

Giovedì 10 Agosto 2023 – isole Karimunjava (Sunset Beach)

Prendiamo un taxi per il porto tramite l’hotel (80K IDR circa 5€). Ritiriamo i biglietti prenotati e numerati e lottiamo per circa 2 ore e mezzo con i nostri stomaci mentre il moderno aliscafo su cui siamo solca le onde verso la nostra meta. Dal porto arriviamo in circa 10 minuti a piedi al nostro hotel, il Big K Hostel, dove ci viene assegnato un cottage in legno che ci ospiterà per le prossime 2 notti. Quindi ci cambiamo e decidiamo di andare in centro per trovare un mezzo per recarci in spiaggia. L’idea iniziale è di non prendere il motorino perché in Italia non lo guido quasi mai e di noleggiare piuttosto delle bici: ma nessuno sembra noleggiarle. Allora decidiamo di dirigerci verso la Sunset Beach**** a piedi: all’hotel avevano previsto circa 40 minuti ma impieghiamo un’ora di tempo con estenuanti sali-scendi per arrivare a destinazione. Non fate come noi e prendete assolutamente un mezzo! Arrivati in spiaggia siamo però premiati dalla sabbia bianchissima e l’acqua cristallina, con un numero di turisti (soprattutto locali) pari a qualche decina. Dopo un meritato bagno mangiamo qualcosa al warung sulla spiaggia (un ottimo pesce alla griglia per me) e quindi ci godiamo il pomeriggio e un po’ di relax fino al fantastico tramonto dai colori meravigliosi. Alle 18.15 arriva il taxi che avevamo prenotato tramite messaggio che per 100K IDR (circa 7€) ci riporta in hotel. Ci facciamo una meritata doccia e andiamo a cena all’Alun Alun, il mitico mercato notturno al locale campo di calcio. Qui hanno il pescato esposto, lo si sceglie e ci si accomoda sulle stuoie disposte per terra dinanzi a dei mini-tavolini: quando è pronto il pesce te lo portano. Il pesce, accompagnato dal riso, è semplice ma buono anche se ovviamente le condizioni igieniche sono decisamente più spartane di quelle a cui si è abituati. L’esperienza è comunque assolutamente consigliata. Ci facciamo quindi una bella passeggiata fino all’hotel.

Venerdì 11 Agosto 2023 – isole Karimunjava (Annora Beach, Batu Putih Beach)

Oggi giornata dedicata alla scoperta delle isole. Facciamo una non memorabile colazione in hotel e quindi noleggiamo un motorino per 75K IDR per l’intera giornata: le strade sono ben poco frequentate, soprattutto la mattina, tanto che non viene fornito neanche il casco. Al momento del noleggio non chiedono nulla, neanche la patente, infatti si vedono alla guida anche ragazzini di poco più di 10 anni. La nostra prima meta della giornata è Annora Beach****, una delle spiagge più famose sull’altro fronte dell’isola. Impieghiamo circa 30 minuti ed arriviamo alle 9:40: siamo i primi a mettere piede in spiaggia! Anche qui si paga un piccolo biglietto per la conservazione e la pulizia della spiaggia (meno di 50 cent a testa), ben meritati per godersi la bellissima acqua con il panorama ornato dalle palme. Dopo diversi bagni e un po’ di relax alle 13 riprendiamo il nostro mezzo e ci dirigiamo alla Batu Putih Beach**, poco distante. Qui non c’è veramente nessuno, anche perché stanno costruendo un resort praticamente sulla spiaggia. C’è un po’ di plastica portata a riva dalla corrente ma ci fermiamo comunque fino alle 16 circa. Poi purtroppo il sole scompare e all’ombra non è caldo: riprendiamo il motorino e decidiamo in primis di spingerci fino all’aeroporto (una brevissima lingua di asfalto al momento chiusa) e quindi di ritornarcene al nostro Hostel: impieghiamo circa un’ora di sali scendi, ma il traffico è quasi inesistente. Decidiamo di andare quindi a cena in un ristorante locale, il Saung Odang, dove Eva mangia un Mie Goreng (a base di noodles) e io un Gado Gado, un mix di verdure con salsa di arachidi. Con patatine fritte, acqua e due porzioni di riso spendiamo in due circa 5€! Sulla via del ritorno acquistiamo dei biscotti e un po’ di frutta per la colazione dell’indomani e quindi torniamo in hotel.

Sabato 12 Agosto 2023 – trasferimento verso Bali

Quella di oggi sarà una giornata di trasferimento. A causa della cancellazione del nostro volo con Wings Air del 13/08 mattina da Semarang a Bali siamo infatti costretti a sacrificare la visita di Semarang (che in realtà sarebbe stata un riempitivo nel nostro già fitto itinerario) per anticipare il nostro arrivo a Bali con un volo con scalo di Citylink in partenza nel pomeriggio. Ci svegliamo presto perché abbiamo la barca veloce alle 7:00 che ci lascia a Jepara alle 9:30 circa. Qui incontriamo il driver che avevamo prenotato per il trasferimento privato a Semarang (500K IDR). L’autista ci lascia in aeroporto alle 12 circa. Abbiamo tempo prima del nostro volo e decidiamo di mangiare qualcosa: porzione di pollo fritto a KFC e quindi volo delle 16:30 per Jakarta (1 ora circa di volo). Qui abbiamo la coincidenza per Bali (l’aeroporto si trova a Denpasar). Mangiamo qualcosa (un hotdog e una fetta di torta per me) anche perché il volo fa ritardo e parte alle 20:15 anziché alle 19:30. Arrivo a Bali alle 23:15 locali (+1h di fuso). Qui Grab risulta carissimo e spendiamo meno con un taxi canonico: paghiamo comunque 275K IDR, molto più del solito. In 20 minuti circa arriviamo comunque al nostro hotel Sugiras Living, prenotato per meno di 20€ colazione compresa. Notte tranquilla per prepararci all’incontro l’indomani mattina con il driver che ci scarrozzerà per tre giorni per tutta l’isola di Bali.

Domenica 13 Agosto 2023 – Bali Sud (Uluwatu temple, GWK Cultural Center, Tanah Lot Temple) e trasferimento a Ubud

Oggi comincia la nostra scoperta di Bali. Credo che Bali meriti un discorso a parte: ogni viaggiatore può ritagliarsi un itinerario adatto ai propri interessi e alle proprie aspettative. Noi abbiamo deciso di rinunciare completamente alle spiagge e alle tappe “di mare” (non avendo particolare interesse nel surf e prevedendo lidi migliori nei giorni successivi) per provare a immergerci nella cultura balinese, completamente diversa da quella del resto dell’Indonesia. Questo innanzitutto perché Bali è l’unica isola indonesiana a prevalenza induista anziché musulmana.

Incontriamo il nostro driver Tana che ci viene a prendere puntualissimo all’hotel: abbiamo concordato gli itinerari e i prezzi attraverso il sito Bali Trip Driver che si avvale di diversi autisti: ci siamo trovati veramente bene, spendendo molto meno rispetto ad altre proposte. Il costo giornaliero si è infatti aggirato intorno ai 40€ (mancia esclusa) per 10 ore di servizio, tipicamente dalle 8 alle 18, ora del tramonto. L’itinerario è stato completamente personalizzato sulla base delle nostre esigenze.

Prima tappa della giornata è l’Ulu Watu Temple***, famosissimo santuario induista arroccato in cima a una scogliera sulla punta sud-ovest dell’isola. Arriviamo alle 9:30 con pochissima gente presente, quasi solo fedeli locali. Il tempio non presenta in sé particolari bellezze architettoniche, ma la posizione è bellissima, a picco sul mare. Dedichiamo alla visita circa 1h, dopodichè ci dirigiamo verso la seconda tappa giornaliera, il Tanah Lot Temple. Sulla strada il nostro autista, non avendo trovato particolarmente traffico, ci suggerisce di fare uno stop al GWK Cultural Center*, dove è presente la statua induista più alta dell’Indonesia. L’intero sito si rivelerà poco più che paccottiglia per turisti, che vengono scarrozzati con dei trenini per ammirare le statue (estremamente artificiose). Ci fermiamo anche a vedere uno spettacolo di danza balinese nel teatro: anche questo molto turistico, anche se ci permette di farci un’idea. Nel complesso questa tappa è assolutamente sconsigliata. Dopo aver pranzato con un gelato, ci dirigiamo verso il Tanah Lot Temple**, considerato il tempio più visitato e fotografato dell’isola. I locali ci chiedono di posare in foto con loro (la nostra altezza è qui assai poco comune!) e visitiamo poi l’ampia area del santuario: si può accedere a esso solo con la bassa marea, anche se solo i fedeli induisti possono entrare nel recinto interno. Anche questo tempio è dedicato alle divinità del mare, ma i numerosissimi venditori (tra cui uomini con enormi serpenti con cui potersi fotografare) fanno perdere un po’ l’atmosfera al tutto. Complessivamente giudizio agrodolce, anche se rimaniamo per quasi 2 ore nell’ampio complesso. Verso le 16:30 il nostro driver si dirige verso Ubud dove, a causa dell’intensissimo traffico, arriviamo solo dopo le 18. Il nostro Jiwa Hotel si rivelerà uno dei migliori della vacanza, vicino al centro ma su una tranquilla stradina interna in quello che in realtà è ancora un santuario. Facciamo un veloce bagno in piscina e per le 20.30 siamo al vicinissimo Hijuan Locale, un ristorante che avevo prenotato con grande anticipo e dove avevo regalato una cena per due ad Eva. Mangiamo molto bene, anche se alcuni piatti sono fin troppo raffinati e minimalisti. Il locale è molto occidentale (anche nei prezzi): prendiamo due antipasti a base di tonno e ceviche e due primi piatti (un ottimo rawon per me e polpo per Eva) con un dolce e delle birre artigianali locali. Spendiamo 40€ a testa, che qui è uno sproposito, ma mi piaceva l’idea di assaggiare la cucina indonesiana più ricercata e sono quindi rimasto comunque molto soddisfatto. 

Lunedì 14 Agosto 2023 – Bali Nord Ovest (Taman Ayun Temple, Batukaru Mountain Temple, Jatiluwih Rice Terraces, Ulundanu Beratan)

Alle 7:30 cominciamo la giornata con la colazione che qui viene portata a dei piccoli tavolini subito fuori dalla nostra stanza con vista piscina: uova, succo di papaya e tè ci fanno cominciare carichi la giornata. Alle 8 Tana è puntuale per portarci al Taman Ayun Temple****, dove arriviamo in circa 45 minuti. Indossiamo il sarong fornitoci all’interno e a quest’ora il tempio è tutto per noi: ci sono dei meru (torri sacre dei templi balinesi, sempre formate da un numero dispari di piani) a più piani che formano un insieme molto scenografico e facciamo diverse foto. Forse per la tranquillità con cui lo visitiamo, ma il tempio ci piace molto.  Da qui ci dirigiamo al Batukaru Mountain Temple***, un tempio di montagna tranquillo, dove non troverete venditori. Anche questo tempio presenta dei meru; giriamo nell’area: probabilmente a causa dell’orario non c’è molta gente e apprezziamo il tutto con calma. Da qui ci dirigiamo alle vicine Jatiluwih Rice Terraces****, dei meravigliosi terrazzamenti di riso davvero scenografici. Ci sono diversi percorsi ben segnati che è possibile affrontare a piedi per immergersi nei terrazzamenti, da dove vediamo i contadini a lavoro e scattiamo molte foto. Noi facciamo il percorso arancio (durata 1h30min circa) che termina all’ingresso più in alto dei due presenti nel sito: da qui dobbiamo fare un tratto di strada asfaltata per ricongiungerci con il nostro autista: c’è un traffico intensissimo! Mangiamo qualcosa a un ristorantino lungo la strada; io assaggio il mie goreng, delle specie di noodles con verdure, carne e gamberetti molto piccanti: non male. Nel pomeriggio la tappa principale è l’Ulandanu Beratan Temple***, dove arriviamo alle 14:45 circa: questo tempio sorge su un gruppo di isolotti ed è molto scenografico, tanto da essere raffigurato sulla banconota da 50000 rupie. Fa parte (come altri) del Patrimonio Unesco e anche se lo troviamo circondato dalle nuvole è effettivamente molto scenografico, con i suoi meru che si specchiano nel retrostante lago. Completata la visita ritorniamo verso Ubud, dove arriviamo in un’ora e mezzo circa. Sosta in hotel e breve giro per le vie dello shopping per aspettare le 19:30, orario a cui veniamo presi in consegna dall’Ubud Traditional Spa, che si trova a circa 15 minuti dal centro, in una zona tradizionale. Avevo prenotato questo servizio dall’Italia come parte del regalo per Eva e devo dire che lo standard è molto alto e conferma a pieno le recensioni molto positive lette: il massaggio avviene in una stanza dedicata dove due massaggiatrici ci trattano contemporaneamente. Il prezzo è molto accessibile rispetto agli standard occidentali. A causa di un ritardo causa traffico siamo riaccompagnati a Ubud solo alle 21:55 e 5 minuti dopo tutti i ristoranti chiudono contemporaneamente i battenti (almeno per chi non è ancora seduto a un tavolo): proviamo a trovare qualcosa di ancora aperto ma senza successo e quindi ci accontentiamo di un gelato prima di andarcene a letto al nostro hotel.

Martedì 15 Agosto 2023 – Bali Nord Est (Tegalang Rice Terraces, Tirta Empul Temple, Besakih, Lempuyang Temple, Tirta Gangga) e trasferimento a Padang Bai

Oggi ci dirigiamo verso est, per arrivare in serata a Padang Bai da dove domani mattina salperemo per le isole Gili. Ma ancora abbiamo davanti una lunga giornata che inizia alle 8 quando Tana ci viene a prendere per portarci alle vicine Tegalang Rice Terraces*. Queste sono la quintessenza del turismo caciarone e instagrammabile: le terrazze non sarebbero male, ma tutto il sito è semplicemente una sequenza di spot fotografici costruiti ad arte (rami intrecciati a forma di nido, di cuore, etc., zip line e altalene) dove farsi scattare foto con lo sfondo delle risaie (ovviamente a pagamento e con tanto di noleggio di vestiti colorati!). Personalmente non mi sono piaciute affatto e dopo un’ora (e anche un po’ di pioggia presa) sono stato ben contento di andarmene. Da qui in circa 30 minuti arriviamo al Tirta Empul***, uno dei templi più famosi di Bali. Questo tempio ha un fossato esterno e una grande vasca dove i fedeli possono compiere un rito di purificazione tramite immersione: il loro posto è ora preso dai turisti che immergono la testa e bevono l’acqua delle diverse fonti della vasca. Il tempio è molto scenografico, anche se si sta trasformando un po’ in un’attrazione per i turisti. In circa 45 minuti completiamo la visita, decidendo di evitare il rito di immersione. Di passaggio, facciamo un rapido stop a una piantagione di caffè, dove ci spiegano il processo di produzione dello stesso, con tanto di degustazione finale. La zona è famosa soprattutto per il caffè di luwak, ovvero lo zibetto, animale che si ciba dei chicchi e poi li defeca, rendendolo il più caro al mondo. Alla fine abbiamo deciso che non faceva per noi. Anche questa fermata è abbastanza turistica e non imperdibile. Prossima tappa è il Besakih Temple***, sulle pendici del monte Agung, il tempio più grande di Bali. Qui c’è addirittura un parcheggio multipiano e si accede solo in compagnia della guida. Con un veicolo elettrico (che ha sostituito i precedenti scooter) si sale fino alla base della struttura: costo a testa 90K IDR (circa 6€). La guida ha un inglese un po’ stentato ma ci fa capire qualcosa in più dei 23 templi che costituiscono il complesso e la visita è tutto sommato interessante. Facciamo la discesa a piedi, attraversando una serie di negozietti: ad uno di questi ci fermiamo a mangiare un paio di wurstel con del riso per pranzo all’astronomica cifra (per l’Indonesia soprattutto) di 100K IDR! Sempre ricordarsi di stabilire il prezzo in anticipo, perché spesso questi non sono esposti. Ci dirigiamo quindi verso il Lempuyang Temple**, con la famosa porta del Paradiso, dove arriviamo alle 15:15 circa. Anche qui si paga 55K IDR a testa di ingresso più altri 45K IDR per il trasporto con un piccolo shuttle lungo la montagna fino all’ingresso del tempio. Qui la nostra attenzione viene subito catturata da una sorta di fotografo improvvisato che scatta immagini dei turisti sullo sfondo della famosa porta, con le nuvole alle spalle. La scena è agghiacciante: con il megafono viene chiamato il numero del biglietto del turista, per una coda di circa 3 ore!! Quindi il turista può scegliere 4 pose in cui farsi scattare le foto, che vengono tutte fatte con l’ausilio di uno specchietto posizionato sotto il telefono e che quindi riflette l’immagine simulando la presenza di uno specchio d’acqua completamente inesistente! Il tempio sarebbe anche interessante, con una lunga e scenografica scalinata che porta al santuario superiore, ma la scena che si svolge più in basso è davvero fastidiosa: un esempio di come un luogo sacro possa essere completamente riconvertito a mera attrazione turistica. Dopo un’oretta riprendiamo la navetta per arrivare al parcheggio dove ci aspetta Tana. Da qui in breve siamo al Tirta Gangga**, un palazzo sull’acqua circondato da un ampio parco. Anche questo sito (ingresso 50K IDR/pp) è davvero molto turistico e famoso per le enormi carpe rosse con cui i turisti amano farsi fotografare: innumerevoli i venditori di cibo per carpe. Anche il percorso lungo le pietre nell’acqua è un unico serpentone di turisti bloccati in coda alla ricerca dell’inquadratura migliore. Anche stavolta dopo circa 45 minuti ci dichiariamo soddisfatti e quindi ci avviamo con Tana verso Padang Bai, dove passeremo la notte. Lungo la strada troviamo numerose sfilate in vista della festa dell’Indipendenza che si festeggerà tra pochi giorni. Arriviamo all’hotel Bali 85 Beach Inn di Padang Bai alle 18:30 circa, dove salutiamo Tana, che è stato un autista affidabile e piacevole per questi tre giorni. Tempo di sistemarci e fare una doccia e quindi andiamo a piedi al vicino  Mimba Food’s Corner  restaurant, dove ceniamo con dei non memorabili spiedini di pesce e una birra per 215K IDR in due. Quindi andiamo a letto causa la mattiniera partenza per le Gili dell’indomani.

Mercoledì 16 Agosto 2023 – Gili Meno (Spiaggia SE, giro isola, lago salato)

Oggi cominciamo il nostro secondo mini-break di relax della vacanza, andandoci a godere un po’ il mare delle famose (e vicine) isole Gili. Con un taxi (compreso nel biglietto) arriviamo al porto, dove la situazione è molto caotica e le imbarcazioni delle diverse compagnie chiamano a gran voce gli imbarchi: noi abbiamo pagato circa 64€/pp A/R facendoci comprare i biglietti dal nostro hotel, ma visto il numero di imbarcazioni presenti probabilmente si può risparmiare qualcosa comprando il biglietto sul posto. La traversata stavolta è abbastanza tranquilla, facciamo un primo stop alle Gili Air e quindi poco dopo le 11 siamo alla nostra fermata delle Gili Meno, dove siamo trasferiti su una barca più piccola per arrivare in porto. Ci dirigiamo subito alla nostra sistemazione, Fanatastic Cottages (1530K IDR in due per due notti, una delle meno economiche della vacanza) dove ci viene assegnato un cottage piuttosto basic con veranda, che si rivelerà comunque molto funzionale. Ci dirigiamo quindi subito in spiaggia, scegliendo quella di sud-est, oltre il porto: l’acqua ha dei colori incredibili e ci rilassiamo pacificamente. Facciamo qualche bagno e pranziamo con una soup di pesce, dopo di che facciamo la prima parte del giro dell’isola, percorribile in circa un’ora e mezzo complessivamente. Molto particolare il complesso Bask, con villette ultramoderne in legno e vetro per un turismo di lusso. La marea nel pomeriggio si abbassa molto, tanto che emerge un fondale roccioso con resti di corallo che rende difficile buttarsi in acqua senza pinne o scarpette da scoglio. Le immersioni con maschera e boccaglio sono comunque bellissime. Ci prendiamo un succo a un warung per goderci il tramonto e quindi torniamo a piedi in hotel passando per il famoso lago salato, il cui pontile è disseminato di buchi, col rischio di finire in acqua o di farsi male. Comunque è un luogo isolato e caratteristico. Dopo una meritata doccia ci dirigiamo per cena al Jizzy Warung, dove riassaggio il gado gado (un po’ stucchevole). Quindi rientro in hotel e letto. 

Giovedì 17 Agosto 2023 – Gili Meno (Turtle Point)

Oggi giornata di relax a Gili Meno. Dopo la colazione con succo, tè e uova ci dirigiamo subito a nord, verso Turtle Point. Ci vogliono circa 20 minuti a piedi, ma passeggiamo volentieri e le biciclette sono difficilmente utilizzabili lungo il perimetro dell’isola, molto sabbioso. Alle 10.15 siamo in acqua con le nostre maschere e ben presto vediamo una bellissima tartaruga che nuota a pelo d’acqua: ogni tanto questi animali tornano in superficie per prendere aria quindi individuarli non è difficile. Ne vediamo 2, insieme a diverse stelle marine blu cobalto e molti pesci multicolori: un grande spettacolo. Ci facciamo un paio di bagni rilassandoci (e vedendo di nuovo le tartarughe e una miriade di pesci) e quindi mangiamo qualcosa per pranzo in un vicino warung (io pesce fritto). Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Nest Point dove ci sono delle famose statue sommerse a qualche metro di profondità che creano un habitat perfetto per pesci e coralli. Purtroppo la bassa marea rende quasi impossibile calarsi in acqua senza pinne o scarpette e quindi dobbiamo rimandare all’indomani mattina questa esperienza. Facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia fino al tramonto e decidiamo di cenare presto con del pesce alla griglia presso un ristorantino sulla spiaggia che espone il pescato: la qualità tuttavia si rivela bassa e rimaniamo delusi. Rientriamo quindi in hotel con una lunga passeggiata.

Venerdì 18 Agosto 2023 – Gili Meno e trasferimento a Sanur  

L’ultimo giorno alle Gili non si apre sotto i migliori auspici perché Eva ha avuto dei disturbi intestinali durante la notte (che sia stato il pesce di ieri?) ed è molto debole. Facciamo quindi colazione in hotel, lasciamo i bagagli e con calma ci dirigiamo verso Nest Point. Ci mettiamo all’ombra e io faccio anche un bagno per vedere le statue: nessun problema a tuffarsi ma la zona è un vero carnaio con decine di barche che arrivano in questo punto e scaricano frotte di turisti. Per vedere le statue è un continuo urtarsi con altre persone. Non fa per me e quindi dopo poco me ne torno in una zona più tranquilla. Per ora di pranzo torniamo a recuperare le nostre cose in hotel, la padrona ci permette di fare una rapida doccia per toglierci il sale di dosso e per le 13.30 siamo al porto per il traghetto. Mangiamo un gelato per pranzo nell’attesa, quindi siamo caricati sulla barca di trasferimento e quindi sul piccolo traghetto che fa tappa prima a Gili T, quindi a Lombok e infine a Padang Bai, dopo una lunga e movimentata traversata (a causa del mare un po’ mosso) di circa 3 ore. Da qui abbiamo un taxi (prenotato in anticipo) che per 450K IDR ci porta a Sanur, all’Alia Home Hotel, dove soggiorneremo per 2 notti. Dopo la doccia facciamo un salto in farmacia e quindi andiamo a cena al Batubara Grill Sanur, una steak house di qualità dove interrompiamo il nostro ciclo di pasti locali (per la gioia dello stomaco di Eva) con una buona tagliata di carne. Spendiamo quasi 20€ a testa (che qui sono una bella cifra) ma la qualità è davvero buona. Quindi torniamo presto in hotel, visto che domani alle 7:10 abbiamo il traghetto per il nostro full-day a Nusa Penida.

Sabato 19 Agosto 2023 – Nusa Penida (Tree House, Diamond Beach, Atuh Beach, Paluang Viewpoint, Keling King Beach)

Oggi sveglia molto presto perché abbiamo prenotato il traghetto per Nusa Penida alle 7:10 e 30 minuti prima dobbiamo essere al porto per ritirare i biglietti dalla compagnia con cui li abbiamo acquistati per 400K IDR a testa A/R (circa 25€). Raggiunta la capienza della barca un addetto della compagnia ci accompagna al molo da cui salpano decine di queste piccole imbarcazioni, che comunque trasportano poco meno di 100 persone per volta. Viste le dimensioni molto contenute dell’isola (e le strade molto anguste) è facile prevedere che non sarà banale spostarsi e infatti la giornata si rivelerà assai impegnativa dal punto logistico: Nusa Penida è molto lontana dall’essere il paradiso semisconosciuto descritto dalla Lonely Planet e anzi è presa d’assalto dai turisti di Bali, rendendo la sua visita molto faticosa. Probabilmente una buona soluzione consiste nel soggiornare nell’isola almeno per una notte, mentre l’utilizzo del motorino ci è stato sconsigliato dal nostro driver perché gli incidenti con il traffico attuale stanno diventando davvero frequenti. Arrivati sull’isola per le 7:10 circa, alle 9 siamo al capo opposto, quello più lontano dal porto, per la prima tappa, la Tree House**. Questo è essenzialmente un punto fotografico da cui si vede la vicina zona nei pressi di Diamond Beach: c’è una casa sull’albero da dove si possono scattare (ovviamente a pagamento) foto molto panoramiche ma ci sono anche altri punti interessanti ad accesso libero. Noi siamo arrivati presto ma già mentre risalivamo la scala che scende alla casa, peraltro piuttosto ripida, la folla stava aumentando. Da questo posto il nostro autista ci ha accompagnato alle vicinissime (meno di 10 minuti) Diamond Beach**** e Atuh Beach***. C’è un parcheggio dove si paga l’ingresso (in comune) alle due spiagge. Dall’alto la vista di Diamond Beach, una lingua di sabbia bianca, con dei faraglioni nell’acqua dall’azzurro multicolore è davvero bella. Decidiamo di non intraprendere l’impegnativa discesa, in parte attrezzata con corde, dato che è comunque vietato fare il bagno. La discesa ad Atuh Beach è invece impegnativa ma più semplice (calcolate 20 minuti): qui la spiaggia è addirittura attrezzata ed è bellissimo il panorama su un fotogenico arco di roccia che ci godiamo da qui. Alle 11:30 ripartiamo: i ritmi sono molto incalzanti e per questo ripeto che un soggiorno di due giorni sarebbe preferibile. Dopo circa un’ora e tantissimo traffico arriviamo Al Paluang View Point**, da cui si gode una bella vista sulla vicinissima Keling King Beach. Anche qui il posto è stato sistemato come un set fotografico con numerosi punti da cui scattare foto, veramente kitsch e poco naturali, anche se il panorama è davvero bello. Da qui andiamo quindi verso la Keling King Beach**** per l’ultima tappa dell’itinerario. Mangiamo un gelato per pranzo e alle 13:15 cominciamo la discesa verso la spiaggia, fermandoci a fare delle foto bellissime al paesaggio di questa spiaggia bianca nascosta da un’alta formazione rocciosa che qualcuno dice assomigli a un T-Rex. La discesa è molto impegnativa (anche per il numero di persone che si incontrano in senso opposto) ma con l’ausilio di corde in circa 25 minuti siamo al livello del mare. Anche in questo caso l’acqua è molto mossa e, tutto sommato, il panorama più bello si ha dall’alto. Ci riposiamo un po’ e ci godiamo il panorama. Quindi iniziamo la risalita (più veloce perché meno affollata) e arriviamo in cima madidi di sudore. Il nostro autista ci accompagna al porto dove abbiamo prenotato l’ultimo traghetto delle 17: altra traversata complicata per gli stomaci e arrivo a Sanur verso le 18. Facciamo un giro per il porto e, visto che abbiamo praticamente saltato il pranzo, decidiamo di fare una cena anticipata al warung Mak Beng: questo è un posto tradizionalissimo e frequentato principalmente da locali, dove si può prendere esclusivamente il menù fisso da 55K IDR (circa 3€) composto da una tradizionale e piccante soup di testa di pesce, una ciotola di riso, e del pesce fritto. Io rimango molto contento, mentre Eva, che non ama il piccante, ha apprezzato un po’ meno. Finiamo la giornata a pulirci la bocca alla Gelateria Veneta, vicino al nostro albergo e quindi andiamo a letto presto pronti per l’alzataccia di domani. 

Domenica 20 Agosto 2023 – Escursione barca Isole Komodo (Kelor Island, snorkeling a Menjerite Island, tramonto e flying foxes a Kelong Island)

Sveglia alle 5:15 per essere pronti all’arrivo del taxi (già prenotato) alle 5:30 che ci porta in aeroporto per 250K IDR (circa 17€). Alle 6:00 siamo in aeroporto e abbiamo tempo di mangiare un dolcetto per colazione prima di prendere alle 7:10 il puntualissimo aereo di Air Asia per Labuan Bajo (nell’isola di Flores), dove arriviamo in meno di 50 minuti. Qui dovrebbe aspettarci l’autista mandato dalla compagnia con cui abbiamo prenotato l’escursione in barca di due giorni al Parco di Komodo e alle isole circostanti, la Komodo Golden Tour, ma nessuno si fa vivo. Chiamo quindi il mio riferimento e scopro che si sono praticamente dimenticati di mandarci qualcuno. Fortunatamente l’aeroporto dista solo 10 minuti di auto dal porto e quindi in breve risolvono, anche se il primo approccio con l’agenzia non è certo positivo. Veniamo lasciati al porto e viene ad accoglierci un uomo che si rivelerà poi essere la nostra guida per i successivi due giorni. Abbiamo scelto di fare un’escursione condivisa per circa 2500K IDR a testa (circa 150€), con pernottamenti in cabina privata e tutti i pasti compresi. La scelta tra fare un tour privato o uno condiviso è stata dettata essenzialmente dal prezzo, visto che un tour privato parte da circa 450€ a testa per due giorni e una notte. Eravamo rimasti d’accordo che avremmo potuto pagare con la carta ma scopriamo che ciò non è possibile: un po’ infastiditi, avendo comunque oltre un’ora a disposizione prima della partenza, decidiamo di andare a ritirare i soldi necessari. L’operazione non è facile perché i bancomat hanno spesso massimali ben più bassi della cifra che ci serve e la banconota di taglio più alto è da 100K IDR, ragione per cui ci ritroveremo a dare alla nostra guida una bella mazzetta di banconote. Comunque, dopo l’acquisto di un nuovo cappello da parte del sottoscritto visto che ho perduto il mio precedente (sigh!), per le 10 siamo pronti a imbarcarci. Siamo in tutto 10, di cui ben 7 italiani! Oltre a noi ci sono una coppia di ragazzi siciliani, una coppia di ragazzi veneti, una famiglia con un ragazzino di 7 anni, oltre a un indonesiano di Jakarta e una coppia di tedeschi (con la moglie di origini indonesiane) avanti con gli anni: scopriremo di aver avuto molta fortuna, perché tutta la compagnia è davvero molto tranquilla e alla mano e dovendo trascorrere due giorni a contatto davvero stretto, questo risulterà essere davvero importante. A gruppetti di 4, con una piccola barchetta a motore, veniamo portati sull’imbarcazione, tutta in legno e con i segni degli anni, ma certamente dignitosa. Ci viene mostrata la nostra (minuscola) cabina formata da un letto a castello e per le 10:15 cominciamo la navigazione, mentre la nostra guida ci spiega l’itinerario e le regole a bordo. Una precisazione: noi come molti altri abbiamo speso molto tempo a confrontare gli itinerari delle diverse compagnie ma spesso diverse agenzie mettono insieme le diverse prenotazioni cercando di rendere gli itinerari il più simili possibile. Ovviamente verificate che quello da voi scelto includa tutte le tappe previste, cosa che spesso di solito accade perché le varie proposte non si discostano mai di molto.

La prima tappa, dove arriviamo verso le 11, è Kelor Island**, un isolotto con una collinetta panoramica dove si arriva con una facile salita di 15 minuti. La vista è bella e, una volta scesi, ci rilassiamo un po’ in spiaggia con acqua azzurrissima, anche se non particolarmente adatta allo snorkeling. Dopo un’ora e mezza, sempre a piccoli gruppi, risaliamo sulla barchetta che ci riporta a bordo. Pranziamo a buffet con un vastissimo assortimento di pietanze indonesiane, tra cui verdure, ma anche pesce, carne e di tutto un po’: ognuno trova qualcosa di soddisfacente per i propri gusti. Ci rilassiamo un po’ a bordo o sul ponte e verso metà pomeriggio facciamo una sosta dedicata allo snorkeling nei pressi di Menjerite Island***: qui ci tuffiamo direttamente dalla barca e godiamo della barriera corallina e dei tanti pesci, oltre che di una distesa di enormi stelle marine. Risaliti a bordo proseguiamo la navigazione verso Kalong Island per vedere il fenomeno delle flying foxes** che si alzano tutte insieme in un vortice nero per andare alla ricerca di cibo. Più di questo rimaniamo ammaliati dai colori di un tramonto rosso fuoco, davvero meraviglioso. Riprendiamo la navigazione e ceniamo mentre ci dirigiamo verso il luogo dove attraccheremo per la notte: dopo cena fa presto buio e le cabine non sono troppo confortevoli quindi ben presto ci dirigiamo nei nostri letti.

Lunedì 21 Agosto 2023 – Escursione barca Isole Komodo (alba a Padar Point, snorkeling a Pink Beach, Komodo Island e varani, Manta Point)

Sveglia alle 4:30: ci dirigiamo a Padar Island**** per vedere l’alba dal famoso viewpoint: si sale al buio con delle torce, ma il percorso è facile e piuttosto breve (circa 25 minuti). L’alba dall’alto su questa scenografica isola dalle tre diverse spiagge è davvero bellissimo, nonostante l’incredibile calca di gente. Il sole nascente in ogni caso ammanta tutto di colori fantastici e la vista ripaga certamente la levataccia. Tornati a bordo facciamo colazione (non troppo diversa dagli altri pasti!) e quindi navighiamo per circa un’ora fino a Pink Beach**, una delle famose spiagge rosa, che in questo periodo in realtà di rosa ha ben poco. Ci fermiamo un’ora e mezzo e lo snorkeling, molto bello, ci ripaga comunque della piccola delusione per il colore della spiaggia. Abbiamo un’altra ora di navigazione fino ad arrivare a Komodo Island***, per la gioia del più piccolo della compagnia che non vedeva l’ora di vedere i famosi draghi. Siamo affidati a uno dei ranger che ci guida lungo l’isola: non dobbiamo compiere molta strada per vedere il primo drago, che si crogiola al sole circondato dai turisti che si mettono in fila per una foto (fatta rigorosamente dai ranger): tutto sommato questi rettiloni ci sono sembrati un po’ intontiti e un po’ a uso e consumo dei turisti. Ne vediamo altri 3 (su una popolazione complessiva di 5 adulti nell’isola) e le spiegazioni sulle loro abitudini sono comunque interessanti. Dopo un’ora circa torniamo a bordo per il pranzo. Ci attende ora il lento rientro verso Labuan Bajo. Facciamo un breve stop a Manta Point**, con l’avviso che in questo periodo non ci sono mante, e quindi la fermata si riduce a uno stop in un punto un po’ casuale del mare azzurro: avendo finito di mangiare da non molto decidiamo di non tuffarci neanche. Lentamente e prendendo l’ultimo sole sul ponte della barca rientriamo al porto dove arriviamo alle 17:15 e salutiamo la più che piacevole compagnia. Il giudizio complessivo sull’esperienza è sicuramente positivo, seppur il tour sia iper turistico e un po’ affollato, perché comunque permette di vedere dei posti davvero insoliti e belli. Anche la scelta di fare un tour condiviso ma con un numero ridotto di persone è stata per noi vincente e quindi siamo rimasti complessivamente soddisfatti, nonostante un’organizzazione, soprattutto logistica, non impeccabile. Arriviamo a piedi all’Harbour Hotel, più lussuoso degli ultimi dove abbiamo soggiornato e che abbiamo prenotato dopo l’overbooking fatto dall’hotel che avevamo originariamente scelto. Finalmente ci possiamo concedere una vera doccia (a bordo della barca c’era solo una piccola sistola con acqua limitata) e decidiamo per la prima volta di mangiare qualcosa di più europeo al Baccala Bajo, un ristorante gestito da un italiano: mangio un carpaccio di dentice e un cartoccio di pesce e spendiamo 580K IDR in due (meno di 20€ a testa). Ci prendiamo infine un gelato sulla via principale principale prima di andarcene a letto.

Martedì 22 Agosto 2023 – Escursione a Rangko Cave e trasferimento a Jakarta

Abbiamo mezza giornata a disposizione prima del nostro volo per Jakarta e abbiamo prenotato un’escursione di mezza giornata a Rangko Cave, una grotta piena di stalattiti dove è possibile fare il bagno. Facciamo colazione subito fuori dall’hotel con una banana cake niente male (contro ogni mia previsione) e alle 8 ci viene a prendere la navetta per il nostro tour. Siamo in 5 oltre all’autista e oltre a noi ci sono tre viaggiatori singoli, un indonesiano, una ragazza americana e un’altra di Londra: oggi siamo molto più multietnici. Facciamo una breve sosta ad un punto panoramico da cui si vede la città con il suo porto e un’altra ad Amalia Hill**, da cui si vede anche un po’ più del paesaggio dell’isola. Decisamente una sosta non memorabile. Alle 9 circa arriviamo a un villaggio sull’acqua da dove prendere la barca per arrivare alla grotta: c’è bassa marea e ci dobbiamo calare come scimmie dal pontile sulla barca: menomale siamo tutti under 35, perché l’operazione non è così banale. In una mezz’ora circa siamo al molo dell’isoletta, da dove si raggiunge Rangko Cave*** in circa 10 minuti di passeggiata. La grotta è bella e facciamo un piacevole bagno, anche se la miglior illuminazione si ha nel pomeriggio mentre al mattino è piuttosto buia. Dopo una sosta di un’oretta facciamo il percorso inverso e veniamo lasciati verso le 12 in zona hotel. Mangiamo un buon gelato per pranzo e prendiamo un taxi (75K IDR) che ci porta in netto anticipo in aeroporto per il volo delle 15:25 con Garuda Airlines per Jakarta. Questa è la compagnia di bandiera, una delle migliori indonesiane e alle 18:30 circa (+1h fuso) ci lascia nella capitale. Recuperiamo i bagagli e prendiamo un Grab (150K IDR per 45 minuti circa) per il nostro Orchardz Jayakarta Hotel un 4 stelle un po’ vecchiotto che dà l’idea dell’hotel da conferenze che si rivelerà comunque confortevole. Ci riposiamo e poi decidiamo di cenare al ristorante dell’hotel, visto che non siamo in una zona molto turistica. Il mio piatto è molto piccante ma passabile mentre Eva si butta su un piatto occidentale. Giunge quindi il momento di quella che sarà la  nostra ultima notte indonesiana.

Mercoledì 23 Agosto 2023 – Jakarta e trasferimento a Dubai

Colazione in hotel con grande buffet a prevalenza asiatica ma con anche qualche opzione occidentale. Il nostro volo è alle 17:40 e quindi anche considerando l’anticipo con cui è necessario essere in aeroporto e un’ora di tempo per il trasferimento abbiamo la mattinata a disposizione per dare un’occhiata a Jakarta. Chiamiamo un Grab all’hotel che ci lascia ai limiti del quartiere di Kota, davanti al Jin De Yuan*, un tempio buddhista cinese al cui interno domina l’odore dell’incenso. Nulla di imperdibile. Da qui proseguiamo a piedi verso il mercato di Petak Sembilan**, che si dirama nei vicoli e dove viene venduto di tutto in condizioni igieniche ben diverse da quelle a cui siamo abituati. Continuiamo in mezzo al traffico fino ad arrivare alla Piazza Taman Fatahillah*, la principale di Kota, circondata da edifici coloniali piuttosto grigi, nonostante fosse un tempo il fulcro dell’antica Batavia. Da qui proseguiamo lungo il canale del Kali Besar**, che un tempo brulicava di mercantili ma che ora è piuttosto sporco e anonimo. Il canale porta al Shahbandar Menara*, la torre del capitano del porto, luogo dove abbiamo intenzione di dirigerci. Il quartiere del porto (Sunda Kelapa)**  è uno dei più colorati e piacevoli della città, ma è difficile accedere al porto vero e proprio. Sulla destra si trova il moderno porto con gli yacht di lusso e un club dove ci facciamo venire a prendere da un altro Grab per farci portare a Merdeka Square*, simbolo della città. Dopo oltre 10 km nel traffico veniamo lasciati in questa immensa piazza dominata dal Monumento Nazionale*, una colonna in marmo italiano di ben 132m veramente bruttina. Vorremmo vedere il panorama dalla terrazza, come suggerito dalla Lonely Planet, ma arrivarci è piuttosto complicato. Una volta giunti qui acquistiamo anche il biglietto (molto economico in realtà) ma capiamo solo successivamente che c’è un’infinita coda per l’accesso alla cima della terrazza sommitale. Tra l’altro qui i turisti sono quasi esclusivamente indonesiani e siamo presto bersaglio di numerosissime foto fatte di nascosto: non troppo piacevole. Decidiamo quindi di limitarci, col timore di fare troppo tardi, ad andare a piedi a una prima terrazza rialzata da dove è possibile vedere un po’ del moderno skyline della città, la moderna moschea di Masjid Istiqlal e altri palazzi di rappresentanza. Jakarta complessivamente ci appare veramente brutta e con pochissimo da offrire. Siamo già oltre i tempi previsti perché l’accesso al Monumento Nazionale è solo da uno degli estremi della piazza, quindi ci sbrighiamo a chiamare nuovamente un Grab che ci porti prima all’hotel a recuperare le valigie e quindi in aeroporto, dove arriviamo per le 15:30 circa. Il volo delle 17:40 per Dubai di Emirates scorre davvero piacevolmente (la qualità del volo è ben superiore di quella di Etihad) e alle 22.40 mettiamo piede in terra emiratina. Qui ci affidiamo al più noto Uber e veniamo trasportati addirittura da una Tesla che ci porta in zona Burj Khalifa, l’edificio più alto al mondo. Prima però dedichiamo un’ora e mezzo alla visita del vicino Mall, veramente immenso con addirittura uno stadio del ghiaccio all’interno e tutti i maggiori brand della moda e del lusso (quasi tutto ormai chiusi, visto l’orario). All’esterno la temperatura è folle e quindi rimaniamo all’interno per un po’ e poi ammiriamo dal basso il grattacielo del Burj Khalifa***, piuttosto impressionante anche di notte. Da qui prendiamo un altro Uber per il Burj Al-Arab**, il famoso hotel a forma di vela, che però non riusciamo a vedere bene. Facciamo due passi fino alla vicina spiaggia, ma il caldo è davvero soffocante. Decidiamo quindi di spostarci a Dubai Marina, luogo prediletto della vita notturna emiratina, dove passiamo qualche ora in un pub che chiude alle 3 di notte. A questo punto non ci rimane altro da fare se non tornare in taxi in aeroporto (la cifra spesa si rivelerà paragonabile a quella pagata con Uber, sui 20€) e attendere il nostro volo in programma per le 07:25.

Giovedì 24 Agosto 2023 – Rientro in Italia

Il volo è operato da FlyDubai che è una sorta di low cost a lungo raggio: quasi 6 ore di volo senza praticamente nulla di offerto, con film e intrattenimento solo a pagamento e spazio per le gambe paragonabile a quello di Ryanair. Non il massimo ma alle 12:10 mettiamo come da programma piede in Italia, di ritorno da un viaggio articolato che ci ha fatto scoprire un paese variegato e dalle molteplici attrattive, che sicuramente siamo contenti di avere (almeno in parte) scoperto.

Classifica finale

Come sempre, mi sono infine divertito a fare una classifica dei Top e Flop di questa vacanza:

Flop 5

  1. la difficoltà e la lentezza degli spostamenti
  2. alcuni templi di Bali trasformati a uso e consumo del turista occidentale
  3. l’affollamento di molti dei siti più noti (almeno ad Agosto)
  4. i molti foto-spot costruiti unicamente per pubblicare sui social network immagini con effetti spesso completamente fasulli
  5. Jakarta, veramente grigia e con poco da vedere

Top 5

  1. la grande gentilezza dei locali
  2. il mare cristallino e lo snorkeling tra tartarughe e coralli
  3. il senso di sicurezza percepito ovunque siamo stati
  4. i prezzi (molto bassi paragonati agli standard europei)
  5. le isole Karimunjava, con le spiagge semideserte e dove i locali sono ancora in netta prevalenza sui turisti occidentali 
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pura ulun danu bratan temple in bali, indonesia.



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