È il parco nazionale più “spaventoso” al mondo: qui vive un animale pericolosissimo, ma che gli abitanti trattano come una divinità

La mia avventura a Komodo: i draghi e non solo
Scritto da: angrusso
È il parco nazionale più spaventoso al mondo: qui vive un animale pericolosissimo, ma che gli abitanti trattano come una divinità
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Chi non ha mai sentito parlare dei famosi draghi di Komodo? Ma cosa sono e dove vivono? Inizierò i miei racconti di viaggio partendo proprio da questa esperienza, una delle più emozionanti tra quelle vissute in questo viaggio nelle isole indonesiane! Enjoy the reading!

Chi sono i draghi di Komodo? Quelli di Komodo sono i varani più grandi al mondo, possono raggiungere i 3 metri di lunghezza e arrivare a pesare oltre 70 kg. Vivono in alcune delle isole dell’arcipelago di Komodo, tra le isole di Nusa Tenggara Ovest e Nusa Tenggara Est. Sono animali carnivori , creature affascinanti e misteriose provenienti da leggende fantastiche! Nello stesso tempo sono molto pericolosi, hanno un morso potente e la loro saliva è velenosa e piena di batteri: ammazzano la loro preda nel giro di 24 ore. Come predatori non hanno nessun rivale!

Ma perché scegliere Komodo? In quanto amante sfegatata del mare, dello snorkeling e delle barriere coralline del mondo, ero da tempo ammaliata dallo splendore di questo arcipelago. Allora nel mio hopping trip in Indonesia di quest’estate mi sono organizzata una puntata di 4 giorni in questo angolo di meraviglia ancora poco esplorato dal turismo, almeno rispetto alla over turistica Bali! E così, con un volo interno da Denpasar, sono atterrata a Labuan Bajo e da lì mi sono imbarcata su un piccolo e modesto battello con altri 9 sconosciuti di tutto il mondo, per un intero weekend di scoperta di questo fantastico arcipelago!

Parco Nazionale di Komodo

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L’imbarcazione lasciava un po’ a desiderare: avevo una cabina condivisa che per entrarci dovevo avere la statura di un Minion e un bagno stile minimal condiviso da mezza barca ( staff incluso!) che aveva la doccia sul water e che se ti appoggiavi da qualche parte perdevi pezzi di corpo per la sporcizia incredibile che c’era! Ma la voglia e il desiderio di avventura erano troppo forti per lasciarmi scoraggiare. L’itinerario della crociera prevedeva l’ingresso nel Parco Nazionale di Komodo, per vedere i lucertoloni più famosi del mondo! A dir la verità non ero molto attratta da questi esseri spaventosi, ma alla fine si è rivelata l’esperienza più forte di tutta la crociera! Ed ora vi racconto perché.

Quando pensiamo ad un Parco Nazionale lo immaginiamo immerso completamente nella natura selvaggia e lontano dalla presenza dell’uomo! Il Parco Nazionale di Komodo invece si trova adiacente, o meglio, è parte integrante dell’omonimo piccolo villaggio! Si sbarca su un piccolo molo e si entra in un villaggio di poco meno di 2000 anime che vivono su palafitte e case di lamiera.  Intanto per attraversare il villaggio ed arrivare ai draghi paghiamo un biglietto di ingresso di 550.000 rupie indonesiane, pari a circa 31€ a persona e veniamo scortati da due ranger armati di lunghi bastoni con i quali tenere lontani i draghi.

Visitare il villaggio di Komodo è un’esperienza forte che cattura sguardo e anima ed offre un’immagine autentica di una cultura che ha imparato a coesistere con uno degli animali più temibili del pianeta. Qui sui draghi di Komodo ci sono leggende che fanno parte della vita quotidiana, ma su questo tornerò dopo! Il villaggio vive principalmente di pesca e, da una ventina d’anni anche di turismo, grazie alla loro principale attrazione! Appena entrata nel villaggio mi perdo ad osservare la vita attorno: c’è povertà sì, sporcizia e calcinacci, ranger seduti in attesa di scortare i prossimi turisti e tante bancarelle con gente che implora di comprare souvenir. Ma ciò che cattura realmente la mia attenzione è la vita vera che si svolge intorno a me: donne che fanno il bucato, che preparano da mangiare, capre e galline che pascolano per le stradine, ma soprattutto ci sono gli sguardi e le risate spensierate dei bambini, scalzi, sporchi, bellissimi, che giocano tra di loro, portano a spasso una gallina, fanno le gare e si divertono tantissimo. Mi sconvolge la loro limpidezza e serenità e il loro senso di libertà, emozioni che solo i bambini riescono a dare e che io riesco a percepire. In quanto maestra di scuola elementare sono abituata a lavorare con i bimbi, ma qui sono completamente incantata  dalla loro semplice naturalezza, che mi trasmette solo vitalità nella sua concezione più pura. È come se la nostra presenza lì non sfiori minimamente i loro giochi spassionati, in quel contesto di povertà, ma anche di estrema semplicità, loro sono i protagonisti: non elemosinano nulla, sono solo lì, con niente, se non la loro gioia innata!  Così quel piccolo villaggio diventa un luogo suggestivo, che cattura l’essenza più autentica dell’intera Indonesia e dove il tempo sembra rallentare tra le voci dei pescatori, il profumo del mare e l’eco dei passi dei draghi!

I draghi di Komodo

drago di komodo

Intanto i ranger ci scortano fino ad una radura che non è altro se non il proseguimento della stradina del villaggio! Ed eccoli lì: 3 draghi stanno facendo la siesta circondati (a debita distanza) da gruppi di turisti che si fanno fotografare con il drago dormiente in primo piano. Sono enormi e terrificanti! Il ranger ci spiega che attualmente su quell’isola ne vivono 8, che questa, tra luglio e agosto, è la stagione degli amori e siamo molto fortunati a vederli lì in quel momento. E per i ranger diventa poi un very lucky day quando, poco distante da dove ci troviamo, sentiamo urla disperate di un animale. A pochi metri di distanza vediamo una scena raccapricciante da Super Quark e che mai dimenticherò nella mia vita: un drago ha catturato un cervo e se lo sta mangiando vivo! Io e il gruppo restiamo completamente scioccati, chiediamo se possono liberare quel cervo rimasto impigliato con le corna nella rete, ma la loro quieta risposta è semplicemente: nature rules (è la natura!). A quel punto, completamente sconvolta, ho bisogno di schiarirmi le idee ed inizio ad interrogare il nostro ranger.

Ma come fa la gente del posto a vivere a così stretto contatto con questi animali così pericolosi? Non esiste né una recinzione né una barriera che divida il villaggio dal parco, potrebbero attaccare gli umani, i bambini mentre giocano! E la gente? Non ha paura?

Il ranger mi racconta: i draghi sono legati ad una leggenda molto importante e viva a cui gli abitanti del villaggio credono fermamente: questi sono esseri mitologici, discendenti dagli umani! Tanto tempo fa una donna diede alla luce 2 figli: uno umano e l’altro drago! Questa credenza è così forte per loro che i draghi sono considerati loro fratelli e per questo vengono trattati con rispetto e considerazione! Il ranger poi mi assicura che non attaccano mai gli esseri umani. In realtà faccio un po’ fatica a prendere per vera questa informazione: i draghi quando hanno fame possono arrivare nel villaggio e catturare una capretta o una gallina, ma potrebbero scambiare un essere umano per una preda e attaccarlo. Per noi questa convivenza che ci vogliono far credere così pacifica è una cosa davvero assurda, ma per loro è parte integrante della cultura e della vita quotidiana. Il rischio viene azzerato e il loro così profondo rispetto e adorazione per questi animali non potrà mai far affermare ad un abitante del posto di vivere in una situazione di pericolo.

In seguito ci chiedono di comprare qualcosa alle bancarelle per aiutare l’economia del posto, lo facciamo con piacere ma io ad un certo punto chiedo: a chi vanno i soldi che noi paghiamo per entrare ? Perché c’è ancora povertà in mezzo ad un turismo in grossa espansione? I proventi, mi spiega il ranger, vanno sia ai lavori di manutenzione e conservazione del parco e della biodiversità e il governo si sta occupando della riqualificazione del villaggio e di altri villaggi locali, come nella vicina Rinca, con la costruzione di nuove infrastrutture. Mi colpiscono infatti un modernissimo ospedale e una nuova moschea in costruzione, inoltre i bimbi hanno una scuola e si sta provvedendo a riqualificare strade e case. Ma ciò che ho visto intorno a me non mi dà idea di benessere: cambierà qualcosa o la gente è contenta di vivere esattamente così? Bisognerebbe tornarci fra 10 anni e vedere cosa sarà cambiato!

È tempo di andare e proseguire la nostra navigazione verso la prossima tappa! Saluto i bimbi, compro un braccialetto, riguardo ancora tutto e penso che porterò con me per lunghissimo tempo quello che questi abitanti , grandi e piccoli, mi hanno trasmesso: una forte appartenenza al proprio luogo, al tempo e alle loro suggestive leggende, un senso di armonia e profondo rispetto tra essere umano e natura e la serena consapevolezza di essere parte di un’unica grande famiglia, fatta di bimbi, grandi , capre, galline, cervi e fratelli draghi ! Grazie Komodo!

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